Albert Caraco e Wikipedia:Pagine da cancellare/Conta/2018 dicembre 7: differenze tra le pagine

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[[Immagine:caraco albert.gif|right|227x227px]]{{Bio
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| Nome = Albert
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| Cognome = Caraco
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| Sesso = M
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 3 |voce = Carmen Oreffice |turno = |tipo = semplificata |data = 2018 dicembre 7 |durata = 7 giorni |multipla = }}
| LuogoNascita = Istanbul
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| GiornoMeseNascita = 8 luglio
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| AnnoNascita = 1919
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| LuogoMorte = Parigi
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| GiornoMeseMorte = 7 settembre
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| AnnoMorte = 1971
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| Epoca = 1900
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| Attività = filosofo
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| Attività2 = scrittore
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| Nazionalità = francese
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== Biografia ==
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Nato da una ricca famiglia ebraica, passò l'infanzia tra [[Vienna]], [[Praga]] e [[Berlino]], conseguentemente agli spostamenti lavorativi che il padre José, procuratore di banca, dovette effettuare. La famiglia abbandonò la [[Germania]] negli [[anni 1930|anni trenta]] e si stabilì in [[Francia]], per un certo periodo, nella città di [[Parigi]], dove Albert frequenta l<nowiki>'</nowiki>''École des Hautes Études Commerciales''. Parla già [[lingua spagnola|spagnolo]] e [[lingua tedesca|tedesco]].
 
Prima della [[seconda guerra mondiale]] la famiglia acquista la cittadinanza dell'[[Honduras]] e si trasferisce in [[Sud America]]: [[Argentina]] e [[Uruguay]]. In questo periodo si converte per opportunità sociale al [[cattolicesimo]], ma Albert si converte sinceramente e scrive poesie religiose.
 
Riceve per le sue opere premi e onorificenze. La famiglia si stabilisce nuovamente a Parigi dopo il [[1946]], ed è nel 1949 che il giovane Albert viene premiato con il premio Edgar Poe per l'opera "Le livre des combats de l'âme".<ref>Cfr. F. Volpi, Il nichilismo, Laterza, Roma.Bari, 2004, p. 130.</ref> Questo, tuttavia, sarà l'unico riconoscimento ufficiale che egli riceverà in Francia.
 
Misconosciuto dalla critica e dagli editori del tempo, i numerosi libri da lui pubblicati in vita non ebbero alcuna eco, forse per la violenza delle sue provocazioni, rivolte contro tradizionali convinzioni politiche e religiose. Le opere di Caraco vennero pubblicate principalmente in Svizzera per le edizioni "A la Baconnière" di Neuchâtel, e successivamente all'incontro con Vladimir Dimitrijevic, presso le edizioni "L'Age d'Homme" di Losanna.
 
Ebbe un'infanzia assai difficile, per via dei continui spostamenti e dunque dell'assenza di un'identità nazionale e religiosa, benché profondamente legato ai suoi genitori. Visse in completa solitudine, facendosi una cultura completa, che si riflette nel taglio classico della sua prosa vibrante e lucida.
Morì suicida nel settembre del [[1971]], il giorno dopo la morte del padre, tagliandosi la gola dopo aver assunto dei barbiturici. Tale decisione è premeditata e non frutto di una momentanea disperazione; più volte nei suoi diari Caraco esprime la volontà di uccidersi,<ref>"Scrivo davanti al mio tavolo e ho qui vicino a me l'armadio in cui si ammassano i numerosi manoscritti, mi domando appena cosa diventeranno e il signor padre dorme, come per imparare a morire, nella stanza a fianco, è l'ultimo legame che mi tiene attaccato a questo mondo e se un bel mattino non si svegliasse più, lo seguirei di buona grazia" (A. Caraco, ''Ma confession'', L'Age d'Homme, Lausanne, 1075, p. 16).</ref> e tuttavia questo gesto sarà compiuto, "per cortesia", dopo la morte dei suoi genitori.<ref>V. Dimitijevic, Nota, in A. Caraco, Post mortem, Adelphi, Milano, 2009, p. 128.</ref>
 
==Tematiche==
{{citazione|Noi, che non ci contentiamo di parole, acconsentiamo a scomparire...|''Breviario del caos'', Adelphi, p.9}}
Rappresentante di un "[[Nichilismo]] oscuro" imperniato sulla caducità, tragicità e caoticità in cui vive l'uomo moderno, Caraco descrive in toni 'profetici' un mondo in piena decadenza, ove gli uomini per sopravvivere distruggono il loro pianeta e si sterminano a vicenda. È la morte il tema principale, da cui dipartono tutte le sue tesi. Tra le influenze che caratterizzano il pensiero di Caraco va annoverato certamente lo [[gnosticismo]], che infonde nell'autore una visione del mondo come decadenza, perdizione e caduta. Importante per l'autore è anche la lettura della manualistica seicentesca, come ad esempio il più volte citato [[Baltasar Gracián]],<ref>Cfr. A. Caraco, ''Le semainier de l'agonie'', L'Age d'Homme, Lausanne, 1985, pp.250-251.</ref> dal quale Caraco prende in prestito l'attitudine prudente e cortese, la necessità di vivere appartato e di dissimulare. Per un certo verso, Caraco si può anche definire un [[dandy]], vista la sua volontà di distinguersi e di creare, attraverso la ricercatezza linguistica, l'uso di arcaismi e la volontà di non "mischiarsi" al resto degli uomini, una propria dimensione indipendente e autosufficiente. Numerose sono anche le influenze stoiche che si trovano nella filosofia di Caraco, a partire dall'ideale del saggio come entità indipendente e come esempio di virtù ascetica e casta (l'idea di castità e continenza viene infatti ribadita a più riprese da Caraco, convinto che il mondo sia già eccessivamente popolato, e che dunque procreare sia dannoso e inutile).<ref>"L'illusione
rinasce a ogni generazione e gli amplessi la perpetuano, da secoli e millenni
il solo rimedio è la continenza" (A. Caraco, Post mortem, cit., p. 85).</ref> Caraco può essere paragonato a [[Louis-Ferdinand Céline]] o ad [[Emil Cioran]], per la violenza compressa che scaturisce nell'eleganza provocatoria dei suoi scritti, di cui solamente quattro hanno avuto una traduzione italiana: ''Post-Mortem'' e ''Breviario del Caos'' pubblicati dalla casa editrice Adelphi, ''Supplemento alla psychopathia sexualis'' pubblicato da ES e ''L'uomo di mondo'' pubblicato da Guida.
 
== Opere principali ==
* Le livre des combats de l'âme (1949)
* L'école des intransigeants. Rébellion pour l'ordre (1952)
* Le désirable et le sublime. Phénoménologie de l'Apocalypse (1953)
* Foi, valeur et besoin, Paris 1957;
* Apologie d'Israël, vol. 1: Plaidoyer pour les indéfendables (1957), vol. 2: La marche à travers les ruines (1957)
* Huit essais sur le mal (1963,1979)
* Le tombeau de l'histoire (1966,1976)
* Les races et les classes (1967)
* Post mortem (1968), (''Post mortem'', trad. it. di Tea Turolla, Adelphi, Milano 1984)
* Le galant homme. Un livre de civilité (1967) (''L'uomo di mondo'', trad. di Pippo Vitiello, Guida, Napoli 1993)
* La luxure et la mort: relations de l'ordre et de la sexualité (1968);
* L'ordre et le sexe (1970);
* Obéissance ou servitude? (1974)
* Ma confession, Lausanne (1975)
* L'homme de lettres: un art d'écrire (1975) (''L'uomo di lettere'', a cura di Anita Tatone, Guida, Napoli 1999)
* Bréviaire du chaos (1982) (''[[Breviario del caos]]'', trad. di Tea Turolla, Adelphi, Milano 1998)
* Supplément à la «Psychopathia sexualis» (1983) (''[[Supplemento alla Psychopathia sexualis]]'', a cura di Anita Tatone Marino, Guida, Napoli 1991; trad. di Giulia Alfieri, ES, Milano 2005)
* Ecrits sur la religion (1984)
* Semainier de l'incertitude (1994)
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* [[Anita Tatone]] Marino, L'arco dell'esilio. Saggio su Albert Caraco, Università degli studi di Napoli L'Orientale, Napoli, 2003.
* [[Corrado Badocco]], Albert Caraco, in [[Virgilio Melchiorre]] (a cura di), Enciclopedia filosofica, Bompiani, Milano, 2006, vol. 2.
* [[Vladimir Dimitijevic]], Nota, in Albert Caraco, Post Mortem, Adelphi, Milano, 1984, pp.&nbsp;121–130.
* [[Franco Volpi (filosofo)|Franco Volpi]], Il Nichilismo, Laterza, Roma-Bari, 2004, pp.&nbsp;129–132.
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://albertcaraco.free.fr/|Site Albert Caraco|lingua=fr}}
* {{cita web|http://www.apophtegme.com/IDEES/caracoca.pdf|Le Bréviaire du Chaos|lingua=fr}}
* {{cita web|http://illusioncity.net/albert-caraco/|An Essay About Albert Caraco|lingua=en}}
* {{cita web|http://caraco.canalblog.com/|Studia Caracoana|lingua=fr}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie}}
 
[[Categoria:Morti per suicidio]]