Santa Sofia (Istanbul) e The Man with the Scar (film 1915): differenze tra le pagine

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acronimo
 
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{{Film
{{Avvisounicode}}
|titolo italiano = The Man with the Scar
{{Coord|41.0085|N|28.9800|E|type:landmark|display=title}}
|titolo alfabetico = Man with the Scar,The
{{Infobox edifici religiosi
|titolo originale = The Man with the Scar
|NomeEdificio= Basilica di Santa Sofia</br><small>Ayasofya (Turco)</br> Aγία Σοφία(Greco)</br>Sancta Sophia (Latino)
|immagine =
|Immagine= DSC03832 Istanbul - Aya Sophia - Foto G. Dall'Orto 24-5-2006.jpg
|didascalia =
|Didascalia= Basilica di Santa Sofia
|lingua originale = inglese
|Larghezza= 300px
|Cittàpaese = [[IstanbulRegno Unito]]
|anno uscita = [[1915]]
|Regione=[[Regione di Marmara]]
|durata = 480 metri
|Stato= {{TUR}}
|tipo colore = B/N
|Religione= [[Chiesa ortodossa|Greco-Ortodossa]] (562-1204 e 1261-1453), [[Chiesa Cattolica|Cattolica Romana]] (1204-1261), [[Islam]] (1453-1931), nessuna (Museo) (1931 - )
|film muto = sì
|Diocesi=
|aspect ratio = 1.33 : 1
|AnnoConsacr=
|genere = drammatico
|StileArchitett= [[architettura bizantina|bizantino]]
|genere 2 = crimine
|InizioCostr=
|regista = [[Frank Wilson (regista)|Frank Wilson]]
|FineCostr= [[537]]
|soggetto =
|Website=
|sceneggiatore =
|produttore =
|produttore esecutivo =
|casa produzione = [[Hepworth (azienda)|Hepworth]]
|attori =
*[[Stewart Rome]]: dottor Hugh Mansfield
*[[Chrissie White]]: Eva
*[[Lionelle Howard]]: John Grogan
*[[Harry Gilbey]]: H. Blanchard
|fotografo =
|cortometraggio= sì
}}
La '''basilica di Santa Sofia''' (in [[lingua greca|greco]]: ''Ναός τῆς Ἁγίας τοῦ Θεοῦ Σοφίας'', in [[lingua turca|turco]]: ''Ayasofya Müzesi''), dove Santa Sofia è da intendersi come la '''Santa Sapienza''', è una [[basilica]], nonché uno dei principali monumenti di [[Istanbul]]. Fu una sede patriarcale greco-ortodossa, una cattedrale cattolica, poi una [[moschea]] ed è ora un [[museo]]. Nota per la sua gigantesca cupola, apice dell'[[architettura bizantina]], fu terminata nel [[537]].
 
'''''The Man with the Scar''''' è un [[cortometraggio|cortometraggio muto]] del [[1915]] diretto da [[Frank Wilson (regista)|Frank Wilson]].
== Storia ==
=== Prima chiesa ===
 
== Trama ==
La prima chiesa era conosciuta come la ''Μεγάλη Ἐκκλησία'' (''Megale ekklēsía'', "Grande Chiesa"), o in [[lingua latina|latino]] "''Magna Ecclesia''",<ref name="Great Church">{{Cita web| url=http://www.virtualworldheritage.org/papers/3181_976-Virtual_Hagia_Sophia.pdf|formato=PDF|titolo=Virtual Hagia Sophia: Restitution, Visualization and Virtual Life Simulation|accesso=3 luglio 2007|autore=Alessandro E. FONI, George PAPAGIANNAKIS, Nadia MAGNENAT-THALMANN |urlarchivio = http://web.archive.org/web/20070709194035/http://www.virtualworldheritage.org/papers/3181_976-Virtual_Hagia_Sophia.pdf |dataarchivio=9 luglio 2007}}</ref> a causa delle sue dimensioni più grandi rispetto alle altre chiese contemporanee già presenti in città.<ref name=ja472>Janin (1953), p. 472.</ref> La chiesa fu dedicata al [[Logos#Nel Cristianesimo|Logos]], la seconda persona della Santissima Trinità<ref name=ja471>Janin (1953), p. 471.</ref>, la cui festa cadeva il 25 dicembre, l'anniversario della nascita dell'incarnazione del Logos in Cristo.<ref name=ja471/> Inaugurata il [[15 febbraio]] [[360]] (durante il regno di [[Costanzo II]]) da parte del vescovo [[arianesimo|ariano]] [[Eudossio|Eudossio di Antiochia]],<ref name=ja472/> fu edificata vicino alla zona dove era in costruzione il palazzo imperiale. La vicina [[Chiesa di Santa Irene (Istanbul)|Santa Irene]] (Αγία Ειρήνη in greco, dedicata cioè alla "Santa Pace") fu completata precedentemente ed aveva servito come cattedrale fino a quando Santa Sofia non fu completata. Entrambe le chiese svolsero poi il ruolo di chiese principali dell'[[impero bizantino]].
Una ragazza trova le prove che inchiodano l'assassino di suo padre.
 
==Produzione==
Nel [[440]], [[Socrate Scolastico|Socrate di Costantinopoli]], sostenne che la chiesa fosse stata costruita da Costanzo II.<ref name=ja472/> La tradizione riferisce che l'edificio fu invece costruito da [[Costantino il grande]].<ref name=ja472/> [[Giovanni Zonara|Zonara]] concilia le due opinioni documentando che Costanzo aveva riparato l'edificio consacrato da [[Eusebio di Nicomedia]], dopo che era crollato.<ref name=ja472/> Poiché Eusebio fu vescovo di Costantinopoli tra il 339 e il 341 e Costantino morì nel 337, sembra possibile che la prima chiesa fu eretta da quest'ultimo.<ref name=ja472/> L'edificio fu progettato come una tradizionale [[basilica]] latina con colonnato e gallerie e dotata di un tetto in legno. L'ingresso era preceduto da un doppio nartece (una sorta di doppio [[Atrio (architettura)|atrio]]).
Il film fu prodotto dalla [[Hepworth (azienda)|Hepworth]].
 
==Distribuzione==
Il [[Patriarca di Costantinopoli]] [[Giovanni Crisostomo]] entrò in un conflitto con l'imperatrice [[Elia Eudossia]], moglie dell'imperatore [[Arcadio]], e per questo fu mandato in esilio il [[20 giugno]] [[404]]. Durante gli scontri che avvennero successivamente, questa prima chiesa fu in gran parte distrutta da un incendio.<ref name=ja472/> Nulla di essa rimane oggi.
Distribuito dalla Hepworth, il film - un cortometraggio di 480 metri - uscì nelle sale cinematografiche britanniche nel gennaio 1915.
 
Fu distrutto nel 1924 dallo stesso produttore, [[Cecil M. Hepworth]]. Fallito, in gravissime difficoltà finanziarie, Hepworth pensò in questo modo di poter almeno recuperare il nitrato d'argento della pellicola.
=== Seconda chiesa ===
 
==Voci correlate==
[[File:Istanbul.Hagia Sophia009.jpg|thumb|Blocco di marmo proveniente dalla basilica ordinata da [[Teodosio II]], con raffigurazione di una processione di agnelli.]]
*[[Filmografia Hepworth]]
 
==Collegamenti esterni==
Una seconda chiesa fu costruita per volere di [[Teodosio II]], il quale la inaugurò il [[10 ottobre]] [[415]]. La basilica, dotata ancora di un tetto in legno, fu progettata dall'architetto Rufino. Incendiata durante la [[rivolta di Nika]], scoppiata nel [[532]] contro l'imperatore [[Giustiniano I|Giustiniano]], la chiesa bruciò quasi completamente.
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Portale|cinema}}
Diversi blocchi di [[marmo]] appartenenti all'edificio sono stati scoperti nel [[1935]] sotto il cortile occidentale da A.M. Schneider: tra questi quello raffigurante 12 agnelli (i quali rappresentano metaforicamente i 12 [[apostolo|apostoli]]). Originariamente parte del monumentale ingresso principale, i blocchi sono visibili in uno scavo adiacente all'ingresso dell'edificio. Scavi ulteriori sono stati abbandonati per paura di pregiudicare l'integrità della basilica.
 
[[Categoria:Cortometraggi muti britannici]]
=== Terza chiesa (attuale struttura) ===
[[Categoria:Cortometraggi drammatici]]
 
[[Categoria:Film perduti]]
[[File:38-manasses-chronicle.jpg|thumb|left|Costruzione della chiesa rappresentato in codice Manasse Cronaca.]]
[[Categoria:Film Hepworth]]
 
Il [[23 febbraio]] [[532]], pochi giorni dopo la distruzione della seconda basilica, l'imperatore [[Giustiniano I]] decise di costruire una nuova basilica completamente diversa, più grande e più maestosa rispetto a quelle dei suoi predecessori.
 
Giustiniano scelse come architetti [[Isidoro di Mileto]] e il [[fisico]] e [[matematico]] [[Antemio di Tralle]], Antemio, tuttavia, morì nel primo anno dei lavori. L'edificio venne descritto dallo storico bizantino [[Procopio]] nella sua opera "Sulle Costruzioni" (''Peri Ktismatōn'', in latino: ''De Aedificiis''). L'Imperatore aveva fatto procurare il materiale da tutto l'impero: colonne [[ellenismo|ellenistiche]] dal [[tempio di Artemide]] di [[Efeso]], grandi pietre dalle cave di [[porfido]] [[egitto|egiziane]], marmo verde dalla [[Tessaglia]], pietra nera dalla regione del [[Bosforo]] e pietra gialla dalla [[Siria]]. Più di diecimila persone vennero impiegate nel cantiere. Questa nuova chiesa fu riconosciuta già all'epoca come una grande opera di architettura. Le teorie di [[Erone di Alessandria]] potrebbero essere state la base su cui si sono svolti i calcoli necessari per affrontare le sfide presentate dalla realizzazione di una [[cupola]] di tali dimensioni. L'imperatore, insieme al patriarca [[Eutichio]], inaugurò la nuova basilica il [[27 dicembre]] [[537]] con una celebrazione in pompa magna. I mosaici all'interno della chiesa vennero, comunque, completati solo sotto il regno dell'imperatore [[Giustino II]] (565-578).
 
Santa Sofia fu così la sede del [[Patriarcato ecumenico di Costantinopoli|patriarca ortodosso di Costantinopoli]] e il luogo principale per le cerimonie imperiali dei reali bizantini, come le incoronazioni.
 
Terremoti accaduti nel mese di agosto [[553]] e il [[14 dicembre]] [[557]] causarono fessurazioni nella cupola centrale e nella semicupola orientale. La cupola principale crollò completamente durante un terremoto successivo, avvenuto il 7 maggio [[558]],<ref name="Jan_1">{{Cita libro
| cognome=Janin
| nome= Raymond
| titolo=Constantinople Byzantine
| editore=Institut Français d'Etudes Byzantines
| città=Paris
| lingua=Francese
| edizione=1
| pagine=41
| anno=1950
}}</ref> distruggendo l'[[ambone]], l'[[altare]] e il [[ciborio]]. L'incidente fu dovuto principalmente alla portante troppo alta e al carico enorme della cupola che era troppo piatta. Questi fattori hanno provocato la deformazione dei piloni che sostenevano la cupola.<ref name=mw86>Müller-Wiener (1977), p. 86.</ref> L'imperatore ordinò un immediato ripristino . Egli affidò i lavori a [[Isidoro da Mileto il giovane|Isidoro il Giovane]], nipote di Isidoro di Mileto, che utilizzò materiali più leggeri ed elevò la cupola di altri 6,25 metri.<ref>[http://www.emporis.com/en/wm/bu/?id=haghiasophia-istanbul-turkey Emporis: Haghia Sophia]</ref>, conferendo all'edificio la sua altezza interna attuale di 55,6 metri.<ref name=mw86/> Questa ricostruzione, che dette alla chiesa il suo attuale aspetto, terminò nel 562. Il poeta bizantino [[Paolo Silenziario]] compose un lungo [[poema epico]], noto come ''Ekphrasis'' e tuttora esistente, per la riconsacrazione della basilica, cerimonia presieduta dal Patriarca [[Eutichio]] il [[23 dicembre]] [[562]].
 
Nel [[726]], l'imperatore [[Leone III di Bisanzio]] emise una serie di editti contro la venerazione delle immagini, ordinando all'esercito di distruggere tutte le icone, inaugurando il periodo di [[iconoclastia]] bizantina. A quel tempo, tutte le immagini religiose e le statue furono rimosse dalla Basilica di Santa Sofia. Dopo una breve tregua, sotto l'imperatrice [[Irene di Bisanzio|Irene]] (797-802), gli iconoclasti hanno continuato il loro tentativo di riforma.
 
La basilica subì in seguito altri gravi danni, prima in un grande incendio nel 859 e di nuovo in un terremoto avvenuto l'[[8 gennaio]] [[869]] che fece quasi collassare nuovamente la cupola. L'imperatore [[Basilio I di Bisanzio|Basilio I]] ordinò che la chiesa fosse riparata.
 
Dopo un nuovo grande terremoto avvenuto il [[25 ottobre]] [[989]], che rovinò la grande cupola, l'imperatore bizantino [[Basilio II di Bisanzio|Basilio II]] chiese all'architetto [[armenia|armeno]] [[Trdat]], creatore delle grandi chiese di [[Ani (città)|Ani]] e Argina, di riparare la cupola.<ref>Maranci, Christina. "[http://www.jstor.org/stable/3592516?origin=JSTOR-pdf The Architect Trdat: Building Practices and Cross-Cultural Exchange in Byzantium and Armenia]." ''Journal of the Society of Architectural Historians'', Vol. 62, No. 3, Sep. 2003, pp. 294–305.</ref> I suoi principali lavori riguardarono l'arco occidentale e una parte della cupola. L'entità del danno richiese sei anni di riparazioni, la chiesa fu riaperta il [[13 maggio]] [[994]].
 
Nel suo libro ''[[De ceremoniis]]'' ("Libro delle Cerimonie"), l'imperatore [[Costantino VII]] (913-919) scrisse un resoconto dettagliato delle cerimonie che si tenevano a Santa Sofia con l'imperatore e il patriarca.
 
[[File:Henricus Dandolo grób RB1.jpg|thumb|La presunta tomba del [[doge]] [[Enrico Dandolo]], all'interno della Basilica di Santa Sofia]]
 
Al momento della [[presa di Costantinopoli]], durante la [[Quarta Crociata]], la chiesa fu saccheggiata e profanata dai cristiani latini. Lo storico bizantino [[Niceta Coniata]] descrisse come fossero state rubate dalla chiesa molte [[reliquie]] come una pietra della tomba di [[Gesù]], il latte della [[Vergine Maria]], il [[sindone|sudario di Gesù]] e le ossa di alcuni santi, che furono trafugate verso le chiese dell'ovest. Durante l'[[impero latino|occupazione latina di Costantinopoli]] (1204-1261) la chiesa divenne una [[cattedrale]] cattolica romana. [[Baldovino I di Costantinopoli]] fu incoronato imperatore il [[16 maggio]] [[1204]] a Santa Sofia. [[Enrico Dandolo]], [[doge]] di [[Repubblica di Venezia|Venezia]], che comandò l'invasione della città da parte dei Crociati fu sepolto all'interno della chiesa. Tuttavia, restauri effettuati durante il periodo 1847-1849, hanno gettato alcuni dubbi sull'autenticità della tomba del doge.
 
Dopo la riconquista della città da parte dei Bizantini nel [[1261]], la chiesa si trovava in uno stato fatiscente. Nel 1317, l'imperatore [[Andronico II di Bisanzio|Andronico II]] ordinò la costruzione di quattro nuovi [[contrafforte|contrafforti]] Un nuovo terremoto arrecò danni alla struttura che dovette essere chiusa fino al [[1354]], quando terminarono le riparazioni effettuate dagli architetti Astras e Peralta.
 
=== Moschea (1453-1935) ===
 
[[File:Fountain Hagia Sophia 2007 002.jpg|thumb|left|Fontana (Sadirvan) per le abluzioni rituali]]
 
Nel [[1453]] Sultano [[Maometto II]] [[assedio di Costantinopoli (1453)|assediò Costantinopoli]] guidato in parte dal desiderio di guadagnare la città all'[[Islam]].<ref name="Ali_Spencer">Ali, Daniel and Spencer, Robert. ''Inside Islam''. West Chester: Ascension Press, 2003, pp. 108–110, 112–118.</ref> Il sultano promise ai suoi soldati tre giorni di libero saccheggio se la città fosse caduta, dopo di che avrebbe rivendicato per sè stesso le ricchezze.<ref name="Runciman_1">{{Cita libro
| cognome = Runciman
| nome = Steven
| wkautore =Steven Runciman
| titolo = The Fall of Constantinople, 1453
| editore=Cambridge University Press
| città= Cambridge
| anno = 1965
| pagine=145
| id=ISBN =0-5213-9832-0}}</ref><ref name="Nicol_a_1">Nicol, Donald M. ''The End of the Byzantine Empire''. London: Edward Arnold Publishers, 1979, p. 88.</ref> La ​​Basilica di Santa Sofia non fu esentata dal saccheggio, diventandone il punto focale, in quanto gli invasori ritenevano che vi fossero contenuti i più grandi tesori della città.<ref name="Nicol_a_2">Nicol. ''The End of the Byzantine Empire'', p. 90.</ref> Poco dopo il crollo delle difese della città, molti dei saccheggiatori si diressero verso Santa Sofia e abbatterono le sue porte.<ref name="Runciman_2">Runciman. ''The Fall of Constantinople'', p. 147.</ref> Durante l'assedio, venivano spesso celebrate liturgie e preghiere dentro la basilica che era diventata il rifugio per molti di coloro che non erano in grado di contribuire alla difesa della città.<ref name="Runciman_3">Runciman. ''The Fall of Constantinople'', pp. 133–134.</ref><ref name="Nicol_b_1">Nicol, Donald M. ''The Last Centuries of Byzantium 1261–1453''. Cambridge: Cambridge University Press, 1972, p. 389.</ref> Intrappolati nella chiesa, la congregazione e i rifugiati divennero bottino da dividere fra gli invasori. L'edificio fu profanato e saccheggiato e gli occupanti resi schiavi o uccisi.<ref name="Nicol_a_2"/><ref name="Runciman_2"/> Quando il Sultano e la sua corte entrarono nella chiesa egli ordinò che essa venisse immediatamente trasformata in una [[moschea]]. Uno degli [[Ulema|Ulama]] salì così sul [[pulpito]] e recitò la ''[[Shahada]]''.<ref name="Runciman_5">Runciman. ''The Fall of Constantinople'', p. 149.</ref><ref name=mw91>Müller-Wiener (1977), p. 91.</ref>
 
Come scritto sopra, subito dopo la conquista di Costantinopoli, Maometto II convertì la Basilica di Santa Sofia nella moschea di ''Aya Sofya''.<ref name="archnet.org">"[http://archnet.org/library/sites/one-site.jsp?site_id=2966 Hagia Sophia]." ArchNet.</ref><ref name=ja475>Janin (1953), p. 475.</ref><ref name=mb288>Mamboury (1953), p. 288.</ref><ref name=mw91 /> Come descritto da numerosi visitatori occidentali (come il nobile [[Cordova|cordovano]] [[Pero Tafur]]<ref>{{Cita libro
| cognome = Tafur
| nome = Pero
| wkautore =Pero Tafur
| altri= Trans. M. Letts
| titolo = Travels and Adventures, 1435–1439
| editore=G. Routledge
| città= London
| anno = 1926
| pagine=138–148
| id=ISBN }}</ref> e il [[firenze|fiorentino]] [[Cristoforo Buondelmonti]]<ref>G. Gerola, “Le vedute di Costantinopoli di Cristoforo Buondemonti,” SBN 3 (1931): 247–79.</ref>) la chiesa si trovava al momento della conquista in uno stato fatiscente; il sultano ne ordinò allora la pulizia e la sua riqualificazione aggiungendo i [[minareto|minareti]] e intonacando i mosaici parietali. Intorno al 1481 un piccolo [[minareto]] venne eretto all'angolo sud-ovest dell'edificio, sopra la torre delle scale. [14] In seguito, il successivo sultano, [[Bayezid II]] (1481-1512), fece costruire un altro minareto nell'angolo nod-est.<ref name=mw91/> Uno di questi cadde a causa del terremoto del [[1509]]<ref name=mw91/> e intorno alla metà del [[XVI secolo]] entrambi furono sostituiti da due nuovi minareti, posti agli angoli est e ovest dell'edificio.<ref name=mw91/>
 
[[File:Haga Sofia RB5.jpg|thumb|Il [[mihrab]] posto nell'abside dove sorgeva l'altare, puntando verso la Mecca]]
 
Nel [[XVI secolo]] il sultano [[Solimano il Magnifico]] (1520-1566) riportò dalla sua conquista dell'[[Ungheria]] due colonne colossali. Esse furono collocate su entrambi i lati del [[mihrab]]. Durante il regno di [[Selim II]] (1566-1577) l'edificio iniziò a mostrare segni di cedimento e si dovette provvedere a rinforzarlo con l'aggiunta di supporti strutturali al suo esterno ad opera del grande architetto ottomano [[Mimar Sinan]]<ref name="earthquake">{{Cita libro | titolo=Hagia Sophia and Mimar Sinan| url=http://books.google.be/books?hl=nl&lr=&id=6j5nuvAd44QC&oi=fnd&pg=PA383&dq=Sinan+earthquake+%22Hagia+Sophia%22&ots=HFASNZ8r-P&sig=zS-hO7E6RtwfhN55LGn6ulpRIE0#PPA383,M1| cognome=Mungan| nome=I.| anno=2004| pagine=383–384| editore=Mungan & Wittek (eds); Taylor & Francis Group, London| id=ISBN 90-5809-642-4}}</ref> Oltre a rafforzare la struttura storica bizantina, Sinan costruì i due grandi minareti supplementari all'estremità occidentale del palazzo e il [[mausoleo]] del sultano. Inoltre, una [[Mezzaluna (Islam)|mezzaluna]] d'[[oro]] fu installata sulla sommità della cupola,<ref name=mw91/> mentre una zona di rispetto 35 ''[[Unità di misura turche tradizionali|arşın]]'' (circa 24 m) di larghezza fu imposta intorno all'edificio, abbattendo tutte le case che nel frattempo erano state edificate attorno ad esso.<ref name=mw91/> In seguito la sua ''[[Turbe|türbe]]'' arrivò ad ospitare altre 43 tombe di principi [[impero ottomano|ottomani]].<ref name=mw91/>
 
In seguito furono aggiunte la galleria del sultano, un [[minbar]] decorato con marmi, una pedana per il sermone e una loggia per il [[muezzin]]. Nel [[1717]], con il sultano [[Ahmed III]] (1703-1730), fu ristrutturato l'[[intonaco]] degli interni.<ref name=mw93>Müller-Wiener (1977), p. 93.</ref>
 
Il restauro più famoso di ''Aya Sofya'' fu però quello ordinato dal sultano [[Abdul Mejid I]] e completato da 800 lavoratori tra il [[1847]] e il [[1849]], sotto la direzione dell'architetto [[Svizzera italiana|ticinese]] [[Gaspare Fossati]], assistito dal fratello [[Giuseppe Fossati|Giuseppe]], ingegnere. I due fratelli consolidarono la cupola e le volte, raddrizzarono le colonne e rinnovarono la decorazione degli esterni e gli interni dell'edificio. I mosaici bizantini superstiti vennero scoperti e ricoperti con uno strato d'intonaco, ed i vecchi lampadari vennero sostituiti da nuovi, del tipo a goccia. Alle colonne vennero appesi quattro giganteschi medaglioni circolari, opera del calligrafo Kazasker İzzed Effendi (1801-1877). Essi riportano i nomi di [[Allah]], del profeta [[Maometto]], dei primi quattro [[califfo|califfi]] ([[Abu Bakr]], [[Umar]], [[Uthman]] e [[Ali ibn Abi Talib|Ali]]) e dei due nipoti di Maometto: [[Al-Hasan ibn Ali|Hassan]] e [[al-Husayn ibn Ali|Hussein]]. Il [[13 luglio]] [[1849]], alla fine del restauro, la moschea venne riaperta al culto con una cerimonia solenne.
 
=== Museo (1943-oggi) ===
 
[[File:Aya sofia.jpg|thumb|left|Interno]]
 
Nel 1935, il [[Presidenti della Turchia|primo presidente turco]] e fondatore della Repubblica di Turchia, [[Mustafa Kemal Atatürk]], trasformò l'edificio in un [[museo]]. I tappeti vennero rimossi e le decorazioni del pavimento di marmo riapparvero per la prima volta dopo secoli mentre l'intonaco bianco che copriva molti dei mosaici fu rimosso. Tuttavia, le condizioni della struttura erano deteriorate.
 
Con l'aiuto di società di servizi finanziari [[American Express]], il [[World Monuments Fund]] fissò una serie di sovvenzioni per il 1997-2002 al fine del restauro della cupola. La prima fase del lavoro fu la stabilizzazione strutturale e la riparazione del tetto rotto, ciò fu realizzato con la partecipazione del Ministero della Cultura turco. La seconda fase, la conservazione degli interni della cupola, offrì l'opportunità di impiegare e addestrare giovani restauratori turchi nella cura dei mosaici. Entro il [[2006]], il progetto del WMF fu completato, anche se altre aree di Santa Sofia continuano a richiedere manutenzione.<ref>[http://www.wmf.org/project/hagia-sophia World Monuments Fund – Hagia Sophia]</ref>
 
Oggi, l'uso del complesso come luogo di culto (moschea o chiesa) è severamente proibito.<ref>[http://www.istanbul.gov.tr/Default.aspx?pid=343 İstanbul Tanıtımı - Ayasofya Müzesi<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> Tuttavia, nel 2006, subito prima della visita del [[Papa Benedetto XVI]]<ref>{{cita web|url=http://www.gettyimages.com/detail/72681207/AFP Getty Images|titolo=[[Papa Benedetto XVI]] accompagnato da [[Sedat Bornovalı]] visita Santa Sofia|editore=|autore=|accesso=7 settembre 2011}}</ref> è stato segnalato che il governo turco ha permesso l'assegnazione di una piccola stanza del complesso museale per essere utilizzato come una sala di preghiera per chiunque lo voglia.<ref>[http://arsiv.sabah.com.tr/2006/07/04/gnd102.html İbadete açık Ayasofya]</ref>
 
== L'architettura e la decorazione interna ==
 
[[File:Byzantinischer Mosaizist des 9. Jahrhunderts 002.jpg|thumb|''[[Leone VI di Bisanzio|Leone VI]] ai piedi di Cristo'']]
 
Le sue gigantesche proporzioni ne fanno uno dei monumenti chiave dell'[[architettura]] di tutti i tempi. La basilica ha una pianta che fonde armoniosamente il rettangolo entro il quadrato (71x77 m), con tre [[navata|navate]], arcate divisorie in doppio ordine, ed un'unica [[abside]] opposta all'ingresso, che all'esterno si presenta poligonale. La pianta ha probabilmente ricalcato quella della basilica costantiniana. L'ingresso è preceduto da un doppio [[nartece]].
Gli interni sono arricchiti con [[mosaico|mosaici]], marmi pregiati e stucchi: colonne in costoso [[porfido]] o marmo verde della [[Tessaglia]] sono impreziosite da capitelli finemente scolpiti. Nel corso degli anni sono stati aggiunti alcuni mausolei laterali.
All'interno, alcuni corridoi laterali riccamente decorati (che hanno ispirato la [[Basilica di San Marco (Venezia)|Basilica di San Marco]] a [[Venezia]]) conducono al grande vano della navata centrale, dominato dalla mastodontica [[cupola]], che poggia su [[pennacchio (architettura)|pennacchio]] ed [[arco (architettura)|archi]], che scaricano il loro peso su quattro enormi [[pilastri]]. Questi pilastri sono costruiti con pietre lavorate, legate tra di loro tramite colate di [[piombo]], mentre le [[volta (architettura)|volte]], gli archi e le [[Parete (architettura)|pareti]] sono in [[laterizi]]. Nelle zone verso l'abside e verso l'ingresso due semicupole digradano da quella principale e poggiano su [[esedra|esedre]] a colonne. Nella fascia superiore della grande cupola sono state aperte numerose finestre, ed in seguito parzialmente murate per aumentare la stabilità dell'edificio, che inondano di luce l'interno dell'edificio in qualsiasi ora della giornata. Sulle navate laterali corrono i [[matronei]], destinati alla corte imperiale che vi assisteva alla [[messa]] da una posizione rialzata. Al di sopra dei matronei la muratura è perforata da due file sovrapposte di finestre di dimensioni variabili (più ampie al centro, più piccole verso i lati e nella fila inferiore).
L'impianto non differiva molto da quello di altre chiese a pianta longitudinale già esistenti, ma per la prima volta lo spazio appare dominato dalla grande cupola, che focalizza verso l'alto tutto l'ambiente architettonico. L'effetto è quello di uno spazio incommensurabile e di leggerezza della copertura, che sembra come sospesa nell'aria.
La decorazione interna, inizialmente [[aniconica]] con motivi [[persiani]] (in pratica, ci si atteneva già all'[[Iconoclastia]] del VII secolo), fu integrata da [[Giustino II]] con cicli evangelici e con scene divenute poi canoniche del [[Dodecaorto]], il sistema di 12 feste bizantine.
La cupola riporta un [[Cristo Pantocratore]] benedicente, a mezzo busto. Per l'anatomia dei visi di Cristo e dei santi sembra siano state utilizzate le descrizioni contenute in un libretto di [[Ulpius Romano]]: un esempio, [[San Gregorio]] ritratto con la barba fumosa e l'occhio destro menomato da un incidente.
 
[[File:Johnchrysostom.jpg|thumb|left|''San Giovanni Crisostomo'']]
 
L'abside è stato rinforzato all'esterno da alcuni contrafforti. Uno di questi contiene una cappella con mosaici frammentari realizzati col sistema della doppia linea.
Alcune chiese bizantine e le [[moschee]] imperiali [[Impero ottomano|ottomane]] hanno preso a modello la grande cupola affiancata da due semicupole. L'apparato decorativo originale è conservato solo in parte, ma continua tuttavia a rappresentare una profonda testimonianza dell'[[arte bizantina]]. I capitelli presentano trine, trafori, giochi d'ombra e chiaro-scuro, e compare lo stemma giustinianeo.
 
[[Procopio di Cesarea]], nel suo trattato ''De aedificiis'', ci ha tramandato una descrizione risalente al periodo di [[Giustiniano I]]: egli notò come la luce, filtrata dalle finestre disposte a diversi livelli, ma soprattutto dalle aperture che coronano la base della cupola, sembrasse come generata all'interno della basilica stessa, e riverberandosi sui mosaici dorati e sui preziosi paramenti murari, annullasse irrealmente la consistenza e il peso delle strutture. Questo effetto è dovuto anche al fatto che la parte centrale della chiesa sia quella più ampia a maggiormente illuminata rispetto alle zone laterali, che contrastano con ambienti più scuri e con la netta divisione in più piani dello spazio che invece al centro è slanciato verso l'alto.
 
[[Paolo Silenziario]] invece, compose un poemetto o [[ecphrasis]] richiamando soluzioni letterarie tipiche dell'epoca giustinianea. La descrizione della chiesa si districa attraverso alcune tappe che l'autore rende obbligatorie e stimola il lettore ad immergersi in toto nell'immaginario di ciò che fu il tempio all'epoca di [[Giustiniano]] iniziando il viaggio dalla parte esterna fino a raggiungere le zone più intime della chiesa soffermandosi in una descrizione dettagliata di ogni particolare decorativo o architettonico come ad esempio l'elencazione delle varietà di marmo presenti oppure alle particolari forme di lampadari o [[polycandelia]].
 
== Architettura ==
 
[[File:Hagia-Sophia-Laengsschnitt.jpg|thumb|Sezione del disegno architettonico originale di Santa Sofia.]]
[[File:Hagia-Sophia-Grundriss.jpg|thumb|Pianta di Santa Sofia.]]
 
La basilica di Santa Sofia è uno dei più grandi esempi superstiti di [[architettura bizantina]]. Il suo interno, decorato con [[mosaico|mosaici]] e pannelli marmorei, è di grande valore artistico. Il tempio stesso era così riccamente e artisticamente decorato che Giustiniano, una volta completati i lavori, esclamò: "Salomone, ti ho superato!" (''Νενίκηκά σε Σολομών''). Giustiniano stesso curò la realizzazione di quella che era la più grande cattedrale mai costruita fino a quel momento, e tale rimase per quasi 1000 anni e cioè al completamento della [[cattedrale di Siviglia]] in [[Spagna]].
 
La basilica voluta da Giustiniano è al tempo stesso la realizzazione architettonica culmine della tarda antichità e il primo capolavoro dell'architettura bizantina. La sua influenza, sia architettonica che [[liturgia|liturgica]] si diffuse nella [[chiesa ortodossa orientale]], in quella [[cattolica romana]] e nel mondo [[musulmano]]. Le colonne più grandi sono di [[granito]], raggiungono una altezza di circa 19 o 20 metri con un diametro di 1,5 metri, la più grande pesa oltre 70 [[tonnellate]]. Sotto gli ordini di Giustiniano, otto colonne [[ordine corinzio|corinzie]] vennero prelevate da [[Baalbek]], in [[Libano]] e spedite a Costantinopoli per la costruzione della chiesa.<ref>[http://www.stoneworld.com/CDA/Archives/950726e9ee5f7010VgnVCM100000f932a8c0 ____ Baalbek keeps its secrets]</ref>
 
Il vasto interno presenta una struttura assai complessa. La [[navata]] centrale è sormontata da una [[cupola]] centrale alta 55,6 metri dal livello del pavimento, traforata da 40 finestre ad [[Arco (architettura)|arco]] e sostenuta da quattro pennacchi. Le varie riparazioni effettuate nel corso del tempo, hanno reso la cupola leggermente [[ellissi|elittica]], con un diametro variabile tra i 31,24 m e i 30,86 m.
 
I quattro [[Pennacchio (architettura)|pennacchi]] triangolari concavi servono per la transizione struttura circolare della cornice a quella rettangolare della navata.<ref name=BAT>{{Cita libro | cognome=Fazio|nome=Michael|last2=Moffett|first2=Marian|last3=Wodehouse|first3=Lawrence | titolo = Buildings Across Time | edizione = 3rd | id=ISBN 978-0-07-305304-2 | editore = McGraw-Hill Higher Education | anno = 2009}}</ref> Il peso della cupola si scarica, attraverso i pennacchi, su quattro massicci pilastri posti agli angoli. Questi sono stati rinforzati con [[contrafforte|contrafforti]], edificati parte durante il periodo bizantino e parte durante quello ottomano, sotto la guida del famoso architetto [[Mimar Sinan|Sinan]].
 
Le superfici interne sono rivestite di pannelli marmorei di diversi colori, verde e bianco con viola [[porfido]] e da mosaici a fondo , d'oro.
 
L'esterno, rivestito di stucco, è stato colorato di giallo e rosso durante un restauro avvenuto nel [[XIX secolo]] sotto la direzione degli [[Gaspare Fossati|architetti Fossati]].
 
=== Cupola ===
 
[[File:HagiaSophia DomeVerticalPano (pixinn.net).jpg|thumb|left|200px|Vista dell'interno di Santa Sofia, si notino gli elementi islamici ai lati della cupola.]]
 
La cupola di Santa Sofia ha suscitato un particolare interesse fra gli storici d'arte, gli architetti e gli ingegneri, per le sue caratteristiche innovative e grandiose. La cupola è sostenuta da quattro [[pennacchio (architettura)|pennacchi]], una soluzione mai utilizzata prima. Il loro utilizzo permette una transizione elegante dalla forma quadrata della base dei piloni a quella sferica della cupola. L'utilizzo dei pennacchi non è soltanto una scelta di carattere estetico, ma permette anche di frenare le forze laterali della cupola e permette di scaricare il peso di essa verso il basso.<ref>Kleiner and Mamiya. ''Gardner's Art Through the Ages'', p. 331.</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.britannica.com/EBchecked/topic/449698/pendentive |titolo=pendentive (architecture) - Britannica Online Encyclopedia |editore=Britannica.com |data= |accesso=4 dicembre 2011}}</ref>
 
Anche se questa scelta architettonica permise di stabilizzare la cupola, il muro di cinta e gli archi, l'effettiva costruzione delle mura di Santa Sofia indebolì la struttura complessiva. I muratori utilizzarono più [[malta (materiale)|malta]] che [[mattone|mattoni]], ciò indebolì le pareti. La struttura sarebbe stata molto più stabile se i costruttori avessero lasciato asciugare la malta, prima di iniziare il livello successivo. Quando la cupola fu posta in opera, il suo peso portò le pareti sottostanti a piegarsi verso l'esterno a causa della malta ancora bagnata. Quando [[Isidoro il Giovane]] ricostruì la cupola, nel frattempo crollata a causa di un terremoto, dovette prima riportate a piombo le mura sottostanti rinforzandone l'interno in modo che queste fossero in grado di sostenere il peso della nuova copertura. Inoltre, l'architetto innalzo' la nuova cupola di circa sei metri rispetto alla precedente in modo da diminuire le forze laterali e da scaricare più facilmente il suo peso lungo le pareti.
 
[[File:HagiaSophia Dome (pixinn.net).jpg|thumb|La cupola della basilica.]]
 
L'edificio è famoso per l'effetto mistico della luce che si riflette in tutto l'interno della navata, con la cupola che dà l'apparenza di librarsi al di sopra di quest'ultima. Quest'effetto fu reso possibile grazie all'inserzione di quaranta finestre nella cupola stessa, sopra la cornice. Inoltre, la stabilità della cupola fu aumentata da Isidoro il Giovane grazie all'introduzione di [[Costolone|costoloni]] longitudinali che innervano la struttura passando fra le finestre. Questi permettono al peso della cupola di scaricarsi in basso lungo la cornice e verso i pennacchi e, infine, lungo le pareti e verso le [[fondazioni]].
 
Il carattere unico del progetto di Santa Sofia rende questa struttura uno dei monumenti più avanzati e ambiziosi realizzati nella tarda antichità.
 
=== Urne per ''lustratio'' ===
 
Due enormi urne per la ''[[lustratio]]'' di marmo vennero portate da [[Pergamo]] durante il regno del sultano [[Murad III]]. Originarie del periodo [[ellenismo|ellenistico]], sono scolpite su blocchi di marmo.<ref name=mw91/>
 
=== Nartece e portali ===
 
La Porta Imperiale era l'ingresso principale tra l'interno e l'esterno del [[nartece]]. Esso era riservato esclusivamente al'imperatore. Il mosaico bizantino sopra il portale raffigura Cristo e l'imperatore [[Leone VI di Bisanzio]].
 
Una lunga rampa, posta nella parte settentrionale del nartece esterno, conduce alla galleria superiore.
 
=== Galleria superiore ===
 
La galleria superiore è disposta a [[ferro di cavallo]] e racchiude la navata centrale fino all'[[abside]]. Diversi mosaici sono conservati in questa galleria, in uno spazio tradizionalmente riservato per l'imperatrice e la sua corte. I mosaici meglio conservati si trovano nella parte meridionale della suddetta galleria.
 
=== Logge dell'Imperatrice ===
 
La Loggia dell'Imperatrice si trova nel centro della galleria superiore di Santa Sofia. Da qui l'imperatrice e la sua corte potevano seguire la cerimonia che si svolgeva più in basso. Una pietra verde segna il punto in cui sorgeva il trono.
 
=== Porta di marmo ===
 
La Porta di marmo, posta all'interno della Basilica di Santa Sofia, si trova nella galleria superiore, verso sud. Fu utilizzata dai partecipanti a [[sinodo|sinodi]] che entravano e lasciavano la camera dell'incontro attraverso questa porta.
 
=== Decorazioni ===
 
Originariamente, sotto il regno di Giustiniano, le decorazioni interne consistevano in disegni astratti su lastre di marmo poste sulle pareti e sulle volte con mosaici curvilinei. Di questi, si possono ancora vedere i due [[arcangeli]] [[Arcangelo Gabriele|Gabriele]] e [[Arcangelo Michele|Michele]]. Vi erano anche un paio di decorazioni figurative, come ci è stato riportato dall'elogio di [[Paolo Silenziario]]. I pennacchi della galleria sono realizzati tramite la tecnica dell'''[[Opus sectile]]'' e mostrano schemi, figure di fiori e uccelli. In fasi successive sono stati aggiunti dei mosaici figurativi, che vennero però distrutti durante la controversia [[iconoclastia|iconoclasta]] (726-843). I mosaici tuttora presenti provengono dal periodo post-iconoclasta. Il numero di tesori, reliquie e icone crebbe progressivamente in ricchezza, realizzando una sorprendente collezione, sino alla dispersione in seguito al saccheggio durante la quarta crociata.
 
Oltre ai mosaici, un gran numero di decorazioni figurative vennero aggiunte nel corso della seconda metà del [[IX secolo]]: un'immagine di Cristo nella cupola centrale, alcuni santi ortodossi, Profeti e Padri della Chiesa. Vi sono anche raffigurazioni di personaggi storici connessi con la basilica, come il [[Patriarca (cristianesimo)|patriarca]] [[Ignazio I]] e alcune scene tratte dal [[Vangelo]]. [[Basilio II di Bisanzio|Basilio II]] fece rappresentare in mosaico su ciascuno dei quattro pennacchi un ''Hexapterygon'' (angelo con sei ali).<ref name=ma287>Mamboury (1953), p. 287</ref> Due di essi scomparvero e vennero riprodotti in affresco durante il restauro di Gaspare Fossati, che fece ricoprire il loro viso con un alone d'oro.<ref name=ma287/> Nel 2009 uno di loro è stato riportato allo stato originale.<ref name=ro157>Ronchey (2010), p. 157</ref>
 
== Note ==
{{references|2}}
 
== Bibliografia ==
* Maria Luigia Fobelli, ''Un tempio per Giustiniano. Santa Sofia di Costantinopoli e la Descrizione di Paolo Silenziario'', Viella 2005
 
== Voci correlate ==
* [[Giorgio di Pisidia]], poeta del [[VII secolo]] che fu guardiano dei vasi sacri e ''[[chartophylax]]'' della chiesa
 
== Altri progetti ==
{{ip|commons=Category:Hagia Sophia}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{fr}} [http://perso.orange.fr/istanbul Sito sulla Basilica di Santa Sofia]
* Disegni: [http://www.focusmm.com/civilization/hagia/haart3.gif pianta], [http://www.focusmm.com/civilization/hagia/haart2.gif sezione longitudinale], [http://www.focusmm.com/civilization/hagia/haart1.gif sezione trasversale]
* [http://www.misart.it/hpmisart/scheda.cfm?idmissione=10 Missione archeologica italiana a Santa Sofia]
* [http://www.cisapalladio.org/annali/pdf/a14_01_foschi.pdf Silvia Foschi, ''Santa Sofia di Costantinopoli: immagini dall'Occidente''] in Annali di architettura n° 14, Vicenza 2002 (in pdf)
* [http://www.meetingrimini.org/default.asp?id=673&item=4371#e4371 Lo spazio della Sapienza. Santa Sofia a Istanbul] mostra promossa dal Meeting di Rimini
* {{en}} [http://www.byzantium1200.com/hagia.html Sito che ricostruisce SantaSofia nel 1200]
* {{en}} [http://kordics.zenfolio.com/f1027706324 Gallerie fotografice di Santa Sofia] - Immagini di Stevan Kordic
* [http://www.youtube.com/watch?v=dmoLP2hLQpo Video che mostra la virtuale ricostruzione della basilica di Santa Sofia in epoca bizantina secondo gli studi più recenti]
* [http://1.bp.blogspot.com/-zIjx8M2eacU/Tm_qnVKUc5I/AAAAAAAAANo/SieHY2aK9EE/s1600/costruzione+ultime+esedre.jpg ‎Interno della chiesa di Santa Sofia in epoca bizantina in una probabile ricostruzione]
 
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