Fondazione di Milano e Wikipedia:Pagine da cancellare/Conta/2018 novembre 20: differenze tra le pagine

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{{torna a|Milano}}
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{{Citazione|[...] Gli [[Insubri]] avevano come metropoli ''[[Mediolanum]]'', che anticamente era un villaggio, ora invece è un'importante città al di là del [[Po]] quasi ai piedi delle [[Alpi]]. [...] |[[Strabone]], ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'', V, 1.6.}}
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[[File:Scrofa semilanuta.jpg|thumb|Bassorilievo della [[scrofa semilanuta]] su un [[capitello]] del [[Palazzo_della_Ragione_(Milano)|Palazzo della Ragione]] di Milano, testimoniante le origini celtiche della città]]
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La '''fondazione della città di [[Milano]]''' secondo la tradizione [[leggenda]]ria riportata da [[Tito Livio]] e poi ripresa in epoca [[Medioevo|medioevale]] da [[Bonvesin de la Riva]]<ref>Nel ''De Magnalibus urbi Mediolani''.</ref> avvenne nel [[VI secolo a.C.]] nel luogo dove fu trovata una [[scrofa semilanuta]], per opera della tribù [[celti]]ca guidata da [[Belloveso]] che sconfisse gli [[Etruschi]]<ref>Tito Livio, ''Ab Urbe condita'', V, XXXIV; la traduzione delle citazioni testuali è in Tito Livio, ''Storia di Roma'' (a cura di Guido Vitali e Carlo Vitali), Milano, Mondadori, 2007, vol. I, p. 769</ref>, che fino ad allora avevano dominato la zona.
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Secondo un'altra tradizione leggendaria, riportata da [[Bernardino Corio]] nella sua ''Storia di Milano'' che l'attribuisce a [[Marco Porcio Catone|Catone]], Milano fu fondata da Medo e Olano, due comandanti etruschi durante l'espansione di questa civiltà nell'[[Etruria padana|Italia settentrionale]]. [[Plinio il Vecchio]] (23 - 79) nella sua ''[[Naturalis historia]]'' attribuisce invece direttamente ai Celti la fondazione della città, che in origine sarebbe stato solo un villaggio.
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Secondo invece gli storici moderni, Milano fu fondata con il nome di ''Medhelan''<ref name="grandelombardia">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.grandelombardia.org/it/?p=3809|titolo=Il lessico lombardo|accesso=23 settembre 2017|editore=grandelombardia.org}}</ref><ref name="gobba">{{cita web|url=http://www.lagobba.it/?p=652|titolo=Il milanese crogiuolo di tanti idiomi|accesso=24 settembre 2017}}</ref> da una tribù [[celti]]ca facente parte della tribù degli [[Insubri]] e appartenente alla [[cultura di Golasecca]] all'inizio del [[VI secolo a.C.]]<ref name="Gualdoni|p. 10">{{cita|Gualdoni|p. 10}}.</ref>. Il primigenio insediamento celtico di ''Medhelan'' fu in seguito, da un punto di vista [[Topografia|topografico]], sovrapposto e sostituito da quello romano; quest'ultimo fu chiamato dagli [[antichi Romani]], come è attestato da [[Tito Livio]]<ref>[[Tito Livio]] (''Historiae'', 5,34).</ref><ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/milano/|titolo=Milano|accesso=29 agosto 2014|editore=treccani.it}}</ref>, ''[[Mediolanum]]''. La città romana fu poi a sua volta gradualmente sovrapposta e rimpiazzata da quella medievale. Il centro urbano di Milano è quindi costantemente cresciuto a macchia d'olio, fino ai tempi moderni, attorno al primo nucleo celtico.
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 8 |voce = Giuseppe Pipitone |turno = |tipo = semplificata |data = 2018 novembre 20 |multipla = |argomenti = editoria, criminalità |temperatura = 12 }}
 
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== Toponimo ==
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 10 |voce = Laura Marine |turno = |tipo = semplificata |data = 2018 novembre 20 |multipla = |argomenti = cinema, televisione |temperatura = 100 }}
[[File:Chateaumeillant 01 2009.jpg|thumb|Panorama di Châteaumeillant, [[comuni della Francia|comune francese]] della regione del [[Centro-Valle della Loira]], il cui nome ha la stessa [[etimologia]] di "Milano"]]
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Nel toponimo [[Lingua latina|latino]] ''Mediolanum'' i linguisti riconoscono, tradizionalmente, un termine composto formato dalle parole ''medio'' e ''planum'' ("in mezzo alla pianura" o "pianura di mezzo", con ''planum'' divenuto ''lanum'' per influsso della [[Lingue celtiche|lingua celtica]]. Indicativa è infatti la caduta della ''p-'' di inizio di parola, che è tipico della lingua celtica<ref name="CraccoRuggini17">L.Cracco Ruggini, ''Milano da "metropoli" degli [[Insubri]] a capitale d'Impero: una vicenda di mille anni'', in Catalogo della Mostra "''Milano capitale dell'Impero romani (286-402 d.C.)''", a cura di Gemma Sena Chiesa, Milano 1990, p.17.</ref>). Anche il toponimo celtico ''Medhelan''<ref name="grandelombardia"/> significa "in mezzo alla pianura". Vi sono decine di ''Mediólanon'' (nome dato dagli [[Etnografia|etnografi]] [[Antica Grecia|greci]] a ''Medhelan'') in tutta l'Europa celtica. I Celti che fondarono Milano, che facevano parte della tribù degli [[Insubri]], appartenevano alla [[cultura di Golasecca]].
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 13 |voce = Armi di Resident Evil 4 |turno = |tipo = semplificata |data = 2018 novembre 20 |multipla = |argomenti = videogiochi |temperatura = 53 }}
 
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 14 |voce = Aliquota contributiva pensionistica di equilibrio previdenziale |turno = |tipo = semplificata |data = 2018 novembre 20 |multipla = |argomenti = diritto |temperatura = 6 }}
Secondo altri studiosi, come lo storico francese [[Henri Martin]] e il linguista [[Christian Guyonvarc]], il significato del termine ''Mediolanum'' sarebbe invece "[[santuario]] centrale". La traduzione "pianura del centro" sarebbe, a parer loro, errata perché alcuni dei toponimi identici a questo riguardano località poste su alture<ref>Per quanto, relativamente allo specifico milanese, nell'area ove si sviluppa la città non siano oggi osservabili alture di sorta e neppure alture siano menzionate in testi antichi o la loro esistenza possa essere desunta da toponimi locali.</ref><ref>Françoise Le Roux, Christian-Joseph Guyonvarc'h. ''I druidi'', pag. 522. Genova, ECIG, [[1990]]. ISBN 88-7545-883-9.</ref>. Numerosi studiosi successivi considerano esatta tale tesi ottocentesca, che fu proposta per la prima volta proprio da Henri Martin<ref>Venceslas Kruta, ''La grande storia dei Celti'', Newton & Compton Editori, Roma, 2003, pagg. 301-302</ref>.
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 15 |voce = Antonio Zuluaga |turno = |tipo = semplificata |data = 2018 novembre 20 |multipla = |argomenti = arte |temperatura = 1 }}
 
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Due sono gli insediamenti che con certezza si possono ricondurre alla comune derivazione [[Etimologia|etimologica]] di "Milano", [[Châteaumeillant]] e [[Mont-Miolant]], mentre molti altri hanno l'origine del proprio nome simile a quello dell'antica ''Medhelan''. La tesi non è riconosciuta da tutti gli studiosi perché più località con tale nome ed etimologia si trovano nel medesimo territorio (in questo modo verrebbe meno la centralità assoluta di una località specifica, da cui avrebbe senso definire questo insediamento strettamente "in mezzo alla pianura"): tre per esempio erano nel territorio degli [[Ambiani]], degli [[Allobrogi]], degli [[Edui]] e dei [[Segusiavi]], e due in quello dei [[Biturigi]] e degli [[Ausci]].
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{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 1 |voce = Idol Ace |turno = |tipo = consensuale |data = 2018 novembre 20 |durata = < un giorno |multipla = }}
== Territorio ==
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Stop}}
{{vedi anche|Idrografia di Milano}}
[[File:Vettabbia foce51.JPG|thumb|La foce della Vettabbia nel Lambro a Melegnano]]
 
Sulla nascita di Milano oggi si avanzano due ipotesi, più plausibili rispetto alla datazione fatta da Livio,<ref name="TCIMilano23">AAVV, ''Milano'', Touring Club Italiano, 2005, p.23.</ref>, che si basano sullo studio e sulle indagini archeologiche compiute in tempi moderni sul territorio milanese:
# ''Medhelan'' potrebbe essere sorta sulla "linea dei [[Risorgiva|fontanili]]", laddove vi è l'incontro, nel sottosuolo, tra strati geologici a differente permeabilità, cosa che permette alle acque profonde di riaffiorare in superficie<ref>{{Cita libro|autore=AA.VV.|titolo=Storia di Milano|editore=Fondazione Treccani degli Alfieri|città=Milano|anno=1954|pagine=11|volume=I|capitolo=Il nostro suolo prima dell'uomo}}</ref>. Ciò potrebbe significare che ''Medhelan'' sia nata su una lingua di terra che originariamente dava su una [[palude]], in un luogo quindi ben difendibile.
# ''Medhelan'' potrebbe, infine, essere nata alla confluenza di due (o addirittura quattro) fiumi,<ref name="CraccoRuggini17"/> ovvero il [[Seveso (fiume)|Seveso]], il [[Merlata]], l'[[Olona]] (le cui acque avrebbero poi generato, in epoca romana, un [[canale artificiale|canale navigabile]] chiamato ''Vepra'', che a sua volta si si sarebbe collegato ad un altro canale artificiale chiamato [[Vettabbia]],<ref name="MilanoCapitale95">Donatella Caporusso, ''Milano (Mediolanum): la situazione idrografica di Milano romana'', in Catalogo della Mostra "''Milano capitale dell'Impero romani (286-402 d.C.)''", a cura di Gemma Sena Chiesa, Milano 1990, p.95.</ref>, quest'ultimo scavato nel [[I secolo]]<ref name="Archeo307p.77">D.Caporusso & A.Ceresa Mori, ''C'era una volta Mediolanum'', in [[Archeo (periodico)|Archeo attualità dal passato]] di settembre 2010, n.307, p.77.</ref>),<ref name="MilanoCapitale456">AAVV., ''Carte e rilievi'', in Catalogo della Mostra "''Milano capitale dell'Impero romani (286-402 d.C.)''", a cura di Gemma Sena Chiesa, Milano 1990, p.456.</ref> e il [[Lambro]].<ref name="MilanoCapitale94">Donatella Caporusso, ''Milano (Mediolanum): la situazione idrografica di Milano romana'', in Catalogo della Mostra "''Milano capitale dell'Impero romani (286-402 d.C.)''", a cura di Gemma Sena Chiesa, Milano 1990, p.94.</ref>
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==Le fonti antiche==
{{Citazione|[...] A [[Segoveso]] fu quindi destinata dalla sorte la [[Selva Ercinia]]; a [[Belloveso]] invece gli Dei indicavano una via ben più allettante: quella verso l'[[Italia]]. Quest'ultimo portò con sé il soprappiù di quei popoli, [[Biturgi]], [[Arverni]], [[Senoni]], [[Edui]], [[Ambarri]], [[Carnuti]], [[Aulirci]]. Partito con grandi forze di fanteria e di cavalleria, giunse nel territorio dei Tricastini. Di là si ergeva l'ostacolo delle [[Alpi]]... Essi poi, attraverso i monti Taurini e la valle della [[Dora Riparia|Dora]], varcarono le [[Alpi]]; e, sconfitti in battaglia gli [[Etruschi]] non lungi dal [[Ticino (fiume)|Ticino]], avendo sentito dire che quello in cui si erano fermati si chiamava territorio degli [[Insubri]], lo stesso nome che aveva un cantone degli [[Edui]], accogliendo l'augurio del luogo, vi fondarono una città che chiamarono Mediolanium. [...]|[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri|Historiae]]'', 5, 34}}
[[File:9763 - Museo archeologico di Milano - Vaso a trottola (sec. III-II a.C.) - Foto Giovanni Dall'Orto, 13-mar-2012.jpg|thumb|Vaso a trottola di fabbricazione celtica, risalente al periodo precedente la [[Conquista romana della Gallia Cisalpina|conquista romana]] (III-II secolo a.C.) e conservato al [[Museo archeologico di Milano]]]]
 
Secondo la tradizione tramandata da [[Tito Livio]] ([[50 a.C.]] - [[17]]), la fondazione di Milano sarebbe avvenuta per mano di [[celti|popolazioni celtiche]] provenienti dai territori al di là delle [[Alpi]] e guidate dalla mitica figura di [[Belloveso]] tra la fine del [[VII secolo a.C.|VII]] e gli inizi del [[VI secolo a.C.]]
 
Queste tribù avrebbero sconfitto gli [[Etruschi]] sul [[Ticino (fiume)|Ticino]] e si sarebbero poi insediate in un territorio già abitato dagli [[Insubri]], che avevano dato il nome alla regione. I racconti leggendari sulla fondazione di Milano si intrecciano anche con la mitica [[scrofa semilanuta]] (in latino ''medio lanum''), che avrebbe indicato a [[Belloveso]] il luogo in cui fondare un santuario, essendo stata avvistata sotto un [[Crataegus monogyna|biancospino]], pianta sacra alla dea [[Belisama]].
 
[[Gaio Plinio Secondo|Plinio il Vecchio]] ([[23]] - [[79]]) nella sua ''[[Naturalis Historia]]'' attribuisce invece direttamente agli [[Insubri]] la fondazione di Milano, mentre [[Strabone]] ([[63 a.C.]] circa - [[19]] circa) sostiene che il legame dell'antico villaggio di ''Mediolanum'' con gli [[Insubri]] perdurava ancora ai suoi tempi. Anche [[Polibio]] ([[202 a.C.]] - [[118 a.C.]] circa) aveva già in precedenza dato prova della presenza degli [[Insubri]] nella regione e della loro importanza.<ref>[[Polibio]], ''[[Storie (Polibio)|Storie]]'', 2,17.</ref>
 
{{Citazione|[...] Anticamente, dunque, come ho detto, la regione intorno al Po era abitata per la maggior parte dai [[Celti]]. Le stirpi più importanti tra i Celti erano quelle dei [[Boi]] e degli [[Insubri]] e, inoltre, quelle dei [[Senoni]] che con i [[Gesati]] avevano occupato al primo assalto la città dei Romani. Questi popoli furono completamente distrutti dai Romani e i Boi furono cacciati dalle proprie sedi. Essi andarono ad insediarsi nelle regioni dell'[[Istro]] e qui abitarono insieme con i [[Taurisci]], combattendo contro i [[Daci]] finché tutta la loro stirpe fu sterminata. Abbandonarono così, come pascolo per i popoli vicini, quella terra che faceva parte dell'[[Illiria]]. Gli Insubri, invece, ci sono ancora oggi. Essi avevano come metropoli ''[[Mediolanum]]'', che anticamente era un villaggio (tutti infatti abitavano sparsi in villaggi); ora invece è una città importante, al di là del [[Po]] quasi ai piedi delle [[Alpi]]. [...]|[[Strabone]], ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'', V, 1.6.}}
 
{{Citazione|[...] [Le terre] che sono situate nei dintorni delle foci del Po furono abitate dai Laevi e dai Lebeci, e dopo di loro dagli Insubri, il più grande di questi popoli; e a valle lungo il fiume, vivevano i Cenomani. [...]|[[Polibio]], Storie, 2,17.}}
 
==I dati archeologici==
[[File:9754 - Museo archeologico di Milano - Olletta celtica (sec. II-I a.C.) - Foto Giovanni Dall'Orto, 13-mar-2012.jpg|thumb|left|Olletta celtica risalente al periodo precedente la conquista romana (III-II secolo a.C.) e conservato al Museo archeologico di Milano]]
 
La continuità di vita per molti secoli nello stesso sito ha profondamente manomesso il deposito archeologico, ma l'adozione di rigorose tecniche di scavo stratigrafico ha consentito di fare molti passi avanti nella conoscenza della protostoria della città.
 
Nel [[II millennio a.C.]], durante l'[[età del bronzo]] si erano formati nel territorio tra il [[Ticino (fiume)|Ticino]] e l'[[Adda]] i primi villaggi stabili. Nel [[I millennio a.C.]], nell'ambito della [[cultura di Golasecca]], della prima [[età del ferro]], vi si trovano tre centri principali, i siti corrispondenti a [[Bellinzona]], a [[Sesto Calende]] - [[Golasecca]] - [[Castelletto Ticino]] e a [[Como]]: gli ultimi due in particolare si trovavano lungo importanti itinerari commerciali, facilitati dalla vicinanza con i corsi d'acqua, che mettevano in comunicazione il [[Mediterraneo]] con i territori oltre le [[Alpi]]: risalendo il fiume [[Toce]] si arrivava dal [[lago Maggiore]] al [[passo del Sempione]], mentre seguendo il Ticino si arriva al [[passo del San Gottardo]], da cui si accede alle valli del [[Reno (fiume)|Reno]] e del [[Rodano (fiume)|Rodano]].
 
Nel V secolo a.C. si assiste al declino dei centri golasecchiani posti lungo il corso del [[Ticino (fiume)|Ticino]], probabilmente a vantaggio di una rete di traffici gravitante attorno al nuovo centro proto-urbano di ''Mediolanum''. La carta di distribuzione dei ritrovamenti della prima [[età del Ferro]] mostra che il l'insediamento golasecchiano ([[V secolo a.C.]]) occupava un'area di circa 12 ettari attorno al futuro [[foro romano di Milano]] (quindi nei pressi della moderna [[piazza San Sepolcro]])<ref>Soprintendenza di Milano ''L'anfiteatro di Milano e il suo quartiere'' ed. Skira</ref>.
 
L'invasione celtica del [[IV secolo a.C.]] segna convenzionalmente il passaggio dalla prima alla tarda età del Ferro in Italia settentrionale. Gli [[Insubri]] si stanziarono nella piana tra Ticino e [[Oglio]]. La fondazione avvenne, secondo il racconto di [[Tito Livio]] ripreso in epoca [[Medioevo|medioevale]] da [[Bonvesin de la Riva]]<ref>Nel ''De Magnalibus urbis Mediolani''.</ref>, ad opera di [[Belloveso]], nipote del re dei [[Galli Biturigi]]. In base ai ritrovamenti archeologici, l'''oppidum'' celtico doveva avere medesima localizzazione ed estensione dell'insediamento golasecchiano, ma non sono mai venute alla luce opere difensive urbane, probabilmente costruite in legno e terra, cosa che spiega l'attribuzione della definizione di "villaggio" da parte di [[Polibio]] e [[Strabone]].
 
In corrispondenza dell'attuale [[Biblioteca Ambrosiana]], a piazza San Sepolcro, gli scavi archeologici hanno rivelato la presenza del Foro di epoca romana, pavimentato in pietra nel I secolo, a sua volta preceduto da un quartiere di abitazioni in legno risalente all'abitato golasecchiano del V secolo a.C.<ref>"L'area presumibile dell'insediamento del periodo di Golasecca IIIA, di un'estensione pari a 12 ettari, ottenuta collegando i ritrovamenti del V secolo a.C., comprende la zona attorno alla piazza del foro, corrispondente all'attuale Biblioteca Ambrosiana, tra le piazze Pio XI e S. Sepolcro, e quella tra via Meravigli, Piazza del Duomo e via Valpetrosa". Anna Ceresa Mori (Le origini di Milano, in 3º Convegno Archeologico Lombardo - La Protostoria in Lombardia, Atti del Convegno, Como, Villa Olmo 22-23-24 ottobre 1999).</ref>.
 
==L'ipotesi del santuario celtico==
[[File:9759 - Museo archeologico di Milano - Dracme galliche (sec. II-I a.C.) - Foto Giovanni Dall'Orto, 13-mar-2012.jpg|thumb|left|Dracme celtiche in argento, coniate a Milano ad imitazione delle [[Dracma|dracme greche]] di [[Massalia]] ([[Marsiglia]]), risalenti al periodo precedente la conquista romana (II-I secolo a.C.) e conservate al Museo archeologico di Milano. Alcune riportano scritte in [[Lingua etrusca|caratteri etruschi]]]]
Secondo alcuni studiosi nell'attuale tessuto urbano sono tuttora leggibili delle zone ellittiche, che anticamente dovevano essere definite da fossati. I fossati avevano lo scopo di definire sacralmente lo spazio urbano, distinguendo "dentro" e "fuori", e contemporaneamente dovevano proteggerlo dalle acque che scorrevano nel territorio. Una ellisse corrisponderebbe al centro abitato della Biblioteca Ambrosiana (piazza San Sepolcro).
 
Altri ipotizzano, senza basarsi su alcuna fonte archeologica, che nell'attuale tracciato urbano sarebbe identificabile una seconda ellisse, situata in corrispondenza dell'attuale piazza della Scala, che secondo ricerche [[Archeoastronomia|archeoastronomiche]] sarebbe stata allineata secondo precisi punti astronomici e che potrebbe essere stata un antico santuario celtico.
 
In base a quest'ipotesi, il racconto liviano potrebbe dunque rifersi più specificamente alla fondazione rituale di un luogo sacro (''midlann'', "tra le terre") nel posto indicato dai segni della [[scrofa semilanuta]] (''medio-lanum'') bianca e del [[Crataegus monogyna|biancospino]], sacro alla dea [[Belisama]], a cui ben si accorda il carattere spiccatamente religioso della figura di Belloveso. Intorno a questo primitivo santuario si sarebbe quindi sviluppato il "villaggio" di cui parla Strabone.<ref>Adriano Gaspani ''Alle origini di Milano'', Le Stelle, n. 40, maggio 2006</ref>
 
L<nowiki>'</nowiki>''[[oppidum]]'' celtico conoscerà quindi un grande sviluppo dopo l'alleanza degli Insubri con i Romani, nel [[II secolo a.C.|II]]-[[I secolo a.C.]], fino all'estensione, corrispondente a circa 80 ettari, fissata dalla cinta muraria di epoca [[Gaio Giulio Cesare|cesariana]]. L'impianto urbanistico della città romana sembra aver sostanzialmente rispettato l'organizzazione spaziale dell<nowiki>'</nowiki>''oppidum'' celtico, definito dalle vie di comunicazione protostoriche.
 
Secondo i sostenitori della teoria che all'origine di Milano vi sia un "luogo sacro" questo avrebbe avuto una forma di [[ellisse]] e avrebbe occupato la parte nordorientale della città. La città stessa corrisponderebbe invece ad un cerchio, individuabile dalle attuali vie Lauro, San Giovanni sul Muro, Brisa, Morigi e Bagnera. In corrispondenza di questa circonferenza continua sarebbero in seguito sorte le chiese di San Giorgio al Palazzo, di Sant'Alessandro, di San Giovanni in Conca, di San Giovanni Laterano e di Santa Maria Maggiore, demolita per costruirvi il [[Duomo di Milano|Duomo]]. Al di fuori di tale circonferenza non esistono chiese urbane antiche, e questo indicherebbe che i santuari pagani, che col tempo sarebbero stati sostituiti da chiese cristiane, si sarebbero trovati all'interno della circonferenza della città, ma non nell'ellisse nel quale sarebbe stato identificato il luogo sacro.<ref>Alessandro Colombo. ''Milano preromana, romana e barbarica''. Milano, Hoepli, 1928. ISBN 978-600-160-951-0.</ref>
 
I Romani identificheranno [[Belisama]] con [[Minerva]]. Il tempio romano dedicato a Minerva i cui resti sono stati rinvenuti sotto l'attuale [[Duomo di Milano|Duomo]], potrebbe essere sorto su un santuario dedicato alla celtica Belisama.
<div style="clear:both;"></div>
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
* {{Cita libro|Chiara|Gualdoni|Milano|2009|Skira|Milano|cid=Gualdoni}}
*Venceslas Kruta, ''La Grande storia dei celti'', Newton & Compton edizioni, Roma, 2003
*Venceslas Kruta, Manfredi: ''I Celti in Italia'', Mondadori, Milano, 1999
*Venceslas Kruta, ''L'Europa delle Origini'', Rizzoli, Milano, 1993
*Elena Percivaldi ''I Celti una civiltà europea'', Giunti, Firenze, 2003
* {{cita libro | cognome= Di Maio| nome= Paola| titolo= Lungo il fiume. Terre e genti nell'antica valle dell'Olona| editore= Teograf| città= Corsico | anno= 1998 |cid=Di Maio, 1998}}
* {{Cita libro| cognome= Percivaldi | nome= Elena | wkautore =Elena Percivaldi | titolo= I Lombardi che fecero l'impresa. La Lega Lombarda e il Barbarossa tra storia e leggenda| editore= Ancora Editrice| città= | anno= 2009| isbn= 88-514-0647-2 |cid=Percivaldi, 2009}}
 
==Voci correlate==
*[[Cultura di Golasecca]]
 
==Collegamenti esterni==
*{{cita web|http://www.storiadimilano.it/Miti_e_leggende/i_mediolanum_nell'europa_celtica.htm|Un elenco di altri toponimi simili a ''Mediolanum'' in Europa}}
 
{{portale|Celti|Milano}}
 
[[Categoria:Gallia Cisalpina]]
[[Categoria:Storia di Milano]]