Mogliano Veneto
Template:Comune Mogliano Veneto (in dialetto veneto locale Mojan /mo'jan/, in dialetto veneziano Mogian /mo'ʤan/) è una città[1] di 28.082 abitanti[2] collocata all'estremità meridionale della provincia di Treviso.
Geografia fisica
Il territorio comunale si estende per 46,15 km² ed è posto all'estremità sud della provincia. A sud confina con il comune di Venezia, seguendo il corso del Dese; a nord confina con i comuni di Zero Branco, Preganziol e Casale sul Sile; ad ovest con quello di Scorzè; ad est con quelli di Quarto d'Altino e Marcon.
Il moglianese è del tutto pianeggiante e l'altitudine passa dai 2 ai 16 metri s.l.m.; la casa comunale si trova ad 8 m s.l. Il terreno è per lo più argilloso, il che ha permesso che le acque rimanessero in superficie creando una rete idrica piuttosto rilevante: fiume principale è lo Zero, che passa vicino al centro; a sud, presso Marocco scorre il Dese; da ricordare anche fossi e canali di scolo come il Pianton, la Fossa Storta, il Zermanson, la Peseggiana. Rilevante anche la presenza di falde acquifere.
Il territorio è classificato come zona sismica 3 a sismicità bassa e come zona climatica E.
Delle foreste che fino a qualche secolo fa ricoprivano buona parte del territorio non resta più nulla, se non qualche toponimo (Selve, Olme). La flora tipica è comunque ben presente nei campi abbandonati e lungo alcune siepi, usate in passato per dividere le proprietà agricole e talvolta così fitte da sembrare veri e propri boschetti.
Storia
Il periodo romano e l'alto medioevo
Il nome della città sembra essere di origine romana: praedium Molianum doveva chiamarsi il complesso dei possedimenti di un certo Molius. È certo infatti che la zona appartenesse all'agro di Altino e come tale era intensamente coltivata. Segno della centuriazione è la disposizione di alcune delle attuali strade [3].
Un'altra ipotesi fa risalire il toponimo al veneto mojo cioè "umido", "aquitrinoso". Dopo le invasioni barbariche e, più tardi, degli Ungari il territorio, dove già vi sorgeva una pieve paleocristiana, fu infatti abbandonato a sé stesso. Nel 996 Rozone, vescovo di Treviso concesse all'abate Vitale la costruzione di un monastero benedettino perché la zona fosse bonificata e ripopolata. Il lavoro venne spronato anche dalle donazioni degli imperatori Ottone III e Enrico III. Inoltre, papa Vittore II confermò in seguitò le concessioni già fatte dal vescovo di Treviso.
Nel 1074, quando l'opera fu compiuta, i monaci furono sostituiti dalle monache, che resteranno nell'abbazia sino al Quattrocento.
Il basso medioevo
Il Moglianese, posto tra i territori del comune di Treviso, del comune di Padova e della Serenissima fu spesso colpito duramente dalle lotte che li opponevano. Oltretutto, l'abitato era un passaggio obbligato per le truppe, vista la posizione lungo l'arteria del Terraglio: nel 1192 e nel 1234 i padovani incendiarono il monastero; nel 1255 le guerre di Ezzelino III da Romano devastarono il territorio; nel 1311 è la volta dei soldati imperiali di Enrico VII che bruciarono la chiesa. E la lista continua inesorabilmente sino al 1368, quando Treviso si sottomise definitivamente a Venezia, e con essa Mogliano.
La dominazione veneziana
Simile ad altre, come quelle di Treviso e Mestre, la confraternita fu fondata attorno al XIV secolo (un documento del 1349 ne attesta già allora la piena attività) da un tal Venturino e dai coniugi Antonio e Cristina dei Seminati, tre Veneziani della contrada di Santa Marina, probabilmente membri dell'analoga Scuola Grande della Misericordia. La scuola fondava i suoi principi sulla mariegola (storpiatura dialettale di "madre regola"), una sorta di statuto che poteva essere aggiornato successivamente. Il documento, conservato attualmente alla biblioteca comunale di Treviso, mostra infatti solo una prima decina di fogli risalenti al XV secolo, mentre i successivi vanno dal 1434 al 1735. Come sta scritto nella mariegola, il fine dell'associazione era la "salvacion de le aneme di nostri frateli e sorele de questa fraternitade" che gli affiliati, uomini e donne tutti rigorosamente laici, si proponevano di realizzare attraverso opere di carità, preghiere e altri rituali religiosi, come le processioni. La mariegola ne indicava un numero preciso all'anno e chi non adempiva agli obblighi veniva sanzionato con un'ammenda in denaro. Una particolare importanza era data ai funerali di un confratello o di un parente, a cui tutta la scuola era tenuta ad partecipare attivamente. Durante questi avvenimenti, gli affiliati si distinguevano da un gonfalone e da una divisa, una cappa bianca con cappuccio, cordone e stemma della scuola. A capo della confraternita stava il gastaldo, eletto dai soci e in carica un anno. Il suo operato era controllato dalla figura del sindico, pure eletto dall'assemblea. L'amministrazione dei beni era affidata ai due massari, pure in carica un anno, mentre il pestafanghi era una sorta di portaordini che avvertiva i membri degli avvenimenti.
I battuti gestivano anche un ospedale (sorgeva sul Terraglio, presso l'attuale via Matteotti) affiancato da una cappella e retto da un priore. La confraternita fu sciolta nel 1806 in seguito alle leggi napoleoniche.
Nel XIV secolo fu fondata la scuola dei Battuti, una confraternita laica di ispirazione cristiana che gestirà un ospedale per i bisognosi sino al 1806, quando le leggi napoleoniche sopprimeranno gli ordini monastici e le associazioni religiose.
Nel 1413 le monache lasciarono Mogliano e si trasferirono nel convento San Teonisto, entro la più sicura Treviso. Portarono con sé un inestimabile patrimonio, ma ne restò una buona parte nella parrocchia del paese. Nell'Ottocento, tuttavia, Napoleone ordinerà l'incameramento dei beni custoditi dai religiosi e, per negligenza o per la confusione del momento, andranno perduti.
Nel 1516, finite le guerre tra la Lega di Cambrai e Venezia, il paese attraversò un lungo periodo di pace. I patrizi veneziani volgevano ora i loro interessi verso la terraferma: fiorì l'agricoltura e furono innalzate le magnifiche ville tuttora esistenti.
L'Ottocento
Con la caduta di Venezia 1797, Mogliano passò dai Francesi agli Austriaci e viceversa, ma dal 1815 divenne definitivamente austriaca. Durante questo periodo Mogliano conobbe un sensibile sviluppo edilizio, in particolare lungo il Terraglio, nelle vie di comunicazione per raggiungere Venezia e per facilitare scambi con le città vicine. Gli attriti con l'amministrazione straniera comunque non mancarono, e nel paese il patriottismo fu sempre vivo, specie tra gli anni Quaranta e Cinquanta: testimonianza ne è la brutale esecuzione dei due moglianesi Luigi Vanin e Antonio Pilon.
Con la terza guerra d'indipendenza, il Comune di Mogliano diviene parte del Regno d'Italia. Venne rinominato "Mogliano Veneto" a seguito del Regio Decreto del 5 gennaio 1868 per distinguerlo dall'omonimo Mogliano situato nelle Marche.
Il Novecento
Durante la prima guerra mondiale il paese non fu coinvolto direttamente nei combattimenti, ma le sue ville divennero sedi delle armate impegnate sul basso Piave e ospedali militari. La guerra lasciò un'eredità pesantissima a Mogliano: oltre al consistente numero di caduti, dilagavano in città disoccupazione, epidemie, povertà. La situazione tuttavia migliorò relativamente anche grazie allo sviluppo della coltivazione della pesca che, nel periodo tra le due guerre, divenne prodotto tipico del paese, rinomato a livello internazionale.
Anche la seconda guerra mondiale portò distruzione nella zona: numerosi furono i bombardamenti degli alleati, che colpivano le infrastrutture e le vie di comunicazione, e le retate fasciste, che arrestarono e deportarono numerosi moglianesi coinvolti nella resistenza.
Subito dopo il conflitto Mogliano si diede alla ricostruzione, il che portò ad un notevole sviluppo residenziale ed industriale.
Simboli
Lo stemma comunale, a forma di scudo sannitico moderno, è partito verticalmente e orizzontalmente in due partiti sovrastanti su due campiture. In alto a sinistra, il monte gobbato con la stella a otto punte rappresenta il simbolo dell'abbazia benedettina; ai piedi del monte, la campitura dorata ricorda la fertile campagna; nell'altro partito, in alto a destra, la cornucopia rimanda all'abbondanza dell'agricoltura: vi escono una spiga di frumento e delle pesche, le quali sino ad un cinquantennio fa erano uno dei prodotti tipici di questa zona; infine, in basso a destra, la campitura con le onde azzurre e dorate ricordano lo stretto rapporto che Mogliano ha sempre avuto colla città di Venezia.
Lo stemma è stato concesso con un decreto del Presidente della Repubblica il 18 gennaio 1988 assieme al titolo di Città.
Monumenti e luoghi d'interesse
Mogliano è una centro di recente sviluppo urbano e non conserva un prezioso centro storico, tuttavia può vantare di alcuni siti interessanti. Per questo motivo, il comune è stato dichiarato città d'arte ai sensi della L.R. 28 dicembre 1999 n. 62.
L'arcipretale
Il più pregevole esempio di architettura, sia civile che religiosa, è la chiesa arcipretale di Santa Maria Assunta con l'annessa abbazia. Sorge presso il centro, nel luogo dove già prima del 1000 si ergeva una pieve con fonte battesimale. L'attuale edificio, costruito cento anni più tardi, risente delle profonde ristrutturazioni avvenute nel corso dei secoli, in particolare di quelle del XVI e XVII sec. Gli interni risalgono per lo più alla fine del XVIII e all'inizio del XIX sec.; la facciata fu rifatta all'inizio del Novecento, mentre il campanile è uno dei pochi punti dell'edificio a non aver subito modifiche tanto profonde. All'interno, da ricordare le pale di Antonio Buratti, Giuseppe Boldini e Gian Carlo Bevilacqua e gli affreschi trecenteschi della sacrestia, rinvenuti solo nel 1992 e testimonianza del suo passato medievale. Dietro uno degli altari è sepolto il corpo di Santa Matronilla. Interessante l'organo Tamburini, del 1912, a trasmissione pneumatica.
L'abbazia benedettina e il brolo
L'abbazia fu fondata nel 997 su desiderio dell'allora vescovo di Treviso Rozone, il quale voleva recuperare il territorio di Moliane, devastato dalle invasioni degli Ungari del X secolo e poi abbandonato. Il monastero opitò inizialmente i benedettini, i quali si dedicarono alla bonifica e al ripopolamento della zona sino al 1075, anno in cui vi si insediarono le benedettine. Nel medioevo l'abbazia subì saccheggi e distruzioni da parte dei numerosi eserciti che transitavano per il paese, finché, nel 1413, le monache si trasferirono entro le più sicura mura di Treviso, nel convento di San Teonisto. Benché mantenessero il possesso della parrocchia, l'abbazia di Mogliano fu abbandonata e cadde progressivamente in rovina. Con l'arrivo di Napoleone anche il monastero di San Teonisto fu soppresso.
Del vasto e ricco complesso oggi resta ben poco. Solo nel 1889, infatti, quel che ne rimaneva (adibito nel frattempo ad osteria) veniva salvato dal letterato Guglielmo Berchet che si adoperò perché fosse dichiarato "opera monumentale". Sopravvive parte del chiostro, del 1184, con il porticato e l'annessa costruzione, attualmente sede di un centro parrocchiale. Di recente il Ministero dei Beni Culturali ha stanziato i fondi necessari ad un profondo restauro del monastero e della chiesa, volto soprattutto a recuperare gli elementi più antichi, spesso nascosti da interventi recenti e dall'incuria. Tra i progetti correlati, ci sarebbe anche l'istituzione di un museo e la ricerca della cripta con le spoglie dell'abate Vitale e del vescovo Rozone.
Più tarde dell'abbazia sono le due costruzioni poste su ciò che resta del brolo, ovvero degli orti e dei frutteti annessi al monastero prima e alla parrocchia poi. Essi rappresentano oggi il centro espositivo, appunto, del Brolo costituito da uno spazio espositivo, l'Urban Center, destinato alla memoria della città, e da una seconda area sede di importanti mostre periodiche.
Piazza dei Caduti
Alcuni cenni merita la piazza dei Caduti, centro della vita pubblica del paese. Il complesso sorse negli anni venti per sostituire l'attuale piazza Duca d'Aosta, allora piazza Maggiore. Quest'ultima, dove avevano sede le principali istituzioni, era divenuta scomoda perché attraversata dal Terraglio, arteria che, con la diffusione delle automobili e dei tram, diveniva sempre più trafficata. La piazza fu costruita sullo spiazzo dove si svolgeva il mercato e fu attorniata dal municipio, opera dell'architetto Mario Fabris e dagli altri edifici porticati. Fu inaugurata il 4 luglio 1926 alla presenza del Duca d'Aosta, del ministro Giuseppe Volpi e del vescovo Andrea Giacinto Longhin. Inizialmente intitolata a Vittorio Emanuele III, mutò la denominazione con l'attuale durante gli anni della resistenza.
Il municipio è un edificio dall'esterno sobrio, mentre gli interni, più decorati, seguono lo stile dell'art déco. Al centro della piazza si trova il monumento ai caduti, opera di Giuseppe Vasco Vian. Pochi decenni fa la porzione settentrionale della piazza fu rialzata, secondo un progetto molto discusso. Di recente le è stato restituito l'aspetto originale.
Ville venete
Come già accennato, dalla metà del Cinquecento i Veneziani volsero i loro interessi alla terraferma e anche la campagna di Mogliano fu abbellita di splendide ville venete. Ancor oggi, specie lungo il Terraglio, si possono apprezzare numerosi esempi del genere, quali: villa Coin (XVIII sec.), villa Bianchi-De Kunkler (XVII sec.), villa Stucky (edificio in stile centro-europeo, XIX sec.), villa Giustiniani-Palma (XVI-XVIII sec.), villa Pisani-Veronese-Maccatrozzo, villa Zenoni-Politeo, villa Trevisanato, villa Zanga (XVII sec.), villa Antonini (XVIII sec.), parco dell'ex villa Longobardi.
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Villa Zanga.
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Villa Veronese.
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Villa Marchesi.
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Villa Padoan, a Marocco.
Archeologia industriale
Interessanti anche diversi esempi di archeologia industriale e alcuni vecchi mulini. Degno di nota, in località Marocco, è l'ex parco divertimenti Veneland.
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[4]

Come si può desumere dal grafico a sinistra, Mogliano ha subito un notevole sviluppo urbano a partire dal secondo dopoguerra, quando si verificò un vero e proprio "esodo" da Venezia e dalle isole della Laguna Veneta verso l'entroterra.
Le stime dicono che nel 1500 Mogliano contava circa 1.200 abitanti, nel 1700 2.300, nel 1850 4.500.
Alla fine del 2007 si contavano 27.847 abitanti, di cui 1.536 stranieri (8,9%, dato 2006). Nello stesso anno i nati vivi sono stati 276 (9,9‰), i morti 247 (8,9‰), con un incremento naturale di 29 unità (1,0‰). Le famiglie contano in media 2,4 componenti.
Di seguito sono riportati i dieci gruppi di stranieri più consistenti (al 31/12/2007):
| Pos. | Cittadinanza | Popolazione |
|---|---|---|
| 1 | Romania | 284 |
| 2 | Albania | 270 |
| 3 | Moldavia | 167 |
| 4 | Marocco | 165 |
| 5 | Ucraina | 116 |
| 6 | Serbia e Montenegro | 80 |
| 7 | Macedonia del Nord | 68 |
| 8 | Cina | 68 |
| 9 | Nigeria | 59 |
| 10 | Croazia | 38 |
| 10 | Bangladesh | 38 |
| Resto del Mondo | 395 |
L'ISTAT suddivide il territorio comunale nelle seguenti località abitate (vi è riportata anche la popolazione durante il censimento del 2001):
- BONISIOLO, 526;
- CAMPOCROCE, 817;
- MOGLIANO VENETO, 21.009;
- ZERMAN, 498;
- Alture, 113 (ad ovest di Zerman, lungo via della Croce);
- Bianchi, 130 (presso Villa Bianchi, a nord del centro storico);
- Borgo Mestre, 35 (ad ovest di Campocroce, sulla destra di via Zero Branco);
- Bovo, 60 (a sud di Campocroce, presso via f.lli Bovo);
- Busa, 30 (ad ovest di Campocroce, sul crocevia via Zero Branco-via Gardigiana-via Campocroce);
- Ghetto, 201 (ad ovest del centro storico);
- Lazzaretto, 22 (ad est del centro storico, presso via Cortellazzo);
- Maccatrozzo, 38 (a sud del Mazzocco);
- Malcanton, 52 (ad ovest di Campocroce, presso via Malcanton);
- Malombra, 23 (a nordest di Zerman, presso via Malombra);
- Mazzocco Vecchio, 55 (ad est del Mazzocco, presso via Mazzocco);
- Molino Campocroce, 148 (a sud di Campocroce, in località Case di via Molino);
- Pancrazio, 67 (ad est di Marocco, attorno all'RSA Pancrazio);
- Pianura, 37;
- Prati, 33 (ad est di Bonisiolo, presso via Prati);
- Roggia, 70;
- Salatina, 48 (a nord del centro storico, verso la fine di via Bianchi);
- Strazzariole, 49 (ad ovest di Campocroce, sulla destra di via Zero Branco);
- Villa Bane, 15 (subito ad est di Zerman, sul luogo in cui sorge la villa omonima);
- Villa Braida, 14 (a sudest di Zerman, attorno alla villa omonima);
- Zanetti, 39;
- case sparse, 2.193.
Durante il censimento del 2001[5], l'ISTAT contava 21.009 abitanti nel centro abitato[6] di Mogliano Veneto, ma a questi vanno aggiunte le popolazioni degli altri agglomerati contigui, sebbene inclusi in altri comuni. Nello specifico, si tratta di:
In pratica, la popolazione dell'agglomerato formato dalla continuità di queste località abitate ammonta a 31.094 abitanti.
Cultura
Istruzione
A Mogliano hanno sede nove scuole materne (di cui una a Marocco, una a Zerman e una a Campocroce), nove scuole elementari (di cui una a Marocco, una a Zerman e una a Campocroce), una scuola media (con una sede distaccata) e un Liceo Scientifico con sezioni di Classico e Sociopsicopedagogico.
Personalità legate a Mogliano Veneto
Nati a Mogliano
- Antonio Pilon e Luigi Vanin, patrioti.
- Giovan Battista Piranesi, incisore.
- Giuseppe Luigi Trevisanato, ecclesiastico.
- Sandro Fuga, compositore.
- Toti Dal Monte, cantante lirica.
- Giuseppe Vasco Vian, scultore.
- Giuseppe Berto, scrittore.
- Gianni Tamino, politico.
- Leonardo Muraro, politico.
Altri
- Federico Bianchi, militare. Ha vissuto a lungo presso l'attuale villa Bianchi, dove venne poi sepolto.
- Pietro Buratti, poeta. Visse nell'attuale Casa Marcello, sul Terraglio, dove morì.
- Giuseppe Boldini, pittore e patriota. Possedeva varie proprietà a Mogliano (e vi morì); fu inoltre primo sindaco della città dopo l'unione al Regno d'Italia.
- Gino Rossi, pittore. Negli ultimi anni della sua vita fu ricoverato presso diversi manicomi, tra i quali l'istituto Gris.
- Gaetano Tavoni, militare. Visse nell'attuale villa Flavia, a Marocco.
- Ignazio Vian, partigiano. Lavorava a Mogliano, abitando presso villa Rinaldi-Gasparini.
- Erminio Ferretto, partigiano. Fu ucciso dalle brigate nere a Bonisiolo.
- Riccardo Fedel, partigiano. Visse qui per un periodo.
- Toni Benetton, scultore. Visse e operò nella sua villa di Marocco.
- Cesare De Piccoli, politico. Risulta residente a Zerman.
- Sabrina Salerno, showgirl. Vive a Mogliano ormai da diversi anni col marito e il figlio.
- Simona Ventura e Stefano Bettarini, showgirl e calciatore. Hanno abitato in città quando il secondo giocava col Venezia.
- Chiara Simionato, pattinatrice. Ha vissuto a Mogliano, luogo di origine della famiglia.
- Dorina Vaccaroni, olimpionica di scherma e ciclista, ex-moglie del calciatore e allenatore professionista Andrea Manzo, ha vissuto in città.
Eventi
Di seguito sono riportate le sagre e le manifestazioni che si svolgono durante l'anno. Per quanto riguarda le frazioni, si rimanda alle relative voci.
- Fiaccolata dei 5 Panaini, quarta domenica di gennaio;
- Carnevale moglianese, periodo di carnevale.
- Sagra del Villaggio San Marco, 25 aprile;
- Mercatino dell'antiquariato, 25 aprile;
- Torneo Scacchi Gran Prix, 25 aprile;
- Torneo Scacchi Internazionale, 25 aprile - 1 maggio;
- Festa di primavera, 1 maggio;
- Mostra mercato del bricolage e del piccolo artiginato familiare, maggio;
- Festa dei fiori, secondo sabato e domenica di maggio;
- Premio letterario G. Berto, giugno;
- Festa d'estate all'Ovest, a fine luglio;
- Parchi e ville in carrozza, in settembre;
- Palio dei Quartieri, in settembre
- Fiera del Rosario, fine settembre-prima settimana di ottobre;
- Mercatino di Natale-Piazza Pio X, ultima settimana di novembre;
- Mercatino dell'antiquariato, 8 dicembre.
Geografia antropica
Suddivisioni storiche
Durante il dominio veneziano, il territorio fu organizzato in reggimenti, tra i quali si annoveravano le podestarie. In questo periodo Mogliano si ritrovò spartita fra la podestaria di Treviso (zona ad ovest del Terraglio più la chiesa) e la podestaria di Mestre (zona ad est del Terraglio).
Mogliano di Treviso apparteneva alla Mestrina di sotto (uno degli otto quartieri della podestaria) ed era suddivisa nei colmelli di:
- Chiesa: attorno al duomo
- Ospedale: attorno all’Ospedale dei Battuti
- Valonghe: l'attuale Ghetto, ma si estendeva anche sino allo Zero e al Dese. Così denominato per la presenza delle case Valonghe di proprietà della famiglia Valongo
- Marignan: l’attuale Marignana, a sud verso Marocco. Traeva il nome dalla nobile famiglia dei Marini che qui aveva una villa
Mogliano di Mestre era suddivisa nei colmelli di:
- Barbarossa: attorno all’attuale via Ronzinella. Un’antica tradizione afferma che qui Federico I detto appunto Barbarossa avrebbe posto un accampamento durante la guerra contro i comuni italiani
- Maccatrozzi: l'antico nome dell’attuale Mazzoco, dove erano diffuse in effetti le famiglie omonime
- Marocco: attorno all'attuale via Marocchesa
- Olme: ad est del centro, dove sorgeva in passato un bosco di Olmi
- Sorazero: a nord del fiume Zero, verso l'attuale via Cortellazzo
Delle tre frazioni, solo Campocroce apparteneva a Treviso, mentre Bonisiolo e Zerman facevano parte del territorio di Mestre.
I colmelli rappresentano quasi un'anticipazione degli odierni quartieri e ciascuno di essi era amministrato da un meriga. Questo sistema, abolito con la caduta della Serenissima, sopravvisse in qualche modo ancora nell'Ottocento, in quanto erano utili alle parrocchie per censire la popolazione (gli indirizzi facevano infatti riferimento al colmello relativo, analogamente a quanto accade tutt'oggi a Venezia coi sestieri)[7].
Suddivisioni amministrative
Benché la legge non preveda il decentramento amministrativo per comuni delle dimensioni di Mogliano, la città è comunque partita nei seguenti quartieri:
- Bonisiolo;
- Campocroce;
- Centro Nord - a nord della chiesa sino alle Olme;
- Centro Sud - si estende a sud della chiesa sino alla Ronzinella e al Villaggio San Marco;
- Est - comprende le zone residenziali (come la SIF e la PEEP) poste alla periferia est;
- Marocco;
- Mazzocco-Torni;
- Ovest-Ghetto - comprende tutta la porzione ad ovest della ferrovia sino al confine con Scorzè;
- Zerman.
Ciascun quartiere è costituito da un numero di consiglieri proporzionale a quello della popolazione residente. A capo del consiglio sta un presidente.
Frazioni
Di Mogliano sono le tre frazioni di Zerman e Bonisiolo (verso nord-est) e di Campocroce (verso nord-ovest). Si contano inoltre numerose località e toponimi; tra queste sono da ricordare il Mazzocco e Marocco, considerate ufficialmente località, ma comunque abbastanza popolose e importanti da essere citate con le precedenti negli atti ufficiali (come lo statuto comunale).
Altre località del territorio
Esistono numerosi altri toponimi nel comune, sebbene molti siano ormai caduti in disuso.
- Busa (ła Busa): zona posta ad ovest di Campocroce, in corrispondenza del crocicchio tra via Zero Branco, via Gardgiana e via Campocroce.
- Ghetto (el Gheto): minuscolo agglomerato di case (ca. 200 ab.) a metà dell'attuale via Ghetto (estremità ovest del comune) e, per estensione, tutta la zona di campagna attorno al villaggio; il toponimo deriva dalla contrazione di Valonghetto, soprannome di un ramo della famiglia Valongo, abitante in loco: in passato la zona era conosciuta come Case Valonghe o, più semplicemente, Valonghe; da ricordare, inoltre, che il cognome Valongo deriva a sua volta dall'antico nome della località, detta nel medioevo Valle Longha a causa dei suoi terreni paludosi.
- Lazzaretto (Łasareto): toponimo che indica il tratto finale di via Cortellazzo, all'estremità est del comune; la località, in passato nota come San Paolo, assunse questa denominazione quando, durante la prima guerra mondiale, vi si allestì un piccolo ospedale per curare i militari colpiti da malattie infettive[8].
- Olme (łe Olme): borgata, un tempo ben distinta dal resto del paese, a nord est del centro; prende il nome da un antico bosco di olmi.
- Ronzinella (ła Ronzineła o Ronsineła): località che si estende al primo e al medio tratto della via omonima, fa riferimento alla rilevante famiglia dei Roncinelli, conosciuta nel medioevo; per Ronzinella Seconda si intende, popolarmente, l'attuale via Gioberti.
- Torni (i Torni): subito a nord del Mazzocco, deriva dalla nobile famiglia Battistiol Torni che possedeva la villa attuale istituto Gris.
Parrocchie
Nel territorio di Mogliano hanno sede nove parrocchie, comprese nella Diocesi di Treviso e nel vicariato di Mogliano:
- Mogliano Veneto (Santa Maria Assunta, duomo arcipretale);
- Zerman (Sant'Elena imperatrice);
- Bonisiolo (Sant'Andrea apostolo);
- Sacro Cuore di Mogliano (Sacro Cuore di Gesù, ovest);
- San Carlo di Mogliano Veneto (San Carlo vescovo, est);
- Mazzocco (Cuore Immacolato di Maria);
- Ronzinella (San Marco evangelista);
- Campocroce (San Teonisto e compagni martiri);
- Sant'Antonio di Mogliano Veneto (Sant'Antonio da Padova, Marocco).
Economia
L'economia è basata sulle piccole e medie industrie, soprattutto tessili, che sorgono a Bonisiolo (zona S.P.Z.) e a sud-ovest (zona artigianale). Importante anche l'artigianato e numerose sono le attività terziarie, grazie alla presenza di negozi, uffici, scuole. Anche l'agricoltura è fiorente, nonostante vasti spazi siano stati urbanizzati, e notevole è anche l'attività vivaistica. In passato Mogliano era anche nota per la presenza della centrale del latte "Bianchi", marchio acquisito ora dalla Granarolo. Nella frazione Marocco ha la sua sede centrale la società assicurativa Generali.
Infrastrutture e trasporti
Mogliano sorge in un'ottima posizione per quanto riguarda i trasporti e le vie di comunicazione: posta praticamente a metà strada tra Venezia (con Mestre) e Treviso, è coinvolta nel fitto sistema di infrastrutture che toccano questi centri.
Strade
Storicamente, la più importante via di comunicazione della città è il Terraglio, denominazione locale della SS13 "Pontebbana". La strada attraversa proprio il centro del paese in direzione sud-nord e lo mette in diretta comunicazione con Mestre e Treviso. Alle consuete problematiche legate all'intenso traffico si sta ovviando con la realizzazione di alcune bretelle che deviino il flusso automobilistico dal centro storico.
Mogliano è servita inoltre dalle autostrade A4 (il noto passante di Mestre) e A27, che si "accavallano" proprio all'altezza della frazione Bonisiolo.
Una certa importanza hanno anche le strade provinciali:
- SP64 "Zermanesa": attraversa il comune per tutta la sua larghezza. Proviene infatti da Sant'Andrea di Barbarana (presso San Biagio di Callalta) e, dopo aver attraversato Monastier di Treviso, Roncade e Casale sul Sile, raggiunge Zerman e poi il centro di Mogliano. Più recente il tratto che passa per la zona ovest del comune il quale, entrato in provincia di Venezia, diviene la SP39 "Moglianese" diretta a Scorzè
- SP65 "di Zero": dal Terraglio raggiunge Zero Branco passando per il centro di Campocroce
- SP106 "Ovest Terraglio": alternativa al più trafficato Terraglio, parte dalla zona ovest del comune per raggiungere Treviso (loc. Canizzano). Di recente il tratto iniziale è stato modificato e la strada comincia da una variante della SP64
- SP107 "Est Terraglio": come la precedente, procede parallelamente al Terraglio da Zerman fino a Treviso.
Ferrovie
A Mogliano si trova anche una stazione ferroviaria, realizzata sulla linea Venezia-Udine sin dal momento della sua inaugurazione a metà Ottocento. Risulta particolarmente frequentata in quanto il treno resta uno dei mezzi più comodi per raggiungere rapidamente Mestre e Venezia da una parte e Treviso, Udine, Belluno e Calalzo dall'altra.
Nell'ambito del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale è prevista anche una nuova stazione a Marocco.
Aeroporti
L'uscita sull'autostrada A27 permette di raggiungere con facilità l'Aeroporto di Venezia-Tessera. Non dista molto neanche l'Aeroporto di Treviso-Sant'Angelo.
Mobilità urbana
Mogliano è collegata a tutti i centri limitrofi tramite gli autobus dell'azienda ACTV.
Amministrazione
Template:ComuniAmministrazione
Amministrazioni precedenti
Gemellaggi
Mogliano Veneto è gemellata con:
Sport
La più antica società sportiva ancora attiva nel territorio comunale e la principale squadra di calcio della città è la Pro Mogliano (fondata nel 1928), neopromossa in prima categoria nel 2008, ha militato in passato anche in serie C.
Un posto di notevole rilevanza nell'ambito sportivo moglianese è occupato dal Rugby, che con la squadra del Veneto Rugby Mogliano (nata di recente dalla fusione del Lyons Mogliano e del Silea Rugby) partecipa al campionato di serie A nazionale. Lo storico Rugby Mogliano, ha disputato alcuni campionati dell'allora massima serie del rugby nazionale negli anni 80.
Un profilo rilevante ha da sempre nello sport moglianese la Polisportiva Mogliano. I migliori risultati della società sono stati raccolti nel volley con la partecipazione della squadra femminile alla serie A2 e quella della squadra maschile alla serie B1. Importanti anche l'atletica leggera e il basket.
Curiosità
- Nel territorio comunale (a Marocco) sorge la sede centrale delle Assicurazioni Generali, complesso molto vasto e ben visibile dal Terraglio; in cambio delle concessioni per edificarla, la compagnia ha costruito a sue spese lo stadio comunale.
- Nel cimitero di Mogliano è sepolta Rubina Foscolo, sorella di Ugo Foscolo.
- Il cognome più diffuso a Mogliano è Carraro, seguito da Gobbo, Busato, Marton e Favaro.
- La strada principale della città, il Terraglio, durante la notte è frequentata da numerose prostitute. Il problema, che interessa tutti i comuni della statale, nonostante le misure prese è ancora in parte presente.
- L'accesso pubblico ad Internet, a Mogliano, arriva nel 1996.
Note
- ^ Titolo conferito dal Presidente della Repubblica nel 1988.
- ^ Fonte: ISTAT - Bilancio demografico al 30/11/2008 [1].
- ^ In particolare, sono stati identificati come decumani le attuali via Ronzinella (forse decumano massimo), via Vanzo-via Boito-via Cortellazzo, via Marocchesa a Marocco e via f.lli Bovo a Campocroce; come cardini via XXIV maggio (prolungata dalla più recente via De Gasperi), via Motta a Campocroce. A queste si aggiungono numerose stradine private e fossati.
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
- ^ XIV censimento generale della Popolazione e delle Abitazioni - Popolazione residente (dettaglio loc. abitate in provincia di Treviso)
- ^ In questo computo, vengono esclusi gli abitanti delle località isolate (altri centri e nuclei abitati) e case sparse).
- ^ Gli estimi della Podestaria di Treviso (PDF) e sommario dell’inventario (PDF).
- ^ Giuseppe Venturini, Passeggiate moglianesi, Mogliano Veneto, Centro culturale Astori, 1980, pp. 161-162.
Collegamenti esterni
Comune e servizi
Scuole
Cultura
- Il Brolo (centro d'arte e cultura)
- Museo Toni Benetton
- Officina musicale (progetto culturale patrocinato dal comune)
- Cinema Busan, il maggiore cinema e teatro locale
- Associazione culturale LaSVOLTA