Utente:Ptolemaios/Sandbox
Nel 1727 Johann Sebastian Bach iniziò la stesura di un manoscritto di musica organistica. Essa conteneva, oltre ai 18 preludi corali di Lipsia e alle Variazioni canoniche BWV 769 all'inizio, sei sonate in trio per organo. Sonata in trio qui significa che i due manuali e il pedale sono trattati in modo indipendente e strettamente legati fra di loro, una notevole sfida compositiva. Bach non ha dato un titolo all'opera complessiva, ma ha intitolato ogni sonata come "Sonata à 2 Clav. e Pedal di J. S. Bach"[1].
Genesi
Le sonate in trio sono state composte fra il 1727 e il 1732[2]; stando al biografo Johann Nikolaus Forkel, Bach avrebbe scritto queste sonate come esercizio per il figlio maggiore Wilhelm Friedemann. Dato che il primo movimento della quarta sonata ci è giunto anche come trio per tre strumenti distinti, si ritiene che anche molti degli altri pezzi possano derivare da precedenti composizioni da camera; questa teoria non è però né comprovabile né smentibile perché non ci sono giunte fonti utili per gli altri casi.
Stile
A causa della costruzione contrappuntistica con frequenti fughe e della rinuncia a evidenti movimenti di danza, le sei sonate si inseriscono nello stile della sonata da chiesa, con l'unica particolarità di presentare tre movimenti invece dei tradizionali quattro. Non solo questo, ma anche molti altri dettagli rivelano l'influsso dello stile concertistico italiano, come ad esempio il caratteristico da capo della sesta sonata; molto simile per stile e costruzione è la sonata per viola da gamba in sol minore BWV 1029.
Le sonate
BWV 525, temi dei tre movimenti
Sonata I in Mi bemolle maggiore BWV 525
Note
- ^ Wolfgang Schmieder: Thematisch-systematisches Verzeichnis der Werke Johann Sebastian Bachs, Wiesbaden 1969.
- ^ Christoph Wolff: Johann Sebastian Bach, II edizione, 2007, S. Fischer, Francoforte sul Meno, ISBN 978-3-596-16739-5