Lavinio (città antica)
Lavinio (in latino Lāvīnĭum) era una città latina che sorgeva nell'antico Lazio, a sud di Roma; secondo la mitologia romana, fu la città fondata da Enea e dagli esuli troiani, quando sbarcarono nel Lazio.
Lavinio | |
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Nome originale | Lāvīnĭum |
Cronologia | |
Fondazione | XII secolo a.C. |
Fine | VI secolo d.C. |
Amministrazione | |
Dipendente da | Repubblica romana, Impero romano |
Territorio e popolazione | |
Lingua | latino |
Localizzazione | |
Stato attuale | ![]() |
Località | Pratica di Mare (Pomezia) |
Coordinate | 41°39′11.16″N 12°28′21.36″E{{#coordinates:}}: non è possibile avere più di un tag principale per pagina |
Cartografia | |
Storia
L'antica Lavinio è il luogo mitologico dove Enea fondò il primo insediamento in Italia da parte dei profughi da Troia.[1]. Secondo la tradizione, il nome della città deriva da Lavinia (figlia di Latinus re dei Latini e di Amata), data in sposa ad Enea[2]. La città sarebbe stata fondata d'estate, due anni dopo la perdita di Troia.[3]
Il luogo dove fu fondata la città, sarebbe stato quello dove si svolse una contesa tra un lupo, un'aquila e una volpe, o un picchio, interpretata da Enea come segno della futura grandezza di Lavinio, le cui immagini sarebbero state rimaste per lungo tempo riprodotte nel foro cittadino.[4] La leggenda ha analogie con il prodigio della battaglia del lago Curzio e con il mito della fondazione di Laurentum dal mitologico Re Pico, simboleggiato da un picchio.[5] Per la somiglianza del luogo e la presenza delle are, la contesa è accostata alla tragedia Supplici di Eschilo.[6]
A Lavinio erano particolarmente attaccati i romani, che la ritenevano sacra perché conservava gli dei ancestrali della città.[7] Secondo la mitologia romana era sacerdote a Lavinio Egeste, che si preoccupò di conservare nella città i Penati che Enea aveva portato da Troia.[senza fonte] Secondo il racconto di Livio, Lavinio era una città ricca e fiorente, tanto da avere popolazione in eccesso. Per questo motivo Ascanio, 30 anni dopo la sua fondazione, abbandonò Lavinio per fondare la nuova città di Alba Longa. In questi trent'anni, nessuno tra i vicini osò attaccare Lavinio[8].
A Lavinio nel 745 a.C. fu ucciso Tito Tazio, re di Roma insieme a Romolo. Questo accade perché i parenti di Tito avevano maltrattato degli ambasciatori di Lavinio a Roma e Tazio non aveva posto rimedio a questa grave provocazione. Giunto a Lavinio per un sacrificio solenne, fu assassinato in un moto di piazza[9]. Il mito di Tito Tazio ucciso per tirannia ha delle analogie con il mito del tiranno Mezenzio, che tuttavia di recente si è scoperto essere il nome di una famiglia realmente esistita; il nome compare come segno distintivo su una ceramica conservata al Louvre di Parigi.[10]
Lucio Tarquinio Collatino, primo console della Repubblica romana con Lucio Giunio Bruto, si ritirò a Lavinio, con tutte le sue proprietà, dopo che fu convinto a ritirarsi dalla suprema magistratura, perché inviso al popolo per essere parente di Tarquinio il Superbo, ultimo re di Roma[11].
Nel 489 a.C. Lavinio fu presa dall'esercito dei Volsci, condotto da Gneo Marcio Coriolano[12][13] (anche se secondo Plutarco, la città subì sì l'assedio dei Volsci, ma non fu presa, perché costoro decisero di attaccare Roma).[7]
Nel 390 a.C. Marco Furio Camillo, nel celebre discorso con cui convinse i romani a non abbandonare Roma, appena saccheggiata dai Galli di Brenno, ricorda i riti sacri che per tradizione, i romani ancora compivano sul monte Albano e a Lavinio[14].
Nel 338 a.C., al termine della guerra latina, Lavinio rinnovò un foedus di tipo sacro con Roma, e la città divenne municipio[15].
Di Lavinio, in età imperiale, rimase ancora attiva e frequentata solo l'area sacra[16].
Archeologia
Lavinio | |
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Civiltà | Latina |
Utilizzo | Città |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Comune | Pratica di Mare (Pomezia) |
Scavi | |
Data scoperta | 1957 |
Archeologo | Pirro Ligorio |
Amministrazione | |
Ente | Soprintendenza per i beni culturali ed archeologici del Lazio |
Visitabile | Su appuntamento - Museo civico archeologico Lavinium |
Mappa di localizzazione | |
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La prima localizzazione del sito dell'antica Lavinio si deve a Pirro Ligorio, confermata dagli scavi archeologici eseguiti, a partire dal 1957, dall'Università di Roma[17].
Gli scavi condotti da allora, nella zona di Pratica di Mare, hanno permesso di identificare tutta una serie di strutture dell'antica Lavinio. Tra queste il Santuario delle XIII are, dove venivano eseguiti riti sacrificali, l'Heroon di Enea, un tumulo sepolcrale datato al VII secolo a.C. che si vorrebbe identificare come la tomba di Enea, le mura e una porta della città, le Terme, ed un deposito votivo dedicato a Minerva[17].
Il gruppo di studio dell'Università di Roma, ha poi realizzato una cartografia archeologica di tutta l'area interessata dagli scavi[18].
In tempi recenti è stata ritrovata una XIV ara, poco distante dal sito dove si trovano le prime XIII are. Questa area sacrificale si potrebbe identificare forse con il santuario ad Afrodite di cui parla Strabone[19]), ma secondo un'altra interpretazione sarebbe un luogo di culto condiviso dalle città Latine, ad ognuna delle quali, corrispondeva un'ara del Santuario.[senza fonte]
Tutela
Antica Lavinium - Pratica di Mare | |
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Tipo di area | Sito di interesse comunitario |
Class. internaz. | IT6030016 |
Stati | Italia |
Regioni | Lazio |
Province | Roma |
Comuni | Pomezia |
Provvedimenti istitutivi | D.M. 25 marzo 2005 |
Mappa di localizzazione | |
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Per l'importanza del sito nel 2005 è nato a Pomezia il Museo civico archeologico Lavinium Città di Pomezia sotto la Soprintendenza dei Beni Archeologici del Lazio, che espone i reperti ritrovati nell'area archeologica.
Il Decreto Ministeriale 25 marzo 2005 del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ai sensi della Direttiva Habitat, direttiva 92/43/CEE ha istituito il sito di interesse comunitario denominato Antica Lavinium - Pratica di Mare.
Note
- ^ Floro, Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC, I, 1.4.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe Condita, 1, 1.
- ^ Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, I 63.2
- ^ Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, I 59.5
- ^ Il prodigio del lago Curzio, Attanasio Salvatore
- ^ Lavinium, La città dei Laurenti, Giosuè Auletta e Michele Zuccarello
- ^ a b Plutarco, Vite parallele, Vita di Coriolano, XIX, II.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe Condita, Liber I, 3.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe Condita, 1, 14.
- ^ Uno, nessuno e centomila Mezenzio, M. di Fazio
- ^ Tito Livio, Ab Urbe Condita, 2, 2.
- ^ Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, VIII, 21.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe Condita, lib. II, par. 21.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe Condita, lib V, par 52.
- ^ Luciana Drago Troccoli, Scavi e Ricerche Archeologiche dell'Universita di Roma "La Sapienza", p. 109
- ^ Strabone (Geografia, V, 3, 5) dice che il santuario era amministrato dagli Ardeati attraverso loro addetti.
- ^ a b Luciana Drago Troccoli, Scavi e Ricerche Archeologiche dell'Universita di Roma "La Sapienza", p. 110
- ^ Luciana Drago Troccoli, Scavi e Ricerche Archeologiche dell'Università di Roma "La Sapienza", p. 111
- ^ Strabone, Geografia, V, 3,5.
Bibliografia
- Giuseppe Lugli, Lavinio, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1933. URL consultato il 20 settembre 2015.
- Paolo Sommella, Lavinio, in Enciclopedia Italiana - IV appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1979.
- Maria Fenelli, Lavinio, in Enciclopedia Italiana - V appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1993.
- Ferdinando Castagnoli, Lavinio, in Enciclopedia dell'arte antica, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1961.
- Ferdinando Castagnoli, Lavinio, in Enciclopedia dell'arte antica, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1973.
- Maria Fenelli, Lavinio, in Enciclopedia dell'arte antica, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1995.
- Ferdinando Castagnoli, Lavinium,1. Topografia generale , fonti e storie delle ricerche, Roma 1972
- Lucos Cozza, Le tredici are, Roma, De Luca, pp. 89-174, 1976
- Maria Fenelli, Lavinio in BTCGI VIII, Pisa-Roma 1990
Voci correlate
Collegamenti esterni
- Scheda dell'area archeologica "Città e tredici are di Lavinum" sul sito lazioturismo.it, su lazioturismo.it. URL consultato il 20 settembre 2015.
- "Antica Lavinium" sul sito del Comune di Pomezia, su comune.pomezia.rm.it. URL consultato il 20 settembre 2015.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 243024149 |
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