Discussioni progetto:Economia/Archivio e Dialetti del Lazio: differenze tra le pagine
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[[File:Dialetti italiani centrali.jpg|thumb|I dialetti laziali che rientrano nel quadro dei dialetti italiani mediani]]
[[File:Neapolitan language.jpg|thumb|I dialetti laziali meridionali nel quadro dei dialetti italiani meridionali]]
I '''dialetti del [[Lazio]]''' sono classificati entro tre gruppi fondamentali: ai [[dialetti italiani mediani]] appartengono il [[dialetto romanesco|romanesco]], il [[dialetto sabino]], il [[dialetto ciociaro]], [[dialetti dei Castelli Romani]] e i [[dialetti della Tuscia viterbese]]; ai [[dialetti italiani meridionali]] appartiene il [[Laziale meridionale|dialetto laziale meridionale]] e, in alcune aree al confine con la Campania, il [[dialetto campano]]; ai [[Dialetto veneto|dialetti veneti]] appartiene il [[Comunità venetopontine|dialetto venetopontino]].
Il Lazio, dunque, come le altre regioni centrali dell'Umbria e delle Marche, ha una situazione dialettale non unitaria; la linea Roma-Ancona, infatti, è uno dei confini di maggiore importanza nell'ambito dei dialetti italiani<ref>Autori vari, ''Lazio, non compresa Roma e dintorni'', Touring editore, 1981 (pagina 63). Consultabile su Google libri a [https://books.google.it/books?id=1TwQ54xw9VgC&pg=PA63&dq=dialetti+italiani&hl=it&sa=X&ei=iV8WVZ6LC9jwaJ7PgoAP&ved=0CEcQuwUwBg#v=onepage&q=dialetti%20italiani&f=false questa pagina]</ref>
== Gruppo dei dialetti mediani ==
{{vedi anche|Italiano centrale}}
* ''[[dialetto ciociaro]]''
* ''[[dialetto sabino]]'', in [[provincia di Rieti]] e [[provincia di Roma]]
* ''[[dialetto umbro meridionale]]'' Parlato in alcune aree della [[Provincia di Perugia]] ed in quasi tutto il territorio di quella di [[Terni]]. È diffuso anche in alcune zone estreme della provincia di [[Rieti]] ,al confine con l’Umbria, come nella sottospecie ternana parlata nel borgo di [[Lugnola]]
* ''[[dialetti della Tuscia viterbese]]'', in [[provincia di Roma]] e [[provincia di Viterbo]]
* ''[[dialetti dei Castelli Romani]]'', in [[provincia di Roma]]
* ''[[dialetto romanesco]]''.
=== Gruppo sabino (reatino) ===
Il [[dialetto sabino]] riguarda sostanzialmente la [[Provincia di Rieti]] e sconfina ampiamente nella vicina [[Provincia dell'Aquila]] — che, fino al [[1927]], comprendeva buona parte dell'attuale reatino — fino alla stessa città dell'[[L'Aquila|Aquila]].
Alcuni comuni della [[Campagna romana]] limitrofi alla [[Provincia di Rieti]] come [[Monterotondo]], [[Palombara Sabina]] e Montecelio (Sabina storica), e per certi versi [[Tivoli]] e [[Mentana (Italia)|Mentana]], presentano un dialetto di tipo sabino ancorché in forte regresso in favore del [[romanesco]] presso le generazioni più giovani di parlanti.
=== Gruppo umbro (viterbese) ===
Il dialetto della [[Provincia di Viterbo]] è considerato "paramediano", ossia di transizione tra il dialetto della Toscana meridionale e quelli mediani veri e propri, con caratteristiche quindi di maggiore intelligibilità con l'italiano rispetto ai dialetti mediani veri e propri, ove si escluda il romanesco. Gli influssi toscani meridionali sono avvertibili specialmente nelle aree di confine con la [[provincia di Grosseto]], come a [[Montalto di Castro]] e in misura minore a [[Tarquinia]] e nella stessa [[Viterbo]] col suo hinterland: ciò è avvertibile specialmente sotto il profilo lessicale, dal momento che sono in uso vocaboli tipicamente toscani sconosciuti al romanesco, quali "il mi' babbo" per "mio padre", i suffissi in -ino/-ina anziché in -étto/-étta ("cosina" per "cosetta"), l'aggiunta dell'articolo davanti ai nomi femminili ("la Maria" per "Maria") ed infine l'esclamazione "via" in fine di frase con funzione esortativa. Viceversa, la pronuncia, l'impianto fonetico e le cadenze sono tipicamente laziali, tant'è che il fenomeno della "[[Gorgia toscana]]" si verifica unicamente a [[Bagnoregio]], sia pure in maniera ben poco avvertibile: risulta pertanto evidente che il confine tra le parlate toscane e
laziali coincide con quello regionale, il quale a sua volta non fa altro che ricalcare quello anticamente presente tra [[Stato Pontificio]] e [[Granducato di Toscana]].
Un orecchio allenato può distinguere alcune pronunce vocaliche diverse rispetto all'italiano parlato a Roma, ed in alcuni casi anche rispetto all'italiano standard, quali ad esempio "nòme", "gònna", "scèndere", "bistècca", nonché i suffissi in "-èsimo", ecc.
=== Gruppo laziale ===
==== Area romana ====
Il [[romanesco]] è diffuso a [[Roma]], ma anche in alcune zone meridionali della [[Provincia di Viterbo]] e nella zona costiera della [[Provincia di Roma|Provincia romana]], (tra [[Civitavecchia]] e [[Anzio]], ma in misura minore a [[Nettuno (Italia)|Nettuno]], il cui dialetto mantiene relitti fonetici e lessicali di tipo riconducibile ai dialetti dei Castelli romani). Nella provincia di Latina, a seguito delle bonifiche operate nel fascismo sono sorte località ([[Latina]] stessa, [[Aprilia (Italia)|Aprilia]], [[Sabaudia]], ecc.) che vennero abitate soprattutto da persone originarie della
capitale e zone limitrofe, per cui si è affermato un dialetto di tipo riconducibile al romanesco, sia pure con caratteristiche più arcaiche e meridionali, e i cui influssi si fanno sentire fino a [[San Felice Circeo]] e in misura minore a [[Terracina]], località queste ultime già però rientranti nella famiglia dialettale meridionale o "napoletana".
Il dialetto romanesco presenta caratteristiche notevolmente peculiari rispetto ai dialetti mediani veri e propri, poiché risente di un forte influsso del [[dialetto toscano]], esercitatosi dopo il [[Sacco di Roma (1527)|Sacco di Roma del 1527]] ad opera dei [[Lanzichenecchi]]: accadde infatti che la città,
decimata nel numero degli abitanti, venne ripopolata da persone di originarie prevalentemente del [[Granducato di Toscana]], peraltro area di origine della maggior parte dei pontefici; ciò ha portato così ad una progressiva "smeridionalizzazione" del dialetto, che da simile a quello delle parlate tuttora debolmente in vita nell'area dei Castelli romani si trasformò a mano a mano nell'attuale romanesco, conosciuto in tutta Italia ed in grado di esercitare un influsso linguistico non solo in tutto il Lazio ma anche nel centro-sud in genere. Per via dunque di tale evoluzione propria - che lo avvicina oggi molto più che in passato all'italiano standard - alcuni linguisti ne propongono una classificazione indipendente rispetto ai dialetti mediani, con i quali tuttavia condivide numerose isoglosse pur con un basso grado di mutua intelligibilità.
==== Area dei Castelli romani ====
Nella zona dei [[Castelli romani]] (tra [[Frascati]] e [[Velletri]]) si sta diffondendo la lingua della [[Roma|Capitale]], ma in parte resistono le parlate originarie, piuttosto variegate e riconducibili in parte al romanesco (antico e moderno), in parte al ciociaro, in parte ad altri influssi esterni.
==== Area ciociara ====
Nella parte orientale della [[Provincia di Roma]], e nei comuni della [[Provincia di Frosinone]] e della [[provincia di Latina]] compresi nell'antico [[Stato della Chiesa]] sono parlati dialetti di tipo ciociaro, caratterizzati soprattutto dalla [[metafonesi|metafonesi ciociara]] e da altre caratteristiche [[dialetti mediani|mediane]]. Come parziale eccezione però si osserva a partire da [[Frosinone]] la presenza di [[metafonesi]] [[Lingua napoletana|napoletana]], e anche lo "[[schwa]]" velarizzato, ossia in conguaglio in "e" delle vocali finali (eccezion fatta che per la -a), che si verifica anche lungo la costa da [[San Felice Circeo]] e [[Terracina]] procedendo verso sud. Nella stessa [[Terracina]] e in alcuni dialetti dei [[Castelli romani]] è presente ugualmente il dittongo metafonetico napoletano, anche se in condizioni irregolari.
[[File:Lazio meridionale dialetti.jpg|upright=1.4|thumb|[[Dialetti italiani meridionali|Dialetti meridionali]] (in magenta) e [[dialetti italiani mediani|mediani]] (in rosa) nel [[Lazio]] (tra le province di Frosinone e Latina il confine è segnato dal consonantismo)<ref>Pellegrini G. B, Carta dei dialetti d'Italia, Pacini ed., Pisa 1977.</ref>]]
== Gruppo dei dialetti meridionali ==
{{vedi anche|Dialetti italiani meridionali}}
* ''[[Dialetto campano]]''
** ''[[Laziale meridionale]]''<ref>Pellegrini Carta dei Dialetti d'Italia</ref>
Il gruppo "laziale" dei [[dialetti meridionali]] riguarda sostanzialmente la parte delle [[Province]] di [[Frosinone]] e [[Latina]] che era compresa nell'antico [[Regno di Napoli]]. In quest'area, nei dialetti vi sono chiari influssi campani e in minima parte ciociari e romaneschi, nonostante la zona in questione mantenga comunque caratteristiche endogene ben precise. Nella parte costiera dell'area in questione ([[San Felice Circeo]], [[Terracina]], [[Gaeta]], [[Formia]], [[Sperlonga]]), e anche nei pressi della stessa ([[Fondi]], [[Monte San Biagio (Italia)|Monte San Biagio]], [[Itri]]) è presente un vocalismo finale di tipo "[[Lingua napoletana|napoletano]]", con il conguaglio in di -o, -i, -e finali - e spesso anche -a nelle aree in cui l'influsso napoletano era più forte - nell'unico esito generalizzato in "ë": detto fenomeno, noto anche come "[[schwa]]" velarizzato, è possibile rilevarlo anche in alcuni dialetti della zona interna, per es. nella stessa [[Frosinone]] (ma tranne che per -a finale, che non cade), a [[Cassino]], [[Sora (Italia)|Sora]], [[Isola Liri]], [[Esperia]], ecc. Sempre nella zona costiera, e anche in qualche comune della zona interna (es. Esperia), vi sono "turbamenti" anche delle vocali interne, tali da rendere affini questi dialetti più che al napoletano vero e proprio, alle parlate [[Puglia|pugliesi]] e [[Molise|molisane]]. Ciò è probabilmente dovuto all'afflusso di pescatori provenienti non solo dal [[Golfo di Napoli]], ma anche dalla [[Puglia]], che si ritrovarono anche nella zona del [[Lago]] di [[Fondi]]. È da notare che nell'area costiera settentrionale si fa sempre più forte, specie tra i giovani, l'influsso del romanesco, sia pure nella variante "pontina" parlata a [[Latina]] e provincia, e ciò soprattutto a San Felice Circeo, data la sua contiguità coi centri edificati durante le bonifiche operate nel fascismo, che furono colonizzati da persone provenienti in massima parte da Roma: le ragioni di tale tendenza a "romanizzare" la parlata locale risiedono nell'ormai secolare prestigio linguistico che un centro come Roma è in grado di esercitare ormai pressoché in tutta la regione Lazio e nell'Italia centromeridionale in genere.
Nel centro storico di Gaeta è parlato il dialetto napoletano, anche se con vocali più "allungate", in quanto in essa risiedevano funzionari amministrativi e militari del [[Regno di Napoli]] che parlavano il linguaggio della Capitale partenopea nella sua variante più colta; nella restante parte del comune gaetano vi è invece un dialetto più simile a quelli dei centri limitrofi. La parlata napoletana è presente anche nelle [[Isole Ponziane]]. Vi sono poi altre parlate che a livello di vocalismo sono "aberranti" rispetto a quelle costiere e riconducono in parte ai dialetti mediani (per es. [[Lenola]], [[Castelforte]], [[Santi Cosma e Damiano (Italia)|Santi Cosma e Damiano]], [[Minturno]], [[Ausonia (Italia)|Ausonia]], [[Sant'Ambrogio sul Garigliano]], nelle quali sono presenti in pratica tutte le vocali e non vi è il conguaglio in "e"). È presente il [[dittongo metafonetico]] [[Lingua napoletana|napoletano]] nella grande maggioranza, ma si rileva la [[metafonesi]] [[sabina]] a Sora, [[Pontecorvo]], Fondi, Lenola, Minturno, Ausonia.
Nei dialetti in questione, nonostante abbiano chiare caratteristiche "[[meridionali]]" vi sono comunque anche alcuni vocabili del [[Ciociaro]] e del [[Romanesco]], sia pure in forma minoritaria. Ciò accade soprattutto perché tra le parlate dei paesi laziali "pontifici" e "borbonici" vi sono affinità strutturali, tenendo conto che da questa zona linguisticamente "meridionale", il confine con lo [[Stato della Chiesa]], tra [[Monte San Biagio (Italia)|Monte San Biagio]] e [[Sonnino]], non è molto lontano. In ogni caso, lo stacco dialettale è molto più "secco" proprio al confine sud tra i due stati pre-unitari di quanto lo sia, per esempio, nel confine ovest (tra [[Frosinone]] e [[Isola Liri]]).
La presenza dell'antico confine tra Stato Pontificio e Regno di Napoli si riflette tutt'oggi sulla pronuncia delle vocali: mentre infatti a Terracina vi è ancora la pronuncia chiusa di vocaboli quali "nóme", "esémpio" e i suffissi "-ménto e -ménte", già a Monte San Biagio essi suonano aperti. In alcuni centri quali Sperlonga, Gaeta ed Itri si differenzia addirittura tra gli avverbi in "-ménte", che vengono pronunciati chiusi, e i sostantivi in "-mènto", resi invece aperti. Sempre nelle aree più meridionali si verifica esattamente come a Napoli l'apertura di vocaboli quali "giòrno" e "lòro".
== Gruppo veneto ==
{{Vedi anche|Dialetto veneto}}
* ''[[Comunità venetopontine|Venetopontino]]''.
Dopo la bonifica delle paludi dell'[[agro pontino]], avvenuta nel [[ventennio fascista]], furono edificate alcune città, la più importante delle quali è [[Latina]], oggi capoluogo dell'omonima [[provincia]]. Questa zona fu massicciamente colonizzata da famiglie contadine originarie del [[Veneto]], [[Friuli]] ed [[Emilia]], con la formazione delle cosiddette ''[[comunità venetopontine]]'' nelle quali in particolare il dialetto veneto è tuttora presente in campagna nelle aree più isolate e nelle generazioni più anziane, ancorché in regresso in favore del [[romanesco]].
== Fonti ==
Alvise Schanzer, ''Per la conoscenza dei dialetti del Lazio sud-orientale: lo scadimento vocalico alla finale (primi risultati)'', "Contributi di filologia dell'Italia mediana III" 1989.
Francesco Avolio, ''Il confine meridionale dello Stato Pontificio e lo spazio linguistico campano'', "Contributi di filologia dell'Italia mediana IV" 1992.
[[Pietro Trifone]], [https://www.academia.edu/15932159/Roma_e_il_Lazio_intero_volume_1_ Roma e il Lazio], Torino, UTET, 1992 (Prima Parte: Storia linguistica di Roma e del Lazio dalle origini del volgare al Novecento).
[[Pietro Trifone]], [https://www.academia.edu/15954140/Roma_e_il_Lazio_intero_volume_2_ Roma e il Lazio], Torino, UTET, 1992 (Seconda Parte: Antologia di testi romani e laziali dalle origini del volgare al Novecento).
== Note ==
{{Vedi anche|Clemente Merlo}}
<references/>
{{Dialetti d'Italia}}
{{Portale|Linguistica|Lazio}}
[[Categoria:Lingue e dialetti del Lazio| ]]
[[Categoria:Lazio]]
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