Macchi M.C.205V Veltro
Il Macchi M.C.205
Descrizione
Tipoaereo da caccia
Equipaggio1
ProgettistaMario Castoldi
CostruttoreItalia (bandiera) Aeronautica Macchi
Data primo volo19 aprile 1942
Data entrata in serviziofebbraio 1943
Utilizzatore principale UtenteItalia (bandiera) Regia Aeronautica
Aeronautica Nazionale Repubblicana
Italia (bandiera) AMI
Altri utilizzatoriEgitto (bandiera) Egitto
Siria (bandiera) Siria
EsemplariMM.9287 prototipo C.205V
MM. 499 primo prototipo C. 205N
MM. 500 secondo prototipo C.205N
MM.9288-9386 n. 99 (ottobre 1942- giugno 1943)
MM. 92153-92302) n. 150 (consegnati circa 100 al sett. 1943)[1]
Sviluppato dalMacchi M.C.202
Altre variantiMacchi M.C.206
Dimensioni e pesi
Lunghezza8,85 m
Apertura alare10,58 m (semiala sx 4,53 m) (semiala destra 4,33 m)
Altezza3,48 m
Superficie alare16,80
Carico alare194,5 kg/m²
Allungamento alare6,663 m
Peso a vuoto2 581 kg
Peso carico3 408 kg
Capacità combustibile433 l carburante tipo Avio B.4 da 95-100 ottani
Propulsione
Motoreun Fiat 1050 RC.58 Tifone
12 cilindri a V raffreddato a liquido
Potenza1 475 cavalli vapore (1 085 kW)
Prestazioni
Velocità max646 km/h a 8 000 m
Velocità di crociera500 km/h
Velocità di salita5 min 3 s a 6 000
Corsa di decollo285 m
Atterraggio310 m
Autonomia1040 km
Tangenza11 350 m
Armamento
Mitragliatricidue Breda-SAFAT calibro 12,7 mm in caccia in fusoliera a tiro sincronizzato attraverso l'elica con 400 colpi per arma
due Breda-SAFAT calibro 7,7 mm alari con 500 cartucce per arma
Cannonidue cannoni mauser 20 mm con 500 colpi complessivi (Macchi M.C. 205V Serie III)
Bombefino a 320 kg
Pilota Collaudatore: Guido Carestiato
Notei dati si riferiscono al Macchi M.C. 205V Serie I (salvo dove diversamente indicato)

Marco Gueli L'Aermacchi C.205 in Storia Militare, nº 252, ottobre 2014,pp.50

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Storia del progetto

Tecnica

Cellula

Il Macchi M.C. 205 era un caccia un caccia monoplano, monoposto, monomotore a carrello retrattile, con struttura completamente metallica,diretta evoluzione del Macchi M.C. 202 da cui differiva per il complesso motore-elica, per delle modifiche alla cappottatura motore, per lo spostamento della presa Venturi e per altre modifiche che riguardavano il carrello principale e la strumentazione di bordo.

L'ala, sostanzialmente identica a quella del Macchi M.C. 202, era a sbalzo su profili biconvessi asimmetrici di spessore e corda decrescenti verso l'esterno, derivati dal profilo NACA 23018 alla radice e NACA 23009 all'estremità[2], ed aveva, caratteristica di tutti i caccia progettati dall'ing.Castoldi[3], le semiali di diversa apertura, con la semiala destra [4]più corta di 0,20 m rispetto a quella di sinistra[5]. Tale asimmetricità aveva lo scopo di compensare la coppia di reazione dell'elica. Strutturalmente, l'ala del Macchi era di tipo bilongherone su cinquantaquattro centine, ed era suddivisa in tre parti: il pianetto centrale solidale con la fusoliera e le due semiali. Il bordo d'attacco delle semiali,nella sezione esterna a quella in corrispondenza delle gambe del carrello era completamente asportabile, collegato al longherone anteriore mediante viti. Il bordo d'uscita era occupato dagli ipersostentatori,di tipo a spacco e dagli alettoni, compensati aerodinamicamente. Il rivestimento era in duralluminio[6]per l'intera superficie,ad eccezione degli alettoni rivestiti in tela. Le semiali erano collegate al pianetto centrale tramite attacchi a pettine. Ogni semiala era predisposta di attacchi subalari per trasportare carichi (bombe, spezzoni,serbatoi ausiliari) fino 320 kg.

La struttura dell'ala non facilitava la produzione: longheroni e centine, suddivise a loro volta da becchi e code di centina, avevano una struttura a tralicci ideale per robustezza ma laboriosa e difficile da riprodurre in tempi brevi e antieconomica. Gli impennaggi avevano pianta quasi ellittica, su struttura bilongherone e rivestimento metallico per le parti fisse mentre le parti mobili erano rivestite in tela. LO stabilizatore era a calettamento regolabile in volo, tra -5°30' e 1°45' .Il timone era compensato aerodinamicamente mediante becco d'estremità e la stessa tecnica era usata per l'equilibratore, dotato anche di contrapesatura. Alettoni e timone non erano contrapesati e questa deficienza comportò il manifestarsi sui velivoli di fenomeni aeroelastici durante il volo alle massime velocità, erroneamente attribuiti a fenomeni di comprimibilità[7].

La fusoliera,di sezione ovale, era costituita da una struttura a semiguscio, su quattro longheroni in duralluminio con sezione ad U, numerosi correntini longitudinali e un totale di diciannove ordinate. Il rivestimento lavorante era costituito da lamiera in lega di alluminio denominato Superavional di spessore da 0,75 e 0,5 mm.

La prima ordinata, in corrispondenza del longherone anteriore dell'ala, portava anche i quattro attacchi del castello motore e fungeva da paratia parafiamma. Gli attacchi superiori si trovavano sull'ordinata in corrispondenza dei due longheroni superiori della fusoliera, mentre quelli inferiori in corrispondenza del longherone del pianetto centrale delle semiali. All'esterno della parte anteriore della fusoliera, sulla parte sinistra, era situata la presa d'aria tropicalizzata dotata di filtri anti sabbia [8] del turbocompressore del motore e i due radiatori dell'olio a barilotto.

Il carrello, del tipo a triciclo posteriore, si retraeva verso la mezzeria del velivolo ede erano dotati di ammortizzatori oleopneumatici. Il ruotino posteriore era del tipo semiretrattile mediante comando idraulico collegato allo stesso comando del carrello anteriore. L'ampia carreggiata del carrello e la sua robustezza consentivano al Macchi M.C. 205 l'impiego su superfici semipreparate. Un punto debole era la mancanza di un dispositivo di blocco meccanico nella posizione estratta, da cui potevano derivare seri problemi nel caso di perdite del fluido idraulico del circuito del carrello[9]. La posizione del carrello era data da un indicatore meccanico,da uno elettrico e da uno acustico. Gli indicatori meccanici e elettrici erano posizionati sul cruscotto.

Il posto di pilotaggio era di dimensioni piuttosto ridotte dotato di parabrezza con trasparente anteriore in blindovetro del tipo VIS 1 e tettuccio incernierato sulla destra per consentire l'accesso del pilota. Il posto di pilotaggio era munito di seggiolino regolabile in altezza e protetto da corazzatura. La visibilità era buona in volo ma problematica a terra per via del lungo muso[10].Al di sotto dell'abitacolo era situato il radiatore del liquido del circuito di raffreddamento del motore che era perfettamente uguale nelle dimensioni a quello installato sul M.C.202 Folgore.

Motori

l'apparato propulsore era costituito da un Daimler-Benz DB 605 A-1 costruito su licenza dalla FIAT come FIAT RA.1050 RC. 58 Tifone. Si trattava di un propulsore con dodici cilindri a V invertito di 60°, alimentazione a iniezione, raffreddato a liquido e capace di sviluppare una potenza di 1475 CV ((1084.86 kW) a 2800 giri al minuto, al decollo . Il motore era dotato di avviamento elettrico, riduttore e compressore per il ristabilimento della potenza in quota a 5800 m. dove erogava una potenza di 1355 CV (996 kW) a 2800 giri al minuto. Il motore azionava un'elica tripala metallica tipo Piaggio P.2001 del diamtro di 3,05 m a giri costanti e passo variabile in volo avente con comando elettro-meccanico.

Sistemi e Impianti

Il carburante tipo Avio B.4 da 95-100 ottani era contenuto in quattro serbatoi. Il principale da 270 l all'interno del pianetto centrale, due da 40 litri disposti ai lati del serbatoio principale e infine un serbatoio da 83 litri disposto dietro le spalle del pilota. Tutti i serbatoi erano protetti da rivestimento "SEMAPE" capace di chiudere i fori dei proiettili fino ad un calibro di 12,7 mm.

 
abitacolo del Macchi M.C. 205V

Gli esemplari disponevano di un impianto ricetrasmittente (RT) del tipo Allocchio-Bacchini B.30, con antenna del tipo a stilo, in seguito sostituita da una modello T.R.5043 di fabbricazione statunitense. Era prevista l'installazione di un radiogoniometro RG.42 sotto la fusoliera e, sugli ultimi esemplari prodotti, di un IFF tipo Argo o Lorenza Fu.G.25/A. Il collimatore a riflessione era del tipo S.Giorgio tipo C con mirini a visuale libera.

Armamento

Sviluppi del progetto base

Impiego operativo

Italia

Regia Aeronautica

Aeronautica Cobelligerante

Aviazione Nazionale Repubblicana

Aeronautica Militare

Egitto

Subito dopo il conlitto, l'Aermacchi riprese la produzione del Veltro usando componenti e attrezzature risparmiate dalla distruzione della guerra o recuperate sui vari campi, oppure convertendo cellule di M.C.202 in M.C. 205. La trasformazione comportava la sostituzione del motore e dei piani verticali di coda, mentre le ali rimanevano quelle del 202 predisposte ma prive della armi da 7,7 mm e munite di attacchi subalari per i carichi di caduta. La ripresa della produzione fu stimolata anche per soddisfare la commessa dell'Aeronautica Egiziana la Royal Egyptian Air Force (REAF). Un primo lotto di ventiquattro macchine raggiunse l'Egitto in tempo utile per partecipare al primo conflitto arabo-israeliano. Quattro raggiunsero l'Egitto via mare dall'Italia il 16 settembre 1948,tre il 6 ottobre, quattro il 26 ottobre e ulteriori quattro il 24 novembre, ricevendo dalla REAF i numeri d serie da 1201 a 1215. Si trattava di cinque 205V e dieci 202 convertiti[11] I restanti nove velivoli del primo ordine raggiunsero l'Egitto ai primi del 1949 ricevendo le matricole 1216-1224 (tre M.C.205 e sei M.C.202 convertiti). Un accordo per un secondo lotto di diciotto macchine fu firmato il 23 febbraio 1949, per un valore contrattuale di 270.000 sterline egiziane[12]. I velivoli furono forniti progressivamente tra luglio e novembre 1949. La Macchi forni anche un team di tecnici,guidato da Guido Carestiato, per le attività di assistenza e le operazioni di accettazione dei velivoli. I 205V di questo secondo lotto ricevettero i seriali da 1225 a 1242.

Nella REAF i caccia della Macchi furono assegnati allo Squadron 2 di base a al-Arish in tempo per partecipare al conflitto arabo-israeliano del 1948-49. I "Veltro" egiziani furono utilizzati in combattimento contro gli aerei israeliani,[13] con risultati controversi; secondo alcune fonti, il 7 gennaio 1949 un Veltro distrusse un P-51D Mustang israeliano,[14]. Secondo fonti più recenti, gli Spitfire e i Mustang israeliani tra il 28 dicembre 1948 e il 5 gennaio 1949 abbatterono almeno cinque M.C.205V e ne distrussero altri due al suolo senza subire alcuna perdita.[15]. Un rapporto sullo stato dell'aviazione egiziana, stilato successivamente alla data dell'armistizio, in data 25 gennaio 1949, rivelò che tre velivoli serie 1204, 1208 e 1215 erano stati dichiarati fuori uso, probabilmente persi in combattimento, ed altri sei erano seriamente danneggiati per danni causati da atterraggi di fortuna[16].

I Macchi furono intensamente utilizzati nell'Aeronautica Egiziana, subendo anche molti incidenti sia per la scarsa esperienza di piloti che per i frequenti malfunzionamenti dei motori DB605, costruiti su licenza in Italia durante il periodo bellico[17] Quando nel dicembre 1950 una missione della AerMacchi visitò le basi della REAF per fornire assistenza tecnica, erano ancora operativi ventisei esemplari e tra questi erano presenti i velivoli veterani di guerra forniti con il primo lotto[18]. Con l'entrata in servizio dei primi caccia a reazione, i Macchi furono utilizzati per l'attività addestrativa nella base di Helwan, lasciando comunque un buon ricordo nei piloti egiziani[19].

La prevista fornitura di un terzo lotto di venti esemplari, già predisposto, non si materializzò perché l'Aviazione egiziana stava già ricevendo i suoi primi caccia a reazione[20] [21] e i velivoli ricondizionati vennero ceduti all'Aeronautica Militare Italiana[13] che l'impiegò nella Scuola Caccia di Brindisi fino ai primi anni 50.

L'attività svolta dalla AerMacchi nella produzione dei 205 per l'Egitto le attirò le attenzioni della cosiddetta Banda Stern, l'organizzazione paramilitare israeliana a cui fu attribuito l'attentato ai fabbricati della ditta stessa avvenuto il 18 settembre 1948. Diverse bombe vennero piazzate nell'aviorimessa dell'Aermacchi a Venegono, dove presenti anche alcuni dei Macchi M.C.205 ordinati dall'Egitto. L'esplosione causò la distruzione di un M.C.205V e di tre MB.308, mentre altri tre Veltro furono danneggiati[22].

Siria

L'Aeronautica Militare Siriana ricevette dieci Macchi M.C.205V ex-egiziani che furono utilizzati fino all'arrivo dei primi caccia reazione[23] nel settembre del 1952[24].

Versioni

Utilizzatori

Esemplari attualmente esistenti

Note

Annotazioni

Fonti

  1. ^ Dimensione Cielo volume 3, p. 5
  2. ^ http://m-selig.ae.illinois.edu/ads/aircraft.html
  3. ^ Marco Gueli, L'Aermacchi C.205, in Storia Militare, nº 252, ottobre 2014, pp. 50
  4. ^ apertura 4,32 m
  5. ^ apertura 4,52 m
  6. ^ conosciuta come SuperAvional
  7. ^ AA.VV., p. 588
  8. ^ tipo A.S. Africa Settentrionale
  9. ^ p. 588, Fabbri
  10. ^ AA.VV., p. 588
  11. ^ Brian Cull, p. 367
  12. ^ Brian Cull,  p.5
  13. ^ a b Nicola Malizia. "Aermacchi Bagliori di guerra". Roma, IBN 2006.
  14. ^ Jonathan Glancey. Spitfire The Biography. London: Atlantic Books, 2006, pag. 168.
  15. ^ Vaccari, Pierfrancesco: S.199 per la IAF, Rivista Italiana Difesa aprile 2009 p.88-91.
  16. ^ Cull, p. 367
  17. ^ Brian Cull, p.5
  18. ^ Brian Cull, p. 368
  19. ^ Marco Gueli, L'Aermacchi C.205, in Storia Militare, pp. 50.
  20. ^ i primi due Gloster Meteor, un F4 e un T7 atterrarono nell'aeroporto del Cairo il 27 ottobre 1949
  21. ^ Brian Cull, p. 9
  22. ^ Gori, Paolo, Caccia italiani sulla Palestina, JP-4, aprile 1991, p.64.
  23. ^ Gloster MeteorF8 ex-RAF
  24. ^ Wings over Suez, p. 29


Bibliografia

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Pubblicazioni

  • (IT) Marco Gueli, L'Aermacchi C.205, in Storia Militare, n. 252, ottobre 2014, pp. 50.
  • (IT) M.C. 205: un aeroplano... 40 anni dopo, in Aermacchi World, n. 4, Varese, febbraio 2, pp. 4.
  • (IT) Macchi "M.C. 205", in l'Ala, 1946.
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  • (IT) Catalogo Nomenclatore per velivolo "Aerca Macchi C.205 V, Roma, Sottosegretario dell'Aeronautica Direzione generale tecnica, 1944.

Collegamenti esterni

Aer.Macchi MC.205 Veltro e Orione, su ilvolo.it. URL consultato il 28 gennaio 2018.