Bambini di Terezín e Desiderio (re): differenze tra le pagine

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{{NN|sovrani|giugno 2009}}
[[File:Die Kinder.jpg|thumb|350px|I bambini di Terezín in un disegno di [[Malva Schalek]], artista ceca deportata a Terezín]]
{{Monarca
I '''bambini di Terezín''' sono stati i circa 15.000 minori ebrei (inclusi adolescenti), che tra il 1941 e il 1945, ciascuno per periodi più o meno lunghi, vissero nel [[Campo di concentramento di Theresienstadt]] (Terezín). Nonostante la fame, le malattie e le molte privazioni, sotto la guida di alcuni pedagogisti prigionieri con loro nel campo hanno lasciato tracce sorprendenti della loro creatività e voglia di vivere: disegni, racconti, poesie, musica, prima di essere quasi tutti deportati a gruppi nei ghetti della Polonia e quindi direttamente nei campi di sterminio di [[Treblinka]] e [[Auschwitz]]. L'[[United States Holocaust Memorial Museum]] calcola che il «90 per cento di quei bambini morirono nei campi di sterminio».<ref>[https://www.ushmm.org/wlc/en/article.php?ModuleId=10005424 Theresienstadt, Holocaust Encyclopedia].</ref>
|nome = Desiderio
|titolo = [[Re d'Italia]]
|stemma = Corona ferrea monza (heraldry).svg
|immagine = Tremisse di Re Desiderio, Dominio Longobardo.jpg
|legenda = [[Tremisse]] di Desiderio
|inizio regno = [[756]]
|fine regno = [[774]]
|incoronazione = [[757]]
|investitura =
|nome completo = ''Desiderius'' (in [[lingua latina|latino]])
|altrititoli = ''Rex Langobardorum''<br />''Rex totius Italiae''
|data di nascita =
|luogo di nascita = [[Brescia]]
|data di morte =
|luogo di morte = [[Liegi]] (?)
|sepoltura =
|predecessore = [[Astolfo (re)|Astolfo]]
|erede = [[Adelchi (principe)|Adelchi]]
|successore = [[Carlo Magno]]
|titolo1 = [[Duchi di Spoleto|Duca di Spoleto]]
|inizio regno1 = [[758]]
|fine regno1 = [[759]]
|predecessore1 = [[Alboino di Spoleto|Alboino]]
|successore1 = [[Gisulfo di Spoleto|Gisulfo]]
|consorte = [[Ansa (regina)|Ansa]]
|figli = [[Adelchi (principe)|Adelchi]]<br />[[Ermengarda (moglie di Carlo Magno)|Ermengarda]]<br />[[Gerberga (Carlomanno I)|Gerberga]]<br />[[Adelperga]]<br />[[Liutperga]]<br />[[Anselperga]]
|casa reale =
|dinastia =
|motto reale =
|padre =
|madre =
}}
{{Bio
|Nome = Desiderio
|Cognome =
|PostCognomeVirgola = noto anche come '''Daufer''', '''Dauferius''', e '''Desiderius''', in [[lingua latina|latino]]
|Sesso = M
|LuogoNascita = Brescia
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita =
|LuogoMorte = Liegi?
|LuogoMorteLink = Liegi
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = post [[774]]
|Attività =
|Nazionalità =
|Categorie = no
|FineIncipit = fu [[re dei Longobardi]] e [[re d'Italia]] dal [[756]] al [[774]]
}}
 
== L'ascesa al trono ==
==Vita e morte nel "ghetto modello" di Terezín==
Originario di [[Brescia]], fu creato da [[Astolfo (re longobardo)|Astolfo]] [[Ducato di Tuscia|duca di Tuscia]]. Alla morte di Astolfo aspirò al trono longobardo in opposizione al fratello e predecessore del defunto, [[Rachis]], che aveva abbandonato il [[Abbazia di Montecassino|monastero di Montecassino]] dove si era ritirato ed era ritornato a [[Pavia]], occupando il palazzo regio. Rachis raccolse inizialmente vasti consensi nell'[[Italia settentrionale]], mentre tutti gli oppositori del casato [[Ducato del Friuli|friulano]] di Rachis e Astolfo sostennero Desiderio, che si guadagnò anche l'appoggio di [[papa Stefano II]] e del re dei [[Franchi]], [[Pipino il Breve]], grazie alla promessa di rispettare le condizioni di pace accettate da Astolfo dopo la sua sconfitta e di ritirarsi dai territori [[Impero bizantino|bizantini]] occupati da [[Liutprando]] (alcune città dell'[[Esarcato d'Italia|Esarcato]] e della [[Pentapoli bizantina|Pentapoli]]). Il papa esercitò pressioni dirette sul "re monaco", che si mostrava esitante ed era ulteriormente indebolito dalla defezione di quanti, tra i suoi sostenitori, temevano un nuovo intervento franco. Nel marzo del [[757]] Rachis rientrò in monastero, spianando la strada all'incoronazione di Desiderio.
 
Fin dall'inizio cercò di consolidare il potere del [[Regno longobardo|regno]], in opposizione ai duchi di [[Ducato di Spoleto|Spoleto]] e di [[Ducato di Benevento|Benevento]], e di arginare l'influenza dei [[Franchi]] sul papato. I due ducati si appoggiarono allora, per riconquistare la propria autonomia, al papato. Spoleto, nominò un nuovo duca, [[Alboino di Spoleto|Alboino]], sostenuto dal papa e dai Franchi; a Benevento il nuovo reggente Giovanni si schierò, in nome dell'ancora minorenne duca [[Liutprando di Benevento|Liutprando]], anch'egli appoggiato dal papato e dai Franchi.
I circa 15.000 bambini e adolescenti di Terezín giunsero al campo come individui o, più comunemente, insieme ai loro genitori o parenti. Non mancarono casi di gruppi speciali di bambini giunti al campo, come i 1260 "bambini di Bialistok" e i bambini degli orfanotrofi nel Grande Reich tedesco (per i quali Terezín era il luogo di raccolta designato). Circa 250 furono i bambini nati nel ghetto. Negli ultimi mesi e settimane di guerra Terezín fu anche uno dei terminali delle [[marce della morte]] e circa 800 bambini (soprattutto adolescenti) vi giunsero così da altri campi di concentramento.
 
== Il regno ==
A Terezín i bambini vivevano con le famiglie o in case a loro specificamente destinate. Le condizioni di vita erano estremamente precarie a causa del sovraffollamento, della fame, e delle malattie. Compiuti i 14 anni anche i bambini erano sottoposti al lavoro coatto. Vi era poi soprattutto la costante minaccia dei frequenti trasporti verso i campi di sterminio (che iniziatiti già nel gennaio 1942, proseguirono con cadenza regolare per tutta la durata della guerra).
=== La politica espansionistica ===
Alla morte di [[papa Stefano II]] (aprile [[757]]), Desiderio non mantenne le promesse fatte, sfruttando un momento turbolento nella vita della [[Chiesa cattolica|Chiesa]] (la successione al soglio del fratello di Stefano, [[papa Paolo I]], fu aspramente contrastata). Non soltanto non consegnò a [[Roma]] i territori conquistati da [[Liutprando]], ma nel [[758]] si assicurò l'appoggio diplomatico dell'[[Impero bizantino]] per estendere nuovamente i suoi domini.
 
Attraverso la [[Pentapoli bizantina|Pentapoli]] penetrò nel [[Ducato di Spoleto]] e imprigionò il duca [[Alboino di Spoleto|Alboino]]; proseguì verso [[Benevento]], da dove cacciò [[Liutprando di Benevento|Liutprando]] e il reggente Giovanni, insediando come duca il proprio genero [[Arechi II|Arechi]]. Nel [[759]] nominò un nuovo duca di Spoleto, che fino a quell'anno aveva amministrato direttamente (come già [[Astolfo (re longobardo)|Astolfo]]): [[Gisulfo di Spoleto|Gisulfo]]. In questo modo ripristinò il controllo regio, gravemente compromesso durante gli ultimi anni del regno di Astolfo, sull'intera [[Italia]] longobarda. L'opera di rafforzamento del potere regio di Desiderio culminò, nel [[759]], con l'associazione al trono del figlio [[Adelchi (principe)|Adelchi]].
Le autorità di autogoverno ebraico si impegnarono per quanto possibile di dare una parvenza di normalità alla loro vita. Se non era permesso che essi frequentassero la scuola, si organizzarono per loro attività sportive e programmi culturali (diurni ma anche serali per i maggiori di 14 anni), dove i loro insegnanti (tra cui alcuni dei più celebri intellettuali, educatori, musicisti e artisti ebrei dell'epoca) li incoraggiarono a praticare le arti e la musica e a dare espressione alla propria creatività.<ref>"[https://www.ushmm.org/wlc/en/article.php?ModuleId=10007461 Theresienstadt: Cultural Life]", ''Holocaust Encyclopedia''.</ref>
 
Anche la rete dei monasteri italiani divenne strumento di dominio. Nel [[753]] con sua moglie [[Ansa (regina)|Ansa]] fondò a [[Brescia]], la sua città natale, il [[Monastero di Santa Giulia|monastero di San Salvatore]], dotato di un'eccezionale ricchezza e affidato come badessa alla figlia Anselperga. Alla giurisdizione di San Salvatore sottomise un'intera rete di complessi monastici tra [[Lombardia]], [[Emilia]] e [[Toscana]], creando una federazione da lui direttamente controllata. Un altro monastero da lui fondato in terra bresciana fu la [[Badia leonense]], terminata di costruire nel [[758]] e guidata da monaci [[Benedettini]] giunti alla Badia situata a [[Leno]] direttamente dal [[monastero di Montecassino]] creato da [[Benedetto da Norcia]] nel [[529]].
===Fredy Hirsch e l'organizzazione della gioventù a Terezín===
 
Gli attriti con la [[Chiesa cattolica|Chiesa]] furono appianati solo nel [[763]], grazie ad appositi accordi. Memore del precedente di [[Astolfo (re longobardo)|Astolfo]], ritenne di poter evitare nuovi interventi dei [[Franchi]] a sostegno del papato attraverso una politica di piccole concessioni al pontefice. Nel [[757]] consegnò al Papa [[Ferrara]], [[Faenza]] e alcuni possedimenti nella [[Pentapoli bizantina|Pentapoli]], ma conservò la maggior parte dei territori a suo tempo promessi a [[papa Stefano II]]. In quel momento, tuttavia, [[Pipino il Breve]] era costretto da problemi interni al suo regno a non impegnarsi nuovamente in [[Italia]], così [[papa Paolo I]] sottoscrisse un accordo che accettava la situazione che si era venuta a creare. A suggello dell'intesa, Desiderio si recò a [[Roma]], pregò sulla [[Tomba di Pietro]] e garantì i diritti del papa; Paolo, in cambio, avvertì Pipino che Desiderio era il suo difensore contro le pressioni dei [[Impero bizantino|bizantini]].
Il leader sionista [[Fredy Hirsch]] arriva a Terezín il 4 dicembre 1941 come parte di una squadra chiamata Aufbaukommando II, composta da 23 dipendenti della comunità ebraica con il compito di organizzare la vita nel ghetto appena creato. Hirsch aveva una lunga esperienza di educatore e si era già distinto come organizzatore di attività per i bambini della comunità ebraica praghese all'indomani dell'occupazione nazista. Fin dall'inizio dell'esistenza del ghetto, vennero create delle case speciali per i bambini, dove essi potessero risiedere o trascorrere la giornata.<ref>[https://www.scrapbookpages.com/CzechRepublic/Theresienstadt/TheresienstadtGhetto/GhettoTour/Tour07.html Children's quarters in Theresienstadt].</ref> Fredy Hirsch, Egon Redlich e Bedřich Prager erano responsabili della cura dei giovani. Hirsch e gli altri assistenti cercarono in tutti i modi possibili di migliorare le condizioni di vita dei bambini nel ghetto. Particolare importanza fu data alla cura dell'igiene personale per mantenere la loro condizione psicologica e fisica, perché in questa risiedeva la loro unica speranza di sopravvivenza. Il fatto che Hirsch venisse dalla Germania, unito alla sua personalità carismatica, ne facevano una figura autorevole anche nei confronti delle SS.
 
Desiderio intervenne attivamente negli scontri per la successione di [[papa Paolo I]], morto nel giugno del [[767]]. Dal [[Ducato di Spoleto]] inviò un esercito a [[Roma]], guidato dal prete Valdiperto, che il 31 luglio riuscì a far elevare al soglio il cappellano [[Antipapa Filippo|Filippo]] che tuttavia rinunciò il giorno stesso. Divenne così papa, contro la volontà di Desiderio, [[papa Stefano III|Stefano III]], il candidato della curia romana guidata dal [[primicerio]] Cristoforo.<ref>Claudio Rendina, ''I papi'', Roma, Ed. Newton Compton, 1990. pp. 231-232</ref>
Hirsch rimase l'animatore principale delle attività per la gioventù a Terezín fino al settembre 1943, quando fu deportato a [[Auschwitz-Birkenau]] dove per 6 mesi poté trasferire la propria esperienza nell'organizzazione del campo per le famiglie di Terezín, fino alla morte nelle camere a gas l'8 marzo 1944.
 
=== La politica dinastica ===
===I settimanali ''Vedem'' (1942-44) e ''Kamarad'' (1943-44) ===
Desiderio dopo la morte di [[Pipino il Breve]] nel [[768]] riuscì ad imparentarsi con uno dei figli, [[Carlo Magno]], dandogli in sposa la figlia, di cui non conosciamo il nome; il nome Desiderata che le è stato attribuito in passato è il frutto di un errore di lettura di un manoscritto, mentre il Manzoni inventò per lei il nome [[Ermengarda (moglie di Carlo Magno)|Ermengarda]].<ref>Nel [[769]] [[Carlomanno I|Carlomanno]], fratello di [[Carlo Magno]], sposò [[Gerberga (Carlomanno I)|Gerberga]], una nobile franca, che alcuni storici accreditano come figlia di Desiderio per il fatto che, nel [[772]], dopo che i figli avuti da Carlomanno erano stati spodestati da Carlo Magno, trovò rifugio alla corte del re Desiderio e poi, dopo la vittoria dei Franchi, nel [[773]], si rifugiò nella fortezza di Verona assieme ad [[Adelchi (principe)|Adelchi]], che pare che messo sotto assedio dai Franchi, avesse consegnato Gerberga e i due figli a Carlo, che chiuse i due bimbi in convento, mentre di Gerberga non si hanno più notizie.</ref> In questo modo riuscì a interferire con la politica interna del regno [[Franchi|franco]], in crisi per una contrapposizione tra i due fratelli che si sarebbe conclusa soltanto nel [[771]], con la morte di Carlomanno. Questa politica di alleanze matrimoniali, destinata a fallire, trovava fin dall'inizio l'opposizione del [[papa Stefano III]], che si opponeva al matrimonio della cosiddetta Ermengarda con Carlo Magno<ref>John N.D. Kelly, ''Gran Dizionario Illustrato dei Papi'', Casale Monferrato (AL), Edizioni Piemme S.p.A., 1989, ISBN 88-384-1326-6. p. 261</ref> in quanto l'alleanza tra franchi e longobardi gli avrebbe impedito di utilizzare gli uni o gli altri a seconda del suo vantaggio.
Nel [[769]] Desiderio, con la scusa di un pellegrinaggio a Roma, entrò nei territori della Chiesa accompagnato da un esercito. Accampatosi nei pressi di [[Basilica di San Pietro in Vaticano|San Pietro]], appoggiò il partito longobardo capeggiato da [[Paolo Afiarta]] e condannò a morte il capo del partito opposto, il primicerio Cristoforo, pare con la tacita approvazione di [[papa Stefano III]] che si era visto abbandonato dal suo antico sostenitore.<ref>Claudio Rendina, ''I papi'', Roma, Ed. Newton Compton, 1990. pp. 232-233</ref> Grazie anche alle divisioni interne del regno dei [[Franchi]], Desiderio riuscì così ad assurgere a un ruolo di primo piano nella politica europea del tempo ma, in reazione alla sua politica aggressiva, Carlo Magno, rimasto unico re dei Franchi, ripudiò Ermengarda; e questo fu il colpo definitivo che mandò a monte la sua politica di alleanze dinastiche.
 
=== La guerra contro i Franchi ===
[[File:Časopis Vedem.jpg|thumb|Il settimanale ''Vedem'']]
Nel gennaio del [[772]] morì [[papa Stefano III]], cui succedette [[Papa Adriano I|Adriano I]], che si sbarazzò del capo del partito filo-longobardo, [[Paolo Afiarta]], e appoggiò quello di Cristoforo, cui doveva la sua elezione. Desiderio colse il pericolo di una nuova alleanza tra il papa e i [[Franchi]] e tentò di sventarla per via diplomatica. Adriano rimase però irremovibile nella sua richiesta di completa esecuzione degli accordi precedenti, con la cessione al papato di tutti i territori che reclamava; Desiderio passò quindi all'offensiva, tornando a invadere l'[[Esarcato d'Italia|Esarcato]], riconquistando [[Faenza]], [[Ferrara]] e [[Comacchio]] e minacciando [[Ravenna]]. La pressione militare mirava a convincere il papa a conferire l'unzione regale ai figli di [[Carlomanno (Pipino III)|Carlomanno]], che avrebbe spezzato il legame tra Adriano e [[Carlo Magno]] e creato disordini nel regno franco. Adriano non solo non si piegò, ma procedette all'eliminazione dei capi del partito longobardo a [[Roma]].
Giunto a Terezín nel 1942 a 14 anni, [[Petr Ginz]] dette vita con un gruppo di ragazzi della sua età ad una rivista clandestina e autogestita per bambini, ''[[Vedem]]'' ("Avanguardie"). La rivista, che per due anni fu pubblicata regolarmente ogni settimana e della quale si sono conservate circa 700 pagine, è una delle più straordinarie produzioni letterarie di Terezín.<ref>''We Are Children Just the Same: ''Vedem'', the Secret Magazine by the Boys of Terezín''. Ed. Zdenek Ornest, Marie Rut Krizkova, ''et al.'' Philadelphia: Jewish Publication Society of America, 1995. ISBN|978-0-8276-0534-3.</ref> Oltre a svolgere il ruolo di editore in capo, Ginz vi scrisse numerosi articoli che spaziano dalla letteratura, all'arte, alla sociologia. Ginz raccolse anche interviste sulla vita nel campo e ne descrisse la struttura e gli edifici.
 
Alla fine del [[772]], Desiderio intensificò la pressione militare occupando [[Senigallia]], [[Jesi]] e [[Gubbio]], entrando nel [[Ducato romano]] e minacciando la stessa [[Roma]]. Adriano scomunicò il re longobardo e chiese l'aiuto di Carlo Magno. Il re franco era all'epoca impegnato nelle guerre contro i [[Sassoni]], ma si risolse comunque a rispondere all'appello perché non poteva permettere che fosse appannato il suo prestigio come protettore del papato. Nella primavera del [[773]] Carlo radunò il proprio esercito presso [[Ginevra]] e lo ripartì in due tronconi: uno avrebbe disceso la [[Valle d'Aosta]], difesa da [[Adelchi (principe)|Adelchi]], l'altro, condotto dallo stesso Carlo, avrebbe seguito la tradizionale via attraverso il [[Moncenisio]]. Là, alle [[Chiuse longobarde|Chiuse]] presso [[Susa (Italia)|Susa]], Desiderio riuscì a frenare i [[Franchi]], ma il fronte presidiato da Adelchi cedette sotto l'urto dell'esercito guidato dallo zio di Carlo, [[Bernardo (figlio di Carlo Martello)|Bernardo]].
Tra il centinaio di ragazzi che contribuirono a ''Vedem'', con articoli e poesie, il più talentuoso e celebrato a Terezín fu [[Hanuš Hachenburg]], le cui opere poetiche sono ancora oggi oggetto di ammirazione e di studio.<ref>Hanuš Hachenburg, ''Hned vedle bílá barva mráčků (sbírka básní Hanuše Hachenburga)'', Vydal v Praze Baobab: Přírodní škola, 2010, ISBN 978-80-87060-34-6 </ref> Era uno dei ragazzi che vivevano nella stanza 1 della casa per bambini L417, assieme a [[Petr Ginz]] e [[Pinta Mühlstein]] (uno dei giovani protagonisti dell'opera [[Brundibar]]). Il gruppo, ispirato dall'educatore [[Valtr Eisinger]], era il vero motore dell'iniziativa.<ref>Hannelore Brenner, ''The Girls of Room 28: Friendship, Hope, and Survival'', p.73.</ref>
 
Colte dal panico, le schiere longobarde si ritirarono disordinatamente in [[Val Padana]]. Adelchi con i figli di [[Carlomanno (Pipino III)|Carlomanno]] si rinserrò a [[Verona]], Desiderio e la moglie si chiusero invece nella capitale, [[Pavia]], mentre i contingenti provenienti dai vari ducati fecero ritorno alle proprie sedi. I Longobardi non erano stati compatti nell'opporsi all'attacco franco; già prima della battaglia diversi non avevano appoggiato Desiderio, alcuni spingendosi fino al tradimento e alla fuga nel regno franco, e dopo la sconfitta del re le spinte centrifughe si intensificarono. I notabili spoletini scesero a [[Roma]], si fecero rasare secondo l'uso romano e chiesero al [[papa Adriano I]] la nomina di un nuovo duca; il pontefice scelse [[Ildebrando di Spoleto|Ildebrando]], che riprese il controllo del [[Ducato di Spoleto|Ducato]] e lo consegnò a [[Ducato romano|San Pietro]]. Analogamente, si sottomisero a Roma anche i Longobardi di [[Fermo]], [[Osimo]] e [[Ancona]].
Lo spirito del gruppo è ben sintetizzato in un brano tratto da uno degli articoli pubblicato da Ginz su ''[[Vedem]]'':
 
Carlo Magno continuò la sua campagna in [[Italia]], conquistando altre città e riuscendo a far prigionieri i figli di Carlomanno, ma Pavia continuava a resistere. Soltanto all'inizio del [[774]] la città, stremata, cadde. Desiderio fu mandato assieme alla moglie Ansa in [[Francia]], e imprigionati in un monastero, a [[Liegi]] o forse a [[Corbie]]; Adelchi riparò a [[Bisanzio]], mentre Carlo Magno si proclamò ''rex Francorum et Langobardorum''.
: “''Ci hanno strappati dal terreno fertile del lavoro, della gioia, della cultura che doveva nutrire la nostra gioventù. Lo fanno con un solo scopo: distruggerci non fisicamente, ma spiritualmente e moralmente. Otterranno il loro scopo? Mai! Privati delle nostre vecchie fonti di cultura, ne creeremo di nuove. Separati dalle nostre vecchie sorgenti di gioia, creeremo per noi una gioiosamente radiante vita nuova.''<ref>Il passo è citato dalla sorella di Petr nella “Introduzione” del Diario (p.12).</ref>
 
== Matrimonio e discendenza ==
Solo una quindicina tra i ragazzi che contribuirono alla stesura del settimanale sopravvissero allo sterminio. [[Hanuš Hachenburg]] fu deportato ad [[Auschwitz]] già nel dicembre 1943 (vi morirà il 10 luglio 1944). Anche [[Petr Ginz]] fu incluso in uno degli ultimi trasporti per [[Auschwitz]], dove fu assassinato nelle camera a gas il 28 settembre 1944.
Desiderio sposò [[Ansa (regina)|Ansa]] (o Ansia) dalla quale ebbe :
 
* [[Ermengarda (moglie di Carlo Magno)|Ermengarda]]<ref>Il nome della prima figlia di Desiderio e sposa di Carlo Magno non è sicuro: indicato dagli storici con Desiderata e poi dal cronista del [[IX secolo]], Andrea da Bergamo, con Berterada, venne "inventato" da [[Alessandro Manzoni]] in Ermengarda.</ref> andata sposa nel [[768]] a [[Carlo Magno]] e da questi ripudiata tre anni dopo;
Ispirati da ''Vedem'' altri settimanali furono prodotti da altri gruppi di ragazzi. Il 29 ottobre 1943 usci' la prima copia di ''Kamarad'', di cui saranno diffusi 22 numeri fino al 22 settembre 1944.<ref>[http://archive.boston.com/lifestyle/articles/2010/12/12/the_past_is_present/ Susanne Althoff, ''The Past Is Present'', Boston.com].</ref> Il settimanale (in lingua ceca), le cui copie si sono miracolosamente preservate nel dopoguerra, fu fondato e diretto da Ivan Polak con un gruppo di amici che vivevano al ghetto nello stesso edificio (Q609). Tra di loro era anche [[Michal Kraus]], uno dei pochi del gruppo a sopravvivere allo sterminio, il quale nel 1945-47 produrra' sullo stesso stile una cronaca illustrata in tre volumi delle sue esperienze a [[Terezín]], [[Auschwitz]] e [[Mauthausen]].
* [[Adelchi (principe)|Adalgiso (o Adelchi)]], associato al [[re d'Italia|trono]] dal [[759]] al [[774]] dal padre Desiderio, fu sconfitto da Carlo Magno nel [[774]] e si rifugiò a [[Bisanzio]];
 
* [[Liutberga]], andata sposa a [[Tassilone III di Baviera]];
===I disegni (1943-44)===
* [[Anselperga]], badessa del [[Monastero di Santa Giulia|monastero di San Salvatore]];
 
* [[Gerberga (Carlomanno I)|Gerberga]], andata forse sposa a [[Carlomanno I]], fratello di Carlo Magno;
[[File:I dipinti di Terezin- Doris Weiserovà.jpg|thumb|left|I dipinti di Terezín: Doris Weiserovà]]
* [[Adelperga]], che andò sposa ad [[Arechi II]], [[duca di Benevento]].
[[File:I dipinti di Terezin- Ruth Klaubafovà.jpg|thumb|left|I dipinti di Terezín: Ruth Klaubafovà]]
Nel 1943-44 [[Friedl Dicker-Brandeis]] diresse un programma d'arte per bambini. I disegni dei suoi giovani allievi raffigurano sia soggetti semplici come farfalle, fiori, case di campagna e tutto ciò che con ogni probabilità rappresentava i desideri più sinceri e ingenui di bambini cui era stata sottratta l'infanzia, sia scenari che dimostrano una maturità e una consapevolezza degli eventi che li circondavano non indifferente. Spesso infatti Friedl si imbatte in disegni con scheletri, fucili e soldati come protagonisti. Friedl non manca di notare inoltre come le ore dedicate all'insegnamento dell'arte diventino per i ragazzi fondamentali, se non addirittura indispensabili, per rientrare in contatto con sensazioni che per la paura e lo sconforto erano state rimosse o represse consentendo loro di ripristinare, seppur per pochi istanti e nonostante la mancanza di strumenti adeguati, equilibri emotivi che inevitabilmente eventi di tale drammaticità andavano a scombussolare.
 
Friedl inizia dunque ad annotare le proprie osservazioni e considerazioni circa il valore terapeutico dell'arte nell'infanzia e nell'adolescenza esponendole al resto degli insegnanti del campo e proponendosi di dedicarsi più approfonditamente a questa tematica una volta terminata la guerra. A tal proposito, Friedl decide di catalogare per nome e data di realizzazione i disegni dei propri studenti che nasconde accuratamente in alcune valigie. Le valigie furono prelevate dall'esercito russo dopo la fine della guerra grazie all'aiuto di una delle studentesse di Friedl di nome Raja.
 
Gli oltre 4000 disegni (tra i quali molti anche della stessa Friedl) vennero custoditi a Praga dal professore William Groag. Groag decise comunque di mostrare la collezione al pubblico solamente una decina di anni dopo il loro rinvenimento. La maggior parte dei disegni sono oggi esposti all'ammirazione dei visitatori alla Sinagoga Pinkas nel [[Josefov|Quartiere-Museo ebraico di Praga]].<ref>[http://www.greencrossitalia.org/disarmo/news/832-larte-di-terezin-per-la-memoria-della-shoah L’arte di Terezín per la memoria della Shoah].</ref>
 
===La musica (1943-44)===
 
{{Vedi anche|Brundibar}}
[[File:Brundibar poster Theresienstadt.jpg|thumb|Poster per la rappresentazione di [[Brundibár]] a Terezín]]
Numerosi spettacoli musicali furono organizzato per e con i bambini di Terezín. Il 23 settembre 1943 i bambini misero in scena l'opera [[Brundibár]] di [[Hans Krása]], che nei mesi successivi conobbe un totale di ben 55 repliche.<ref>Joza Karas, ''Musica a Terezín, 1941-1945''. Genova: Il nuovo Melangolo, 2011.</ref> I giovani protagonisti dell'Opera furono:<ref>[http://holocaustmusic.ort.org/places/theresienstadt/brundibar/ Brundibar].</ref>
* [[Honza Treichlinger]] (1930-1944) = Brundibár
* [[Pintǎ Mühlstein]] = Pepiček
* [[Greta Klingsberg|Greta Hofmeister]] (n.1929) = Aninka
* [[Zdeněk Ornest|Zdeněk Ohrenstein]] (1929-1990) = il cane
* [[Ela Weissberger|Ela Stein]] (n.1930) = il gatto
* [[Maria Mühlstein]] (1932-1944) / [[Stephan Herz-Sommer]] (1937–2001) = il passerotto.
 
Alcuni degli interpreti principali, tra cui il protagonista [[Honza Treichlinger]], e la maggior parte dei bambini del coro e dei piccoli spettatori che affollarono le repliche di [[Brundibar]] perirono ad Auschwitz.
 
===La visita della croce Rossa e il film (giugno-settembre 1944)===
 
Il [[Campo di concentramento di Theresienstadt]] (Terezín) fu a lungo usato dai nazisti a scopo propagandistico, come il "ghetto modello" che doveva mostrare al mondo la benevolenza di Hitler verso gli ebrei del [[Terzo Reich]].<ref>[[Benjamin Murmelstein]], ''Terezin, il ghetto-modello di Eichmann'', [[Cappelli (editore)|Cappelli]] (oggi [[Editrice La Scuola]] di Brescia), Bologna 1961; riedizione Editrice La Scuola 2013, ISBN 978-88-350-3367-7.</ref> Quando una commissione della Croce Rossa arrivò al ghetto il 23 giugno 1944, i nazisti pensarono bene di sfruttare le capacità artistiche ed espressive dei bambini. Ad essi fu chiesto di avere un ruolo di primo piano nell'illustrare le "meraviglie" della città "donata agli ebrei da Hitler". I visitatori furono fatti assistere ad una rappresentazione di ''[[Brundibar]]''. Era tutta una macabra finzione. 7.500 persone, tra cui centinaia di bambini erano stati deportati ad Auschwitz alla vigilia della visita proprio per far sembrare il luogo meno sovraffollate e la visita fu studiata nei minimi dettagli secondo un copione preordinato. Forti del "successo" dell'opera di disinformazione messa in atto durante la visita della Croce Rossa, ai primi di settembre dello stesso anno le autorità nazista commissionarono all'attore e regista [[Kurt Gerron]] un film di propaganda che esaltasse le virtù del ghetto modello. Il filmato mostra bambini allegri e sorridenti, cui viene offerto cibo in abbondanza, persino scene di una rappresentazione di Brundibar. Era ancora tutta una macabra finzione. Terminate le riprese del film la maggior parte dei piccoli interpreti e spettatori furono inviati alle camere a gas ad Auschwitz-Birkenau.
 
==I deportati ad Auschwitz==
 
Nonostante la propaganda e le (relativamente) migliori condizioni di vita del campo, Terezín era e rimase sempre agli occhi dei nazisti solo un luogo di soggiorno temporaneo e di transito verso i campi di sterminio, una vera e propria anticamera alla morte.<ref>"[https://www.ushmm.org/wlc/en/article.php?ModuleId=10005424 Theresienstadt]", ''Holocaust Encyclopedia''.</ref> I bambini di Terezín furono con sempre maggiore frequenza inclusi nei trasporti che a partire dal gennaio 1942 trasferirono a più riprese gli abitanti di Terezín prima verso i ghetti dell'est, e quindi direttamente ai campi di sterminio di [[Treblinka]] e [[Auschwitz]] per non altra ragione che per essere lì uccisi. L'intera vita del campo (bambini inclusi) era scandita dalla paura costante di ammalarsi o di trovarsi inseriti in uno dei trasporti per l'est verso una destinazione sconosciuta dalla quale si sapeva che non c'era ritorno.
 
===I bambini di Bialistok===
 
Il 24 agosto 1943 giunse a Terezín un convoglio di 1260 bambini dal ghetto di Bialystok. Essi erano il risultato di una selezione operata qualche girono prima, il 17 agosto 1943, nell'ambito della liquidazione del Ghetto di Bialistok.
 
I bambini (la maggior parte dei quali aveva tra i 6 e i 12 anni) giunsero in condizioni che i testimoni definiscono come deplorevoli. Poiché i bambini erano stati testimoni dell'uccisione degli adulti e potevano diffondere notizie accurate sul trattamento degli ebrei nei ghetti della Polonia e sull'esistenza delle camere a gas, a Terezín essi furono tenuti in isolamento; così dopo la doccia vennero sistemati in alcune baracche di legno fuori dei confini del campo, rifocillati e rivestiti. I 53 "volontari" (medico, infermieri, assistenti sociali), che furono selezionati per prendersi cura di loro (tra cui anche la sorella di [[Franz Kafka]], Ottilie), furono anch'essi isolati nelle baracche assieme ai bambini. Per qualche tempo i nazisti sperarono di poter utilizzare i bambini per uno scambio di prigionieri o di materie prime ma quando le trattative con gli inglesi fallirono, i 1196 bambini ancora in vita furono inviati ad Auschwitz (assieme agli adulti che li avevano accuditi). Il trasporto, partito il 5 ottobre 1943, arrivò ad Auschwitz il 7 ottobre; Nonostante all'epoca esistesse a Birkenau un campo speciale per le famiglie di Terezín, in questo caso tutti i composnenti del trasporto (bambini e accompagnatori) vennero immediatamente condotti alle camere a gas.<ref>[https://www.ushmm.org/wlc/en/article.php?ModuleId=10007504 "Theresienstadt: Other Prisoners"], Holocaust Encyclopedia].</ref>
 
===Il Campo per le famiglie di Terezín a Auschwitz-Birkenau===
 
{{Vedi anche|Campo per le famiglie di Terezín a Auschwitz-Birkenau}}
[[File:PikiWiki Israel 4153 Beit Terezin Givat Haim.JPG|thumb|Monumento ai bambini di Terezin a Beit Terezin Givat Haim in Israele]]
Dal settembre 1943 al luglio 1944, le autorità naziste decisero di duplicare a Birkenau le condizioni del ghetto-modello di Terezín.<ref>[http://www.holocaust.cz/en/history/events/the-terezin-family-camp-in-auschwitz-birkenau/ Holocaust.cz].</ref> Contrariamente ai trasporti precedenti o successivi, i bambini che giunsero a Auschwitz-Birkenau durante quei mesi non furono avviati direttamente alla camere a gas, ma senza alcuna selezione ad un campo per famiglie appositamente predisposto all'interno di Birkenau (sezione BIIb). I bambini, divisi per sesso, erano alloggiati nelle baracche con i familiari, furono tuttavia autorizzati a trascorrere la giornata in una loro baracca, dove i loro insegnanti guidati dal carismatico [[Fredy Hirsch]] li impegnavano in lezioni improvvisate e giochi. Per loro [[Dina Babbitt]] (Dinah Gottliebová) dipinse su una parete della baracca un'immagine di Biancaneve e i Sette Nani, ispirata ai suoi ricordi del film della Disney.<ref>[https://victoriadougherty.wordpress.com/2014/12/16/a-candle-for-dina-a-prayer-in-honor-of-the-power-of-art/ A Candle for Dina; A Prayer in Honor of the Power of Art].</ref>
 
Nonostante questi "privilegi", le condizioni di vita erano durissime. I detenuti dovevano vivere in una serie di baracche collocate in una stretta e fangosa striscia di terra lunga 600&nbsp;m e larga 160&nbsp;m, circondata da una recinzione elettrificata. A capo della sezione era Arno Böhm, un criminale tedesco, considerato uno dei Kapò più spietati di Auschwitz.<ref>[http://www.ghetto-theresienstadt.info/pages/f/familienlagerth.htm Familienlager Auschwitz].</ref> I bambini al pari degli adulti soffrirono per la fame, il freddo, la fatica, le malattie, la disciplina e la scarsa igiene. Il tasso di mortalità non era più basso che nel resto di Auschwitz (superando il 20%).
 
I prigionieri scoprirono presto che il trattamento "privilegiato" era a termine, per soli 6 mesi. L'8 marzo 1944 e quindi tra il 10 e il 12 luglio 1944 (quando il campo per famiglie fu definitivamente chiuso) la maggior parte di essi (inclusi quasi tutti i bambini) furono condotti alle camere a gas. Solo un centinaio di adolescenti sopravvissero alle selezioni.
 
Tra i bambini deportati nel campo per famiglie ci fu anche [[Hanuš Hachenburg]], il giovanissimo poeta di Terezin che vi giunse con la madre nel dicembre 1943. Non sappiamo se abbia frequentato la baracca dei bambini (aveva già compiuti i 14 anni). Sappiamo però che anche a Birkenau continuò a scrivere poesie. Un suo poema, ''Gong'', divenne così popolare che si dice fosse memorizzato da molti prigionieri.<ref>Hanuš Hachenburg, ''Hned vedle bílá barva mráčků'' (sbírka básní Hanuše Hachenburga), Vydal v Praze Baobab : Přírodní škola, 2010, ISBN 978-80-87060-34-6.</ref> Hanuš non sopravvisse alla liquidazione del campo; vi morirà il 10 luglio 1944.
 
==="The Birkenau Boys"===
 
Il 6 luglio 1944, alla vigilia della liquidazione finale del [[campo per le famiglie di Terezín a Auschwitz-Birkenau]] un gruppo di 89 adolescenti tra i 14 e i 16 anni furono personalmente selezionati da [[Josef Mengele]] per lavorare come portaordini e tuttofare nel campo. Una quarantina di loro sopravvissero all'Olocausto, dopo complesse vicissitudini, dopo aver affrontato le [[marce della morte]] e venendo liberati in altri campi. Di molti dei sopravvissuti si conoscono i nomi: Gerhard Durlacher (1928-1998), Frank Misa Grunwald (b.1932), [[Michal Kraus]] (n.1930), Harry Osers (n.1929), Walter Hacker, Jiri Diamant, Hanuc Furnberf, Ota Furth, Pavel Krajsky, Ernst Hacker, Harry Goldberger (1931-1997), Toman Brod, [[John Freund]], Helmut Szprycer, Jindrich Silberstein, Pavel Bergman, [[Yehuda Bacon]] (n.1929), Michael Honigwachs, Harry Kraus (n.1931), Harry Fink (1931-2006), Jan Strebinger (n.1931), Bedrich Steiner (n.1931), Pavel Werner (n.1942), Robert Herz (1930-2000), Charles Winter, Werner Reich, e altri. Nel dopoguerra fonderanno un'associazione e si riferiranno a se stessi come "The Burkenau Boys". Per la sua particolarieta' il gruppo e' oggetto di numerosi studi e pubblicazioni.<ref>Gerhard Durlacher, ''The Search: The Birkenau Boys'', London: Serpent's Tail, 1998; Rich Newberg, ''Lost Childhood: The Story of the Birkenau Boys'', Chicago: Clearvue & SVE, 2006.</ref>
 
==Gli ultimi mesi di vita del campo di Terezín==
 
Archiviata la visita della Croce Rossa e "liquidato" il [[campo per le famiglie di Terezín a Auschwitz-Birkenau]], il piano nazista era ora quello di sopprimere anche gli ultimi residenti del campo di Terezín. Solo il progetto del film di propaganda nell'estate 1944 ritardò l'esecuzione del piano alla fine del settembre 1944. Da quel momento, e per il mese successivo, undici convogli partirono da Terezín con destinazione Auschwitz. Ad affollarli anche la gran maggioranza dei bambini ancora residenti a Terezín e i loro educatori. Le deportazioni del settembre-ottobre 1944 segnarono la fine di ogni attività culturale, musicale o artistica nel campo.<ref>Matteo Corradini, ''La repubblica delle farfalle - Il romanzo dei ragazzi di Terezin'', Rizzoli, Milano 2013, ISBN 978-88-17-06385-2</ref> Per i circa 800 bambini rimasti a Terezín furono mesi di terrore nella continua paura di essere anch'essi uccisi o deportati o di morire per le malattie ormai diffuse a livello epidemico, mentre i nuovi arrivi di altri 800 bambini e adolescenti (molti dei quali reduci dalle [[marce della morte]] dai campi di concentramento dell'est) svelò la realtà e le dimensioni dello sterminio. L'attesa liberazione giunse solo agli inizi di maggio 1945.
 
==Le vittime e i sopravvissuti==
 
Il "ghetto modello" di Terezín si dimostrò alla fine non meno letale dei suoi analoghi in Polonia. Su un totale di «155.000 ebrei passati da Theresienstadt fino alla sua liberazione l'8 maggio 1945; 35.440 perirono nel ghetto e 88.000 furono deportati» per essere eliminati. Altri furono trasferiti in altri campi. Due gruppi furono rilasciati prima della fine della guerra: il 5 febbraio 1945, [[Heinrich Himmler]] autorizzò il trasporto in Svizzera di 1.210 ebrei (per la maggior parte olandesi) in cambio di un riscatto, mentre il 15 aprile fu permesso il rimpatrio dei 413 ebrei danesi. Quando il campo fu liberato l'8 maggio 1945, vi si contarono 17.247 sopravvissuti (inclusi i molti che vi erano giunti nei giorni finali da altri campi di concentramento).<ref>[http://www.terezin.org/the-history-of-terezin/ The History of Terezín].</ref>
 
La ricca eredità culturale lasciata dai bambini di Terezín non abbe alcuna influenza sulla loro sorte. La percentuale di mortalità tra i circa 15.000 bambini e adolescenti di Terezín non fu inferiore che altrove: il 90% di essi sotto i 16 anni perì nell'Olocausto, inclusi la maggior parte degli autori dei disegni, degli interpreti dell'opera [[Brundibar]] e dei lettori e collaboratori di ''Vedem''.
 
È molto difficile determinare il numero esatto dei bambini sopravvissuti, se non per approssimazione. Molto dipende prima di tutto da quale fascia di età si consideri, se i minori di età inferiore ai 14 anni o anche gli adolescenti. Secondo le stime più recenti e accurate, il totale complessivo dei sopravvissuti (bambini e adolescenti) è attorno a 1.800.<ref>H.G. Adler, ''Theresienstadt 1941-1945: The Face of a Coerced Community'', Cambridge: Cambridge University Press, 2017, pp. 507-508.</ref> Il numero di 100-150 che spesso viene ripetuto in alcune fonti si riferisce al numero dei bambini sopravvissuti tra i 6.588 che furono deportati (coloro che fecero ritorno erano quasi tutti adolescenti, pochissimi quelli di età inferiore ai 14 anni). Ai 100-150 reduci dai campi di sterminio vanno aggiunti tra i sopravvissuti una cinquantina di bambini danesi (che poterono lasciare Terezín il 15 aprile 1945) e i 1,633 che vi si contarono al momento della Liberazione, di cui solo la metà però vi risiedeva prima dell'ottobre 1944. Si può quindi affermare che dei circa 1.800 sopravvissuti solo un migliaio furono coloro che vissero appieno l'esperienza dei bambini di Terezín, perché 800 di loro vi giunsero solo negli ultimi mesi o settimane di guerra, provenienti da altri campi di concentramento e altre esperienze.
 
=== Vittime ===
 
* [[František Bass]] (1930-1944), autore di opere poetiche
* [[Petr Ginz]] (1928-1944), il fondatore e editore della rivista [[Vedem]]
* [[Hanuš Hachenburg]] (1929-1944), autore di opere poetiche e letterarie
* [[Honza Treichlinger]] (1930-1944), cantante e attore, protagonista dell'opera [[Brundibar]]
 
===Sopravvissuti===
 
[[File:Ivan Klíma 2015.JPG|thumb|Lo scrittore ceco [[Ivan Klíma]] è stato uno dei pochi bambini di Terezín sopravvissuti all'[[Olocausto]] e uno dei pochissimi ad avervi soggiornato per l'intero periodo di vita del campo, dal 1941 fino alla liberazione nel 1945]]
 
====Internati a Terezín (e ivi rimasti)====
 
* [[Inge Auerbacher]] (n.1934), scrittrice [1942-45]
* [[Ernst Grube]] (n.1929), insegnante [1945]
* [[Ivan Klíma]] (n.1931), scrittore [1941-45]
* [[Peter Spier]] (n. Amsterdam, 1927), scrittore
* [[Věra Weislitzová]] (n.1927), scrittrice
* [[Ela Weissberger]] (n.1930), una delle interpreti di [[Brundibar]]
* [[Zuzana Justman]] (n.1931), regista
 
====Internati a Terezín (e quindi deportati)====
 
* [[Yehuda Bacon]] (n.1929), artista [1942-43 -> Auschwitz, marce della morte]
* [[George Brady]] (n.1928), imprenditore [1942-44 -> Auschwitz, marce della morte]
* [[Cordelia Edvardson]] (1929-2012), giornalista [-> Auschwitz]
* [[Hana Greenfield]] (1926-2014), scrittore [-> Auschwitz, Bergen Belsen]
* [[Paul Kling]] (1929-2005), musicista [-> Auschwitz]
* [[Greta Klingsberg]] (n.1929), musicista [-> Auschwitz], una delle interpreti di [[Brundibar]]
* [[Ruth Klüger]] (n.1931), storico [-> Auschwitz]
* [[Arnošt Lustig]] (1926-2011), scrittore [1942-44? -> Auschwitz, marce della morte]
* [[Herbert Thomas Mandl]] (1926-2007), scrittore [1942 -> Auschwitz, Dachau]
* [[Zdeněk Ornest|Zdeněk Ohrenstein]] (1929-1990), attore [-> Auschwitz, Dachau], uno degli interpreti di [[Brundibar]]
* [[Zuzana Růžičková]] (n.1927), scrittrice [-> Auschwitz, Bergen-Belsen]
* [[Helga Pollak-Kinsky]] (n.1930), scrittrice [-> Auschwitz, ritorna a Terezín nel 1945]
 
====Liberati a Terezín ma giunti da altri campi di concentramento====
 
* [[Ben Helfgott]] (n.1929), atleta [1945, da Buchenwald]
* [[Arek Hersh]] (n.1929), testimone [1945, da Auschwitz]
* [[Egon Lánský]] (1934-2013), giornalista [1945]
* [[Simcha Lieberman]] (1929-2009), studioso del Talmud
* [[Alina Szapocznikow]] (1926-1973), artista [1945]
 
==Note==
 
== Influenze nella cultura ==
* Desiderio appare nei romanzi del [[Ciclo carolingio]], personaggio delle canzoni che narrano le imprese del re [[Franchi|franco]] nella campagna contro i Longobardi.
* Appare come personaggio anche nella tragedia ''[[Adelchi (Manzoni)|Adelchi]]'' di [[Alessandro Manzoni]]; in essa il re viene caratterizzato da ardore vendicativo, in contrapposizione con la superiore sensibilità del figlio [[Adelchi (principe)|Adelchi]].
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* [[Jörg Jarnut]], ''Storia dei Longobardi'', Torino, Einaudi, 2002. ISBN 88-464-4085-4
* Sergio Rovagnati, ''I Longobardi'', Milano, Xenia, 2003. ISBN 88-7273-484-3
* Franca d'Amico Sinatti, ''Il mistero del silenzio, il ritorno di un re longobardo'', Rimini, Rafaelli Editore, 2005. ISBN 88-89642-02-5
 
== Altri progetti ==
==Bibliografia==
{{interprogetto|commons=Category:Desiderius}}
 
* [[Matteo Corradini]], ''La repubblica delle farfalle - Il romanzo dei ragazzi di Terezin'', Rizzoli, Milano 2013, ISBN 978-88-17-06385-2
* Mario de Micheli (a cura di), ''I bambini di Terezin: poesie e disegni dal Lager, 1942-1944'', Lerici editore, Milano 1963
* {{en}} Gonda Redlich, ''The Terezin Diary of Gonda Redlich'', di Saul S. Friedman, traduzione di Laurence Kutler, University Press of Kentucky, 1992, ISBN 0-8131-1804-2
* {{en}} Chaim Potok and Hana Volavkova (eds.), ''I Never Saw Another Butterfly: Children's Drawings and Poems from Terezin Concentration Camp 1942-1944'', Schocken Books; 2 Expanded edizioni, 1995, ISBN 978-0-8052-1015-6
* {{en}} Thelma Gruenbaum, ''Nesarim: Child Survivors of Terezin'', Vallentine Mitchell, 2004.
* {{en}} Hannelore Brenner and John E. Woods, ''The Girls of Room 28: Friendship, Hope, and Survival'', Schocken Books, 2009.
* {{en}} Ruth Thomson, ''Terezin: Voices from the Holocaust'', Candlewick, 2013.
* {{en}} Susan Goldman Rubin, with Ela Weissberger. ''The Cat with the Yellow Star: Coming of Age in Terezin'', Holiday House, 2008.
 
==Filmografia==
 
* ''[[Der Führer schenkt den Juden eine Stadt]]'' (Il Führer dona una città agli ebrei), regia di [[Kurt Gerron]] (1944) <documentario di propaganda nazista>
* ''[[Voices of the Children]]'', regia di [[Zuzana Justman]] (1998) <documentario>
* ''[[Children of Terezin]]'', regia di [[Gabriel Bologna]] (2011) <documentario>
* ''[[The Boys of Terezin]]'', regia di [[Shahab John Sharify]] (2011) <documentario>
* ''[[Misa's Fugue]]'', regia di [[Sean D. Gaston]] (2012) <documentario>
 
==Voci correlate==
 
* [[Olocausto]]
* [[Bambini dell'Olocausto]]
* [[Campo di concentramento di Theresienstadt]]
* [[Bambini di Auschwitz]]
* [[Campo di concentramento di Auschwitz]]
 
==ConnessioniCollegamenti esterneesterni==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Box successione|tipologia = regnante|carica=[[Re dei Longobardi]]|immagine=Corona ferrea.png|periodo = [[756]] - [[774]]|precedente = [[Astolfo (re longobardo)|Astolfo]]|successivo = [[Carlo Magno]]}}
 
{{Box successione|tipologia = regnante|immagine=Crown of Italy.svg|carica=[[Re d'Italia]]|periodo = [[756]] - [[774]]|precedente = [[Astolfo (re longobardo)|Astolfo]]|successivo = [[Carlo Magno]]}}
* [http://www.terezin.org/the-history-of-terezin/ Children of the Holocaust: The History of Terezín]
 
{{Re longobardi}}{{Re d'Italia}}{{Controllo di autorità}}
{{Portale|ebraismo|nazismo}}
{{Portale|biografie|Longobardi}}
 
[[Categoria:ShoahPersonaggi dell'Adelchi]]
[[Categoria:Re dei Longobardi]]
[[Categoria:Morti nell'VIII secolo]]