Utente:Franz van Lanzee/Sandbox 2

Rinascita e fine di Napoleone

  Lo stesso argomento in dettaglio: Settima coalizione.

La settima coalizione (1815) unì Regno Unito, Impero austriaco, Prussia, Russia, Paesi Bassi, Regno di Sardegna ed un certo numero di stati tedeschi, contro la Francia.

Il periodo conosciuto come quello dei cento giorni cominciò quando Napoleone abbandonò l'Isola d'Elba e sbarcò a Cannes, il 1º marzo del 1815. Man mano che si trasferiva verso Parigi, chiese appoggi nei territori che attraversava e giunto nella capitale abbatté l'appena restaurato regno di Luigi XVIII. Gli alleati prepararono immediatamente i loro eserciti per affrontarlo di nuovo riuscendo ad allestire una forza di 700.000 unità (oltre ai 200.000 uomini di guarnigione, logistica e personale ausiliario) che avrebbero dovute essere rinforzate in seguito da un milione di reclute. Napoleone fece altrettanto e aumentò l'esercito da 90.000 a 280.000 uomini, inoltre riuscì a riunire oltre un milione di veterani di passate campagne, e promulgò un decreto per mobilitare circa 2,5 milioni di truppe, anche se tale numero non venne mai raggiunto.

 
Mappa della battaglia di Waterloo

Napoleone guidò circa 124.000 uomini dell'esercito al nord in una manovra preventiva per attaccare gli alleati in Belgio. La sua intenzione era attaccare gli eserciti alleati prima che arrivassero ad unirsi, con la speranza di gettare gli inglesi in mare. La sua marcia verso la frontiera ebbe l'effetto sorpresa che aveva sperato. Obbligò i prussiani a battersi nella battaglia di Ligny il 16 giugno, sconfiggendoli e facendoli retrocedere disordinatamente. Quello stesso giorno, l'ala sinistra dell'esercito, sotto il comando del maresciallo Michel Ney, fermò con successo tutte le forze che Sir Arthur Wellesley inviò in aiuto del comandante prussiano Blücher, con un'azione di blocco nella battaglia di Quatre Bras. Tuttavia, Ney non poté sgombrare gli incroci, e Wellington rinforzò la sua posizione. Coi prussiani in ritirata, Wellington si vide costretto a ritirarsi anche lui. Si raggruppò dunque in una posizione che aveva studiato preventivamente, su di un pendio del monte Saint Jean, a poche miglia a sud della cittadina di Waterloo, in Belgio. Napoleone portò le sue riserve al nord, e riunì le sue forze con quelle di Ney per inseguire l'esercito di Wellington, ma non senza prima ordinare al maresciallo Emmanuel di Grouchy di deviare sull'ala destra e fermare la riorganizzazione dell'esercito prussiano. Grouchy fallì in questo compito, nonostante vinse la retroguardia prussiana sotto il comando del tenente generale von Thielmann nella battaglia di Wavre, (dal 18 al 19 giugno), il resto dell'esercito prussiano "andò avanti al suono dei cannoni" a Waterloo.

L'inizio della battaglia di Waterloo, nella mattina del 18 giugno 1815, ritardò per molte ore poiché Napoleone stava aspettando che il suolo si asciugasse dopo la pioggia della notte precedente. Nel tardo pomeriggio, l'esercito francese non era ancora riuscito a far sloggiare le truppe di Wellington dal pendio scosceso dove si erano rifugiate. Quando arrivarono i prussiani ed attaccarono il fianco destro francese in numero maggiore, la strategia di Napoleone di mantenere gli alleati divisi si rivelò fallimentare, ed il suo esercito si dovette rifugiare in una confusa ritirata, pressato dall'avanzata degli eserciti alleati.

Grouchy si redense in parte, organizzando con successo una ritirata ordinata verso Parigi, dove il maresciallo Davout aveva 117.000 uomini preparati per far retrocedere i 116.000 uomini di Blücher e Wellington. Ciò sarebbe anche stato possibile se Napoleone, arrivando a Parigi tre giorni dopo Waterloo, non si vide ritirato l'appoggio dai politici e dal popolo in generale. Napoleone fu costretto ad abdicare di nuovo il 22 giugno del 1815. Gli alleati lo esiliarono nella remota isola di Sant'Elena, nell'Atlantico meridionale, a circa 1900 km dalla costa angolana.

L'ultima atto dell'epopea napoleonica ebbe luogo il 6 luglio 1815 a Grenoble, dove l'esercito sabaudo del generale Vittorio Sallier de la Tour sconfisse le ultime forze francesi.





  • Philip Haythornthwaite, Le grandi battaglie napoleoniche, Osprey Publishing, 2005, ISBN 84-9798-181-2