Anton Čechov e Wikipedia:Pagine da cancellare/Conta/2018 dicembre 25: differenze tra le pagine

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{{Bio
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 1 |voce = Raffaele Durante |turno = |tipo = votazione |data = 2018 dicembre 25 |multipla = |argomenti = biografie, economia |temperatura = 0 }}
|Nome = Anton Pavlovič
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 2 |voce = Lista di paesi per veicoli pro capite |turno = |tipo = votazione |data = 2018 dicembre 25 |multipla = |argomenti = trasporti, economia |temperatura = 57 }}
|Cognome = Čechov
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 3 |voce = Via Romea Padana |turno = |tipo = semplificata |data = 2018 dicembre 25 |multipla = |argomenti = Antica Roma |temperatura = 12 }}
|PostCognome = {{russo|Анто́н Па́влович Че́хов}}
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|ForzaOrdinamento = Cechov, Anton Pavlovic
|Sesso = M
|LuogoNascita = Taganrog
|GiornoMeseNascita = 29 gennaio
|AnnoNascita = 1860
|LuogoMorte = Badenweiler
|GiornoMeseMorte = 15 luglio
|AnnoMorte = 1904
|Attività = scrittore
|Attività2 = drammaturgo
|Attività3 = medico
|Nazionalità = russo
|PostNazionalità = <ref name="nota_calendario"> Le date di nascita e di morte si riferiscono al moderno calendario gregoriano. Čechov nacque e morì nella [[Russia imperiale]] quando era ancora in vigore il [[calendario giuliano]], introdotto solo dopo la [[Rivoluzione russa (La rivoluzione d'ottobre)|Rivoluzione d'ottobre]]. In base al calendario giuliano allora in vigore Čechov nacque il [[17 gennaio]] e morì il [[2 luglio]].</ref>
|Immagine = Anton Pavlovič Čehov (Ант́о П́авлович Ч́ехов).jpg
|Didascalia = Anton Čechov ritratto da [[Osip Braz]], [[1898]]
}}
 
Laureatosi in [[medicina]], condusse una sorta di doppia vita: medico di giorno, scriveva [[novella|novelle]] di notte. <br/>
Alcune delle sue opere possono rientrare nel [[Naturalismo (letteratura)|naturalismo letterario]].
 
== Biografia ==
Terzo di sei figli nacque in una famiglia di umili origini: il nonno, [[servo della gleba]], era riuscito a riscattarsi grazie al versamento di una somma di denaro; la madre, Evgenija Jakovlevna Morozova, proveniva da una famiglia di commercianti; il padre, Pavel Egorovič, droghiere in cattive acque, gli impartì una dura disciplina e nel 1875, in seguito al fallimento dell'attività commerciale, fu costretto ad abbandonare il negozio e rifugiarsi a Mosca.
 
Dopo aver concluso il [[liceo]], Anton raggiunse nel [[1879]] i genitori a Mosca e iniziò a studiare medicina all'Università cittadina.
 
A diciannove anni, grazie ai suoi primi lavori letterari e giornalistici pubblicati con vari pseudonimi su riviste umoristiche, poté aiutare economicamente la sua famiglia.
 
L'arte narrativa di Čechov venne riconosciuta e lodata per primo dallo scrittore [[Dmitrij Vasil'evič Grigorovič]]. Strinse un legame di amicizia con [[Aleksej Sergeevič Suvorin|Aleksej Suvorin]], direttore del giornale conservatore di [[Pietroburgo]] ''Novoe Vremja'' (Tempo Nuovo), che diventò anche il suo [[editore]]. Nel [[1884]], anno in cui conseguì la [[laurea]] e iniziò ad esercitare la professione di [[medico]], riuscì a pubblicare, con lo pseudonimo di Antoša Čechonte, la sua prima raccolta di novelle, ''[[Le fiabe di Melpomene]]'', a cui seguì (con lo stesso pseudonimo) ''[[Racconti variopinti]]'' ([[1886]]), brevi racconti umoristici sulle vicende di impiegati statali e piccoli borghesi.
 
=== La fama letteraria ===
[[File:Cecov.jpg|right|200px|thumb|Tomba di Anton Čechov nel cimitero moscovita di [[Convento di Novodevičij|Novodevičij]]]]
 
Nel 1887, a causa dei suoi problemi di salute (primi sintomi della [[tubercolosi]]) fece un viaggio in [[Ucraina]] e al suo rientro iniziò a scrivere ''[[La steppa (Čechov)|La steppa]]''. Fu questo l'inizio per Anton dell'attività di scrittore a tempo pieno. Collaborò con molte altre importanti riviste letterarie russe come "Pensiero russo", "Il Messaggero del Nord", "Elenchi russi". Presto raggiunse una grande fama, tanto da divenire uno dei più letti scrittori russi e da rivaleggiare con [[Lev Nikolaevič Tolstoj|Lev Tolstoj]] nel campo della popolarità in [[Russia]].
 
Dal [[1887]] cominciò la stesura dei suoi più celebri racconti, presentati finalmente con il suo nome reale. Abbandonato lo stile umoristico, la caratteristica dominante della sua scrittura divenne il pessimismo del triste scorrere della vita, interrotto talvolta da spiragli di speranza e fede nel futuro.
 
Iniziò anche a scrivere per il [[teatro]], pubblicando nel 1887 ''[[Ivanov (dramma)|Ivanov]]'' («Иванов»), [[opera]] in quattro atti che ottenne un buon successo sia di pubblico che di critica, e nel [[1888]] l'atto unico ''[[Domanda di matrimonio]]'', seguito nel [[1889]] dall'atto unico ''[[Le nozze (Cechov)|Le nozze]]''.
 
Nel [[1890]] si recò, attraversando la [[Siberia]], nell'isola di [[Sachalin]], rovinando la propria salute affrontando questo lunghissimo viaggio, dove era situata una grande [[colonia penale]], per scrivere un resoconto documentato, di taglio sociologico e psicologico, sulle condizioni di vita dei reclusi («''tutto ciò che c'è di terribile nella vita si deposita in qualche modo nelle carceri''»). La pubblicazione de ''[[L'isola di Sachalin]]'', nel [[1893]], ebbe una grande risonanza, portando alla abolizione delle punizioni corporali, oggetto del libro-denuncia.
 
Nel [[1891]] Čechov viaggiò in [[Francia]] e in [[Italia]], tornando però presto in [[patria]].
Il peggiorare della [[tubercolosi]] fece si che trascorresse la maggior parte degli anni seguenti nella sua casa nella tenuta di Melichovo vicino a Mosca, acquistata nel [[1892]].
 
Accanto alla famiglia ed al suo giardino, scrisse il suo più celebre dramma, ''[[Il gabbiano]]''. Nel [[1895]] conobbe [[Lev Nikolaevič Tolstoj|Lev Tolstoj]], con cui strinse un'amicizia durevole.
 
Non riprese più la professione medica se non in caso di gravi emergenze, come l'epidemia di [[colera]] del [[1892]]–[[1893]] durante la quale si adoperò per lo più gratuitamente. Nel frattempo scrisse il terribile racconto intitolato ''[[Mugichi]]'' ([[1897]]).
 
=== Gli ultimi anni ===
[[File:1900 yalta-gorky and chekhov.jpg|right|thumb|250 px|Čechov con [[Maksim Gorkij]] a [[Jalta]]]]
 
Nel [[1897]], ammettendo la gravità della sua malattia, venduta la tenuta di Melichovo, soggiornò per diverso tempo in case di cura in varie località europee, a [[Biarritz]], [[Nizza]], fino a sta SCANZIONE
bilirsi nel [[1899]] a [[Jalta]], nel clima secco della [[Crimea]].<br/>
Qui riprese la sua passione per la natura, curando un nuovo giardino. <br/>
Nonostante il male, il suo impegno sociale continuò nella costruzione di tre scuole. Nel [[1899]] promosse una [[raccolta di fondi]] a favore delle popolazioni della regione del [[Volga]] colpite dalla [[carestia]].
 
Nel [[1900]] venne eletto membro onorario dell'[[Accademia russa delle scienze]], carica da cui diede le dimissioni due anni dopo, contestando l'espulsione di [[Maksim Gor'kij]]. Nel [[1901]] sposò la celebre attrice del [[Teatro d'arte]] di [[Kostantin Sergeevič Stanislavskij|K. Stanislavskij]], [[Ol'ga Leonardovna Knipper|Ol'ga Knipper]], che fu una delle migliori interpreti delle sue opere teatrali.
 
Dopo il grande successo della sua ultima commedia, ''[[Il giardino dei ciliegi]]'', nella speranza di una guarigione, si recò in [[Germania]], a [[Badenweiler]], località della [[Foresta Nera]]. Morì di tubercolosi qui il [[2 luglio]] [[1904]], assistito dalla moglie. Aveva 44 anni ed era all'apice della sua fama di [[scrittore]] e di [[drammaturgo]].
 
A Čechov è stato intitolato il [[Čechov (cratere)|cratere Čechov]], sulla [[superficie di Mercurio|superficie]] di [[Mercurio (astronomia)|Mercurio]].
 
== Opere ==
*''[[Platonov (Čechov)|Platonov]]'' (dramma, 1880-1881)
*''[[Racconti di Melpomene]]'' (1884)
*''[[Il tabacco fa male]]'' o ''[[I danni del tabacco]]'' (1886-1902)
*''[[Il canto del cigno (Čechov)|Il canto del cigno]]'' o ''Kalkhas'' (1887-88)
*''[[Sulla via maestra]]'' o ''[[Nella strada maggiore]]'' (1885)
*''[[Racconti variopinti]]'' (1886)
*''[[Nel crepuscolo]]'' (1887)
*''[[Miseria]]'' (1887)
*''[[Kastanka]]'' (1887)
*''[[Discorsi innocenti]]'' (1887)
*''[[La steppa (Čechov)|La steppa]]'' (1888)
*''[[Ivanov (dramma)|Ivanov]]'' (dramma, 1888)
*''[[La voglia di dormire]]'' (1888)
*''[[L'orso (Čechov)|L'orso]]'' (1889)
*''[[La proposta (opera)|La proposta]]'' (1888-89)
*''[[Ledri]]'' (dramma 1889)
*''[[Tragico contro voglia]]'' (1889)
*''[[I quaderni del dottor Cechov]]'' (1891-1904)
*''[[La corsia n.6]]'' (1892)
*[[Il duello (racconto)|Il duello]] (1891)
*[[L'anniversario (commedia)|L'anniversario]] (1891)
*[[Il monaco nero]] (1892)
*[[Il gabbiano]] (dramma, 1895)
*[[La mia vita (racconto)|La mia vita]] (1895)
*[[L'isola di Sachalin]] (1895)
*[[La notte avanti il processo]] (1895)
*[[I contadini]] (1897)
*[[Il racconto di uno sconosciuto]] (1898)
*[[La signora con il cagnolino]] (1898)
*[[Zio Vanja]] (1899)
*[[Tatjana Répina]] (dramma, 1899)
*[[Il diavolo dei boschi]] (1889-90)
*[[Nel burrone]] (1900)
*[[Tre sorelle]] (dramma, 1901)
*[[Il giardino dei ciliegi]] (1904)
 
== Opere giovanili ==
*[[Senza padre]] (dramma, 1878)
*[[Ridi se ti riesce]] (commedia, 1878)
*[[Il diamante taglia il diamante]] (un atto brillante, 1878)
 
 
== La produzione teatrale ==
[[File:Anton Chekhov reads The Seagull.jpg|thumb|240px|Čechov legge ''[[Il gabbiano]]'' agli attori del [[Teatro d'Arte di Mosca]]]]
 
Le commedie di Čechov rappresentano una pietra miliare della drammaturgia di tutti i tempi.
 
All'inizio del [[XX secolo]], sui suoi testi teatrali il regista [[Kostantin Sergeevič Stanislavskij|Kostantin Stanislavskij]] elaborò una nuova metodologia della recitazione, per adeguare l'[[arte drammatica]] alla espressione di stati d'animo complessi, delle sfumature emozionali di personaggi apparentemente quotidiani, ma portatori di istanze attribuibili ad ogni essere umano.
 
[[Anatolij Vasil'evič Lunačarskij|Anatolij Lunačarskij]], nella commemorazione cecoviana in occasione del venticinquesimo anniversario dalla morte dello scrittore, disse che ben pochi tra gli scrittori del passato hanno saputo essere così chiaroveggenti e così infallibili nel guidare gli uomini attraverso il labirinto della vita di ieri. Lo stesso Čechov sembra rispondere con le parole di Ol'ga nelle ''[[Tre sorelle]]'': {{quote|...Le nostre sofferenze si trasformeranno in gioia per quelli che vivranno dopo di noi: la felicità e la pace scenderanno sulla terra e gli uomini ricorderanno con gratitudine e benedizione coloro che vivono adesso...}} (come se chiedesse, perché mai, oggi come ieri, quel tempo sia ancora lontano).
 
Nessuno tra gli scrittori della vecchia [[Russia]] ha saputo ritrarre nella sua produzione artistica tutta la confusione spirituale della vita russa, la tragedia sconfinata della grigia mediocrità, l'esistenza scialba e gretta senza ideali e senza mete o al contrario con troppi ideali e troppe mete, la vita sciupata di uomini corrosi dalla consapevolezza dell'inutilità della loro vegetazione improduttiva, schiavi dell'abitudine di vivere. <br/>[[Carlo Grabher]] (traduttore delle opere di Čechov) afferma: ''I veri eroi cecoviani soffrono di non sapere e la loro volontà, sebbene si spezzi dinanzi all'azione e si ripieghi vinta, non rinuncia, almeno, a un'aspirazione iniziale; essi vorrebbero sapere, vorrebbero agire, vivere, e questo slancio impotente costituisce il vero principio dinamico del loro dramma. L'anima dei veri eroi cecoviani si trova in una situazione spirituale di una ambiguità delicatissima: essi non amano la loro vita, perché non sanno viverla.''
 
== Citazioni ==
 
*Mi prenda con sé... Il nostro tempo fugge, non siamo più giovani. Che almeno alla Fine della vita non sia necessario nascondersi né mentire... ho cinquantacinque anni, è ormai tardi per cambiar vita. (''Polina e Dorn'' da "Il Gabbiano")
 
*Adesso io so, io capisco Kostja, che nel nostro lavoro poco importa se recitiamo o scriviamo, l'essenziale non è la gloria, non è il lustro, non è ciò che sognavo, ma la capacità di soffrire. Sappi portar la tua croce e abbi fede. Io ho fede, e questo mi allevia il dolore, e quando penso alla mia vocazione, non ho paura della vita. (''Nina'' da "Il Gabbiano")
 
*Ecco dinanzi a lei la mia vita e il mio amore. Dove riporli, che farne? Il mio sentimento perisce inutilmente, come un raggio di sole caduto in una fossa, e io stesso perisco. (''Zio Vanja'' in "Zio Vanja")
 
*Nei suoi rapporti con un uomo, la donna passa per tre fasi consecutive: prima è una conoscente, poi un'amante, e infine un'amica. (''Astrov'' da "Zio Vanja")
 
*Quando manca l'autentica vita, si vive di miraggi. Sempre meglio che niente. (''Zio Vanja'' da "Zio Vanja")
 
*Mi sembra che la verità, qualunque possa essere, non sia così terribile come l'incertezza. (''Elena Andreevna'' da "Zio Vanja") No, l'incertezza è meglio... resta sempre la speranza... (''Sonja'' da "Zio Vanja")
 
*Noi non possiamo avere la felicità: possiamo solo desiderarla. (''Versinin'' "Tre Sorelle")
 
*Magari non sono nemmeno un essere umano; mi pare soltanto, di avere testa, gambe e braccia, e in realtà non ne ho. Forse non esisto: credo di muovermi e dormire, ma forse non è vero. Oh, magari non esistessi! Magari! (''Cebutykin'' da "Tre Sorelle")
 
*Verrà un giorno in cui sapremo il perché di tutto questo, di tante sofferenze... Allora non ci saranno più misteri, ma nel frattempo dobbiamo vivere! Bisogna lavorare, solo lavorare... Domani partirò da sola, insegnerò in una scuola e dedicherò tutta la mia vita a chi, forse, ne avrà bisogno. Adesso è autunno, presto arriverà l'inverno che coprirà tutto di neve, e io lavorerò e lavorerò... (''Irina'' da "Tre Sorelle")
 
*Dio mio! Passerà del tempo e anche noi ce ne andremo, per sempre. Si dimenticheranno di noi sorelle, dei nostri visi, delle nostre voci e di quante eravamo; ma le nostre sofferenze prepareranno la gioia di chi verrà dopo di noi. La pace e la felicità regneranno sulla terra e quelli che vivranno allora ci ricorderanno con una buona parola e ci saranno grati. Oh, sorelle, la nostra vita non è ancora finita. Vivremo ancora! La banda suona allegra e festosa, e sembra che da un momento all'altro sapremo il perché viviamo e soffriamo... Poterlo sapere, poterlo sapere! (''Ol'ga'' da "Tre Sorelle")
 
*Sono un uomo istruito, io; sono abituato a leggere diversi libri importanti, ma non sono ancora riuscito a capire che direzione prendere. Non so, insomma, se valga più la pena di vivere, o di spararmi. Quindi, per ogni eventualità, mi porto appresso una rivoltella. (''Epichodov'' da "Il Giardino Dei Ciliegi")
 
*Signore, ci hai dato boschi immensi, campi sconfinati, orizzonti illimitati. Per vivere qui, dovremmo veramente nascere giganti, per non smarrirci. (''Lopachin''da "Il Giardino Dei Ciliegi")
 
*Sì, lo amo, lo amo, è così palese! E la pietra che ho al collo mi porterà a fondo, lo so bene, ma io questa pietra la amo, e non posso vivere senza. (''Ljubov' Andreevna'' da "Il Giardino Dei Ciliegi")
 
*Se desiderassi ordinare un anello per me, sceglierei tale iscrizione: ''Nulla passa''. Io credo che niente passi senza lasciar traccia e che ogni piccolissimo nostro passo ha un significato per la vita presente e futura. "La mia vita (Racconto di un provinciale)" dai Racconti
 
== Bibliografia ==
*David Magarshack, ''Chekov the Dramatist'', John Lehman Ed., Londra 1952.
*"Anton Cechov. Antologia critica", A cura di Bazzarelli E. - Malcovati F., LED Edizioni Universitarie, Milano, 1993, ISBN 88-7916-016-8
 
== Note ==
<references/>
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{es}} [http://es.geocities.com/anton.chejov/ L' Uomo Čechov (link)]
* {{it}} [http://www.radio.rai.it/radio1/fantasticamente/elencoaudiolibri.cfm?Q_PROG_ID=132&Q_TIP_ID=1103 Rai Radio 1 FantasticaMente - Audiolibri]
*[http://www.teatrimilano.it/99-teatro-tre-sorelle-olmetto-milano.htm Recensione di ''Tre sorelle'' diretto da Stefania Martinelli]
 
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