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{{FilmBio
|Nome = Enzo
|titoloitaliano= Il commissario Pepe
|Cognome = Demattè
|immagine = Il commissario Pepe.JPG
|Sesso = M
|didascalia = Titoli di testa del film
|LuogoNascita = Trento
|titolooriginale=
|GiornoMeseNascita = 6 dicembre
|paese= [[Italia]]
|AnnoNascita = 1927
|annouscita=[[1969]]
|LuogoMorte = Treviso
|titoloalfabetico= Commissario Pepe (Il)
|GiornoMeseMorte = 11 ottobre
|durata= 107 min.
|AnnoMorte = 2014
|tipocolore= colore
|Attività = scrittore
|tipoaudio= sonoro
|Attività2 = saggista
|ratio=
|Attività3 = poeta
|genere= commedia,drammatico
|Nazionalità = italiano
|statoconservazione=
|PostNazionalità = , distintosi in particolar modo nella narrativa per ragazzi.
|regista=[[Ettore Scola]]
|Immagine = Nonnp.jpg
|soggetto= [[Ugo Facco De La Garda]], [[Ruggero Maccari]], [[Ettore Scola]]
|sceneggiatore= [[Ruggero Maccari]], [[Ettore Scola]]
|produttore=[[Pio Angeletti]], [[Adriano De Micheli]]
|attori=
*[[Ugo Tognazzi]]: Antonio Pepe
*[[Giuseppe Maffioli]]: Nicola Parigi
*[[Silvia Dionisio]]: Silvia
*[[Tano Cimarosa]]: agente Cariddi
*[[Marianne Comtell]]: Matilde Carroni
*[[Dana Ghia]]: Suor Clementina
*[[Elsa Vazzoler]]: vecchia prostituta
*[[Véronique Vendell]]: Maristella Diotallevi
*[[Rita Calderoni]]: Clara Cerveteri
*[[Virgilio Scapin]]: Conte Lancillotto
*[[Elena Persiani]]: Marchesa Norma Zaccarin
*[[Pippo Starnazza]]: ubriacone
*[[Gino Santercole]]: Oreste
*[[Nogara Gervasio]]: Barista dell'hotel
|doppiatorioriginali=
|doppiatoriitaliani=
*[[Antonio La Raina]] : direttore dell'hotel
|fotografo=[[Claudio Cirillo]]
|montatore=[[Tatiana Casini Morigi]]
|effettispeciali=
|musicista=[[Armando Trovajoli]]
|scenografo=
|costumista=[[Gianni Polidori]]
|truccatore=
|sfondo=
|premi=
}}
'''''Il commissario Pepe''''' è un film di [[Ettore Scola]] del [[1969]] tratto dall'omonimo romanzo di [[Ugo Facco De Lagarda]].
 
== TramaBiografia ==
Nasce a [[Trento]], da Vigilio Demattè, ferroviere, e Carlotta Vignati, modista.
Antonio Pepe è un commissario di polizia fuori dagli stereotipi dell'epoca: non è violento, non è arrogante, non ha la pistola facile, non è rozzo e non usa metodi contrari alla legge. Al contrario, è democratico, tollerante, ha interessi intellettuali e cerca di risolvere i problemi con il buonsenso, senza abusare dell'autorità conferitagli. Il suo commissariato è uno di quelli dove non succede mai niente, dove la vita scorre tranquilla e il cui motto sembra essere "vivi e lascia vivere". Improvvisamente riceve l'incarico di indagare su reati a sfondo sessuale nel territorio di sua competenza. È un incarico ingrato, che Pepe affronta a modo suo. Scopre che la religiosissima città non è affatto perbene; sotto un velo di ipocrisia vengono commessi reati che vanno dal favoreggiamento e sfruttamento della [[prostituzione]] di minorenni, alla [[pederastia]]. Scopre anche che non sono commessi da un solo ceto sociale, ma sono trasversali, coinvolgono popolani e ricchi, nobili e religiosi, notabili di provincia e anche persone vicine ai poliziotti. Integerrimo e deciso ad andare sino in fondo, subisce prima un tentativo di intimidazione e poi viene invitato dal questore a lasciar perdere i pesci grossi, tirando nella rete solo quelli piccoli per motivi elettorali. Scopre, inoltre, che anche la sua amante ha una doppia vita come modella di foto erotiche. Profondamente amareggiato, decide di non decidere e chiede il trasferimento. Sarà il suo successore a scegliere, commenta amaro nel finale: se sarà peggiore di lui subirà quello che lui non ha voluto subire e incriminerà i poveracci salvando i potenti; se sarà migliore di lui farà quello che lui non ha avuto il coraggio di fare, cioè incriminare tutti senza favoritismi. Rivolto al pubblico che immagina indignato per l'inaspettato comportamento di un funzionario di polizia rivolge la domanda "...siete tutti leoni?" dando così l'ultima pennellata di umanità e di verità al personaggio.
Segue gli spostamenti della famiglia tra [[Venezia]], dove Demattè frequenta le scuole elementari, e [[Fortezza (Italia)]], per poi trasferirsi definitivamente a [[Treviso]] nel 1939. Persa la propria abitazione<ref>come riportato da Demattè stesso in questa intervista [http://www.portellosileanatv.it/saggi/mostre/7_aprile/7_aprile_testimoni.htm]</ref> a seguito del [[bombardamento di Treviso]] del [[7 aprile]] [[1944]], i Demattè verrano temporaneamente sfollati a [[San Trovaso]] per poi fare ritorno a Treviso a conclusione della guerra. <br>
Dopo il diploma presso il [[Liceo ginnasio statale Antonio Canova]] ottenuto nel 1946, si iscrive alla Facoltà di Lettere Classiche dell' [[Università degli studi di Padova]], dove si laurea nel 1952 discutendo una tesi in [[archeologia cristiana]] con il professor [[Sergio Bettini]]. <br>
 
Nel 1953 inizia la sua carriera professionale all'interno del mondo scolastico, prima come insegnante di lettere in vari licei della [[Provincia di Treviso]] , poi come preside di Scuola Media, ispettore tecnico per le lettere presso la sovrintendenza di Venezia (dove svolgerà anche la funzione di coordinatore interregionale triveneto) per concluderla a [[Parigi]], presso l'ambasciata d'Italia, come ispettore generale della scuola italiana in Francia. Nel 1994 viene insignito della [[Medaglia ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte]] dal [[Presidente della Repubblica]] [[Oscar Luigi Scalfaro]] <ref>http://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/4803</ref>.<br>
== Produzione ==
Girato a [[Vicenza]] e a [[Bassano del Grappa]], città mai nominate nel film, è una rappresentazione amara e ironica del finto perbenismo e dell'ipocrisia di una città del nordest, dove in settimana si pecca, specialmente in fatto di sesso, la domenica si va in chiesa per lavarsi la coscienza e poi si ricomincia a peccare appena usciti.
 
All'impegno professionale e all'attività di scrittore, Demattè affianca un costante impegno nella vita sociale di [[Treviso]], in particolare nello scoutismo cattolico. Partecipa attivamente alla rifondazione dell' [[ASCI]] a [[Treviso]], di cui diviene dirigente regionale e nazionale dal 1946 al 1966. Svolge inoltre le funzioni di presidente della sezione trevigiana del [[Movimento Federalista Europeo]] dal 1959 al 1962 e di membro del direttivo [[Unicef]] per il [[Veneto]] dal 1979 al 1984, oltre a quella di presidente triveneto dell' [[IBBY]] dal 1983 al 1987. <br>
=== Cast ===
*[[Ugo Tognazzi]] interpreta il commissario, con ironia e disincanto, consegnandoci un personaggio che tra umane tentazioni e compromessi mantiene la propria integrità e i propri principi anche a costo di compromettere la carriera.
*[[Giuseppe Maffioli]] (nella vita reale giornalista, gastronomo e attore a tempo perso) interpreta un rancoroso invalido di guerra, Nicola Parigi, emarginato e disprezzato.
 
Dal 1965 al 1970 è consigliere comunale di [[Treviso]] e ricopre il ruolo di [[Assessore]] all'istruzione, cultura e gioventù nella [[Giunta comunale]] guidata da [[Bruno Marton]]. Durante gli anni da assessore dà avvio alla sezione ragazzi della [[Biblioteca comunale di Treviso]], da lui denominata "La Curiosa", che per questo verrà a lui dedicata nel 2016.<ref>http://www.comune.treviso.it/la-biblioteca-dei-ragazzi-dematte-palazzo-rinaldi/</ref><br>
== Luoghi del film ==
* Il ponte in ferro che si vede in apertura del film è in Viale Giuriolo a Vicenza. Il luogo è rimasto lo stesso di allora, eccetto la ciminiera sullo sfondo che è scomparsa<ref name=A>[http://www.davinotti.com/index.php?option=com_content&task=view&id=234&Itemid=79 Le ___location esatte del "Commissario Pepe"]</ref>.
* Mentre il commissario descrive la cittadina, scorrono le immagini del porticato della [[Basilica Palladiana]] sita in Piazza dei Signori, la piazza centrale di [[Vicenza]]. La stessa piazza appare più volte durante il film, specialmente durante i monologhi del commissario riguardo alla mentalità bigotta dei degli abitanti<ref name=A/>.
* Il commissariato si trova in Contrà Santa Corona a Vicenza. Attualmente l'edificio è sede di un museo archeologico. Il bar nel quale il commissario si reca a bere un caffè e a comprare il giornale si trova proprio di fronte a questo edificio<ref name=A/>.
* Quando il commissario dice "la nostra è una città cattolica..." viene inquadrata la chiesa dell'Araceli nuova. Si trova a Vicenza nell'omonima piazza adiacente al [[Parco Querini]]. La stessa chiesa compare alla fine del film quando il commissario fantastica di un maxi-arresto che colpisce tutti coloro che ha scoperto coinvolti in attività illecite<ref name=A/>.
* La casa della signorina Matilde (l'amante del commissario) si trova in Contrà San Rocco a Vicenza. Sullo sfondo compare l'omonima chiesa<ref name=A/>.
* La casa del commissario (quella al di fuori della quale vede litigare due vecchietti) si trova in Piazza Scamozzi, nella zona residenziale di Vicenza<ref name=A/>.
* La pensione Azuna dove il commissario si reca per interrogare la coppia di gestori si trova in Piazza Garibaldi a Bassano del Grappa. Sullo sfondo si vede l'insegna del Caffè Danieli, tuttora esistente<ref name=A/>.
* La via in salita più volte viene inquadrata è Via Gamba a Bassano del Grappa, a due passi dal celebre [[Ponte degli Alpini]], mentre la piazza al centro di molte scene è Piazza Libertà, sita sempre a Bassano, dove Parigi siede talvolta col commissario al tavolino, e dove i due vedono arrivare Gino Santercole assieme alla Dionisio<ref name=A/>.
* Il caratteristico ponte dove il commissario in compagnia del vicecommissario incontrano la sorella di quest'ultimo è Ponte San Michele a Vicenza<ref name=A/>.
* L’edificio che si vede in chiusura mentre una ragazzina in abiti rossi fa zig zag con la bicicletta è invece la stazione ferroviaria di Bassano. La via percorsa in bici è via Chilesotti. La stessa stazione si vede in due altre occasioni, quando la signorina Matilde parte per Milano e, alla fine del film, al suo ritorno<ref name=A/>.
* Il parco con le statue che fa da sfondo al colloquio tra il commissario e Cervetri è [[Parco Querini]] a Vicenza<ref name=A/>.
* La scuola da cui invece esce la Dionisio è a Vicenza in Contrà Pusterla. Il viaggio in auto assieme a Pepe, mentre le domanda del fidanzato Oreste, prosegue fino a che lei non si spoglia a seno nudo e i due si fermano in via Mariano Rumor<ref name=A/>.
* Il bar, non più esistente, dove Cimarosa si azzuffa con Garibaldi e altri alcolizzati si trovava in Corso Padova sempre a Vicenza<ref name=A/>.
* La villa della Contessa Zaccarin dove Pepe si reca per un interrogatorio, per quanto riguarda l'interno è una ''dépendance'', ora abitata dai proprietari, di Villa Valmarana ai Nani, in Stradella dei Nani a Vicenza. Per le scene in esterni il luogo di ripresa è in Via Cavour a Povolaro di [[Dueville]]<ref name=A/>.
* L'hotel raggiunto dal commissario dove la Dionisio effettua i suoi incontri si trova a [[Dolo]] in una delle bellissime ville che costeggiano il Brenta<ref name=A/>.
* Pepe incontra Parigi per avere informazioni sulla lettera anonima che riguarda la signorina Matilde sotto il [[Ponte degli Alpini]] di Bassano del Grappa<ref name=A/>.
 
Come forma di riconoscimento per aver raccontato il territorio della montagna nelle sue opere letterarie, nel 1986 viene nominato cittadino onorario di [[Vallarsa]]. La medesima onorificenza gli verrà conferita anche dal comune di [[Falcade]] nel 1999<ref> Delibera del Consiglio Comunale di Falcade numero 67 del 15 dicembre 1998</ref>.
==Note==
 
Si spegne a Treviso l'11 ottobre 2014 dopo una lunga malattia.
 
== L'attività di scrittore ==
Gli obblighi scolastici non gli impediscono di coltivare la sua passione per la scrittura.
 
Nel [[1958]] pubblica il suo primo romanzo, “La Valle coi Santi alle Finestre”, ambientato nella [[Valle del Biois]] nel Bellunese.
 
Gli anni Sessanta sono molto prolifici per l’attività letteraria di Enzo Demattè. Scrive diverse raccolte di poesie, alcune in italiano, altre in [[dialetto veneto]], o meglio, trevigiano: “Acqua piovana”, [[1961]]; “El Sorgoturco”,1963 (ha vinto il Premio Marta dell’[[Ateneo Veneto]]); “Giorni dispari”, [[1963]]; “Pagine e terra”, [[1967]].
 
Sempre seguendo la sua passione pedagogica, scrive libri per ragazzi: “Il regno sul fiume”, [[1967]] (Premio [[Giana Anguissola]]). Il libro, ambientato sul fiume [[Sile]], è pubblicato a puntate nel [[Corriere dei Piccoli]], ottenendo così una diffusione nazionale. Seguono, editi da [[Mursia]]: “Io e la capra”, [[1970]]; “Gente di confine”, [[1972]]; “Un ragazzo chiamato Friuli”, [[1977]], “Olive nere” nel [[1982]].
 
Nei romanzi “L’estate cattolica” ([[1976]]) e “Passione di [[Vallarsa]]” ([[1984]]) fa i conti con la cultura cattolica e con la sua formazione intellettuale vicina al [[cattolicesimo liberale]] di [[Antonio Rosmini]].
 
Sull’educazione giovanile e il rapido mutamento dei costumi che sta investendo il [[Veneto]], come tutta l’Italia, scrive diversi saggi, cercando di comprendere cosa debba essere salvato della cultura tradizionale. L’opera più importante sulla cultura veneta, e non solo, è l’edizione critica delle lettere che [[Giovanni Comisso]] ha scritto, in un sodalizio durato quarant’anni, all’avvocato Natale Mazzolà e a sua moglie Maria Calzavara Mazzolà: ''Trecento Lettere di Giovanni Comisso a Maria e Natale Mazzolà (1925-1968)'', a cura di Enzo Demattè, Editrice Trevisana, 1972. Demattè analizza le lettere con grande maestria filologica, ricorrendo, per certi particolari biografici, alla testimonianza dello stesso Natale Mazzolà. Il volume ha ottenuto una menzione speciale dall’[[Accademia dei Lincei]].
 
Dopo un lavoro così impegnativo, Demattè ritorna alla poesia, in particolare con il poemetto “La dogaressa Marina” che ha vinto nel [[1981]] il Premio Guido Marta di Poesia. La giuria, nella quale erano presenti [[Gianfranco Folena]] e [[Andrea Zanzotto]], ha messo in risalto lo sperimentalismo linguistico dell’opera: ''“I frequenti inserti in lingua, anche straniera (dal latino allo spagnolo) non svigoriscono il dialetto che esprime con forza la profondità dei sentimenti”.''<ref>Testo estratto dalla motivazione del premio, riportata in "la dogaressa Marina", Milano, edizioni Maestri, 1984</ref>
 
Altra raccolta, “Rosa rosae”, del [[1986]].
 
Nel [[1987]] Demattè si trasferisce a [[Parigi]], come Ispettore Generale delle scuole italiane in [[Francia]], e vi rimarrà per sette anni. Al suo ritorno, in un Veneto profondamente cambiato, scrive un’ultima raccolta di poesie, “La Zosagna” ([[1994]]), nella quale esprime la nostalgia per un mondo ormai irrimediabilmente perduto.
 
Si dedica infine anche alla biografia di alcuni personaggi della Treviso ottocentesca: “[[Lorenzo Crico]]”, 1990; “[[Antonio Caccianiga]]”, 2002; “[[Giuseppe Bianchetti]]”, 2004.
 
== Opere ==
 
=== Opere letterarie (narrativa, poesia, teatro) ===
 
* ''La valle coi santi alle finestre,'' Milano, Intelisano, 1958
* ''Il Regno sul Fiume,'' Milano, [[Mursia]], 1968; Premio Giana Anguissola, 1967
* ''Io e la Capra'', Milano, [[Mursia]], 1970
* ''Gente di Confine'', Milano, [[Mursia]], 1974
* ''L'estate cattolica'', Treviso, Libreria Editrice Canova, 1976; finalista Premio "Settembrini" 1977
* ''Un ragazzo chiamato Friuli'', Milano, [[Mursia]], 1977
* ''Olive nere'', Milano, [[Mursia]], 1984; Premio solidarietà, 1984; Premio "le palme d'oro", 1986
*''Passione di Vallarsa'', Camposampiero, Edizioni Del Noce, 1984
*''Leone dei Gat'', Conegliano, Silemotori Negro, 2003
 
* ''Acqua piovana'', Padova, [[Rebellato Editore]], 1961
* ''Giorni Dispari'', Padova, [[Rebellato Editore]], 1963; Medaglia d'oro dell'Ateneo Veneto
* ''El Sorgoturco'', Padova, [[Rebellato Editore]], 1964; Premio "G. Marta", 1963
* ''Pagine e terra'', Roma, Dell'Arco Editore, 1967
* ''Trei Orazhion'', Padova, [[Rebellato Editore]], 1974; Premio "G. Perale", 1973
* ''Tera'', Altino-Venezia, [[Rebellato Editore]], 1978
* ''La dogaressa Marina'', Milano, Luigi Maestri Tipografo, 1984; Premio "G. Marta", 1982
* ''Rosa-Rosae'', Roma, Edizioni del Leone, 1986; Finalista assoluto al "Premio Ungaretti", 1988
*''La Zosagna'', Cittadella, [[Rebellato Editore]], 1994
*''Segnor de la domenega'', Conegliano, Silemotori Negro, 2004
 
* ''L'età dei pini'', Altino-Venezia, [[Rebellato Editore]], 1978
 
=== Opere scientifiche e di ricerca ===
 
* ''Girandole dei camini trevigiani'', Libreria Editrice Canova, 1961; II premio ex-aequo al Concorso dell'associazione trevigiana della stampa, 1954
* ''Fiere e Mercati'', Treviso, Associazione Tarvisium, 1964
*''Trecento lettere di Giovanni Comisso a Maria e Natale Mazzolà, 1924-1968'', Treviso, Editrice Trevigiana, 1972; Menzione speciale dell' [[Accademia dei Lincei]]
* ''Il Montello di Cecco'', dalla rivista "Dove Sile e Cagnan s'accompagna", anno IX, n. 1, Treviso, Grafolito editrice, 1975
* ''Natura e ambiente'', dal volume "Favolosa Marca", Treviso, Edizioni della Galleria, 1975
* ''Tre minute dotali agordine del XVII e XVIII secolo,'' Belluno, Nuovi sentieri editore, 1978
* ''Cent'anni di matrimonio nella campagna trevigiana,'' Vittorio Veneto, Dario De Bastiani, 1982
*''I Dialoghi rusticali di Lorenzo Crico,'' per la collana ''Cultura Popolare Veneta,'' Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1990
* ''Preganziol: un profilo e oltre'', Mogliano Veneto, Edizioni Arcari, 1992
*''Giacomo Agostinetti, Cento e dieci ricordi che formano il buon  fattor di villa'',1998, edito da [[Regione Veneto]], [[Fondazione Cini]], [[Neri Pozza]]
*''Antonio Caccianiga l'eremita di Saltore'', Treviso, Libreria editrice Canova, 2002
*''Giuseppe Bianchetti l'Alcibiade di Treviso'', Treviso, Libreria Editrice Canova, 2004
 
=== Testi di interpretazione critica e divulgazione ===
 
*''Renato uomo, Nesi artista'', profilo critico dal volume "Renato Nesi", Treviso, SIT Editrice, 1977
*''Saggio introduttivo al volume "L'arcata del tempo" di Mario Prevedello'', Belluno, Nuovi sentieri, 1980
*''Presentazione al volume "Il paese dalle ombre lunghe" di Hans Ruesch'', Milano, [[Garzanti]], 1976
*''I giovani e la Resistenza'', testo del discorso tenuto il 25.04.1967, Treviso, Tipografia comunale, 1968
*''Otto articoli di divulgazione storico-filologica'', Treviso, "Il Tommaseo", 1971
*''Lorenzo Crico: la pietà economica,'' saggio introduttivo a "I dialoghi rusticali di Lorenzo Crico", Roma, Ed. Istituto Enciclopedia Italiana e [[Fondazione Giorgio Cini]], 1990
 
== Note ==
<references/>
 
== Altri progettiBibliografia ==
{{interprogetto|etichetta=''Il commissario Pepe''|q|q_preposizione=da}}
 
* {{Cita news|autore=Donatella Lombello|titolo=Dedicata al celebre scrittore la biblioteca Demattè a Treviso|pubblicazione=Il Pepe Verde|data=Giugno 2016|pp=38-39}}
== Collegamenti esterni ==
* <nowiki>{cita libro|Renato|Bertacchini|Novelle e racconti dell'Otto-Novecento in Italia|1986|Studium|1998|ISBN=8838237999}}</nowiki><br />
*{{imdb|film|0124321}}
 
== Voci correlate ==
{{Film di Ettore Scola}}
[[Biblioteca comunale di Treviso]]
{{Portale|cinema}}
 
[[Giuseppe Mazzotti]]
[[Categoria:Film drammatici]]
 
[[Categoria:Film diretti da Ettore Scola]]
== Altri progetti ==
[[Categoria:Film ambientati in Veneto]]
{{Controllo di autorità}}
[[Categoria:Film girati in Veneto]]
{{Portale|biografie|letteratura}}