Licosa e Intercettatore sonar: differenze tra le pagine

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{{Divisione amministrativa
|Nome=Licosa
|Nome ufficiale=
|Panorama=Licosa2.JPG
|Didascalia=Panoramica del promontorio e dell'isola di Licosa
|Stemma=Castellabate-Stemma.png
|Stato=ITA
|Grado amministrativo=4
|Divisione amm grado 1=Campania
|Divisione amm grado 2=Salerno
|Divisione amm grado 3=Castellabate
|Altitudine=
|Superficie=
|Note superficie= Il territorio comunale è costituito in parte da isola marittima.
|Abitanti=72
|Note abitanti=
|Aggiornamento abitanti=
|Codice catastale=
|Nome abitanti=leucosini / licosani
|Patrono=
|Festivo=
}}
'''Licosa''' è una [[frazione geografica|frazione]] del [[comune]] di [[Castellabate]] in [[provincia di Salerno]], costituita da un promontorio denominato Enipeo da [[Licofrone]] o Posidio da [[Strabone]] che ospita un vasto parco forestale di macchia mediterranea.
 
Sul differenziale di riconoscimento
== Geografia antropica di Punta Licosa ==
La frazione di Punta Licosa con i suoi 72 abitanti è suddivisa in tre zone:
* '''Licosa I''' (la località centrale dal promontorio di Licosa fino alla Punta di Licosa che conta 28 abitanti);
* '''Licosa II''' (la località pianeggiante di Licosa verso Ogliastro Marina che conta 37 abitanti);
* '''Licosa III''' (la località nei pressi del Vallone Alto di Licosa verso il porto di San Marco che conta 17 abitanti)<ref>{{cita web|url=http://dawinci.istat.it/daWinci/jsp/MD/dawinciMD.jsp?a1=m0GG0C0I0&a2=mg0y8048F8&n=1UH90T09OG0&v=1UH07B07T350000|titolo=Istat|accesso=23 aprile 2013}}</ref>.
* '''San Giulio alle Tre Cipolle''' (la parte alta del promontorio).
 
All'area di Licosa si accede da due ingressi stradali principali: uno a nord composto da una antica mulattiera che inizia nei pressi del porto di San Marco di Castellabate e attraversa il Vallone Alto di Licosa e un altro a sud, nei pressi della punta di Ogliastro Marina, a traffico limitato<ref>Limitazione esclusa ai residenti</ref> con cancello di controllo. Alla punta di Licosa è collegato il molo che ospita piccole imbarcazioni da pesca come i [[Gozzo (barca)|gozzi]]<ref>{{Cita|Infante||Infante, 1989}}</ref>.
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
[[File:Montelicosa.JPG|thumb|left|upright=1.4|Monte Licosa]]
 
La località si trova sulla costa [[Mar Tirreno|tirrenica]] a nord del [[Cilento]], il suo territorio è totalmente all'interno del [[parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni]].
 
Si trova nella parte meridionale del comune di Castellabate, fra le frazioni di [[San Marco (Castellabate)|San Marco]] e [[Ogliastro Marina]]. Da Castellabate dista circa dieci chilometri, 8 da [[Santa Maria di Castellabate|Santa Maria]], 10 da [[Agnone Cilento]], 16 da [[Acciaroli]], 20 da [[Agropoli]] e circa 70 da [[Salerno]]. L'area forestale, composta da [[macchia mediterranea]] che arriva fino al mare - tutelato dall'istituzione dell'[[area marina protetta Santa Maria di Castellabate]] -, ospita al centro la frazione, un piccolo borgo di alcune decine di abitanti posto alle pendici del Monte Licosa (326 m s.l.m.).
 
La sua estremità, in corrispondenza della quale si colloca l'isoletta omonima con il faro, chiude a sud il [[golfo di Salerno]], e rappresenta un punto importante per la navigazione fin dai tempi antichi. L'Isola ospita l'habitat naturale di un particolare tipo di lucertola endemica dalla livrea verde e azzurra, la ''Podarcis sicula klemmeri''.
 
=== Clima ===
La zona è contraddistinta da [[clima mediterraneo]], con estati calde, inverni miti e tante giornate di sole. Le temperature medie del mese più freddo, gennaio, vanno da una minima di 4&nbsp;°C a una massima di 12&nbsp;°C, mentre in luglio e agosto si passa dai 18&nbsp;°C ai 29&nbsp;°C. Il clima temperato è favorito anche dalla protezione dell'[[Appennino campano]], che ripara la zona dai venti freddi in inverno. Le precipitazioni, molto scarse nei mesi estivi, toccano il picco massimo in dicembre, quando piove in media un giorno ogni due<ref name="DeSantis"/>.
 
La [[stazione meteorologica]] più vicina è quella di [[Stazione meteorologica di Casal Velino|Casal Velino]]. In base alla media trentennale di riferimento [[1961]]-[[1990]], la [[temperatura]] media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +8,7&nbsp;°C; quella del mese più caldo, agosto, è di +25,7&nbsp;°C.
{{ClimaAnnuale
| nome = CASAL VELINO
<!-- Temperature massime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmax01 = 11.9
| tempmax02 = 12.6
| tempmax03 = 15.3
| tempmax04 = 18.6
| tempmax05 = 22.9
| tempmax06 = 27.0
| tempmax07 = 30.2
| tempmax08 = 30.7
| tempmax09 = 27.0
| tempmax10 = 22.3
| tempmax11 = 16.8
| tempmax12 = 13.7
<!-- Temperature minime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmin01 = 5.6
| tempmin02 = 5.9
| tempmin03 = 7.8
| tempmin04 = 10.5
| tempmin05 = 13.9
| tempmin06 = 17.6
| tempmin07 = 20.2
| tempmin08 = 20.6
| tempmin09 = 17.6
| tempmin10 = 14.2
| tempmin11 = 10.3
| tempmin12 = 7.5
}}
* [[Classificazione climatica dei comuni italiani|Classificazione climatica]]: zona C, 1088 [[Grado giorno|GG]]
 
== Origini del nome ==
Il nome deriva dal [[Lingua greca|greco]] ''Leukosia'' (''Λευκωσία'', pron. ''lefkosía'' in greco moderno) che significa "bianca", e la leggenda vuole che Leukosia sia una delle tre [[sirene]] che [[Ulisse]] incontrò nel suo viaggio, nell'[[Odissea]] [[Omero|omerica]]<ref>{{Cita|Ebner|p.213|Ebner2, 1982}}</ref>. Il [[toponimo]] è quindi strettamente correlato con quello della capitale [[Cipro|cipriota]] [[Nicosia (Cipro)|Nicosia]] (Lefkosía in greco, Lefkoşa in [[Lingua turca|turco]]) e, con quello del comune [[sicilia]]no di [[Nicosia (Italia)|Nicosia]] ([[Provincia di Enna|EN]]).
 
== Storia ==
{{vedi anche|Castellabate#Storia}}
[[File:Puntalicosa.png|thumb|upright=4.1|center|Punta Licosa]]
 
=== Storia antica ===
Licosa era una territorio abitata fin dal [[paleolitico superiore]]. Questo lo si è appreso grazie ai reperti in pietra rinvenuti in località Sant'Antonio. Nei secoli, nella zona si sono insediate diverse popolazioni come [[Enotri]], [[Greci]], [[Lucani]] e [[Civiltà romana|Romani]]. Testimonianze di una civiltà greca si hanno sul promontorio di Licosa e dintorni, che era la sede della città di Leucosia o Leukothèa<ref name="paesesirene">{{Cita|Amato||Amato, 1992}}</ref>. Da questa potrebbe derivare il nome della popolazione italica che nel IV secolo a.C. abitava la costa tra [[Poseidonia]] e [[Elea]]: i Leucanoi poi Lucani, fondatori della [[Lucania]]. Successivamente la regione fu frequentata dai patrizi romani, i quali possedevano numerose ville nella fascia costiera di Licosa e sull'isola, come testimoniano i vari ruderi antichi in loco<ref name="lglg">{{Cita|La Greca, La Greca||La Greca, La Greca, 2010}}</ref>.
 
Nella località, dopo la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]] inizia il lungo periodo delle dominazioni barbariche. Difatti nell'846 Licosa era considerata una roccaforte di pirati [[Saraceni]], che furono sconfitti proprio nella decisiva [[battaglia di Licosa]] da una coalizione di poteri locali che comprendeva tutti i soggetti danneggiati dalle incursioni musulmane: il [[Ducato di Napoli]], il [[Ducato di Amalfi]], il [[Ducato di Gaeta]] e il Ducato di [[Sorrento]]. Nel 1028 i Saraceni furono scacciati dalla zona definitivamente dal principe [[Guaimario III di Salerno]]<ref>{{Cita|Pellecchia|p.45|Pellecchia, 2010}}</ref>.
 
Il feudo di Licosa è stato da sempre alle dipendenze del Castello dell'abate, costruito nel 1123 da [[Costabile Gentilcore]] e amministrato nei secoli dagli abati benedettini della [[Badia di Cava]] o dal feudatario di turno<ref>{{Cita|Ebner|pp.115-118|Ebner, 1979}}</ref>.
 
=== Storia contemporanea ===
[[File:Pallazzo granito.JPG|thumb|Palazzo Granito e cappella]]
 
Il 13 agosto 1806 Licosa fu assalita dalla flotta inglese dell'ammiraglio [[William Sidney Smith]], che cercava di fomentare le popolazioni costiere ad un'insurrezione contro [[Napoleone]]. Il fortino licosano era difeso dai [[Còrsi]] guidati da [[Matteo Buttafuoco]] e dalla popolazione locale, che cercarono di respingere gli [[Inglesi]] inscenando una cruenta battaglia<ref>{{Cita|De Laugier|p.82-84|De Laugier, 2010}}</ref>.
 
Nel settembre del 1943, durante la [[seconda guerra mondiale]], il territorio, come gran parte della costa salernitana, fu teatro del cosiddetto sbarco di Salerno ovvero dell'[[sbarco a Salerno]]: dove la torre del Semaforo di Licosa venne utilizzata come postazione militare dai tedeschi durante l'arrivo degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]]<ref>{{Cita|De Jaco||De Jaco, 2000}}</ref>.
 
Gran parte del territorio di Licosa attualmente è una [[proprietà privata]], e come tale non accessibile al pubblico, oggetto di una pluridecennale contesa giudiziaria tra la famiglia Granito Pignatelli di Belmonte, discendenti dalla nobile famiglia di marchesi che aveva posseduto il feudo di Castellabate e la famiglia Boroli, proprietaria della [[De Agostini]]. Al termine di questa lunga contesa giudiziaria i beni immobili sono tornati di nuovo a far parte del patrimonio della famiglia Granito di Belmonte<ref>Rosamaria Morinelli, [http://lacittadisalerno.gelocal.it/dettaglio/il-principe-riconquista-punta-licosa-da-mezzo-secolo-la-battaglia-giudiziaria/1374212 ''Il principe riconquista Punta Licosa. Da mezzo secolo la battaglia giudiziaria''], ''[[La Città di Salerno]]'', 5 ottobre 2007</ref>.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
[[File:Flysch del Cilento a Licosa (Castellabate).jpg|thumb|Flysch del Cilento a Licosa]]
[[File:Vedettamtlicosa.JPG|thumb|Sentiero torre del Semaforo]]
[[File:Isola di Licosa.jpg|thumb|upright=2.3|Tramonto sull'isola di Licosa]]
 
* Cappella di Santa Maria del Soccorso: edificata per offrire ricovero ai naufraghi sul molo di punta Licosa al fianco di palazzo Granito<ref name="malzone">{{Cita|Malzone||Malzone, 2006}}</ref>.
* Palazzo Granito: è un casino di caccia costruito nella prima metà del Settecento da Parise Granito, che, con la cappella di Santa Maria del Soccorso, si affaccia sul molo di [[punta Licosa]]. Rappresentava uno dei soggiorni del re Carlo di Borbone, appassionato di caccia e di pesca ed amico della famiglia<ref name="malzone"/>
* Torre di Licosa (rudere): è una postazione di avvistamento di origine angioina (1277), la più antica del sistema difensivo di Castellabate<ref name="AV">{{Cita|AA.VV.||AV, 1999}}</ref>.
* Torre Cannitiello o "Mezzatorre (rudere): una postazione di avvistamento che risale al periodo 1567-1569<ref name="AV"/>.
* Torre del Semaforo o Torricella (rudere): una postazione di avvistamento del 1570, posta sulla collina di Licosa. Deve il suo nome al fatto che utilizzava segnali di fuoco o fumo per comunicare con le altre torri della fascia costiera o col Castello dell'abate posto in cima a colle Sant'Angelo<ref name="AV"/>.
* Convento [[Sant'Antonio Abate]] (rudere): posto nel cuore della collina licosana e eretto dai monaci cappuccini nel XVII secolo per offrire rifugio ai confratelli provenienti dal meridione<ref name="lglg"/>.
* Lapide commemorativa dei caduti del [[Velella (sommergibile 1937)|Velella]]: posta nel 2002 sul molo di punta Licosa, composta da un monumento circolare di bronzo raffigurante il sommergibile che affonda e l'elenco dei membri dell'equipaggio<ref>{{Cita|Amato|p.91|Amato, 1998}}</ref>.
* Costa e area marina: Licosa si estende prevalentemente lungo il mare con l'[[area marina protetta Santa Maria di Castellabate]] e una costa variegata, frastagliata, dove si alternano scogli, alti dirupi, baie e calette naturali, contraddistinta dalla tranquillità del luogo, quasi mai affollato di bagnanti.<ref name="Pel">{{Cita|Pellecchia||Pellecchia, 2010}}</ref>. La zona costiera licosana è caratterizzato dalla presenza del "[[Flysch]] del [[Cilento]]", una rara tipologia di roccia composta da diverse stratificazioni (costituite tipicamente da alternanze cicliche di [[arenaria]], di [[argilla]] o [[marna (roccia)|marna]], di [[calcare]]). Tali rocce preistoriche degradano lentamente nel mare estendendosi anche per oltre cinque miglia. Nei fondali questa conformazione rocciosa, formata da numerose cavità e spaccature, viene utilizzata come rifugio da diversi organismi animali e vegetali<ref name="DeSantis">{{Cita|De Santis||De Santis, 2007}}</ref>. Licosa è stata inserita dal 2005 fra le 11 più belle spiagge d'[[Italia]], secondo il concorso di [[Legambiente]] "La più bella sei tu"<ref>{{cita web|http://www.viaggimagazine.it/articoli/001218|La più bella sei tu|27 aprile 2013}}</ref> ed è insignita dal riconoscimento della [[bandiera blu]] per la qualità delle acque<ref>{{cita web|http://blueflag.org/|Blue flag|26 aprile 2013}}</ref>.
* Parco e sentieri naturali: il territorio, cuore del [[parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni]], presenta diverse aree verdi e sentieri naturali, attrezzati anche come percorsi botanici. Le aree verdi della zona sono la pineta di Licosa e il bosco del promontorio, che sono attraversate dai sentieri naturali come quello tra "Ogliastro Marina e il Pozzillo" (8,6&nbsp;km) e quello tra "San Marco e Licosa"<ref name="DeSantis"/>
* Isola di Licosa (160 metri di lunghezza e 40 metri di larghezza): rappresenta il sito naturale più caratteristico del territorio, con le sue pericolose secche e i suoi limpidi fondali, testimoni di numerosi affondamenti. Nelle sue acque sono visibili i resti sommersi dell'omonima città greco-romana, specialmente quelli di una villa romana e di una vasca per l'allevamento delle murene (risalente ad un periodo che va dal I secolo a.C. al I secolo d.C.). Sull'isola, dove svetta il faro e il rudere della casa del guardiano del faro, sono stati rinvenuti diversi reperti di epoca greco-romana come una lastra con un'epigrafe dedicata a [[Cerere]], un mosaico d'epoca romana e numerose ceramiche greche del V secolo a.C., conservate nel [[Museo archeologico nazionale di Paestum]]. La zona è pervasa dal mito delle [[sirene]]. Si crede che il nome di Licosa derivi dalla sirena Leucosia, che, secondo autori come [[Licofrone]], [[Strabone]] e [[Plinio il Vecchio]], qui abitò e qui fu sepolta dopo che si gettò in mare. Anche [[Omero]], nell'''[[Odissea]]'', accenna all'isola delle sirene dal canto ammaliatore, beffate da [[Ulisse]] e il suo equipaggio<ref>{{cita web|http://www.ingenioloci.beniculturali.it/files/Castellabate.pdf|I percorsi di "Genius Loci"|19 aprile 2013}}</ref>. Ma siccome l'isola di Licosa un tempo era collegata al promontorio, prima dell'inabissamento della costa avvenuto nel IV secolo a.C., si ritiene che l'isola delle sirene possa essere la poco lontana "Secca di Vatolla" (da dove è possibile osservare [[Vatolla]]), profonda circa sei metri. [[Aristotele]] narra della presenza sull'isoletta di un tempio dedicato a [[Leucotea]], identificata con Leucosia. Altri autori, come [[Dionigi di Alicarnasso]] e [[Sesto Pompeo Festo]], sostengono che il nome Licosa sia dovuto ad una cugina o una nipote di [[Enea]] sepolta sull'isoletta ("''Leucosia insula dicta est a consobrina Aeneae ibi sepulta''")<ref name="paesesirene"/>.
 
== Società ==
=== Dialetto ===
{{vedi anche|Dialetto cilentano meridionale}}
Il dialetto che parlano i licosani è il [[cilentano]], ma con alcune varianti e peculiarità che lo differenziano da quello dei paesi limitrofi (uso della "e" al posto della "i" per una serie di vocaboli e per l'articolo determinativo "u" invece di "lu"). È molto simile al [[dialetto cilentano meridionale]] specie per quanto riguarda la pronuncia chiara e distinta delle vocali finali (a differenza degli altri dialetti campani che le indeboliscono), la doppia "l" che diventa doppia "d" e l'uso del doppio congiuntivo ("si u sapia, tu dicia", in italiano "se lo sapessi, te lo direi")<ref>{{Cita|Rohlfs||Rohlfs, 1988}}</ref>.
 
=== Religione ===
Licosa affonda le sue radici storiche nella cultura cristiana, essendo stata amministrata per diversi secoli dai benedettini della [[Badia di Cava]], nonostante sia stata assediata più volte dai [[Saraceni]] di [[religione musulmana]]. La maggioranza della popolazione locale è di religione cristiana ([[Chiesa cattolica]]).
 
== Cultura ==
[[File:Giulio Scarpati.jpg|thumb|upright=0.5|Giulio Scarpati]]
 
=== Manifestazioni ===
Ogni anno nei mesi di luglio e agosto l'associazione Leucosia tiene due "Concerti sull'acqua" dedicati alla mitologica [[sirena]] Leucosia. Il proscenio di questa manifestazione è rappresentato dal canale marino che separa l'isolotto dalla terraferma e i concerti sono eseguiti su dei [[Natante|natanti]]<ref>{{cita web|http://www.premioleucosia.it/eventi.asp|Eventi|19 aprile 2013}}</ref>.
 
== Persone legate a Licosa ==
* [[Achille Boroli]] ([[1913]] - [[2011]]), editore italiano che risiedeva a Licosa<ref name="rep">{{Cita news|autore = Stella Cervasio|url = http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/08/06/punta-licosa-le-bandiere-blu-al-mare.html|titolo = Punta Licosa, le bandiere blu al mare del turismo che non c'è|pubblicazione = [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data =6 agosto 2002}}</ref>.
* [[Leonardo Benevolo]] ([[1923]]), architetto e storico italiano che non fa mai mancare la sua presenza a Licosa<ref>{{Cita news|autore =Caterina La Bella|url =http://lacittadisalerno.gelocal.it/dettaglio/punta-licosa-tra-storia-leggenda-un-tuffo-nel-mito-del-cilento/1506670|titolo = Punta Licosa tra storia e leggenda. Un "tuffo" nel mito del Cilento|pubblicazione =[[La Città]]|data =30 agosto 2008}}</ref>.
* [[Gad Lerner]] ([[1954]]), giornalista e scrittore libanese che risiede abitualmente a Licosa<ref name="rep"/>
* [[Antonio Bassolino]] ([[1947]]), politico italiano, inquilino illustre di Vallone Alto di Licosa<ref>{{Cita news|autore = Stella Cervasio|titolo = E i vip salvano la pineta|pubblicazione = La Repubblica|data = 23 agosto 2007|url = http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/08/23/vip-salvano-la-pineta.html}}</ref>
* [[Giulio Scarpati]] ([[1956]]), attore italiano che spesso risiede a Vallone Alto di Licosa<ref name="rep"/>.
* [[Peppe Servillo]] ([[1960]]), attore e cantante che spesso risiede a Licosa<ref>Peppe Servillo "Relax a Licosa tra mare e fari" Archivio la Repubblica 31/05/2014
</ref><ref>{{Cita news|autore = Guido Andruetto|titolo = Peppe Servillo "Relax a Licosa tra mare e fari"|pubblicazione = La Repubblica|data = 31 maggio 2014|url = http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/05/31/peppe-servillo-relax-a-licosa-tra-mare-e-fari46.html}}</ref>
 
==Galleria d'immagini==
<gallery widths=150>
Image:Calettalicosa.jpg|<center>Caletta e pineta</center>
</gallery>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=Angelo Raffaele Amato|titolo=Il Paese delle Sirene. Castellabate e il suo territorio|anno=1992|editore=Edizioni la Colomba|città=Agropoli|isbn=no|cid=Amato, 1992}}
* {{cita libro|autore=Angelo Raffaele Amato|titolo=Il Velella|anno=1998|editore=Tip. Piccirillo|città=S.Maria di Castellabate|isbn=no|cid=Amato, 1998}}
* {{cita libro|autore=Aldo De Jaco|titolo=1943, la Resistenza nel Sud: cronaca per testimonianze|anno=2000|isbn=88-8234-029-5|cid=De Jaco, 2000}}
* {{cita libro|autore=Cesare De Laugier|titolo=Fasti e vicende degl'italiani dal 1801 al 1815|anno=2010|editore=Nabu Press|isbn=1-143-41693-7|cid=De Laugier, 2010}}
* {{cita libro|autore=Dionisia De Santis|titolo=Colori e profumi lungo i sentieri. Percorsi botanici nel territorio di Castellabate|anno=2007|città=Agropoli|isbn=no|cid=De Santis, 2007}}
* {{cita libro|autore=Pietro Ebner|titolo=Chiesa, Baroni e Popolo nel Cilento (Volume II)|anno=1982|editore=Edizioni di Storia e Letteratura|città=Roma|isbn=no|cid=Ebner2, 1982}}
* {{cita libro|autore=Pietro Ebner|titolo=Economia e Società nel Cilento Medievale|anno=1979|editore=Edizioni di Storia e Letteratura|città=Roma|isbn=no|cid=Ebner, 1979}}
* {{cita libro|autore=Antonio Infante|titolo=Licosa. Mitica porta di mare del Cilento antico|anno=1989|editore=La Colomba|isbn=88-89047-01-1|cid=Infante, 1989}}
* {{cita libro|autore= Fernando La Greca|coautori=Amedeo La Greca|titolo=Ogliastro Marina e Licosa|anno=2010|editore=Centro di Promozione Culturale per il Cilento|città=Acciaroli|isbn=978-88-902317-8-0|cid=La Greca, La Greca, 2010}}
* {{cita libro|autore=Gennaro Malzone|titolo=Famiglie e palazzi gentilizi del territorio di Castellabate|anno=2006|editore=La Colomba|isbn=88-89047-06-2|cid=Malzone, 2006}}
* {{cita libro|autore=Roberto Pellecchia|titolo=Spiagge, cale e borghi della Costa del Cilento|anno=2010|editore=Officine Zephiro|isbn=88-903571-7-7|cid=Pellecchia, 2010}}
* {{cita libro|autore=Gerhard Rohlfs|titolo=Studi linguistici sulla Lucania e sul Cilento|anno=1988|editore=Congedo Editore|isbn=88-7786-357-9|cid=Rohlfs, 1988}}
* {{cita libro|autore=AA.VV.|titolo=La Campania paese per paese|anno=1999|editore=Bonechi|città=Firenze|isbn=88-476-0000-6|cid=AV, 1999}}
 
== Voci correlate ==
{|
|-----
| width="34%" valign="top" |
'''Comunali'''
* [[Castellabate]]
* [[Santa Maria di Castellabate]]
* [[San Marco (Castellabate)]]
* [[Ogliastro Marina]]
* [[Lago (Castellabate)]]
* [[Alano (Castellabate)]]
* [[Tresino]]
* [[Area marina protetta Santa Maria di Castellabate]]
| width="33%" valign="top" |
<ol start=>
'''Generali'''
* [[Cilento]]
* [[Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni]]
* [[Costiera cilentana]]
</ol>
| width="33%" valign="top" |
<ol start=>
'''Storiche'''
* [[Battaglia di Licosa]]
</ol>
|}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Licosa}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.comune.castellabate.sa.it/|Comune di Castellabate}}
* {{cita web|http://www.premioleucosia.it|Premio Leucosia (Concerto sull'Acqua)|lingua=en it}}
 
{{Costiera cilentana}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Campania}}
 
[[Categoria:Frazioni di Castellabate]]
[[Categoria:Località del Cilento]]