Chintila e Alfredo Gargiulo: differenze tra le pagine

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{{S|scrittori italiani}}
{{Monarca
| nome =Chintila
| titolo =Re dei Visigoti
| immagine =Chintila.jpg
| legenda =Statua di Chintila, che si trova nel passeggio dell'Argentina<ref>La statua di Chintila, che si trova nel passeggio dell'Argentina, popolarmente detto ''El paseo de las estatuas'', nel [[Parco del Retiro]] di Madrid; è una delle statue di monarchi Spagnoli commissionate per la decorazione del [[Palazzo Reale di Madrid]] durante il regno di [[Ferdinando VI di Spagna|Ferdinando VI]]. L'idea iniziale ara stata di adornare la cornice del palazzo; scolpite da Olivieri e Filippo de Castro, non furono mai poste nelle posizioni per cui erano state scolpite, ma furono piazzate in altri luoghi della città: piazza d'Oriente, parco del Retiro, porta di Toledo. Alcune furono posizionate in altre città.</ref>, a Madrid
| regno =[[636]] - [[639]]
| altrititoli =
| nome completo =
| predecessore =[[Sisenando]]
| successore =[[Tulga]]
| consorte =
| figli =[[Tulga]]
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| padre =
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| data di nascita =
| luogo di nascita=
| data di morte =[[639]]
| luogo di morte =[[Toledo]]
}}
{{Bio
|Nome = Chintila dei VisigotiAlfredo
|Cognome = Gargiulo
|PostCognomeVirgola = ''Chintila'', anche in [[lingua spagnola|spagnolo]], in [[lingua catalana|catalano]] ed in [[lingua portoghese|portoghese]]
|Sesso = M
|LuogoNascita = Napoli
|GiornoMeseNascita = 2 maggio
|AnnoNascita = 1876
|LuogoMorte = ToledoRoma
|GiornoMeseMorte = 11 maggio
|AnnoMorte = 6391949
|Epoca = 1900
|Attività = sovranocritico letterario
|Nazionalità = visigoto
|Attività2 = scrittore
|FineIncipit = fu [[sovrani visigoti|re dei visigoti]] dal [[636]] al [[639]]
|Attività3 = traduttore
|Nazionalità = visigotoitaliano
}}
 
==Biografia==
 
Nato in una famiglia di condizioni modeste, da Antonio e Maria Banchieri, si diplomò in scienze matematiche presso l'[[Università degli Studi di Napoli Federico II|Università di Napoli]], quindi si arruolò come allievo ufficiale, tornando a Napoli nel [[1900]]. Si dedicò quindi agli studi umanistici, per lo più da autodidatta, frequentando assiduamente le biblioteche e studiando le lingue e le letterature a lui contemporanee. Divenne amico di [[Salvatore Di Giacomo]] e si dedicò anche alla scrittura poetica e teatrale. Partecipò quindi alla rivista "[[La Critica]]" diretta da [[Benedetto Croce]] (fino al [[1910]]), soprattutto con [[recensione|recensioni letterarie]] e [[Saggio|saggi]].
Nel [[636]], alla morte di [[Sisenando]], fu eletto re dalla nobiltà e dai vescovi, secondo il canone n° 75 del IV [[Concilio di Toledo]].
Con uno di questi vinse nel [[1905]] un concorso dell'[[Accademia Pontaniana]] e tradusse la ''[[Critica del Giudizio]]'' di [[Immanuel Kant]] (opera stampata da [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]] [[1907]]). Altri suoi articoli uscirono su "[[La Cultura (rivista)|La Cultura]]" di [[Ruggero Bonghi]], dove recensì invece opere di [[filosofia]] e d'arte. Nel [[1908]] scrisse una monografia su [[Gabriele D'Annunzio]], ma ne rimandò la pubblicazione (uscì nel [[1912]]) per poi trasferirsi a [[Roma]], dove lavorò come [[bibliotecario]] presso l'Istituto internazionale di agricoltura, dove rimase fino al pensionamento (nel [[1942]]).
 
Dopo la [[prima guerra mondiale]] si accostò a [[Emilio Cecchi]] e altri letterati de "[[La Ronda]]" ([[1919]]-[[1923]]), dove cominciò a scrivere, tra varie recensioni, anche articoli di [[teoria della letteratura]], proponendo per esempi odi sostituire al concetto di "[[stile]]" quello filosofico e idealistico di "forma". Un volume di saggi già pubblicati uscì con il titolo di ''Letteratura italiana del Novecento'' ([[1940]] e [[1958]]). In questa fase sosteneva che l'[[estetica]] fosse essenzialmente un'attività, e che l'arte fosse "agire" e la critica "militanza" (andando contro il suo antico "maestro" Croce, per esempio, con ''Crisi di un'estetica'', articolo su "[[Nuova Antologia]]" di maggio [[1936]]). Prediligeva quindi autori come [[Riccardo Bacchelli]], [[Antonio Baldini]], [[Federigo Tozzi]], [[Alfredo Panzini]] o [[Giuseppe Ungaretti]].
Con la sua elezione continuò il periodo di insicurezza e di instabilità, incluse le ribellioni in [[Settimania]] e [[Galizia (Spagna)|Gallaecia]], che si era venuto a creare dopo la deposizione di [[Suintila]]. Situazione che portò, nei tre anni di regno di Chintila, i vescovi del regno ad assumere praticamente la direzione del governo, che li portò a legiferare sempre a favore dei propri interessi.
 
Una grave malattia impedì gradualmente che continuasse a svolgere il suo lavoro dal [[1938]] al [[1949]], quando morì.
Si dedicò ai [[concilio|concilii]]; convocò, nella capitale del regno, [[Toledo]], il V [[Concilio di Toledo]] nel mese di giugno del [[636]] e nello stesso mese del [[638]] convocò il VI [[Concilio di Toledo]], in cui fu confermato ciò che era stato stabilito nel V, che il re doveva appartenere alla nobiltà e giammai avrebbe dovuto essere un chierico, un membro della classe servile o uno straniero. Furono anche stabilite le pene per le congiure contro la corona; si stabilì inoltre che le proprietà acquisite, con giustizia e nella legalità, da un re non potevano essere confiscate dal suo successore. Infine fu promulgata una legge che vietava a tutti coloro che non erano stati battezzati nel rito [[chiesa cattolica|cattolico]] di risiedere entro i confini del regno (con la clausola che i futuri re dovevano giurare di mantenere questa clausola); ciò portò alla conversione forzata o all'esilio molti [[ebrei]].
 
Alcuni inediti furono pubblicati su iniziativa dalla vedova, Olga Fabrello.
Chintila morì il 20 dicembre [[639]] di morte naturale; gli succedette il figlio [[Tulga]].
 
== Opere ==
==Discendenti<ref>{{en}} [http://fmg.ac/Projects/MedLands/VANDALS,%20SUEVI,%20VISIGOTHS.htm#_Toc179360440#ES Dinastie dei Visigoti]</ref>==
*trad. di [[Immanuel Kant|Emmanuele Kant]], ''Critica del giudizio'', Bari: Laterza, 1907
Chintila ebbe una moglie di cui non si conoscono né gli ascendenti né il nome, da cui ebbe un figlio:
*''Gabriele D'Annunzio. Studio critico'', Napoli: Perrella, 1912
*[[Tulga]] re dei Visigoti.
*introduzione a [[Eugenio Montale]], ''[[Ossi di seppia]]'', Torino: F.lli Ribet, 1928
*introduzione a [[Giuseppe Ungaretti]], ''[[Sentimento del Tempo]]'', Firenze: Vallecchi, 1933
*''Letteratura italiana del Novecento'', Firenze: Le Monnier, 1940, 1958<sup>2</sup> (ampliata)
*''Gabriele D'Annunzio con l'aggiunta di nuovi studi'', Firenze: Sansoni, 1941
*''Scritti di estetica'', a cura di [[Manlio Castiglioni]], Firenze: Le Monnier, 1952
*''Tempo di ricordi'', prefazione di [[Emilio Cecchi]], Brescia: Morcelliana, 1955
 
==Note Bibliografia ==
* [[Eurialo De Michelis]], ''Omaggio a Gargiulo. Osservazioni a Luigi Russo'', Roma-Fiume, Stamp. romana per la riv. "Termini", 1937.
<references/>
* [[Emilio Cecchi]], in «Nuova Antologia», 16 maggio 1940.
* [[Gianfranco Contini]], in ''Un anno di letteratura'', Firenze, Le Monnier, 1942.
* [[Luigi Russo]], ''La critica letteraria contemporanea'', volume terzo, Bari, Laterza, 1943.
* [[Benedetto Croce]], in ''Pagine sparse'', volume primo, Napoli, Ricciardi, 1943.
* Adriano Seroni, in ''Ragioni critiche'', Firenze, Vallecchi, 1944.
* [[Giacomo Debenedetti]], in ''Saggi critici'', volume secondo, Roma, O.E.T., 1945.
* [[Enrico Falqui (scrittore)|Enrico Falqui]], in ''Pietà per i vivi'', Catania, Camene, 1950.
* [[Claudio Varese]], in ''Cultura letteraria contemporanea'', Pisa, Nistri Lischi, 1953.
* Luciano Anceschi, in ''Poetica americana e altri studi contemporanei di poetica'', Pisa, Nistri Lischi.
* Emilio Cecchi, in ''Di giorno in giorno'', Milano, Garzanti, 1954.
* [[Aldo Borlenghi]], in ''Fra Ottocento e Novecento'', Pisa, Nistri Lischi, 1955.
* Benedetto Croce, in ''Terze pagine sparse'', volume secondo, Bari, Laterza, 1955.
* Enrico Falqui, ''Alfredo Gargiulo e «La Ronda»'', in ''Novecento letterario'', Firenze, Vallecchi, 1957.
* [[Giuseppe De Robertis]], in ''Altro Novecento'', Firenze, Le Monnier, 1962
* Gennaro Savarese, ''Alfredo Gargiulo'', in ''Letteratura italiana - I Critici'', volume terzo, Milano, Marzorati, 1970.
 
*Carlo Pacini, ''Esteticità e formalismo. L'analisi letteraria di Alfredo Gargiulo'', Pisa: Giardini, 1982 ISBN 8842706663
==Bibliografia==
*Rafael Altamira, La Spagna sotto i Visigoti, in «Storia del mondo medievale», vol. I, 1999, pp.&nbsp;743–779
 
==Collegamenti esterni==
==Voci correlate==
*{{cita web|http://www.treccani.it/enciclopedia/alfredo-gargiulo_(Dizionario-Biografico)/|Dizionario biografico Treccani}}
 
*[http://www.campanadino.it/index.php?option=com_content&view=article&id=187:alfredo-gargiulo-dino-campana&catid=40:studi&Itemid=60 Articolo di Gargiulo] su [[Dino Campana]]
*[[Vandali]]
*[[Suebi]]
*[[Sovrani visigoti]]
*[[Imperatori romani]]
*[[Tabella cronologica dei regni della Penisola iberica]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Chintila}}
 
{{box successione
|carica = [[Sovrani visigoti]]
|periodo = [[636]] - [[639]]
|precedente = [[Sisenando]]
|successivo = [[Tulga]]
}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{portale|letteratura}}
{{Portale|biografie|Germani|medioevo}}
 
[[Categoria:Nemici e alleati di Roma]]