Pitagora e For What It's Worth (The Cardigans): differenze tra le pagine

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{{Album
{{Nota disambigua|descrizione=Pitagora scultore della scuola reggina in Magna Grecia|titolo=[[Pitagora di Reggio]]}}
|titolo = For What It's Worth
{{Bio
|artista = The Cardigans
|Nome=Pitagora<ref>Il nome deriverebbe, secondo una probabile [[etimologia]], dal [[lingua greca|greco]] Πυθαγòρας - Pythagòras -, da πεἰθω -pèithō- = persuadere + {{polytonic|ἀγορά}} -agorà- = piazza, lett.''colui che persuade la piazza''</ref>
|tipo album = Singolo
|Sesso=M
|PreDatagiornomese =
|anno = 2003
|LuogoNascita= Samo (isola)
|durata = 4:18
|AnnoNascita= c. [[575 a.C.]]
|album di provenienza = [[Long Gone Before Daylight]]
|LuogoMorte= Metaponto
|genere = Alternative rock
|AnnoMorte= c. [[495 a.C.]]
|genere2 = Pop rock
|Attività= matematico
|genere3 = Indie rock
|Attività2= legislatore
|etichetta = Stockholm Records
|Attività3= filosofo
|produttore = Per Sunding
|Attività4=
|registrato =
|Nazionalità= greco antico
|formati =
||PostNazionalità = {{sp}} secondo quanto tramandato dalla tradizione
|numero dischi d'oro =
|Immagine=Sanzio 01 Pythagoras.jpg
|precedente = [[Burning Down the House]]
|Didascalia= Dettaglio dalla [[Scuola d'Atene]] (1511) di [[Raffaello Sanzio]] raffigurante Pitagora
|anno precedente = 1999
|successivo = [[You're the Storm]]
|anno successivo = 2003
}}
'''''For What It's Worth''''' è un [[singolo (musica)|singolo]] del gruppo musicale svedese [[The Cardigans]], pubblicato nel 2003 ed estratto dal loro quinto album in studio ''[[Long Gone Before Daylight]]''.
 
==Tracce==
==Storia e leggenda==
*'''CD Singolo'''
La figura storica di Pitagora, messa in discussione da diversi studiosi, si mescola alla [[leggenda]] narrata nelle numerose ''Vite di Pitagora'', composte nel periodo del tardo [[neoplatonismo]] e del [[neopitagorismo]] dove il filosofo viene presentato come figlio del dio [[Apollo]]<ref>Secondo la leggenda, il nome di Pitagora risalirebbe etimologicamente ad una parola che trova il suo significato in “annunciatore del Pizio”,e cioè di Apollo. Si riteneva infatti che egli fosse figlio del dio stesso.</ref>, autore di miracoli e profeta, guaritore e mago.
#''For What It's Worth'' - 4:18
#''[[Das Model]]'' ('00) - 2:53
*'''Maxi Singolo'''
#''For What It's Worth'' - 4:18
#''The Road'' - 6:52
#''For What It's Worth'' (Polar Session '01) - 4:16
#''Das Model'' ('00) - 2:53
 
==Collegamenti esterni==
È quasi impossibile distinguere, nell'insieme di dottrine e frammenti a noi pervenuti, non solo ciò che sicuramente appartiene al pensiero di Pitagora ma neppure, nonostante i tentativi di John Burnet<ref>in ''Antica filosofia greca'' pag.37 e sgg.</ref>, di separare il pensiero del primo [[pitagorismo]] da quello successivo.
* {{Collegamenti esterni}}
* {{Cita web|http://www.metrolyrics.com/for-what-its-worth-lyrics-cardigans.html|Testo del brano|lingua=en}}
 
{{The Cardigans}}
Anche [[Aristotele]], che possiamo considerare il primo storico della filosofia, parla genericamente de «i cosiddetti pitagorici»<ref>Aristotele, ''Metafisica'' 985b</ref> nella difficoltà evidente di identificare la dottrina del maestro.
{{Portale|rock}}
 
==Cenni biografici==
[[Immagine:Reggio calabria testa del filosofo.jpg|thumb|left|180px|La [[Testa del Filosofo]], parte di una statua bronzea custodita al [[Museo nazionale della Magna Grecia]] di [[Reggio Calabria]], è un probabile ritratto di Pitagora<ref>il ritratto bronzeo avrebbe fatto parte parte dell'arredo urbano di Reggio Calabria proprio durante il periodo pitagorico vissuto dalla città quando, finita la tirannide, il potere politico passò nelle mani dell'aristocrazia che a partire dal [[455 a.C.]] ospitò gli esuli pitagorici scacciati da Crotone favorendo la nascita della [[scuola pitagorica reggina]]; dunque la statua di Pitagora sarebbe divenuta parte del bottino di guerra che [[Dionisio I]] di Siracusa usò per pagare i soldati dopo la presa di Reggio avvenuta nel [[386 a.C.]], caricato sulla nave che affondò nei mari dello Stretto proprio in quel periodo - [http://www.youtube.com/watch?v=k-c_JhvLYRc "Il ritratto di Pitagora di Samo" a cura del prof. Daniele Castrizio dell'università di Messina]</ref>]]
 
[[Immagine:Kapitolinischer Pythagoras adjusted.jpg|thumb|200px|Busto marmoreo romano di Pitagora]]
 
La storia di Pitagora è avvolta nel mistero: di lui sappiamo pochissimo e la maggior parte delle testimonianze che lo riguardano sono di epoca più tarda. Alcuni autori antichi come [[Senofane]], [[Eraclito]], [[Erodoto]], [[Diogene Laerzio]] ci danno testimonianze tali da far pensare alla effettiva esistenza storica di Pitagora pur se inserita nella tradizione leggendaria<ref> ''Enciclopedia Treccani'' in voce corrispondente</ref>.
 
Secondo queste fonti Pitagora nacque nell'isola di [[Samo (isola)|Samo]] nella prima metà del [[VI secolo a.C.]] dove fu scolaro di [[Ferecide]] e [[Anassimandro]] subendone l'influenza nel suo pensiero. Lasciata Samo al tempo di [[Policrate]], si recò per motivi di studio in [[Mesopotamia]], dove apprese dai [[Caldei]], e in [[Egitto]]. Poi si trasferì nella [[Magna Grecia]], dove istituì a [[Crotone]], all'incirca nel [[530 a.C.]], una scuola filosofica. Dei suoi presunti viaggi in [[Egitto]] e a [[Babilonia]], narrati dalla tradizione [[dossografia|dossografica]], non vi sono fonti certe e sono ritenuti, almeno in parte, leggendari.
 
Quasi sicuramente Pitagora non lasciò nulla di scritto e quindi le opere attribuitegli i ''Tre libri'' e i ''Versi aurei'' vanno ascritte piuttosto ad autori sconosciuti che li scrissero in epoca [[Cristianesimo|cristiana]] o di poco antecedente.
 
[[Giamblico]] ([[Siria]], [[245]] – [[325]]) fondatore di una nota scuola [[neoplatonismo|neoplatonica]] ad [[Apamea]], in [[Siria]], attesta invece<ref>in ''Vita di Pitagora'', 199</ref> che i primi libri a contenuto pitagorico pubblicati erano opera di [[Filolao]].
 
==Il pensiero==
[[Immagine:Formella 23, euclide e pitagora o la geometria e l'aritmetica, luca della robbia, 1437-1439.JPG|thumb|200px|''Euclide e Pitagora, ovvero la Geometria e l'Aritmetica'', formella del [[Campanile di Giotto]], [[Luca della Robbia]], [[1437]]-[[1439]], Firenze]]
 
Pochi sono gli elementi certi della dottrina pitagorica, tra questi quello della [[metempsicosi]] su cui tutte le fonti sono concordi<ref>Enciclopedia Garzanti di filosofia, Milano 1981 p.705</ref> e tra le prime [[Senofane]] che la critica aspramente<ref>Diels-Kranz, 21, B, 7</ref>.
 
Derivato dall'[[orfismo]], nella dottrina pitagorica vi è dunque un sicuro aspetto [[religione|religioso]], il quale sosteneva la [[trasmigrazione delle anime]] che, per una colpa originaria, erano costrette, come espiazione, ad incarnarsi in corpi umani o bestiali sino alla finale purificazione ([[catarsi]]).
 
La novità del pensiero di Pitagora rispetto all'orfismo è rappresentato dalla considerazione della [[scienza]] come strumento di purificazione nel senso che l'ignoranza è ritenuta una colpa da cui ci si libera con il sapere. Questa particolarità della dottrina è ritenuta dagli studiosi sicuramente appartenente a Pitagora che viene tradizionalmente definito, a partire da [[Eraclito]], come ''polymathés'' (erudito). In che consistesse la sua erudizione però mancano notizie certe<ref> Anche sulla prima definizione di se stesso come filosofo (come è stato riferito da Cicerone e Diogene Laerzio) attribuita a Pitagora come "colui che ama il sapere", ma non lo possiede in quanto solo il dio è sapiente del tutto, sono stati recentemente avanzate nuove prove a conferma della tradizione da [http://books.google.it/books?id=eWc6-RU0oh8C&dq=Riedweg+Christoph+,in+Pitagora.+Vita,+dottrina+e+influenza,&printsec=frontcover&source=bl&ots=SvNzGTi0mr&sig=eWEonq9SDU_-cwffK5J6roQo1fk&hl=it&ei=GJ-rSfi_BZH__QbWptXzDw&sa=X&oi=book_result&resnum=2&ct=result#PPA156,M1 da Riedweg Christoph ,in ''Pitagora. Vita, dottrina e influenza'', Editore: Vita e Pensiero 2007]</ref>.
 
Si sa che nella sua scuola vigeva una distinzione tra i discepoli: vi erano gli ''acusmatici'', gli ascoltatori obbligati a seguire le lezioni in silenzio e i ''mathematici'' che potevano interloquire con il maestro e ai quali erano rivelate le parti più profonde della scienza.
 
Da questa distinzione, dopo la morte di Pitagora<ref>Anche sulla sua morte i resoconti dei biografi non coincidono: essendo scoppiata una rivolta dei democratici contro il partito aristocratico pitagorico la casa dove si erano riuniti gli esponenti più importanti della setta fu incendiata. Si salvarono solo [[Archippo]] e [[Liside]] che si rifugiò a [[Tebe]]. Secondo una versione Pitagora prima della sommossa si era già ritirato nel Metaponto dove era morto. </br>
</br>
Secondo altri invece era casualmente assente alla riunione nella casa incendiata e quindi riuscì a salvarsi fuggendo prima a [[Locri]], quindi a [[Taranto]] e da lì a Metaponto dove morì. (in Cioffi ed altri, ''I filosofi e le idee'', Vol.I, Ed. Bruno Mondadori 2004 pag.46).</br>
</br>
Un'altra versione della morte di Pitagora è collegata alla nota [[idiosincrasia]] di Pitagora e della sua [[Scuola pitagorica|Scuola]] per le [[fave]]: non solo si guardavano bene dal mangiarne, ma evitavano accuratamente ogni tipo di contatto con questa pianta. Secondo la leggenda, Pitagora stesso, in fuga dagli scherani di Cilone di Crotone, preferì farsi raggiungere ed uccidere piuttosto che mettersi in salvo attraverso un campo di fave.</br>
</br>
A propositò di questo divieto pitagorico di cibarsi di fave, Giovanni Sole nel libro ''Pitagora e il tabù delle fave'', Rubettino editore, ne dà un'interpretazione fisica e una spirituale. La prima è collegata al [[favismo]] che secondo studi medici era diffuso proprio nella zona del crotonese (Op.cit. pagg.90 e sgg.), mentre la seconda fa riferimento a credenze antiche, messe in luce da [[Levi Strauss]], secondo cui le fave erano considerate connesse al mondo dei morti, della decomposizione e dell'impurità (Op.cit. pagg.142 e sgg.) dalle quali il filosofo si deve tenere lontano.</ref> ne seguì una contesa tra le due fazioni di discepoli che si attribuivano l'eredità filosofica del maestro.
 
È quasi certo che l'insegnamento (''màthema'') pitagorico avesse un aspetto mistico-religioso consistente in un addottrinamento [[dogma]]tico, secondo il noto motto della scuola ''autòs èphe'' (lo ha detto lui), e un contenuto che molto probabilmente riguardava i numeri.
 
Riguardo alle dottrine scientifiche attribuite a Pitagora gli storici della filosofia non sono in grado di averne certezza.
 
Le dottrine [[astronomia|astronomiche]] sono sicuramente state eleborate dai suoi discepoli nella seconda metà del [[V secolo a.C.]]
 
Il [[teorema]] per cui il filosofo è famoso era già noto agli antichi [[Babilonesi]] ma alcune testimonianze, tra cui [[Proclo]] riferiscono che Pitagora ne avrebbe intuito la validità mentre si deve a lui avere indicato come sostanza primigenia (''archè'') l'armonia determinata dal rapporto tra i numeri e gli accordi musicali.
{{Vedi anche|Scuola pitagorica}}
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
*Lucio Lombardo Radice , ''La matematica da Pitagora a Newton '', Edizione Muzzio, Roma, 2003
 
*Ferguson Kitty, ''La musica di Pitagora. La nascita del pensiero scientifico'', Editore: Longanesi 2009
 
*Riedweg Christoph , ''Pitagora. Vita, dottrina e influenza'', Editore: Vita e Pensiero 2007
 
*Joost-Gaugier Christiane L., ''Pitagora e il suo influsso sul pensiero e sull'arte'', Editore: Arkeios 2008
 
==Voci correlate==
*[[Teano (donna)|Teano]]
*[[Terna pitagorica]]
*[[Teorema di Pitagora]]
 
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