STIPEL e Alfredo Gargiulo: differenze tra le pagine

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{{S|scrittori italiani}}
{{Azienda
{{Bio
|nome = STIPEL - Società telefonica interregionale piemontese e lombarda
|logoNome = Alfredo
|Cognome = Gargiulo
|logo_dimensione =
|tipoSesso = M
|LuogoNascita = Napoli
|borse =
|GiornoMeseNascita = 2 maggio
|data_fondazione = 10 giugno [[1924]]
|AnnoNascita = 1876
|forza_cat_anno = 1924
|LuogoMorte = Roma
|luogo_fondazione =[[Torino]]
|GiornoMeseMorte = 11 maggio
|fondatori =
|AnnoMorte = 1949
|data_chiusura = [[1964]]
|Epoca = 1900
|nazione =ITA
|Attività = critico letterario
|nazioni =
|Attività2 = scrittore
|sede =[[Torino]]
|Attività3 = traduttore
|gruppo =
|Nazionalità = italiano
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'''STIPEL - Società telefonica interregionale piemontese e lombarda''' fu una società telefonica che operò tra il [[1925]] e il [[1964]] nelle province delle attuali regioni [[Piemonte]], [[Valle d'Aosta]] e [[Lombardia]].
 
== Storia Biografia==
[[File:Cartina concessionarie.jpg|thumb|left|Cartina concessionarie]]
 
Nato in una famiglia di condizioni modeste, da Antonio e Maria Banchieri, si diplomò in scienze matematiche presso l'[[Università degli Studi di Napoli Federico II|Università di Napoli]], quindi si arruolò come allievo ufficiale, tornando a Napoli nel [[1900]]. Si dedicò quindi agli studi umanistici, per lo più da autodidatta, frequentando assiduamente le biblioteche e studiando le lingue e le letterature a lui contemporanee. Divenne amico di [[Salvatore Di Giacomo]] e si dedicò anche alla scrittura poetica e teatrale. Partecipò quindi alla rivista "[[La Critica]]" diretta da [[Benedetto Croce]] (fino al [[1910]]), soprattutto con [[recensione|recensioni letterarie]] e [[Saggio|saggi]].
=== Origini ===
Fondata a [[Torino]] il 10 giugno [[1924]] con il nome di STEP - Società telefonica piemontese da un gruppo di imprenditori, nel luglio [[1925]] si aggiudicò la concessione dell'esercizio telefonico per la prima delle cinque zone in cui lo Stato aveva suddiviso il territorio, corrispondente alle [[Regioni d'Italia|regioni]] di [[Valle d'Aosta]], [[Piemonte]] e [[Lombardia]].<ref>Eugenio Occorsio. Reti: quali regole? La questione-base dello sviluppo italiano, p. 121. Baldini Castoldi Dalai Editore, 2007</ref>.<br />
Con uno di questi vinse nel [[1905]] un concorso dell'[[Accademia Pontaniana]] e tradusse la ''[[Critica del Giudizio]]'' di [[Immanuel Kant]] (opera stampata da [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]] [[1907]]). Altri suoi articoli uscirono su "[[La Cultura (rivista)|La Cultura]]" di [[Ruggero Bonghi]], dove recensì invece opere di [[filosofia]] e d'arte. Nel [[1908]] scrisse una monografia su [[Gabriele D'Annunzio]], ma ne rimandò la pubblicazione (uscì nel [[1912]]) per poi trasferirsi a [[Roma]], dove lavorò come [[bibliotecario]] presso l'Istituto internazionale di agricoltura, dove rimase fino al pensionamento (nel [[1942]]).
Non essendo in possesso delle risorse finanziarie necessarie all’aumento di capitale minimo che il governo richiedeva, vale a dire 50 milioni di [[lire]], venne richiesto un aiuto alla società finanziara Alta Italia per poter partecipare all'asta. Di fatto controllata da [[SIP - Società idroelettrica piemontese|SIP]], questa non appena vinta la gara prese il pieno controllo della società, cambiandone il nome in STIPEL ed elevando il capitale sociale a [[100]] milioni di [[lire]] con un contributo di 75 milioni di [[lire]]. <br />
Il CdA di STIPEL si insediò ufficialmente a [[Milano]] il 1º luglio [[1925]]; tra i consiglieri si trovava anche il presidente di [[FIAT]], [[Giovanni Agnelli (1866-1945)|Giovanni Agnelli]]<ref>http://archiviostorico.telecomitalia.com/sites/default/files/verbale%20Stipel%201925_0.pdf (primo verbale CdA STIPEL – 1925)</ref>
 
Dopo la [[prima guerra mondiale]] si accostò a [[Emilio Cecchi]] e altri letterati de "[[La Ronda]]" ([[1919]]-[[1923]]), dove cominciò a scrivere, tra varie recensioni, anche articoli di [[teoria della letteratura]], proponendo per esempi odi sostituire al concetto di "[[stile]]" quello filosofico e idealistico di "forma". Un volume di saggi già pubblicati uscì con il titolo di ''Letteratura italiana del Novecento'' ([[1940]] e [[1958]]). In questa fase sosteneva che l'[[estetica]] fosse essenzialmente un'attività, e che l'arte fosse "agire" e la critica "militanza" (andando contro il suo antico "maestro" Croce, per esempio, con ''Crisi di un'estetica'', articolo su "[[Nuova Antologia]]" di maggio [[1936]]). Prediligeva quindi autori come [[Riccardo Bacchelli]], [[Antonio Baldini]], [[Federigo Tozzi]], [[Alfredo Panzini]] o [[Giuseppe Ungaretti]].
===SIP===
L’impronta di [[SIP - Società idroelettrica piemontese|SIP]] nella nuova società, concessionaria della zona più popolosa, si vide con l'esclusione immediata dell’ing. Zangelmi e l’affidamento delle cariche di consigliere delegato e direttore generale a [[Gian Giacomo Ponti]], uomo di punta del gruppo [[SIP - Società idroelettrica piemontese|SIP]]. Sembra che l’intenzione di [[SIP - Società idroelettrica piemontese|SIP]] fosse seguire da vicino la neonata STIPEL nel settore telefonico, di recente sviluppo. Scelta che fu resa ancor più evidente dalla rapidità con cui la neonata STIPEL procedette all’assorbimento dei concessionari preesistenti sul territorio e all’acquisizione degli apparati ceduti dallo stato.<ref name= "lostorto" > {{cita web
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|autore= Valentina Lostorto
|url= http://books.google.it/books?id=Lo2C8QaU9P0C&pg=PA93&lpg=PA93&dq=acquisizione+stipel&source=bl&ots=Uj_vOkAndE&sig=cP-QbBG6VdvxGtjKseoJGdmYlzk&hl=it&sa=X&ei=FEDxUOKiAomMtQb42ICADg&ved=0CEkQ6AEwBDgK#v=onepage&q=acquisizione%20stipel&f=false
|titolo= I servizi pubblici. Il quadro normativo, l'organizzazione, i modelli gestionali
|accesso= 12 gennaio 2013
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Quest'acquisizione poteva dirsi completata già nel 1926, ma permasero molti problemi dovuti alla loro obsolescenza e alle diverse tecnologie utilizzate dai precedenti concessionari e dal gestore statale.<ref>[http://www.archiviostorico.telecomitalia.com/guida-all-archivio-storico/societ%C3%A0 Società | archiviostorico.telecomitalia.com<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
Una grave malattia impedì gradualmente che continuasse a svolgere il suo lavoro dal [[1938]] al [[1949]], quando morì.
===Acquisizione degli impianti e organizzazione interna===
[[File:Chiosco STIPEL stazione Torino.jpeg|thumb|right|Chiosco STIPEL stazione Torino]]
 
Alcuni inediti furono pubblicati su iniziativa dalla vedova, Olga Fabrello.
STIPEL si trovò fin dall'inizio ad affrontare il problema della consistente spesa per l’indispensabile ammodernamento degli apparati telefonici acquisiti, i quali non erano idonei a
fornire un servizio adeguato, risultando spesso non compatibili con la tecnologia utilizzata dall’azienda.
 
== Opere ==
Un altro problema che STIPEL dovette ben presto affrontare fu l’esigenza di coagulare le diverse strutture organizzative, in particolare quella delle strutture ex statali, in un unico sistema simile a quello adottato da [[SIP - Società idroelettrica piemontese|SIP]].<ref name= "Chiara" >http://www.storiaindustria.it/repository/fonti_documenti/biblioteca/testi/Testo_SIP-Telecom_Storia.pdf (Chiara Ottaviano - p1-2)</ref>
*trad. di [[Immanuel Kant|Emmanuele Kant]], ''Critica del giudizio'', Bari: Laterza, 1907
*''Gabriele D'Annunzio. Studio critico'', Napoli: Perrella, 1912
*introduzione a [[Eugenio Montale]], ''[[Ossi di seppia]]'', Torino: F.lli Ribet, 1928
*introduzione a [[Giuseppe Ungaretti]], ''[[Sentimento del Tempo]]'', Firenze: Vallecchi, 1933
*''Letteratura italiana del Novecento'', Firenze: Le Monnier, 1940, 1958<sup>2</sup> (ampliata)
*''Gabriele D'Annunzio con l'aggiunta di nuovi studi'', Firenze: Sansoni, 1941
*''Scritti di estetica'', a cura di [[Manlio Castiglioni]], Firenze: Le Monnier, 1952
*''Tempo di ricordi'', prefazione di [[Emilio Cecchi]], Brescia: Morcelliana, 1955
 
== Bibliografia ==
Anche in questo caso (come già accennato in precedenza parlando di [[Gian Giacomo Ponti]]), STIPEL procedette abbastanza velocemente, ottenendo buoni risultati con strategie atte a creare affiatamento nel gruppo o ricorrendo all’allontanamento di dirigenti ritenuti inamovibili.
* [[Eurialo De Michelis]], ''Omaggio a Gargiulo. Osservazioni a Luigi Russo'', Roma-Fiume, Stamp. romana per la riv. "Termini", 1937.
* [[Emilio Cecchi]], in «Nuova Antologia», 16 maggio 1940.
* [[Gianfranco Contini]], in ''Un anno di letteratura'', Firenze, Le Monnier, 1942.
* [[Luigi Russo]], ''La critica letteraria contemporanea'', volume terzo, Bari, Laterza, 1943.
* [[Benedetto Croce]], in ''Pagine sparse'', volume primo, Napoli, Ricciardi, 1943.
* Adriano Seroni, in ''Ragioni critiche'', Firenze, Vallecchi, 1944.
* [[Giacomo Debenedetti]], in ''Saggi critici'', volume secondo, Roma, O.E.T., 1945.
* [[Enrico Falqui (scrittore)|Enrico Falqui]], in ''Pietà per i vivi'', Catania, Camene, 1950.
* [[Claudio Varese]], in ''Cultura letteraria contemporanea'', Pisa, Nistri Lischi, 1953.
* Luciano Anceschi, in ''Poetica americana e altri studi contemporanei di poetica'', Pisa, Nistri Lischi.
* Emilio Cecchi, in ''Di giorno in giorno'', Milano, Garzanti, 1954.
* [[Aldo Borlenghi]], in ''Fra Ottocento e Novecento'', Pisa, Nistri Lischi, 1955.
* Benedetto Croce, in ''Terze pagine sparse'', volume secondo, Bari, Laterza, 1955.
* Enrico Falqui, ''Alfredo Gargiulo e «La Ronda»'', in ''Novecento letterario'', Firenze, Vallecchi, 1957.
* [[Giuseppe De Robertis]], in ''Altro Novecento'', Firenze, Le Monnier, 1962
* Gennaro Savarese, ''Alfredo Gargiulo'', in ''Letteratura italiana - I Critici'', volume terzo, Milano, Marzorati, 1970.
 
*Carlo Pacini, ''Esteticità e formalismo. L'analisi letteraria di Alfredo Gargiulo'', Pisa: Giardini, 1982 ISBN 8842706663
Dal punto di vista tecnico si procedette subito alla bonifica e al raggruppamento delle piccole reti in un unico centro principale, rendendo disponibili più collegamenti e migliorando di conseguenza il servizio. Seguì l’ampliamento dei collegamenti nelle vecchie, obsolete, centrali telefoniche ex statali, sostituendo quelle inefficienti e creandone di nuove, automatiche e semiautomatiche. Furono ampliati i servizi telefonici; si interrarono le vecchie linee aeree ed infine si crearono nuovi impianti, se necessario, nei comuni non ancora raggiunti dalla rete telefonica. Radicali furono le scelte anche dal punto di vista organizzativo della società, che venne divisa in tre reparti direttivi affiancati da una segreteria generale: il primo tecnico, il secondo amministrativo ed il terzo commerciale.<ref>http://archiviostorico.telecomitalia.com/sites/default/files/centrali%20urbane%201925-1963.pdf (incremento automatizzazione centrali urbane 1925-1963, cinque concessionarie)</ref>
 
==Collegamenti esterni==
Il territorio fu suddiviso in undici esercizi, alcuni dei quali ripartiti in zone più piccole, con una propria autonomia operativa, ma comunque sotto stretto controllo della direzione generale.
*{{cita web|http://www.treccani.it/enciclopedia/alfredo-gargiulo_(Dizionario-Biografico)/|Dizionario biografico Treccani}}
[[File:Pubblicità STIPEL.jpg|thumb|left|Pubblicità STIPEL]]
*[http://www.campanadino.it/index.php?option=com_content&view=article&id=187:alfredo-gargiulo-dino-campana&catid=40:studi&Itemid=60 Articolo di Gargiulo] su [[Dino Campana]]
 
{{Controllo di autorità}}
Nei primi [[anni 1930|anni trenta]], STIPEL promosse una campagna per la diffusione degli apparecchi telefonici pubblici a gettone, spesso accompagnati da iniziative per facilitarne l'uso - per esempio, l'introduzione di tabelle segnaletiche luminose poste sopra agli apparecchi.<ref>http://archiviostorico.telecomitalia.com/sites/default/files/pubblicità%20luminosa%20Stipel.pdf</ref> La prima cabina telefonica in strada fu poi installata proprio da STIPEL il 10 febbraio [[1952]], a [[Milano]], in [[Piazza San Babila]].<ref name= "saporiti" > {{cita web
{{portale|letteratura}}
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|autore= Marco Saporiti
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|titolo= La storia della telefonia in Italia. Da Marconi a Meucci ai giorni nostri
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===Indebitamento===
Venne costituito un apposito ufficio immobiliare per l’individuazione di immobili atti alle esigenze delle nuove centrali, impianti e sedi di lavoro richiesti dalle nuove tecnologie e dai progetti di futuri ampliamenti. <br />
Grazie alle innovazioni tecniche introdotte, alla nuova struttura organizzativa, ed ai capitali ottenuti grazie alla [[Banca Commerciale Italiana]], in breve tempo STIPEL raggiunse traguardi importanti, portando il numero di utenti da 43.307 a 77.744 dal [[1925]] al [[1928]].<ref>“Sincronizzando”, anno V, n12, 1926 , p581-584 (http://archiviostorico.telecomitalia.com/sites/default/files/assemblea%20Stipel%201926.pdf)</ref>
L'incremento dell'utenza fu reso possibile anche dalla realizzazione, da parte dei tecnici STIPEL, del telefono [[duplex]], il quale si diffonderà soprattutto negli anni seguenti.<ref name= "Chiara" />
 
Nonostante il notevole incremento degli abbonati, l’ambizioso piano di riammodernamento dell'azienda, gli onerosi investimenti in campo elettrico di [[SIP - Società idroelettrica piemontese|SIP]], le operazioni finanziarie di Ponti e Panzarasa, le onerose partecipazioni in società minori per ragioni di scambio con il regime, esposero la società a debiti ed obbligazioni. Un indebitamento che diventò ingente per la società - con la seguente rivalutazione della [[Lira italiana|lira]], prima, e la [[crisi finanziaria]] del [[1930]], poi.
 
===Epilogo===
[[File:Prima cabina STIPEL.jpeg|thumb|right|Prima cabina STIPEL, a [[Milano]] in [[piazza San Babila]]]]
 
Nel [[1930]] [[IRI]] acquisì [[SIP - Società idroelettrica piemontese|SIP]]. STIPEL fu quindi scorporata dal gruppo elettrico, insieme a [[Telve (azienda)|TELVE]] e a [[Timo - Telefoni Italia Medio Orientale|TIMO]], ed entrò in [[STET]], la finanziaria del settore telefonico, fondata nel 1933 da [[IRI]].
 
A seguito del decreto legge del 17 novembre [[1938]] del [[governo Mussolini]], il cui articolo 13 vietava alle persone ebree di lavorare alle dipendenze di enti pubblici, aziende statali e parastatali, il 1º maggio [[1939]] furono licenziati 14 dipendenti STIPEL.<ref>http://archiviostorico.telecomitalia.com/sites/default/files/discriminazioni%20stipel%201938.pdf (verbale CdA 25 novembre 1928)</ref> A guerra terminata, uno di questi dipendenti ricorse alle vie legali per essere riassunto. Il processo si concluse il 24 febbraio [[1948]], con una sentenza della [[Corte suprema di cassazione|Cassazione]] che obbligò la società alla riassunzione del lavoratore, tuttavia senza il diritto né all'indennità di anzianità per il periodo di estromissione, né al ritorno nella posizione specifica precedentemente occupata.<ref>[http://archiviostorico.telecomitalia.com/italia-al-telefono-oltre/societ%C3%A0-storia/grande-storia/seconda-guerra-mondiale/discriminazioni-razzia Discriminazioni razziali e di genere | archiviostorico.telecomitalia.com<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
Durante il [[secondo conflitto mondiale]], in particolare l'8 settembre [[1943]], si costituì un gruppo di [[partigiani]] in STIPEL, il quale perse però nel giro di pochi mesi i propri capi (arrestati o fucilati) - per riprendere vita un anno più tardi, a stretto contatto con i movimenti partigiani di [[Giacomo Matteotti|Matteotti]]. Il gruppo attivo a [[Milano]] si occupava soprattutto delle intercettazioni delle comunicazioni tra i comandi fascisti; il gruppo piemontese, invece, si occupava principalmente di creare piccoli sabotaggi alle linee, per causare guasti. Erano i tecnici più preparati ad eseguire queste azioni, sapendo anche come ripararli in seguito il più velocemente possibile.<ref>http://www.archiviostorico.telecomitalia.com/sites/default/files/Carte%20del%20fondo%20Goi.pdf (trascrizioni manuali intercettazioni telefoniche 23 febbraio-3 marzo 1945. Fondo Aldo Goi)</ref><ref>http://www.museotorino.it/resources/pdf/books/546/files/assets/downloads/page0310.pdf</ref>
 
Nel [[1964]] STIPEL e le altre quattro concessionarie, [[Telve (azienda)|TELVE]], [[Timo - Telefoni Italia Medio Orientale|TIMO]], [[Teti (azienda)|TETI]] e [[Società esercizi telefonici|SET]], si fusero per essere incorporate nella nuova [[SIP - Società Italiana per l'Esercizio Telefonico]], cessando così di esistere.<ref name= "abeille" > {{cita web
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|autore= Renato Abeille
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|titolo= Storia delle telecomunicazioni italiane e della Sip (1964-1994)
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==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
*1999 - ''Storia delle telecomunicazioni italiane e della Sip 1964-1994'' / Renato Abeille; introduzione di Piero Brezzi. Franco Angeli editore
*1993 (2ª edizione) ''SIP: impresa, tecnologia e Stato nelle telecomunicazioni italiane'' / Bruno Bottiglieri. Franco Angeli editore
*Antinori Albino: Le Telecomunicazioni Italiane 1861 -1961, Roma, Edizioni dell’Ateneo, 1963.
*Bianucci Piero: ''Il Telefono, la tua voce'', Firenze, Vallecchi, 1978.
*Bottiglieri Bruno: ''SIP Impresa, tecnologia e Stato nelle telecomunicazioni italiane'', Milano, Franco Angeli, 1990.
*Brezzi Piero: ''L’industria elettronica e l’Italia: necessità di un piano nazionale dell’elettronica'', Roma, Editori Riuniti, 1978.
*Caligaris Giacomina: ''L'industria elettrica in Piemonte dalle origini alla prima guerra mondiale'', Bologna, Il Mulino, 1993.
*Carli Guido: ''Intervista sul capitalismo Italiano'', Roma-Bari, Laterza, 1977.
*Castagnoli Adriana: ''La crisi economica degli anni trenta in Italia: il Caso della SIP'', in «Rivista di Storia Contemporanea» Luglio, 1976.
*Castagnoli Adriana: ''Il passaggio della SIP all' IRI in Storia dell'industria elettrica in Italia'', Vol. 3**, Espansione e oligopolio (1926-1945) (a cura di G. Galasso), Roma-Bari, Laterza, 1993, pp. 595-642.
*Castronovo Valerio: ''L’industria Italiana dall’800 ad oggi'', Milano, Mondatori, 1980. Molteni Francesco: Le concessioni Postali e di Telecomunicazioni, Milano, A. Giuffrè, 1960.
*Pavese Claudio: ''Il processo di elettrificazione tra ottocento e novecento'', in Vincenzo Ferrone (a cura di Torino energia), Archivio Storico della Città di Torino, Torino, 2007.
*Zamagni Vera: ''Dalla periferia al Centro: la seconda rinascita economica dell’Italia'', Bologna, Il Mulino, 1990.
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto| commons=Category:Stipel}}
{{VoceLibro|Concessionarie telefoniche}} [http://www.wikilibri.it/concessionarietelefoniche.epub formato epub]
 
{{Portale|aziende|Economia|telefonia|Telematica}}
[[Categoria:SIP - Società Italiana per l'Esercizio Telefonico]]
[[Categoria:Aziende della provincia di Torino]]
[[Categoria:Aziende del passato italiane]]
[[Categoria:Società partecipate da STET]]
[[Categoria:Compagnie telefoniche italiane del passato]]