Esther Mahalangu e Chörten: differenze tra le pagine

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[[Image:Labrang03.jpg|thumb|[[Circumambulatio]] intorno al chörten del [[monastero di Labrang]], nel [[Gansu]].]]
{{Bio
'''Chörten''' ([[Lingua tibetana|tibetano]]: མཆོད་རྟེན།, [[Traslitterazione Wylie|Wylie]]: ''mchod rten'', [[Trascrizione fonetica semplificata THL|THL]]: ''chörten'', pronunciato ''Tcheutèn'') è il nome tibetano degli [[stupa]] [[Buddhismo|buddhisti]] diffusi in alcune regioni dell'[[Asia]]. Talvolta sono indicati anche con il nome di ''dagoba'' in [[Sri Lanka]].
|Nome = Esther
|Cognome = Mahalangu
|Sesso = F
|LuogoNascita = Middelburg
|LuogoNascitaLink = Middelburg (Sudafrica)
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 1936
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Attività = pittrice
|Nazionalità = sudafricana
}}
 
Costituiscono l'espressione architettonica più diffusa del buddhismo e sono diffusi soprattutto nella [[Himalaya|regione himalayana]].<ref name="LeTibet">{{cita libro|nome1= Christian|cognome1= Deweirdt|nome2= Monique|cognome2= Masse|nome3= Marc|cognome3= Moniez|titolo= Le Tibet|collana= Les guides Peuple du monde|editore= Éditions de l'Adret|città= París|edizione= terza edizione|anno= 2008|lingua= francese|pagine= 110-111|capitolo= Le chörten}}.</ref>
==Biografia==
È una delle poche artiste africane la cui arte è spesso esibita sulla scena internazionale.
Le sue opere sono presenti nelle più importanti collezioni private tra cui quella dello svizzero [[Jean Pigozzi]] e in molti musei occidentali. Pur essendo un’artista di fama internazionale Esther Mahalangu vive nel suo villaggio a stretto contatto con la propria cultura. Donna di poche parole, la Mahalangu ha dedicato la sua vita alla sua arte. Esther Mahlangu è una pittrice, nata nel 1936 a Middelburg, [[Mphumalanga]], in [[Sudafrica]] e appartiene alla tribù [[Ndebele]]. Con tale termine ci si riferisce a diversi gruppi etnici diffusi nello [[Zimbabwe]] occidentale e nella provincia dei [[Transvaal]] in Sud Africa. La suddivisione della nazione amaNdembele risale all’inizio del [[XVI secolo]] quando cominciarono una serie di faide interne per il dominio delle tribù che portarono all’attuale divisione in tre gruppi di quella che è considerata come la nazione amaNdembele: la nazione Matabele dello [[Zimbabwe]], la Transvaal Ndembele del nord e la Transvaal Ndembele del sud in Sud Africa.
 
== Origini ==
==L'arte e la tradizione==
Lo [[stupa]] era inizialmente una costruzione perenne con la funzione di monumento funebre senza spazi interni. Il primo stupa fu costruito in [[India]] nel [[II secolo a.C.]] Era uno dei simboli della religione buddista, in un momento in cui le immagini religiose non erano permesse.
Esther Mahalangu inizia a dipingere a soli dieci anni, seguendo gli insegnamenti della madre e della nonna, e da allora non ha più smesso perché, come lei stessa confida, la sua arte la fa sentire “molto felice”. L’artista segue, così, una tradizione locale che prevede che questo particolare tipo di tecnica pittorica sia tramandata in famiglia, comunicata, appresa e trasmessa solo dalle donne. Tali dipinti sono strettamente connessi con l’antica tradizione di decorare le case in occasione del [[rito di passaggio]] dei figli maschi. Tra i diciotto e i venti anni, infatti, i giovani della tribù si recavano alla “scuola della circoncisione” e subivano un rituale particolare che sanciva il loro passaggio all’età adulta. Per festeggiare quest’avvenimento le donne ridipingevano completamente sia l’interno sia l’esterno delle loro case con una preparazione a base di sterco di vacca e gesso utilizzando un repertorio molto vasto di figure tradizionali. Tali disegni erano caratterizzati dalla presenza di forme geometriche ripetute, limitate da un sottile bordo nero in deciso contrasto con lo sfondo bianco, tracciato in modo molto netto. I colori utilizzati sono piatti e risaltano in modo molto vivo grazie al bordo e allo sfondo utilizzati. L’astrazione geometrica che si palesa da questi dipinti è sottolineata dal continuo ripetersi di tali semplici figure che rendono però l’intera opera piuttosto complessa. In sostanza simmetrie di linee, figure e colori sono assolutamente predominanti.
 
I primi chörten tibetani erano destinati a ricevere le [[Reliquia|reliquie]] del [[Gautama Buddha|Buddha Śākyamuni]]. Più tardi divennero ricettacoli dei corpi di uomini e donne tibetani particolarmente virtuosi. I resti mortali di personalità quali [[Dalai Lama]] o [[Panchen Lama]] vengono inumati in un chörten di grandi dimensioni o realizzato in oro. Altri chörten contengono invece testi sacri.<ref name="LeTibet"/> In [[Tibet]] furono eretti migliaia di chörten per commemorare grandi maestri o per ospitare reliquie e offerte. Tuttavia, la maggior parte di questi è stata purtroppo distrutta o gravemente danneggiata durante la [[Grande rivoluzione culturale]] o negli anni immediatamente successivi.<ref>{{fr}}{{cita libro|nome= Peter|cognome= Hopkirk|titolo= Sur le toit du monde|editore= Philippe Picquier|isbn= 2-8097-0237-3|pagine= 29-30}}</ref>
==Opera==
Nonostante continui ad utilizzare lo stesso “vocabolario artistico” strettamente legato alla tradizione della sua etnia, Esther Mahlangu ha notevolmente modificato il supporto e le tecniche con cui lavora. L’artista, infatti, oltre ad usare pigmenti e colori industriali, ha decorato con le sue linee e le sue figure geometriche tele, sculture, ceramiche, automobili e addirittura aerei. La Mahalangu ha, infatti, realizzato nel 1991 la prima “African Art Car”, decorando con i tipici motivi della tribù Ndembele una [[BMW]] 525i, e collaborando con artisti del calibro di [[Andy Warhol]], [[David Hockney]] e [[Frank Stella]]. Tali disegni sono stati riportati nel 1997 anche sulle code degli aerei dalla British Airways e più di recente la stessa particolare tecnica pittorica è stata riprodotta dall’artista anche sulla nuova [[Fiat]] 500 in occasione della mostra “Why Africa?” (2007, [[Torino]]).
 
=== Dallo stupa al chörten ===
==La poetica==
[[Image:Gang Kyi Chuten.jpg|thumb|Stupa/chörten costruito da [[Thubten Ngodup]], a [[Dharamsala]].]]
Presente anche nel lavoro, nell’arte di Esther Mahalangu, la tensione tra locale e [[globalizzazione|globale]], tra l’ancoraggio e il distacco. L’artista, infatti, si muove, costruisce la propria opera a partire da una tradizione locale molto forte, cui attinge a piene mani e che, come lei stessa ammette, vuole rappresentare nel mondo e preservare in patria. Ed è per questo che nella sua tribù la Mahalangu dirige una scuola nella quale insegna a giovani ragazze non solo a dipingere ma anche a riportare i particolari disegni della sua tecnica pittorica su particolari composizioni di perline. Tuttavia non bisogna pensare alla [[tradizione]] come a un’entità statica, immutabile, continuamente rivolta al passato. Come il lavoro della stessa Mahalangu suggerisce, “tradizione” è un ambito mobile, pronto a inglobare stimoli di natura diversa e orientato al futuro. Infatti, nonostante adesso il [[Sudafrica]] sia uno degli [[Stati africani]] che più di altri agevolano e promuovono il lavoro dei loro artisti tanto a livello nazionale quanto a livello internazionale con manifestazioni del calibro della biennale di [[Johannesburg]], il lavoro di Esther Mahalangu si mostra di per sé molto coraggioso perché è nato e si è sviluppato in un contesto dalle conosciute difficoltà politiche e sociali. In una tale situazione rimane quindi ancora più problematico proporre con orgoglio un’arte tanto legata alla rivendicazione etnica come quella che si palesa nelle opere della Mahalangu.
Le forme degli stupa possono variare notevolmente a seconda della regione in cui questi vengono costruiti. In [[Tibet]], [[Bhutan]], [[Ladakh]] e [[Sikkim]] gli stupa sono noti come ''chörten'' e presentano una caratteristica forma a bulbo, mentre in [[Birmania]] e nel [[Sud-est asiatico]] adottano una tipica forma a campana.
 
Ad alcuni chörten si attribuscono talvolta dei poteri soprannaturali. Uno di questi, noto come «vittoria su [[Māra]]», fu dedicato al [[Amministrazione centrale tibetana|governo tibetano in esilio]] e oggi sorge a [[Dharamsala]]. Si dice che abbia il potere di opporsi alle forze negative sotterranee.<ref>{{cita libro|titolo=[[Thubten Ngodup]], Nechung, l'oracle du Dalaï-lama|nome= Françoise|cognome= Bottereau-Gardey|nome2= Laurent|cognome2= Deshayes|editore= Presses de la Renaissance|città= París|anno= 2009|lingua= francese|isbn= 978-2-7509-0487-6|pagina= 315}}</ref>
== Bibliografia ==
 
*Stocking G. S. jr. - ''“Gli oggetti e gli altri”''
== Architettura ==
*Cafuri R. - ''“L’arte della migrazione”''
Esistono chörten in tutti i colori e tutte le dimensioni, dalla scultura in miniatura posta su un altare all'edificio monumentale.<ref name="LeTibet"/>
{{Controllo di autorità}}
 
{{Portale|pittura}}
=== Materiali ===
A causa della relativa scarsità di legno in Tibet e in assenza di costruzioni monumentali in pietra, i chörten sono costruiti con gli stessi materiali delle fattorie e dei monasteri: mattoni secchi o pietre squadrate con rivestimento in gesso.<ref name="REF">{{cita libro||nome= Robert E.|cognome= Fisher|titolo= L'art du Tibet|editore= Édition Thames & Hudson|anno= 199|lingua= francese|pagine= 83-89}}</ref>
 
=== Stile ===
[[Image:Bundesarchiv Bild 135-S-12-01-32, Tibetexpedition, Mönchsprozession.jpg|thumb|Un chörten che serve da porta della città di [[Lhasa]] ([[1938]]).]]
Lo stile dei chörten spazia dalla copia degli stupa indiani (in particolare dal [[Kashmir]] o dall'[[Impero Pala]]) a complessi edifici costruiti su più livelli con spazi interni riservati al culto, come ad esempio il chörten di [[Gyantse]], chiamato anche ''[[kumbum]]'' (il più importante del [[Tibet]]), mentre altri hanno la forma di una porta.<ref name="REF"/><ref name="FP"/>
 
Ci sono anche piccoli chörten votivi in rame.
 
La pianta dei chörten tibetani può variare e andare dalla forma circolare come nel [[Kham]] a quella quadrata tipica del [[Ladakh]].
 
In gran parte dei chörten si è soliti esporre lunghe file di [[bandiere di preghiera tibetane]].
 
== Simbologia ==
[[Image:Stupa Chorten Ladakh.jpg|thumb|Un chörten nel [[Ladakh]].]]
Un gran numero di chörten è stato costruito ed è tuttora in costruzione in tutte le regioni himalayane. I fedeli considerano questa azione come virtuosa.<ref name="FP"/>
 
Sotto un'apparente semplicità, il chörten presenta una [[simbologia]] complessa che permette diverse interpretazioni.
 
Un primo livello di interpretazione richiama prima di tutto i [[Triratna|Tre Rifugi]]:
* i quattro gradini della base inferiori simboleggiano la comunità dei religiosi (''[[sangha]]'');
* la base cubica rinvia all'insegnamento del Buddha (''[[Dharma]]'')
* il bulbo capovolto evoca il Buddha stesso.<ref name="LeTibet"/>
 
La forma delle sue diverse parti ha un significato simbolico molto preciso:
* L'asse centrale rappresenta l'asse del mondo, che collega gli inferi, la Terra e il cielo;
* La base quadrata è simile all'elemento terra e rappresenta le [[Pāramitā|dieci virtù]] su cui si basa la pratica spirituale;
* Il bulbo o la cupola simboleggiano una goccia, l'elemento acqua e quindi la fluidità;
* L'asse a forma di fiamma, che di solito presenta tredici dischi impilati, simboleggia l'elemento fuoco, cioè il calore;
* La mezzaluna rappresenta l'elemento aria e la trasparenza;
* Infine, il cerchio si assottiglia in un punto nello spazio (il sole sormontato da una fiamma) e simboleggia l'elemento etereo, cioè la sottigliezza.<ref name="LeTibet"/><ref name="Dif">{{cita web|nomebre= Jean|cognome= Dif|url= http://jean.dif.free.fr/Images/Tibet/Textes/Chorten.html|titolo= Les chôrtens|lingua= francese|ultimoaccesso= 12 novembre 2016]}}</ref>
 
Schematicamente, il chörten corrisponde ai molteplici aspetti della progressione verso il Risveglio. Questa evoluzione coinvolge cinque saggezze, ciascuna associata a un ''[[Cinque Buddha|Dhyani-Buddha]]''. Dal basso verso l'alto, gli elementi del chörten, i cinque sapienti e i cinque Dhyani-Buddha sono associati come segue:
* la base: la saggezza dell'identità ([[Ratnasambhava]])
* il bulbo: la saggezza dello specchio ([[Akshobhya]])
* l'asse con i tredici dischi: la saggezza della discriminazione ([[Amitabha Buddha]])
* la mezzaluna: la perfezione delle azioni ([[Amoghasiddhi]])
* il sole: la saggezza della legge ([[Vairocana]]).<ref name="LeTibet"/>
 
Se le sculture sono la rappresentazione del corpo del Buddha e i testi sacri trasmettono la sua parola, il chörten è il vettore della sua mente, in quanto può contenere diverse reliquie sacre che gli conferiscono il potere di trasmettere la benedizione del Buddha.
 
=== Le otto vite del Buddha ===
[[File:Chorten_Tibet.jpg|thumb|Alcuni chörten tra [[Lhasa]] e [[Ganden]].]]
Esistono diversi tipi di chörten, di cui gli otto principali corrispondono alla vita del Buddha.<ref name="TS">{{fr}}Tcheuky Sengué (François Jacquemart), ''Le temple tibétain et son symbolisme'', Éditions Claire Lumière, 1998.</ref> Ognuno presenta un dettaglio che li differenzia dagli altri:<ref name="FP">{{cita libro|nome= [[Françoise Pommaret]]|cognome= |url= http://books.google.fr/books?id=YlRodJCyT7UC&pg=PA91&dq=Ch%C3%B6rten&hl=fr&sa=X&ei=hSYlUb6YIqmW0QWe14GQDw&ved=0CDUQ6AEwAQ#v=onepage&q=Ch%C3%B6rten&f=false|capitolo= Les huit sortes de chörten|titolo= Bhoutan|editore= Éditions Olizane|anno= 2010|lingua= francese|isbn= 2-88086-422-4|ultimoaccesso= 12 novembre 2016}}</ref>
* il chörten della moltitudine del [[Nelumbo nucifera|loto]] corrispondente alla sua nascita,
* il chörten del risveglio,
* il chörten della messa in movimento della [[Dharmacakra|Ruota del Dharma]] in corrispondenza del primo insegnamento,
* il chörten della discesa dal mondo degli Dei dal quale Buddha era venuto,
* il chörten della riconciliazione,
* il chörten dei prodigi,
* il chörten della vera vittoria (quella sulla morte),
* il chörten del [[Parinirvāṇa]] (la morte del Buddha).
 
=== Circumambulatio ===
I fedeli usano camminare intorno al chörten procedendo da sinistra in segno di deferenza. Come con lo stupa, l'azione del camminare attorno a un chörten in senso orario, seguendo il percorso del sole, è ritenuta portatrice di energia positiva. Questa usanza è nota come [[circumambulatio]] ed è un rito presente anche in altri tipi di religioni e credenze.<ref name="FP"/>
 
== Chörten famosi ==
[[File:IMG_0361_Kathmandu_Bodnath.jpg|thumb|Il celebre [[Boudhanath]] a [[Katmandu]], la capitale del [[Nepal]].]]
[[File:Chorten_Kora_080720.JPG|thumb|Il [[chörten Kora]], nel [[Distretto di Trashiyangtse]], in [[Bhutan]].]]
* Il chörten del [[monte Wutai]], nella provincia dello [[Shanxi]], in [[Cina]]
* Il chörten del tempio Yong'an, all'interno del [[Parco Beihai]] a [[Pechino]]
* Il [[Boudhanath]] di [[Katmandu]], noto come ''chorten Chenpo'' in [[Lingua tibetana|tibetano]]<ref>{{en}} Andrew Bloomfield, Yanki Tsering, ''[https://books.google.fr/books?id=MJ2KTzxymFcC&pg=PA117 Learning Practical Tibetan]'', p. 117.</ref>
* Il [[chörten Kora]], nel [[Distretto di Trashiyangtse]], in [[Bhutan]]
* Il ''[[kumbum]]'', appartenente al [[monastero di Palcho]], a [[Gyantse]], uno dei centri più importanti della [[Sakya|scuola Sakya]] del [[Buddhismo tibetano]]<ref name="victor">{{fr}} Roberto Vitali, [http://books.google.fr/books?id=RPZCl9mmXa0C&pg=PA489&dq=Kumbum&hl=fr&sa=X&ei=kjUlUfetHuGs4ATxpICwAw&ved=0CDoQ6AEwAw#v=onepage&q=Kumbum&f=false Gyantse Kumbum: une monumentale vitrine des peintres du XVe siècle], in [[Victor Chan]], ''Tibet, le guide du pèlerin'', Éditions Olizane, 1994, pp. 489-493, in particolare p. 489.</ref>
* Il chörten del [[gompa di Kirti]], nella [[Prefettura autonoma tibetana e Qiang di Aba]]
* Il [[chörten commemorativo di Thimphu]], la capitale del [[Bhutan]]<ref>{{cita libro|nome= Russell B.|cognome= Carpenter|nome2= Blyth C.|cognome2= Carpenter|url= http://books.google.co.in/books?id=Liipc-cZpkkC&pg=PA142&dq=Memorial+Chorten,+Bhutan&hl=en&ei=Fqe5S8aBI9OfrAeU2szDCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&ved=0CEgQ6AEwAg#v=onepage&q=Memorial%20Chorten%2C%20Bhutan&f=false|titolo= The Blessings of Bhutan|editore= University of Hawaii Press|lingua= inglese|pagina= 142|anno= 2002|ultimoaccesso= 12 noovembre 2016}}</ref>
* Il [[Karma Deleg Chö Phel Ling]] di [[Hantum]], nei [[Paesi Bassi]]
 
== Nella cultura popolare ==
Nel [[1960]], il fumettista belga [[Hergé]] celebrò le nevi himalayane nel celebre episodio ''[[Tintin in Tibet]]'', dove compaiono anche diversi chörten. Il [[capitano Haddock]] impara in questo episodio che bisogna girare intorno a qualsiasi chörten procedendo da sinistra, per evitare di scatenare l'ira dei demoni.<ref>{{cita libro|nome= Pierre-Louis|cognome= Augereau|url= http://books.google.fr/books?id=O_Xgdr1iIvUC&pg=PA262&dq=tintin+au+tibet+chorten&hl=fr&sa=X&ei=4AEmUZKKOMfL0AW964CYBQ&ved=0CEoQ6AEwBA#v=onepage&q=tintin%20au%20tibet%20chorten&f=false|titolo= Hergé au pays des tarots: Une lecture symbolique, ésotérique et alchimique de l'œuvre d'Hergé|anno= 1999|pagina= 263|lingua= francese|ultimoaccesso= 12 novembre 2016}}</ref>
 
== Note ==
{{reflist}}
 
== Bibliografia ==
* {{fr}} Robert E. Fisher, ''L'art du Tibet'', Éditions Thames & Hudson, 1998
* {{fr}} Opera collettiva diretta da [[Katia Buffetrille]] e [[Charles Ramble]], ''Tibétains 1959-1999. 40 ans de colonisation'', Éditions Autrement, 1998, {{ISBN|286260822X}}
 
== Voci correlate ==
* [[Geografia del Tibet]]
* [[Architettura del Tibet]]
* [[Arte tibetana]]
* [[Kora (Buddhismo)]]
* [[Stupa]]
 
{{Portale|Architettura|buddhismo}}
 
[[Categoria:Architettura buddhista]]
[[Categoria:Monumenti funebri per tipo]]