Federico Fellini e Elda Lanza: differenze tra le pagine

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{{F|giornalisti italiani|luglio 2013}}
{{Bio
|Nome = FedericoElda
|Cognome = FelliniLanza
|Sesso = MF
|LuogoNascita = RiminiMilano
|GiornoMeseNascita = 205 gennaioottobre
|AnnoNascita = 19201924
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 31 ottobre
|AnnoMorte = 1993
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Attività = regista
|Attività = giornalista
|Attività2 = sceneggiatore
|AttivitàAltre = , autrice e presentatrice televisiva, oltre che esperta di comunicazione e romanziera
|Attività3 = fumettista
|Nazionalità = italiana
|AttivitàAltre = e [[scrittore]]
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Federico Fellini NYWTS 2.jpg
|Didascalia2 = {{Premio|Oscar|al miglior film straniero|1957|x}}<br />{{Premio|Oscar|al miglior film straniero|1958|x}}<br />{{Premio|Oscar|al miglior film straniero|1964|x}}<br />{{Premio|Oscar|al miglior film straniero|1975|x}}<br />{{Premio|Oscar|onorario|1993|x}}
}}
==Biografia==
 
Attiva nel movimento [[femminista]] e forte di una precoce e intensa attività di [[scrittrice]] e [[giornalista]], dopo gli studi all'[[Università Cattolica del Sacro Cuore|Università Cattolica di Milano]] e alla [[Sorbona]] di [[Parigi]] (dove fu allieva, tra gli altri, di [[Jean Paul Sartre]]), nel [[1952]] viene contattata dai dirigenti dalla neonata [[televisione italiana]] di cui, dopo svariati provini, diventa la prima [[presentatrice]]<ref>http://www.lastampa.it/2015/10/22/edizioni/alessandria/dalla-rai-ai-libri-la-seconda-vita-di-elda-il-primo-volto-della-tiv-italiana-ora-una-signora-in-giallo-s9RU3MXCDQnChVpNXRFxPP/pagina.html</ref>, lavorando nei primi programmi sperimentali, tipo [[Vetrine]], rubrica di moda e altro che si valeva delle inchieste di vari registi, tra i quali [[Romolo Siena]], [[Sergio Spina]], [[Gianni Serra]], [[Sergio Miniussi]].
È il più grande regista della [[storia del cinema]]. Già vincitore di quattro premi [[Oscar al miglior film straniero]], per la sua attività da cineasta gli è stato conferito nel [[1993]] l'[[Oscar alla carriera]]. Vincitore due volte del [[Festival di Mosca]] ([[1963]] e [[1987]]), ha inoltre ricevuto la [[Palma d'oro]] al [[Festival di Cannes]] nel [[1960]] e il [[Leone d'oro alla carriera]] alla [[Mostra del Cinema di Venezia]] nel [[1985]].
 
È sposata con il pubblicitario [[Vitaliano Damioli]], ha un figlio di nome [[Massimo Pietro Damioli]] detto Max.
Nell'arco di quasi quarant'anni - da ''[[Lo sceicco bianco]]'' del [[1952]] a ''[[La voce della luna]]'' del [[1990]] - Fellini ha "ritratto" in decine di [[lungometraggio|lungometraggi]] una piccola folla di personaggi memorabili. Definiva sé stesso "''un artigiano che non ha niente da dire, ma sa come dirlo''". Ha lasciato opere indimenticabili, ricche di satira ma anche velate di una sottile malinconia, caratterizzate da uno stile [[Sogni|onirico]] e visionario. I titoli dei suoi più celebri film - ''[[La strada]]'', ''[[Le notti di Cabiria]]'', ''[[La dolce vita]]'', ''[[8½]]'' e ''[[Amarcord]]'' - sono diventati dei ''[[topos|topoi]]'' citati, in [[lingua italiana|lingua originale]], in tutto il mondo.
 
Esperta di galateo (suo il best seller ''Signori si diventa'' per Mondadori), nonché docente di storia del costume, tiene corsi sulla materia. Nel 2011 [[Michele Mirabella]] la chiama ospite ad ''[[Apprescindere]]'' su [[Rai 3]]; [[Giancarlo Magalli]] le dedica un ampio spazio rievocativo ai ''[[I fatti vostri|Fatti vostri]]'' su [[Rai 2]]. Nel 2012 è tornata in tv, su [[La7]], per alcune brevi lezioni di stile ai ''[[I menù di Benedetta|Menù di Benedetta]]''. Da allora partecipa regolarmente come ospite nei talk show di network nazionali e regionali.
== Biografia ==
{{citazione|Il visionario è l'unico realista.<ref>{{cita | Ramacci }}</ref>|Federico Fellini}}
 
Nell'ottobre 2012 debutta come giallista con il romanzo ''Niente lacrime per la signorina Olga'' che Lanza porta a [[Salani]] su suggerimento del giornalista e critico [[Mariano Sabatini]]. A Solibri.net lo scrittore [[Marco Vichi]], che su incarico di Salani firma la fascetta di copertina, dichiara: ''"Ho conosciuto Elda via mail, mi era stata segnalata dal giornalista e scrittore Mariano Sabatini e l'ho paragonata a Camilleri per l'umanità che racconta al di là del giallo, nonché per la veneranda età e per la simpatia che mi ha suscitato"''. Nel giro di poche settimane l'editore è costretto a ristampare il titolo andato esaurito, conquistandosi anche l'apprezzamento di [[Umberto Eco]] che agli esordi aveva lavorato con Elda alla [[Rai]].
=== Infanzia e giovinezza ===
Attualmente l'autrice lavora ad altre avventure con protagonista l'avvocato napoletano Max Gilardi.
Federico Fellini nacque a [[Rimini]], nell'allora [[provincia di Forlì]] (divenuto, nel [[1992]], capoluogo della neo-costituita [[Provincia di Rimini|provincia omonima]]), il 20 gennaio del [[1920]] da una famiglia modesta. Il padre, Urbano Fellini ([[1894]]-[[1956]]), era un rappresentante di [[liquore|liquori]], [[dolce|dolciumi]] e generi alimentari originario di [[Gambettola]], una cittadina sita a poco più di 20&nbsp;km ad ovest di [[Rimini]], in direzione di [[Forlì]], mentre la madre, Ida Barbiani ([[1896]]-[[1984]]), era una casalinga originaria di [[Roma]], del [[Esquilino (rione di Roma)|rione Esquilino]]. Fellini segue studi regolari, frequentando il Liceo classico Giulio Cesare<ref>[http://www.liceocesarevalgimigli.it/pagina.asp?id_rubrica=137&codice_categoria=9768&id_categoria=79&id_contenuto= «Giulio Cesare»]</ref> di [[Rimini]], dove rivela già il proprio talento nel disegno, che manifesta sotto forma di [[vignette]] e [[caricatura|caricature]] di compagni e professori.
 
L'8 marzo 2013 partecipa al programma tv ''[[I menù di Benedetta]]'' su La7.
Il suo disegnatore preferito era lo [[Stati Uniti d'America|statunitense]] [[Winsor McCay]], inventore del personaggio di «[[Little Nemo]]». Ispirandosi al celebre personaggio, nella sua camera da letto aveva costruito con la fantasia un mondo inventato, nel quale immaginava di ambientare le storie che voleva vivere e vedere al cinema. Ai quattro montanti del letto aveva dato i nomi dei quattro cinema di Rimini: da lì, prima di addormentarsi, prendevano forma le sue storie immaginifiche.
 
Nel 2013 le viene attribuita la targa di merito Città di Giulianova nell'ambito del festival della Letteratura.
Fellini, fin dall'età di sedici anni, mostrava una grandissima passione per il cinema: infatti, nel suo libro ''Quattro film'', descrive che, tra gli anni 1936 e 1939, usciva di casa senza permesso dei genitori e visitava i cinema nella sua città.
 
Nel dicembre 2013 il presidente Giorgio Napolitano la nomina commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica italiana.
Già prima di terminare la scuola, nel corso del [[1938]], Fellini prova alcune collaborazioni con giornali e riviste. ''[[La Domenica del Corriere]]'' gli pubblica qualche vignetta nella rubrica ''Cartoline dal pubblico'', ma la collaborazione più duratura è quella che riesce a stabilire con il settimanale politico-satirico edito da [[Casa Editrice Nerbini|Nerbini]], ''[[Il 420]]'', sul quale pubblica numerose vignette e rubrichette umoristiche, sino alla fine del [[1939]]. Agli inizi dello stesso anno si era trasferito a [[Roma]] con la scusa di frequentare l'[[Università La Sapienza di Roma|Università]], in realtà per realizzare il desiderio di dedicarsi alla [[giornalista|professione giornalistica]].
 
=== GliOpere esordi ===
[[File:Fellini young.jpg|thumb|Il giovane Fellini]]
Fellini giunge nella capitale seguito dalla madre Ida, che nella città ha i suoi parenti, e dai due fratelli [[Riccardo Fellini|Riccardo]] e la piccola [[Maddalena Fellini|Maddalena]]; prende alloggio in via Albalonga, fuori [[Porta San Giovanni (Roma)|porta San Giovanni]] (nel quartiere [[Appio-Latino]]). Si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza. Le prime esperienze del giovane Fellini rivelano che il suo obiettivo professionale non era tanto diventare [[avvocato]] (non sosterrà mai un esame) quanto intraprendere il lavoro di [[giornalista]].
 
=== Libri serie Max Gilardi ===
Federico Fellini esordisce infatti, pochi mesi dopo il suo arrivo a [[Roma]], nell'aprile del [[1939]], sul ''[[Marc'Aurelio]]'', la principale rivista [[Satira|satirica]] italiana, nata nel [[1931]] e diretta da [[Vito De Bellis]]. Collabora come disegnatore satirico, ideatore di numerose rubriche (tra le quali ''È permesso…?''), vignettista e autore delle celebri "Storielle di Federico", divenendo una firma di punta del [[quindicinale]]. Il suo principale referente in questa fase è il disegnatore satirico e illustratore cinematografico [[Enrico De Seta (disegnatore)|Enrico De Seta]].
* ''[[Niente lacrime per la signorina Olga]]'' ([[Salani]], 2012)
* ''[[Il matto affogato]]'' ([[Salani]], 2013)
* ''[[ Il venditore di cappelli]]'' ([[Salani]], 2014)
* ''La cliente sconosciuta'' ([[Salani]], 2015)
* ''La bambina che non sapeva piangere'' ([[Salani]], 2016)
* ''Uno stupido errore'' (Salani, 2016)
* ''La bestia nera'' (Salani, 2017)
* Il funerale di donna Evelina (Salani, 2018)
 
=== Romanzi ===
Il successo nel Marc'Aurelio si traduce in buoni guadagni e inaspettate offerte di lavoro. Fellini fa conoscenza con personaggi a quel tempo già noti. Comincia a scrivere [[Copione|copioni]] e ''[[Battuta (spettacolo)|gag]]'' di sua mano. Collabora ad alcuni film di [[Erminio Macario]]<ref>{{cita libro | autore=Federico Fellini, Rita Cirio | wkautore=Federico Fellini, Rita Cirio | editore=Garzanti | anno=1994 | pp=165| titolo=Il mestiere di regista: intervista con Federico Fellini | ISBN=978-88-11-73846-6}}</ref>: ''[[Imputato, alzatevi!]]'' e ''[[Lo vedi come sei... lo vedi come sei?]]'' del 1939; ''[[Non me lo dire!]]'' e ''[[Il pirata sono io]]'' del [[1940]]; scrive le battute per gli spettacoli dal vivo di [[Aldo Fabrizi]].
* ''Una stagione incerta'' (Marsilio, 2006)
* ''[[Imparerò il tuo nome]]'' (Ponte alle Grazie, 2017)
* '' Uomini '' 2017
 
=== FelliniAltre e la radioOpere ===
* ''Signori si diventa:le nuove regole dello stile quotidiano'' (Mondadori, 2005)
Nel [[1941]] viene chiamato a collaborare con l'[[Ente Italiano Audizioni Radiofoniche]] (EIAR), avviando una breve stagione come autore radiofonico. Per quanto meno nota rispetto all'opera cinematografica, l'attività radiofonica di Fellini è importante poiché segna il suo esordio nel mondo dello spettacolo, nonché l'inizio del sodalizio artistico e affettivo con [[Giulietta Masina]]<ref>{{cita | Kezich 2007 }}</ref>.
* ''Il tovagliolo va a sinistra'' (Vallardi, 2016)
 
In questi anni Fellini firma una novantina di copioni, tra presentazioni di programmi musicali, [[Teatro di rivista|riviste]] radiofoniche, fino alla celebre serie di ventiquattro radioscene ''Cico e Pallina''. Trasmessa saltuariamente all'interno del programma di varietà ''Il terziglio'' fra il [[1942]] e il [[1943]], la serie si incentra sulle avventure di due giovani sposi dall'animo semplice e puro<ref>''Le traversie di Cico e Pallina'', interrotte nel 1944, ripresero nel [[dopoguerra]] in una serie autonoma intitolata ''[[Le avventure di Cico e Pallina]]''; furono prodotte quattordici puntate fino al febbraio del 1947.</ref>.
 
Il ruolo di Cico è di Angelo Zanobini, mentre Pallina è interpretata da una giovane attrice di rivista, [[Giulietta Masina]], che Fellini conosce nel 1942 e che diventerà sua compagna inseparabile e interprete nei suoi film. Tra l'ampia [[Programma radiofonico|produzione radiofonica]] di questi anni, anche le riviste scritte con Ruggero Maccari (tra le quali ''Vuoi sognare con me'' con [[Paolo Poli]], [[Riccardo Garrone (attore)|Riccardo Garrone]], [[Gisella Sofio]] e [[Sandra Milo]]) e la toccante ''Una lettera d'amore'' (1942), incentrata su una giovane fanciulla analfabeta che spedisce fogli bianchi al fidanzato e che lascia presagire la poesia di successivi personaggi cinematografici come Gelsomina e Cabiria.
 
Nel luglio 1943 Giulietta presenta Federico ai propri genitori. Dopo l'8 settembre 1943, quando il [[Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|proclama di Badoglio]] rese pubblico l'armistizio con gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]], Fellini, invece di rispondere alla [[Leva militare|chiamata alla leva]], convola a nozze con lei il 30 ottobre. Nei primi mesi di matrimonio vivono insieme nella casa della zia di Giulietta, Giulia, di famiglia benestante (i suoi congiunti possedevano a [[Milano]] il [[calzaturificio]] «Di Varese» e Giulia era vedova di Eugenio Pasqualin, preside del [[Liceo ginnasio Torquato Tasso (Roma)|Liceo Tasso]] della capitale). Masina e Fellini hanno di lì a poco un figlio, Pier Federico detto ''Federichino'', nato il 22 marzo [[1945]] e morto appena undici giorni dopo la nascita, il 2 aprile.
 
=== Prime esperienze da sceneggiatore ===
[[File:FelliniTriestePinelli.jpg|left|thumb|Federico Fellini (a sinistra) con [[Moraldo Rossi]] (a destra) sul set de ''[[Lo sceicco bianco]]'', al centro l'attore [[Leopoldo Trieste]].|245x245px]]
Tra il [[1942]] e il [[1943]] Fellini collabora alla sceneggiatura del film ''[[Quarta pagina]]'' (regia di [[Nicola Manzari]]) e di ''[[Avanti c'è posto...]]'' e ''[[Campo de' fiori (film)|Campo de' fiori]]'' di [[Mario Bonnard]]. Subito dopo l'arrivo delle forze alleate, apre nel 1944 a Roma con [[Enrico De Seta (disegnatore)|Enrico De Seta]] una bottega dal nome "The funny face shop", nella quale si dipingono [[Caricatura|caricature]] per i militari alleati<ref>Look And Learn, ''[http://www.lookandlearn.com/blog/11649/enrico-de-seta-artist/ Enrico De Seta]''</ref><ref name="borini">Andrea Borini, ''Federico Fellini'', Ed. Mediane, 2009. p. 16</ref> in un locale di una traversa di [[Via del Corso (Roma)|via del Corso]], [[via Margutta]], insieme con il giornalista [[Guglielmo Guasta Veglia|Guglielmo Guasta]] e i pittori [[Carlo Ludovico Bompiani]] e [[Fernando Della Rocca]]. Il progetto si espande, e grazie a ciò ha il suo primo incontro con [[Roberto Rossellini]],<ref name="borini" /> nel 1945.
 
Grazie a Rossellini, Fellini collabora alle [[sceneggiatura|sceneggiature]] di ''[[Roma città aperta]]'' e ''[[Paisà]]'', film che aprono, assieme alle opere di altri autori, soprattutto [[Vittorio De Sica]] e [[Luchino Visconti]], la stagione che verrà definita del [[Neorealismo (cinema)|Neorealismo]] cinematografico italiano. In ''Paisà'' Fellini ricopre anche il ruolo di assistente sul set. Sembra, inoltre, che abbia girato, in assenza di Rossellini, alcune scene di raccordo (di certo dirige una lunga inquadratura della sequenza ambientata sul Po<ref>{{cita | Angelucci | p. 358}}</ref>). È il suo battesimo dietro la [[macchina da presa]]. Nel [[1946]] Fellini conosce [[Tullio Pinelli]], torinese, scrittore per il [[teatro]]<ref>{{cita web|url=http://www.ilgiornale.it/news/tullio-pinelli-quante-liti-federico.html|titolo=Tullio Pinelli: "Quante liti con Federico..."|accesso=16/05/2016}}</ref>. In breve nasce un sodalizio professionale: Fellini elabora idee e schemi, Pinelli li dispone dentro una struttura testuale.
 
Negli anni successivi, Federico Fellini firma nuove sceneggiature. Nel [[1948]] un soggetto realizzato con Pinelli viene messo in scena: ''Il miracolo'', uno dei due episodi de ''[[L'amore (film)|L'amore]]'', film diretto da Roberto Rossellini. Nell'episodio Fellini è anche attore: interpreta un vagabondo che incontra e seduce un'ingenua pastorella ([[Anna Magnani]]).
 
Seguono sceneggiature per diversi film di [[Pietro Germi]]: ''[[In nome della legge]]'' (scritto con Pinelli, [[Mario Monicelli|Monicelli]], [[Pietro Germi|Germi]] e Giuseppe Mangione), ''[[Il cammino della speranza]]'' (con Germi e Pinelli), ''[[La città si difende]]'' (con Pinelli). Ancora, con [[Alberto Lattuada]], scrive la [[sceneggiatura]] de ''[[Il delitto di Giovanni Episcopo]]'', ''[[Senza pietà (film 1948)|Senza pietà]]'' e ''[[Il mulino del Po (film)|Il mulino del Po]]''.
 
=== Prime esperienze di regia: ''Luci del varietà'' ===
{{vedi anche|Luci del varietà}}
[[File:LuciDelVarietà.jpg|thumb|Una scena di ''[[Luci del varietà]]'']]
{{citazione|Un film che diventerà famoso|Slogan pubblicitario del film<ref name=tk114>{{cita | Kezich 2007 | p.114}}</ref>}}
 
Nel [[1950]] Fellini esordisce alla [[Regia cinematografica|regia]] con ''[[Luci del varietà]]'', che dirige con [[Alberto Lattuada]]. Oltre alla regia, i due [[cineasta|cineasti]] si cimentano anche come [[Produttore cinematografico|produttori]] grazie a un accordo basato su una formula di [[società cooperativa|cooperativa]]<ref name=tk114/>. Il [[Soggetto (cinema)|soggetto della pellicola]] è un tema che diventerà un ''[[topos]]'' narrativo di Fellini: il mondo dell'[[avanspettacolo]] e la sua decadenza. Sul set si respira aria ilare e distesa con Lattuada che dirige principalmente i lavori ma con un Fellini sempre presente e attivo<ref>{{cita | Kezich 2007 | p.116}}</ref>.
 
Nonostante il film riceva giudizi positivi da parte della [[Critica cinematografica|critica]], non riscuote gli sperati successi commerciali, piazzandosi come incasso al sessantacinquesimo posto tra i film italiani durante la stagione 1950-[[1951|51]]. Il pessimo esito finanziario della pellicola lascia un segno pesante sui patrimoni personali di Fellini e Lattuada e ciò contribuisce a raffreddare definitivamente i rapporti tra i due.
 
=== L'esordio assoluto come regista: ''Lo sceicco bianco'' ===
{{vedi anche|Lo sceicco bianco}}
[[File:Lo sceicco bianco.jpg|thumb|left|[[Alberto Sordi]] nel film ''[[Lo sceicco bianco]]''.]]
{{citazione|... Si erano imbarcati tutti in un barcone che era a un chilometro di distanza su un mare immenso. Mi parevano lontanissimi, irraggiungibili. Mentre un motoscafo mi portava verso di loro, il barbaglio del sole mi confondeva gli occhi. Non solo erano irraggiungibili, non li vedevo più. Mi domandavo ‘E ora cosa faccio?...' Non ricordavo la trama del film, non ricordavo nulla, desideravo tagliare la corda e basta. Dimenticare. Poi, però, di colpo tutti i dubbi mi svanirono quando posai il piede sulla scala di corda. Mi issai sul barcone. Mi intrufolai tra la troupe. Ero curioso di vedere come sarebbe andata a finire|Federico Fellini a proposito del primo giorno di lavorazione del film<ref>{{cita | Fare un film | pp. 51-52}}</ref>}}
{{Approfondimento
|allineamento = destra
|larghezza = 320px
|titolo = La collaborazione con [[Nino Rota]]
|contenuto = In occasione della scelta delle musiche per ''Lo sceicco bianco'', nasce tra Fellini e il [[compositore]] [[Nino Rota]] un rapporto di collaborazione che coinvolgerà vita e arte di entrambi. Sull'incontro tra i due è nato un [[aneddoto]] secondo il quale Fellini, uscendo dalla [[Lux Film|Lux]], notò un signore che aspettava l'autobus. Gli si avvicinò che gli domandò quale autobus stesse aspettando. Rota nominò un numero che non passava di là e mentre il regista cercava di spiegarglielo l'autobus si presentò. Questo racconto, per quanto inverosimile, riassume gli ingredienti che caratterizzeranno il rapporto artistico tra i due, fatto di magia, [[empatia]] e irrazionalità<ref name="Federico. Fellini p.125">{{cita | Kezich 2007 | p.125}}</ref>. Tra i due si instaurò immediatamente un'intesa formidabile che li portò a collaborare per ben diciassette film. Fellini non si dimostrò mai un amante della musica ma questo non creò difficoltà a Rota, che per i film del regista riminese si adattò volentieri a scrivere [[Marcia (musicale)|marcette]] dai ritmi marcati e vistosi<ref name="Federico. Fellini p.125"/>. L'apice della collaborazione è raggiunto con la marcetta della scena della passerella finale di [[8½]]; basata su l'''[[entrata dei gladiatori]]'', che divenne l'"inno" del fellinismo<ref>{{cita | Kezich 2007 | p.239}}</ref>.
}}
Due anni dopo ''Le luci del varietà'', Fellini giunge all'esordio assoluto come regista, con ''[[Lo sceicco bianco]]'', con [[Michelangelo Antonioni|Antonioni]] coautore del soggetto, [[Ennio Flaiano|Flaiano]] coautore della sceneggiatura e una grande interpretazione di [[Alberto Sordi]], esempio della capacità di Fellini di valorizzare gli attori più amati dal pubblico. È il momento cruciale nella carriera felliniana: il momento nel quale l'attività di regista prende il sopravvento su quella di sceneggiatore. La gestione delle riprese da parte di Fellini si realizza in una continua rivisitazione della sceneggiatura con l'arricchimento di situazioni e la dilatazione dei tempi. Questo suo modo di operare lo porterà ad alcuni contrasti con il direttore di produzione [[Enzo Provenzale]]<ref>{{cita | Kezich 2007 | p.124}}</ref>.
 
Con questo film, Fellini inaugura - grazie anche alla collaborazione con Ennio Flaiano - uno stile nuovo, estroso, umoristico, una sorta di [[realismo magico]], [[onirico]], che però non viene subito apprezzato<ref>{{cita | Angelucci | p. 359}}</ref>. Gli incassi al botteghino si rivelano infatti un completo insuccesso, un duro colpo per la [[Casa di produzione cinematografica|casa di produzione]] di [[Luigi Rovere]].
 
Anche se vi sono alcuni giudizi positivi - [[Callisto Cosulich]] lo definisce "il primo film anarchico italiano" - la maggioranza della critica lo stronca fino a definirlo "...un film talmente scadente per grossolanità di gusto, per deficienze narrative e per convenzionalità di costruzione da rendere legittimo il dubbio se tale prova di Fellini regista debba considerarsi senza appello"<ref>Critica apparsa sull'autorevole rivista "[[Bianco e Nero (rivista)|Il bianco e il nero]]"</ref>.
 
=== ''I vitelloni'' ===
{{vedi anche|I vitelloni}}
{{citazione|Noi abbiamo passato la seconda metà della vita a cancellare i guasti che l'educazione aveva fatto nella prima| {{cita | Kezich 2007 | p.136}} }}
 
Gli [[anni 1950|anni cinquanta]] sono caratterizzati da profondi cambiamenti nella società e in particolare nell'Italia che si avvia verso l'[[Miracolo economico italiano|industrializzazione]]. I film di Fellini girati in questo periodo nascono proprio da questo contesto<ref>{{cita | Kezich 2007 | p.130}}</ref>. Dopo ''Luci del varietà'' il regista gira ''[[I vitelloni]]'', che racconta la vita di provincia di un gruppo di amici a Rimini. Questa volta il film ha un'accoglienza entusiastica. Alla [[Mostra del cinema di Venezia]], dove viene presentato il 26 agosto [[1953]], l'opera conquista il [[Leone d'argento]]. La fama di Fellini si espande per la prima volta all'estero, il film è infatti campione di incassi in [[Argentina]] e riscuote un buon successo anche in [[Francia]], [[Stati Uniti]] e [[Inghilterra]]<ref>{{cita | Kezich 2007 | p.136}}</ref>.
 
È il 1953 e il regista riminese, poco più che trentenne, fa ricorso a episodi e ricordi dell'[[adolescenza]], ricchi di personaggi destinati a restare nella memoria. L'articolazione della trama del film in grandi blocchi episodici, qui per la prima volta sperimentata, sarà una consuetudine di molti suoi film successivi.
 
Il periodo di preparazione e lavorazione del film si svolge senza intoppi, nonostante il [[budget]] preventivato dalla produzione sia alquanto modesto<ref>{{cita | Kezich 2007 | p.132}}</ref>. Sebbene molte parti della sceneggiatura abbiano un carattere [[autobiografico]], descrivendo situazioni e personaggi della sua infanzia, il regista riminese preferisce distaccarsi dalla realtà inventando una cittadina fittizia mischiando ricordi e fantasia, come farà vent'anni più tardi con la Rimini di ''[[Amarcord]]''.
 
Allo stesso anno risale la collaborazione di Fellini al film a episodi progettato da [[Cesare Zavattini]], [[Riccardo Ghione]] e [[Marco Ferreri]] ''[[L'amore in città]]'': l'episodio diretto dal regista riminese - ''Agenzia matrimoniale'' - {{Citazione necessaria|è, secondo molti critici, il più riuscito}}. Durante la lavorazione di questo [[cortometraggio]], Fellini, si avvale per la prima volta della collaborazione di [[Gianni Di Venanzo]] come [[direttore della fotografia]], che poi vorrà avere per ''[[8½]]'' e ''[[Giulietta degli spiriti]]''.
 
=== Il grande successo: ''La strada'' ===
{{vedi anche|La strada}}
 
[[File:Federico-fellini-e-richard-basehart-sul-set-de-la-strada1.jpg|thumb|Fellini e [[Richard Basehart]] sul set de ''La strada'']]
 
Il grande successo internazionale arriva per Fellini grazie al film ''[[La strada]]'', girato nel [[1954]]. L'idea del film si ha intorno al [[1952]] quando Fellini è alle prese con il [[montaggio]] de ''Lo sceicco bianco''<ref>{{cita | Kezich 2007 | p.143}}</ref>. Per motivi strettamente legati alla produzione è però costretto a ritardare il progetto e a girare prima ''I vitelloni'' e l'episodio ''Agenzia matrimoniale'', ma in testa ha già chiaramente l'idea che lo porterà alla realizzazione della successiva opera.
 
La scrittura de ''La strada'' avviene a partire da alcune discussioni con [[Tullio Pinelli]] sulle avventure di un [[cavaliere errante]] per poi focalizzarsi sull'ambiente del [[circo]] e degli [[zingaro|zingari]]. Pinelli a tal proposito ricorda:
 
{{citazione|Ogni anno, da Roma, andavo in macchina a Torino per rivedere i posti, la famiglia, i genitori. Allora l'Autostrada del Sole non c'era, si passava fra le montagne. E su uno dei passi montani ho visto Zampanò e Gelsomina, cioè un omone che tirava la carretta con un tendone su cui era dipinta una sirena e dietro c'era una donnina che spingeva il tutto. ... Così quando sono tornato a Roma ho detto a Federico: "Ho avuto un'idea per un film". E lui: "Ne ho avuta una anch'io". Stranamente erano idee molto simili, anche lui aveva pensato ai vagabondi, ma la sua era centrata soprattutto sui piccoli circhi di allora... Abbiamo unito le due idee e ne abbiamo ricavato un film|[[Tullio Pinelli]]<ref>{{cita | Kezich 2007 | p.144}}</ref>}}
 
Il film, ricco di poesia, racconta il tenero ma anche turbolento rapporto fra Gelsomina, interpretata da [[Giulietta Masina]], e Zampanò, interpretato da [[Anthony Quinn]], due strampalati artisti di strada che percorrono l'[[Italia]] dell'immediato [[dopoguerra]].
 
[[File:MasinaFellini.jpg|thumb|left|Federico Fellini con la moglie [[Giulietta Masina]], protagonista de ''La strada'' nei panni di Gelsomina]]
 
La composizione del [[Cast (cinema)|cast]], a cui si aggiunge [[Richard Basehart]] nei panni del Matto, fu oggetto di svariate discussioni: in particolare i produttori non erano convinti della partecipazione della Masina, ma si dovettero arrendere alla caparbietà di Fellini. Tra i vari provini per i ruoli di protagonisti c'è da annoverare quello di [[Alberto Sordi]] che però non viene ritenuto idoneo per la parte. L'esito negativo del provino congelerà i rapporti tra i due artisti per molti anni<ref>{{cita | Kezich 2007 | p.147}}</ref>.
 
La realizzazione del film fu lunga e difficoltosa. Il budget era assai limitato, tanto da costringere Anthony Quinn, abituato ai fasti delle produzioni [[hollywood]]iane ad adattarsi a un trattamento più "di fortuna". L'attore, comunque, comprese lo spessore artistico della pellicola tanto che in una lettera del [[1990]] scriverà a Federico e Giulietta: "Per me tutti e due rimanete il punto più alto della mia vita". Tra i vari imprevisti e incidenti che rallentano la realizzazione del film<ref>La Masina è vittima di una slogatura alla caviglia durante le riprese per le scene del convento e di una lesione agli occhi, che la costringe a rimanere bendata per alcuni giorni, a causa delle forti luci volute per ottenere un tono grigio</ref> si aggiunge il manifestarsi in Fellini dei primi sintomi della [[Disturbo depressivo|depressione]] che lo porterà ad avere un malumore incontrollabile<ref>{{cita | Kezich 2007 | p.149}}</ref>.
 
La prima de ''La strada'' avviene il 6 settembre [[1954]] a [[Venezia]]. I primi giudizi del film si inseriscono in un contesto di scontro culturale con i [[neorealismo (cinema)|neorealisti]] sostenitori del regista [[Luchino Visconti]] che presenta nello stesso periodo il film ''[[Senso (film)|Senso]]''<ref>{{cita | Kezich 2007 | pp.151-153}}</ref>. Ben altra accoglienza ha il film fuori dai confini italiani, e nel [[1957]] arriva il primo [[Oscar al miglior film straniero|premio Oscar come miglior film straniero]], istituito per la prima volta in quell'edizione, per ''La strada''.
 
Molti [[Critica cinematografica|critici]] hanno provato ad analizzare il film per cercare elementi autobiografici di Fellini, identificandolo principalmente con Zampanò e vedendo nel suo rapporto con Gelsomina una metafora del [[matrimonio]] nell'epoca prefemminista<ref>{{cita | Kezich 2007 | p.155}}</ref>. Una diversa chiave di lettura la dà la stessa Masina, che identifica il marito in tutti e tre protagonisti: Gelsomina è il Federico da bambino che contempla la natura e parla con i fanciulli, il vagabondaggio di Zampanò rappresenta alcune delle sue più peculiari caratteristiche mentre il Matto è il Fellini regista che dichiara "vorrei sempre far ridere"<ref>{{cita | Kezich 2007 | p. 156}}</ref>.
 
=== ''Il bidone'' e ''Le notti di Cabiria'' ===
{{vedi anche|Il bidone|Le notti di Cabiria}}
 
Dopo il successo de ''La strada'' sono molti i produttori che si contendono il successivo film del regista, ma dopo aver letto il soggetto de ''[[Il bidone]]'' molti si tirano indietro. L'unico che accetta di produrlo è [[Goffredo Lombardo]] della [[Titanus]].
 
[[File:Federico Fellini 56.jpg|thumb|Fellini durante le riprese delle ''Notti di Cabiria'' [[1956]]]]
 
L'idea per questa sceneggiatura viene a Fellini dai racconti di un gabbamondo incontrato in una trattoria di [[Ovindoli]] durante la lavorazione de ''La strada''. Dopo averne discusso con i collaboratori Pinelli e Flaiano, si cerca l'attore protagonista. Dopo aver scartato molti nomi viene scelto lo statunitense [[Broderick Crawford]], affiancato dal connazionale [[Richard Basehart]] (il "Matto" de ''La strada''), [[Franco Fabrizi]] e Giulietta Masina. In questo film Fellini si avvarrà della collaborazione di [[Augusto Tretti]], il regista "più folle del cinema italiano", come lo definirono Fellini stesso ed Ennio Flaiano.
 
Durante la lavorazione, Fellini appare però distaccato dal film, non sente più né il divertimento de ''I vitelloni'', né il sapore della sfida de ''La strada''. Il risultato finale appare alla critica e al pubblico modesto. La "prima" avviene il 9 settembre [[1955]] a [[Venezia]] dopo essere stati costretti a un lavoro di montaggio a tempi di record. La gelida accoglienza avuta alla mostra di Venezia porterà il regista a decidere di non mandare più al [[Lido di Venezia|Lido]] nessuno dei suoi lavori, fino a quando presenterà, fuori concorso, ''[[Fellini Satyricon]]'' nel [[1969]]. Gli incassi de ''Il bidone'' sono piuttosto deludenti e anche la [[Distribuzione cinematografica|distribuzione]] all'estero non porta i risultati sperati. Alcune delle critiche più ostili parlano di "Un passo falso"<ref>Bosley Crowther sul "The New York Times", in {{cita | Kezich 2007 | p.171}}</ref> o "Non funziona, ma non è trascurabile"<ref>Pauline Kael ("It doesn't work, but it's not insignificant"), citata da {{cita | Kezich 2007 | p. 171}}</ref>.
 
Il successo torna però con il film successivo, ''[[Le notti di Cabiria]]'', a cui fa seguito anche il secondo [[premio Oscar|Oscar]]. Anche in questo caso, protagonista è Giulietta Masina, sempre molto presente nei primi film del regista riminese. Il film conclude la [[trilogia]] ambientata nel mondo degli umili e degli emarginati.
 
=== Collaborazione con Angelo Rizzoli, gli anni de ''La dolce vita'' ===
{{vedi anche|La dolce vita}}
[[File:Flaiano Fellini Ekberg 1960.jpg|thumb|Fellini con [[Ennio Flaiano]] e [[Anita Ekberg]].]]
Negli [[Anni 1960|anni sessanta]] la vena creativa di Fellini si esprime con tutte le sue energie, rivoluzionando i canoni [[Estetica|estetici]] del cinema.
 
Nel [[1960]] esce ''[[La dolce vita]]'': definita dallo stesso Fellini un film «[[Pablo Picasso|picassiano]]» ("comporre una statua per romperla a martellate", aveva dichiarato<ref>{{cita | Angelucci | p. 362}}</ref>), la pellicola - che abbandonava gli schemi narrativi tradizionali - destò scalpore e polemiche perché, oltre a illustrare situazioni fortemente [[Erotismo|erotiche]], descriveva con piglio graffiante una certa decadenza morale che strideva con il [[miracolo economico italiano|benessere economico]] ormai acquisito dalla società italiana<ref>Da parte cattolica il film fu accolto molto negativamente. Uno dei pochi che lo difesero, e presagirono l'impatto estetico e sociale del film, fu padre [[Angelo Arpa]], [[gesuita]] e filosofo, amico di Fellini per tutta la vita. Arpa pagò personalmente le conseguenze delle sue idee: gli fu impedito per un anno di poter parlare di cinema in pubblico e, successivamente, di partecipare ad attività culturali.</ref>.
 
Il [[Produttore cinematografico|produttore]] iniziale de ''La dolce vita'' fu [[Dino De Laurentiis]], che aveva anticipato 70 milioni di [[Lira italiana|lire]].<ref name=protagonista /> Tra il produttore e Fellini avvenne però una rottura e il regista dovette cercare un altro produttore che ripagasse anche l'anticipo di De Laurentiis.<ref name=protagonista>{{Cita | Kezich 2007 | p.14}}</ref> Dopo varie trattative con diversi produttori, il duo [[Angelo Rizzoli (1889-1970)|Angelo Rizzoli]] e [[Giuseppe Amato]] divenne il nuovo produttore della pellicola.<ref name=firmarizzoli>{{Cita | Kezich 2007 | pp. 16-17}}</ref>
 
Il rapporto tra Fellini e Rizzoli è tranquillo e gli incontri fra i due sono cordiali.<ref name=pag.113>{{Cita | Kezich 2007 | p. 113}}</ref> Il [[budget]] viene sforato, anche se di poco: Kezich riporta che secondo fonti ufficiali il film non costò più di 540 milioni, che non era una cifra eccessiva per una produzione impegnativa come quella de ''La dolce vita''.<ref name=pag.113 />
 
Interprete del [[film]], insieme con [[Marcello Mastroianni]], la [[Svezia|svedese]] [[Anita Ekberg]], che sarebbe rimasta - con la scena del bagno nella [[Fontana di Trevi]] - nella [[memoria collettiva]]: la Ekberg sarà ancora con Fellini nel [[1962]] in un episodio di ''[[Boccaccio '70]]'', ''Le tentazioni del dottor Antonio'', assieme a un esilarante [[Peppino De Filippo]]. Il film fu premiato con la [[Palma d'oro]] al [[Festival di Cannes]].
 
=== La consacrazione: ''8½'' ===
{{vedi anche|8½}}
[[File:Fellini mastroianni.jpg|thumb|left|Fellini dirige Mastroianni]]
{{citazione|Mi sento un ferroviere che ha venduto i biglietti, messo in fila i viaggiatori, sistemato le valigie nel bagagliaio: ma dove sono le rotaie?|Federico Fellini durante la preparazione di ''8½''<ref>{{cita | Kezich 2007 | p.238}}</ref>}}
 
Terminati i lavori per ''le tentazioni del dott. Antonio'', Fellini vive un periodo di scarsa ispirazione. Nella sua mente comincia a girare l'idea di un nuovo film, ma non con un soggetto preciso. Dopo aver trascorso un periodo di riposo presso [[Chianciano Terme]], fa ritorno a Roma con uno spunto per una sceneggiatura: un uomo di mezza età interrompe la sua vita per una cura termale e qui, immerso in un limbo, affronta visite e ricordi. La scelta del protagonista cade quasi subito<ref>Dopo aver abbandonato l'ipotesi di [[Laurence Olivier]]</ref> sull'amico [[Marcello Mastroianni]]. Tra i due l'amicizia è intensa tanto che Fellini finirà per identificare nell'attore il suo [[alter ego]] cinematografico.
 
Trovato così il protagonista tutto sembra pronto per cominciare ma sorge un problema di cui Fellini non ha parlato a nessuno: il film non c'è più, l'idea che aveva in testa è sparita. In seguito racconterà che più passavano i giorni più gli sembrava di dimenticarsi il film che voleva fare<ref>{{cita | Kezich 2007 | p.233}}</ref>. Quando è ormai deciso a scrivere una lettera per comunicare la disfatta al produttore [[Angelo Rizzoli (1889-1970)|Angelo Rizzoli]], Fellini viene interrotto da un capo macchina di [[Cinecittà]] che lo chiama per festeggiare il compleanno di un macchinista. Tra i festeggiamenti gli arrivano gli auguri per il nuovo film, che ormai non ricorda, ma una volta seduto su una panchina arriva il lampo di genio: il film parlerà proprio di questo, di un regista che voleva fare un film ma non si ricorda più quale, cosicché il protagonista, Guido Anselmi, diventa la proiezione di Fellini stesso<ref>{{cita | Kezich 2007 | pp.233-234}}</ref>.
 
Il film, girato nel [[1963]], prende il titolo di ''[[8½]]'', poiché questa pellicola viene dopo sei film interamente da lui diretti, più tre "mezzi" film, costituiti dalla somma "ideale" di tre opere codirette con altri registi (cioè ''Luci del varietà'', diretto con Lattuada, l'episodio ''Agenzia Matrimoniale'' ne ''L'amore in città'' e l'episodio ''Le tentazioni del dottor Antonio ''in ''Boccaccio '70''), e in seguito si rivelerà uno dei capolavori del regista. Premiato con un [[premio Oscar]] (insieme con quello di [[Piero Gherardi]] per i costumi), il film è considerato uno dei più grandi della [[storia del cinema]], tanto da essere stato inserito dalla rivista inglese ''Sight & Sound'' al 9º posto nella graduatoria delle più belle pellicole mai realizzate e al 3º nella classifica stilata dai registi.
 
=== Il passaggio definitivo al colore ===
{{vedi anche|Giulietta degli spiriti|Fellini Satyricon}}
[[File:Fellini camera.jpg|thumb|Fellini dietro la macchina da presa]]
In ''[[Giulietta degli spiriti]]'', ancora con la Masina (1965), Fellini adotta per la prima volta il colore, in funzione [[Espressionismo|espressionistica]] (il suo primo lavoro a colori è comunque ''Le tentazioni del dottor Antonio'').
 
Il periodo di lavorazione del film è caratterizzato anche da un aumento di interesse, da parte di Fellini, verso il [[soprannaturale]]. Frequenta molti maghi e [[veggente|veggenti]] e in particolare [[Gustavo Adolfo Rol]], [[pittore]], dirigente bancario e [[sensitivo]] di fama<ref>{{cita | Kezich 2007 | p. 248}}</ref>. È di questo periodo anche l'esperimento con l'[[LSD]] a scopo [[Terapia|terapeutico]], come proposto dal suo [[psicoanalista]] [[Emilio Servadio]]<ref>{{cita | Kezich 2007 | p.249}}</ref>.
 
L'accoglienza della critica per ''Giulietta degli spiriti'' è piuttosto tiepida. I commenti più negativi si espressero con i termini di ''velleitario, fasullo, ipertrofico, inadeguato''. Non mancano alcuni elogi e una piccola minoranza, seppur marginale, parla anche di capolavoro<ref>{{cita | Kezich 2007 | p. 255}}</ref>. Il giudizio più severo proviene dal Centro Cattolico Cinematografico che lo accusa di uno "sgradevole impasto che si fa del sacro e del profano". L'insoddisfazione per i risultati, non certo adeguati alle aspettative, creerà, anche, un'incrinatura del rapporto tra il regista ed Ennio Flaiano.
 
Il film successivo, ''[[Il viaggio di G. Mastorna, detto Fernet|Il Viaggio di G. Mastorna]]'', già in cantiere, non viene realizzato. Fellini, quarantacinquenne, deve pagare pesanti penali. Si riprende al termine del decennio. La fine degli [[anni 1960|anni sessanta]] e l'inizio dei [[anni 1970|settanta]] sono anni di intenso lavoro creativo.
 
Tornato sul set, dopo aver rinnovato completamente la squadra tecnica e artistica intorno a sé, gira nel [[1968]] un episodio del [[film]] ''[[Tre passi nel delirio]]'', l'anno seguente realizza un documentario per la [[televisione]] (''[[Block-notes di un regista]]''), cui segue il film ''[[Fellini Satyricon]]'' (1969). È di nuovo grande successo, i problemi degli anni precedenti sono definitivamente alle spalle.
 
=== ''Amarcord'' e altri successi ===
{{vedi anche|I clowns|Roma (film 1972)|Amarcord|Il Casanova di Federico Fellini}}
{{Approfondimento
|titolo=Fermo immagine con movimento
|allineamento=destra
|contenuto={{citazione|... Se uno si mette davanti a un quadro, può averne una fruizione completa ed ininterrotta. Se si mette davanti a un film no. Nel quadro sta dentro tutto, non è lo spettatore che guarda, è il film che si fa guardare dallo spettatore, secondo tempi e ritmi estranei e imposti a chi lo contempla. L'ideale sarebbe fare un film con una sola immagine, eternamente fissa e continuamente ricca di movimento. In ''[[Il Casanova di Federico Fellini|Casanova]]'' avrei voluto veramente arrivarci molto vicino: un intero film fatto di quadri fissi.|Federico Fellini in un'intervista a [[Valerio Riva]] per ''[[l'Espresso]]''<ref>citato in {{cita libro||[[Irene Bignardi]]|titolo=Storie di cinema a Venezia|pagine=p.108}}</ref>}}
[[File:Amarcord titoli.jpg|250px|center|Titoli di testa di ''Amarcord''.]]
(nell'immagine: Titoli di testa di ''[[Amarcord]]'')
}}
{{citazione|Mi sembra che i personaggi di Amarcord, i personaggi di questo piccolo borgo, proprio perché sono così, limitati a quel borgo, e quel borgo è un borgo che io ho conosciuto molto bene, e quei personaggi, inventati o conosciuti, in ogni caso li ho conosciuti o inventati molto bene, diventano improvvisamente non più tuoi, ma anche degli altri|Federico Fellini a proposito del successo di Amarcord}}
 
La produzione successiva di Fellini segue ancora un ritmo ternario: ''[[I clowns]]'' (girato per la [[TV]], [[1970]]), ''[[Roma (film 1972)|Roma]]'' ([[1972]]) e ''[[Amarcord]]'' ([[1973]]) sono tutti incentrati sul tema della memoria. L'autore cerca le origini della propria [[poetica]] esplorando le tre ''città dell'anima'': il Circo, la Capitale e Rimini<ref>{{cita | Angelucci | p. 365}}</ref>. Il film conclusivo della terna, ''Amarcord'' («mi ricordo» in [[dialetto romagnolo]]) vince l'Oscar, il quarto per il regista riminese. La notizia della vittoria gli arriva nelle prime ore del 9 aprile [[1975]], mentre è impegnato su set de ''Il Casanova''. Fellini decide di non andare a ritirare il riconoscimento che verrà consegnato al [[Franco Cristaldi|produttore]].
 
In particolare in ''Amarcord'' si trovano molti spunti autobiografici: infatti possiamo riconoscere in Titta, un giovane Fellini che ricorda la sua adolescenza, interpretato dall'esordiente [[Bruno Zanin]]. Malgrado ciò, il regista, rifiuta di riconoscere nella pellicola qualsiasi riferimento alla propria vita, asserendo che tutto è frutto della sua immaginazione. Come già nei ''Vitelloni'', non c'è una sola scena che sia girata nei pressi della città romagnola<ref>{{cita | Kezich 2007 | p.302}}</ref>.
 
=== Gli ultimi lavori ===
{{vedi anche|Prova d'orchestra|La città delle donne|E la nave va|Ginger e Fred|Intervista (film)|La voce della luna}}
[[File:Gingerefred.jpg|left|thumb|Giulietta Masina e Marcello Mastroianni sono due attempati ballerini di [[tip-tap]] in ''[[Ginger e Fred]]''.]]
{{citazione|Arrivato sulla soglia della terza età, Fellini come regista è (per sua fortuna e nostra) entrato in quella splendida maturità in cui un mostro sacro riesce a profondere i suoi tesori di bravura per il solo piacere di farlo. Ti lasci portare dalla cavalcata delle invenzioni, e riesci ancora a stupirti (come un ragazzino che ha scoperto da poco il cinema), a ogni sequenza, a ogni inquadratura. Se nella Città delle donne latita la suspense per la storia, o per gli ingredienti, non te ne importa niente di come andranno a finire Snàporaz o Katzone.|[[Giorgio Carbone]] su [[La Notte]] a proposito di "La città delle donne"}}
 
Dopo ''[[Casanova (Fellini)|Casanova]]'' del [[1976]] è il turno di ''[[Prova d'orchestra]]'' ([[1979]]), considerato il suo film più "politico" e maturato durante i cosiddetti [[anni di piombo]] e ''[[La città delle donne]]'' (del [[1980]]). Quest'ultimo viene accolto dalla critica con rispetto, lo si descrive come "tipicamente felliniano", "catalogo di evoluzioni registiche", "gioco con alcuni vuoti"<ref>{{cita | Kezich 2007 | p. 332}}</ref>. Presentato fuori concorso al XXXIII [[Festival di Cannes]], riceve invece una critica alquanto negativa.
 
[[File:Fellini-benigni-villaggio.jpg|miniatura|Federico Fellini assieme a [[Paolo Villaggio]] e [[Roberto Benigni]]]]
L'ultimo decennio di attività di Fellini è arricchito dagli ultimi capolavori: ''[[E la nave va]]'' ([[1983]]), ''[[Ginger e Fred]]'' ([[1985]]), ''[[Intervista (film)|Intervista]]'' ([[1987]]), e il lavoro dell'addio al cinema: ''[[La voce della luna]]'' ([[1990]]), liberamente tratto da ''Il poema dei lunatici'' di [[Ermanno Cavazzoni]]. Durante la lavorazione del film tutta l'attenzione della [[stampa]] è rivolta alla curiosa scelta dei due protagonisti: [[Roberto Benigni]] e [[Paolo Villaggio]]. La critica inizialmente stupita delle relative scritturazioni, interrogherà più volte il regista sul perché di tale scelta, accogliendo il film in maniera piuttosto tiepida. La risposta di Fellini non si fa attendere: «Benigni e Villaggio sono due ricchezze ignorate e trascurate. Ignorarne il potenziale mi sembra una delle tante colpe che si possono imputare ai nostri produttori»<ref name=Treccani >{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/federico-fellini_(Enciclopedia_del_Cinema)/#|titolo=Federico Fellini - Enciclopedia del Cinema - Treccani|accesso=8 gennaio 2014}}</ref>.
 
La pellicola, riconsiderata nel tempo per il suo valore, «è una sorta di invocazione al silenzio, contro il frastuono della vita contemporanea»<ref name=Treccani />, ambientata in un contesto rurale e notturno, l'opera si pone «come un elogio della [[follia]] e una satira sulla volgarità dell'odierna civiltà berlusconiana»<ref>Paolo Mereghetti, Dizionario dei film 2011, pag. 3729</ref>. Presentato fuori concorso al [[Festival di Cannes]], vede il prodigarsi di registi come [[Woody Allen]] e [[Martin Scorsese]], nel far distribuire il film anche in terra americana<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/novembre/30/Scorsese_cinema_tutti_deve_vivere_co_0_9311309888.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1993/novembre/30/Scorsese_cinema_tutti_deve_vivere_co_0_9311309888.shtml|dataarchivio=pre 1/1/2016|titolo=Scorsese: il cinema è di tutti, deve vivere anche domani|accesso=21 novembre 2013}}</ref>.
 
Nel [[1992]], dopo un periodo di inattività, ritorna dietro la [[cinepresa]] per dirigere tre brevi [[Pubblicità televisiva|spot pubblicitari]], intitolati ''Il sogno'', per conto della [[Banca di Roma]]. In quest'occasione tornerà a lavorare con Paolo Villaggio.
 
=== L'ultimo anno: il 1993 ===
Il 29 marzo [[1993]] Fellini riceve dall'[[Academy of Motion Picture Arts and Sciences]] il suo ultimo Oscar, il più importante, quello alla [[Oscar alla carriera|carriera]].
 
A giugno il regista si sottopone a tre interventi chirurgici a [[Zurigo]] per ridurre un [[aneurisma]] dell'[[aorta addominale]]. Tuttavia ci saranno delle complicanze [[Trombosi|trombo]]-[[Ischemia|ischemiche]] e il 3 agosto viene trovato steso a terra nella sua camera al Grand Hotel di [[Rimini]] e ricoverato d'urgenza in ospedale: ha avuto un ictus cerebrale destro con un'emiparesi sinistra e rimarrà in prognosi riservata per una settimana. Il 20 viene trasferito al Centro di Riabilitazione San Giorgio di [[Ferrara]]. Dieci giorni dopo anche Giulietta Masina viene ricoverata alla clinica Columbus di Roma dove resterà fino al 28 settembre e quindi lontana dal suo amato Federico. Soltanto il 9 ottobre Fellini, ancora malato, lascerà in sedia a rotelle il San Giorgio per trasferirsi al [[Policlinico Umberto I]] di Roma. Prima, però, nella capitale sosta per un'ora nella sua casa in via Margutta 113 dove c'è una gran folla di amici e gente comune a salutarlo. Intanto il 4 ottobre il produttore [[Leo Pescarolo]] annuncia che Fellini per la primavera 1994 sarebbe stato in grado di dirigere il nuovo film al quale il riminese stava lavorando: ''Block notes di un regista: l'attore''. Ma è un'illusione.
 
Il 17 ottobre, Fellini si concede un pranzo domenicale fuori dall'ospedale. Nel pomeriggio a causa della [[disfagia]] indottagli dai pregressi ictus, un frammento di [[mozzarella]] gli ostruì la [[trachea]] causandogli danni irreparabili al cervello per la conseguente [[ipossia]]<ref>L'informazione, riportata dall'amico giornalista [[Sergio Zavoli]] sulle pagine {{cita web|url=http://www.felliniallaradio.it|titolo= www.felliniallaradio.it| accesso=24 marzo 2009}}, era già apparsa all'epoca della morte su alcuni quotidiani. Si veda, per esempio, {{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/ottobre/19/nuova_crisi_per_Fellini_ora_co_0_9310191892.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1993/ottobre/19/nuova_crisi_per_Fellini_ora_co_0_9310191892.shtml|dataarchivio=pre 1/1/2016|titolo=archiviostorico.corriere.it}}</ref>. Fellini torna dunque in coma al reparto di rianimazione dell'Umberto I di Roma. Il 21 l'ANSA pubblica una foto non autorizzata del regista intubato che alimenterà una polemica sull'opportunità della sua divulgazione. Tutti i quotidiani sceglieranno di non pubblicare la foto, mentre la sorella del regista, Maddalena, presenterà querela contro ignoti per violazione della privacy e danno all'immagine del regista.
 
Il 27 ottobre Fellini si aggrava ulteriormente e il giorno dopo l'[[encefalogramma]] si fa piatto. Il 31 ottobre alle 12 il corpo martoriato di Fellini cessa di vivere. Il giorno prima aveva compiuto 50 anni di matrimonio con Giulietta Masina.
 
I [[funerali di stato]] vengono celebrati dal [[cardinale]] [[Achille Silvestrini]] nella [[Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri]] a Roma in [[Piazza della Repubblica (Roma)|piazza della Repubblica]]. Alla domanda di Giulietta Masina, il trombettista [[Mauro Maur]] esegue l<nowiki>'</nowiki>''Improvviso dell'Angelo'' di [[Nino Rota]]<ref>{{cita web|url=http://www.santamariadegliangeliroma.it/paginamastersing.html?codice_url=fellini_funerali&lingua=ITALIANO&ramo_home=Eventi|titolo=I Funerali di Federico Fellini}}</ref>. Dopo l'ultimo saluto, anche la moglie Masina muore cinque mesi dopo il marito.
 
Le sue spoglie riposano accanto alla moglie e a quelle del figlio Federichino, morto poco dopo la nascita, nel cimitero di [[Rimini]]: sovrasta il luogo dell'[[inumazione]] una scultura di [[Arnaldo Pomodoro]] dal titolo ''Le Vele'', ispirata al film ''[[E la nave va]]''.
 
A Fellini è intitolato l'[[Aeroporto di Rimini-Miramare|aeroporto internazionale di Rimini]]. Il [[logo]] dell'aerostazione riporta la caricatura del regista, di profilo, con cappello nero e sciarpa rossa. È opera di [[Ettore Scola]], logo anche della "Fondazione Fellini" con sede a Rimini.
 
Dopo la sua morte, tutte le strade che sboccano sul lungomare riminese sono state ribattezzate con i nomi dei suoi film e "ornate" da cartelli con le relative [[Locandina|locandine]] e descrizioni.
 
Anche la città di [[Nova Siri]], in provincia di Matera, ha dedicato tutte le strade del lungomare alle sue opere.
 
Nel [[2014]] al maestro riminese è stata intitolata la [[pineta di Fregene]]<ref>{{cita web|url=http://www.fregeneonline.com/cronaca/pineta-dedicata-a-fellini|titolo=Pineta dedicata a Fellini|sito=fregeneonline.com|accesso=24 agosto 2015}}</ref>.
 
== Film non realizzati ==
Sono numerosi i [[Soggetto (cinema)|soggetti]] che Fellini pensò di trasformare in film ma che rimasero sulla carta o, addirittura, soltanto nella sua immaginazione<ref>L'abbandono della realizzazione di entrambi i film si deve molto probabilmente al consiglio di [[Gustavo Rol]], grande amico di Fellini, al quale era solito chiedere un parere, così in [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/07/06/inferno-di-zeffirelli-il-mago-mi.html L'inferno di Zeffirelli: il mago mi disse ‘Quel film non girarlo'. In L. Bentivoglio, ‘'La Repubblica'’, 6 luglio 2008], [http://www.animalibera.net/2013/06/incontri-misteriosi-fra-fellini-e.html Incontri misteriosi tra Fellini e Castaneda, ANIM ALIBE martedì 25 giugno 2013], [http://www.vivereancona.it/?page=articolo&articolo_id=253692 Milo Manara ad Ancona: vi racconto il mio Fellini di S. Novelli, pubblicato in data 16 luglio 2010]</ref>.
 
Il più famoso di questi è ''[[Il viaggio di G. Mastorna, detto Fernet|Il viaggio di G. Mastorna]]'', una compiuta [[sceneggiatura]] felliniana, cui collaborò anche [[Dino Buzzati]]. Nel [[1966]] iniziarono le riprese nella campagna attigua a [[Cinecittà]], vennero girate alcune scene ma per tormentate vicende il film non giunse mai alla sua conclusione. Rimane celebre la definizione che diede [[Vincenzo Mollica]] de ''Il viaggio di G. Mastorna'': «il film non realizzato più famoso del mondo». Anni più tardi, nel 1992, Fellini decise di tornare sul progetto, decidendo di girare ''Il Mastorna'' con l'attore [[Paolo Villaggio]], ma ancora una volta abbandonò il proposito, allorquando, il mago e sensitivo [[Gustavo Rol]] gli annunciò che se avesse fatto il film sarebbe morto<ref>{{Cita news|pubblicazione=la Repubblica|autore=Aldo Lastella|titolo=Mastorna, l'ultimo sogno|data=9 ottobre 2003|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/10/09/mastorna-ultimo-sogno.html}}</ref>. Colpito da tale previsone, Fellini cercò altre strade trovando l'interessamento del disegnatore [[Milo Manara]] che tradusse, con gli strumenti della [[Inchiostro|china]] e dell'[[inchiostro]], lo [[storyboard]] dello stesso cineasta, scegliendo, come protagonista, il volto di Villaggio. L'uscita a fumetti del ''Mastorna'' venne prevista in tre puntate, ma per un errore di stampa, nella prima comparve la scritta "Fine" e il regista, per [[scaramanzia]], decise di non proseguire.
 
''Viaggio a Tulum'' è un soggetto/sceneggiatura di Federico Fellini e [[Tullio Pinelli]] che non divenne un film bensì un [[fumetto]]. Sul finire del [[1985]] Federico Fellini compì un viaggio in [[Messico]] per visitare i luoghi raccontati negli scritti dello scrittore-[[antropologo]]-[[sciamano]] [[Carlos Castaneda]]. Accompagnò il regista in questo viaggio lo scrittore [[Andrea De Carlo]]. Lo scrittore ne ricaverà un romanzo breve, ''Yucatan'', Fellini lo spunto per un film che non farà mai. Le versioni dei due autori confermano un viaggio carico di presagi e di inspiegabili episodi fra il grottesco e il sovrannaturale. Il regista si libererà del peso di quelle sensazioni in un soggetto-sceneggiatura scritto con la collaborazione di Tullio Pinelli cui darà il nome di ''Viaggio a Tulun'', storpiando il vero nome del sito [[maya]]: [[Tulum]]<ref name="ReferenceA">Antonio Tripodi, Marco Dalla Gassa, ''Approdo a Tulum: le Neverland a fumetti di Fellini e Manara''.</ref>. Il lavoro venne pubblicato in sei puntate sul ''[[Corriere della Sera]]'', nel mese di maggio del [[1986]]<ref>F. Fellini, T. Pinelli, ''Viaggio a Tulun'', ''Corriere della Sera'', 18, 19, 20, 21, 22, 23 maggio 1986</ref>.
 
== Fellini e il fumetto ==
Federico Fellini fu lui stesso un disegnatore professionista e sino al [[1948]] accompagnò la sua attività di sceneggiatore a quella di [[vignettista]]. Da regista, disegnava abitualmente le scene dei suoi film. Collaboravano allo sviluppo dello ''[[storyboard]]'', così come all'ideazione dei tipi e delle situazioni, l'artista [[Surrealismo|surrealista]] [[Roland Topor]] e il pittore [[australia]]no [[Albert Ceen]], uno degli animatori della "dolce vita".
 
Quando la sua attività di regista si fece più rada ideò, per i disegni di [[Milo Manara]], anche due fumetti: ''[[Viaggio a Tulum]]'' e ''[[Il viaggio di G. Mastorna, detto Fernet]]''<ref>Sull'argomento vedi anche Laura Maggiore, ''Fellini e Manara'', Navarra Editore, Palermo, 2011</ref>. ''Viaggio a Tulum'' nacque dalla sceneggiatura quasi omonima, ''Viaggio a Tulun''<ref name="ReferenceA"/>. Il fumetto sarà pubblicato, a partire dal [[1989]], sulla rivista a fumetti ''[[Corto Maltese (rivista)|Corto Maltese]]''. ''Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet'' nacque da una compiuta sceneggiatura felliniana e vide la luce nel [[1992]] sulle pagine della rivista ''[[Il Grifo]]''.
 
== Curiosità ==
{{Curiosità}}
* Nel [[1968]], Fellini vide l'ultimo film di [[Stanley Kubrick]] ''[[2001: Odissea nello spazio|2001 odissea nello spazio]]'' e ne rimase positivamente colpito tanto da inviargli personalmente un telegramma per complimentarsi.<ref>{{Cita web|url = http://spettacolo.newsgo.it/federico-fellini-e-il-telegramma-inviato-a-kubrick/|titolo = Il telegramma inviato da Fellini a Kubrick|accesso = 6 febbraio 2016|sito = Spettacolo NewsGo}}</ref>
* Subito dopo la morte dell'attrice [[Anita Ekberg]] è comparsa un'intervista in cui il regista viene descritto con toni piuttosto negativi e ossessionato dal sesso.<ref>{{Cita web|url = http://www.huffingtonpost.it/2015/01/13/ekberg-fellini-invidioso-provinciale_n_6460980.html|titolo = "Fellini provinciale e invidioso degli altri registi. E rubava le idee" (FOTO, VIDEO)|accesso = 6 febbraio 2016|sito = L'Huffington Post}}</ref>
* Gli è stato dedicato un cinema a [[Curti]] ([[Provincia di Caserta|CE]]).
 
== Filmografia ==
[[File:Ottomez5.jpg|thumb|[[Marcello Mastroianni]] in una scena di ''[[8½]]'' ([[1963]])]]
[[File:Amarcord.jpg|thumb|Una scena di ''[[Amarcord]]'' ([[1973]]) con (da sinistra) [[Pupella Maggio]], [[Armando Brancia]], [[Giuseppe Lanigro]] e [[Ciccio Ingrassia]]]]
=== Regista e sceneggiatore ===
* ''[[Luci del varietà]]'', co-regia di [[Alberto Lattuada]] ([[1950]])
* ''[[Lo sceicco bianco]]'' ([[1952]])
* ''[[I vitelloni]]'' ([[1953]])
* ''[[L'amore in città]]'' ([[1953]]), episodio ''Agenzia matrimoniale''
* ''[[La strada]]'' ([[1954]])
* ''[[Il bidone]]'' ([[1955]])
* ''[[Le notti di Cabiria]]'' ([[1957]])
* ''[[La dolce vita]]'' ([[1960]])
* ''[[Boccaccio '70]]'' ([[1962]]), episodio ''Le tentazioni del dottor Antonio''
* ''[[8½]]'' ([[1963]])
* ''[[Giulietta degli spiriti]]'' ([[1965]])
* ''[[Tre passi nel delirio]]'' ([[1968]]), episodio ''Toby Dammit''
* ''[[Block-notes di un regista]]'' ([[1969]]), documentario televisivo
* ''[[Fellini Satyricon]]'' ([[1969]])
* ''[[I clowns]]'' ([[1970]]), documentario televisivo
* ''[[Roma (film 1972)|Roma]]'' ([[1972]])
* ''[[Amarcord]]'' ([[1973]])
* ''[[Il Casanova di Federico Fellini]]'' ([[1976]])
* ''[[Prova d'orchestra]]'' ([[1979]])
* ''[[La città delle donne]]'' ([[1980]])
* ''[[E la nave va]]'' ([[1983]])
* ''[[Ginger e Fred]]'' ([[1985]])
* ''[[Intervista (film)|Intervista]]'' ([[1987]])
* ''[[La voce della Luna]]'' ([[1990]])
 
=== Sceneggiatore ===
[[File:Roma città aperta.png|thumb|''[[Roma città aperta]]'' di [[Roberto Rossellini]] ([[1945]]), a cui Fellini ha contribuito nella [[sceneggiatura]]]]
[[File:Cammino della speranza.jpg|thumb|''[[Il cammino della speranza]]'', regia di [[Pietro Germi]] ([[1950]])]]
 
* ''[[Imputato, alzatevi!]]'', regia di [[Mario Mattoli]] ([[1939]])
* ''[[Lo vedi come sei... lo vedi come sei?]]'', regia di [[Mario Mattoli]] ([[1939]])
* ''[[Il pirata sono io!]]'', regia di [[Mario Mattoli]] ([[1940]])
* ''[[I cavalieri del deserto]]'', regia di [[Gino Talamo]] ed [[Osvaldo Valenti]] ([[1942]])
* ''[[Avanti c'è posto...]]'', regia di [[Mario Bonnard]] ([[1942]])
* ''[[Quarta pagina]]'', regia di [[Nicola Manzari]] ([[1942]])
* ''[[Campo de' fiori (film)|Campo de' fiori]]'', regia di [[Mario Bonnard]] ([[1943]])
* ''[[Apparizione (film)|Apparizione]]'', regia di [[Jean de Limur]] ([[1943]])
* ''[[L'ultima carrozzella]]'', regia di [[Mario Mattoli]] ([[1943]])
* ''[[Tutta la città canta]]'', regia di [[Riccardo Freda]] ([[1945]])
* ''[[Roma città aperta]]'', regia di [[Roberto Rossellini]] ([[1945]])
* ''[[Chi l'ha visto? (film)|Chi l'ha visto?]]'', regia di [[Goffredo Alessandrini]] ([[1945]])
* ''[[Paisà]]'', regia di [[Roberto Rossellini]] ([[1946]])
* ''[[Il Passatore (film)|Il Passatore]]'', regia di [[Duilio Coletti]] ([[1947]])
* ''[[Il delitto di Giovanni Episcopo]]'', regia di [[Alberto Lattuada]] ([[1947]])
* ''[[La fumeria d'oppio]]'', regia di [[Raffaello Matarazzo]] ([[1947]])
* ''[[L'amore (film)|L'amore]]'', regia di [[Roberto Rossellini]] ([[1948]]), episodio ''Il miracolo''
* ''[[Senza pietà (film 1948)|Senza pietà]]'', regia di [[Alberto Lattuada]] ([[1948]])
* ''[[In nome della legge]]'', regia di [[Pietro Germi]] ([[1949]])
* ''[[Il mulino del Po (film)|Il mulino del Po]]'', regia di [[Alberto Lattuada]] ([[1949]])
* ''[[Il cammino della speranza]]'', regia di [[Pietro Germi]] ([[1950]])
* ''[[Francesco, giullare di Dio]]'', regia di [[Roberto Rossellini]] ([[1950]])
* ''[[La città si difende]]'', regia di [[Pietro Germi]] ([[1951]])
* ''[[Cameriera bella presenza offresi...]]'', regia di [[Giorgio Pàstina]] ([[1951]])
* ''[[Il brigante di Tacca del Lupo]]'', regia di [[Pietro Germi]] ([[1952]])
* ''[[Europa '51]]'', regia di [[Roberto Rossellini]] ([[1952]])
* ''[[Fortunella (film 1958)|Fortunella]]'', regia di [[Eduardo De Filippo]] ([[1958]])
* ''[[Sweet Charity]]'', regia di [[Bob Fosse]] ([[1969]])
 
=== Attore ===
[[File:Federico fellini, scena dal film "roma".png|thumb|Fellini interpreta se stesso nel film ''[[Roma (film 1972)|Roma]]'' ([[1972]])]]
* ''[[L'amore (film)|L'amore]]'', regia di [[Roberto Rossellini]] ([[1948]]), episodio ''Il miracolo''
* ''[[Block-notes di un regista]]'', regia di Federico Fellini ([[1969]]), documentario televisivo
* ''[[I clowns]]'', regia di Federico Fellini ([[1970]]), documentario televisivo
* ''[[Il mondo di Alex]]'', regia di [[Paul Mazursky]] (''Alex in Wonderland'', [[1970]]), cameo
* ''[[Roma (film 1972)|Roma]]'', regia di Federico Fellini ([[1972]])
* ''[[C'eravamo tanto amati (film)|C'eravamo tanto amati]]'', regia di [[Ettore Scola]] ([[1974]]), cameo
* ''[[Prova d'orchestra]]'', regia di Federico Fellini ([[1979]]), voce
* ''[[Il tassinaro]]'', regia di [[Alberto Sordi]] ([[1983]]), cameo
* ''[[Intervista (film)|Intervista]]'', regia di Federico Fellini ([[1987]])
 
=== Scenografo e costumista ===
* ''[[Il Casanova di Federico Fellini]]'', regia di Federico Fellini ([[1976]])
 
=== Produttore ===
* ''[[Luci del varietà]]'', regia di [[Alberto Lattuada]] e Federico Fellini
 
== Spot pubblicitari ==
* ''Oh, che bel paesaggio'', con [[Silvia Dionisio]] e [[Victor Poletti]] – [[Bitter Campari]] ([[1984]])
* ''Rigatoni Alta Società'' – [[Barilla]] ([[1985]])
* ''Il sogno'', 3 episodi, con [[Paolo Villaggio]], [[Fernando Rey]], [[Anna Falchi]], [[Michele Giovanni Di Castro]] – [[Banca di Roma]] ([[1992]])
 
== Direttori della fotografia ==
Per i suoi film, Fellini, si è avvalso del supporto di diversi [[Direttore della fotografia|direttori della fotografia]]:
* [[Otello Martelli]]: ''[[Luci del varietà]]'', ''[[I vitelloni]]'', ''[[La strada]]'', ''[[Il bidone]]'', ''[[La dolce vita]]'', ''[[Boccaccio '70]]''
* [[Arturo Gallea]]: ''[[Lo sceicco bianco]]''
* [[Aldo Tonti]]: ''[[Le notti di Cabiria]]''
* [[Gianni Di Venanzo]]: ''[[L'amore in città]]'', ''[[8½]]'', ''[[Giulietta degli spiriti]]''
* [[Pasquale De Santis]]: ''[[Block-notes di un regista]]''
* [[Giuseppe Rotunno]]: ''[[Tre passi nel delirio]]'', ''[[Fellini Satyricon]]'', ''[[Roma (film 1972)|Roma]]'', ''[[Amarcord]]'', ''[[Il Casanova di Federico Fellini]]'', ''[[Prova d'orchestra]]'', ''[[La città delle donne]]'', ''[[E la nave va]]''
* [[Dario Di Palma]]: ''[[I clowns]]''
* [[Tonino Delli Colli]]: ''[[Ginger e Fred]]'', ''[[Intervista (film)|Intervista]]'', ''[[La voce della luna]]''
 
== Programmi radiofonici ==
=== [[EIAR]] ===
 
[[File:Fellini.jpg|thumb|Fellini impegnato nella regia]]
 
* ''[[Comici italiani al microfono]]'': [[Nino Taranto]] di Federico Fellini e [[Piero Tellini]] regia [[Nino Meloni]] 22 ottobre [[1942]], programma "A".
* ''[[Terziglio]]'' variazioni sul tema ''Il primo amore'' di [[Luciano Folgore]] [[Mario Brancacci]] Federico Fellini, regia [[Nino Meloni]] 20 ottobre [[1942]], programma "B"
{{citazione|Il [[Terziglio]] di questa settimana trova al tavolo Brancacci, Folgore e Fellini, che discutono su di un tema popolare e poetico: Il primo amore. Ma fin d'ora vi possiamo dire che i tre autori non sappiamo, se per pudore, per fini umoristici o per altra causa non hanno svolto il tema. Federico Fellini porta al microfono i suoi due personaggi preferiti Cico e Pallina: i fidanzatini. Di che cosa parlano i fidanzati, almeno quelli buoni che sanno ancora sognare? È facile indovinare, delle nozze, della futura casetta, dei bambini. Ecco dei bambini, Cico e Pallina mentre stanno discutendo odono un lamento di un bambino sperduto. Questo spunto serve a Fellini per dipingere uno dei suoi quadretti crepuscolari, delicati, fatti più di intenzioni che di parole, più di sentimento che di passione..."|Dal ''[[Radiocorriere]]}}
* ''[[Terziglio]]'' variazioni sul tema ''[[Sale d'aspetto]]'' di Federico Fellini, [[Marcello Marchesi]] e [[Angelo Migneco]], con [[Lina Acconci]], [[Miranda Bonansea]], [[Giulietta Masina]], [[Mario Riva]], [[Rocco D'Assunta]], [[Nunzio Filogamo]], regia di [[Claudio Fino]], trasmessa venerdì 29 gennaio [[1943]], programma "B".
* ''[[Terziglio]]'' variazioni sul tema ''[[Il primo impiego]]'' di Fellini, Marchesi e Migneco, con Lina Acconci, Miranda Bonansea, Giulietta Masina, [[Maria Paoli]], [[Celeste Aida Zanchi]], Nunzio Filogamo, Mario Riva, regia di Claudio Fino, trasmessa sabato 20 febbraio [[1943]], programma "B".
 
=== [[RAI]] ===
* ''[[Nel bazar della rivista]]'' di Federico Fellini, [[Ruggero Maccari]] orchestra diretta da [[Gino Campese]] lunedì 26 dicembre [[1945]], primo programma ore 21,35
* ''Bentornata, Gelsomina!'', Radio club per Federico Fellini e Giulietta Masina presenta [[Silvio Gigli]] [[1957]]
* ''Perché Fellini'', un programma di Rosangela Locatelli con Federico Fellini [[1970]].
 
== Sceneggiature ==
* ''La strada : sceneggiatura'', Bianco e nero, Roma 1955
* ''Le notti di Cabiria di Federico Fellini'', a cura di Lino Del Fra, Cappelli, Bologna 1957
* ''La dolce vita di Federico Fellini'', a cura di Tullio Kezich, Cappelli, Bologna 1959
* ''8 1/2 di Federico Fellini'', a cura di Camilla Cederna, Cappelli, Bologna 1963
* ''Giulietta degli spiriti di Federico Fellini'', a cura di Tullio Kezich, Cappelli, Bologna 1965
* ''Tre passi nel delirio'', di F. Fellini, L. Malle, R. Vadim, a cura di Liliana Betti, Ornella Volta, Bernardino Zapponi, Cappelli, Bologna 1968
* ''Fellini Satyricon di Federico Fellini'', a cura di Dario Zanelli, Cappelli, Bologna 1969
* ''Il primo Fellini'', introduzione di Renzo Renzi, a cura di Liliana Betti ed Eschilo Tarquini, Cappelli, Bologna 1969 (Contiene le sceneggiature de Lo sceicco bianco, I vitelloni, La strada, Il bidone)
* ''I clowns'', scritto introduttivo di! Federico Fellini, a cura di Renzo Renzi, foto a colori di Franco Pinna, Cappelli, 1970
* ''Fellini TV : Block-notes di un regista, I clowns'', a cura di Renzo Renzi, Cappelli, Bologna 1972
* ''Roma di Federico Fellini'', a cura di Bernardino Zapponi, Cappelli, Bologna 1972
* ''Il film Amarcord di Federico Fellini'', a cura di Gianfranco Angelucci e Liliana Betti, Cappelli, Bologna 1974
* ''Quattro film. I vitelloni, La dolce vita, 8 1/2, Giulietta degli spiriti'', preceduti da "Autobiografia di uno spettatore" di Italo Calvino, Einaudi, Torino 1974
* Federico Fellini e Bernardino Zapponi, ''Casanova : sceneggiatura originale'', G. Einaudi, Torino 1976
* ''Il Casanova di Federico Fellini'', a cura di Gianfranco Angelucci e Liliana Betti, Cappelli, Bologna 1977
* ''Prova d'orchestra'', con una nota di Oreste del Buono, Garzanti, Milano 1980
* ''La città delle donne'', con una nota di Liliana Betti e una lettura di Andrea Zanzotto, Garzanti, Milano 1980
* ''Lo sceicco bianco'', nota introduttiva di Oreste Del Buono, Garzanti, Milano 1980
* ''La dolce vita'', soggetto e sceneggiatura di Federico Fellini, Ennio Flaiano, Tullio Pinelli, Garzanti, Milano 1981
* ''Le notti di Cabiria'', soggetto e sceneggiatura di Federico Fellini, Ennio Flaiano, Tullio Pinelli, Garzanti, Milano 1981
* ''E la nave va'', soggetto e sceneggiatura di Federico Fellini Tonino Guerra, Longanesi, Milano 1983
* ''Ginger e Fred : rendiconto di un film'', a cura di Mino Guerrini ; sceneggiatura di Federico Fellini, Tonino Guerra e Tullio Pinelli, Longanesi, Milano 1985
* ''Block-notes di un regista'', posfazione di Jacqueline Risset, Longanesi, Milano 1988
* ''I'' ''vitelloni e La strada'', soggetto e sceneggiatura di Federico Fellini, Tullio Pinelli e Ennio Flaiano, prefazione di Irene Bignardi, Longanesi, Milano 1989
* ''La voce della Luna'', con una premessa dell'autore e una nota di Gianfranco Angelucci, Einaudi, Torino 1990
* ''Il viaggio di G. Mastorna'', sceneggiatura di Federico Fellini, introduzione di Tullio Kezich, postfazione di Enrico Ghezzi, Bompiani, Milano, 1995
 
== Saggi e memorie ==
* Federico Fellini'', La mia Rimini'', a cura di Renzo Renzi, Cappelli, Bologna 1967; Guaraldi, Rimini 2003
* Federico Fellini, ''Fare un film'', Einaudi, Torino 1980
* Federico Fellini, ''Intervista sul cinema'', a cura di Giovanni Grazzini, Laterza, Bari 1983
* Federico Fellini, ''Un regista a Cinecittà'', Mondadori, Milano 1988
* Federico Fellini, ''Giulietta'', Il melangolo, Genova 1994
* ''Carissimo Simenon, mon cher Fellini. Carteggio di Federico Fellini e Georges Simenon'', a cura di Claude Gauteur e Silvia Sager, traduzione di Emanuela Muratori, Adelphi, Milano 1998
* Federico Fellini, ''Racconti umoristici : Marc'Aurelio (1939-1942)'', a cura di Claudio Carabba, Einaudi, Torino, 2004
* Federico Fellini, ''Il libro dei sogni'', a cura di Tullio Kezich e Vittorio Boarini, Rizzoli, Milano 2007
* Federico Fellini, ''Ciò che abbiamo inventato è tutto autentico : lettere a Tullio Pinelli''<nowiki/>', a cura di Augusto Sainati, Marsilio, Venezia 2008
* Federico Fellini, Tullio Pinelli, ''Napoli-New York. Una storia inedita per il cinema'', a cura di Augusto Sainati, Marsilio, Venezia 2013
 
== Premi e riconoscimenti ==
{{div col}}
; [[Premi Oscar]]
* [[Premi Oscar 1947|1947]] - Nomination [[Oscar alla migliore sceneggiatura originale|Miglior sceneggiatura originale]] per ''[[Roma città aperta]]''
* [[Premi Oscar 1950|1950]] - Nomination [[Oscar alla migliore sceneggiatura originale|Miglior sceneggiatura originale]] per ''[[Paisà]]''
* [[Premi Oscar 1957|1957]] - [[Oscar al miglior film straniero|Miglior film straniero]] per ''[[La strada]]''
* [[Premi Oscar 1958|1958]] - Nomination [[Oscar alla migliore sceneggiatura originale|Miglior sceneggiatura originale]] per ''[[I vitelloni]]''
* [[Premi Oscar 1958|1958]] - [[Oscar al miglior film straniero|Miglior film straniero]] per ''[[Le notti di Cabiria]]''
* [[Premi Oscar 1962|1962]] - Nomination [[Oscar al miglior regista|Miglior regista]] per ''[[La dolce vita]]''
* [[Premi Oscar 1962|1962]] - Nomination [[Oscar alla migliore sceneggiatura originale|Miglior sceneggiatura originale]] per ''[[La dolce vita]]''
* [[Premi Oscar 1964|1964]] - [[Oscar al miglior film straniero|Miglior film straniero]] per ''[[8½]]''
* [[Premi Oscar 1964|1964]] - Nomination [[Oscar al miglior regista|Miglior regista]] per ''[[8½]]''
* [[Premi Oscar 1964|1964]] - Nomination [[Oscar alla migliore sceneggiatura originale|Miglior sceneggiatura originale]] per ''[[8½]]''
* [[Premi Oscar 1971|1971]] - Nomination [[Oscar al miglior regista|Miglior regista]] per ''[[Fellini Satyricon]]''
* [[Premi Oscar 1975|1975]] - [[Oscar al miglior film straniero|Miglior film straniero]] per ''[[Amarcord]]''
* [[Premi Oscar 1976|1976]] - Nomination [[Oscar al miglior regista|Miglior regista]] per ''[[Amarcord]]''
* [[Premi Oscar 1976|1976]] - Nomination [[Oscar alla migliore sceneggiatura originale|Miglior sceneggiatura originale]] per ''[[Amarcord]]''
* [[Premi Oscar 1977|1977]] - Nomination [[Oscar alla migliore sceneggiatura non originale|Miglior sceneggiatura non originale]] per ''[[Il Casanova di Federico Fellini]]''
* [[Premi Oscar 1993|1993]] - [[Oscar onorario]]
 
;[[David di Donatello (premio)|David di Donatello]]
* [[David di Donatello 1957|1957]] - [[David di Donatello per il miglior regista|Miglior regista]] per ''[[Le notti di Cabiria]]''
* [[David di Donatello 1960|1960]] - [[David di Donatello per il miglior regista|Miglior regista]] per ''[[La dolce vita]]''
* [[David di Donatello 1974|1974]] - [[David di Donatello per il miglior regista|Miglior regista]] per ''[[Amarcord]]''
* [[David di Donatello 1984|1984]] - [[David Luchino Visconti]] in omaggio alla carriera
* [[David di Donatello 1986|1986]] - ''Premio David "René Clair"'', per ''[[Ginger e Fred]]''
 
;[[Nastro d'argento|Nastri d'argento]]
* [[Nastro d'Argento al miglior regista]] 1954 per ''[[I vitelloni]]''
* [[Nastro d'Argento al miglior regista]] 1955 per ''[[La strada]]''
* [[Nastro d'Argento al miglior regista]] 1958 per ''[[Le notti di Cabiria]]''
* [[Nastro d'Argento]] 1961 al Miglior Soggetto Originale per ''[[La dolce vita]]'' con Ennio Flaiano e Tullio Pinelli
* [[Nastro d'Argento al miglior regista]] 1964 per ''[[8½]]''
* [[Nastro d'Argento]] 1964 al miglior soggetto originale per ''[[8½]]'' con (Ennio Flaiano e Tullio Pinelli)
* [[Nastro d'Argento]] 1964 alla migliore sceneggiatura originale per ''[[8½]]'' con (Ennio Flaiano e Tullio Pinelli)
* [[Nastro d'Argento al miglior regista]] 1974 per ''[[Amarcord]]''
* [[Nastro d'Argento]] per il Miglior Soggetto Originale 1974 per ''[[Amarcord]]'' (con [[Tonino Guerra]])
* [[Nastro d'Argento]] per la Migliore Sceneggiatura Originale 1974 per ''[[Amarcord]]'' (con [[Tonino Guerra]])
* [[Nastro d'Argento al miglior regista]] 1980 per ''[[La città delle donne]]''
* [[Nastro d'Argento al miglior regista]] 1984 per ''[[E la nave va]]''
{{div col end}}
; Altri premi
Palma d'Oro al festival di cannes nel 1960 per "La Dolce Vita"
 
* Gran Premio della tecnica al [[Festival di Cannes]] 1972 per ''[[Roma (film 1972)|Roma]]''
* Premio della critica SFCC (Le Syndicat Français de la Critique de Cinéma) per il miglior film straniero per ''[[Roma (film 1972)|Roma]]''
* Premio Kinema Jumpo (Tokyo) per la regia del miglior film straniero per ''[[Amarcord]]''
* Premio [[British Academy of Film and Television Arts|BAFTA]] per la miglior Scenografia per ''[[Il Casanova di Federico Fellini]]'' (con [[Danilo Donati]])
* ''Gran Premio'' al [[Festival cinematografico internazionale di Mosca]]<ref>[http://www.moscowfilmfestival.ru/miff34/eng/archives/?year=1987 1987 :: Moscow International Film Festival<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>[[1987]] per ''[[Intervista (film)]]''
 
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine=Cordone di gran Croce OMRI BAR.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza=Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione=
|data = 27 aprile 1987<ref>[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=15241 Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.]</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine=Grande ufficiale OMRI BAR.svg
|nome_onorificenza=Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza=Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione=
|data = 18 agosto 1964<ref>[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=259746 Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.]</ref>
}}
 
== Intitolazioni ==
A partire dal [[2010]] il [[Bari International Film Festival]] assegna un premio intitolato ''Fellini 8 1/2'' per l'eccellenza artistica.
 
== Opere su Fellini e citazioni ==
* [[Ennio Flaiano]], amico di Fellini, lo cita all'interno del racconto ''Un marziano a Roma'' nel ruolo di sé stesso:
{{citazione|Verso le sette ho incontrato pallido, sconvolto dall'emozione il mio amico Fellini. Egli si trovava al Pincio quando l'aeronave è discesa e sulle prime ha creduto si trattasse di un'allucinazione. Quando ha visto gente accorrere urlando e ha sentito dalla aeronave gridare secchi ordini in un italiano un po' freddo e scolastico, Fellini ha capito. Travolto subito dalla folla, e calpestato, si è risvegliato senza scarpe, la giacca a pezzi. Ha girato per la villa come un ebete, a piedi nudi, cercando di trovare un'uscita qualsiasi. Io ero la prima persona amica che incontrava.|[[Ennio Flaiano]], ''[[Un marziano a Roma]]'' ed. Adelphi ISBN 978-88-459-1196-5}}
* ''[[Fellini]]'', canzone di [[Antonello Venditti]] contenuta in [[Sotto la Pioggia]] del 1982 di [[Heinz Music]].
* ''[[Nine (musical)|Nine]]'', [[musical]] teatrale del 1982 di [[Mario Fratti]] e [[Arthur Kopit]], ispirato a ''8½'', di cui [[Rob Marshall]] ha realizzato una [[Nine (film)|versione cinematografica]] nel 2009.
* ''[[Fellini, sono un gran bugiardo]]'', documentario del 2002 di [[Damian Pettigrew]].
* ''[[Giulietta e Federico]]'', documentario di [[Francesco Del Grosso (regista)|Francesco Del Grosso]] del 2010.
* ''[[Che strano chiamarsi Federico]]'', film biografico su Fellini realizzato da [[Ettore Scola]] nel 2013.
* In ambito musicale contengono alcuni riferimenti all'opera di Fellini gli album ''[[Fellini Days]]'' ([[2001]]) di [[Fish (cantante)|Fish]] e ''[[Funplex]]'' ([[2008]]) dei [[The B-52s|B-52s]] con la canzone ''Juliet of the Spirits'', nonché il video musicale ''Everybody Hurts'' dei [[R.E.M. (gruppo musicale)|R.E.M.]].
* ''Fellineide, il volto inedito del Grande Maestro'' (2013). [[Documentario|Docufilm]] di Angelo Quagliotti e Lorenzo Bassi. Regia di Franco Longobardi.
 
== Note ==
{{references}}
 
<references />
== Bibliografia ==
La Fondazione Federico Fellini e il [[Centro Sperimentale di Cinematografia]] hanno pubblicato la ''BiblioFellini'': opera in tre volumi a cura di Marco Bertozzi con la collaborazione di Giuseppe Ricci e Simone Casavecchia.
 
* {{cita libro|wkautore=Angelo Arpa|nome=Angelo|cognome=Arpa|titolo=L'Arpa di Fellini|città=Roma|editore=Edizioni dell'Oleandro|anno=2001}}
* {{cita libro|wkautore=Tullio Kezich|nome=Tullio|cognome=Kezich|titolo=Su la Dolce Vita con Federico Fellini|editore=Marsilio|città=Venezia|anno=1996}}
* {{cita libro|autore = Tullio Kezich|titolo=Federico. Fellini, la vita e i film|editore=Feltrinelli|anno=2007 | cid = Kezich 2007 | ISBN = 978-88-07-81959-9}}
* {{cita libro|wkautore=Damian Pettigrew|nome=Damian|cognome=Pettigrew|titolo=Fellini: Sono un gran bugiardo. L'ultima confessione del Maestro|editore=Elleu multimedia|anno=2003}} ISBN 88-7476-122-8.
* {{cita libro|Pino|Corrias|capitolo=Lungo i viali di Cinecittà, catalogo di mondi morti, tra cui il nostro|titolo=Luoghi comuni. Dal Vajont a Arcore, la geografia che ha cambiato l'Italia|città=Milano|editore=Rizzoli|anno=2006|pp=187-200}}. ISBN 978-88-17-01080-1.
* {{cita libro|Giovanni|Scolari|titolo=L'Italia di Fellini|editore=Edizioni Sabinae|anno=2008}} ISBN 978-88-96105-01-6.
* {{cita libro|Mario|Verdone|titolo=Federico Fellini|Il Castoro Cinema n. 165| editore=Editrice Il Castoro|anno=1994}} ISBN 88-8033-023-3.
* {{cita libro|Sonia|Schoonejans|titolo=Fellini|città=Roma|editore=Lato Side|anno=1980}}
* {{cita libro|titolo=Il Radiocorriere, annate e fascicoli vari | anno=1940-1950}}
* Rita Cirio, ''Il mestiere di Regista, intervista con Federico Fellini'', Garzanti, 1994
* Andrea Minuz, ''Viaggio al termine dell'Italia. Fellini politico'', Rubbettino, 2012.
* Jean-Paul Manganaro, ''Romance, ''POL Parigi 2009; ''Federico Fellini'', trad.it di Angelo Pavia, Il Saggiatore 2014.
* {{cita libro | autore = Sabrina Ramacci | url = http://books.google.it/books?id=T867kSStnW4C&pg=PT163&dq=Il+visionario+%C3%A8+l%27unico+realista&hl=it&sa=X&ei=SfWuUduNEYGR4AS-oIH4BQ&ved=0CD4Q6AEwAg | titolo = 101 personaggi che hanno fatto grande Roma | editore = Newton Compton | ISBN = 978-88-541-2948-1 | cid = Ramacci}}
* {{cita libro|nome=Gianfranco|cognome=Angelucci|capitolo=Federico Fellini|titolo=Sguardi sulla Romagna|anno=2009| cid = Angelucci}}
 
== Voci correlate ==
* [[Giulietta Masina]]
* [[Marcello Mastroianni]]
* [[Aeroporto internazionale Federico Fellini]]
* [[Ernst Bernhard]] (per ciò che attiene a Federico Fellini e la [[psicoanalisi]])
* [[Gustavo Rol]] (per ciò che attiene a Federico Fellini e la [[parapsicologia]])
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q|commons=Category:Federico Fellini|etichetta=Federico Fellini}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.fumettologica.it/2013/10/intervista-a-federico-fellini/ Intervista a Fellini] sul suo rapporto col fumetto, da L'Unità (26 luglio 1992)
* [http://www.hotelriminiriccione.it/rimini/federico-fellini-e-rimini/ Federico Fellini e Rimini] - La Riviera Romagnola e Fellini.
* {{Cinematografo|nome|40298|Federico Fellini}}
* {{Dmoz|World/Italiano/Arte/Cinema/Registi/F/Fellini/Fellini,_Federico}}
* [http://www.federicofellini.it/ Fondazione Fellini] - Sito Ufficiale della Fondazione Federico Fellini.
* {{Imdb}}
* {{cita web|https://www.lambiek.net/artists/f/fellini_federico.htm|Federico Fellini su Lambiek.net|lingua=en}}
* Scheda su [http://www.treccani.it/enciclopedia/federico-fellini/ Federico Fellini] da ''L'Enciclopedia Italiana'', versione online, sito treccani.it.
* [http://www.treccani.it/enciclopedia/percorsi/arte_lingua_e_letteratura/fellini_cinema.html/ ''Federico Fellini: il girotondo della vita''] da ''L'Enciclopedia Italiana'', "Percorsi", sito treccani.it.
* {{cita web|http://www.scribd.com/doc/42767464/Federico-Fellini-Autore-di-Testi|Federico Fellini autore di testi}}
* {{cita web|http://www.rimini.com/luoghi-percorsi/index/id-157-titolo-Museo%20Fellini|Museo Fellini}}
* [http://www.rtsi.ch/fellini ''Nulla si sa, tutto si immagina''] Un omaggio a Federico Fellini dagli archivi della Radiotelevisione svizzera (RTSI)
* [http://www.culturagay.it/cg/saggio.php?id=15 GiovanBattista Brambilla, ''Due passi nel delirio. L'omosessualità nel cinema di Federico Fellini e Dario Argento].
* YouTube, [http://www.youtube.com/watch?v=7xsKDqBl7Ik Fellini parla della sua esperienza con l'LSD]
* YouTube, [http://www.youtube.com/watch?v=1Xs5kbd6gtE&feature=rec-HM-fresh+div Conferimento del Premio Oscar alla carriera]
 
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