Movimento Sociale Italiano e Discussione:Sergio Batista: differenze tra le pagine

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{{Partito politico
|colore = black
|nome = Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale
|logo =
|leader =
|segretario = [[Giacinto Trevisonno]], [[Giorgio Almirante]], [[Augusto De Marsanich]], [[Arturo Michelini]], [[Gianfranco Fini]], [[Pino Rauti]]
|presidente = [[Gino Birindelli]], [[Pino Romualdi]], [[Nino Tripodi]], [[Alfredo Covelli]], Giorgio Almirante, [[Alfredo Pazzaglia]], [[Cesco Giulio Baghino]]
|vicesegretario =
|vicepresidente =
|coordinatore =
|portavoce =
|stato = ITA
|fondazione = [[26 dicembre]] [[1946]]
|dissoluzione = [[27 gennaio]] [[1995]]
|sede = Via Quattro Fontane 22, poi Via della Scrofa 43, [[Roma]]
|partito =
|ideologia = [[Neofascismo]],<br />[[Terza via (fascismo)|Terza via]],<br />[[Socialismo nazionale]],<br />[[Anticomunismo]],<br />[[Anticapitalismo]],<br />[[Nazionalismo]]<br />
|internazionale =
|collocazione = [[Destra (politica)|Destra]]
|coalizione = [[Polo del Buon Governo]] ([[elezioni politiche italiane del 1994|1994]])
|partito europeo =
|gruppo parlamentare europeo = [[Non Iscritti (Parlamento Europeo)|Non Iscritti]] (1979-1984)<br />[[Gruppo delle Destre Europee|GDE]] (1984-1989)<br />[[Non Iscritti (Parlamento Europeo)|Non Iscritti]] (1989-1994)
|seggi1 = {{Partito politico/seggi|56|630|black|[[Elezioni politiche italiane del 1972|1972]]}}
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|testata = ''[[Il Secolo d'Italia]]''
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}}
Il '''Movimento Sociale Italiano''' (dal [[1972]] '''Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale''') è stato un [[partito politico]] di [[destra (politica)|destra]] fondato il [[26 dicembre]] [[1946]] da reduci della [[Repubblica Sociale Italiana]] (come [[Giorgio Almirante]] e [[Pino Romualdi]]) ed ex esponenti del regime fascista (come [[Arturo Michelini]] e [[Biagio Pace]]).
 
Gentili utenti,
Il simbolo del partito fu scelto nel [[1947]]: la "fiamma tricolore", emblema degli "[[arditi]]" della [[prima guerra mondiale]].
 
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Il partito si sciolse il [[27 gennaio]] [[1995]], confluendo, in maggioranza, nella rinnovata [[Alleanza Nazionale]] e, in piccola parte, nel [[Movimento Sociale Fiamma Tricolore]].
*Aggiunta del link all'archivio https://web.archive.org/web/20160222170629/http://www.losandes.com.ar/article/deportes-287876 per http://www.losandes.com.ar/article/deportes-287876
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==Storia==
===La fondazione===
Il [[3 dicembre]] [[1946]] avvenne la riunione con i rappresentanti di diversi gruppi [[Neofascismo|neofascisti]], il ''Fronte del Lavoro'', il ''Movimento italiano unità sociale'', il ''Movimento de La Rivolta Ideale'' ed il ''Gruppo reduci indipendenti'', per la stipula dell'atto costitutivo.
 
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Il [[26 dicembre]], nello studio del padre di [[Arturo Michelini]], presenti anche [[Pino Romualdi]], [[Giorgio Almirante]], [[Biagio Pace]], avvenne la costituzione ufficiale del ''Movimento Sociale Italiano'' e la nomina della giunta esecutiva , formata da [[Giacinto Trevisonno]], [[Raffaele Di Lauro]], [[Alfonso Mario Cassiano]], [[Giovanni Tonelli]] e [[Carlo Guidoboni]]. Su indicazione di Romualdi, Trevisonno fu scelto come segretario perché poco esposto nel regime fascista, e decise di fondare un ''Movimento'' invece che un partito <ref>''Rivolta Ideale'', 28 dicembre 1946</ref>. Questi tuttavia si dimise il [[15 giugno]] [[1947]] perché la giunta esecutiva aveva deciso di accettare nelle sue fila anche deputati della [[Assemblea Costituente della Repubblica Italiana|Costituente]] dissidenti dell'[[Uomo qualunque]]<ref>Federico Gennaccari, ''Italia Tricolore'', pag. 37, Fergen, Roma, 2006</ref>.
 
== Collegamenti esterni modificati ==
=== L'inizio difficile ===
Il partito, di cui Giorgio Almirante fu così il successivo segretario eletto dal nuovo comitato centrale, ricevette inizialmente l'appoggio del generale fascista [[Rodolfo Graziani]], ed ebbe il suo battesimo elettorale in un clima pesante nel settembre [[1947]] alle comunali di [[Roma]], quando il MSI riuscì ad eleggere tre consiglieri comunali, che furono pure determinanti nell'eleggere sindaco il democristiano [[Salvatore Rebecchini]]<ref>[[Mario Caprara]] e [[Gianluca Semprini]], ''Neri, la storia mai raccontata della destra radicale, eversiva e terrorista'', Edizioni tascabili Newton, Roma 2011, pag 100 :"Alla fine, alle comunali, l'MSI ottiene tre seggi con un totale di 24.903 preferenze. Voti comunque determinanti per l'ascesa a sindaco del democristiano Rebecchini, che ottiene 41 preferenze su 80."</ref>.
 
Gentili utenti,
Fu nel [[1948]] il primo test nazionale, quando ottenne il 2.01% dei voti alla [[Camera dei deputati]] e lo 0,89% al [[Senato della Repubblica]], eleggendo sei deputati (Almirante, [[Roberto Mieville]], Michelini, [[Giovanni Roberti]], [[Guido Russo Perez]] e [[Luigi Filosa]]) ed un senatore ([[Enea Franza]]).
 
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Con la scomparsa della lista dell'[[Uomo Qualunque]], il MSI aumentò discretamente i suoi consensi soprattutto nel [[Sud Italia]], dove piccola borghesia e proprietari terrieri lo sostennero in risposta alle occupazioni e alle proteste contadine dei braccianti sostenuti dal [[Partito Comunista Italiano|PCI]].
*Aggiunta del link all'archivio https://web.archive.org/web/20141019174111/http://www.tycsports.com/noticias/Chicago-volvio-a-los-entrenamientos-20050105-0002.html per http://www.tycsports.com/noticias/Chicago-volvio-a-los-entrenamientos-20050105-0002.html
 
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Dal 1948 al 1950 ci furono i primi arresti ''eccellenti'' per la sospetta ricostituzione del partito fascista: prima delle elezioni Romualdi, poi le incriminazioni di [[Julius Evola]], [[Pino Rauti]], [[Fausto Gianfranceschi]], [[Clemente Graziani]], [[Egidio Sterpa]], [[Mario Gionfrida]], [[Cesco Giulio Baghino]], [[Franco Petronio]] e [[Cesare Pozzo]]. Così nel [[1951]] fu impedito al M.S.I. di celebrare il terzo congresso (che poté svolgersi solo dopo un anno all'Aquila).
 
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Per superare le difficoltà di accettazione, la sezione giovanile del partito preferì adottare nomi più neutri. A livello universitario nel 1950 si scelse la sigla [[FUAN]] ed a quello delle scuole superiori si usò la denominazione ''[[Giovane Italia (associazione studentesca)|Giovane Italia]]''. Entrambe assunsero spesso posizioni più accese, rispetto ad una segreteria a loro avviso, ''in doppiopetto''<ref>* Antonio Carioti ''I ragazzi della fiamma'' Mursia 2011 ISBN 9788842548546</ref>.
 
Il MSI della prima segreteria Almirante era sostanzialmente era diviso in due tronconi: al [[nord]] [[Socializzazione (fascismo)|socializzatori]], al [[sud]] [[corporativismo|corporativisti]] e di fatto la divisione divenne più marcata con le [[elezioni]] che si susseguirono, nelle quali al sud i voti erano il doppio di quelli del nord con punte a volte del 15% specie a [[Napoli]], [[Lecce]], [[Catania]] e [[Reggio Calabria]]. La rottura delle due componenti porterà in minoranza Almirante e nel 1950 fu eletto nuovo segretario [[Augusto De Marsanich]].
 
Alle elezioni amministrative del 1951 MSI si allea con i monarchici e l'alleanza ottiene un buon risultato.
 
===I primi successi e la segreteria Michelini ===
Il MSI, in coalizione con i monarchici e con la DC, entrò negli anni cinquanta in diverse giunte comunali d'importanti città: [[Napoli]], [[Caserta]], [[Lecce]], [[Bari]], [[Foggia]], [[Reggio Calabria]], [[Catania]], [[Trapani]], [[Latina]], [[Pescara]], [[Campobasso]] e [[Salerno]].
 
Al [[1950]] risale inoltre la fondazione della [[CISNAL]], [[sindacato]] vicino al MSI, il cui dirigente [[Giovanni Roberti]] era deputato missino.
 
Dopo il 5,8% dei voti ottenuto alle [[Elezioni politiche italiane del 1953|elezioni politiche del 1953]], al IV Congresso del partito tenutosi a [[Viareggio]] nel gennaio del 1954 divenne segretario del MSI [[Arturo Michelini]]. Michelini rappresentava la corrente conservatrice, moderata e filoborghese, legata ai ricordi del ventennio piuttosto e desiderosa d'inserire la destra nel gioco politico e parlamentare italiano di quegli anni ed in politica estera filoamericana e proprio durante la segreteria di Michelini il movimento accettò l'[[NATO|Alleanza Atlantica]]; si contrapponeva alla corrente ''micheliniana'' quella di coloro che avevano partecipato alla guerra dalla parte della Repubblica Sociale, più estremista quanto ai modi e ai metodi di lotta politica, tendenzialmente antiborghese, socialisteggiante sul piano sociale e economico, in politica estera antiamericana e rappresentata in particolare da [[Giorgio Almirante]]. A seguito dell'elezione di Michelini la corrente spiritualista ed [[Julius Evola|evoliana]] di [[Pino Rauti]], [[Clemente Graziani]] e [[Sergio Baldassini]], per segnare la lontananza dal neosegretario, fonda [[Ordine Nuovo (movimento)|Ordine Nuovo]], che però rimane all'interno del MSI.
 
[[File:Rauti Almirante.gif|thumb|right|Almirante con [[Pino Rauti]], nel 1956]]
In occasione del V congresso dell'[[MSI]], tenutosi nel [[1956]] a [[Milano]], dove il moderato Michelini veniva confermato segretario, ci fu la scissione dal partito di un gruppo di dirigenti guidati da [[Pino Rauti]], con la trasformazione della propria corrente nel [[Ordine Nuovo (movimento)|Centro Studi Ordine Nuovo]], autonomo dal MSI. Nel 1957 inoltre la componente di sinistra del partito capeggiata da [[Ernesto Massi]], dopo le varie derive borghesi e conservatrici, esce dal partito, dando vita al [[Partito Nazionale del Lavoro]].
 
Nel 1958 il MSI siciliano partecipò al [[Milazzismo]], cioè quando il democristiano [[Silvio Milazzo]] fu eletto presidente della regionale Sicilia dai partiti di destra e di sinistra, senza l'appoggio della DC. Nel primo governo Milazzo entrarono anche esponenti ''missini''.
 
===Sostegno a Tambroni===
{{vedi anche|Governo Tambroni}}
Il MSI garantì il sostegno a un governo monocolore guidato dal democristiano [[Fernando Tambroni]] ([[1960]]). Il partito aveva già votato la fiducia ai governi [[Governo Zoli|Zoli]] e [[Governo Segni II|Segni II]], ma questa volta fu l'unico a sostenere il [[Governo Tambroni]], oltre alla DC. Da parte delle opposizioni questa inedita alleanza fu interpretata come un avvio di svolta autoritaria e si creò un clima di grave imbarazzo per il quale la [[Democrazia Cristiana|DC]], in difficoltà nei confronti degli altri partiti che minacciavano di fare insorgere il Paese, costrinse Tambroni alle dimissioni; inaspettatamente, il [[Presidente della Repubblica]] [[Giovanni Gronchi]] respinse queste dimissioni, principalmente perché nessun altro democristiano, vista la temperatura rovente del dibattito politico, accettava di sostituirlo e di comporre nuove alleanze.
 
Il MSI restava dunque il sostegno essenziale di quel [[governo]] e l'occasione fu sfruttata per proporsi all'attenzione generale, organizzando un congresso a [[Genova]], città [[Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione|Medaglia d'Oro]] della [[Resistenza italiana|Resistenza]]; si disse allora che la scelta di questa [[città]] da parte del movimento fosse stata intenzionalmente provocatoria. La [[Camera del Lavoro]] di Genova, appoggiata dall'opposizione di sinistra, il [[30 giugno]] [[1960]] indisse un corteo per protestare contro la convocazione a Genova del sesto congresso del Movimento Sociale Italiano che causò [[Fatti di Genova del 30 giugno 1960|duri scontri tra manifestanti e forze di polizia]]. In conclusione il MSI rinunciò a tenere quel congresso; tuttavia questo non fu sufficiente e altri scontri tra polizia e manifestanti di sinistra come a [[Roma]] e [[Palermo]], non furono meno violenti e provocarono una decina di morti, culminando con la [[strage di Reggio Emilia]] il [[7 luglio]] [[1960]].
 
=== Fuori dall'arco costituzionale e la seconda segreteria Almirante===
Dopo la caduta di questa [[legislatura]] in seguito ai fatti di [[Genova]], il MSI fu isolato dalla scena politica. Fu creata, nel dibattito politico, la locuzione ''[[arco costituzionale]]'' per indicare in pratica tutti partiti che avevano preso parte ai lavori della Costituente, meno il MSI, nato nel 1948, (la locuzione però si fondava anche sul rigetto, da parte del movimento, dei valori antifascisti contenuti nella Carta). Negli anni successivi il MSI sarebbe dunque stato palesemente tenuto fuori dai giochi di potere della politica nazionale, con la sola eccezione degli atti e delle prassi costituzionali e parlamentari. I suoi voti, però, furono determinanti nell'elezione a [[Presidente della Repubblica]] di [[Giovanni Leone]], nel dicembre 1971, come già lo erano stati per quella di [[Antonio Segni]], nel 1962.
 
Nel 1963, in occasione del VII Congresso del Movimento Sociale Italiano, tenutosi a Roma, Michelini sconfisse nuovamente la minoranza di sinistra guidata da Giorgio Almirante ed organizzatasi nella nuova corrente ''Rinnovamento''.
 
Indetto l'VIII Congresso a Pescara nel 1965, Romualdi presentò una propria mozione, ma Michelini e Almirante votarono una mozione unitaria e Michelini, grazie all'appoggio degli ''almirantiani'', fu riconfermato segretario.
 
Dopo la morte di Michelini si aprì il dibattito su chi dovesse succedergli: si fece l'ipotesi di [[Giovanni Roberti]], leader della Cisnal, ma prevalsero i sostenitori di Almirante, che tornò il 29 giugno 1969 al vertice del partito. A far prevalere la candidatura di Almirante concorse il fatto che, pur essendo all'interno della nuova corrente maggioritaria e moderata di Michelini, non aveva mai rinunciato ad essere il punto di riferimento della base più movimentista e antisistema<ref>[[Piero Ignazi]], ''Il polo escluso. Profilo del Movimento Sociale Italiano'', Bologna, il Mulino, 1989, p. 135: ''Almirante, pur essendosi allineato alle posizioni della maggioranza dell'VIII° Congresso, rappresenta, agli occhi dei militanti l'anima irriducibile e antisistemica del Movimento Sociale e, inoltre, costituisce il punto di riferimento privilegiato per le frange dissidenti esterne al partito'']</ref>. A seguito della sua elezione alla segreteria rientrarono nel partito parte dei dissidenti del Centro Studi Ordine Nuovo guidati da Pino Rauti. Almirante, dopo gli anni di immobilismo di Michelini, operò immediatamente un riassetto organizzativo e ideologico del partito che fu definito come la ''politica del doppiopetto'', che rimase sempre in bilico tra le rivendicazioni dell'eredità fascista e l'apertura al sistema politico italiano.
 
Almirante, grazie anche alle sue grandi capacità oratorie, seppe sfruttare politicamente questo isolamento, costituendosi come unico partito al di fuori del presunto "[[regime]]", di cui avrebbe fatto parte una sotterranea alleanza consociativa fra la [[Democrazia Cristiana|DC]] e le sinistre; con la crescente affermazione delle formule del [[centrosinistra]] e l'avvicinarsi delle proposte di [[compromesso storico]], questa solitudine di opposizione guadagnò sempre più consensi.
 
Nel [[luglio]] del [[1970]], il MSI fu protagonista dei cosiddetti [[fatti di Reggio]], quando la [[città]] calabrese insorse contro la decisione di spostare a [[Catanzaro]] il capoluogo della [[regioni d'Italia|regione]]. La reazione era stata inizialmente sostenuta anche dalle sinistre, ma un esponente della [[CISNAL]] (il sindacato missino), [[Ciccio Franco]], coniò lo slogan "[[boia chi molla]]" e organizzò una sollevazione della [[destra (politica)|destra]] che si produsse in una vera e propria rivolta con barricate stradali e scontri armati con la [[Polizia]]. La rivolta si sarebbe conclusa solo nel [[febbraio]] dell'anno successivo, con l'ingresso dei [[carri armati]] in [[città]]. Il partito ottenne clamorose affermazioni nelle comunali che si tennero nel giugno del [[1971]], in particolare a [[Reggio Calabria]] con il 21%.
 
Alle elezioni regionali in [[Sicilia]] dello stesso anno, cavalcando la protesta contro i patti agrari, ottenne un clamoroso 16 per cento e l'elezione di ben 15 deputati all'[[Assemblea regionale siciliana|Ars]] su 90, con il 23% a [[Catania]] e il 21% a Trapani. Il risultato fu reso possibile dal fatto che le attese di un periodo riformista proposto dal centro-sinistra erano state frustrate nelle regioni del sud e da un periodo di crisi della Democrazia Cristiana.<ref>[[Piero Ignazi]], ''Il polo escluso. Profilo del Movimento Sociale Italiano'', Bologna, il Mulino, 1989, p. 147:"Ponendosi come paladino delle legittime aspirazioni delle popolazioni meridionali il Msi beneficia di quel serbatoio di energie che, mobilitate invano dalle aspettative riformiste del centro-sinistra... sono ora disposte a recepire un messaggio politico di stampo populista... Lo sfondamento elettorale al sud è perciò frutto oltre che delle contingenti difficoltà della Dc, alle prese con i fitti agrari...</ref>
 
===La Destra Nazionale===
Nel [[febbraio]] del [[1972]] Almirante riuscì a formare un'alleanza con il [[Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica]], una delle maggiori formazioni monarchiche italiane, da cui derivò anche un mutamento di denominazione del [[partito]], da ora chiamato ''Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale''.
 
Alle [[elezioni politiche]] del [[1972]], l'MSI-DN (nel quale si erano anche candidati molti ufficiali dell'esercito e funzionari delle [[Forze dell'ordine]]) fece registrare un considerevole successo, raccogliendo l'8,7% dei voti alla [[Camera dei Deputati|Camera]] ed il 9,2% al [[Senato]]. Contemporaneamente, in quell'anno la procura di [[Milano]] richiamandosi alla [[Dodicesima disposizione transitoria|XII disposizione transitoria]] mise sotto inchiesta Almirante, accusandolo di tentata ricostituzione del [[Partito Fascista]]. Un anno più tardi la [[Camera dei Deputati|Camera]] votò l'autorizzazione a procedere con 484 voti a favore contro 60 contrari. L'inchiesta andò avanti per qualche tempo coinvolgendo vari dirigenti missini, per essere abbandonata una volta constatato il riflusso elettorale del partito.
 
Il 10 luglio 1972, il Consiglio Nazionale del PDIUM deliberò lo scioglimento del partito e la confluenza nel Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale, con una piccola parte del partito, più legata all'ispirazione liberale e risorgimentale, che rifiutò di entrare del MSI-DN e dette vita ad Alleanza Monarchica.
 
Il congresso del gennaio [[1973]] introdurrà ufficialmente il nuovo nome nello statuto del partito, eleggendo segretario Giorgio Almirante, presidenti l'ex monarchico [[Alfredo Covelli]] e l'ammiraglio Birindelli, presidente del Consiglio nazionale l'ex monarchico [[Achille Lauro]]<ref>Marco Tarchi, "Continuità ed evoluzione della destra italiana negli anni di piombo", in ''"Sistema politico e istituzioni"'', Rubettino, 2003, pag. 158</ref>.
 
In quegli anni, il MSI-DN fece appassionate campagne (per esempio in occasione del [[referendum]] sul divorzio) sposando quasi appieno le posizioni della [[Chiesa cattolica]], con l'evidente intento di sottrarre elettorato alla [[Democrazia Cristiana|DC]] e sviluppando un fronte dialettico sulla via del moralismo, sia in opposizione alle posizioni ritenute ''scandalose'' del [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]] e del [[Partito Socialista Italiano|PSI]], sia costantemente segnalando scandali di malversazione e corruttela di governanti e pubblici amministratori.
 
Negli anni '70 il consenso giovanile all'MSI-DN crebbe verticalmente e andò ad alimentare lo scontro di piazza fra i cosiddetti ''opposti estremismi''. Il [[Fronte della Gioventù (MSI)|Fronte della Gioventù]], l'organizzazione giovanile del partito (che aveva preso il posto della [[Giovane Italia (associazione giovanile di destra)|Giovane Italia]] degli anni '50-'60), si trovò opposto alla [[Federazione Giovanile Comunista Italiana|FGCI]], organizzazione giovanile del [[Partito Comunista Italiano|partito comunista]] ed a quelle extraparlamentari, così come le frange estreme di entrambi gli schieramenti si trovarono in qualche modo rispettivamente a contatto con gruppi armati o organizzazioni terroristiche.
 
La drammaticità della situazione, insanguinata da decine di uccisioni (quasi sempre di giovanissimi) in entrambi i versanti, e non meno luttuosa per le forze dell'ordine, fece del MSI-DN un partito del quale in qualche modo pubblicamente si discuteva ogni giorno, fatto che gli assicurò quell'accesso all'informazione che pure molti quotidiani (e talvolta la stessa Televisione di Stato) cercavano di negargli. Il partito era diviso fra la corrente maggioritaria almirantiana, di carattere nazionalconservatore, ed una cospicua ma minoritaria corrente più radicale facente capo a [[Pino Rauti]], mentre presidente restava l'autorevole [[Pino Romualdi|Romualdi]].
 
===La costituente di destra e la scissione===
Nel gennaio [[1975]], come evoluzione della ''Destra Nazionale'', fu creata da Almirante la ''Costituente di destra per la libertà'', a cui aderirono in funzione [[anticomunista]] personalità antifasciste, come l'ex deputato DC [[Enzo Giacchero]] che era stato comandante partigiano, e che ne fu il presidente,<ref>Marco Tarchi, "Continuità ed evoluzione della destra italiana negli anni di piombo", in ''"Sistema politico e istituzioni"'', Rubettino, 2003, pag. 164</ref> e l'ex parlamentare DC [[Agostino Greggi]], che ne fu segretario. Ripetendo la strategia delle [[elezioni politiche]] del [[1972]], dove fu eletto l'ammiraglio [[Gino Birindelli]] (medaglia d'oro al V.M.), il MSI-DN fece ripetute e franche aperture all'elettorato [[militare]], col quale effettivamente si stabilì una vicinanza: diversi esponenti delle [[forze armate]] e dei [[servizi segreti]], furono candidati in collegi ''sicuri'' nelle sue file, come [[Vito Miceli]] (che fu poi eletto). Le elezioni politiche del [[1976]] però registrarono un calo rispetto al successo del 1972 e pochi mesi dopo vi fu una scissione nei gruppi parlamentari, quella della corrente moderata [[Democrazia Nazionale - Costituente di Destra|Democrazia Nazionale]], che intendeva collocarsi dentro l'arco costituzionale ed a cui aderì la maggioranza dei parlamentari.
Il MSI si avviava così all'XI congresso del gennaio [[1977]] diviso in quattro correnti: quella maggioritaria detta ''Unità nella chiarezza'' di Almirante e Romualdi, quella detta ''Destra popolare'' di [[Massimo Anderson]] e del mondo giovanile, quella detta ''Democrazia Nazionale'' di [[Ernesto De Marzio]] e [[Gastone Nencioni]] ed infine quella detta ''Linea Futura'' di [[Pino Rauti]]. ''Democrazia Nazionale'' tuttavia uscì dal MSI prima dell'assise per trasformarsi in un nuovo partito. Almirante riuscì a far cambiare lo statuto del partito: da questo momento il segretario nazionale sarebbe stato eletto direttamente dal congresso, e non come precedentemente avveniva da parte dal comitato centrale o dalla direzione nazionale. ''Unità nella chiarezza'' fu la più votata, seguita da ''Linea Futura'' e ''Destra Popolare'': Almirante fu confermato segretario.
 
===Lotta al sistema===
Nel [[1978]] il MSI-DN, ancora dimezzato nei gruppi parlamentari, è promotore dell'[[Eurodestra]], un accordo con altri movimenti di estrema destra europei come il francesce [[Jean-Louis Tixier-Vignancour|Parti des Forces Nouvelles]] di [[Jean-Louis Tixier-Vignancour]], lo spagnolo [[Blas Piñar|Fuerza Nueva]] di [[Blas Piñar]] ed il greco ''Unione Politica Nazionale''. Alle [[Elezioni europee del 1979 (Italia)|elezioni europee del 1979]] tuttavia solo il MSI-DN riesce ad ottenere degli eletti, quattro, e finiscono nel [[Non Iscritti (Parlamento europeo)|Gruppo dei Non Iscritti]].
 
Da un punto di vista tematico, il partito insisté sulla ''crisi del sistema'', ovvero sull'inadeguatezza della struttura istituzionale del paese ai suoi reali bisogni, testimoniata d'altra parte dall'enorme instabilità politica di cui a molti anni dalla nascita continuava a soffrire. Fu proposto anche un modello di governo alternativo basato sul modello della [[Repubblica presidenziale]].
[[File:Giorgio almirante con fini.jpg|thumb|250px|il segretario del Msi Almirante a un corso del FdG nel [[1981]] con un giovane [[Gianfranco Fini]] alla sinistra, a destra [[Maurizio Gasparri]] e seduto [[Almerigo Grilz]]]]
 
Malgrado ciò, i risultati non andarono oltre un certo limite ed anzi, negli [[anni 1980|anni ottanta]], il movimento raggiunse una crescita elettorale nel [[1983]], ma subito dopo subì un processo di ridimensionamento, giungendo a ottenere meno del 6% dei consensi alle [[Elezioni politiche italiane del 1987|elezioni del 1987]].
 
In questo periodo però gradualmente si affievolì l'emarginazione del partito e nel [[1985]] il MSI votò a favore della conversione in legge del decreto di liberalizzazione del mercato televisivo e ottenne, per la prima volta nella storia repubblicana, la presidenza di una Giunta, quella delle elezioni alla [[Camera dei Deputati|Camera]], con [[Enzo Trantino]], con il consenso dell'allora presidente del Consiglio [[Bettino Craxi]]. Quest'ultimo fu il primo ad abbandonare la delimitazione dei rapporti politici all'arco costituzionale, ricevendo anche Almirante nelle consultazioni di governo<ref>«[Craxi] non ritenne di dover discriminare nessuno, e decise di consultare, quando formò il suo primo governo, anche il segretario del Msi Almirante, e fu la prima volta che accadeva» (Mauro Del Bue, ''[http://www.kore.it/archivio/forum8/0000215f.htm Il socialismo liberale da Rosselli a Craxi]'', 2006)</ref>.
 
=== La svolta ===
Al XV congresso del 1987 tenutosi a Sorrento ben quattro candidati si contendettero la carica di segretario: [[Gianfranco Fini]] sostenuto da Almirante, la corrente ''Destra in movimento'' di [[Giuseppe Tatarella]], la corrente ''Destra Italiana'' di [[Pino Romualdi]] e [[Guido Lo Porto]] e ''Nuove Prospettive'' di Tremaglia; [[Pino Rauti]] sostenuto dalla sua corrente ''Andare oltre''; [[Franco Servello]] sostenuto dalla sua corrente ''Impegno unitario''; [[Domenico Mennitti]] sostenuto dalla sua corrente ''Proposta Italia''. Fini e Rauti furono i più votati ed andarono al ballottaggio, dove anche ''Impegno unitario'' sostenne Fini e quest'ultimo, trentacinquenne e cresciuto in seno al [[Fronte della Gioventù (MSI)|Fronte della Gioventù]], fu eletto nuovo segretario del MSI-DN.
 
Al congresso del 1990 però Rauti, alleatosi con Mennitti, riesce ad essere eletto segretario del partito al posto di Fini. Dopo la sconfitta alle [[Elezioni amministrative italiane del 1991|amministrative]] ed alle [[Elezioni regionali in Sicilia del 1991|regionali in Sicilia del 1991]], il Comitato centrale del partito lo destituisce e riporta Fini alla segretaria.
 
I primi [[anni 1990|anni novanta]] furono critici per il partito, ormai in piena crisi di identità ed a rischio di scomparsa dopo il [[referendum]] sulla [[Legge Mattarella|legge elettorale maggioritaria]] del [[1993]]. L'opera di propaganda del partito in questo periodo, alquanto discontinua, era caratterizzata sia da un richiamo al passato fascista, testimoniato dal proposito, espresso da Fini nel [[1991]], di attuare il ''[[fascismo]] del [[2000]]'', o dall'elezione in [[parlamento]] di [[Alessandra Mussolini]] nel [[1992]], o ancora dalla commemorazione del settantesimo anniversario della [[marcia su Roma]] sempre nello stesso anno; sia, d'altra parte, cavalcando nuovamente la protesta anti-sistema, ad esempio attraverso l'incondizionato sostegno espresso dall'MSI-DN all'allora [[Presidente della Repubblica Italiana|presidente della Repubblica]] [[Francesco Cossiga]], ritenuto uno dei suoi primi sdoganatori<ref name="cappellini">Stefano Cappellini, [http://www.ilriformista.it/stories/Prima%20pagina/252322/ Dal primo Fini a Max: professione Sdoganatore], articolo su ''Il Riformista'', 2010.</ref> Allo scoppio di [[Tangentopoli]], l'MSI-DN condusse un'energica campagna contro il [[pentapartito]] e i cosiddetti "ladri di regime", dichiarando aperto appoggio ai giudici di "[[mani pulite]]", e presentandosi con lo slogan «ogni voto una picconata» alla campagna elettorale del 1992.<ref name="cappellini" />.
 
Sempre nel 1992, in un articolo apparso su ''[[Il Tempo]]'', il politologo [[Domenico Fisichella]] suggerì al Movimento Sociale Italiano di farsi promotore di un’alleanza nazionale, per uscire dallo stato di ghettizzazione politica in cui versava. A fine [[aprile]] [[1993]], un articolo sul ''[[Secolo d'Italia]]'' a firma di [[Francesco Storace]] (allora portavoce di Fini), concretizzò l'idea di una nuova ''alleanza nazionale'' che associasse i missini con altri personaggi o schieramenti di idee conservatrici, come la destra democristiana. Nell'immediato l'idea non fu accolta, per ritornare sensibilmente in auge dopo l'ottimo esito del partito alle elezioni amministrative del [[novembre]] [[1993]], quando l'MSI-DN risultò essere il primo [[partito]] di [[Roma]] e [[Napoli]], eleggendo anche numerosi sindaci in [[comuni d'Italia|comuni]] minori. Fu una vera svolta politica che l'[[11 dicembre]] [[1993]] Fini assecondò con il varo di [[Alleanza Nazionale]], o brevemente AN. Questa formazione non fu in un primo tempo intesa come una trasformazione del MSI-DN, ma come un contenitore politico del quale l'antico partito avrebbe appunto dovuto fare parte insieme ad altri movimenti.
 
===Al governo e scioglimento===
AN dunque si presentò alle [[elezioni politiche del 1994]] come alleato di [[Forza Italia]] al [[Mezzogiorno|Sud]] all'interno della coalizione detta [[Polo del Buon Governo]]) e come indipendente al Nord, dove però riuscì a fare suo il solo collegio [[maggioritario]] di Bolzano. In ogni caso il partito raggiunse il suo massimo storico e suoi esponenti, per la prima volta, fecero parte del [[Governo Berlusconi I]]: ministri furono [[Pinuccio Tatarella]] come [[Vicepresidente del Consiglio]] e ministro delle Telecomunicazioni, [[Altero Matteoli]] all'ambiente ed [[Adriana Poli Bortone]] all'agricoltura.
 
Il [[27 gennaio]] [[1995]] alle 16,30<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/01/28/ultimo-saluto-romano.html L'ULTIMO SALUTO ROMANO]</ref>, il congresso nazionale, preso atto che AN si identificava in massima parte con la storica classe dirigente della [[Destra politica|Destra italiana]], sciolse il MSI-DN per lasciare definitivamente spazio alla sola ''Alleanza Nazionale''. Fu il congresso che passerà alla storia come ''[[svolta di Fiuggi]]'', per via della città che ospitava l'ultima assise missina.
 
Rauti, da sempre animatore dell'ala sociale, insieme ad alcuni esponenti del partito come [[Giorgio Pisanò]] e [[Tommaso Staiti di Cuddia]], non accettò tuttavia questo cambiamento, interpretato come un ''disconoscimento'' del proprio passato, e il [[3 marzo]] [[1995]] fondò il [[Fiamma Tricolore|Movimento Sociale - Fiamma Tricolore]], rivelatasi negli anni successivi una presenza relativamente stabile all'interno del panorama politico.
 
{{quote|Gianfranco Fini a Fiuggi non ha deviato di una virgola dalle sue idee di sempre. Fini ha semplicemente ammesso pubblicamente quello che noi abbiamo sempre sostenuto, e cioè che il "fascismo di destra" non è fascismo, e non lo è mai stato.<ref>Il Gazzettino, intervista a Pino Rauti in occasione delle elezioni comunali di Venezia, 13 aprile 2000</ref>}}
 
==Struttura==
===Organi nazionali===
====Segretari====
*[[Giacinto Trevisonno]] ([[dicembre]] [[1946]])
*[[Giorgio Almirante]] ([[giugno]] [[1947]])
*[[Augusto De Marsanich]] ([[gennaio]] [[1950]])
*[[Arturo Michelini]] ([[ottobre]] [[1954]])
*[[Giorgio Almirante]] ([[giugno]] [[1969]])
*[[Gianfranco Fini]] ([[dicembre]] [[1987]])
*[[Pino Rauti]] ([[gennaio]] [[1990]])
*[[Gianfranco Fini]] ([[luglio]] [[1991]]- gennaio [[1995]])
====Presidenti====
*[[Gino Birindelli]]
*[[Pino Romualdi]]
*[[Nino Tripodi]]
*[[Alfredo Covelli]]
*[[Giorgio Almirante]]
*[[Alfredo Pazzaglia]]
*[[Cesco Giulio Baghino]]
====Altri leader interni====
Diversi furono negli anni gli esponenti che ricoprirono le cariche di vice segretario o di capo corrente nel MSI, senza divenire segretario o capigruppo in Parlamento.
*[[Beppe Niccolai]]
*[[Massimo Anderson]]
*[[Franco Servello]]
*[[Ernesto Massi]]
*[[Enzo Erra]]
*[[Domenico Mennitti]]
 
==== Capigruppo alla Camera====
*[[Giovanni Roberti]] dal 24.06.1953 al 4.06.1968
*[[Giorgio Almirante]] dal 5.06.1968 al 3.07.1969
*[[Ernesto De Marzio]] dal 3.07.1969 al 21.12.1976
*[[Giorgio Almirante]] dal 11.01.1977 al 27.01.1977
*[[Alfredo Pazzaglia]] dal 27.01.1977 al 23.04.1992
*[[Giuseppe Tatarella]] dal 24.04.1992 al 10.04.1994
*[[Raffaele Valensise]] dal 11.04.1994 al 10.02.1995
 
==== Capigruppo al Senato ====
*[[Enea Franza]] dal 1953 al 1968
*[[Augusto De Marsanich]] dal 1968 al 1972
*[[Gastone Nencioni]] dal 1972 al 1977
*[[Araldo Crollalanza]] dal 1977 al 1986
*[[Michele Marchio]] dal 1986 al 1987
*[[Cristoforo Filetti]] dal 1987 al 1994
*[[Giulio Maceratini]] dal 1994 al 1995
 
===Organizzazioni interne===
* Le organizzazioni giovanili
** [[Raggruppamento Giovanile Studenti e Lavoratori]], la sezione giovanile missina fondata nel [[1947]], fino al [[1972]]
** [[Giovane Italia (associazione studentesca)|Giovane Italia]], un'associazione studentesca, autonoma dal partito, nata nel [[1954]] e nel 1972 confluita nel ''[[FdG]]''
** [[Fronte della Gioventù (MSI)|Fronte della Gioventù]], nata nel [[1972]] dall'unione delle due organizzazioni
** [[Fronte Universitario d'Azione Nazionale]], l'organizzazione dei giovani universitari missini nata nel [[1950]]
* '''I [[Volontari Nazionali]]''', ''servizio d'ordine'' del MSI fino agli anni '70.
* '''Il [[Raggruppamento femminile (MSI)|Raggruppamento femminile]]''', negli anni fu sia autonomo, che direttamente dipendente dal partito.
**Vi fu poi un ''Segretario nazionale femminile'': [[Evelina Alberti]] (1979-1991) e [[Adriana Poli Bortone]] (1991-1995).
 
== Nelle istituzioni ==
===Ministri ''missini''===
*[[Giuseppe Tatarella]]
*[[Adriana Poli Bortone]]
*[[Altero Matteoli]]
 
===Ministri ''ex missini''===
*[[Gianfranco Fini]]
*[[Mario Landolfi]]
*[[Ignazio La Russa]]
*[[Maurizio Gasparri]]
*[[Gianni Alemanno]]
*[[Francesco Storace]]
*[[Giorgia Meloni]]
*[[Andrea Ronchi]]
*[[Mirko Tremaglia]]
 
== Vittime di attentati ==
{{s sezione|politica}}
Oltre a esponenti rimasti feriti, missini furono assassinati prevalentemente quando, secondo la [[teoria degli opposti estremismi]], vi furono scontri armati durante i quali si contarono numerose [[vittime degli anni di piombo e della strategia della tensione]] in partiti di opposte ideologie<ref>[http://www.ibs.it/code/9788820036157/telese-luca/cuori-neri.html recensione del libro "Cuori neri"]</ref>, si ricordano:
*1947: [[Franco De Agazio]], giornalista
*1948: [[Vittorio Ferri]], ucciso il 14 luglio a Pisa
*1970: [[Ugo Venturini]]
*1972: [[Carlo Falvella]]
*1973: Stefano e Virgilio Mattei uccisi nel [[Rogo di Primavalle]]
*1973: [[Emanuele Zilli]]
*1974: [[Giuseppe Mazzola]], [[Graziano Giralucci]]
*1975: [[Sergio Ramelli]]
*1975: [[Miki Mantakas]]
*1975: [[Mario Zicchieri]]
*1976: [[Omicidio di Enrico Pedenovi|Enrico Pedenovi]]
*1977: [[Angelo Pistolesi]]
*1978: Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni assassinati nella [[Strage di Acca Larentia]]
*1979: [[Alberto Giaquinto]] e [[Stefano Cecchetti]], uccisi nel primo anniversario della strage di Acca Larentia
*1979: [[Francesco Cecchin]]
*1980: [[Nanni De Angelis]], fu simpatizzante del MSI ma poi fu tra i fondatori di [[Terza Posizione]]
*1980: [[Angelo Mancia]], giovane fattorino del [[Secolo d'Italia]]
*1983: [[Paolo Di Nella]], ucciso con un colpo di spranga mentre era intento ad affiggere un manifesto ambientalista a Roma
 
== Congressi ==
*I Congresso - [[Napoli]], 27-29 giugno 1948
*II Congresso - [[Roma]], 28 giugno - 1º luglio 1949
*III Congresso - [[L'Aquila]], 26-28 luglio 1952
*IV Congresso - [[Viareggio]], 9-11 gennaio 1954
*V Congresso - [[Milano]], 24-26 novembre 1956
*VI Congresso - [[Genova]], luglio 1960 (non si svolse)
*VII Congresso - [[Roma]], 2-4 agosto 1963
*VIII Congresso - [[Pescara]], 12-14 giugno 1965
*IX Congresso - [[Roma]], 20-23 novembre 1970
*X Congresso - [[Roma]], 18-21 gennaio 1973
*XI Congresso - [[Roma]], 13-16 gennaio 1977
*XII Congresso - [[Napoli]], 5-7 ottobre 1979
*XIII Congresso - [[Roma]], 18-21 febbraio 1982
*XIV Congresso - [[Roma]], 29 novembre - 2 dicembre 1984
*XV Congresso - [[Sorrento]], 11-14 dicembre 1987
*XVI Congresso - [[Rimini]], 11-14 gennaio 1990
*XVII Congresso - Roma, 28-30 gennaio 1994
*XVIII Congresso - [[Fiuggi]], 25-27 gennaio 1995
 
== Risultati Elettorali ==
{{Risultati partito elezioni|
simbolo = |
partito = Movimento Sociale Italiano|
tipo elezione = Elezioni Politiche|
elezione = [[Elezioni politiche italiane del 1948|1948]]<br/><br/><br/>[[Elezioni politiche italiane del 1953|1953]]<br/><br/><br/>[[Elezioni politiche italiane del 1958|1958]]<br/><br/><br/>[[Elezioni politiche italiane del 1963|1963]]<br/><br/><br/>[[Elezioni politiche italiane del 1968|1968]]<br/><br/><br/>[[Elezioni politiche italiane del 1972|1972]]<br/><br/><br/>[[Elezioni politiche italiane del 1976|1976]]<br/><br/><br/>[[Elezioni politiche italiane del 1979|1979]]<br/><br/><br/>[[Elezioni politiche italiane del 1983|1983]]<br/><br/><br/>[[Elezioni politiche italiane del 1987|1987]]<br/><br/><br/>[[Elezioni politiche italiane del 1992|1992]]<br/>|
parlamento = Camera<br/>Senato<br/><br/>Camera<br/>Senato<br/><br/>Camera<br/>Senato<br/><br/>Camera<br/>Senato<br/><br/>Camera<br/>Senato<br/><br/>Camera<br/>Senato<br/><br/>Camera<br/>Senato<br/><br/>Camera<br/>Senato<br/><br/>Camera<br/>Senato<br/><br/>Camera<br/>Senato<br/><br/>Camera<br/>Senato<br/>|
voti = 526.670<br/>200.241<br/><br/>1.582.567<br/>1.473.596<br/><br/>1.407.913<br/>1.149.873<br/><br/>1.571.187<br/>1.459.046<br/><br/>1.414.794<br/>1.380.452<br/><br/>2.896.762<br/>2.737.695<br/><br/>2.245.376<br/>1.780.950<br/><br/>1.930.639<br/>1.782.004<br/><br/>2.511.487<br/>2.283.870<br/><br/>2.282.256<br/>2.121.026<br/><br/>2.107.037<br/>2.170.134<br/>|
% = 2,0<br/>0,9<br/><br/>5,8<br/>6,0<br/><br/>4,7<br/>4,4<br/><br/>5,1<br/>5,3<br/><br/>4,4<br/>6,7<br/><br/>8,6<br/>9,0<br/><br/>6,1<br/>5,7<br/><br/>5,2<br/>5,6<br/><br/>6,8<br/>7,3<br/><br/>5,9<br/>6,5<br/><br/>5,3<br/>6,5<br/>|
seggi = 6<br/>1<br/><br/>29<br/>9<br/><br/>24<br/>8<br/><br/>27<br/>14<br/><br/>24<br/>11<br/><br/>56<br/>26<br/><br/>35<br/>15<br/><br/>30<br/>13<br/><br/>42<br/>18<br/><br/>35<br/>16<br/><br/>34<br/>16<br/>|}}
 
== Note ==
<references/>
 
== Voci correlate ==
===Gli eredi diretti===
*[[Alleanza nazionale]]
*[[Movimento Sociale-Fiamma Tricolore]]
 
=== Partiti attualmente attivi che si richiamano all'eredità del MSI ===
*[[Il Popolo della Libertà]]
*[[Futuro e Libertà per l'Italia]]
*[[La Destra]]
*[[Forza Nuova]]
*[[Movimento Idea Sociale]]
 
=== Movimenti ispirati ===
* [[Casa Pound]]
 
==Bibliografia==
*Giuseppe Parlato, ''Fascisti senza Mussolini: le origini del neofascismo in Italia, 1943-1948'', 2006, Il Mulino
*Antonio Carioti, ''I ragazzi della fiamma'', 2011, Mursia
*Giuliana de'Medici, ''Le origini del M.S.I.(1943-1948)'', 1986, ISC, Roma
*Adalberto Baldoni, ''La Destra in Italia: 1945-1969'', 2000, Pantheon
*Giorgio Almirante, ''Autobiografia di un fucilatore'', 1979, Ciarrapico editore
*Piero Ignazi, ''Il polo escluso: profilo storico del Movimento sociale italiano'', 1998, Il Mulino
*Luca Telese, ''Cuori Neri'', 2006, Sperling & Kupfer,
*Goffredo Locatelli, Daniele Martini, ''Duce addio: la biografia di Gianfranco Fini'', 1994, Longanesi
*Stefano Di Michele, Alessandro Galiani, Mal di Destra, Sperling & Kupfer, 1995
*Federico Guiglia, Para Enrico. ''Gianfranco Fini. Cronaca di un leader'', 2002. ISBN 88-7166-629-1
*Gennaro Malgieri, ''La memoria della destra'', 2003, Pantheon
*Nicola Rao, ''[http://books.google.it/books?id=qSIwmPxKJtIC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false La fiamma e la celtica]'', 2006, Sperling & Kupfer
*Franco Servello, Aldo Di Lello, ''Sessant'anni in fiamma. Dal Movimento Sociale ad Alleanza Nazionale'', Rubettino, 2006
*Paolo Nello, ''Il partito della fiamma. La Destra in Italia dal MSI ad AN'', Ist. Editoriali e Poligrafici, 1998
*Adalberto Baldoni, ''Storia della destra: dal postfascismo al Popolo della libertà'', 2009, Vallecchi
*Annalisa Terranova, ''Camicette nere. Donne di lotta e di governo da Salò ad Alleanza Nazionale'', Mursia, 2007
 
== Collegamenti esterni ==
===Simboli===
*[http://elezionistorico.interno.it/imgContrassegno.php?tpel=C&dtel=18/04/1948&tpa=I&tpe=A&ne=&tpseg=C&nlg=3&ccp=10 Simbolo MSI (1948-1968)].
*[http://elezionistorico.interno.it/imgContrassegno.php?tpel=C&dtel=07/05/1972&tpa=I&tpe=A&ne=&tpseg=C&nlg=7&ccp=10 Simbolo MSI-DN (1972; 1983-1995) in b/n] e [http://elezionistorico.interno.it/imgContrassegno.php?tpel=C&dtel=05/04/1992&tpa=I&tpe=A&ne=&tpseg=C&nlg=5&ccp=381 a colori].
*[http://elezionistorico.interno.it/imgContrassegno.php?tpel=C&dtel=20/06/1976&tpa=I&tpe=A&ne=&tpseg=C&nlg=4&ccp=381 Simbolo MSI-DN (1976-1979)].
*[http://elezionistorico.interno.it/imgContrassegno.php?tpel=E&dtel=12/06/1994&tpa=Y&tpe=A&ne=&tpseg=C&nlg=3&ccp=1116 Simbolo MSI-AN (1994-1995)].
===Documentari===
*[http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=381 Esuli in patria. Storia del Movimento Sociale Italiano], puntata de ''[[La storia siamo noi]]'' di [[Giovanni Minoli]].
*[http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=384& Dalle catacombe al governo. Storia della classe dirigente di destra], puntata de ''[[La storia siamo noi]]'' di [[Giovanni Minoli]].
===Congressi===
* XIII Congresso:
**[http://www.radioradicale.it/scheda/6303/6320-xiii-congresso-del-movimento-sociale-italiano-destra-nazionale XIII Congresso (18/2/1982)]
**[http://www.radioradicale.it/scheda/6304/6321-xiii-congresso-del-movimento-sociale-italiano-destra-nazionale XIII Congresso (19/2/1982)]
**[http://www.radioradicale.it/scheda/6305/6322-xiii-congresso-del-movimento-sociale-italiano-destra-nazionale XIII Congresso (20/2/1982)]
**[http://www.radioradicale.it/scheda/6306/6323-xiii-congresso-del-movimento-sociale-italiano-destra-nazionale XIII Congresso (21/2/1982)]
* XIV Congresso:
**[http://www.radioradicale.it/scheda/19960/19985-xiv-congresso-del-movimento-sociale-italiano-destra-nazionale XIV Congresso (29/11/1984)]
**[http://www.radioradicale.it/scheda/19961/19986-xiv-congresso-del-movimento-sociale-italiano-destra-nazionale XIV Congresso (30/11/1984)]
**[http://www.radioradicale.it/scheda/19963/19988-xiv-congresso-del-movimento-sociale-italiano-destra-nazionale XIV Congresso (1/12/1984)]
**[http://www.radioradicale.it/scheda/19965/19990-xiv-congresso-del-movimento-sociale-italiano-destra-nazionale XIV Congresso (2/12/1984]
* XV Congresso:
**[http://www.radioradicale.it/scheda/25103/25130-xv-congresso-del-movimento-sociale-italiano-destra-nazionale XV Congresso (10/12/1987)]
**[http://www.radioradicale.it/scheda/25104/25131-xv-congresso-del-movimento-sociale-italiano-destra-nazionale XV Congresso (11/12/1987)]
**[http://www.radioradicale.it/scheda/25117/25144-xv-congresso-del-movimento-sociale-italiano-destra-nazionale XV Congresso (12/12/1987)]
**[http://www.radioradicale.it/scheda/25118/25145-xv-congresso-del-movimento-sociale-italiano-destra-nazionale XV Congresso (13/12/1987)]
**[http://www.radioradicale.it/scheda/25119/25146-xv-congresso-del-movimento-sociale-italiano-destra-nazionale XV Congresso (14/12/1987)]
* XVI Congresso:
**[http://www.radioradicale.it/scheda/34477/34509-xvi-congresso-del-movimento-sociale-italiano-destra-nazionale XVI Congresso (11/1/1990)]
**[http://www.radioradicale.it/scheda/34478/34510-xvi-congresso-del-movimento-sociale-italiano-destra-nazionale XVI Congresso (12/1/1990)]
**[http://www.radioradicale.it/scheda/34479/34511-xvi-congresso-del-movimento-sociale-italiano-destra-nazionale XVI Congresso (13/1/1990)]
**[http://www.radioradicale.it/scheda/34480/34512-xvi-congresso-del-movimento-sociale-italiano-destra-nazionale XVI Congresso (14/1/1990)]
* XVII Congresso:
**[http://www.radioradicale.it/scheda/60009/60076-xvii-congresso-nazionale-del-msi-dn XVII Congresso (28/1/1994)]
**[http://www.radioradicale.it/scheda/60011/60078-xvii-congresso-nazionale-del-msi-dn XVII Congresso (29/1/1994)]
**[http://www.radioradicale.it/scheda/60013/60080-xvii-congresso-nazionale-del-msi-dn XVII Congresso (30/1/1994)]
* XVIII Congresso:
**[http://www.radioradicale.it/scheda/183549/xvii-congresso-nazionale-del-msi-dn-prima-giornata-relazione-del-segretario XVIII Congresso (25/1/1995)]
**[http://www.radioradicale.it/scheda/69894/69964-xvii-congresso-nazionale-del-msi-dn XVIII Congresso (26/1/1995)]
**[http://www.radioradicale.it/scheda/69895/69965-xvii-congresso-nazionale-del-msi-dn XVIII Congresso (27/1/1995)]
 
{{partiti politici italiani del passato (Prima Repubblica)}}
{{portale|Italia|politica|storia}}
 
[[Categoria:Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale| ]]
 
[[ca:Moviment Social Italià]]
[[de:Movimento Sociale Italiano]]
[[en:Italian Social Movement]]
[[es:Movimiento Social Italiano]]
[[fr:Mouvement social italien]]
[[gl:Movemento Social Italiano-Dereita Nacional]]
[[ja:イタリア社会運動]]
[[la:Motus Socialis Italicus]]
[[nl:Movimento Sociale Italiano]]
[[no:Movimento Sociale Italiano]]
[[pl:Włoski Ruch Społeczny]]
[[pt:Movimento Social Italiano-Direita Nacional]]
[[ru:Итальянское социальное движение]]
[[sh:Italijanski socijalni pokret-Nacionalna desnica]]
[[sr:Италијански социјални покрет-Национална десница]]
[[sv:Movimento Sociale Italiano]]
[[tr:İtalyan Sosyal Hareketi]]
[[uk:Італійський соціальний рух]]