Utente:FrOsmetti/Sandbox8
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The Church of San Carlo is located in Via Piergiorgio Frassati, in the west of Brugherio and it is part of the pastoral community Epiphany of the Lord.[1]
Chiesa di San Carlo | |
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Stato | ![]() |
Regione | Lombardia |
Località | Brugherio |
Coordinate | 45°33′01.3″N 9°17′02″E |
Religione | Cattolica |
Titolare | San Carlo |
Diocesi | Milano |
Consacrazione | 27 aprile 1996 |
Completamento | 1993 |
History
The desire for a new church for the parish of San Bartolomeo Brugherio was already in the mind of Don Franco Perlatti[2] since 1969 when, in a letter to Cardinal Giovanni Colombo about the construction of Saint Paul's Church,[3] also alluded to the necessity, the near future, of another church in the west of the city in the rapid expansion process.[4] In 1982, with Christmas greetings, parishioners expressed a willingness to start collecting money for the new church's construction. The land that Don Franco had reserved for the construction of the Saint Charles parish was one of the many territory given by Cazzaniga family to the parish of Saint Bartholomew in Brugherio, specifically it was Mrs. Paola Viganò's possession, called also widow Cazzaniga. The surface, characterized by the amplitude of 10 thousand square meters, has allowed the architects to design, in addition to the church, also the parsonage and classrooms for catechism, reserving a discreet space for games and outdoor pools, both indoors. In 1987 it was rented a room, made available by the municipality of Brugherio, under the arcades of Piazza Togliatti buildings and began to celebrate Mass and to organize some festive gathering events.[4][5] For the design, the implementation and the financing of the entire work, Don Franco did not want to burden the "Cardinal Montini Plan"[6] about the construction of twenty-five new churches on the territory of the Diocese Ambrosiana, but relied on the generosity of its parishioners. The constant search for funds gave rise to a series of initiatives including the distribution of envelopes for collection of offers in the occasion of Christmas 1988 bearing the plastic image of the new church and the lottery of 1991 with formalized tickets by Intendenza di finanza.[4] Don Franco took an inflexible position with the technical department of the Curia, which proposed as designers some of its technicians. He wanted that the design of the parish was decided by professionals of Brugherio, known since the time of the oratory for their honesty and professionalism. He chose architects Alberto Brivio architects, Ferdinand Caprotti and Carlo Magni and engineer Giuseppe Gatti. Technical members of the team were also the surveyor Claro Sardi, manufacturer, and the surveyor Edward Teruzzi, technical manager and mayor of the City of Brugherio.[7] All these professionals offered their services free of charge.[4] The contract for construction was entrusted to the company Gemini & Noventa di Milano. Construction manager was the architect Alberto Brivio. With the archbishop's decree of February 1, 1993, Father Mario Ferrario was appointed parish priest of Saint Charles Church, which was careful for the first ten years.[4] The church was consecrated by Cardinal Carlo Maria Martini, Archbishop of Milan on April 27th, 1996.[4] Don Daniele Turconi (former pastor for twenty years in Cinisello and then chaplain of the prisons in Monza), happened to Don Mario on November 1st, 2002.[8] From late 1994 to 2011 the parish was assisted by Fr Paolo Grima, Brugherio's native priest who has much cultivated personal relationships by listening to the people, especially the sick and suffering.[4] Don Paolo Grima passed away on May 12th, 2011.[9]
Architettura e note artistiche
La struttura si caratterizza per la centralità dell’altare, verso cui convergono le linee architettoniche, e per lo slancio verso l’alto, esaltato dalle stupende travi di legno della copertura.
La pianta ha forma quadrata, con asse principale sulla diagonale. I volumi risultanti sono tre e suddividono idealmente lo spazio in tre navate: una centrale la cui copertura a vela culmina nella torre campanaria e due laterali con copertura a quota inferiore rispetto a quella a vela.
La copertura è costituita da grosse travi di legno lamellare ricoperte all’esterno da lastre di rame.
Nel suo insieme, se vista dall’alto, ricorda la piazza del Campo di Siena che si dice sia stata ispirata al manto che copriva la Santa Vergine.
All’esterno la chiesa ha un nartece in mattoni a vista diviso in due grandi bracci a raffigurare l’abbraccio di Dio alla comunità ecclesiale.
All’interno l’aula ha una navata unica, questo favorisce la partecipazione alle celebrazioni di tutta l’assemblea. La capienza della chiesa è di circa 450 persone a sedere e possibili altre 150 in piedi. Il presbiterio è ampio e opportunamente rialzato dal pavimento dell’aula da quattro gradini Le pareti curve, che lo avvolgono, creano una continuità altare e navata, fra celebrante e assemblea dei fedeli.[4]
La pavimentazione
La pavimentazione sottolinea il percorso di collegamento tra ingresso ed altare. Il disegno, realizzato da Antonio Teruzzi, rappresenta un albero stilizzato. Le fronde sono eseguite con la tecnica del seminato [10], il tronco invece è realizzato a mosaico con tesserine marmoree. L’”albero” è una figura densa di significati simbolici: rimanda a una vita che oltrepassa il tempo e lo spazio dell’uomo. L’albero ha il tronco sulla superficie della terra, le radici nel sottosuolo e, nel cielo, i rami. Questa immagine riprende simbolicamente il percorso temporale storico-salvifico dalla Creazione alla venuta del Cristo, con l’intento di rendere il tragitto ingresso-altare come un passaggio dalle tenebre alla Luce. Teruzzi si avvalse della collaborazione del dott. Luigi Beretta per la raccolta dei riferimenti biblici. Lungo il tronco dell’albero sono rappresentate le tappe o periodi della Storia della Salvezza. Ogni tappa o “giorno” della Storia è segnata da una “pietra”. Alla base dell’albero compare un tratto continuo, senza interruzioni, a tinte scure e disseminato da piccoli sprazzi luminosi (poche tesserine di mosaico d’oro). E’ il caos primordiale, anteriore alla Creazione quando “la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso” (tenebre e disordine: tessere nere), ma già “lo spirito” (gli sprazzi di luce: le tessere chiare) “aleggiava sulle acque” (Gen. 1,29). La creazione è segnata da 7 pietre (numerate da 1 a 7 con semplici tesserine marmoree 1= I 2=II) una per ciascun giorno. Su ciascuna pietra è simboleggiata, con tecnica a smalto, l’opera di Dio in quel giorno secondo quanto scritto nella Genesi. Dopo la Creazione sono ricordate le 10 generazioni (da I a IIIIIIIIII) del ciclo che va da Adamo a Noè e le 10 generazioni da Noè ad Abramo. Ciascun gruppo è reso con sfumature di colore differenti delle tessere marmoree, sulle quali sono segnati in corrispondenza delle tappe più salienti i nomi dei personaggi da cui le generazioni prendono il nome. Così leggiamo i nomi di Adamo, Noè, Sem, Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuda e poi Davide, Salomone ed infine Maria e Giuseppe. Le generazioni da Adamo a Gesù sono collegate lungo l’asse dell’albero da una curva sinusoidale continua, simile ad una spirale. Il mosaico è a tinte rossastre. Da Giacobbe cominciano ad allargarsi i rami: i 12 rami a segnare i suoi 12 figli che, dopo Giacobbe, diventano tutti (e dopo di loro tutti i componenti di ciascuna delle 12 tribù), indistintamente, titolari, eredi della promessa, di una terra, di una discendenza, di un Messia.[4]
L’altare
E’ il baricentro della chiesa, visibile da qualunque punto dell’assemblea dei fedeli. Una luce zenitale ne sottolinea il ruolo. Per motivi urbanistici, non è rivolto a est, come vorrebbero i dettami dell’architettura sacra cristiana. Con l’altare, “pietra” che rappresenta il Cristo, la prospettiva del disegno della Storia della Salvezza, illustrato sul pavimento, passa dalla dimensione orizzontale a quella verticale. Sulla sua vista frontale è disegnato un albero a 12 rami: è quello nato dallo Spirito che, mandato dal Cristo, distribuisce ai dodici Apostoli (e attraverso di loro, a tutti gli uomini) l’eredità del cielo. Anche la vetrata sopra l’altare riprende la medesima simbologia dell’albero.[4]
Il tabernacolo e l’ambone
Entrambi sono situati nel presbiterio. Il tabernacolo è accolto all’interno di una struttura di marmo Bianco di Carrara e Rosso di Francia. Tre elementi uguali e distinti racchiudono la porticina del tabernacolo intimamente inserita. L’ambone, costruito con i medesimi marmi policromi, si apre verso l’assemblea dei fedeli come un grande libro dal quale si attinge la Parola di Dio.[4]
Il fonte battesimale
Il fonte battesimale, come la pavimentazione, è stato progettato dal pittore Antonio Teruzzi che così lo definisce: “la forma ottagonale simboleggia la risurrezione ed evoca la vita eterna”. E’ posto sul lato sinistro della chiesa. I gradini discendenti che lo delimitano sono segno di penitenza (chi vuole essere battezzato deve scendere al fonte, come Gesù scese al fiume Giordano) mentre la risalita rappresenta la risurrezione. La luce zenitale che lo illumina ne risalta la funzione.[4]
Le acquasatiere
Situate ai lati dell’ingresso, le acquasantiere sono state progettate nel 2001 in armonia con gli altri arredi e spazi sacri. Hanno la forma ottagonale, già presente nel fonte battesimale, presa dalla tradizione classica. I materiali utilizzati sono: marmo Bianco di Carrara per il fusto e acciaio lucidato a specchio per la bacinella.[4]
L’apparato scultoreo
Il grande crocifisso al centro dell’abside è stato realizzato in legno di tiglio dallo scultore Caspani di Arosio e dipinto da Angela Martinelli.
La statua della Santa Vergine col Bambino è opera dello scultore Marco Corradini, di Molina di Fiemme, Val Gardena. Realizzata nel 1992 in legno di tiglio, è composta da ventotto pezzi con un’anima vuota al centro. Lo stesso scultore, Marco Corradini, è l’autore delle stazioni della via Crucis.
La grande statua di Cristo risorto, posizionata sopra il fonte battesimale, era inizialmente situata al centro dell’abside, dove ora è posto del grande crocifisso.[4]
L’apparato pittorico
San Carlo
Il quadro di San Carlo è databile approssimativamente tra la fine del XVIII e l’inizio XIX secolo. L’analisi dei quadri di San Carlo e del Sacro Cuore è stata condotta da Elena Sangalli. San Carlo è raffigurato a mezzo busto nelle tradizionali vesti cardinalizie, in atteggiamento di preghiera davanti a un piccolo crocifisso. La rappresentazione delle mani, di scorcio verso il basso, suggerirebbe delle dimensioni maggiori dell’opera, soprattutto in senso verticale. Il disegno risulta bruscamente interrotto nel suo margine inferiore; nell’angolo destro si può infatti notare un accenno di panneggio rosso. Il taglio dell’immagine potrebbe derivare da danni irreparabili subiti dalla tela o da una specifica richiesta del committente del restauro. L’operazione di ridimensionamento della tela era una pratica comunemente utilizzata nel caso di cambio di destinazione. Il quadro è stato per lungo tempo nella casa parrocchiale di Rho prima di venire donato alla parrocchia di San Carlo.
Il Sacro Cuore
Il quadro del Sacro Cuore è una stampa di discrete dimensioni (52x69 cm.). Si presenta danneggiata in alcune parti, specialmente agli angoli dove è possibile notare degli strappi ricomposti. La superficie è stata protetta con un considerevole strato di vernice che con il tempo ha assunto una tonalità giallastra. La datazione dell’opera è collocabile tra il 1900 e il 1930. E’ stato donato alla parrocchia da un privato.
La Sacra Famiglia
Il quadro è stato eseguito dal pittore Egidio Romano Lombardi. Così il pittore descrive la sua opera: "è stata realizzata su una tavola in stucco lucida di 135x210 cm. con tecnica antica, rivisitata con l’utilizzo di pigmenti acrilici. Il dipinto raffigura una scena di tranquillità familiare, impostata sul lavoro del giovane Gesù".
San Cristoforo
Questo quadro fu donato alla Parrocchia San Carlo dagli abitanti della vicina Cascina San Cristoforo. Si trovava nella cappelletta, esistente fino al 1995, dedicata al santo, sorta alla fine del 1800 in luogo del precedente Oratorio di San Cristoforo.[4]
Il campanile
La torre campanaria ha un concerto di tre campane, opera della ditta Capanni. Quella che intona la nota musicale “la” è la più grande, pesa 340 kg. ed ha come fregio l’immagine della Madonna. Le altre due intonano il “si” e il “re bemolle”, pesano 230 e 162 Kg. e sono decorate rispettivamente dalle figure dei Santi Carlo ed Ambrogio. Furono benedette da Don Franco Perlatti il 2 ottobre 1994.[4]
La cappella feriale o iemale (invernale)
La cappella è stata inaugurata il 4 novembre 2004, giorno della festa di San Carlo, anche se per esigenze liturgiche era già utilizzata da alcuni mesi. Vi si può accedere da un ingresso indipendente sul lato destro del sagrato, oppure tramite una porta di comunicazione interna alla chiesa. E’ stata realizzata per avere un ambiente più raccolto e adatto alle celebrazioni nei giorni feriali. Può contenere al massimo 60 persone. La struttura è semplice: al centro di una parete curva è posto l’altare, costituito da un tavolo in legno che ricorda quello dell’Ultima Cena. Tutti gli arredi della cappella sono stati donati dai parrocchiani, a partire dal crocifisso che, a memoria d’uomo, è sempre appartenuto agli abitanti della cascina Moia. Esso era collocato al termine di una scala comune che conduceva al ballatoio su cui si affacciavano le stanze da letto. Durante una visita ad un ammalato fu notato dal parroco don Franco Perlatti, il quale si stupì della sua bellezza e preziosità. Così gli abitanti della cascina decisero di donare il crocifisso a don Franco e di sostituirlo con uno di minor valore. Don Franco si ricordò di questo dono quando si iniziò a celebrare la messa nel locale preso in affitto in Piazza Togliatti[11] e lo restituì alla comunità.
Sulla porta del tabernacolo vi è un’icona che rappresenta il Cristo, dipinta con colori naturali (a base di uova e impasti speciali) da un artista di Kalambaka (Grecia).
La statua lignea della Madonna che ci dona Gesù è stata realizzata in Garfagnana.[4]
Note
- ^ Comunità pastorale Epifania del Signore, su epifaniadelsignore.it. URL consultato il 22 gennaio 2016.
- ^ Parroco di San Bartolomeo dal 1958 al 1993 in San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale, Brugherio, Parrocchia San Bartolomeo Brugherio, 1994, p. 59.
- ^ La chiesa di S. Paolo fu inaugurata nel 1971 in Storia di San Paolo, su epifaniadelsignore.it. URL consultato il 22 gennaio 2016.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Chiara Magni, La storia della Chiesa di San Carlo, Brugherio, Parrocchia San Carlo Brugherio, 2004.
- ^ Ora sede della Consulta di quartiere Ovest. Consulte di quartiere, su comune.brugherio.mb.it. URL consultato il 24 gennaio 2016.
- ^ L'onda lunga del piano Montini, su incrocinews.it. URL consultato il 24 gennaio 2016.
- ^ Edoardo Teruzzi fu sindaco dal 1985 al 1990 v. Comune di Brugherio. I capi dell'Amministrazione Comunale dal 9.12.1866 ad oggi, su comune.brugherio.mb.it. URL consultato il 22 gennaio 2016.
- ^ Epifania del Signore. Sacerdoti e consacrate, su epifaniadelsignore.it. URL consultato il 22 gennaio 2016.
- ^ Il Cittadino. Lissone e Brugherio in lutto: si è spento don Paolo Grimoldi, su ilcittadinomb.it. URL consultato il 22 gennaio 2016.
- ^ Come dice la parola stessa, i sassolini di marmo di diversa granulometria sono sparsi manualmente nel conglomerato cementizio.
- ^ vedi sopra in Cenni storici.
Bibliografia
- San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale, Brugherio, Parrocchia San Bartolomeo Brugherio, 1994.
- Chiara Magni, La storia della Chiesa di San Carlo, Brugherio, Parrocchia San Carlo Brugherio, 2004.
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Collegamenti esterni
- Comunità pastorale Epifania del Signore, su epifaniadelsignore.it. URL consultato il 22 gennaio 2016.
- Storia di San Paolo, su epifaniadelsignore.it. URL consultato il 22 gennaio 2016.
- Consulte di quartiere, su comune.brugherio.mb.it. URL consultato il 24 gennaio 2016.
- L'onda lunga del piano Montini, su incrocinews.it. URL consultato il 24 gennaio 2016.
- Comune di Brugherio. I capi dell'Amministrazione Comunale dal 9.12.1866 ad oggi, su comune.brugherio.mb.it. URL consultato il 22 gennaio 2016.
- Epifania del Signore. Sacerdoti e consacrate, su epifaniadelsignore.it. URL consultato il 22 gennaio 2016.
- Il Cittadino. Lissone e Brugherio in lutto: si è spento don Paolo Grimoldi, su ilcittadinomb.it. URL consultato il 22 gennaio 2016.