UNIFIL

forza di peacekeeping delle Nazioni Unite in Libano

UNIFIL è l'acronimo di United Nations Interim Force in Lebanon, ovvero Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite. Fu creata con le risoluzioni 425 e 426[1] del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 19 marzo 1978.

United Nations Interim Force in Lebanon
Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite
Dispiegamento UNIFIL ad agosto 2011
Descrizione generale
Attiva19 marzo 1978 - oggi
NazioneONU
Tipoforza di interposizione
CompitiConfermare il ritiro di Israele dal sud del Libano
Restaurare la pace e la sicurezza
Supportare il governo libanese nel ristabilire la sua autorità nell'area
Dimensione12.341 militari
307 civili di provenienza internazionale
606 civili locali
Reparti dipendenti
Maritime Task Force
Comandanti
Comandante attualegen. Luciano Portolano
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

Primo intervento

Nel corso della Guerra del Libano del 1982, fu raggiunto un accordo e forze militari di pace statunitensi, francesi e italiane (Missione Italcon) garantirono ai sopravvissuti dell'OLP di trovare rifugio negli Stati arabi confinanti. Questa forza di pace fu nota come Forza Multinazionale in Libano. Philip Habib, l'inviato del presidente degli USA Ronald Reagan in Libano, garantì all'OLP che i civili palestinesi nei campi profughi non sarebbero stati nuovamente armati. Tuttavia, i Marines statunitensi, dopo un attentato dinamitardo alla loro base, lasciarono Beirut Ovest due settimane prima del termine del loro mandato ufficiale.

Secondo intervento

A seguito del conflitto israelo-libanese del 2006, vi è stata una nuova risoluzione (la 1701[2]) che dispone, fra le altre, una nuova forza di interposizione. Dal 28 gennaio 2012 guida la missione il generale italiano Paolo Serra. L'Italia è attiva con l'Operazione Leonte.

Note

  1. ^ (EN) United Nations Security Council (19 marzo 1978), Resolutions 425/1978 - 426/1978 (pdf). Riportato il 2 settembre 2006.
  2. ^ (EN) United Nations Security Council (11 agosto 2006), [1]. Disponibile in lingua italiana (traduzione non ufficiale) a questo indirizzo. Riportato il 2 settembre 2006.

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