Prodotti agroalimentari tradizionali calabresi e Massimo (famiglia): differenze tra le pagine
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{{Casata
|cognome = Massimo
|stemma = Coat of arms of the House of Massimo.svg
|motto = Cunctando Restituit
|blasonatura = <div align=justify>''Partito; nel primo fasciato d'azzurro e d'argento alla banda d'oro attraversante (Staglia o Astalli); nel secondo d'argento al palo fascia d'azzurro, uscente dalla partizione, carico sul palo di sette scudetti del campo, sulla fascia di due scudetti eguali posti nel verso della pezza (Citarei), la fascia accompagnata da due leoni di rosso, coronati d'argento (Massimo)''<ref>Giannino Tiziani,''Famiglie e stemmi cornetani dalla schedatura di beni artistici di Tarquinia'', 2003, p.13.</ref>. ''Cimiero: un leone d'oro. Sostegni: due leoni d'oro affrontati.''<ref>Amayden, p. 202</ref></div>
|stato = {{PON}}<br />{{simbolo|Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg}} [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]<br />{{ITA}}
|titoli = [[Principe]] di [[Arsoli]], [[Principe]] di [[Roccasecca dei Volsci]]<br />[[Duca]] di [[Rignano Flaminio|Rignano]]<br />[[Marchese]] di [[Calcata]]<br />[[Barone]] di [[Pisterzo]]
|fondatore = [[Leone Massimo, morto nel 1012]]
|attualecapo = Don Ferdinando (*[[1940]])
|datafondazione = (''[[IX secolo]]'')
|etnia = [[Italia]]na
|ramicadetti = Massimo d'Aracoeli<br /><small>''[[XVI secolo]] - [[1907]]''</small><br />[[Lancellotti (famiglia)]] (già Massimo)<br /><small>''dal [[1852]]''</small>
}}
I '''Massimo''' sono una storica [[famiglia]] [[principe]]sca di [[Roma]], ancora fiorente.
== Discendenza leggendaria ==
Le origini della famiglia restano oscure e leggendarie.
Una mitica tradizione fa risalire l'origine della famiglia Massimo alla ''[[Gens Fabia]]'' dell'[[antica Roma]] la quale con [[Quinto Fabio Massimo Rulliano|Quinto Fabio Rulliano]] avrebbe aggiunto nel [[IV secolo a.C.]] per [[senatoconsulto]] della [[repubblica romana]] il ''[[Onomastica romana#Cognomen|cognomen]]'' «''Maximi''». La leggenda sarebbe stata diffusa da [[Onofrio Panvinio]] (1529-1568) nel suo "De gente Maxima" del [[1556]] (Cod. Vat. 6168 pag. 166) pubblicato da [[Angelo Mai]] nel [[1843]] nel tomo IX dello "Spicilegium romanum"<ref name = Ceccarius>[[Ceccarius]], ''I Massimo'', Roma: Istituto di studi romani, 1954</ref>. Secondo il Panvinio a questa famiglia sarebbero appartenuti due [[papa|papi]] santi, [[Papa Anastasio I|Anastasio I]] e [[Papa Pasquale I|Pasquale I]]. La leggenda ebbe una certa fortuna per cui la famiglia Massimo è considerata da alcuni, fra cui [[Vittorio Spreti]], la più antica d'Europa<ref>Vittorio Spreti, ''Enciclopedia storico-nobiliare italiana: famiglie nobili e titolate viventi riconosciute dal R. Governo d'Italia, compresi: città, comunità, mense vescovili, abazie, parrocchie ed enti nobili e titolati riconosciuti, promossa e diretta dal marchese Vittorio Spreti'', Milano: Enciclopedia storico-nobiliare italiana, 1931; Rist. anast. Bologna: Forni, stampa 1969, Vol. IV, p. 478 ([http://books.google.it/books?ei=xxKRTNh41Jk40d2xhQ0&ct=result&id=AygbAAAAYAAJ&dq=Famiglia+principesca+romana+considerata+la+pi%C3%B9+antica+d%27Europa&q=secondo+una+secolare+tradizione#search_anchor Google libri]; URL consultato il 15 settembre 2010).</ref><ref>{{cita web|url= http://www.iltempo.it/spettacoli/2009/08/30/1064031-gloriosi_principi_massimo_dinastia_antica_europa.shtml|titolo= Il tempo|3= 15 settembre 2010|urlmorto= sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20121110134342/http://www.iltempo.it/spettacoli/2009/08/30/1064031-gloriosi_principi_massimo_dinastia_antica_europa.shtml|dataarchivio= 10 novembre 2012}}</ref>. A [[Napoleone Bonaparte]] che chiedeva notizie sulla veridicità di tale discendenza, [[Francesco Camillo VII Massimo]], plenipotenziario di [[papa Pio VI]], rispondeva: «''Je ne saurais en effet le prouver, c'est un bruit qui ne court que depuis douze cents ans dans notre famille''»<ref name = Ceccarius/> (in realtà non potrei provarlo, è una diceria che si racconta nella nostra famiglia solo da una dozzina di secoli).<ref>Amayden, p. 204</ref>
== Storia ==
[[File:Palazzo Massimo alle Colonne.jpg|thumb|sinistra|[[Palazzo Massimo alle Colonne]]]]
[[File:3045 - Catania - Cattedrale - Tomba di Innocenzo Massimo + 1633 - Foto Giovanni Dall'Orto, 4-July 2008.jpg|thumb|Stemma dei Massimo sulla tomba del cardinale [[Innocenzo Massimo|Innocenzo]] nel [[duomo di Catania]]]]
Il più antico personaggio di cui si ha notizia sarebbe vissuto nel [[X secolo]]: una [[lapide]] del [[1012]] nella [[basilica dei Santi Bonifacio e Alessio]] sull'[[Aventino]] ricorda un Leone Massimo. Tuttavia il primo a essersi fregiato del nome di famiglia «de Maximis», come segno di appartenenza all'aristocrazia [[roma]]na, sembra sia stato [[Massimo di Lello di Cecco]], titolare di un banco di pegni nella prima metà del [[XV secolo]], definito nei documenti dell'epoca «Maximus Lelli Cecchi»; suo padre [[Lello Massimo|Lello]] (morto nel [[1420]]) gestiva una spezieria nel [[Sant'Eustachio (rione di Roma)|rione Sant'Eustachio]] e fu [[Conservatore di Roma]] nel [[1418]], mentre il nonno Cecco, che sottoscrisse nel [[1349]] gli statuti dell'arte della lana, fu probabilmente il principale artefice della fortuna economica della famiglia<ref>Anna Modigliani, [http://www.treccani.it/enciclopedia/massimo-massimo_%28Dizionario-Biografico%29/ MASSIMO, Massimo (Massimo di Lello di Cecco)]. In: ''[[Dizionario Biografico degli Italiani]]'', Roma: Istituto dell'Enciclopedia italiana, Vol. LXXII, 2009</ref>. Tra il [[XIV secolo|XIV]] e il [[XV secolo]] i Massimo possedevano un ingente patrimonio derivante da attività commerciali e professionali e ciò permise alla famiglia di stringere alleanze matrimoniali con alcune casate aristocratiche romane (i [[Santacroce (famiglia)|Santacroce]], i Mazzatosta, i Planca, gli Spannocchi, i [[Mattei (famiglia)|Mattei]], i [[Cesarini (famiglia)|Cesarini]], i Mancini, i [[Colonna (famiglia)|Colonna]], ecc.)<ref>Ivana Ait, ''Tra scienza e mercato. Gli speziali a Roma nel tardo Medioevo'', Roma: Istituto Nazionale di Studi Romani, 1996, p. 20 e pp. 55-66, ISBN 8873111009</ref><ref>Anna Modigliani, ''Mercati, botteghe e spazi di commercio a Roma tra Medioevo ed età moderna'', Roma: Roma nel Rinascimento, 1998, ISBN 8885913180)</ref>. Se il titolo di [[Nobile (aristocrazia)|nobile]] della famiglia risale al [[XIV secolo]], quello di [[marchese|marchesi]] al [[1544]], quello di [[principe|principi]] al [[1826]] e quello di [[duca|duchi]] al [[1828]].
[[File:Massimo Castle (Arsoli).jpg|thumb|left|[[Arsoli]]: il castello dei principi Massimo]]
[[File:Arme Famiglia Massimo.jpg|upright=0.7|thumb|L'arme dei Massimo]]
Nel [[XVI secolo]] la famiglia si divise in due rami: il primo, quello dei signori (poi principi di [[Arsoli]]) detti "delle Colonne", residente nel [[palazzo Massimo alle Colonne]], ancora esistente; il secondo, quello dei marchesi di [[Ortona dei Marsi|Ortona]] poi duchi di [[Rignano Flaminio|Rignano]] detti "di Aracoeli" ora estinto nella linea maschile con Emilio, nel [[1907]].<ref>Mario Tosi, ''La società romana : dalla feudalità al patriziato: 1816-1853'', Roma: Edizioni di Storia e Letteratura, 1968, pp. 68-70 ([http://books.google.it/books?id=ZNrIcZ6sV7QC&pg=PA68 Google libri])</ref>. Nel [[palazzo Massimo alle Colonne]] una lapide ricorda come sia stata la sede della prima stamperia di Roma ad opera di [[Conrad di Schweinheim]] e di [[Arnold Pannartz]] coadiuvati dai fratelli [[Pietro Massimo|Pietro]] e [[Francesco Massimo]] figli di [[Massimo di Lello di Cecco]]; in realtà l'edificio adibito a stamperia doveva essere situato in una casa che i due fratelli possedevano nelle immediate adiacenze di [[Campo de' Fiori]], lungo la via Mercatoria<ref>A. Modigliani, «[http://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-massimo_%28Dizionario-Biografico%29/ MASSIMO, Pietro]». In: ''[[Dizionario Biografico degli Italiani]]'', Roma: Istituto dell'Enciclopedia italiana, Vol. LXXII, 2009</ref>. Dal [[XVI secolo]] in poi tutti i primogeniti maschi della famiglia Massimo sottoscrissero gli atti pubblici non col proprio nome di battesimo, ma con quello di «Camillo», in ricordo di Camillo Massimo ([[1577]]-[[1640]]), primo istitutore del [[Diritto di maggiorasco|fedecommesso di primogenitura]]<ref>Maura Piccialuti Caprioli, ''L'immortalità dei beni: fedecommessi e primogeniture a Roma nei secoli XVII e XVIII'', Roma: Viella, 1999, ISBN 88-85669-99-9</ref>.
I Massimo strinsero rapporti di parentela con esponenti di alcune famiglie reali europee: Cristina di Sassonia (sposò nel [[1796]] [[Massimiliano Camillo VIII Massimo, I principe di Arsoli]]); Beatrice di Borbone-Spagna (figlia del [[carlismo|pretendente carlista]] [[Carlo Maria Isidoro di Borbone-Spagna|infante Carlo]], fu la moglie nel [[1827]] di Fabrizio); [[Maria Adelaide di Savoia-Genova]] (figlia del [[duca]] [[Tommaso di Savoia-Genova]], fratello della [[Margherita di Savoia|regina Margherita]], nel [[1935]] si unì in matrimonio con Leone).<ref>Ceccarius, p. 20</ref>
La stirpe è rappresentata dal capofamiglia don Ferdinando ([[1940]]), principe di [[Arsoli]], coniugato con Maresti Savona, dalla quale ha avuto Ascanio ([[1978]]), e da don Stefano ([[1955]]), principe di [[Roccasecca dei Volsci]], erede del Principe Vittorio Emanuele e dell'attrice inglese [[Dawn Addams]] ([[1930]]-[[1985]]), coniugato con Atalanta Foxwell, dalla quale ha avuto Valerio ([[1973]]), Cesare e Tancredi.<ref>Cafà, p. 160</ref>
Le residenze dei Massimo sono state: il [[palazzo Massimo alle Terme]] (ora Museo Nazionale), il [[palazzo Massimo alle Colonne]], il Palazzo di Pirro, il palazzo di Aracoeli, la [[villa Massimo]], sulla [[Nomentana]], la villa Massimo alle terme (buttata giù durante il fascismo) e il castello di [[Arsoli]] ([[secolo X]], acquistato nel [[1574]] da Fabrizio su suggerimento di [[san Filippo Neri]]). Il luogo di sepoltura si trova nella cappella gentilizia di Santa Maria Annunziata in [[Basilica di San Lorenzo in Damaso|San Lorenzo in Damaso]], a Roma.<ref>Amayden, p. 203</ref>
==Successione dei titoli==
===Massimo (delle Colonne)===
====Signori di Arsoli (1574)====
*Fabrizio Camillo (1536-1633), I signore di Arsoli
*Pietro (1574-1655), II signore di Arsoli
*Fabrizio Camillo IV (1606-1693), III signore di Arsoli
====Marchesi e Principi di Roccasecca (1686)====
*Fabrizio Camillo IV (1606-1693), I marchese di Roccasecca
*Giovanni Battista Camillo V (1659-1711), II marchese di Roccasecca
*Filippo Camillo VI (1684-1735), III marchese di Roccasecca
*[[Francesco Camillo VII Massimo|Francesco Camillo VII]] (1730-1801), IV marchese di Roccasecca
*[[Massimiliano Camillo VIII Massimo, I principe di Arsoli|Massimiliano Camillo VIII]] (1770-1840), V marchese di Roccasecca
*Vittorio Emanuele (1911-1983), principe di Roccasecca
*Stefano (1955-), principe di Roccasecca
====Principi di Arsoli (1826)====
*[[Massimiliano Camillo VIII Massimo, I principe di Arsoli|Massimiliano Camillo VIII]] (1770-1840), I principe di Arsoli
*[[Vittorio Emanuele Camillo IX Massimo|Vittorio Emanuele Camillo IX]] (1803-1873), II principe di Arsoli
*Carlo Alberto Camillo X (1836-1921), III principe di Arsoli
*Francesco Camillo XI (1865-1943), IV principe di Arsoli
*Leone (1896-1979), V principe di Arsoli
*Filippo (1938-2008), VI principe di Arsoli
*Ferdinando (1940-), VII principe di Arsoli
===[[Lancellotti (famiglia)|Lancellotti]]===
====Principi di Lauro e di Marzano (1852)====
Giuseppina Massimo, sorella del principe [[Vittorio Emanuele Camillo IX Massimo]], aveva sposato Ottavio [[Lancellotti (famiglia)|Lancellotti]] (si veda [[Lancellotti (famiglia)|famiglia Lancellotti]]), morto nel 1852 senza eredi e pertanto ella, sopravvissutagli, ottenne il permesso di trasmettere il cognome, il titolo e le proprietà del marito a suo nipote Filippo, figlio cadetto di [[Vittorio Emanuele Camillo IX Massimo|Vittorio Emanuele Camillo IX]].
*Filippo (1843-1915), I principe [[Lancellotti (famiglia)|Lancellotti]]
*Giuseppe (1866-1945), II principe Lancellotti
*Filippo (1892-1970), III principe Lancellotti
*Pietro (1934 - ), IV principe Lancellotti
===Massimo d'Aracoeli===
*Tiberio (m. 1588), fratello di Fabrizio Camillo, I signore di Arsoli
*Angelo (m. 1624)
*Massimo (m. 1652)
*Angelo Maurizio (? - ?)
*Francesco (1635-1707)
====Marchesi di Ortona====
*Francesco (1635-1707), I marchese di Ortona
*Angelo (1679-1755), II marchese di Ortona
*Angelo Tiberio (1737-1810), III marchese di Ortona, figlio del fratello del precedente
*Francesco (1773-1844), IV marchese di Ortona
====Marchesi di Calcata, duchi di Rignano e Calcata====
*Francesco (1773-1844), I marchese di Calcata (1803), I duca di Rignano (1820), I duca di Rignano e Calcata (1828)
*Mario (1808-1873), II duca di Rignano e Calcata
*Emilio (1835-1907), III duca di Rignano e Calcata
La casata si estinse in linea maschile. Maria,<ref>Maria Massimo possedeva la [[villa Massimo Colonna]], a Roma, che fu distrutta dopo la sua morte, per far posto al novecentesco palazzo dell'[[INA Assitalia]], in via Sallustiana.</ref> figlia di Emilio, portò il titolo di duca di Rignano e Calcata al marito [[Prospero Colonna (di Paliano)|Prospero Colonna]]. Si veda [[Colonna (famiglia)|famiglia Colonna]].
===Ursenbeck - Massimo===
*Alessandro (m. 1683), figlio di Massimo Massimo d'Aracoeli (m. 1652)
*Francesco Ferdinando (m. 1728), conte di Ursenbeck, adottato da suo zio assunse il cognome di Ursenbeck - Massimo
*Francesco Antonio (? - ?), conte di Ursenbeck
*Francesco Saverio (m. 1838), conte di Ursenbeck
== Altre personalità della famiglia Massimo ==
* [[Massimo di Lello di Cecco]] (1395 circa – 1465)
* [[Giacomo di Lello di Cecco]] (1400 circa - dopo il 1464)
* [[Pietro Massimo]] (1420 circa – 1489)
* [[Innocenzo Massimo]] (1581 – 1633), arcivescovo
* [[Camillo Massimo|Carlo Camillo II Massimo]] (1620 – 1677), cardinale
* [[Francesco Saverio Massimo]] (1806-1848), cardinale
* [[Massimiliano Massimo]] (1849 – 1911), gesuita ed educatore
== Galleria d'immagini ==
<gallery>
File:PalazzoMassimoALaTerme.JPG|[[Palazzo Massimo alle Terme]]
File:Campitelli - palazzo Massimo di Rignano da araceli - Immagine 014.jpg|Il palazzo Massimo di Aracoeli
File:Haupthaus Villa Massimo.jpg|[[Villa Massimo]] sulla [[Nomentana]]
File:Arsoli 01.jpg|Il castello Massimo di [[Arsoli]]
File:Franz Xaver Massimo.jpg|Il cardinale [[Francesco Saverio Massimo]]
</gallery>
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* Teodoro Amayden, ''La storia delle famiglie romane'', Forni, Bologna 1914.
* Valeria Cafà, ''Palazzo Massimo alle Colonne di Baldassarre Peruzzi: storia di una famiglia romana e del suo palazzo in rione Parione'', Marsilio, Venezia 2007.
* Ceccarius, ''I Massimo'', Istituto di Studi Romani, Roma 1954.
* Giovanni Battista Crollalanza, ''Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti'', editore Dir. del Giornale Araldico, 1886.
* Claudio Rendina, ''Le grandi famiglie di Roma'', Newton Compton, Roma 1982.
* Vittorio Spreti, ''Enciclopedia storico-nobiliare italiana'', Arnaldo Forni, Bologna 1928.
*Libro d'Oro della Nobiltà Italiana-nuova serie (periodico) 25esima edizione 2015-2019 (Collegio Araldico Romano) Gallelli-editore
*il Calendario d'Oro-nuova serie (tutte le edizioni) Gallelli-editore.
*il Calendario Reale -nuova serie (tutte le edizioni) Gallelli-editore.
*Libro d'Oro della Nobiltà Italiana -serie aggiornata Consulta Araldica del regno d'Italia (tutte le edizioni) Gallelli-editore.
*Elenco Ufficiale della Nobiltà Italiana -serie aggiornata Consulta Araldica del Regno d'Italia, (tutte le edizioni) Gallelli-editore.
*Calendario Pontificio (tutte le edizioni) Gallelli-editore.
*Libro d'Oro della Nobiltà Pontificia (tutte le edizioni) Gallelli-editore.
== Voci correlate ==
* [[Arsoli]]
* Palazzo di Pirro
* [[Palazzo Massimo alle Colonne]]
* [[Pietro Massimo]]
* [[Villa Massimo]]
* [[Dispense della prima serie delle Famiglie celebri italiane]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{Portale|Roma|storia di famiglia}}
[[Categoria:Massimo| ]]
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