Massimo Gramellini
Massimo Gramellini (Torino, 2 ottobre 1960) è un giornalista e scrittore italiano.

Biografia
Gli inizi
Nato a Torino da una famiglia arrivata dalla Romagna, all'età di nove anni perde la madre che si suicida lanciandosi dal balcone di casa[1] L'episodio lo segnerà profondamente.
Diplomatosi al Collegio San Giuseppe, nell'autunno del 1985 incomincia a collaborare con la redazione torinese del Corriere dello Sport-Stadio. Un anno dopo viene assunto come praticante nella redazione sportiva del quotidiano milanese Il Giorno, dove racconta il primo scudetto del Milan di Silvio Berlusconi e i principali tornei di tennis del mondo.
Nel dicembre 1988 si trasferisce alla redazione romana de La Stampa, con frequenti trasferte a Napoli per seguire le attività sportive e non di Maradona. Continua a scrivere di sport fino ai Mondiali del 1990, durante i quali un suo articolo su Vialli provoca il silenzio-stampa della Nazionale.
L'anno successivo passa dal calcio alla politica, diventando corrispondente da Montecitorio. Da lì racconta la stagione di Mani pulite e la nascita della cosiddetta Seconda Repubblica. Nell'estate del 1993 è inviato di guerra nella Sarajevo sotto assedio.
Il ritorno alla Stampa
Nel 1998 torna a Milano per dirigere Specchio, il settimanale de La Stampa, dove dirige una rubrica di posta sentimentale, Cuori allo Specchio, la prima di un uomo su un giornale italiano.
L'anno successivo è di nuovo a Roma e dal 12 ottobre 1999 incomincia a scrivere sulla prima pagina de La Stampa, in taglio basso, il Buongiorno: un corsivo di ventidue righe a commento di uno dei fatti della giornata. La rubrica, negli anni, si impone come un cult.
Nell'ottobre 2005 lascia Roma e ritorna a Torino per assumere la vicedirezione de La Stampa.
Collabora con la trasmissione televisiva Che tempo che fa di Rai Tre, dove ogni sabato sera commenta con Fabio Fazio le sette notizie più importanti della settimana.
Ha pubblicato alcuni saggi che trattano della società e della politica italiana, un almanacco sui 150 anni della storia d'Italia (con Carlo Fruttero) e due serie di racconti sulla sua squadra del cuore, il Toro.
Il 29 aprile 2010 è uscito il suo primo romanzo, L'ultima riga delle favole, una favola esoterica sull’amore che in Italia ha venduto oltre 250 mila copie ed è stata tradotta in vari Paesi.
Il primo marzo 2012 esce il suo secondo romanzo, Fai bei sogni, narrazione autobiografica imperniata sul dramma della perdita della madre.
Opere
- 1994 colpo grosso, con Pino Corrias e Curzio Maltese, Milano, Baldini & Castoldi, 1994
- Compagni d'Italia, Milano, Sperling & Kupfer, 1997
- Buongiorno. Il meglio o comunque il meno peggio, Torino, La Stampa, 2002
- Granata da legare, Ivrea, Priuli & Verlucca, 2006
- Ci salveranno gli ingenui, Milano, Longanesi, 2007
- Toro. I migliori derby della nostra vita, Scarmagno, Priuli & Verlucca, 2007
- Cuori allo specchio, Milano, Longanesi, 2008
- Buongiorno. Dieci anni, Torino, La Stampa, 2009
- L'ultima riga delle favole, Milano, Longanesi, 2010
- La patria, bene o male (con Carlo Fruttero), Milano, Mondadori, 2010
- Fai bei sogni, Milano, Longanesi, 2012
Citazioni
- "La sinistra deve smettere di sostenere che l’italiano medio è vittima di Berlusconi. L’italiano medio è un Berlusconi più povero.", da Buongiorno, 17 novembre 2010
- "I «se» sono la patente dei falliti, mentre nella vita si diventa grandi «nonostante»", dal romanzo L’ultima riga delle favole.
- "Esiste davvero. È una voce dentro di noi. Più forte dell’ignavia, della paura e persino del cinismo. Usa parole diverse, ma ripete sempre la stessa frase: fai la cosa giusta.", da Buongiorno, 24 febbraio 2011
- "Mi guardo attorno, e un po’ anche allo specchio, e ogni tanto lo vedo. Parafrasando Giorgio Gaber, non mi preoccupa lo Schettino in sé, mi preoccupa lo Schettino in me.", da Buongiorno, 17 gennaio 2012
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