Monte San Giorgio (UNESCO) e Washington Open 1999: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
 
Botcrux (discussione | contributi)
m Bot: aggiungo sortkey " " per categoria principale (v. discussione)
 
Riga 1:
{{TennisEventInfo|1999|Legg Mason Tennis Classic|
{{nota disambigua|l'omonima montagna delle Alpi Cozie|Monte San Giorgio (Alpi Cozie)}}
| data=16 agosto – 22 agosto
{{Montagna
| edizione=30a
|nomemontagna = Monte San Giorgio
| località={{bandiera|USA}} [[Washington]], [[Stati Uniti]]
|immagine = Lake Lugano.jpg
| champs={{bandiera|USA}} [[Andre Agassi]]
|image_text = Il Monte San Giorgio è la vetta sulla sinistra
| champd={{bandiera|USA}} [[Justin Gimelstob]] / {{bandiera|CAN}} [[Sébastien Lareau]]
|sigla_paese = CHE
| superficie=[[Campo da tennis#Cemento|Cemento]]
|div_amm_1 = {{CH-TI}}
|div_amm_2 = [[Distretto di Mendrisio]]
|altezza = 1097
|catenamontuosa = [[Alpi]]
|latitudine_d = 45.91389
|longitudine_d = 8.949722
|altrinomi =
|grandeparte = [[Alpi Occidentali]]
|grandesettore = [[Alpi Nord-occidentali]]
|sezione = [[Prealpi Luganesi]]
|sottosezione = [[Prealpi varesine]]
|supergruppo = [[Catena Piambello-Campo dei Fiori-Nudo]]
|gruppo = Gruppo Sette Termini-Piambello-San Giorgio
|sottogruppo = Gruppo San Giorgio-Pravello
|codice =I/B-11-II-B.2.c
}}
{{UNESCO
|tipoBene = patrimonio
|nome = Monte San Giorgio
|nomeInglese = Monte San Giorgio
|immagine = Lago di Lugano3.jpg
|image_text=
|anno = 2003
|tipologia = Naturalistico
|criterio = N(i)
|pericolo = Nessuna indicazione
|link = 1090
}}
Il '''Monte San Giorgio'''<ref>{{DSS|I8788|Monte San Giorgio}}</ref> è un monte nel sud del [[Canton Ticino]] in [[Svizzera]]. Raggiunge un'altezza di 1097&nbsp;metri [[s.l.m.]] e giace circondato da due rami del lago Ceresio ([[lago di Lugano]]) al confine fra Lombardia e Svizzera. Il Monte fa parte di un piccolo gruppo montuoso incuneato nel lago che comprende il Prasacco, il Poncione d'Arzo o Pravello (1015&nbsp;metri s.l.m.)<ref>[http://www.geofinder.ch/ort.php?id=16148 Geofinder.ch: Poncione d'Arzo]</ref> su cui passa la linea di confine e il [[Monte Orsa]] (998&nbsp;m) in territorio italiano.
 
Nel corso dell'estate 2003 le rocce triassiche in territorio svizzero del monte San Giorgio sono state iscritte nel [[Patrimonio dell'umanità|Patrimonio mondiale]] dell'[[UNESCO]]. Decisivi per la scelta del Comitato UNESCO preposto sono stati gli eccezionali ritrovamenti [[paleontologia|paleontologici]] distribuiti su cinque livelli [[fossile|fossiliferi]] distinti d'età compresa tra 237 e 247 milioni di anni (Triassico medio), fatto che ha permesso di studiare l'[[evoluzione]] di alcune specie animali e vegetali nell'arco di alcuni milioni di anni. Il versante italiano di Monte San Giorgio è stato inserito successivamente, nel 2010<ref>[http://whc.unesco.org/en/list/1090 Monte San Giorgio - UNESCO World Heritage Centre<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, nel World Heritage List, completando così il riconoscimento che il sito in territorio svizzero aveva già ricevuto nel 2003. Sin dal XIX secolo sono venute alla luce migliaia di scheletri di sauri marini e pesci, tra cui specie rare o addirittura uniche alle quali sono stati attribuiti nomi che ricordano toponimi locali come ''[[Daonella serpianensis]]'', ''[[Serpianosaurus mirigiolensis]]'', ''Serpianotiaris hescheleri'', ''[[Tanystropheus]] meridensis'', ''[[Ceresiosaurus]]'', ''[[Ticinosuchus ferox]]'', ''[[Besanosaurus leptorhynchus]]'', ''[[Lariosaurus]]'', ''Tintorina meridensis'' oppure nomi che ricordano i ricercatori che hanno lavorato sul Monte come ''[[Mixosaurus cornalianus]]'', ''[[Neusticosaurus|Neusticosaurus peyeri]]'', ''[[Ceresiosaurus calcagnii]]''.
 
La maggior parte dei reperti fossili è esposta presso il Museo dell'istituto di paleontologia dell'[[Università di Zurigo]]<ref>{{Cita web|url=http://www.pim.uzh.ch/museum/|titolo=Museo paleontologico di Zurigo}}</ref>. Altri fossili sono visibili a [[Meride (Mendrisio)|Meride]] presso la nuova sede del Museo dei Fossili del Monte San Giorgio<ref>{{Cita web|url=http://www.montesangiorgio.org/|titolo=Museo dei fossili del Monte San Giorgio a Meride}}</ref>, edificata nel 2012 dall'architetto [[Mario Botta]].
 
== Introduzione geografica ==
 
=== Vie d'accesso ===
La regione del Monte San Giorgio comprende i comuni di [[Meride]], [[Tremona]], [[Arzo]], [[Besazio]], [[Riva San Vitale]] e [[Brusino Arsizio]] in territorio svizzero e i comuni di [[Clivio]], [[Porto Ceresio]], [[Saltrio]], [[Viggiù]] e [[Besano]] in territorio italiano ([http://www.turismo.regione.lombardia.it/it/gli-speciali/i-siti-unesco/il-monte-san-giorgio/ Lombardia], provincia di Varese). È possibile accedere al Monte da Mendrisio seguendo la strada che porta ai 650&nbsp;m del Serpiano (frazione di Meride). Una seconda via d'accesso parte da Riva San Vitale, costeggia le rive del lago Ceresio sino a Brusino Arsizio, dove una funivia conduce sempre sino a Serpiano. Da qui parte un sentiero che, passando per l'Alpe di Brusino, porta alla vetta con un tempo di percorrenza di circa 1 ora e 30 minuti. Il comodo percorso escursionistico che da Meride porta alla vetta del Monte richiede poco meno di 2 ore, lungo una mulattiera di selciato. Salendo dal Serpiano (località ''Funivia'') il sentiero di montagna è più impervio.
 
=== Il sentiero didattico geo-paleontologico ===
Percorrendo il sentiero didattico geo-paleontologico del Monte San Giorgio <ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.ticino.ch/it/itineraries/details/Sentiero-geo-paleontologico-Monte-San-Giorgio/138411.html|titolo=Sentiero geo-paleontologico Monte San Giorgio}}</ref> (13.5 km, 4.5 ore) è possibile ripercorrere la complessa storia geologico-paleontologica del Monte San Giorgio. Il punto di partenza è presso la chiesa di San Silvestro nel borgo di Meride, dove è possibile visitare il Museo dei Fossili. In percorso circolare attorno al Monte attraversa in direzione Nord-Est le frazioni di Fontana, Spinirolo e Crocefisso per poi giungere in località Serpiano. Si prosegue quindi lungo la strada che porta alla funivia (650 m). Si procede poi verso l'Alpe di Brusino e la località Gaggio (771 m). Si devia quindi in direzione di Pozzo (812 m) e si scende fino a Albertina (Riva San Vitale) per poi concludere l'itinerario nuovamente a Meride. La storia del Monte San Giorgio è illustrata in una serie di tavole esplicative sparse lungo il percorso.
 
==150 anni di storia di scavi paleontologici==
A metà Ottocento, il geologo ''G. Curioni'', tra i fondatori della Società Italiana di Scienze Naturali, fu il primo a scrivere della presenza di pesci fossili negli scisti di Besano<ref>{{Cita web|url=http://www.montesangiorgio.org/it/Ricerca/Storia-della-ricerca-/I-pionieri.html|titolo=I pionieri del Monte San Giorgio}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Furrer, H.|anno=2003|titolo=Der Monte San Giorgio im Südtessin – vom Berg der Saurier zur Fossil-Lagerstätte internationaler Bedeutung|rivista=|editore=Naturforschenden Gesellschaft|città=Zürich|volume=|numero=|id=ISSN 0379-1327}}</ref>. La prima pubblicazione sui fossili del Monte San Giorgio risale al 1854 e fu redatta da ''E. Cornalia''. Nel 1863 ''[[Antonio Stoppani|A. Stoppani]]'' iniziò i primi scavi nella Formazione di Besano in località Vallone a Besano. Nel 1866 e 1878, sotto la direzione di ''E. Cornalia'', allora direttore del
[[Museo civico di storia naturale (Milano)|Museo Civico di Storia Naturale di Milano]], continuarono gli scavi nella medesima località in territorio italiano. Tra gli iniziatori di questi scavi vi è il geologo e paleontologo [[Antonio Stoppani|''A. Stoppani'']], che nel 1882 prende la direzione del Museo di Milano. La prima pubblicazione riguardante questa campagna di scavo risale a ''F. Bassani'' (1886). Alcuni anni più tardi, durante i lavori d'estrazione a scopo industriale degli scisti bituminosi, dai quali si ricavava tramite distillazione a freddo il ''Saurolo'', vennero alla luce ulteriori resti fossili di pesci e rettili.
 
Nel 1919 il paleontologo e zoologo ''B. Peyer'', sul lato svizzero del Monte nei pressi di [[Meride]], s'interessò per la prima volta di questi ritrovamenti. Dal 1924 sino al 1975 l'[[Università di Zurigo]] condusse una cinquantina di campagne sistematiche di scavo a cielo aperto che portarono al ritrovamento di numerosissimi fossili. Nel 1925 ''E. Kuhn-Schnyder'', allora assistente di ''[[Bernhard Peyer|B. Peyer]]'', prese per la prima volta parte agli scavi. Negli anni Trenta ''B. Peyer'' offrì a ''F. Buchser'' scalpellino di Meride una formazione quale preparatore paleontologico. Quest'ultimo lavorò per 47 anni al suo fianco cercando e preparando i fossili del Monte San Giorgio e grazie al suo intuito vennero scoperti gli strati fossiliferi di Cassina. Nel 1956 ''E. Kuhn-Schnyder'' venne promosso a direttore dell'Istituto di paleontologia dell'Università di Zurigo. Tra le campagne di scavo più significative dal profilo scientifico v'è quella condotta da ''E. Kuhn-Schnyder'' nella località Mirigiolo (Punto 902) tra il 1950 e il 1968.
 
''H. Rieber'', professore di paleozoologia al [[Politecnico federale di Zurigo|Politecnico federale]] e all'[[Università di Zurigo]], iniziò nel 1983-1984 in località ''Val Stelle'' a Meride un'altra campagna di scavo e si dedicò allo studio dei fossili invertebrati tra cui le [[Daonella|daonelle]] e le [[Ammonoidea|ammoniti]], che si rivelarono poi eccezionali [[Fossile guida|fossili guida]] utili alla datazione degli strati sedimentari. ''A. Tintori'', professore presso l'Università di Milano, tra il 1996 e il 2003, condusse varie campagne di scavo sia su territorio svizzero sia su quello italiano, contribuendo in particolar modo allo studio dei pesci fossili risalenti al Triassico medio. Parallelamente l'Università di Zurigo, sotto la direzione di ''H. Furrer'', curatore dal 1994 sino ad oggi del Museo paleontologico dell'Università di Zurigo, iniziò varie campagne di scavo negli strati sedimentari della Kalkschieferzone in località Val Mara e Acqua del Ghiffo. Il dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Milano e il Museo di storia naturale di Milano s'affiancarono al gruppo di ricercatori di Zurigo e indagarono gli strati sedimentari delle rocce della Formazione di Besano.
 
Dal 2006 al 2012, in territorio svizzero le ricerche e gli scavi scientifici sono stati condotti del [[Museo cantonale di storia naturale di Lugano]] sotto la direzione di ''R. Stockar''. Nel corso del 2016 in località Cassina e Val di Sceltrich hanno avuto luogo gli ultimi scavi condotti dai musei di storia naturale di Lugano<ref>{{Cita web|url=http://www4.ti.ch/dt/da/mcsn/temi/mcsn/il-museo/monte-san-giorgio/campagne-di-scavo/|titolo=Campagne di scavo al Monte San Giorgio}}</ref> e San Gallo in collaborazione con l'Università di Monaco di Baviera e di Zurigo.
 
== Introduzione geologica ==
 
=== Le Alpi Meridionali ===
La catena delle Alpi Meridionali, lunga oltre 500 km e larga da 50-150 km, si estende da Ivrea (ad Ovest) sino alla Slovenia occidentale (ad Est). Si tratta di un margine continentale passivo contraddistinto da una catena a falde sovrapposte con trend Est-Ovest e vergenza verso Sud. Le Alpi Meridionali sono il fronte orogenico meridionale delle Alpi<ref name=":4">{{Cita pubblicazione|autore=Schumacher, M.E., Schönborn, G., Bernoulli, D. & Laubscher P.|data=1996|titolo=Rifting and collision in the Southern Alps. In: Pfiffner, O.A., Lehner, P., Heitzmann, P., Mueller, St. & Steck, A., Editors, 1996. Deep structure of the Alps – Results of NRP20|rivista=|editore=Birkhauser Verlag|città=Basel|volume=|numero=}}</ref>. Verso Nord la catena è tagliata dalla [[Linea insubrica|Linea Insubrica]], una discordanza tettonica regionale che la divide dal massiccio centrale delle Alpi. Verso Ovest il contatto col massiccio centrale è tagliato dalla Linea del Canavese mentre verso est la Catena interferisce con le [[Alpi Dinariche]]. A Sud il fronte di catena è sommerso sotto i depositi tardo/post orogenici della [[Pianura Padana]].
* Periodo Ercinico: Il basamento cristallino roccioso delle Alpi Meridionali risale al periodo precedente il Carbonifero superiore e mostra due deformazioni sovrapposte riconducibili all'[[Orogenesi ercinica|Orogenesi Ercinica]] e alla più recente [[Orogenesi alpina|Orogenesi Alpina]]. Il grado metamorfico di queste rocce aumenta gradualmente da Est verso Ovest, suggerendo un progressivo passaggio da zone di catena ercinica esterne a zone vieppiù interne.
 
* [[Mesozoico]] inferiore: I modelli strutturali delle Alpi Meridionali mostrano una serie di strutture compressive con trend Est-Ovest e faglie risalenti al Mesozoico inferiore con trend Nord-Sud che tagliano la catena. Quest’ultmine sono correlate al sistema distensivo tra le placche tettoniche [[Placca adriatica|Adria]] ed [[Placca euroasiatica|Eurasia]] e furono riattivate nel corso dei periodi successivi, favorendo cambiamenti repentini di facies e di spessore delle formazioni mesozoiche.
 
* [[Triassico]] e [[Giurassico]] inferiore: Durante questo periodo si formarono i domini principali delle Alpi Meridionali, inizialmente con cambiamenti locali di facies e poi con la formazione di bacini sedimentari, alti strutturali sommersi e plateau sedimentari. Nel Bacino Lombardo ebbero origine strutture distensive e faglie ad alto angolo d’immersione tra cui la Faglia del Lago Maggiore e la Faglia di Lugano. Si formarono una serie di alti strutturali come l’Alto di Arbostora (nella regione di Arzo) e profondi bacini sedimentari come il Bacino del Monte Generoso<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Scotti, P. & Fantoni, R.|data=2008|titolo=Thermal modelling of the extensional Mesozoic succession of the Southern Alps and implications for oil exploration in the Po Plain foredeep. Extended Abstract A006|rivista=70th EAGE Conference & Exhibition|città=Rome|volume=|numero=}}</ref>. Il Triassico medio e in particolare l’Anisico furono caratterizzati da un incremento dell’attività tettonica distensiva che si tradusse nella formazione di estese piattaforme carbonatiche e scogliere. Il primo evento di sedimentazione bacinale avvenne tra l'Anisico<ref name=":1" /> e il Ladinico<ref name=":2" /> con la deposizione della Zona Limite Bituminosa (Formazione di Besano). La faglia normale di Lugano (Linea di Lugano) ad Est del Monte San Giorgio ebbe origine tra il Norico e il Giurassico inferiore. Questa faglia con andamento Nord-Sud divide l’alto strutturale di Arbostora dal Bacino del Monte Generoso<ref name=":4" /> ed è caratterizzata da un’immersione verso Est e da un movimento verticale stimato in 7 km. All’interno della Dolomia Principale, che interessava tutto il dominio delle Alpi Meridionali, intensi processi sin-sedimentari diedero origine a brecce tettoniche di ambiente marino come la Macchia Vecchia (ambiente poco profondo) e il Broccatello (ambiente profondo). Dal Retico superiore continuò la sedimentazione carbonatica all’interno del Bacino Lombardo in un ambiente marino lagunare aperto.
 
* [[Giurassico]] – Cretacico inferiore: Tra il Giurassico e il Cretacico inferiore si aprì l’oceano della [[Tetide]]. La Dolomia Principale fu interessata da faglie normali e si formarono vari bacini marini. In questo periodo un profilo Est-Ovest delle Alpi Meridionali mostra tre province tettoniche: la Piattaforma Veneta (a Est), il Bacino Lombardo e i settori Canavese e Biellese (a Ovest). Il Bacino Lombardo subì un’elevata [[subsidenza]] e sprofondò sotto la soglia di compensazione di calcite e aragonite, favorendo la deposizione di radiolariti silicee. Nello stesso periodo, in corrispondenza degli alti strutturali, si depositarono i calcari ammonitici ([[Rosso ammonitico|Rosso Ammonitico]]).
 
* [[Cretacico]] superiore e [[Cenozoico|Terziario]] inferiore: Cambiamenti climatici tardo Cretacici favorirono la sedimentazione dei calcari micritici della [[Maiolica (geologia)|Formazione Maiolica]]. Il margine continentale fu interessato da processi compressivi dovuti alla convergenza tra Adria ed Europa. Il margine si deformò progressivamente dando origine alla catena a falde sovrapposte delle Alpi Meridionali. Si formarono le Anticlinali Orobiche, una complessa serie di pieghe regionali e ampi sovrascorrimenti.
 
* [[Cenozoico|Terziario]]: I movimenti trascorrenti lungo la [[Linea insubrica|Linea Insubrica]] separarono il sistema Orobico dall’area metamorfica Alpina del Lepontino. La Molassa Sudalpina è il prodotto di disgregazione derivato dall’orogenesi, dall’innalzamento e dalla successiva erosione tardo-Terziaria delle Alpi Meridionali. I conglomerati e le arenarie della Molassa Sudalpina si depositarono lungo i bordi e le scarpate di profondi bacini sedimentari. Nei contrafforti Lombardi la serie [[Oligocene]]-[[Miocene]] comprende dal basso verso l’alto la Formazione di Chiasso e il Gruppo della [[Gonfolite|Gonfolite Lombarda]]<ref name=":5">{{Cita pubblicazione|autore=Bernoulli, D., Bertotti, G. & Zingg, A.|data=1989|titolo=Northward thrusting of the Gonfolite Lombarda (“South-Alpine Molasse”) onto the Mesozoic sequence of the Lombardian Alps: Implications for the deformation history of the Southern Alps|rivista=Eclogae geol. Helv.|editore=Birkäuser Verlag|città=Basel|volume=82|numero=3}}</ref>. Queste formazioni sono separate da una discordanza caratterizzata da uno hiatus sedimentario di 7 milioni d’anni. Si tratta del retroscorrimento regionale della Gonfolite Lombarda.
 
=== L'area del Monte San Giorgio ===
L’area del Monte San Giorgio si situa nella parte occidentale della catena delle Alpi Meridionali in corrispondenza dell'Alto di Arbostora<ref name=":4" />. Il sottosuolo è caratterizzato dalla sovrapposizione strutturale di due falde denominate Falda Orobica Inferiore e Superiore<ref name=":4" />. Muovendosi da Nord verso Sud, come mostrato nella carta geologica del Ticino meridionale<ref name=":4" /><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Paläontologisches Institut und Museum (PIMUZ)|data=1994|titolo=Geologische Karte des Südtessins|rivista=|città=Zürich|volume=|numero=}}</ref>, le rocce affioranti in superficie sono vieppiù giovani. La porzione settentrionale del Monte è caratterizzata da uno zoccolo cristallino pre Permiano costituito da gneiss e da affioramenti permiani di rocce vulcaniche (andesiti, rioliti e ignimbriti) e sedimentarie. Salendo da nord verso la cima del Monte e scendendo poi sino alla località di Meride si incontano le sequenze sedimentarie triassiche. Proseguendo verso Sud queste rocce lasciano il posto in località di Arzo a sedimenti del Giurassico. La giacitura sedimentaria mostra un’immersione di 30-50° verso Sud. Le sequenze sedimentarie Triassico-Giurassiche sprofondano così sotto i depositi quaternari della Pianura di Varese. La successione sedimentaria è tagliata da faglie normali più recenti con andamento Nord-Sud. A Sud del confine italo-svizzero affiorano invece i depositi del Gruppo della Gonfolite Lombarda<ref name=":5" />, che delimitano pure il fronte strutturale di un importante retroscorrimento verso Nord.
 
===La successione litostratigrafica===
[[File:Profilo geologico Monte San Giorgio.jpg|thumb|upright=1.3|Profilo geologico Nord-Sud del Monte San Giorgio]]
[[File:Litostratigrafia Monte San Giorgio.gif|thumb|upright=1.3|Profilo litostratigrafico del Monte San Giorgio]]
{| class="wikitable floatleft" style="width:470px; font-size:80%"
! colspan="3" |Profilo litostratigrafico del Monte San Giorgio (modificato) <ref>{{Cita pubblicazione|autore=Furrer, H.|data=1995|titolo=The Kalkschieferzone (Upper Meride Limestone) near Meride (Canton Ticino, Southern Switzerland) and the evolution of a Middle Triassic intraplatform basin|rivista=Eclogae geol. Helv.|volume=88|numero=3}}</ref>
|-
!Ma
! colspan="2" |Formazioni Giurassiche
|-
!
! scope="col" style="width: 200px;" | Formazione
! scope="col" style="width: 270px;" | Periodo
|-
|
|Rosso Ammonitico superiore
(in zone di alto strutturale)
| rowspan="2" |Liassico (Toarciano)
|-
|
|Rosso Ammonitico inferiore
|-
|200
|Formazione Moltrasio
(Calcare Selcifero Lombardo)
Macchia Vecchia e Broccatello
|Liassico (Pliensbachiano – Sinemuriano)
|-
|205
|Formazione di Saltrio
|Liassico (Pliesbachiano – Hettangiano)
|-
!
! colspan="2" |Formazioni Triassiche
|-
|208
| colspan="2" |Triassico superiore
|-
|
|Serie di Tremona
|Triassico superiore (Retico)
|-
|225
|Dolomia Principale
|Triassico superiore (Norico)
|-
|230
|Marne del Pizzella (Gruppo di Raibl)
|Triassico superiore (Carnico)
|-
|235
| colspan="2" |Triassico medio
|-
|
|Calcari di Meride superiore
(Kalkschieferzone, autori svizzeri)
| rowspan="7" |Triassico medio
(Anisico – Ladinico)
|-
|
|Strati bituminosi della Cassina
Strati bituminosi della Cava superiore
 
Strati bituminosi della Cava inferiore
|-
|
|Calcari di Meride inferiore
|-
|
|Dolomia del San Giorgio
|-
|241
|Zona Limite Bituminosa
Formazione di Besano
|-
|
|Dolomia di Albiga
|-
|
|Formazione di Bellano
(Dolomia del San Salvatore)
|-
|245
| colspan="2" |Triassico inferiore
|-
|
|Servino
|Triassico inferiore – medio
|-
!250
! colspan="2" |Formazioni Permiane e basamento
|-
|280
|Andesiti, rioliti e ignimbriti
|Permiano
|-
|300
|Basamento cristallino (gneiss)
|pre Permiano
|}
La litostratigrafia del Monte San Giorgio comprende varie unità rocciose che si suddividono in due gruppi distinti, lo zoccolo o basamento cristallino e il ricoprimento sedimentario. Muovendosi verso la vetta del Monte si incontrano formazioni rocciose più recenti. Qui di seguito presenteremo le singole unità rocciose facendo riferimento, dove possibile, alle condizioni paleogeografiche vigenti durante la deposizione.
 
==== Basamento cristallino e formazioni Permiane ====
* Basamento cristallino: (pre [[Carbonifero]], > 359 Ma; Ma = milioni d'anni) il basamento cristallino insubrico è costituito da una [[roccia metamorfica]]. È costituito da [[gneiss]] derivanti dal metamorfismo di rocce sedimentarie (paragneiss) e magmatiche (ortogneiss). Questa unità non è visibile in quanto affiora sotto il livello del [[lago Ceresio]].
 
* Rocce magmatiche vulcaniche, andesiti, rioliti e tuffi: ([[Permiano (geologia)|Permiano]], 260-299 Ma) salendo da Riva San Vitale in direzione del Serpiano la prima litologia che si incontra è costituita da un'[[andesite]] assai degradata chiamata porfirite, mentre più in alto affiora una roccia riolitica detta porfido quarzifero. Queste rocce sono d'origine vulcanica; esse si sono formate grazie alla rapida cristallizzazione del magma a livello della superficie terrestre. La presenza di queste rocce indica che il Sottoceneri del remoto Permiano faceva parte di una terra emersa interessata da fenomeni vulcanici. Ad occhio nudo è assai facile distinguere le due rocce vulcaniche. Le porfiriti presentano un colore di degradazione rosso-violaceo e una tessitura microcristallina omogenea. Il porfido quarzifero mostra invece un colore di degradazione marroncino chiaro ed una tessitura leggermente porfirica (vi sono almeno due generazioni di minerali con granulometria diversa). I minerali più grandi sono costituiti da feldspato (bianco) e da biotite (nera) immersi in una matrice assai fine. Mineralogicamente le due rocce si differenziano essenzialmente per un maggiore contenuto in quarzo all'interno dei porfidi.
 
==== Formazioni Triassiche ====
* [[Servino]]: ([[Permiano (geologia)|Permiano]] superiore-[[Triassico inferiore]], 250 Ma) questa litologia di spessore assai inferiore rispetto alle due precedenti risulta sovente nascosta dal ricoprimento quaternario ed è difficilmente osservabile. Questi depositi mostrano uno spessore limitato e generalmente non presentano una sequenza completa e risultano erosi. Alla loro base vi sono sedimenti litorali trasgressivi arenacei e conglomeratici che poggiano su facies continentali permiane. La formazione spesso si presenta sottoforma di breccia arkosica, con clasti di origine riolitica, quindi vulcanica, caratterizzata da una granulometria variabile e componenti spigolose immerse in una matrice sempre d‘origine vulcanica a granulometria assai più fine.
* Serie sedimentaria [[Triassico|triassica]] (208-245 Ma): questo periodo geologico fu caratterizzato dall'apertura di numerose fratture all'interno del supercontinente [[Pangea]]. Tra il continente africano a sud e quello euroasiatico a nord si formò un bacino nel quale si insinuò partendo da Est un braccio di mare chiamato [[Tetide]]. Il bacino della Tetide continuò poi ad allargarsi sino a raggiungere la sua estensione massima nel [[Giurassico inferiore]] (183-200 Ma). Questo fatto spiega il passaggio nella sequenza litostratigrafica del Monte San Giorgio dalle rocce magmatiche vulcaniche del basamento) a quelle del ricoprimento sedimentario in cui sono visibili le stratificazioni originarie e numerosi fossili.
* ''Formazione di Bellano'' ([[Anisico]] inferiore<ref>Parte inferiore del Triassico Medio</ref>): depositi silico-clastici conglomeratici e arenacei. Si tratta di depositi [[conoide alluvionale|alluvionali]] che indicano un incremento dell'attività tettonica con emersione e fenomeni erosivi.
*''Dolomia del San Salvatore''([[Anisico]] medio-superiore-[[Ladinico]]): si tratta di depositi marini di piattaforma carbonatica, che testimoniano l'inizio di un'ulteriore fase di trasgressione marina. La [[dolomia]] che troviamo al San Giorgio è ciò che resta di un'antica barriera corallina che separava il bacino del San Giorgio dal mare aperto. Essa è quindi formata dalle componenti calcitiche poi dolomitizzate degli organismi marini che vivevano sulla barriera, tra cui [[bivalvi]] (organismi a doppia conchiglia), coralli e alghe rosse. Facendo delle sezioni sottili di questa roccia è possibile osservare al microscopio i resti fossili di questi organismi.
* ''Calcare di Meride'' ([[Ladinico]]<ref name=":2">[[Triassico medio]]-superiore (230-245 Ma)</ref>): i processi estensionali che all'inizio del Triassico avevano portato alla spaccatura della Pangea continuano ingrandendo ulteriormente il bacino della Tetide che diventa sempre più profondo. La crescita della barriera corallina s'arresta a causa del suo sprofondamento al di sotto della zona fotica del mare. Sopra gli scisti bituminosi della laguna del San Giorgio si deposita un'altra unità sedimentaria carbonatica, il calcare di Meride. Il calcare costituisce un'unità geologica assai omogenea con stratificazioni di spessore variabile interrotte da aulcuni sedimentari ricchi in scisto bituminoso e da altri costituiti da bentonite giallastra. La bentonite è una roccia tufacea di struttura plastica derivante dalla compattazione di ceneri vulcaniche sui fondali del mare triassico. Gli scisti bituminosi comprendono gli strati della ''Cava inferiore'' (pesci [[attinotterigi]] come ''[[Saurichthys]]'', rettili [[saurotterigi]]), della ''Cava superiore'' (pesci attinotterigi, [[notosauri]]) e della ''Cassina'' (''[[Saurichthys]]'', il rettile ''[[Tanystropheus]]'', [[notosauri]]). I valori medi di TOC (contenuto totale di carbonio organico) del Calcare di Meride sono pari al 0.8%<ref name=":3">{{Cita pubblicazione|autore=Katz, B.J., Dittmar, E.I. & Ehret, G.E.|data=2000|titolo=A geochemical review of carvonate source rocks in Italy|rivista=Journal of Petroleum Geology|volume=23|numero=4}}</ref>.
* ''Scisti bituminosi'' ([[Anisico]] terminale-[[Ladinico]] basale<ref name=":1">[[Triassico medio]] (237 Ma)</ref>): la ''Zona limite bituminosa'' pure chiamata Formazione di Besano è l'unità sedimentaria che ha reso famoso il Monte San Giorgio dal punto di vista geologico e soprattutto paleontologico. Essa costituisce infatti uno fra i migliori esempi al mondo di un particolare giacimento fossilifero chiamato giacimento di conservazione (sottotipo: stagnazione; tipo di biofacies: letalpantostrato). La laguna del San Giorgio era nel lontano triassico un lembo di mare della [[Tetide]] protetto dal mare aperto grazie alla barriera corallina del San Salvatore. La profondità massima della laguna si situava tra 50 e 100 metri, le acque erano calde e relativamente calme, tanto da rappresentare un ambiente favorevole per la vita di numerosi anfibi e pesci. Negli scisti bituminosi sono stati ritrovati resti fossili tipici della terraferma come rami di conifere primitive, pollini di conifere ed altre [[gimnosperme]], e resti di rettili tipicamente terrestri. Questo fatto testimonia quindi che la laguna era situata nei pressi della terra emersa. Gli scisti bituminosi sono sedimenti di colore nero assai ricchi in bitume derivante dall'alto contenuto in sostanze organiche. Normalmente è difficile ottenere dei sedimenti ricchi in sostanze organiche perché queste, in presenza d'ossigeno, rapidamente si degradano. Si pensa quindi che le condizioni sul fondale della laguna fossero anossiche e abiotiche. Gli strati d'acqua vicini al fondale non presentavano quindi alcuna forma di vita e le carcasse di pesci ed anfibi si conservavano a lungo. Gli scisti della Zona Limite Bituminosa presentano valori di TOC (contenuto totale di carbonio organico) che raggiungono localmente il 35%<ref name=":3" />, con valori medi pari a 4%. La zona limite bituminosa ha uno spessore di 16 metri ed è costituita da un'alternanza di strati chiari di dolomia proveniente dalla barriera corallina del San Salvatore (30&nbsp;cm) e strati scuri più sottili di scisto bituminoso che presentano una stratificazione assai fine detta laminazione. Il processo di deposizione di questi ultimi sedimenti richiede un lasso di tempo assai lungo, tanto che in pochi millimetri sono racchiusi migliaia di anni. Principali ritrovamenti fossili di vertebrati: pesci attinotterigi, sauri della specie ''[[Cyamodus]] hildegardis'' ([[Placodontia]]), pesci ossei simili all'attuale ''[[Latimeria]]'', ''Saurichthys'', il rettile terrestre ''[[Ticinosuchus ferox|Ticinosuchus]]'', squali ([[Chondrichthyes]]), ''Tanystropheus'', notosauri e [[Ichthyosauria|ittiosauri]].
*''Calcare di Meride superiore'' (''Kalkschieferzone'' degli autori svizzeri) ([[Ladinico]] superiore): comprende una serie di stratificazioni calcaree scistose dove sono stati ritrovati resti di pesci attinotterigi e di rettili notosauri.
* ''Marna del Pizzella'' ([[Carnico]]): marne grigie fogliettate, marne bituminose nerastre, talora con resti di pesci e crostacei, con intercalazioni di strati più carbonatici di spessore da centimetrico a decimetrico. L'unità costituisce un orizzonte spesso poche decine di metri, di solito caratterizzato morfologicamente per la maggiore erodibilità rispetto alle unità sotto- e soprastanti, assai più competenti.
*''Dolomia principale'' ([[Norico]]<ref>[[Triassico superiore]] (216 Ma)</ref>): la trasgressione marina continuò nel tardo Triassico. In quel periodo si depositò uno spesso pacchetto di roccia carbonatica poi dolomitizzata, la cosiddetta dolomia principale che affiora oggi sul [[Poncione d'Arzo]]. Durante la massima estensione della Tetide, nel [[Giurassico]] si depositarono rocce sedimentarie prevalentemente pelagiche. Il sistema estensionale a questo punto cambiò orientamento e assunse un trend Est-Ovest portando alla formazione di numerose fessure orientate Nord-Sud. Nel Mendrisiotto è possibile osservare sedimenti di mare profondo vicino a sedimenti tipici di zone d'acqua bassa. La sequenza sedimentaria del Monte Generoso e della Breggia fa parte del primo gruppo mentre la breccia d'Arzo del secondo.
 
==== Formazioni Giurassiche ====
* ''Breccia d'Arzo'' <ref>Erroneamente chiamata "Marmo d'Arzo" (Giurassico inferiore)</ref>: si tratta di una breccia sedimentaria a tessitura porfirica con clasti macroscopici dolomitici spigolosi, provenienti dalla Dolomia principale, immersi in una matrice sedimentaria a grana fine e colore rosato. La colorazione della matrice è d'origine secondaria, quindi successiva alla deposizione, e va ricondotta all'ossidazione dei minerali d'[[ematite]] presenti nel sedimento. Questa roccia fa parte della cosiddetta Serie di Tremona. Movimenti estensionali portarono alla fessurazione delle rocce carbonatiche già solidificate. Queste fessure sotto la spinta idrostatica dell'acqua vennero rapidamente riempire con i sedimenti più giovani depositatisi sopra la dolomia e con pezzi frantumati della dolomia stessa, si parla in questo caso di fessure d'iniezione. Nella regione d'Arzo, la breccia mostra in alcuni punti ben sei generazioni distinte di fessurazione e conseguente riempimento. I resti fossili comprendono [[brachiopodi]], crinoidi e ammoniti.
* ''[[Rosso Ammonitico]]'' ([[Toarciano]] medio-superiore<ref>[[Giurassico inferiore]] (183 Ma)</ref>): all'interno del Bacino Lombardo cessarono alla fine del Toarciano i processi tettonici estensionali e una fase regressiva del livello del mare seguì il massimo trasgressivo del Toarciano inferiore. I tassi di sedimentazione si ridussero da alcune centinaia di metri a soli 10 metri per milione d'anni. In aree rialzate all'interno di bacini poco profondi si depositarono i calcari marnosi nodulari e le marne rossastro-verdognole ad alto contenuto fossilifero ([[Ammonoidea|ammoniti]] e [[Bivalvia|bivalvi]]) della serie condensata Rosso Ammonitico (Concesio). Durante la deposizione si verificarono eventi di non-sedimentazione o di erosione del sedimento molle superficiale (riesumazione) che veniva colonizzato da organismi di infauna e epifauna.
 
===Ambiente di deposizione===
[[File:Paleogeografia Monte San Giorgio.png|thumb|upright=1.4|Luogo deposizionale dei sedimenti della Zona limite bituminosa (Anisico-Ladinico). In nero gli strati di scisto bituminoso]]
Oltre 230 milioni d'anni or sono sul fondo di una laguna subtropicale profonda sino a 100&nbsp;m si depositarono le rocce sedimentarie del Monte San Giorgio. Le condizioni climatiche della remota laguna del Monte San Giorgio ricordano le condizioni presenti attualmente ai Caraibi con una temperatura dell'acqua compresa tra i 22 e i 25&nbsp;°C. Tra zone d'acqua bassa, banchi sabbiosi e isole vi erano alcune lagune isolate dal mare aperto, poco profonde e dai fondali caratterizzati da acque poco ossigenate. Gli animali morti finivano sui fondali della laguna e venivano successivamente ricoperti da fango. Per questo motivo si ritrovano al giorno d'oggi scheletri fossili completi. Se i fondali marini avessero costituito un ambiente favorevole alla vita, le carcasse sarebbero ben presto state divorate e gli scheletri si sarebbero inesorabilmente degradati. All'interno della fanghiglia i batteri distrussero lentamente la pelle e le parti molli delle carcasse. Si conservarono invece gli scheletri pressati degli animali che permisero di ricostruire con precisione l'aspetto dell'animale. Il clima tropicale era contrassegnato da periodi di piogge monsoniche. Col trascorrere del tempo si passò da un ambiente acquatico salino, tipico della Zona limite bituminosa bassa e media, ad un regime d'acqua sempre meno salina nella parte alta della Zona limite bituminosa.
 
==Fauna e flora fossile==
[[File:Pachypleurosaurus.jpg|thumb|upright=1.4|''[[Pachypleurosaurus]]'' (20 cm)]]
Sino ad oggi sono stati ritrovati oltre 20'000 esemplari fossili tra cui circa 25 specie distinte di rettili, 50 specie di pesci, 100 specie di invertebrati oltre numerosi fossili microscopici e varie specie vegetali (in particolare conifere). Tra i ritrovamenti più recenti vi è uno tra i primi insetti fossili a livello mondiale d'origine triassica (''Tintorina meridensis'', una "Zanzara" lunga 17&nbsp;mm). La maggior parte dei ritrovamenti proviene dalla ''Zona limite bituminosa''. Particolarmente ricca di fossili è la parte centrale di questo pacchetto roccioso che originariamente veniva cavata nelle cave della ''Val Porina'' e delle ''Tre Fontane''. Tra i ritrovamenti principali s'annoverano gli [[ittiosauri]] (grandi sauri marini), i [[placodonti]] e numerosi pesci come i ''[[Chondrichthyes]]''. Provenienti dagli stessi strati sedimentari vi sono ''[[Paranothosaurus]]'', altri [[Sauropterygi]], vari esemplari di ''[[Tanystropheus]]'' e l'unico sauro di grandi dimensioni esclusivamente terrestre, il ''[[Ticinosuchus]]''. Nelle rocce argillose i fossili vertebrati presentano un grado di conservazione assai buono e scheletri completi. Nei banchi di dolomia è possibile ritrovare resti di invertebrati, alcune alghe calcaree e rare piante come conifere (Volzia). Grazie alla presenza di numerosi ''fossili guida'' come [[Ammoniti]] e conchiglie del genere Daonella è stato possibile datare con precisione l'età della ''Zona limite bituminosa'' che risale al Trias intermedio, tra l'Anisico e il Ladinico. Datazioni assai precise dei minerali di zircone contenuti in uno strato di cenere vulcanica (bentonite) hanno permesso di stabilite un'età di 241-242 Mio d'anni.
Negli strati più recenti del Trias intermedio del Monte San Giorgio appaiono fossili di rettili e pesci, comunque il numero ridotto di tali ritrovamenti indica un peggioramento delle condizioni di vita. Negli strati sedimentari della ''Cassina'' sono stati ritrovati grandi fossili di ''[[Neusticosaurus edwardsii]]'' (noto anche con il nome desueto di ''Pachypleurosaurus''), esemplari di ''[[Ceresiosaurus]]'', ''[[Macrocnemus]]'' e ''[[Tanystropheus]]'' nonché vari pesci ossei del genere ''[[Saurichthys]]''. Negli strati più giovani del ''Calcare di Meride'' sono stati trovati piccoli pesci, granchi, resti di piante e un ''[[Lariosaurus]]''. Tra gli ultimi ritrovamenti (2012-2016) si annoverano due pesci di un nuovo genere risalenti a 242-240 Ma, ''Ticinolepis longaeva''<ref name=":6">{{Cita pubblicazione|autore=López-Arbarello​, A., Bürgin, T., Furrer, H., Stockar, R.|data=2016|titolo=New holostean fishes (Actinopterygii: Neopterygii) from the Middle Triassic of the Monte San Giorgio (Canton Ticino, Switzerland)|rivista=PeerJ|volume=4:e2234|numero=|doi=https://doi.org/10.7717/peerj.2234}}</ref> e ''Ticinolepis crassidense''<ref name=":6" />.
 
==Le cave di pietra==
[[File:Saurichthys curionii.jpg|300px|miniatura|destra|Fossile di Saurichthys curionii]]
* Gli strati di ''[[scisti bituminosi]]'' ricchi in sostanze fossili, sono stati sfruttati in passato per l'estrazione di combustibile (1774-1790) e di gas destinato all'illuminazione della città di Milano (1830). Più tardi a partire dal 1902 su territorio italiano, e dal 1909, data di fondazione della Società anonima "Miniere Scisti Bituminosi di Meride e Besano", su territorio svizzero, venne estratto dalle rocce bituminose un olio dalle grandi proprietà terapeutiche e curative, il ''Saurolo'' (Ammonium sulfosaurolicum). In località Serpiano, a ''Tre Fontane'' e in ''Val Porina'' videro la luce numerose miniere i cui cunicoli nel 1948 raggiunsero 2&nbsp;km. Dalla roccia era possibile estrarre l'8% di olio, 8-9% di gas impuri e 2-3% di fluidi ricchi in ammoniaca. Durante la seconda guerra mondiale si studiò la possibilità di estrarre carburante da queste rocce. Ulteriori studi dimostrarono però che i costi di produzione avrebbero superato di ben 10 volte il prezzo dei prodotti allora in commercio. La produzione andò comunque avanti e in quegli anni vennero trattate da 36 a 626 tonnellate di scisti, che permisero la produzione di 3-50 tonnellate di olio. Si calcolò che le riserve sicure di materia prima s'aggiravano attorno a 1.6 milioni di tonnellate, corrispondenti a 128'000 tonnellate d'olio. La roccia veniva trasportata nella fabbrica dello ''Spinirolo'' a Meride dove, seguendo un brevetto della Società Anonima, veniva in una prima fase "[[distillazione|distillata]] a secco". Successivamente l'olio veniva purificato con acido solforico seguendo un processo detto di solfonazione e assumeva così una maggiore consistenza che lo rendeva simile ad un altro unguento chiamato [[ittiolo]]. Il Saurolo aveva grandi poteri asettici, era perlopiù utilizzato per curare malattie della pelle e conobbe una grande diffusione tra le truppe italiane durante le campagne militari d'Africa. Poco dopo la seconda guerra mondiale la concorrenza sempre più agguerrita di prodotti esteri impose la chiusura degli stabilimenti di Meride.
* Nel comune di [[Arzo]] si estrae tutt'oggi una breccia sedimentaria comunemente chiamata ''Marmo d'Arzo''. L'inizio dell'attività estrattiva presso le cave risale attorno al 1300. Le cave furono gestite per oltre 200 anni e sino a tempi recenti dalla famiglia Rossi, la quale si occupò dell'estrazione e della lavorazione del "marmo". A partire dagli anni '20, grazie a moderni strumenti di lavoro quali il monolama e la fresa, la ditta Rossi di ha reso efficace e produttiva l'attività nelle cave. La Breccia ha origine come detto all'inizio del [[Giurassico]] ([[Lias (geologia)|Lias]]), dove movimenti estensionali della crosta portarono alla fessurazione subacquea della roccia e al conseguente riempimento delle fessure con brecce sedimentarie (fessure d'iniezione). La roccia si presenta perlopiù in un affascinante mosaico di colori e compare in 6 differenti varietà. La ''Macchiavecchia'' è una roccia eterogeneo composta da frammenti di granulometria variabile di rocce del [[Triassico|Trias]] superiori o del Lias inferiore. Presenta un aspetto screziato e vivace e tonalità variabili tra rossa, gialla, e grigia. Il ''Rosso di Arzo'' si contraddistingue per il colore rosso intenso e la struttura omogenea, mentre il ''Broccatello'' ha una colorazione rossastra sino a grigiastra. Il ''Venato'', infine, è percorso da venature e sfumature (viene per questo chiamato, in dialetto, ''Vinaa''). Il "marmo" di Arzo viene impiegato in ambiti fra i più disparati: per la decorazione di opere importanti quali chiese, cappelle, palazzi pubblici e ville, oppure come materiale per l'arredamento o per la realizzazione di oggetti di varia forma e natura.
* Le rocce facenti parte della zona porfirica sono tagliate da numerose intrusioni di tipo filoniano. Nella regione del Serpiano è presente un arricchimento filoniforme ricco in [[barite]], [[fluorite]] e [[ankerite]] che venne sfruttato tra il 1942 ed il 1944 per l'estrazione di tali minerali. L'estrazione di 746 tonnellate di roccia ricca in barite si concentrò dapprima in superficie e poi in galleria per concludersi poi a soli 10 metri di profondità a causa di una faglia. Questo giacimento non ha più alcun significato commerciale.
* Cosparse omogeneamente su tutto il territorio del Monte vi sono varie cave di [[calcare]] e di tufi calcarei da tempo cadute in disuso.
 
==I musei e le esposizioni==
I ritrovamenti più significativi sono conservati nei seguenti musei:
* Museo dei Fossili del Monte San Giorgio a [[Meride]] (direttamente ai piedi del Monte San Giorgio -CH); sito internet: www.montesangiorgio.ch;
* [[Museo cantonale di storia naturale di Lugano]];
* Museo dell'istituto di paleontologia dell'[[Università di Zurigo]];
* [[Museo civico dei fossili di Besano]];
* [[Museo Civico di Storia Naturale di Milano]]
 
==Note==
{{references}}
 
Il '''Legg Mason Tennis Classic 1999''' è stato un torneo di [[tennis]] giocato sul [[Campo da tennis#Cemento|cemento]]. È stata la 30ª edizione del [[Legg Mason Tennis Classic]], che fa parte della categoria [[ATP International Series Gold|International Series Gold]] nell'ambito dell'[[ATP Tour 1999]]. Si è giocato a [[Washington]] negli [[Stati Uniti]], dal 16 al 22 agosto 1999.
==Bibliografia==
* AA.VV., 1990. ''Introduzione al paesaggio naturale del Cantone Ticino. 1. Le componenti naturali'' Dipartimento dell'Ambiente, Dadò editore, Locarno
* {{de}}AA.VV., 1999. ''Paläontologie in Zürich. Fossilien und ihre Erforschung in Geschichte und Gegenwart'' Zoologisches Museum der Universität Zürich, Zürich
* AA.VV., 2013. ''Geo-Guida del Monte San Giorgio (Ticino/Svizzera – Provincia di Varese/Italia)'' – Carta escursionistica scientifico-didattica 1:14'000
* Felber, M., 2006. ''Il Monte San Giorgio. Dai fossili alla lavorazione artistica della pietra.'' ISBN 88-7713-427-5, Edizioni Casagrande, Bellinzona
* {{de}}Kuhn-Schnyder, ''E., 1979. Die Fossilien des Monte San Giorgio. Führer zum Paläontologischen Museum Meride'' Paläontologisches Institut und Museum der Universität Zürich, Zürich
 
== Campioni ==
==Produzioni televisive==
=== Singolare ===
* {{de}} 3sat (SWR BadenBaden), edito da Werner Zeindler, 2005. "Schätze der Welt - Erbe der Menschheit. Monte San Giorgio, Schweiz - Der Berg der Saurier", durata 15 minuti, [http://www.swr.de/schaetze-der-welt/monte-san-giorgio/-/id=5355190/nid=5355190/did=5983190/lyxont/index.html guarda il video]
{{Vedi anche|Legg Mason Tennis Classic 1999 - Singolare}}
* {{de}} Schweizer Fernsehen (SF1), Redazione H. Issler, 2003. "Das UNESCO-Weltnaturerbe Monte San Giorgio", durata 8 minuti
{{bandiera|USA}} '''[[Andre Agassi]]''' ha battuto in finale {{bandiera|RUS}} [[Evgenij Kafel'nikov]] 7-6(3), 6-1
* Televisione della Svizzera italiana (TSI), Redazione T. Gamboni, 2003. "La Laguna di Pietra – Storie del Monte San Giorgio", durata 53 minuti, [http://la1.rsi.ch/archivio_storie/welcome.cfm?idg=0&ids=4488&idc=33980 guarda il video]
 
==Altri= progettiDoppio ===
{{Vedi anche|Legg Mason Tennis Classic 1999 - Doppio}}
{{interprogetto|commons=Category:Monte San Giorgio}}
{{bandiera|USA}} '''[[Justin Gimelstob]] / {{bandiera|CAN}} [[Sébastien Lareau]]''' hanno battuto in finale {{bandiera|ZAF}} [[David Adams]] / {{bandiera|ZAF}} [[John-Laffnie de Jager]] 7-5, 6-7(2), 6-3
 
==Collegamenti esterni==
* {{cita web|[http://www.montesangiorgioleggmasontennisclassic.ch|com/default.aspx Sito ufficiale del Monte San Giorgio}}]
* {{cita web|http://www.montesangiorgio.ch/museo.htm#meride|Museo dei fossili a Meride (Svizzera) su montesangiorgio.ch}}
* {{cita web|http://www.ti.ch/mcsn/|Museo cantonale di storia naturale a Lugano (Svizzera) su ti.ch}}
* {{DSS|I8788|Monte San Giorgio}}
* {{cita web|http://www.montesangiorgio.ch/museo.htm#besano|Museo civico dei fossili a Besano (Italia) su montesangiorgio.ch}}
* {{cita web|http://www.comune.induno-olona.va.it/culturaesocieta/museo.htm|Museo insubrico di Storia Naturale a Induno Olona (Italia) su comune.induno-olona.va.it}}
* {{cita web|http://www.montesangiorgio.ch/museo.htm#milano|Museo civico di storia naturale a Milano (Italia) su montesangiorgio.ch}}
* {{cita web|url=http://www.unesco-welterbe.ch/cms/modules.php?name=Content&pa=showpage&pid=46|titolo=Unesco-Welterbestätten su unesco-welterbe.ch|lingua=de}}
* {{cita web|http://www.swissinfo.ch/ita/unesco|I siti dell'Unesco in Svizzera - Dossier speciale su swissinfo.ch}}
* {{cita web|url=http://www.geofinder.ch/ort.php?id=5004|titolo=Geofinder.ch: Monte San Giorgio su geofinder.ch}}
* {{cita web|http://www.patriziatoarzo.ch|Sito ufficiale del patriziato di Arzo, proprietario delle cave di marmo di Arzo}}
 
{{Legg Mason Tennis Classic}}
{{Patrimoni Unesco|Italia}}
{{TennisATPTour1999}}
{{Patrimoni Unesco|Svizzera}}
{{Portale|Stati Uniti d'America|tennis}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|montagna|paleontologia|patrimoni dell'umanità|Svizzera}}
 
[[Categoria:MontagneLegg delMason TicinoTennis Classic 1999|San Giorgio]]
[[Categoria:MontagneATP delleTour Prealpi Luganesi|San Giorgio1999]]
[[Categoria:Patrimoni dell'umanità della Svizzera]]
[[Categoria:Patrimoni dell'umanità d'Italia]]
[[Categoria:Giacimento fossilifero]]
[[Categoria:Geositi]]
[[Categoria:Paleontologia italiana]]
[[Categoria:Montagne di 1000 m|San Giorgio]]