Il '''Ministero dell'Aeronautica''' fu un [[ministero statale|dicastero]] del Regno d'Italia costituito durante il [[regime fascista]]. Il [[Ministero della guerra del Regno d'Italia|Ministero della Guerra]] gestiva le forze militari del [[Regio esercito]], mentre il ministero della Marina si occupava della [[Regia Marina]].
{{torna a|La Spezia}}
La '''storia della Spezia''' inizia con gli insediamenti permanenti dell'[[epoca romana]], anche se l'area dove sorge [[La Spezia|la città]] era già abitata fin dalla [[preistoria]].
[[File:Ministero dell'Aeronautica (1929-30).jpg|thumb|Il Ministero dell'Aeronautica alla fine degli anni '20.]]
== I primi insediamenti ==
==Storia==
[[File:Gallia cisalpina.jpg|thumb|right|upright=1.0|Gli stanziamenti preromani nel nord Italia]]
===Origini===
Le numerose [[statue stele]] e i reperti dell'[[età del bronzo]] e dell'[[età del ferro]] ritrovati in varie occasioni sulle alture e nella piana del [[Golfo della Spezia|Golfo]] e nelle vallate adiacenti testimoniano come il territorio spezzino e le terre circostanti furono abitati già in tempi preistorici.
Nel 1912, dopo la guerra italo-turca, venne istituito presso il ministero della Guerra un Ispettorato aeronautico, poi direzione dei servizi aeronautici
<br>In particolare nel [[1886]], durante i lavori di scavo del Bacino Grande dell'Arsenale marittimo, furono ritrovate a circa 12 metri di profondità due statue stele considerate le più antiche mai rinvenute in [[Lunigiana]]<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.statuestele.org/DATA/allegati/elenchi/02%20-%20La%20Spezia%20I.pdf Museo delle statue stele della Lunigiana di Pontremoli] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>. I due reperti, dispersi nella Seconda Guerra Mondiale, sono stati messi in relazione a quelli ritrovati a [[Menhir de la Pierre aux Moines|Pierre aux Moines]] nel nord della Francia.
<br>Nel vicino quartiere di Pegazzano e in quello levantino del Limone, sono state invece ritrovate due sepolture a cassetta risalenti alla tarda età del ferro<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.laspeziacultura.it/sangiorgio/CASTELLO/SALA3.HTMf Museo del Castello di San Giorgio della Spezia] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>.
Il [[Governo Orlando]] costituì un "Commissariato generale per l'aeronautica" <ref>istituito con Decreto Luogotenenziale n. 1813 del 1 novembre 1918</ref> presso il ministero delle Armi e munizioni e l'1 novembre 1917 fu nominato commissario il deputato [[Eugenio Chiesa]]<ref>[https://storia.camera.it/governi/i-governo-orlando/Commissariato%20generale%20per%20l'aeronautica storia.camera.it]</ref>
[[File:Etruscan civilization italian map.png|thumb|left|upright=0.85|Espansione della civiltà [[Etruschi|etrusca]]]]
Nel dicembre 1917 fu costituita la direzione generale di Aviazione, affidata al colonnello [[Giulio Douhet]] che però entrò presto in rottura con Chiesa e lasciò nell'aprile del 1918. Il 24 novembre 1918, i servizi del commissariato tornavano al ministero della guerra. Il 30 giugno 1919 la direzione generale dell'aeronautica fu trasferita al ministero dei trasporti marittimi e ferroviari.
Più tardi, in epoca storica, la zona di Luni si trovò al margine del territorio [[Etruschi|etrusco]] e il Levante ligure, fino al [[Magra]] vide lo stanziamento dei [[Liguri]], che furono sottomessi nel [[155 a.C.]] dal console [[Marco Claudio Marcello (console 166 a.C.)|Marco Claudio Marcello]].
Nel suo primo gabinetto il capo del governo [[Benito Mussolini]] il 24 gennaio 1923, istituì un Commissariato generale per l'Aeronautica, con funzioni sia militari che civili. Nominò due direttori generali: [[Giulio Douhet]] divenuto [[maggiore generale]], per l'Aeronautica militare, e il tenente colonnello [[Arturo Mercanti]] per l'Aviazione civile.
== Roma ==
Le origini della Spezia sono legate alla colonizzazione romana e si intrecciano comunque con le vicende di [[Luna (colonia romana)|Luni]], il centro senza dubbio più importante di tutta la zona durante tutta l'epoca classica (foro, capitolium, basilica, anfiteatro).
Quindi vi fu l'istituzione di una nuova forza armata, la [[Regia Aeronautica]] con il Regio decreto 28 marzo 1923 n. 645: ad essa erano affidate tutte le forze aeree militari del Regno e delle colonie, sia del Regio Esercito che della Regia Marina.
La rete viaria della zona era necessariamente limitata dall'Appennino. Poiché la [[via Aurelia]] terminava a [[Pisa]], i collegamenti terrestri di [[Roma]] con la Liguria di ponente e soprattutto la [[Gallia]] da [[Luni]] dovevano avvenire attraverso la [[pianura padana]]: importante, in tal senso, era la [[via Emilia Scauri|via Aemilia Scauri]]. L'altra importante via di collegamento tra Luni e [[Parma]] era la [[Strada delle cento miglia]] che attraversava il Malpasso (oggi [[Passo del Lagastrello]]).
<br>Per i collegamenti via mare il [[Golfo della Spezia|golfo spezzino]] invece costituiva un sicuro appoggio per la normale navigazione di [[cabotaggio]].
[[File:Tabula Peutingeriana Pisa Lucca Luni.jpg|thumb|La Spezia nella [[Tavola Peutingeriana]] (sez IV, IV)]]
Conferme archeologiche di un cospicuo insediamento romano sul sito della Spezia nell'insenatura più profonda del Golfo sono emerse in varie occasioni: nella zona di ''San Vito'' ([[Marola (La Spezia)|Marola]]) nel 1914 sono state rinvenute tre anfore vinarie romane a una profondità di nove metri, databili al [[I secolo d.C.]] (mentre una calotta cranica è stata invece trovata a 14,50 metri di profondità e pertanto databile al [[1000 a.C.]] circa). Ancora a San Vito furono rilevati dei resti di una ''villa romana'', andati poi distrutti per la costruzione dell'Arsenale.
<br>Altra vestigia romana, scoperta nel 1901 per lavori in via Biassa nel luogo del Palazzo comunale, è un ponte di pietra, tuttora interrato e che presumibilmente scavalcava un torrente che costituiva il principale collettore delle acque nella piana del borgo.<ref name="U.Mazzini">Fonte dalla {{cita libro|||Storia del Golfo della Spezia|1981|Accademia lunigianese|La Spezia}}</ref>
<br>Nella zona dell'''Antoniano'' (cioè l'attuale [[Chiesa di San Venerio|Pieve di S. Venerio]] a Migliarina) esisteva un ''oppidum preromano'', che forse è da identificarsi con il ''Boron'' indicato nella [[Tavola Peutingeriana]] come stazione; peraltro nella zona di [[Migliarina (La Spezia)|Migliarina]] esiste una ''Via di Boron'' ripresa sicuramente dalla località menzionata nella Tavola Peutingeriana.
<br />Sempre nella zona della Pieve sono state raccolte ceramiche e scorie ferrose a conferma di un insediamento romano.
Il 14 maggio 1925 veniva abolita la carica di vice commissario per l'aeronautica e creata quella di [[sottosegretario di Stato]] all'aeronautica, cui fu nominato il generale [[Alberto Bonzani]].
La presenza romana è ampiamente documentata anche in altre località del Golfo: ville patrizie al [[Villa romana del Varignano|Varignano]] e a [[Muggiano (La Spezia)|Muggiano]].
<br />Altre memorie dell'epoca [[Storia romana|classica]] ben più consistenti sono i siti archeologici della città di [[Luna (colonia romana)|Luni]], di [[Bocca di Magra]] e di [[Ameglia]].
===Costituzione===
Nella [[Regioni dell'Italia augustea|ripartizione]] di [[Augusto]] la zona, come il resto della Liguria, apparteneva alla [[Regio IX Liguria|Regio IX]], il cui confine orientale era segnato dal corso inferiore del fiume ''[[Magra|Macra]]'', mentre ''[[Luna (colonia romana)|Luni]]'' apparteneva alla [[Etruria|Regio VII]].
Il Ministero dell'Aeronautica fu istituito il 30 agosto [[1925]] con il r.d.l. n. 1513, che trasformava il commissariato in ministero. Si occupava dell'Aeronautica Militare e dell'aviazione civile e vi confluivano tutti i servizi dell'aeronautica già spettanti al [[Ministero della guerra del Regno d'Italia|ministero della guerra]]. Mussolini tenne per sé il dicastero dal 1925 al 1929 e dal 1933 fino alla fine del regime fascista il 25 luglio 1943, con un militare (con l'eccezione di [[Raffaello Riccardi]]), nominato [[sottosegretario di stato]], delegato alla gestione ordinaria <ref>[https://storia.camera.it/governi/i-governo-mussolini/Ministero%20della%20guerra storia.camera.it]</ref>. Dal 1929 al 1933 ministro fu [[Italo Balbo]], già sottosegretario dal 1926, che diede un notevole impulso all'affermarsi dell'aviazione.
<br>Il medico [[Scribonio Largo|Caio Scribonio Largo]] riferisce che nel [[43 d.C.]] l’Imperatore [[Claudio]], per preparare la [[conquista della Britannia]], raccolse una flotta nel ''Portus Lunae'' (''Luna'', più tardi denominata ''Selene'', era il nome della base navale romana situata nella rada della Spezia).
<br />L'approdo di ''[[Porto Venere|Portus Veneris]]'' è citato nel [[161 d.C.]] nel portolano dell'imperatore [[Antonino Pio]].
L'edificio del ministero si trova a ridosso della [[Università degli Studi di Roma "La Sapienza"|Città Universitaria]] e la [[Stazione di Roma Termini|Stazione Termini]]. Il comprensorio è costituito dallo storico Palazzo Aeronautica, progettato dall'ingegner Roberto Marino ed inaugurato nel 1931, oggi completato dal Palazzo E.S.T.O. (Edificio Servizi Tecnico Operativi) costruito negli anni ottanta, dalla palazzina della ex Scuola di Guerra Aerea e dal palazzo del Circolo ufficiali dell'Aeronautica.
Il Cristianesimo si diffonde nella zona verosimilmente agli inizi del [[III secolo]] mentre l'organizzazione e la crescita della [[Diocesi di Luni|Diocesi]] sono più tarde risalendo agli inizi del [[V secolo]] quando, ormai alla fine dell'[[Impero romano]], si apre per la regione il [[Alto Medioevo|periodo alto medievale]].
===Soppressione===
== Dal VI al XII secolo, dai vescovi di Luni all'influenza genovese ==
Ultimo ministro fu, nel primo governo della repubblica ([[Governo De Gasperi II|De Gasperi II]]), [[Mario Cingolani]], fino a quando col decreto nº 17 del capo provvisorio dello stato del 4 febbraio 1947, il [[Governo De Gasperi III]] ne dispose l'accorpamento insieme al [[Ministero della guerra del Regno d'Italia|Ministero della Guerra]] ed al Ministero della Marina Militare nel nuovo [[Ministero della difesa]]. Le residue competenze per l'aviazione civile andarono al [[Ministero dei trasporti]].
[[File:Justinien 527-565.svg|thumb|upright=1.0|left|L'Impero Bizantino all'avvento di [[Giustiniano I]] ([[527]]) e alla sua morte ([[565]])]]
Nella piena decadenza dell'Impero, già nel [[421]] i Visigoti vi istituiscono la ''Provincia Maritima''.
<br>Alla caduta formale dell'Impero romano nel [[476 d.C.]] la zona della Spezia, come peraltro il resto d'Italia, è parte del [[Re d'Italia|regno erulo]] di [[Odoacre]] al quale, nel [[493]], succede il regno [[Ostrogoti|gotico]] di [[Teodorico il Grande|Teodorico]].
<br>Alla conclusione della [[Guerra gotica (535-553)|guerra gotica]], nel [[552]], anche il territorio di [[Luni]] e la regione del Golfo vengono riconquistati da [[Narsete]] e, sotto il dominio [[Impero bizantino|bizantino]], fanno parte dell'[[Esarcato d'Italia]] come ''[[Provincia Maritima Italorum]]''.Con il ritorno all'Impero bizantino la regione può godere di una breve ripresa.
<br>Il ''golfo della Luna'' diviene una base navale greca, denominata ''Selene''.
==Organizzazione==
[[File:Rotari's Italy.svg|thumb|left|I domini longobardi dopo le conquiste di [[Rotari]] ([[643]])]]
Questa l'organizzazione del ministero nel 1942<ref> [http://search.acs.beniculturali.it/OpacACS/authority/IT-ACS-SP00001-00000045 Archivi centrali dello Stato] </ref>:
*gabinetto del ministro,
*direzione generale del personale militare,
*direzione generale del personale civile e degli affari generali,
*direzione generale dei servizi del materiale e degli aeroporti,
*direzione generale delle costruzioni e degli approvvigionamenti,
*direzione superiore degli studi e delle esperienze,
*direzione generale dell'aviazione civile e del traffico aereo,
*direzione generale delle armi e delle munizioni,
*direzione generale del demanio,
*direzione generale del commissariato militare,
*ispettorato delle telecomunicazioni e dell'assistenza al volo,
*ispettorato di sanità,
*ispettorato del genio aeronautico e della produzione aeronautica.
==Cronotassi dei ministri==
In questi anni [[Venerio eremita|San Venerio]] è monaco nel cenobio dell'isola del [[Tino (geografia)|Tino]], dove muore nel [[630]].
*[[Ministri dell'Aeronautica del Regno d'Italia]]
I [[Longobardi]] (giunti in Italia nel [[568]] guidati dal loro re [[Alboino]]) arrivano a conquistare la Liguria nel [[642]] con il loro re [[Rotari]]<ref>''Frattanto il re Rotari conquistò tutte le città costiere dei Romani (i Bizantini, ndT) da Luni, in Tuscia, fino ai confini della Francia''. Fonte: Paolo Diacono, Storia dei Longobardi, libro IV, 46</ref> e la sottomettono completamente con [[Liutprando]]. Nel [[Regno longobardo]] [[Luna (colonia romana)|Luni]] e la sua regione vengono annesse al [[Ducato di Tuscia]] con capitale [[Lucca]], distaccandone l'area dal [[Ducato di Liguria]].
<br>La politica locale dei sovrani longobardi è spesso rivolta a contrastare il potere dei [[Diocesi di Luni|Vescovi di Luni]] e pertanto è intesa a favorire il [[Feudo monastico di Bobbio]] e la sua influenza sul Levante ligure.
Alla caduta del regno longobardo nel [[773]] ad opera di [[Carlo Magno]] la regione rimane sottomessa al dominio [[Franchi|franco]] sotto il quale i Vescovi tendono a consolidare il proprio potere temporale come ''[[Vescovo-conte|Vescovi-Conti]]''.
<br>La suddivisione dell'[[Impero carolingio]] comporta il passaggio della regione al [[Regno d'Italia (781-1014)|Regno d'Italia]].
Nell'[[860]] la zona è saccheggiata dai [[Vichinghi]] di [[Hastein]] che a [[Luna (colonia romana)|Luni]] ne uccidono il Vescovo [[San Ceccardo|Ceccardo]].
<br>Nello stesso [[IX secolo]] la regione comincia anche a subire il continuo flagello delle scorrerie [[Saraceni|musulmane]] al punto che già un secolo dopo, a causa dei continui saccheggi dal mare di averi, uomini, donne, il territorio inizia a decadere e, con il diffondersi della [[malaria]], [[Luna (colonia romana)|Luni]] finisce con l'essere progressivamente abbandonata dalla sua stessa popolazione (la diocesi vi rimarrà ancora formalmente fino al [[1204]], quando verrà trasferita a [[Sarzana]] da [[papa Innocenzo III]]).
[[File:Italy Lothar II.svg|miniatura|[[Regno d'Italia (781-1014)|Regno d'Italia, X secolo]]]]
Nel [[IX secolo]] il centro principale della zona del [[Golfo della Spezia|golfo]] era [[Vesigna]], che sorgeva sul colle di ''Marinasco''; è da Vesigna che procederà verso il mare una migrazione di popolazione che, unendosi agli insediamenti già esistenti in loco, contribuirà alla formazione del primo borgo sul ''Poggio'' della Spezia e al suo sviluppo nei secoli [[X secolo|X]] e [[XI secolo|XI]].
Nel [[X secolo]] la regione fa parte del [[Re d'Italia|Regno d'Italia]] ed è infeudata alla potente famiglia degli [[Obertenghi]] e ne deriva il nome di ''[[Marca obertenga]]''.
<br>Il tardo periodo [[Basso Medioevo|medievale]] vede una progressiva frammentazione politica e culturale della zona, con l'affermazione di piccole Signorie dei feudatari locali, come i [[Vezzano (famiglia)|di Vezzano]], dei [[Da Passano (famiglia)|da Passano]] e dei [[Lavagna (famiglia)|di Lavagna]].
In uno strumento notarile del 25 luglio [[1071]] rogato dal notaro Gontardo, ''Abone figlio di Garimondo'' dona al monastero di San Siro in Genova i beni mobili ed immobili che ha nei luoghi di Calossa, della Serra e della Spezia: ''... in loco et fundo Caluce Sera Spexia''.<ref>Fonte da{{cita libro|||U.Mazzini, Storia del Golfo della Spezia|1981|Accademia lunigianese|La Spezia}}</ref>
Agli inizi del [[XII secolo]] [[Repubblica di Genova|Genova]] acquista dal feudatario ''Grimaldo da Vezzano'' il borgo di [[Porto Venere]] per accrescere la sua influenza sull'estremo Levante ligure.
Questa novità è importante poiché consente a questi territori il loro progressivo affrancamento dal regime feudale e la loro crescita.
<br />Il borgo di Spezia ha già raggiunto una certa importanza nel [[XII secolo]]: è infatti già citato in alcuni documenti commerciali del [[1160]] in cui sono menzionati ''Bonus Johannes e Baldus de Specia''.
== XIII secolo - La signoria guelfa di Nicolò Fieschi ==
[[File:Flag of Genoa.svg|upright=0.7|left|thumb|Repubblica di Genova]]
Nel [[1223]] [[Vesigna]] e, nel [[1224]], [[Riccò del Golfo di Spezia|Càrpena]], il cui signore era ''Giovanni della Turca'', entrano nell'orbita della [[Compagna Communis|Compagna]] [[Genova|genovese]] e quindi, con loro, anche il borgo di Spezia.
Ma già nella prima metà del [[XIII secolo]], la Spezia comincia ad affrancarsi da Càrpena grazie al proprio sviluppo mercantile e all'industria del sale.
<br />Nel [[1254]] Genova sottrae [[Lerici]] a [[Pisa]] e accresce così il proprio dominio sul Golfo.
<br />Un documento notarile rogato del [[1256]] riporta un'antica trascrizione del termine ''Spezam''.
Ma per quasi vent'anni il borgo di Spezia si trova a essere svincolato dal dominio genovese, quando [[Nicolò Fieschi]] ne fa il centro, tra il [[1256]] e il [[1273]], di una propria effimera '''Signoria guelfa''', estesa da [[Lavagna (Italia)|Lavagna]] a [[Sarzana]] e in contrapposizione a Genova.
<br>Al periodo del Fieschi risalgono la prima fase di costruzione del [[Castello San Giorgio]], sulla collina del ''Poggio'' e la fortificazione della città.
L'indipendenza del borgo spezzino ha però termine nel [[1273]], quando [[Oberto Doria]] muove in forza contro Nicolò e, partendo da Porto Venere, espugna la città e incendia il Castello San Giorgio. Nello stesso anno Carpena è elevata a ''Podesteria'' con giurisdizione sul Golfo e le Cinque Terre.
<br>La [[Repubblica di Genova]] riacquista poi definitivamente la piena sovranità sul borgo il 27 novembre [[1276]] quando Nicolò Fieschi cede la Spezia a Genova per 25.000 lire genovesi.
== XIV secolo - La Spezia e Carpena ==
[[File:La Spezia - Castello San Giorgio - le mura e il passaggio di via XXVII marzo.JPG|thumb|left|Le mura (XIV secolo).]]
Tra XIII e XIV secolo la città va incontro ad uno sviluppo piuttosto sostenuto avendo dimostrato la sua importanza strategica nella contesa tra i Fieschi e Genova. Questa progressiva salita di rango sfocia nella nascita della ''Podesteria della Spezia'' nel [[1343]] acquisendo buona parte del territorio di Carpena, (data che tuttora viene annoverata come quella della fondazione della città) per volere di [[Simone Boccanegra]], primo dei Dogi a vita genovesi. Nell'occasione il Castello San Giorgio viene restaurato.
La Spezia inizia ad imporsi come centro principale del Golfo, tanto che l'8 giugno del [[1371]] i sindaci delle due podesterie di Carpena e la Spezia si riuniscono nella [[Chiesa Abbaziale di Santa Maria Assunta|cattedrale di Santa Maria]] alla presenza dei pacificatori generali della Riviera di Levante Cristiano Curlo e Merualdo Pellegrino e del vicario Nicolò Veneroso per sancire l'unificazione in un'unica entità. Entrambi i borghi mandano due sindaci al doge [[Domenico Fregoso]] per ratificare la richiesta di inglobare la podesteria di Carpena in quella della Spezia.
Negli anni successivi la città viene dotata di mura di difesa, delle quali tuttora rimangono alcuni tratti conservati con i camminamenti e le merlature ghibelline, sia nei pressi del castello che inglobati nei palazzi di Via del Prione lato monte.
<br>Le porte d'accesso alla città, protette da altrettante torri, erano cinque: Porta Santa Maria (o Porta di San Bernardino o Porta Genova), Porta Sant'Andrea (o Porta Biassa o Porta Ospedale), Porta Nuova (o Porta del Carmine), Porta Marina (o Porta a mare) e Porta San Giovanni (o Porta Romana).
Nel [[1390]] si trasferiscono in città i [[Ordine di Sant'Agostino|frati agostiniani]] che fondano un convento con annessa chiesa in quella che è oggi Piazza Sant'Agostino. L'edificio, subito alle spalle della Porta Romana, avrà alterne vicende e sarà definitivamente distrutto nella primavera del 1943 da un bombardamento alleato.
La fine del XIV secolo vede il declino della potenza genovese in lotta con [[Venezia]] e, dopo un periodo di lotte intestine, il prevalere della dinastia milanese dei [[Visconti]] su Genova stessa, su tutta la Liguria e anche sulla Spezia.
== XV secolo - Gli Statuti Comunali ==
Nel [[1400]] circa nasce alla Spezia [[Bartolomeo Facio]] (a volte Fazio) che diventerà uno dei più importanti [[umanisti]] del suo secolo. Dopo gli studi compiuti a [[Verona]], [[Firenze]] e Genova diventerà nel 1444 ambasciatore presso il re [[Alfonso V d'Aragona]] a [[Napoli]], che lo stimò tanto dal farne segretario e storiografo regio.
Nel [[1407]] la Spezia riesce a dotarsi di propri Statuti concessi da [[Jean II Le Meingre]], l'allora governatore francese di Genova, e nomina dapprima un [[Podestà (medioevo)|'''Podestà''']], figura con prerogative solamente politiche, e in un secondo tempo un '''Capitano''' che oltre a quelle politiche assomma anche le funzioni militari.
{{citazione|La repubblica la governa per mano di un capitano, la jurisdition del quale massimamente sul criminale è larga et ampia, per che si stende su tutte le podesterie circostanti. Et è questo ufficio uno dei tre vicariati principali di Genova|Agostino Giustiniani, ''Descrittione della Liguria'', 1529}}
Il ''Capitano della Comunità della Spezia'' veniva eletto a Genova, mentre i due sindaci e gli otto consiglieri che lo affiancavano nell'esercizio del potere erano eletti in un pubblico Parlamento, che si teneva all'interno della Chiesa di Santa Maria.
<br>Gli Statuti regolavano tutti gli aspetti della vita cittadina, come il rispetto della morale religiosa (''De pena blasfemantium Deum aut Sanctus'', ''De non laborando diebus dominicis et festivis'', ''De falso iuramento''), le norme sui commerci (''De piscatoribus et venditione piscem'', ''De macellaris'', ''De non emendo in foro Spediae'', ''De non tenendo banchum in foro Spediae'') e sulla convivenza civile (''De viis reficiendis et reparandis'', ''De fontanis non deturpandis'').
All'anno [[1409]] risale la più antica immagine dello stemma della città, tracciato sulla copertina del Libro del Consiglio Comunale: vi compare la torre merlata sul sommo di un colle e affiancata dalle lettere S e P (''Spediensis Populus'').
L'estremo Levante ligure vive un periodo di forte instabilità nella prima parte del secolo: [[Firenze]] infatti ottiene nel [[1411]] i castelli di [[Fortezza di Sarzanello|Sarzanello]], [[Castello della Brina|Falcinello]], [[Castello di Lerici|Lerici]] e [[Castello di Portovenere|Portovenere]] e molti borghi del Levante passano di propria spontanea volontà sotto il dominio fiorentino. Anche Carpena, in contrasto con la nascente fortuna della Spezia, si unisce ai Fiorentini. La Spezia, rimane fedele alla Repubblica genovese e quando nel [[1412]] Antonio Doria porta a conclusione la vittoriosa guerra di Genova contro Firenze, agli spezzini viene concesso di distruggere Carpena e di raderne al suolo il castello.
===Lo sviluppo economico===
In questo secolo la Spezia si presenta come una città in ascesa in cui, accanto alle attività tradizionali come l'agricoltura e la pesca, si va sviluppando via via anche il commercio. Gli scambi avvengono soprattutto con il resto della Repubblica di Genova, con la Toscana, con la Sicilia, con la Sardegna e con i domini milanesi. Oltre al sale, particolarmente richiesti sono i vini della [[Lunigiana]], il grano, l'olio, i marmi, il lino della [[Lucchesia]], il ferro lavorato di [[Pietrasanta]], i panni della [[Lombardia]], sardine, zucchero, cipolle e pentole<ref>Ratti Marzia, ''Spedia Ianuense'', Annali delle biblioteche e dei musei civici della Spezia, La Spezia, 2000, pag.19-20</ref>.
{{citazione|Celebre nobilissimi portu lunensis et circumjectarum regionum emporium Spedie oppidum, agri bonitate, commercis marittimis, omnibusque naturae et industriae bonis circumfluens|Uberto Foglietta, ''Clarorum Ligurum elogia'', 1588}}
È la stessa Genova in verità a porre un freno allo sviluppo economico e commerciale della Spezia, temendo di ritrovarsi un concorrente in casa. Passi importanti sono, nel [[1437]], l'acquisizione del diritto esclusivo della vendita del sale bianco e, nel [[1440]], la concessione di smerciare ferro, metallo che all'epoca era riservato al monopolio di Stato.
<br>Nello stesso [[1440]] vengono però stabiliti cosiddetti ''caratti'': i vascelli non possono importare o esportare merci in alcun luogo se non dopo essere passati da Genova a pagare le gabelle. Sono esentati i bastimenti inferiori alle 400 mine che, in arrivo alla Spezia, devono fermarsi a fare denuncia a [[Porto Venere]]<ref>Federica Lazzari, Elisabetta Scapazzoni, ''La Spezia nel Seicento'', Edizioni Giacché, La Spezia, 2012, p. 38.</ref>.
<br>Per secoli, sostanzialmente fino al passaggio al [[Regno di Sardegna]] nel [[1814]], la richiesta della città di diventare un [[Porto Franco (economia)|portofranco]] verrà respinta dal Senato genovese, anche quando i [[Medici]] diedero grande impulso a [[Livorno]] alla fine del XVI secolo.
<br>Crebbe d'importanza quindi il mercato nero: il Golfo della Spezia fu dal Quattrocento uno dei grandi centri di attività piratesche del Tirreno<ref>Del Prato Diego, ''La Spezia nel Quattrocento'', Edizioni Giacché, La Spezia, 2008, p. 44.</ref> e insieme alla zona delle [[Cinque Terre]] era considerato pericoloso per la navigazione. In particolare agiva in questi mari il temuto [[Giuliano Gattilusio]] che spesso si recava alla Spezia a vendere il proprio bottino, provocando nel [[1461]] un grave incidente diplomatico con [[Firenze]] dopo averne assaltato una bombarda.<ref>Heers Jacques, ''Genova nel Quattrocento'', Milano, 1971, p. 195</ref>.
La città vive inoltre un momento di progresso anche dal punto di vista architettonico: nel [[1420]] si dà l'avvio alla ristrutturazione del ''Palazzo della Curia'' che viene trasformato nel ''Palazzo pubblico'' o ''Palazzo comunale'' e diventa sede dell'autorità cittadina e luogo di assemblee.
Qualche decennio più tardi la regione è coinvolta nella guerra del [[1436]] condotta contro Genova da parte di [[Filippo Maria Visconti]], [[Duca di Milano]], e delle devastazioni operate dal suo condottiero [[Niccolò Piccinino]].
<br>In questa occasione fu necessario demolire la cattedrale di Santa Maria che, essendo all'esterno delle mura, non poteva essere sottratta al saccheggio.
La cattedrale sarà ricostruita più tardi, nel [[1471]], e protetta allargando appositamente la cinta muraria della città. Viene inoltre fondato l'Ospedale di Sant'Andrea ([[1480]]) alle spalle di Porta Biassa che, successivamente ingrandito nel [[1673]], rimarrà il ricovero per gli ammalati fino al [[1804]].
<br>Come negli altri centri italiani dell'epoca, anche qui sorgono numerose confraternite. Quella dell'Annunziata e della Santissima Trinità, che aveva sede in un oratorio sito accanto alla cattedrale, gestiva l'ospedale di Sant'Andrea; quella di Sant'Antonio abate aveva sede nell'omonima chiesa eretta nel [[1399]] ai piedi della torre della cittadella, poi abbattuta nel [[1926]]; quella di San Bernardino, sita accanto alla porta settentrionale della città chiamata "di Genova" o "di San Bernardino" appunto; quella di San Giovanni o Mortis et orationis, che sorgeva nei pressi del bastione di San Giovanni ed aveva il compito di occuparsi dei riti funebri<ref>Scaramuccia Alberto, ''La Madonna della Scorza e le chiese perdute della Spezia'', Edizioni Cinque Terre, La Spezia, 2008, p. 17.</ref>.
Nella seconda metà del secolo a Spezia tiene la sua bottega il pittore [[Jacopo Spinolotto|Giacomo Spinolotto]] (che si firma "''Jacobus Spinolotus de Spedia''") di cui rimane unica testimonianza il polittico, in origine nella [[Chiesa di San Venerio|Pieve di San Venerio]] e oggi in parte esposto nel Museo Diocesano (''Madonna in trono col Bambino'', [[1476]]).
===La dominazione milanese===
La seconda metà del Quattrocento vede a Genova una serrata competizione per la conquista del potere. Attori principali sono le famiglie degli [[Adorno (famiglia)|Adorno]] e dei [[Fregoso]].
<br>Questi ultimi sono particolarmente potenti in Lunigiana e alla Spezia: molto spesso sarà infatti un Fregoso a detenere la carica di Capitano della Spezia in questo secolo e altrettanto spesso questi praticheranno una politica piuttosto aggressiva. Nel [[1448]] l'allora Capitano [[Spinetta di Campofregoso|Spinetta Fregoso]] instaurerà una sorta di guerra personale contro Spinetta Malaspina per il possesso di [[Carrara]], riuscendo ad ottenerlo grazie all'intercessione del nipote [[Giano Fregoso (1405-1448)|Giano Fregoso]] allora doge di Genova.
Il [[1463]] segna l'inizio del dominio sforzesco su Genova e quindi anche sulla Spezia. Il duca [[Francesco Sforza]] si prodiga nel tentare di governare la Liguria con il consenso della popolazione<ref>Del Prato Diego, ''La Spezia nel Quattrocento'', Edizioni Giacché, La Spezia, 2008, p. 56.</ref>, ma non altrettanto fa il figlio [[Galeazzo Maria Sforza]] che succede al padre alla morte di questo nel [[1466]].
L'egemonia sforzesca comunque non modifica l'assetto istituzionale vigente e alla Spezia continua ad essere inviato un Capitano, che funge anche da Commissario per tutto il Levante Ligure<ref>Musso Riccardo, ''El stato nostro de Zenoa'', Bretschneider, Roma, 2001, pagg. 227-233.</ref> (da [[Sestri Levante]] a [[Lerici]]).
<br>I Capitani sforzeschi della Spezia, che non avevano un mandato a termine prestabilito, furono [[Giovanni Caimi]] (1465-1467), [[Giovanni Advocatus]] (1467-1471) e [[Percivalle Lampugnani]] (1471-1477). Quest'ultimo era fratello di [[Giovanni Andrea Lampugnani]] uno dei congiurati che assassinerà Galeazzo Maria nel [[1476]].
Il dominio milanese comporterà un periodo di sviluppo per la Spezia. I rapporti tra il Capitano spezzino e il Duca milanese saranno sempre piuttosto cordiali e collaborativi<ref>Del Prato Diego, ''La Spezia nel Quattrocento'', Edizioni Giacché, La Spezia, 2008, p. 66.</ref>. Milano vedeva nella Spezia e nel suo golfo un caposaldo fondamentale per porre un limite all'espansionismo fiorentino dei [[Medici]], che nel [[1468]] avevano acquistato la vicina [[Sarzana]]. Ma anche gli stessi [[Fregoso]], proprietari del borgo di [[Lerici]], costituivano una costante minaccia per gli Sforza, che infatti nel [[1469]] ne assediarono il castello ponendo fine al loro dominio.
===L'arsenale sforzesco===
Il passaggio di [[Sarzana]] ai Medici fa della Spezia il confine meridionale dei possedimenti milanesi. L'11 marzo [[1468]] il capitano Johannes Advocatus informa il Duca di Milano che "''tutti li cittadini de la Speza sono agitati et temono li fiorentini a Sarzana''"<ref>Archivio di Stato di Milano, Genova, 433.</ref>, questo nonostante l'alleanza che univa i due stati.
<br>[[Galeazzo Maria Sforza]] decide dunque di fortificare il confine orientale dei domini genovesi e incarica il Capitano spezzino di preparare almeno due bombarde e di procurare grande quantità di polvere da sparo. Parte di questi approvvigionamenti serviranno per l'assedio del [[Castello di Moneta]], piccolo borgo sulle alture carraresi appartenente ai Fregoso.
Queste operazioni militari determinano un aggravio del carico fiscale: il malcontento che serpeggia in città sfocia tra il 13 ed il 19 settembre in alcuni tumulti che vengono comunque sedati entro la fine del mese<ref>Del Prato Diego, ''La Spezia nel Quattrocento'', Edizioni Giacché, La Spezia, 2008, p. 142.</ref>
Il 27 ottobre viene scoperta una congiura ordita dalla famiglia ponentina [[Del Carretto]], attestati soprattutto a [[Savona]] ed [[Albenga]], contro il governo milanese. Anche la Spezia sembra inizialmente coinvolta nel disegno per rovesciare il potere sforzesco sulla riviera ligure<ref>Del Prato Diego, ''La Spezia nel Quattrocento'', Edizioni Giacché, La Spezia, 2008, p. 147.</ref>, ma il Capitano Johannes Advocatus riuscirà con una serie di missive a convincere il governatore milanese di Genova [[Corrado da Fogliano]] della fedeltà del borgo, denunciando il 30 ottobre la fuga in Sardegna di alcuni rappresentanti della famiglia Del Carretto arrivati alla Spezia pochi giorni prima.
Il duca Galeazzo Maria decide di costruire una nuova flotta sulla riviera ligure e, nella riviera di Levante, solo [[Chiavari]] e la Spezia vengono ritenute sedi idonee per mantenervi il naviglio. Nel marzo [[1472]] alla Spezia iniziano dunque i lavori per la costruzione di un [[arsenale]] su progetto dell'[[ingegnere]] [[Serafino Gavazzi]]. Delle quaranta [[galea|galee]] di cui la flotta doveva essere composta, ben dieci sarebbero state stanziate alla Spezia. Gli storici hanno discusso sull'ubicazione della base navale, ma oggi sembra assodato che essa sorse nella zona del Poggio. Nel marzo [[1473]] l'opera è praticamente terminata e attorno ad essa vengono costruite le mura difensive.
{{citazione|La parte verso la terra è tutta murata, la parte verso la rocha vechia e la bastia sino secondo parapecti et merli, la parte verso Sarzana non li mancha salvo parapecti et merli et un pocho de muro, la parte verso la marina non li resta a pigiar salvo doi piloni, li quali si farano questa septimana che sarano alti fin a l'imposta de la volta e de lì se attenderà poi a voltare, pero ogni galea li ha la soa porta per entrare. Di capsine né coperto tre e li altri per tuto domane spero sarano coperte|Giovanni Melzi, ''Lettera a Galeazzo Maria Sforza'', 22 marzo 1473}}
Le prime tre galee arrivano il 2 aprile, mentre le altre sette giungono da Genova una settimana dopo.
===La rivolta e l'abbandono dell'arsenale===
Il 26 dicembre [[1476]] il duca Galeazzo Maria Sforza viene assassinato a Milano ed il potere passa nelle mani della moglie [[Bona di Savoia]].
<br>In poco tempo nei domini genovesi dilaga la rivolta. Alla Spezia in particolare la sollevazione arriva in un momento di vuoto di potere: il Capitano Percivalle Lampugnani infatti era stato rimosso dal suo incarico pochi giorni prima, poiché è fratello di uno dei congiurati colpevoli dell'assassinio del duca.
<br>Nel borgo la ribellione è guidata dalla [[Biassa (famiglia)|famiglia Biassa]] che, già fedele alleate degli Sforza, da questo momento acquisterà molto potere in città.
La resa della guarnigione sforzesca, rifugiatasi all'interno della ''Bastia'', avviene il 25 marzo [[1477]] e la notizia arriva alla duchessa tramite una lettera del Governatore di [[Pontremoli]] Amorato Torelli.
<br>L'arsenale viene di fatto abbandonato da questo momento e le navi sono lasciate marcire, tanto che nel[[1497]] il castellano di [[Portofino]] farà richiesta a [[Ludovico il Moro]] di fargli dono di una "delle galee innavigabili della Spezia"<ref>Archivio di Stato di Milano, ''Missive'', 171, c.215.</ref>.
=== L'ascesa dei Biassa ===
A guidare l'occupazione delle fortezze cittadine di ''San Giorgio'' e di ''Santa Caterina'' durante la rivolta antimilanese sono due fratelli, [[Gaspare Biassa|Gaspare]] e [[Baldassarre Biassa]], esponenti della nobile famiglia locale.
[[File:Palazzo Biassa.jpg|thumb|Palazzo Biassa<br>Piazza Beverini, La Spezia]]
Il 6 aprile 1477, dieci giorni dopo la resa delle truppe sforzesche, i due Biassa avevano ricevuto dai Capitani della libertà di Genova, in particolare da [[Ibleto Fieschi]], l'ordine di radere al suolo le fortezze cittadine.
<br>I due fratelli tuttavia rifiutano di eseguire l'ordine e ne mantengono le difese temendo un ritorno delle forze ducali.
La decisione di disobbedire si rivelerà assennata per i nobili spezzini che, stabilito [[Prospero Adorno]] come Governatore genovese, furono assolti il 19 aprile dall'accusa di tradimento nei confronti dello Stato, e anzi diventarono Capitani del ''Vicariato della Spezia''.
Dal [[1478]] solo Gaspare rimase a capo del Vicariato, e fu impegnato con le milizie cittadine a contrastare l'espansionismo fiorentino in [[Lunigiana]], dove nel febbraio Firenze aveva acquistato il marchesato di [[Fivizzano]] e la [[Fortezza della Verrucola]], in [[Val di Magra]].
Il 3 settembre il doge [[Lodovico Fregoso]] lo inviò a difendere una fortezza, in prossimità del confine con il territorio fiorentino, contro cui puntavano i loro assalti i nemici di Genova raccolti a Sarzana.
== XVI secolo ==
Tra il [[XVI secolo|XVI]] ed il [[XVII secolo]] inizia il declino di [[Sarzana]] quale centro principale della [[Lunigiana]], la vasta area che comprende, fra le altre, anche buona parte dei territori del Golfo e delle zone circostanti. <br>Si profila infatti in modo evidente lo sviluppo della Spezia, che viene eretta a sede del '''Vicariato''' della [[Riviera ligure|riviera]] orientale da [[Pietra Corice]] a [[Capo Corvo]].
L'importanza della città si rafforza fino al XVII secolo, quando lo sviluppo della regione, ormai consolidato, è destinato a mantenersi inalterato fino alle soglie dell'età industriale.
[[File:Galley-knightshospitaller.jpg|thumb|left|Modello di una [[galea sottile]]]]
I primi decenni del [[XVI secolo]] con alterne vicende vedono scacciata l'influenza francese su Genova e, con l'affermarsi della potenza imperiale di [[Carlo V]], il ripristino dell'[[Svolta filospagnola di Andrea Doria|indipendenza della Repubblica Genovese]].
<br>Questo avvenne per iniziativa di [[Andrea Doria]] che, in previsione della rottura con il re di Francia [[Francesco I di Francia|Francesco I]], era riparato alla Spezia ripartendone il 9 settembre [[1528]] con tredici galee e truppe da sbarco alla definitiva riconquista di Genova<ref>Paolo Lingua, ''Andrea Doria'', Editoriale Nuova, 1984, pag. 91.</ref>.
Nell'estate del [[1533]] il [[papa Clemente VII]], di ritorno da Marsiglia, fa sosta in città ed il pittore spezzino [[Antonio da Carpena]] è incaricato di dipingere alcuni quadri di cui fare omaggio al Pontefice.
Nell'autunno del [[1541]] l'imperatore [[Carlo V]] raduna nel porto spezzino un contingente della flotta destinata alla sfortunata spedizione contro la base ottomana di [[Algeri]] ed il pirata [[Khayr al-Din|Barbarossa]].
Nel [[1560]] ha inizio la costruzione della fortezza di S. Maria nei pressi del [[Varignano]] a difesa dalle continue incursioni dei [[ottomani|pirati ottomani]].
<br>Nel [[1568]] varie località del Golfo sono colpite da un'epidemia di peste.
Ai primi di agosto dell'anno [[1571]] una flotta di ottanta [[galea|galee]] spagnole, al comando di [[don Giovanni d'Austria]], si pone alla fonda nel porto della Spezia, in attesa di unirsi al contingente delle altre galee messe a disposizione dalla [[Repubblica di Genova]] e dal [[Emanuele Filiberto di Savoia|Duca di Savoia]].
Nel golfo spezzino vengono anche imbarcati soldati tedeschi e un piccolo esercito di quattrocento uomini del duca di Parma, [[Alessandro Farnese]].
Il 4 agosto la flotta riprende il mare diretta a Messina, per unirsi alle centocinque galee veneziane, alle dodici pontificie e a quelle dei [[Gianandrea Doria|Doria]], dei [[Stato monastico dei Cavalieri di Malta|Cavalieri di Malta]] e degli alleati minori.
L'intera flotta, in tutto duecentosette unità, si dirigerà quindi in Grecia per affrontare quella [[Impero Ottomano|turca]] nella [[battaglia di Lepanto]] (7 ottobre 1571).
Per ringraziare della protezione dalla nuova pestilenza, nel [[1576]] viene collocata la statua di San Rocco al sommo di una colonna presso il Palazzo Comunale. La colonna (oggi collocata a lato della facciata della [[Chiesa abbaziale di Santa Maria Assunta|Chiesa dell'Assunta]]) sosteneva un più antico capitello, del [[1489]], sul quale era scolpito lo stemma cittadino e su di essa venivano affisse le liste dei creditori e debitori della Repubblica.
== XVII secolo ==
[[File:Veduta della Spezia di fine Ottocento.jpg|thumb|[[Agostino Fossati]] <br>La Spezia, Castello San Giorgio e il campanile di Santa Maria]]
Ai primi del secolo la città conta 2800 abitanti.
<br>Nel [[1605]] [[Filippo III di Spagna]] avanza pretese sulla Lunigiana e in particolare sopra La Spezia ed il suo golfo, per garantirsi una più sicura e diretta comunicazione fra gli stati di Spagna e quelli d'Italia, e fra il Ducato di Milano e il Regno delle due Sicilie.
La Repubblica genovese si oppone e, nel [[1606]], intraprende un'ulteriore fase di rafforzamento del [[Castello San Giorgio]] per adeguarlo alla potenza distruttiva delle nuove armi da fuoco (a memoria di questi lavori rimane una lapide murata sulla porta del castello, [[1607]]).
<br>Genova procede anche all'edificazione di altre fortezze nel Golfo, tra cui la [[Torre Scola]], nell'intento di crearsi un potente baluardo nell'estremo levante del proprio territorio.
<br>Inoltre, sempre nel [[1607]] le mura urbane vengono ampliate e rafforzate, il perimetro delle mura e della città si estende. L'altezza delle mura è variabile (sappiamo però che il tratto vicino alla Porta della Marina misura 18 palmi "fino allo cordone" e "palmi 6 di sopra allo cordone").
Nonostante le restrizioni genovesi al commercio La Spezia del Seicento è una città vivace: nel 1646 si contano un centinaio di botteghe, una quindicina di forni, e altre attività commerciali, distribuite soprattutto lungo la ''via del Prione''<ref>Lazzari Federica, Scappazzoni Elisabetta, ''La Spezia nel Seicento. la ricostruzione del borgo murato dalla caratata del 1646'', Edizioni Giacché, La Spezia, 2012, p. 131</ref>.
<br>La città gode di nuovi ampliamenti e l'antico ''Palazzo del Comune'' (eretto nel 1420 e sede del '''Capitano'''), viene rinnovato.
Per fornire nuovo impulso ai commerci, nel [[1654]] la Repubblica decide di consentire agli ebrei di stabilirsi in città: vengono istituiti mercati e fiere per gli scambi e [[San Giuseppe]] diventa il patrono della Spezia.
Nel [[1656]] in tutta la Liguria si verifica una terribile epidemia di peste.
==XVIII secolo==
Nel [[1724]] il governo della Repubblica genovese dispone la costruzione al [[Varignano]] di un ''[[Lazzaretto]]'' per la [[quarantena]] delle merci e delle persone.
<br />L'importanza della città cresce nel tempo senza dubbio grazie anche alla funzione di caposaldo militare svolta dal suo Golfo: così, nel [[1757]], la Repubblica di Genova decide di sostituire la figura del Capitano con quella di '''Governatore''' della Spezia.
Nel [[1748]] sono gli [[Monarchia asburgica|Austriaci]] che, cacciati dalla [[Giovan Battista Perasso|rivolta di Genova]], minacciano La Spezia per farvi ritorno attraverso la Riviera di Levante. La Repubblica genovese predispone quindi ulteriori rafforzamenti in opere e armi.
[[File:Italia 1810.jpg|thumb|upright|Periodo napoleonico:<br /> Suddivisione politica della penisola italiana nel [[1810]], dopo il [[Trattato di Schönbrunn]]]]
Nel [[1785]] l'ammiraglio [[Horatio Nelson|Nelson]] fa sosta nel porto spezzino.
Ma con il volgere del secolo sono ormai alle porte i rivolgimenti portati dalla [[Rivoluzione Francese]] e dalla [[Napoleone Bonaparte|napoleonica]] [[Napoleone Bonaparte#La campagna d'Italia|campagna d'Italia]]: nel [[1797]] la storica [[Repubblica Genovese]] cade e con la sua fine la Spezia entra a far parte della [[Repubblica ligure]] come capoluogo del ''Dipartimento del Golfo di Venere''. Lo spezzino [[Marco Federici|Marco Antonio Federici]] diventa vicepresidente del Governo della Repubblica ligure.
== Il XIX secolo ==
Nel [[1805]] la [[Repubblica Ligure]] viene annessa all'[[Primo Impero Francese|Impero Francese]]. La Spezia viene inserita nel [[Dipartimento degli Appennini]], con capoluogo [[Chiavari]], nella [[Arrondissement francesi|Circoscrizione]] di [[Sarzana]].
Anche [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] è consapevole dell'importanza strategica della Spezia e la eleva al rango di sede di ''Distretto'': la Spezia viene dichiarata ''porto militare'' con decreto imperiale in data 11 maggio [[1808]]. Il sottoprefetto e patriota [[Santorre di Santarosa]] pensa già anche di costruirvi di un [[arsenale]]; in questa ottica viene aperta nel [[1812]] la [[Strada statale 530 di Portovenere|''Napoleonica'' strada di Portovenere]].
[[File:Sardegna1730(TZ).jpg|thumb|upright=0.5|left|[[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]]]]
Come altre città d'Italia, anche i tesori artistici della Spezia sono preda delle [[Furti napoleonici|requisizioni napoleoniche]]: nel 1814 la celebre ancona di Andrea della Robbia (oggi nella [[Chiesa abbaziale di Santa Maria Assunta|Chiesa di S.Maria Assunta]]) è requisita e trasferita in Francia; verrà recuperata solo alla caduta di Napoleone.
Al [[Congresso di Vienna]] segue la [[Restaurazione]]: la Liguria è annessa al [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]] di [[Vittorio Emanuele I]] (4 gennaio [[1815]]) e la Spezia è sede dell'''Intendenza della Provincia di Levante''.
Ha inizio un primo sviluppo come località di villeggiatura balneare e poi come centro marittimo.
Seguono anni di crescita demografica: nel [[1823]] la città diviene capoluogo ed inizia un'attività edificatoria di opere pubbliche; il [[Teatro Civico (La Spezia)|Teatro Civico]], progettato da [[Ippolito Cremona]], viene inaugurato nel [[1846]].
Nell'estate del [[1827]] vi transita [[Alessandro Manzoni]] con tutta la famiglia, proveniente da Genova e diretto a Firenze.
<br />Nel [[1845]] viene costruito la prima sede dell'''[[Albergo Croce di Malta (La Spezia)|Albergo Croce di Malta]]'' che, dal [[1853]], ripetutamente ospiterà anche la regina di Sardegna [[Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena|Maria Adelaide]] e la famiglia reale.
Nel [[1853]] [[Charles Dickens]] soggiorna in città durante il suo viaggio in Italia.
<br>Nel settembre dello stesso anno, [[Richard Wagner]] sbarca alla Spezia durante un viaggio di piacere in Italia. Pernottando in una locanda al civico 45 di via del Prione ([[Palazzo Doria (La Spezia)|Palazzo Doria]]) trova l'ispirazione per il preludio de [[L'oro del Reno]] e dell'intera [[Tetralogia]] (sul palazzo una lapide ricorda l'episodio).
Nel [[1849]] il Governo piemontese aveva preso la prima decisione di costruire alla Spezia l'[[Arsenale Militare Marittimo della Spezia|Arsenale]].
Questa decisione sarà il principio di un profondo e radicale cambiamento della città sotto ogni punto di vista. I lavori dureranno dal [[1862]] al [[1869]].
[[File:Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg|thumb|upright=0.5|left| [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]]]
A seguito della forte immigrazione per i lavori dell'Arsenale, la città, che nel [[1861]] alla proclamazione del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] assommava poco più di 15.000 persone, vedrà aumentare rapidamente la sua popolazione.
[[File:wagnerlaspezia.JPG|thumb|Richard Wagner a La Spezia.]]
Il 2 settembre [[1862]] [[Giuseppe Garibaldi]], ferito all'[[Aspromonte]], è condotto al forte del [[Varignano]] e ricoverato nel Lazzaretto, al secondo piano dell'edificio centrale: la notizia del suo ferimento fa in breve tempo il giro del mondo.
Al suo capezzale accorrono, oltre ai medici italiani Di Negro, Palasciano, Porta e Bertanti, Partrige dall'Inghilterra, Pirogoff dalla Russia e Nelaton dalla Francia.
Dal Varignano, il 22 ottobre, Garibaldi è trasferito alla Spezia all'''Albergo Milano'' (attuale sede dell'[[Palazzo dell'Ammiragliato (La Spezia)|Ammiragliato]]) ed infine a [[Pisa]] dove il 23 novembre 1862 viene operato da Ferdinando Zannetti che gli estrae la pallottola dal piede.
[[File:La Spezia - Croce di Malta.JPG|thumb|left|L'ex ''Hotel Croce di Malta'', ([[1873]]) <br /> e il monumento a [[Nazario Sauro]]]]
Nel [[1870]] viene steso un piano regolatore per adeguare lo sviluppo della città alle nuove necessità indotte dalla costruzione dell'Arsenale appena terminato: vengono tracciati nuovi viali e si programma l'espansione della città verso levante.
<br>Per tutelare gli approdi nel golfo viene anche eretta l'imponente [[diga foranea]] (1873-1879).
Negli stessi anni vengono costruiti la nuova e ultima sede dell'''[[Albergo Croce di Malta (La Spezia)|Albergo Croce di Malta]]'' (1873) ed il ''[[Politeama Duca di Genova]]'' (1877-1880) (che verrà però demolito nel 1933 in conformità al nuovo piano regolatore che prevede lo sviluppo cittadino verso levante).
A difesa della città e del suo Arsenale, del Golfo e della diga foranea nell'ultimo ventennio del XIX secolo viene anche costruito un [[Sistema fortificato del Golfo della Spezia|sistema di Forti e di batterie di artiglieria]] in varie località del golfo. Questo articolato complesso di postazioni costituisce tuttora uno dei sistemi costieri fortificati più vasti d'Italia.
La popolazione arriva a contare circa 37.000 abitanti poco prima del [[1884]], anno in cui la città, come il resto d'Italia, è colpita da una grave epidemia di colera.
Per ragioni sociali, oltre che sanitarie, viene edificato il ''[[Umberto I (La Spezia)|quartiere Umbertino]]'' (1886-1889) per la manodopera richiamata in città per i lavori dell'Arsenale e per quelli relativi alle opere di fortificazione del golfo.
<br>Altra immigrazione è conseguente all'arrivo in città del personale militare stanziato nella base navale.
Nel [[1887]] si dà l'avvio all'industria della [[Mytilus galloprovincialis|mitilicoltura]] nel Golfo.
Viene presa l'importante decisione di costruire anche il [[Porto della Spezia|porto mercantile]] ed i lavori hanno inizio nel [[1891]].
Viene anche aperta la linea ferroviaria che collega la Spezia a Parma, conosciuta come [[Ferrovia Pontremolese]].
A fine secolo il Comune costruisce la prima officina elettrica, a Valdellora, per l'illuminazione pubblica e privata e avvia una rete di trasporto pubblico.
Nel mese di luglio [[1897]] [[Guglielmo Marconi]] dà prova nel golfo dei suoi esperimenti sulle onde radio.
=== La costruzione dell'Arsenale ===
Per tutto il [[XIX secolo]] la città conserva anche un carattere fortemente [[turismo|turistico]], ed è spesso sede delle vacanze della [[Casa Savoia|Famiglia reale sabauda]], che soleva risiedere presso l'[[Albergo Croce di Malta (La Spezia)|albergo Croce di Malta]].
<br>Ma è verso la seconda metà dell'Ottocento che la Spezia modifica il suo aspetto di piccola città cinta di mura, assumendo il {{Citazione necessaria|rango di capitale militare marittima}}, con trasformazioni sociali ed economiche che faranno passare la città da piccolo borgo con circa 11.000 abitanti alle attuali dimensioni di capoluogo di provincia.
[[File:La Spezia - Ingresso Arsenale.JPG|thumb|L'ingresso dell'Arsenale]]
Con regio decreto del 30 maggio [[1849]] venne decisa la costruzione dell'[[Arsenale Militare Marittimo della Spezia|Arsenale Militare Marittimo]]: la legge che approvò la definitiva collocazione dell'Arsenale Militare alla Spezia fu promulgata dal Parlamento Subalpino il 4 luglio [[1857]].
Nel [[1862]] iniziano i lavori per la costruzione dell'Arsenale, che già immaginato da Napoleone, inizia a tradursi in realtà per la volontà di [[Camillo Benso conte di Cavour|Cavour]].
[[Domenico Chiodo]], Ufficiale del Genio Militare, è incaricato della direzione del progetto del nuovo stabilimento.
Chiodo si avvale della consulenza di Rendel, Presidente della Società degli Ingegneri Civili d'Inghilterra, ma, contrariamente all'opinione di quest'ultimo, favorevole alla costruzione dell'Arsenale al Varignano, dà avvio ai lavori sulla piana di ''San Vito'' presso [[Marola (La Spezia)|Marola]].
I lavori si protraggono per sette anni, e l'Arsenale viene inaugurato, ancora incompleto, il 28 agosto [[1869]] dallo stesso generale Domenico Chiodo.
Con la costruzione dell'Arsenale la città mutò completamente aspetto: scomparvero le mura, furono demolite le antiche chiese che sorgevano nella zona che l'Arsenale avrebbe occupato (sopravvive solo la chiesa di S.Francesco grande, con annesso convento, oggi caserma dei [[Carabinieri]] e deposito rottami all'interno dell'area militare). Venne raso al suolo il paesino di San Vito e distrutta la passeggiata a mare che lo univa alla Spezia (Viale San Vito o Viale delle Acacie). Furono realizzati nuovi spazi urbani come i rettilinei di Viale Italia e Viale Garibaldi (ai tempi Via Militare) e i Giardini pubblici. Vi fu un rapido sviluppo economico insieme ad un notevole incremento demografico: la popolazione raggiunse le 31.500 unità nel [[1881]] e le 60.000 unità a fine secolo.
[[File:La Spezia - Domenico Chiodo.JPG|thumb|left|Statua del generale [[Domenico Chiodo]]]]
Da un punto di vista costruttivo l'Arsenale fu separato dalla città da un fossato ottenuto deviando il corso del canale [[Lagora]], e da un muro di cinta con delle torri semicircolari (doveva essere poi costruito un altro muro di cinta per sicurezza, ma l'opera non si fece): tale muro fu costruito, nella parte superiore, sopra il cosiddetto marcapiano, con pietre irregolari di arenaria preso dalle colline di [[Biassa]], mentre la parte bassa venne costruita in conci di pietra portoro, a tratti bugnati, provenienti dalle cave di [[Coregna]].
Degne di nota le Porte: la Porta Principale, Porta Sprugola, Porta Ospedale, Porta Ferrovia, Porta Ponente e Porta Marola.
Nel [[2002]] gli edifici facenti parte della primitiva costruzione da parte di [[Domenico Chiodo|Chiodo]] sono stati sottoposti a tutela monumentale.
La manodopera necessaria alla realizzazione di questa imponente opera richiamò alla Spezia dalle zone limitrofe e da ogni parte di [[Italia]] un gran numero lavoratori, seguiti dalle rispettive famiglie, portando ad una mescolanza di genti e culture. Il numero di abitanti della città crebbe vertiginosamente e, dopo l'epidemia di colera del [[1884]] che colpì duramente la popolazione e in occasione della quale perse la vita lo stesso sindaco [[Raffaele De Nobili]], venne edificato il quartiere Umbertino; si aggiungono anche notevoli edifici pubblici, l'albergo Croce di Malta e il Teatro Politeama.
Contemporaneamente all'Arsenale vengono edificate nuove fortificazioni sulle alture del Golfo e nelle zone circostanti, e nascono importanti industrie legate all'indotto militare, quali l'[[Oto Melara|Odero-Terni-Orlando]] ed il [[Cantiere navale del Muggiano]], senza dimenticare anche il progressivo sviluppo del [[Porto della Spezia|porto mercantile]].
Nascono anche industrie come lo Jutificio della Spezia ed i [[Luigi Merello|Molini Merello]].
L'Arsenale è stato teatro di progresso tecnico della navigazione e delle comunicazioni: infatti qui, a cura del generale del Genio Navale [[Giacinto Pullino (ingegnere)|Giacinto Pullino]], negli anni novanta del XIX secolo, fu progettato e costruito il primo [[sottomarino]] italiano, il [[Delfino (sottomarino)|Delfino]], battello che nel [[1904]] fu poi radicalmente modificato in [[sommergibile]] con un progetto del Maggiore [[Cesare Laurenti]].
E ancora qui [[Guglielmo Marconi]] condusse molti dei suoi esperimenti sulle onde radio.
== Il XX secolo ==
Nel [[1901]] la Spezia conta circa 73.000 abitanti e attraversa un periodo di forte crescita demografica ed economica: nel [[1902]] viene istituita la Camera di Commercio; il [[1904]] vede la stesura di un nuovo piano regolatore e l'inizio del nuovo ospedale in sostituzione di quello antico ubicato nell'ex convento di S. Francesco.
Nel [[1906]] in [[Palazzo Crozza]] trova sede la Biblioteca Civica; nello stesso anno viene fondata la società cittadina [[Spezia Calcio 1906]].
Grazie al rapido ed intenso sviluppo civile e industriale nel corso dei decenni precedenti, il nuovo secolo si apre per la città anche con il fiorire di un'attività culturale molto vivace, aperta alla modernità e alla nuova corrente artistica del [[Futurismo]].
<br />[[Ettore Cozzani]], nel [[1911]] vi fonda [[L'Eroica (periodico)|L'Eroica]], periodico futurista al quale collaborano letterati e giovani artisti, importante in particolare per la raccolta delle illustrazioni [[Xilografia|xilografiche]] pubblicate.
Nel [[1913]] l'architetto [[Vincenzo Bacigalupi]] vi erige un nuovo teatro, il [[Teatro Trianon (La Spezia)|Trianon]], piccola sala teatrale ricca di sculture, affreschi, velluti e stucchi, pregevole al punto da meritare un premio internazionale di architettura.
<br />Un altro nuovo teatro, il ''[[Teatro Cozzani|Cozzani]]'', su progetto di [[Franco Oliva|Oliva]] e con decori di [[Angiolo Del Santo|Del Santo]] e di [[Luigi Agretti|Agretti]], viene inaugurato alla fine del [[1920]].
La città viene costituita capoluogo di [[Provincia della Spezia|Provincia]] ([[1923]]).
Dotatasi di un terzo piano urbanistico, si sviluppa ancora e si arricchisce di nuovi edifici e monumenti: nel [[1923]], su disegno di [[Oreste Rossi (architetto)|Oreste Rossi]], viene costruito il ''Tribunale'' (dal 1998 il suo edificio, ristrutturato, è divenuto sede del museo [[Centro d'arte moderna e contemporanea|CAMeC]]); nello stesso anno viene inaugurato il [[Palazzo degli Studi (La Spezia)|Palazzo degli Studi]] in piazza Verdi (architetto [[Armando Titta]]); nel [[1927]] viene edificato il [[Palazzo Boletto (La Spezia)|Palazzo Boletto]] su progetto dell'architetto Bacigalupi.
Nel [[1929]] viene inaugurato un nuovo teatro, il [[Teatro Monteverdi|Monteverdi]] il cui arredo scultoreo è dovuto ad [[Enrico Carmassi]].
[[File:XxIv maggio.jpg|thumb|left|Via XXIV Maggio]]
L'architetto [[Franco Oliva]] è molto attivo: edifica [[Villa Marmori]] nel [[1923]], nel [[1928]] il [[Palazzo del Governo (La Spezia)|Palazzo del Governo]] (oggi sede della Prefettura e della Provincia) decorato da sculture opera dello spezzino [[Augusto Magli (scultore)|Augusto Magli]], nel [[1933]] pone mano alla radicale modifica del [[Teatro Civico (La Spezia)|Teatro Civico]], sempre con la collaborazione dello scultore Magli.
Negli anni trenta viene realizzato, su un tratto della antica [[Strada statale 1 Via Aurelia|Via Aurelia]], l'odierno ''Viale Italia'' che costituisce la principale arteria viaria della città. Il suo rettilineo percorso congiunge Piazza Concordia, nel quartiere di Migliarina, con Viale Amendola nei pressi dell'Arsenale Militare Marittimo.
La sua lunghezza totale è di 3,5 km e la larghezza media di 6,5 m. Il viale è costeggiato da due controviali dai quali è diviso per mezzo di filari di platani centenari, tranne nell'ultimo tratto dove da un lato si trova la Passeggiata Morin e il mare, mentre dall'altro i Giardini Pubblici Coloniali. Viale Italia costituisce l'intero lato mare del centro della città.
Il [[1933]] vede anche l'inaugurazione del [[Palazzo delle Poste (La Spezia)|Palazzo delle Poste]] importante opera d'ispirazione razionalista dell'architetto [[Angiolo Mazzoni]]; sempre nello stesso anno viene costruito il palazzo del Littorio, d'impronta razionalista, che nel dopoguerra sarà adibito a sede del [[Palazzo Comunale (La Spezia)|Municipio]].
Il poeta futurista [[Filippo Tommaso Marinetti|Marinetti]], che era molto legato alla città, nel [[1933]] ha con [[Fillia]] l'idea di istituire il ''[[Premio di pittura Golfo della Spezia]]'', destinato a diventare una rassegna d'arte molto importante nel primo dopoguerra e che lascerà alla città una consistente documentazione dei movimenti artistici del [[XX secolo]].
Tra le due guerre mondiali, nella località del [[Varignano]], è sviluppato lo storico corpo degli [[Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia)|incursori marittimi]] della [[Marina Militare]].
All'inizio della seconda guerra mondiale, nel [[1940]], la popolazione raggiunge le 123.000 unità.
<br>Nel 1941 viene decisa l'istituzione dell'Archivio di Stato per la provincia spezzina, ma a causa della guerra in corso l'Archivio troverà la sua sede definitiva solo nel 1956. Tra i numerosi importanti documenti l'Archivio conserva le ''Tavole della [[Pace di Castelnuovo|Pace di Dante]]'' del 1306.
Nel corso della [[seconda guerra mondiale]], per la sua importanza industriale e militare, la Spezia subisce ripetuti attacchi aerei da parte delle forze [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleate]].
In particolare nel [[1943]] massicci bombardamenti causano devastanti danni all'Arsenale e al patrimonio storico e architettonico della città.
<br />Dopo l'[[Armistizio di Cassibile|armistizio]] dell'8 settembre [[1943]] la Spezia è ancora al centro di aspri combattimenti, e la [[Guerra civile in Italia (1943-1945)|guerra civile]] vi comporta episodi di durezza se non di ferocia. .
<br>Durante il periodo della [[Resistenza italiana|Resistenza]] la tensione in città aumenta, sia per le azioni delle formazioni partigiane, sia per le rappresaglie nazifasciste, anche per il fatto che vi si trova la sede operativa della [[Xª Flottiglia MAS (RSI)|Xª Flottiglia MAS]], guidata da [[Junio Valerio Borghese|J. Valerio Borghese]], costringendo la popolazione a subire pesantissime restrizioni.
L'attività di repressione delle attività partigiane su tutto il territorio [[Provincia della Spezia|provinciale]] partiva direttamente dalla città capoluogo. Luoghi come il XXI Fanteria e la caserma della Milizia a nord della città, ora sede di un istituto scolastico, divennero tristemente famosi come siti dove si consumarono le torture ed i delitti commessi dalle [[Fascismo|milizie fasciste]].
[[File:La Spezia Via del Prione.jpg|thumb|Via del Prione, nella sua parte più storica]]
La Spezia è tra le [[Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione]] essendo stata insignita della [[Medaglia d'Argento al Valor Militare]] per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.
La notte del 23 aprile [[1945]], le formazioni partigiane locali vinsero gli ultimi focolai di resistenza nazifascista e si impossessarono dei centri nevralgici della città, dichiarandola libera. Le prime elezioni libere diedero vita alla prima giunta comunale, la ''giunta della Liberazione'' presieduta dal sindaco [[Agostino Bronzi]].
La Spezia, infine, è conosciuta in [[Israele]] e sulle carte geografiche israeliane con il nome di "Schàar Zion" (''Porta di Sion'') poiché al termine della Seconda guerra mondiale, nel [[1946]], su tre navi – la ''Fede'', di Savona, (ribattezzata Dov Oz), il motoveliero ''Fenice'' (ribattezzato Elyahu Golomb) e l'''[[Exodus (nave)|Exodus]]'' – 1914 ebrei sopravvissuti alla [[Shoah]] salparono dal porto cittadino diretti in [[Palestina]].
Dopo la seconda guerra mondiale la base militare della Spezia perde importanza rispetto a quella di Taranto, più centrale nel teatro mediterraneo.
Le commesse militari ed il relativo indotto hanno così gradualmente perduto d'importanza per l'economia della città.
La ricostruzione nel dopoguerra ha comportato uno spiccato rinnovamento edilizio della città spesso irrispettoso della sua identità maturata nei secoli precedenti. Viene demolito l'antico ''Palazzo comunale'', gravemente danneggiato dai bombardamenti.
Dopo il calo demografico iniziato negli anni settanta a motivo della crisi e dell'emigrazione, negli anni ottanta e novanta ha inizio un processo di riconversione industriale, rivolto allo sviluppo delle attività legate alla cantieristica, alla nautica e al turismo.
Nel [[1991]] la popolazione conta circa 101 400 abitanti.
La Spezia ha rinnovato anche il suo impulso alla cultura con il rilancio della rete dei suoi Musei, le collezioni d'arte del [[Centro d'Arte Moderna e Contemporanea]], le sue biblioteche, il [[Conservatorio Giacomo Puccini|Conservatorio "G.Puccini"]] nonché l'apertura di varie gallerie d'arte.
Il [[1975]] vede il completamento della nuova [[Cattedrale di Cristo Re (La Spezia)|Cattedrale]], dedicata a ''Cristo Re dei Secoli'', su disegno di [[Adalberto Libera]]. A fine secolo, nel [[1994]], viene completato il nuovo [[Palazzo di Giustizia della Spezia|Tribunale]]; qualche anno più tardi ([[1998]]) viene concluso il restauro del [[Castello San Giorgio]] ed il suo pieno recupero come sede museale.
== Il XXI secolo ==
Nel [[2001]] la città conta circa 91.400 abitanti. La Spezia è la cinquantesima città italiana per dimensioni ed è tra le promotrici della ''Rete delle Città Strategiche''<ref>[http://www.recs.it/it/index.php www.recs.it] Sito RECS</ref>.
Per la sua vicinanza alle [[Cinque Terre]] e per il traffico croceristico che fa capo al suo porto, nei primi decenni del secolo la città sviluppa un intenso flusso turistico internazionale.
==Note==
<references/>
==Voci correlate==
* [[Ministeri del governo italiano soppressi o accorpati]]
*[[Ministero della difesa]]
{{Ministeri Italia}}
== Bibliografia ==
{{Incarichi di vertice ffaa}}
* {{cita libro| AA. | VV. | La Spezia dei tramvai Ricordi della vita e della città di un tempo | 1999 | Edizioni Giacché | La Spezia |ISBN= 978-88-86999-34-2 }}
{{Portale|guerra|aviazione|storia d'Italia}}
* {{cita libro| Augusto Cesare| Ambrosi | Straviario |1983|La Spezia}}
* {{cita libro| Spartaco |Gamberini| La Spezia. Volti di un territorio | 1992|LaTerza | Bari}}
* {{cita libro|Ubaldo |Mazzini|Poesie in vernacolo| 1989| Laterza||ISBN=88-420-3508-4}}
* {{cita libro|Antonio |Bianchi |La guerra fredda in una regione italiana. La Spezia e Lunigiana 1945-1933 | 1991|Edizioni Franco Angeli | |ISBN=88-204-7019-5}}
* {{cita libro|Cassa di Risparmio di La Spezia|La Spezia - La Città e l'Arsenale}}
* {{cita libro|Casimiro Bonfigli|Sguardo alla Storia antica della Spezia-15-11-1990}}
* {{cita libro| Mirco |Manuguerra| titolo=Lunigiana Dantesca| editore=Centro Lunigianese di Studi Danteschi| anno=2006 }}
* {{cita libro| AA. | VV. | Spezia una volta - Come gli spezzini ricordano la loro città | 1997 | Edizioni Giacché | La Spezia |ISBN= 88-86999-23-2 }}
* {{cita libro| Mirco |Manuguerra| titolo=Speciale La Spezia| editore=[[Scena illustrata]]| anno=1997 }}
* {{cita libro| Paolo De Nevi |Stefano Senese| titolo=La Spezia, il Mare e il Golfo della Luna| editore=Luna Editore| anno=1996 }}
* {{cita libro| Aldo| Landi| titolo=Enciclopedia storica della città della Spezia| editore=Accademia Lunigianense di Scienze Giovanni Cappellini| anno=2008 }}
* A.Maestri. ''Il culto di San Colombano in Italia''. Archivio storico di Lodi. 1939 e segg.
* ''Archivum Bobiense'' Rivista annuale degli Archivi storici Bobiensi (1979-2008). Bobbio
* {{cita libro|Luisa|Rossi (a cura di)|Napoleone e il Golfo della Spezia. Topografi francesi in Liguria tra il 1809 ed il 1811|anno 2008|SilvanaEditoriale - Comune della Spezia.| |ISBN= |id==}}
* {{cita libro| Diego | Del Prato | La Spezia nel Quattrocento dai documenti inediti degli archivi milanesi | 2008 | Edizioni Giacché | La Spezia |ISBN= 978-88-6382-005-8 }}
* {{cita libro| Annalisa Coviello | Valeria Scandellari | Storia del quartiere umbertino: dalle case operaie ai palazzi liberty | 2010 | Edizioni Giacché | La Spezia |ISBN=978-88-6382-020-1 }}
* {{cita libro| Pier Gino | Scardigli | 1849-1902 Con l'unità d'Italia la Marina Militare nel Golfo e le prime istituzioni imprenditoriali spezzine | 2011 | Edizioni Giacché | La Spezia |ISBN= 978-88-6382-022-5 }}
* {{cita libro| Federica Lazzari - Elisabetta Scappazzoni | titolo=La Spezia nel Seicento. La ricostruzione del borgo murato dalla caratata del 1646. Storia del Monastero delle Clarisse | anno=2012 | editore=Edizioni Giacché | La Spezia |ISBN=978-88-6382-037-9 }}
[[Categoria:LaMinistero dell'Aeronautica| Spezia]]
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