Somalia italiana

protettorato (1889-1908) e poi colonia (1908-1936) del Regno d'Italia, sita in Africa

La Somalia Italiana fu, dal 1889 al 1905, un protettorato e poi, dal 1905, una colonia italiana. Nel corso della Seconda guerra mondiale, nel 1941, avvenne l'occupazione da parte del Regno Unito che si protrasse fino al 1949-1950. Dal 1950 fino al 1960 fu sotto l'Amministrazione fiduciaria per conto dell'ONU. La storia della Somalia come stato sovrano riprende a partire dal 1960.

Somalia italiana
Informazioni generali
CapoluogoMogadiscio
55.000 abitanti (1938)
Dipendente daAfrica Orientale Italiana
Evoluzione storica
Inizio1889
Fine1960
Cartografia

Antefatti

Il 2 ottobre 1869 il governo italiano, guidato dal presidente Luigi Federico Menabrea, stipula un trattato segreto per comprare terreno sulle coste dell'Africa allo scopo di promuovere il colonialismo italiano. Nel 1885 viene stipulato il primo accordo tra il sultano di Zanzibar e l'Italia per ottenere un protettorato sulla Somalia; in realtà l'Italia aveva iniziato ad acquisire il controllo di varie parti della Somalia dal 1880 con alle spalle una controversa situazione internazionale, dove alcuni stati sostenevano questo genere di politica estera. Dal 1869 esistevano territori italiani privati, di società genovesi poi ceduti allo stato italiano, nella vicina Eritrea. Tutta l'area si trovava contesa tra Inghilterra, Italia e Francia.

Quando l'Egitto si ritirò dal Corno d'Africa nel corso del 1884, i diplomatici italiani fecero un accordo con la Gran Bretagna per l'occupazione del porto di Massaua che assieme ad Assab formò i cosiddetti possedimenti italiani nel Mar Rosso, dal 1890 denominati Colonia Eritrea, e base per un progetto che doveva sfociare nel controllo dell'intero Corno d'Africa. I britannici stabilirono il Protettorato della Somalia Britannica, futuro Somaliland, nel 1886, dopo la ritirata egiziana e il trattato con il clan Warsangeli. L'area meridionale, occupata dall'Italia nel 1892, divenne conosciuta come Somalia Italiana. La parte più settentrionale del territorio fu data alla Francia, che stabilì la Somalia Francese, costituita dai territori di Afars e Issas.

Agli inizi degli anni 1880 questa zona era abitata da popolazioni etiopiche, dancale, somale e oromo autonome o sottoposte a diversi dominatori: gli egiziani lungo le coste del Mar Rosso, sultani (tra cui Harar, Obbia, Zanzibar), emiri e capi tribali, mentre l'Etiopia, era retta dal Negus Neghesti (Re dei Re) Giovanni IV, con la presenza di un secondo Negus (Re) nei territori del sud: Menelik.

Somalia italiana

Il Regno d'Italia cominciò a penetrare nell'area somala negli anni Ottanta dell'Ottocento, fino alla creazione di una vera e propria colonia.

«Nel 1891 governo aveva concluso accordi con il Sultano di Zanzibar per la cessione, in affitto dei porti del Benadir, Merca, Brava, Mogadiscio e Uarscieck per il canone annuo di 160 mila rupie da iniziarsi nel 1893 per un triennio a titolo di esperimento. Il contratto era stato rinnovato alla scadenza, nel 1896. Si giungeva così al 1905, quando lo Stato italiano acquistava per contanti dal Sultano (144 mila sterline) i diritti di sovranità sulla Somalia, che veniva così, da quel momento in poi, amministrata da governatori italiani. Il primo fu Luigi Mercatelli, seguito da Giovanni Cerrina-Ferroni, Alberto Corsi, Gino Macchioro, Giacomo De Martino, nuovamente Cerrina-Ferroni, Carlo Riveri, Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon, al quale sarebbero succeduti Guido Corni, Maurizio Rava, e il maresciallo Rodolfo Graziani.Nel frattempo, a partire dal 1908, era iniziata la conquista del retroterra verso l’Ogaden, sino ai confini preventivamente concordati con l’Etiopia e quindi sino al Golfo di Aden.[1]»

Nel 1936, dopo la guerra d'Etiopia, la Somalia Italiana entrò a far parte dell'Africa Orientale Italiana insieme all'Etiopia e all'Eritrea e le venne aggiunto l'Ogaden.

Numerosi coloni italiani si radicarono nella Somalia italiana, specialmente nella capitale Mogadiscio dove gli Italo-somali erano 20.000 (su un totale di 50.000 abitanti) nel 1938. [2]. Negli anni trenta la Somalia ebbe un notevole sviluppo economico, centrato sull'esportazione di banane e prodotti agricoli. La capitale Mogadiscio ebbe uno sviluppo urbano, all'interno dell'A.O.I., inferiore solo a quello di Asmara.

 
La "Grande Somalia" che univa tutti i Somali in uno stesso territorio

Le entrate della colonia somala, anche se non rilevanti, finanziarono un programma di opere pubbliche che permise il completamento della Ferrovia Mogadiscio-Villaggio Duca degli Abruzzi, la risistemazione della rete stradale con la creazione della Strada Imperiale tra Mogadiscio ed Addis Abeba, e la costruzione di una diga funzionale alla realizzazione del porto di Mogadiscio.

Nell'estate 1940 le truppe italiane occuparono la Somalia Britannica e parte del Kenia vicino all'Oltregiuba. Questi territori furono annessi alla Somalia italiana ingrandendola ed ottenendo -anche se per pochi mesi- l'unione territoriale di tutti i Somali nella "Grande Somalia".

Nel 1941, nel corso della Seconda guerra Mondiale fu occupata da truppe britanniche, che ne mantennero il controllo fino al novembre del 1949, quando le Nazioni Unite la diedero in Amministrazione fiduciaria alla Repubblica italiana (Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia).

Il 1 luglio 1960, la Somalia Italiana raggiunse l'indipendenza. Con l'occasione si unì al vicino Somaliland, resosi indipendente dalla Gran Bretagna il 26 giugno di quello stesso anno, per formare la repubblica di Somalia.

Commissariati

Il territorio della Somalia Italiana nel 1938 era diviso nei seguenti commissariati, a loro volta divisi in Residenze e Vice Residenze:

Vicecommissariati

Note

Voci correlate

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