Template:Vescovo della Chiesa Cattolica Beniamino Socche (Vicenza, 26 aprile 1890Pietra Ligure, 16 gennaio 1965) è stato un vescovo cattolico italiano.

Biografia

Gli anni giovanili e l'ordinazione sacerdotale

Nasce a Vicenza da un'umile famiglia nel 1890 [1] Frequenta la scuola elementare dai Padri Giuseppini di San Leonardo Murialdo presso il Patronato Leone XIII di Vicenza, per poi passare al seminario diocesano. Il 20 luglio del 1913 viene ordinato sacerdote dal vescovo Ferdinando Rodolfi. Durante la Grande Guerra presta servizio al fronte come infermiere, dal 1915 al 1918. In seguito é cappellano e maestro elementare a S.Pietro in Gu fino al 1927. In quell'anno viene trasferito a Marano Vicentino dove é nominato economo spirituale. Dal 1928 al 1932 é economo e delegato vescovile a Marostica.

Dal 1932 al 1935 diviene parroco ad Arcole, e poi arciprete di Valdagno (1935 - 1939).



La nomina a Vescovo di Cesena e gli anni della II° Guerra Mondiale.

Il 19 marzo 1939 è ordinato vescovo di Cesena,


Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla. Morte.

per essere trasferito quindi, il 13 febbraio 1946, alla diocesi di Reggio Emilia. Come a Cesena aveva vissuto gli anni tragici del secondo conflitto mondiale, in particolare il "passaggio del fronte" nel 1944, a Reggio Emilia si ritrova nella bufera del dopoguerra e del "triangolo della morte", con le continue uccisioni e violenze ad opera di partigiani comunisti.

Resta famoso il suo intervento contro gli omicidi di sacerdoti della sua diocesi; memorabile il modo con il quale affrontò l'uccisione di don Umberto Pessina.

Già dal primo giorno denuncia

«...l'odio che divide e uccide: incredibili episodi di crudeltà si vanno ripetendo in ogni parte d'Italia e il brigantaggio imperversa...»

Fino ad arrivare il 26 marzo 1955 a dire in occasione dei ferimenti e uccisioni di cattolici:

«... siamo andati a visitare i feriti e le salme degli innocenti e a pregare per loro, e abbiamo sentito molti domandarsi: ma allora, che non sia venuto il tempo di mettere finalmente fuori legge il comunismo?»

Impegno per la difesa dei suoi preti che aveva già messo in pratica durante il periodo successivo all'8 settembre 1943 nella diocesi di Cesena, quando interviene per salvare don Adamo Carloni catturato dai nazifascisti e destinato alla fucilazione[3].

Quale Vescovo di Reggio Emilia aveva riconosciuto, il 19 marzo 1948, i Servi della Chiesa di don Dino Torreggiani come Istituto secolare di diritto diocesano, con l'approvazione della Santa Sede.

Pose la prima pietra del nuovo seminario il 12 novembre del 1950 e lo inaugurò il 24 novembre del 1954. Durante il suo episcopato ordinò 195 nuovi sacerdoti, ebbe cura particolarmente dell'Opera diocesana di assistenza, della mensa dei poveri, dell'azione cattolica, del centro Sacro Cuore. Volle la fondazione del giornale "La libertà", e istituì due congressi eucaristici e il sinodo diocesano.

Muore improvvisamente il 16 gennaio 1965 a Pietra Ligure (SV), dove stava trascorrendo un periodo di riposo.

Note

  1. ^ P. Altieri, Nella bufera della guerra, in M. Mengozzi, Storia della Chiesa di Cesena, I/2, Stilgraf, 1998
  2. ^ Kattolico - visto 19 febbraio 2009
  3. ^ Comune di Cesena - visto 10 febbraio 2009

Bibliografia

  • D. Pieri, Don Baronio, Stilgraf, Cesena, 1987.
  • Angelina Pirini, Bniamino Socche, Filippo D'Amando (a cura di), Lettere, Eco Editrice SG, Teramo, 1989.
  • M. Mengozzi (a cura di), Storia della Chiesa di Cesena, I/2, Stilgraf, Cesena, 1998.
  • R. Maseroli Bertolotti, La Chiesa reggiana tra fascismo e comunismo, Il girasole d'oro, Pavia, 2001, 172pag, ISBN 8870726258

Collegamenti esterni

Predecessore Vescovo di Cesena Successore  
Alfonso Archi 4 febbraio 1939 - 13 febbraio 1946 Vincenzo Gili

Predecessore Vescovo di Reggio Emilia Successore  
Eduardo Brettoni 13 febbraio 1946 - 16 gennaio 1965 Gilberto Baroni