C/2013 A1 (Siding Spring), è una cometa non periodica che è stata scoperta il 3 gennaio 2013 da Robert H. McNaught.

Cometa
C/2013 A1 (Siding Spring)
Rappresentazione schematica della posizione della Cometa Siding Spring il 19 ottobre 2014.
Scoperta3 gennaio 2013[1]
ScopritoreRobert H. McNaught
Parametri orbitali
(all'epoca 2456337,5
14 febbraio 2013[2])
Semiasse maggiore-3597,739 ua
Perielio1,3996 ua
Inclinazione orbitale129,023°
Eccentricità1,000389
Longitudine del
nodo ascendente
300,966°
Argom. del perielio2,430°
Prossimo perielio25 ottobre 2014
MOID da Marte50.000 km[3]
Dati osservativi
Magnitudine app.
  • 8 (attesa)[4] (max)
Magnitudine ass.8,5
Magnitudine ass.
  • 5,2[2] (totale)
  • 10,5[2] (del nucleo)

La cometa che probabilmente non diverrà mai sufficientemente luminosa da essere visibile ad occhio nudo dalla Terra,[4] ha attirato l'attenzione dei ricercatori perché passerà estremamente vicino a Marte, entro 300.000 km, il 19 ottobre 2014 ed esiste una bassa probabilità (di 1 su 600) che possa addirittura impattare con il pianeta.[3]

Scoperta

La Cometa C/2013 A1 (Siding Spring) è stata scoperta il 3 gennaio 2013 da Robert H. McNaught dall'osservatorio di Siding Spring in Australia, in tre immagini acquisite attraverso l'uso di rilevatori CCD montati sul telescopio Schmidt Uppsala, dotato di uno specchio parabolico di 50 cm di diametro. La cometa appariva come un oggetto di magnitudine 18,4-18,6.[1]

Sono state successivamente individuate delle immagini di pre-scoperta. Le prime quattro, trovate subito dopo la scoperta della cometa, erano risalenti all'8 dicembre 2012 ed erano state acquisite nel corso del Catalina Sky Survey - impegnato come il Siding Spring Survey[5] nella ricerca di oggetti potenzialmente pericolosi - con un telescopio Schmidt dotato di uno specchio parabolico di 68 cm di diametro.[1] Successivamente, sono state individuate altre due immagini risalenti al 4 ottobre 2012,[6] quando la cometa fu ripresa come un oggetto di magnitudine 19,7-20 utilizzando il telescopio Pan-STARRS 1, con configurazione ottica Ritchey-Chrétien e di 1,8 metri di diametro, presente sulla sommità del vulcano Haleakalā, sull'isola di Maui, nelle Hawaii.

Al momento della scoperta, la cometa si trovava a 7,2 UA dal Sole.[7]

Rischio d'impatto con Marte

Animazione dell'orbita percorsa dalla cometa.

Una prima orbita era stata calcolata da Gareth V. Williams del Minor Planet Center già il 5 gennaio 2013.[1] Il 25 febbraio 2013, l'astronomo russo Leonid Elenin ha attirato l'attenzione sul fatto che la cometa sarebbe transitata a 0,00073 UA da Marte il 19 ottobre 2014 e che esisteva una seppur bassa probabilità di un impatto con il pianeta.[8] Nuove osservazioni e calcoli più accurati, hanno portato Elenin a correggere il 27 febbraio il valore della distanza nominale da Marte in 0,000276 UA (41.000 km).[9] Per confronto, Deimos orbita a circa 23.460 km dal pianeta.

Calcoli condotti dal Near-Earth Object Program Office della NASA, con osservazioni fino al 1º marzo, indicano che la cometa potrebbe transitare entro 300.000 km dal pianeta, con la distanza nominale dalla superficie stimata in 50.000 km. Esiste inoltre una probabilità di 1 su 600 che la cometa possa impattare sul pianeta.[3]

Allo scopo di delineare al meglio lo scenario che andrà a verificarsi, la cometa sarà osservata fino alla tarda primavera del 2013, quando la sua elongazione diverrà troppo ridotta per essere distinta dal bagliore solare.[9]

Stante lo scenario che si sta delineando, la cometa non dovrebbe rappresentare un serio rischio per le sonde spaziali in orbita attorno a Marte o per i rover sulla sua superficie. Infatti, la geometria dell'incontro sarà tale che la coda della cometa punterà nella direzione opposta a Marte, né la chioma dovrebbe raggiungere dimensioni tali da espandersi fino a lambire il pianeta. Ciò dovrebbe escludere che le particelle di gas e polveri rilasciate dalla cometa possano danneggiare gli strumenti elettronici a bordo delle sonde. È conseguentemente improbabile che la cometa possa generare uno sciame meteorico su Marte.[10]

Osservazione

La cometa probabilmente non diverrà mai sufficientemente luminosa da essere visibile ad occhio nudo dalla Terra; si stima, infatti, che potrà raggiungere al massimo l'ottava magnitudine.[4] Sarà tuttavia osservabile con piccoli telescopi e binocoli dall'emisfero australe a metà settembre del 2014.[3]

Viceversa, nel cielo di Marte potrebbe raggiungere una magnitudine prossima allo zero (confrontabile con quella di stelle quali Vega e α Centauri).[3]

Note

  1. ^ a b c d (EN) Gareth V. Williams, MPEC 2013-A14: Comet C/2013 A1 (Siding Spring), su minorplanetcenter.org, Minor Planet Center, 5 gennaio 2013. URL consultato il 6 marzo 2013.
  2. ^ a b c (EN) C/2013 A1 (Siding Spring), in Small-Body Database Browser, Jet Propulsion Laboratory. URL consultato il 6 marzo 2013.
  3. ^ a b c d e (EN) Comet to Make Close Flyby of Red Planet in October 2014, su nasa.gov, NASA, 5 marzo 2013. URL consultato il 6 marzo 2013.
  4. ^ a b c (EN) Seiichi Yoshida, C/2013 A1 (Siding Spring), su aerith.net, 10 febbraio 2013 (ultimo aggiornamento). URL consultato il 6 marzo 2013.
  5. ^ (EN) Siding Spring Survey homepage, su mso.anu.edu.au, Mt Stromlo Observatory, Australian National University. URL consultato il 6 marzo 2013.
  6. ^ MPEC 2013-E06.
  7. ^ (EN) Jonathan Shanklin, 2013 A1 (Siding Spring), in Comets discovered in 2013, Comet Section, British Astronomical Association. URL consultato il 6 marzo 2013.
  8. ^ (EN) Leonid Elenin, Comet C/2013 A1 (Siding Spring): a possible collision with Mars, su spaceobs.org, 25 febbraio 2013. URL consultato il 7 marzo 2013.
  9. ^ a b (EN) Leonid Elenin, New data concerning the close approach of comet C/2013 A1 to Mars, su spaceobs.org, 27 febbraio 2013. URL consultato il 7 marzo 2013.
  10. ^ (EN) Emily Lakdawalla, Will comet Siding Spring make a meteor shower on Mars?, su planetary.org, The Planetary Society, 5 marzo 2013. URL consultato il 7 marzo 2013.

Collegamenti esterni

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