Renato Moglia (Ronco Biellese, 26 febbraio 1916Aspromonte, 4 settembre 1943) è stato un ufficiale e aviatore italiano. Tenente della Regia Aeronautica, fu un eroe di guerra, nella seconda guerra mondiale: venne decorato con la medaglia d'argento al valore militare alla memoria.

Renato Moglia
NascitaRonco Biellese (Vercelli), 26 febbraio 1916
MorteAspromonte (Reggio Calabria), 4 settembre 1943
Cause della mortecaduto in azione di guerra, ad armistizio già firmato ma mantenuto segreto
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armata Regia Aeronautica
SpecialitàBombardamento in picchiata
Reparto5º Stormo Tuffatori,
102º Gruppo,
239ª Squadriglia.
GradoTenente
ComandantiGiuseppe Cenni
Guerreseconda guerra mondiale.
BattaglieOperazione Husky e
operazione Baytown
Decorazionimedaglia d'argento al valor militare.
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Biografia

Adolescenza

Renato Moglia nasce a Ronco Biellese (Vercelli) il 26 febbraio 1916, da Mario Moglia e Teresa De Bernardi. Fin da ragazzo appassionato di meccanica, consegue nel 1935 il diploma di perito meccanico presso l’istituto Tecnico Industriale di Biella.

Prima esperienza in Regia Aeronautica

Quando la leva della classe 1916 viene chiamata, entra come allievo ufficiale di complemento, nella Regia Aeronautica con ferma di 18 mesi. Frequenta i primi corsi di volo a Pola (oggi Croazia) per poi passare alla scuola di Siena e, in fine, alla scuola Caccia di Castiglione del Lago (Perugia): dove ottiene la nomina di 1° Aviere Pilota sul Caproni Ca.100 (il famoso “Caproncino”) e successivamente quella di pilota militare su Fiat C.R.20. Giunge così la promozione a S.Ten. Pil. di complemento e viene assegnato al 53º Stormo sull'Aeroporto di Caselle (Torino). In questo periodo consegue le abilitazioni anche per il Fiat C.R.39 e il Ro.41. Ma l’8 agosto 1939 cessa la sua ferma e la sua attività all’interno della Regia Aeronautica.[1]

Seconda Guerra Mondiale

 
Junkers Ju 87 Stuka in servizio con la Regia Aeronautica soprannominati "picchiatelli".

Negli anni di congedo, Moglia si sposa e, l’1 agosto 1941, ha la piccola Anna. Ma l’Italia è in guerra da due anni e non ci si può privare di giovani con esperienza di volo e conclamate abilità. Nel marzo del 1942, Moglia viene quindi richiamato al servizio militare, per un test di verifica e immediatamente reintegrato, per misure eccezionali, al servizio attivo. Prima Cameri (Novara) e poi Mondovì (Cuneo).[1]

Tuffatore con Giuseppe Cenni

Per quanto non avesse avuto ancora modo di dimostrare, in guerra, le proprie qualità come pilota da caccia: Moglia fu subito attratto dalla specialità del “Tuffo”. In quel periodo un asso già famoso in quella specialità, Giuseppe Cenni, stava cercando piloti per costituire il neonato 102º Gruppo. Moglia chiese ed ottenne di essere assegnato a questa affascinate specialità. Inviato al 102º Gruppo Tuffatori, consegue l’abilitazione su: Fiat C.R.42 e il famoso Junkers Ju 87 Stukas.[2]

Re.2002 “Ariete” II

 
Reggiane Re.2002 ultimo tipo di aereo utilizzato dal Ten. Moglia.

Alla fine del 1942 i due reparti del 5° Stormo Tuffatori, il 101° e il 102º Gruppo, si ritrovarono a Lonate Pozzolo (Varese) per il passaggio di macchina. Gli Stukas italiani, infatti, erano arrivati al limite dell’usura e le Officine Meccaniche Reggiane stavano per licenziare un caccia, a firma dell’Ing. Longhi: era il Re.2002 “Ariete” II. Il velivolo, per l’urgenza del momento storico, entrò in produzione ancora prima del superamento di una vera fase di collaudo. Non pochi furono i problemi nella successiva messa a punto.[3] Questo non impedì di incominciare con un’intensa attività addestrativi: ma anche in questa fase il 102º Gruppo di Cenni dovette pagare ulteriore pegno con la morte del Magg. Rastelli. Ai primi di giugno del 1943 il 5° Stormo fu rischierato sull’Aeroporto di Tarquinia (Viterbo).[2]

Sbarco in Sicilia: operazione Husky

Nella notte del 9 luglio 1943 incominciò lo sbarco in Sicilia, nome in codice operazione Husky. Nella mattina del 10, Cenni al comando del gruppo si spostò da Tarquinia a Crotone. Appena atterrati arrivò subito l’ordine di ridecollare: vi fu solo il tempo per agganciare le bombe e, alle 18.10, instancabilmente, decollarono 2 formazioni di 4 velivoli: una guidata dal T.Col. Nobili e l’altra dal Magg. Cenni. Arrivati sulle coste di fronte ad Augusta furono travolti da un inferno di fuoco. Finito lo sgancio delle bombe contro le navi da guerra gli 8 Re.2002 furono intercettati da Spitfire. Tre velivoli furono abbattuti: tra cui il Comandante del 5° Stormo, T.Col. Nobili. Quel drammatico lutto, portò i vertici ad affidare a Cenni il comando dello Stormo, diventando così, a soli 28 anni, il più giovane comandante di Stormo della Regia Aeronautica. Nonostante fosse emerso, dalla prima missione, che affrontare quei cieli senza scora fosse un suicidio: Cenni, ligio agli ordini, continuò senza esitazione seguito con altrettanta determinazione dai suoi uomini. Già l’indomani, 11 luglio 1943, si ritornò ad operare. Questa volta fu il debutto in battaglia anche per il Ten. Moglia. Certo, non un momento facile per il battesimo del fuoco, che avrebbe messo in crisi qualsiasi persona. Ma non fu così per Moglia che, ben comportatosi nell’operazione del mattino, fu richiamato dal suo Comandante a seguirlo anche per l’azione del pomeriggio. Moglia, non ebbe così modo di assorbire l’adrenalina e si ritrovò nuovamente in battaglia. La giornata si concluse con buoni risultati dal punto di vista bellico. Ma, per questo, il 5° Stormo dovette pagare un grosso tributo: ben 3 dei suoi piloti persero la vita. Moglia viene richiamato per operare nel pomeriggio del giorno dopo: ha solo 2 missioni alle spalle, ma la veemenza della battaglia di quei giorni lo fa sentire come un vero veterano. Alla fine di questa difficile missione il 5° Stormo viene attaccato da caccia nemica. Moglia, colpito e con l’aereo in avaria, atterra senza carrello sulla spiaggia di Mascali: usendone illeso. Il giorno dopo l'aeroporto di Crotone, base del 5° Stormo, viene raso al suolo da un bombardamento ed è costretto a spostarsi a Manduria (Taranto). Nel frattempo Moglia riesce a risalire la penisola e si presenta a un comando. Gli viene concessa una settimana di licenza premio, che trascorre in casa con la famiglia. Nel frattempo, il 25 luglio 1943, cadde il governo fascista. C’è un “fuggi fuggi” generale, e Moglia potrebbe fare come molti e restare a casa: lui non è quel genere di persona e si ripresenta, dal suo Comandante, a Manduria. Nel mese di agosto, il 5° Stormo continua ad operare e Moglia riprende dimestichezza con il Re.2002.

L’operazione Baytown e l'armistizio

Il 3 settembre parte l'operazione Baytown con l'invasione della penisola italiana: dieci Reggiane Re.2002 del 5° Stormo (sei del 101° Gruppo e quattro del 102°), tra cui Renato Moglia, decollarono da Manduria per ostacolare lo sbarco alleato a Reggio Calabria: la missione si concluse senza perdite. Alle 17.15 dello stesso giorno, a non molti chilometri da quegli scontri, sotto una tenda nascosta tra gli ulivi a Cassibile, il Gen. Castellano firmava per nome del governo italiano l’armistizio corto, controfirmato dal Gen. statunitense Bedell Smith. L’Italia si arrendeva senza condizioni.[4]

Il 4 settembre 1943, sulla base di Manduria gli uomini del 5° Stormo Tuffatori nulla sapevano e neppure immaginavano di quanto fosse accaduto il giorno precedente. La guerra andava avanti e non si poteva far altro che ostacolarla con tutte le forze possibili. Sulla scrivania del Comandante Cenni arrivò chiaro l’ordine di affrontare l’ennesima missione per ostacolare, con il massimo sforzo, lo sbarco in Calabria. La missione prevedeva, una scorta diretta e indiretta di caccia per i Re.2002. Furono scelti gli uomini: Cenni, nonostante l’incarico di comandante di Stormo, volle guidare l’operazione e Moglia, che bene si era comportato, era stato chiamato anche per questa missione. I 12 Re.2002 arrivarono sul luogo degli scontri e furono accolti da una reazione contraerea violentissima; nonostante questo, i Re.2002 riuscirono ad affondare 4 mezzi da sbarco e a mitragliare concentramenti di automezzi.[2] Gli aerei della scorta erano rimasti attardati rispetto ai tuffatori e furono attaccati con la perdita del Ten. Vitale. Così, anche i Re.2002, all’uscita dell’ultima picchiata, si trovarono di fronte un nuvolo di Spitfire: un aereo nettamente più veloce e performante dei Reggiane. Cenni che, come sua abitudine, in uscita dalla picchiata si metteva in coda al gruppo, per garantire la copertura ai suoi uomini, rimase attardato con Moglia. I due aerei cercarono scampo a volo radente tra le insenature delle montagne dell’Aspromonte. Ma le raffiche dei 6 Spitfire, che si erano distaccati per inseguire i due piloti italiani, non gli lasciarono scampo: gli aerei colpiti precipitarono nei pressi del comune di San Luca. Anche il Serg. Banfi fu colpito, ma trovò salvezza col paracadute.

A suggellare il valore del Ten. Renato Moglia verrà concessa la medaglia d’argento al valore militare.[5]

Onorificenze

«Volontario nella specialità tuffatori, ottenuta l’assegnazione ad un reparto operativo, partecipa a varie azioni fortemente contrastate dalla reazione aerea e contraerea nemica. Abbattuto una prima volta durante impari duello aereo, atterrava presso le linee nemiche e dopo perigliose vicissitudini rientrava al proprio reparto. In una azione contro navi nemiche da sbarco, sopraffatto dalla caccia nemica scompariva nel cielo della battaglia accomunando la proprio sorte con quella del Comandante della formazione.»
— Cielo della Sicilia e della Calabria, 11 luglio - 4 settembre 1943[5]

Riconoscimenti

Curiosità

 
Deriva di un Tornado del 102°Gr. con il Valzer! e il simbolo del Papero e lo storico Grillo. (6° St. Ghedi, 2008)
  • Il maggiore Cenni, sin dall'inizio delle sue missioni di bombardiere in picchiata, prese ad usare un segnale radio per tutti i piloti della squadriglia per indicare l'attacco. La frase era "valzer ragazzi !". Negli anni la frase divenne famosa e caratteristica del gruppo. Dal 1993, la scritta viene dipinta sulle derive degli aerei del 102º Gruppo.

Bibliografia

  • Franco Pagliano, Aviatori italiani, Roma, Longanesi & C., 1964.
  • Giuseppe Pesce, Giuseppe Cenni, pilota in guerra, Roma, Aeronautica Militare, 2002.
  • Antonio D'Agostino, Reggio Calabria 3 - 4 settembre 1943, Reggio Calabria, Jason, 1996.

Note

  1. ^ a b Antonio D'Agostino, Reggio Calabria 3 - 4 settembre 1943, Reggio Calabria, Jason, 1996.
  2. ^ a b c Giuseppe Pesce, Giuseppe Cenni, pilota in guerra, Roma, Aeronautica Militare, 2002.
  3. ^ http://www.alieuomini.it/catalogo/dettaglio_catalogo/reggiane_re_ariete,49.html
  4. ^ Le 17.30 di Algeri, su news.bbc.co.uk.
  5. ^ a b R.D. 2 settembre 1944
  6. ^ http://www.ilrestodelcarlino.it/reggio-emilia/cronaca/caccia-reggiane-1.3287340
  7. ^ http://www.aeronautica.difesa.it/storia/museostorico/Pagine/Reggiane-Re-2002.aspx

Collegamenti esterni