Sonia Terk Delaunay e Angelo Targhini e Leonida Montanari: differenze tra le pagine

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[[File:Sonia Delaunay by Lothar Wolleh.jpg|thumb|Sonia Delaunay Foto: [[Lothar Wolleh]]]]
{{Bio
|Nome = SoniaAngelo Terk'''(o''' Angiolo''')'''
|Cognome = DelaunayTarghini
|ForzaOrdinamento = Targhini e Montanari
|Sesso = FM
|LuogoNascita = Hradyz'kBrescia
|GiornoMeseNascita = 14 novembre
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 18851799
|LuogoMorte = ParigiRoma
|GiornoMeseMorte = 523 dicembrenovembre
|AnnoMorte = 19791825
|Attività = pittrice
|Epoca = 1800
|Nazionalità = ucraina
|Attività = pittricepatriota
|Nazionalità = ucrainaitaliano
|FineIncipit =e 
|Punto = no
|Immagine = Campo Marzio - piazza del Popolo - caserma Acqua - memoria Tarchini e Montanari 00487.JPG
|Didascalia = Lapide commemorativa dei carbonari Targhini e Montanari, giustiziati nel [[1825]], a [[piazza del Popolo (Roma)|piazza del Popolo]].
}}
{{Bio
|Nome = Leonida
|Cognome = Montanari
|Sesso = M
|LuogoNascita = Cesena
|GiornoMeseNascita = 1426 novembreaprile
|AnnoNascita = 1800
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 23 novembre
|AnnoMorte = 1825
|Attività = chirurgo
|Epoca = 1800
|Nazionalità = italiano
|FineIncipit = sono stati due [[carboneria|carbonari]] [[italia]]ni<ref>[http://www.carboneria.it/montanari.htm Breve biografia di Leonida Montanari]</ref><ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.comune.cesena.fc.it/sezione%20monumenti/cronologia.pdf Secondo la cronologia della storia di Cesena Angelo Targhini sarebbe di Madre cesenate] |date=settembre 2017 |bot=InternetArchiveBot }}</ref><ref>[http://www.libreriaquondam.it/Quondam%202-2008.pdf La sentenza riportata sul manifesto di condanna:] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090711050720/http://www.libreriaquondam.it/Quondam%202-2008.pdf |data=11 luglio 2009 }} {{Citazione|SENTENZA.<br/> Lunedì 21 novembre 1825... Angelo Targhini, Leonida Montanari, Pompeo Garofolini, Luigi Spadoni, Ludovico Gasperoni, Sebastiano Ricci... [[Lesa maestà|Delitto di lesa Maestà]], e di ferimento con prodizione... La Commissione Speciale condanna Angelo, Targhini di Brescia e Leonida Montanari di Cesena alla Pena di Morte, Luigi Spadoni di Forlì e Pompeo Garofolini Romano alla Galera a Vita e gli altri alla Galera per dieci anni... (proscritte Società Segrete... Setta Carbonica).<br/> Roma, Poggioli, 1825. Cm.39x49.}}</ref><ref>Secondo Salvatore Carbone, ne ''[http://books.google.it/books?id=hEfRAAAAMAAJ&q=Angelo+Targhini+nato+a+Brescia&dq=Angelo+Targhini+nato+a+Brescia&ei=XdtdS7IlmMTOBP3GzKsO&cd=6 Fonti per la storia del Risorgimento italiano negli Archivi nazionali di Parigi: i rifugiati italiani 1815-1830]''. Roma Istituto per la storia del Risorgimento italiano 1962; Angelo Targhini, fu detenuto a [[Castel Sant'Angelo]] per aver ucciso tal Angelo Corsi nel 1819, [[grazia (diritto)|grazia]]to per volontà di [[Pio VII]]</ref><ref name=Cittadino1>{{collegamento interrotto|1=[http://www.miniereromagna.it/ilsavio/IlCittadino/1890/IlCittadino1890-04-20.pdf Si veda la biografia del Montanari a p.2 del ''Cittadino'' di Cesena del 20 aprile 1890, a. II, n.16 (prima parte)] |date=febbraio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}.</ref><ref name=Cittadino2>{{collegamento interrotto|1=[http://www.miniereromagna.it/ilsavio/IlCittadino/1890/IlCittadino1890-04-27.pdf ''Il cittadino'', del 27 aprile 1890, a. II, n.17 (seconda parte)] |date=febbraio 2018 |bot=InternetArchiveBot }} dove si dice che Targhini era di madre cesenate e di padre bresciano cuoco di [[papa Pio VII]] e anche qui si riferisce della condanna per omicidio avvenuto per rissa.</ref> membri di una delle cosiddette "vendite" (riunioni segrete carbonare), scoperti per aver tentato di uccidere un infiltrato. Furono [[pena capitale|condannati a morte]] per "[[lesa maestà]]" e giustiziati per [[decapitazione]]
|ForzaOrdinamento = Targhini e Montanari
}}
 
==Biografia Storia ==
Angelo Targhini, di madre cesenate e di padre [[brescia]]no<ref>Tuttavia c'è chi ipotizza che il padre di Targhini fosse anch'egli cesenate: [http://books.google.it/books?id=hnYfAAAAMAAJ&q=Angelo+Targhini+nato+a+Brescia&dq=Angelo+Targhini+nato+a+Brescia&ei=XdtdS7IlmMTOBP3GzKsO&cd=5]</ref>, era cuoco di [[Pio VII]],<ref name=Cittadino1 /><ref name=Cittadino2 /> mentre Leonida Montanari, originario di Cesena, era un chirurgo<ref name=Cittadino1 /><ref name=Cittadino2 /> che abitava a [[Rocca di Papa]]<ref>La città gli ha dedicato l'istituto comprensivo.</ref>. La vendetta carbonara che Targhini e Montanari avevano organizzato aveva subìto delle defezioni e, probabilmente per timore di tradimenti attivi, pare{{citazione necessaria}} che Targhini avesse deciso di "dare una lezione" a qualcuno dei transfughi. Ne nacquero vere delazioni a cui seguirono una decina di arresti e condanne (tra cui quelle di altri tre romagnoli) e la loro condanna a morte. Regnava [[papa Leone XII]].
Studiò inizialmente a [[San Pietroburgo]] e nel [[1903]] seguì un corso di disegno a [[Karlsruhe]], in [[Germania]].
Nel [[1906]] si trasferì a [[Parigi]], dove dipinse opere ispirate a [[Paul Gauguin]] e a [[Vincent Van Gogh]] e dove, nel [[1910]], sposò il pittore [[Robert Delaunay]].
 
L'esecuzione fu opera di [[Mastro Titta]], boia dello [[Stato Pontificio]] dal [[1806]] al [[1864]]. Nel testo anonimo del XIX secolo ''Mastro Titta, il boia di Roma: Memorie di un carnefice scritte da lui stesso'' così vengono narrati i fatti:
Già orientata verso una pittura di puro colore, Sonia affiancò il marito nelle ricerche sul colore e sulla rifrazione della luce, in cui l'effetto dinamico è espresso dalle sole modulazioni del colore e della luce che conferiscono all'opera un tono lirico, approdando al movimento chiamato [[orfismo]] (o cubismo orfico; termine che deriva da [[Orfeo]], mitico musico della mitologia greca).
 
{{Citazione|... decapitai al Popolo ''[si intende: Piazza del Popolo]'' Leonida Montanari e Angiolo Targhini, due cospiratori contro il governo di Sua Santità, appartenenti alla setta dei Carbonari, i quali avevano gravemente ferito un loro compagno, tale Spontini, sospettando che li avesse traditi e denunziati all'autorità.
Sonia Terk cercò di portare l'[[orfismo]] oltre i confini della pittura: a partire dal [[1913]] realizzò stoffe a contrasti simultanei, creazioni astratte di carta e tessuto e caratteri di stampa per libri a colori simultanei, cioè con rapporti cromatici e caratteri tipografici diversi e con il testo stampato in verticale.
 
Di questa esecuzione si fecero di molti discorsi in Roma, perché la tenebrosa associazione alla quale appartenevano incuteva spavento alla popolazione di Roma, onesta, timorata e fedele al Papa. Ma benché si sussurrasse di tumulti ed insurrezioni preparate dai loro confratelli, per sottrarli al patibolo, la tranquillità, grazie alle saggie ed energiche disposizioni adottate dal governo, non fu menomamente turbata. Ecco come si svolsero i fatti.
Tra le due guerre, Sonia realizzò i primi vestiti astratti ed affiancò il marito in alcune grandi decorazioni per l'Esposizione universale di [[Parigi]] del [[1925]].
Dominio incontrastato di Sonia rimase però l'arte dell'[[arazzo]] e del [[tessuto]], che essa rinnovò profondamente sostituendo alle decorazioni tradizionali dei motivi geometrici di sorprendente intensità cromatica, tipici della sua pittura. Nel 1927, per spiegare il senso della propria opera (i tessuti e gli [[Abiti simultanei|abiti]] "simultaines") scrisse "L'Influences de la peinture sur le mode", in cui spiegava "che una tinta che sembra uniforme è formata dall'insieme di una miriade di tinte diverse" è la scomposizione delle tinte in elementi multipli, presi dai colori del prisma. Da questa concezione derivarono abiti fatti sostanzialmente di colori, a cui il taglio semplificato e le fogge diritte offrivano campi perfettamente piani per esprimere al meglio le loro potenzialità di rapporto e interferenza.
Dopo la [[Seconda guerra mondiale]] continuò ad esporre nelle principali mostre le sue opere di arte astratta.
 
Un affigliato, certo Angiolo Targhini, romano, fu incaricato dell'operazione. Era un popolano d'animo deliberato e di braccio sicuro.
Sonia Terk Delaunay morì il 5 dicembre [[1979]] a [[Parigi]].
 
Una sera Targhini passa dalla farmacia Peretti e vedendo lo Spontini sulla porta, l'invita a seguirlo, dicendo dovergli parlare di cosa grave. Spontini accondiscende e lo segue.
Nel mese di aprile 2006 si è tenuta una mostra dedicata a Sonia Delaunay a [[Bellinzona]], Svizzera ([[Canton Ticino]]), presso il Museo [[Villa dei Cedri]].
 
Svoltano per il vicolo di Sant'Andrea buio e deserto: Targhini si guarda attorno un momento e, non vedendo nessuno, trae un pugnale dalla tasca in petto dell'abito e lo infigge in seno allo Spontini dalla parte del cuore. Spontini cade e Targhini si allontana con rapido passo con un altro che l'attendeva. Spontini non era morto.
 
Chiama aiuto; accorrono verso di lui due carabinieri pontifici che pattugliavano in quei pressi e lo trovarono seduto per terra, col capo appoggiato alla colonnetta, che stava sotto la cappelletta della Madonna, illuminata dalla lampada, sull'angolo del palazzo. Esaminatolo lo trovano ferito e vanno alla farmacia Peretti a chiedere se c'era qualche medico, per aiutare il malcapitato e giudicare se era trasportabile. Esce fuori il chirurgo Leonida Montanari di Cesena e s'avviano verso il ferito, sempre al medesimo posto. Montanari tira fuori la busta chirurgica, vi prende uno specillo, si mette a specillare la ferita e non la trova mortale. Ma uno dei carabinieri che osservava attentamente il Montanari, si accorge che collo specillo tentava di approfondire la ferita. Non gliene lascia il tempo; gli toglie lo specillo e gli lega i polsi con un buon paio di manette. Poi, chiamata man forte, condussero il Leonida Montanari alle carceri; Spontini alla Consolazione, ove lo guarirono della sua ferita. Fu eretto il processo contro il Targhini, del quale il ferito declinò il nome, accusandolo del fatto, e che venne tosto arrestato e contro il Montanari, che aveva tentato di compir l'opera, e, quantunque opponessero i più sfrontati dinieghi, furono condannati dalla Sacra Consulta alla decapitazione.
 
Si temeva che per l'esecuzione, gli altri settari volessero tentare qualche colpo audace, e furono prese tutte le disposizioni opportune. Quanto a me, sebbene avessi ricevuto una quantità di lettere anonime, che mi minacciavano di morte se avessi fatta l'esecuzione, ho compiuto il mio dovere senza esitanza.
 
Era uno spettacolo imponente. Piazza del Popolo era gremita di gente, come non la vidi mai. Quando vi arrivammo colla carretta i soldati stentarono ad aprirci il varco. Giunti sotto il palco, che avevo eretto durante la notte, col concorso del mio aiutante, Targhini prima e Montanari poi scesero colla maggior franchezza di questo mondo, e ne salirono i gradini circondati dai confortatori, saltellando quasi. Tutti i tentativi per indurli al pentimento ed alla confessione riuscirono vani. — Non abbiamo conto da rendere a nessuno: il nostro Dio sta in fondo alla nostra coscienza — rispondevano invariabilmente.
 
Avevo avuto ordine da Monsignor Fiscale di far presto e i confortatori, a quanto credo, lo stesso. Quindi non si perdette altro tempo. Li legai solidamente ai polsi, perché avevano rifiutato di lasciarsi bendare, poi spinsi innanzi Angelo Targhini, che porse il capo sorridendo alla ghigliottina e in un secondo fu spedito. Leonida Montanari mi salutò beffardamente dicendomi: «Addio collega.» e fece poi come il Targhini e come il Targhini lo spedii al Creatore.
 
Ci fu un subitaneo movimento nella folla; pareva volesse scoppiare un applauso. Ma la vista della forza armata la contenne e non si ebbe a deplorare il benché menomo incidente.}}
 
Morendo, sia Targhini che Montanari si dichiararono "innocenti, carbonari e non credenti,"{{senza fonte}} in sintonia con la relazione di Mastro Titta, più sopra: "non abbiamo conto da rendere a nessuno: il nostro Dio sta in fondo alla nostra coscienza".
Furono sepolti entrambi al [[Muro Torto]], nella terra sconsacrata dove finivano i suicidi, i ladri, i vagabondi e le prostitute.
 
Ancora oggi a sinistra di [[Porta del Popolo]], sul fianco della caserma dei [[carabinieri]], si può leggere la lapide in memoria dell'esecuzione dei due carbonari apposta nel [[1909]].
 
==Note==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Romano Bracalini; ''L'Italia prima dell'unità (1815 - 1860)''; Milano, BUR, 2001.
* Nazzareno Trovanelli; ''La decapitazione di Leonida Montanari e di Angelo Targhini''. Cesena, Tipografia ditta Biasini di P. Tonti, 1890.
* Costanzo Premuti, Leonida Montanari, Angelo Targhini; ''In memoria di Angelo Targhini e Leonida Montanari, decapitati nel MDCCCXXV per ordine di papa Annibale della Genga''. 1909
 
== Filmografia ==
La storia è stata portata al cinema dal regista [[Luigi Magni]], nel film ''[[Nell'anno del Signore]]'' ([[1969]]), con protagonista [[Nino Manfredi]] e, nei ruoli dei due rivoluzionari, [[Robert Hossein]] (Montanari) e [[Renaud Verley]] (Targhini).
 
== Voci correlate ==
*[[Risorgimento italiano]]
*[[Potere temporale dei papi]]
*[[Stato Pontificio]]
*[[Carboneria]]
 
== Altri progetti ==
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