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NGC 2876
Galassia lenticolare
NGC 2876 nelle immagini Pan-STARRS.
Scoperta
ScopritoreÉdouard Stephan
Data5 marzo 1880 [1]
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneIdra
Ascensione retta09h 25m 13.8s [2]
Declinazione-06° 43′ 00″ [2][1]
Distanza310,0 milioni di a.l.
(95,04 Mpc) [2]
Magnitudine apparente (V)13,1 [3]

nella banda B: 14,1 [3]

Redshift0,020387 ± 0,000080 [2]
Luminosità superficiale13,78 [3]
Angolo di posizione95° [3]
Velocità radiale6112 ± 24 [2] km/s
Caratteristiche fisiche
TipoGalassia lenticolare
Classe(R')S0^0 pec? [2], S0 [3]
Dimensioni154 000 a.l.
(47 210 [2] pc)
Altre designazioni
PGC 26740
MCG -1-24-1 [1][3]
Mappa di localizzazione
Franco3450/Sandbox/2
Categoria di galassie lenticolari

NGC 2876 è una galassia lenticolare situata nella costellazione dell'Idra, a una distanza di circa 310 milioni di anni luce dalla nostra Via Lattea.[1]

Scoperta

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La galassia è stata scoperta il 5 marzo 1880 dall'astronomo francese Édouard Stephan.[1]

Descrizione

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  1. ^ a b c d e (EN) Courtney Seligman, Celestial Atlas Table of Contents, NGC 2874, su cseligman.com. URL consultato il 1º novembre 2025.
  2. ^ a b c d e f g Results for object NGC 2876, su ned.ipac.caltech.edu, National Aeronautics and Space Administration / Infrared Processing and Analysis Center. URL consultato il 1º novembre 2025.
  3. ^ a b c d e f (FR) Les données de «Revised NGC and IC Catalog by Wolfgang Steinicke», NGC 2800 à 2899, su astrovalleyfield.com. URL consultato il 1º novembre 2025.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni




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SDSS, DSS, DESI Legacy Imaging Surveys, DECam, Pan-STARRS,

distanza 310,0 mega anni luce (95,04 Mpc)

dimensioni 154 000 anni luce (47 210 pc)

NGC_2811_legacy_dr10.jpg - Dark Energy Spectroscopic Instrument|DESI Legacy Imaging Surveys

NGC2870 - SDSS DR14.jpg - Sloan Digital Sky Survey|SDSS

Galassie interagenti di Voroncov-Vel'jaminov

NGC 2874 ha una classe di luminosità II-III e presenta una larga riga a 21 cm dell'idrogeno neutro.[1] Nella galassia sono presenti anche regioni di idrogeno ionizzato.[1]

La designazione DRCG 7-47 è stata utilizzata da Wolfgang Steinicke per indicare che questa galassia figura nel catalogo degli ammassi galattici di Alan Dressler. I numeri 7 e 47 indicano rispettivamente che si tratta del 7º ammasso (Abell 194) e della 47ª galassia di questa lista.[2]

Questa galassia è designata Abell 194:[D80] 47 dal database NASA/IPAC.[1]

NGC 647 è una galassia il cui nucleo è molto brillante nell'ultravioletto. È inserita nel catalogo di Markarian con il codice Mrk 1000 (MK 1000).[3]

NGC 2870 è una galassia di campo, cioè una galassia che non appartiene ad alcun ammasso o gruppo di galassie ed è quindi gravitazionalmente isolata.[1]

Il database SIMBAD la classifica come galassia LINER, cioè una galassia il cui nucleo presenta uno spettro di emissione caratterizzato da larghe righe di atomi debolmente ionizzati.[4]

Data la sua luminosità superficiale pari a 14,21, NGC 2864 può essere classificata come una galassia a bassa luminosità superficiale (nella letteratura in lingua inglese abbreviata in LSB, acronimo di Low Surface Brightness). Le galassie LSB sono galassie di tipo diffuso (D) con una luminosità superficiale inferiore di almeno una magnitudine a quella del cielo notturno circostante.

Dato il valore della sua luminosità superficiale pari a 11,95, NGC 2812 può essere inclusa tra le galassie che presentano una elevata luminosità superficiale.[1]

Una galassia luminosa all'infrarosso (o Luminous infrared galaxy - LIRG)

La luminosità di NGC 2785 nell'infrarosso lontano (da 40 a 400 µm) è uguale a 3,63 x 1010   (1010,56  ), mentre la sua luminosità totale nell'infrarosso (da 8 a 1000 µm) è di 4,90 x 1010   (1010,69  ).[5]

NGC 2865 è stata utilizzata da Gérard de Vaucouleurs come esempio di galassia del tipo morfologico "Pec o E(shell)" nel suo atlante delle galassie.[6][7]

Secondo uno studio sulla luminosità della banda K nell'infrarosso vicino del bulbo galattico di NGC 2776, si ottiene un valore di 106,9   (7,9 milioni di masse solari) per il buco nero supermassiccio che si trova al centro della galassia.[8]

[9]

[10]

[11]

[12]

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[14]

  1. ^ a b c d e Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore ned
  2. ^ Alan Dressler, A Catalog of morphological types in 55 rich clusters of galaxies (PDF), in The Astrophysical Journal Supplement Series, vol. 42, aprile 1980, pp. 565-609, Bibcode:1980ApJS...42..565D, DOI:10.1086/190663.
  3. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore spider
  4. ^ (EN) Simbad, NGC 2857 -- LINER-type Active Galaxy Nucleus, su simbad.u-strasbg.fr. URL consultato il 26 ottobre 2025.
  5. ^ a b D. B. Sanders, J. M. Mazzarella, D. -C. Kim, J. A. Surace e B. T. Soifer, The IRAS Revised Bright Galaxy Sample (PDF), in The Astronomical Journal, vol. 126, n. 4, ottobre 2003, p. 1607-1664, Bibcode:2003AJ....126.1607S, DOI:10.1086/376841. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "Sanders" è stato definito più volte con contenuti diversi
  6. ^ (EN) Celestial Atlas, Gérard de Vaucouleurs' Atlas of Galaxies, NGC 2859, su cseligman.com.
  7. ^ (EN) The Galaxy Morphology Website, NGC 2865, su kudzu.astr.ua.edu. URL consultato il 29 ottobre 2025.
  8. ^ X.Y. Dong e M.M. De Robertis, Low-Luminosity Active Galaxies and Their Central Black Holes, in The Astronomical Journal, 131#3, marzo 2006, pp. 1236-1252, Bibcode:2006AJ....131.1236D, DOI:10.1086/499334.
  9. ^ (EN) A.M. Garcia, General study of group membership. II - Determination of nearby groups, in Astronomy and Astrophysics Supplement Series, 100 #1, luglio 1993, pp. 47-90, Bibcode:1993A&AS..100...47G.
  10. ^ (EN) D. S. L. Soares, R. E. de Souza, R. R. de Carvalho e T. C. Couto da Silva, Southern binary galaxies. I. A sample of isolated pairs. (PDF), in Astronomy and Astrophysics Supplement, vol. 110, aprile 1995, p. 371, Bibcode:1995A&AS..110..371S, DOI:10.48550/arXiv.astro-ph/9410092.
  11. ^ (EN) Abraham Mahtessian, Groups of galaxies. III. Some empirical characteristics (PDF), in Astrophysics, 41 #3, luglio 1998, pp. 308-321, DOI:10.1007/BF03036100.
  12. ^ Halton Arp, Atlas of Peculiar Galaxies, in Astrophysical Journal Supplement, vol. 14, novembre 1966, p. tavola 1, p. 13, Bibcode:1966ApJS...14....1A, DOI:10.1086/190147.
  13. ^ (EN) S. Comerón, J. H. Knapen, J. E. Beckman, E. Laurikainen, H. Salo, I. Martínez-Valpuesta e R. J. Buta, AINUR: Atlas of Images of NUclear Rings (PDF), in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, 402#4, marzo 2010, pp. 2462-2490, Bibcode:2010MNRAS.402.2462C, DOI:10.1111/j.1365-2966.2009.16057.x.
  14. ^ A. Beifiori, M. Sarzi, E.M. Corsini, E. Dalla Bontà, A. Pizzella, L. Coccato e F. Bertola, UPPER LIMITS ON THE MASSES OF 105 SUPERMASSIVE BLACK HOLES FROM HUBBLE SPACE TELESCOPE/SPACE TELESCOPE IMAGING SPECTROGRAPH ARCHIVAL DATA, in The Astrophysical Journal, 692#1, febbraio 2009, pp. 856-868, DOI:10.1088/0004-637X/692/1/856.