Seconda battaglia di Agordat e Litopone: differenze tra le pagine

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{{S|composti chimici}}
{{Infobox conflitto
Il '''litopone''' è un [[pigmento]], di colore bianco, costituito da un miscuglio di [[solfato di bario]] BaSO<sub>4</sub> e di [[solfuro di zinco]] (ZnS). È impiegato come costituente di vernici, colori e smalti bianchi, ma anche per inchiostri e cosmetici. I vari tipi di litopone si differenziano in base alla percentuale di ZnS contenuta, che generalmente varia da un minimo del 15% a un massimo del 30%. È insolubile in acqua e conferisce al prodotto un elevato potere coprente.
|Tipo=Battaglia
|Nome del conflitto=Seconda battaglia di Agordat
|Parte_di=della [[guerra d'Eritrea]] e della [[guerra Mahdista]]
|Immagine=GIUSEPPE EDOARDO ARIMONDI.jpg
|Didascalia=Il colonnello [[Giuseppe Arimondi]]
|Luogo=[[Agordat]]
|Data=21 dicembre [[1893]]<ref name=ABW/><ref name=JAQ>{{Cita libro|titolo=Dictionary of Battles and Sieges: A-E |nome=Tony |cognome=Jaques |anno=2007 |città=Westport}}</ref>
|Esito=Vittoria italiana<ref name=ABW>{{Cita libro|titolo=Modern Abyssinia |nome=Augustus Blandy |cognome=Wylde |anno=1900 |città=London}}</ref><ref name=LLK/><ref name=ENC>{{Cita libro|titolo=The Encyclopedia Britannica: Vol.15 |nome=Hugh |cognome=Chisholm |anno=1911 |città=Chicago}}</ref>
|Schieramento1={{ITA 1861-1946}}
|Schieramento2={{simbolo|Black flag.svg}} [[Sudan]] mahdista
|Comandante1={{simbolo|Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg}} [[Giuseppe Arimondi]]<ref name=JAQ/><ref name=LLK/><ref name=MGS/>
|Comandante2={{simbolo|Black flag.svg}} emiro Ahmed Wad Ali †<ref name=JAQ/><ref name=LLK>{{Cita libro|titolo=Life of Lord Kitchener: Vol.1 |nome=Sir George |cognome=Arthur |anno=1920 |città=New York}}</ref><ref name=BDS>{{Cita libro|titolo=A biographical dictionary of the Sudan |nome=Richard Leslie |cognome=Hill |anno=1951 |città=Oxford}}</ref>
|Effettivi1='''Truppe italiane''':<ref name=SML>{{Cita libro|titolo=Armies of the Adowa Campaign 1896 |nome=Sean |cognome=McLachlan |anno=2011 |città=Colchester}}</ref><ref name=ADA>{{Cita libro|titolo=The Nakfa documents: Aethiopistische Forschungen 53 |cognome=Anthony D'Avray, Richard Pankhurst |anno=2000 |città=Wiesbaden}}</ref><br />42 ufficiali italiani<br />33 soldati italiani<br />2.318 [[Àscari]]<br />8 pezzi d'artiglieria da montagna
|Effettivi2='''Truppe mahdiste''':<ref name=LLK/><ref name=ENC/><ref name=MGS>{{Cita libro|titolo=The Journal of the Manchester Geographical Society: Vol.9-10 |cognome=Manchester Geographical Society |anno=1893 |città=Manchester}}</ref><br />10.000-12.000 mahdisti<br />(di cui 6.000 armati di fucile Remington)
|Perdite1=108 morti (4 italiani e 104 indigeni)<ref name=MGS/><ref name=SML/><ref name=ADA/><br />124 feriti (3 italiani e 121 indigeni)<ref name=SML/><ref name=ADA/>
|Perdite2=1.000+ morti<ref name=ENC/><ref name=MGS/><br />centinaia di feriti<ref name=SML/><ref name=ADA/><ref name="Bellavita154"/><br />''180 uomini, 700 fucili, 1 mitraglia e 72 bandiere catturate''<ref name=SML/><ref name=ADA/><ref name="Bellavita154">Emilio Bellavita, ''La battaglia di Adua'', Gherardo Casini Editore, 1930, ISBN 9788864100265, pagina 154</ref><ref name ="DelBoca495">[[Angelo Del Boca]], ''Gli italiani in Africa orientale. Vol. 1: Dall'unità alla marcia su Roma'', Laterza, Bari 1976; Mondadori, Milano 1992, pagina 495</ref>
}}
{{Campagnabox guerra Mahdista}}
La '''seconda battaglia di [[Agordat]]''' fu combattuta il 21 dicembre [[1893]] tra le [[Regio Corpo Truppe Coloniali d'Eritrea|truppe coloniali italiane]] ed i [[Guerra Mahdista|mahdisti]] provenienti dal [[Sudan]].
 
== PreludioCollegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
Sconfitti nelle [[prima battaglia di Agordat|battaglie di Agordat]] e [[battaglia di Serobeti|di Serobeti]], i Dervisci decisero una spedizione in grande stile contro gli Italiani allo scopo di vendicare l'affronto subito. Contrariamente al sistema in uso nel Mahdismo, dove una risoluzione improvvisa del Califfo o il capriccio di un capo desideroso di mettersi in vista decidevano spesso da un momento all'altro le loro ragioni militari, questa volta la preparazione dell'impresa contro l'Italia fu molto accurata.
{{Portale|chimica}}
 
[[Categoria:StoriaPigmenti dell'Eritreainorganici]]
Il comando venne affidato all'Emiro del Ghedaref, Ahmed Ali, il quale concentrò anzitutto a Cassala circa 10 mila uomini e alcune mitragliatrici, nonché qualche centinaio di cavalieri; il concetto strategico non era limitato all'investimento del fronte italiano sul [[Barca (fiume)|Barca]], ma ad una conquista ben più importante e lontana. Si trattava nientemeno che di attaccare Cheren di sorpresa e di là penetrare a Massaua. Per così ardimentoso progetto venne scelto il periodo di tempo in cui il generale [[Baratieri]] si trovava in Italia<ref name="Bellavita151">Emilio Bellavita, ''La battaglia di Adua'', Gherardo Casini Editore, 1930, ISBN 9788864100265, pagina 151</ref>. Il colonnello [[Arimondi]], appena ne fu informato, prese subito tutte le precauzioni del caso: mandò in Agordat un'altra compagnia di rinforzo, e il tenente colonnello Cortese, Comandante la zona di Cheren, partì verso il Barca per una escursione nelle vicinanze del Mongareb.
 
Oltre a ciò le bande del Barca vennero incaricate di guardare la linea di alture fra Digghè e Mogòlo. L'11 dicembre giunsero informazioni che davano per sicuro l'arrivo a Cassala di Ahmed Alì, deciso, a quanto si seppe, di avanzare al più presto. Quel mattino stesso l'Arimondi ordinò che tutte le truppe del presidio di Cheren, due compagnie indigene del presidio di Asmara e la compagnia distaccata ad Az Teclesan, stessero pronte a partire. Mediante queste disposizioni, in meno di 3 giorni, si poterono riunire ad Agordat 7 compagnie di fanteria, i due squadroni, le due batterie, e le tre bande del Barca; mentre i Dervisci, trovandosi ancora a Cassala, non poterono giungere presso Agordat in meno di 5 marce.<ref name="Bellavita151"/>
 
===Ordine di battaglia italiano===
Le unità del [[Regio Corpo Truppe Coloniali d'Eritrea]] al comando di Arimondi erano le seguenti<ref>[http://xoomer.virgilio.it/ramius/Militaria/colonie_italiane-eritrea.html Storia militare della Colonia eritrea.]</ref>:
*II Battaglione fanteria indigeni
*1ª Compagnia/III Battaglione fanteria indigeni
*3ª Compagnia/III Battaglione fanteria indigeni
*1ª Compagnia/IV Battaglione fanteria indigeni
*3ª Compagnia/IV Battaglione fanteria indigeni
*1º Squadrone cavalleria indigeno "Asmara"
*2º Squadrone cavalleria indigeno "Cheren"
*1ª Batteria artiglieria da montagna indigeni
*2ª Batteria artiglieria da montagna indigeni
*Banda irregolare "Okulè Kusai"
*Bande irregolari del [[Barca (Eritrea)|Barca]]
*aliquote di genio, sanità e sussistenza.
 
== La battaglia ==
L'[[emiro]] Ahmed Ali guidò circa 10-12.000 uomini da est di [[Cassala]] ad Agordat contro 2.400 [[àscari]] ed italiani comandati dal [[colonnello]] [[Giuseppe Arimondi]].<ref name=JAQ/> Oltre 1.000 dervisci, incluso l'emiro, furono uccisi in una pesante sconfitta,<ref name=LLK/><ref name=MGS/> ottenendo così:<ref name=GJB>{{Cita libro|titolo=The rise and fall of the new Roman empire: Italy's bid for world power, 1890-1943 |nome=Glen St John |cognome=Barclay |anno=1973 |città=Londra}}</ref>
{{Citazione|"... La prima decisiva vittoria fino ad allora vinta dagli europei contro i rivoluzionari del Sudan,..."| Glen St John Barclay, ''The rise and fall of the new Roman empire: Italy's bid for world power, 1890-1943''. Londra, 1973.|"...the first decisive victory yet won by Europeans against the Sudanese revolutionaries,..."|lingua=en}}
 
In tre ore gli italiani spararono 80.000 colpi di [[fucile]] e 210 dalle [[Batteria (militare)|batterie]] del forte.<ref name="DelBoca495"/> I dervisci lasciarono sul campo oltre mille morti, un migliaio tra feriti, dispersi e prigionieri, 72 bandiere, 700 fucili, una [[mitragliatrice]] di fabbrica inglese (che i dervisci non furono in grado di adoperare e che avevano tolto alle truppe di [[Hicks Pascià]]), numerose [[cotta di maglia|cotte di maglia]] di [[ferro]] medievali, la tenda rossa catturata al [[negus]] [[Giovanni IV d'Etiopia|Johannes]], una tromba di ottone fabbricata dalla ditta Pelitti di Milano e due cammelli carichi di catene, prevedendo di sconfiggere e catturare il presidio del forte.<ref name="Bellavita154"/><ref name="DelBoca495"/><ref name="soldatinionline.it">[http://www.soldatinionline.it/Articoli/Storia/Gli-Italiani-in-Africa-Orientale.-Le-Battaglie-contro-i-Dervisci.html/ Gli italiani in Africa orientale: le battaglie contro i dervisci>]</ref> Conclusa la battaglia, il corpo crivellato di ferite di Ahmed Alì venne deposto come un trofeo di caccia ai piedi di Arimondi.<ref name="DelBoca495"/>
 
Alcuni prigionieri dervisci confessarono che lo schieramento in linea assunto dagli italiani li avevano sorpresi, essendo abituati ad affrontare il quadrato inglese concentrando l'attacco in un unico punto.
Gli italiani ebbero 3 ufficiali caduti (capitano Forno, tenente Gino Pennazzi e tenente Colmia)<ref name="Bellavita154"/> e due feriti, un [[sottufficiale]] italiano caduto e un ferito, 104 indigeni caduti e 121 feriti. Arimondi ricevette la promozione a [[generale]], Galliano a [[maggiore]] ed una [[medaglia d'oro al valor militare]], inoltre furono date altre 12 nomine a cavalierati, 39 [[Medaglia d'argento al valor militare|medaglie d'argento]] e 42 [[Medaglia di bronzo al valor militare|di bronzo]]. Il nome "Agordat" fu dato ad un [[Agordat (incrociatore)|incrociatore torpediniere]].<ref name="soldatinionline.it"/> Un anno più tardi, gli italiani [[battaglia di Cassala|conquistarono Cassala]].
 
==Note==
<references/>
 
==Voci correlate==
*[[Regio corpo truppe coloniali d'Eritrea]]
*[[Prima battaglia di Agordat]]
*[[Battaglia di Cassala]]
*[[Classe Agordat]]
 
{{colonialismo italiano}}
{{portale|Africa Orientale|guerra|storia d'Italia}}
 
[[Categoria:Battaglie coloniali italiane|Agordat 2]]
[[Categoria:Battaglie in Africa|Agordat 2]]
[[Categoria:Storia dell'Eritrea]]
[[Categoria:Guerra Mahdista|Agordat 2]]