Raccuja e Jeanne Calment: differenze tra le pagine

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{{Bio
{{Comune <!-- per la compilazione vedi Aiuto:Comune -->
|Nome = Jeanne Louise
|nomeComune = Raccuja
|Cognome = Calment
|linkStemma = Raccuja-Stemma.png
|PreData = pronuncia: {{IPA|/ʒan lwiːz kalˈmɑ̃/}}
|siglaRegione = SIC
|Sesso = F
|siglaProvincia = ME
|LuogoNascita = Arles
|latitudineGradi = 38
|GiornoMeseNascita = 21 febbraio
|latitudineMinuti = 3
|AnnoNascita = 1875
|latitudineSecondi = 0
|LuogoMorte = Arles
|longitudineGradi = 14
|GiornoMeseMorte = 4 agosto
|longitudineMinuti = 55
|AnnoMorte = 1997
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|mappaXAttività = 204
|Nazionalità = francese
|mappaY = 296
|altitudineCategorie = 640no
|FineIncipit = è stata l'[[Lista delle 100 persone più longeve accertate|essere umano più longevo]] di cui si abbia avuto notizia certa
|superficie = 25
|Immagine = JeanneCalmentaged20.jpg
|abitanti = 1.389
|Didascalia = Jeanne Louise Calment intorno ai 20 anni
|anno =
|densita = 56
|frazioni = Fossochiodo, San Nicolò, Zappa, Fondachello, Batiola, Campo, Melia
|comuniLimitrofi = [[Floresta]], [[Montalbano Elicona]], [[San Piero Patti]], [[Sant'Angelo di Brolo]], [[Sinagra]], [[Ucria]]
|cap = 98067
|prefisso = [[0941]]
|istat = 083069
|fiscale = H151
|nomeAbitanti = <!-- raccuiesi -->
|patrono = Maria SS. Annunziata
|festivo = 21 settembre
|sito =
}}
[[File:RaccujaActe de naissance de Jeanne Calment.svgpng|thumb|250px|Il comuneL'atto di Raccujanascita nelladi provinciaJeanne diLouise MessinaCalment]]
Francese di Arles, visse {{Età e giorni|1875|2|21|1997|8|4}} ({{Età in giorni|1875|2|21|1997|8|4}} giorni). Confermata dall'atto di nascita, tale longevità fu accuratamente documentata dagli studi scientifici sul suo caso, e la verifica richiese un dispiegamento di mezzi senza precedenti per un riscontro del genere<ref>[http://www.demogr.mpg.de/books/odense/6/09.htm Validation of Exceptional Longevity - Jeanne Calment: Validation of the Duration of Her Life]</ref>. Condusse una vita estremamente attiva, tanto che cominciò a praticare la scherma a 85 anni, e a 100 anni andava ancora in bicicletta; inoltre fumò fino a 118 anni<ref>[http://www.astro.com/astro-databank/Calment,_Jeanne Calment, Jeanne - Astro-Databank, Jeanne Calment horoscope, born 21 February 1875 in Arles<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
'''Raccuja''' è un comune di 1.389 abitanti della [[provincia di Messina]] distante 79 chilometri da [[Messina]] e 179 da [[Palermo]].
 
== StoriaBiografia ==
Jeanne Louise Calment nasce il 21 febbraio [[1875]] alle 7 del mattino ad [[Arles]] ([[Francia]]) in Rue Collège du Roure da Nicolas Calment ([[1838]]-[[1931]]), carpentiere navale e da Marguerite Gilles ([[1838]]-[[1924]]), casalinga, proveniente da una famiglia di mugnai. I genitori avevano entrambi 37 anni e si erano sposati il 16 ottobre [[1861]], Jeanne era l'ultima di quattro figli, i suoi fratelli erano Antoine ([[1862]]-[[1866]]), Marie ([[1863]]-[[1865]]) e François ([[1865]]-[[1962]]). Jeanne Calment proveniva da una famiglia tradizionalmente longeva: suo fratello visse 97 anni, suo padre 93, sua madre 86, ma suo fratello Antoine morì a soli 4 anni, sua sorella Marie a 2. Viene battezzata il 23 febbraio.
 
Fra [[1881]] e [[1886]] frequenta una scuola privata elementare in Place de la République. Nel [[1885]] partecipa al funerale di [[Victor Hugo]] con la sua famiglia al [[Pantheon (Parigi)|Pantheon]] di [[Parigi]] il 1º giugno. Nel [[1888]] incontra [[Vincent van Gogh]] che visita il negozio di suo padre e lo descrive come "sporco, mal vestito e sgradevole" e trovandolo "brutto, scortese e malato". L'8 aprile [[1896]] nella [[Cattedrale di Arles|chiesa di Saint-Trophime]] in Place de la République ad [[Arles]] sposa suo cugino di secondo grado Fernand Nicolas Calment ([[1868]]-[[1942]]). Vanno a vivere in un appartamento situato in Rue Gambetta e gestiscono il negozio "Nouveautés - Calment" che si trovava all'angolo tra Rue Gambetta e Rue Saint Estève. Due anni dopo danno alla luce una figlia, Yvonne ([[1898]]-[[1934]]). Nel [[1906]] la famiglia si trasferisce da Rue [[Léon Gambetta]] a Rue Saint Estève. Il 18 settembre [[1924]] all'età di 86 anni muore la madre di Jeanne, Marguerite Gilles.
Le prime presenze attestabili fanno riferimento ai Bizantini (VI- IX secolo d.C.), i quali fondarono il Monastero di San Nicolò del Fico, dell'Ordine di San Basilio, e un presidio militare sul luogo dell'attuale centro abitato. Nel [[1091]] vi passa il Conte Ruggero d'Altavilla, che rafforza il presidio ed elargisce fondi per l'ampliamento del Monastero basiliano, vessato da due secoli di dominazione araba.
Nel [[1271]] il centro compare in un atto col nome di ''Raccudia''.
Nel [[1296]], dopo due secoli di dominio Regio, diventa [[feudo]] degli Orioles.
Nel [[1507]] la baronia passa prima ai Valdina, poi ai La Rocca, che la reggono sino al [[1552]].
Dal 1552 il feudo, innalzato a contea, è possedimento della famiglia Branciforti, importantissimo casato aristocratico che governa Raccuja sino al [[1812]], anno della caduta degli stati feudali in Sicilia.
I Branciforti incrementarono la produzione della [[seta]], tessuto pregiato che venne esportato in tutta l'isola, e sotto il loro dominio fiorirono le arti figurative, artistiche e culturali: i monasteri si arricchirono di ogni bene, il paese fu dotato di nuove strade e imponenti palazzi. L'egemonia della contea raggiunse l'apice quando, a metà del XVII, il conte di Raccuja fondò il paese di Bagheria, appellandolo col nome di "Raccuja Nuova", come riferisce l'Amico: in quell'occasione molte genti del borgo si trasferirono nella novella città, diffondendo nel palermitano il cognome "Raccuia".
In periodo [[risorgimento|risorgimentale]] in paese si formò un importante ceto di aristocratici e proprietari terrieri che comprarono le terre dei Branciforti e, dopo il [[1866]] (anno della chiusura dei conventi e dell'incameramento dei loro beni da parte del nuovo stato italiano), si spartirono gli immensi possedimenti ecclesiastici.
 
Nel [[1926]] la figlia Yvonne sposa Joseph Billot (nato il 5 marzo [[1891]]), cavaliere della [[Legion d'onore|Legion d'Onore]] e capitano dell'[[Armée de terre|Esercito francese]]. Il 23 dicembre dello stesso anno nasce il loro figlio Frédéric Billot. Jeanne in questo periodo vive nuovamente in Rue Gambetta. L'8 gennaio [[1931]], all'età di 93 anni, muore il padre di Jeanne, Nicolas, mentre il 19 gennaio [[1934]] muore per [[polmonite]] sua figlia Yvonne, a soli 36 anni, lasciando a Jeanne il compito di crescere il nipotino. Il 2 ottobre [[1942]], poi, muore a 73 anni Fernand Nicolas Calment, il marito di Jeanne. Il 3 marzo [[1950]] suo nipote Frédéric Billot sposa Renée Yvonne Taque, nata a [[La Londe-les-Maures]] nel [[Varo (dipartimento)|Var]] il 20 gennaio [[1926]]. Il 1º dicembre [[1962]] muore il fratello di Jeanne, François Calment all'"Hospice de Chiavary" di [[Arles]], all'età di 97 anni, e il 13 agosto [[1963]] a 36 anni muore in un incidente di moto suo nipote Frédéric Billot.
== Ambiente ==
 
Nel [[1965]], all'età di 90 anni, priva di eredi, Jeanne Calment stipulò un contratto, comune in [[Francia]], di vendita del suo [[appartamento]] [[condominio|condominiale]] ''en viager'' (o ipoteca inversa, simile alla [[nuda proprietà]] applicabile in Italia) all'avvocato quarantasettenne André-François Raffray. Raffray accettò di pagare una somma mensile sino alla morte della donna: all'epoca Jeanne aveva novant'anni e il valore dell'appartamento equivaleva a dieci anni di pagamento. Nonostante ciò, l'affare non si è rivelato vantaggioso per Raffray. La Calment è sopravvissuta infatti per più di trent'anni, mentre l'uomo fu stroncato da un [[Carcinoma del colon-retto|cancro al colon]] nel dicembre [[1994]], settantasettenne, e trasmise l'obbligazione alla propria vedova. Sempre nel [[1965]] Jeanne ritornò a vivere in Rue Saint Estève con la vedova di suo nipote, Renée Billot. Dopo aver vissuto nella sua abitazione fino all'età di 110 anni, nel [[1985]] la Calment si trasferì in una casa di riposo.
L'abitato si erge alle pendici di monte Castegnerazza, immerso in un agro coltivato in prevalenza a noccioleto e oliveto, ma che ad altitudini maggiori cangia in boschi di conifere e impervie balze rocciose. Il comune abbraccia, infatti, un variegato territorio, che dalla bassa collina (c.a. 450 m s.l.m.), sale sino ai rilievi [[Nebrodi|nebroidei]], per toccare quota 1395 m nella Serra di Baratta.
Alla vista di chi perviene dagli alti monti, il paese sembra quasi "pendere" verso la [[fiumara]], adagiato com'è secondo un asse longitudinale monte-fiume: per questo ha i connotati di un vero e proprio borgo, che dal castello normanno scende sino ai quartieri nobili e all'imponente chiesa madre.
 
Jeanne Calment salì alla ribalta delle cronache internazionali nel [[1988]], quando il centenario della venuta di [[Vincent van Gogh|Van Gogh]] nella sua città natale, [[Arles]], attrasse i media sul posto e le offrì l'occasione di parlare con i giornalisti. Jeanne rivelò di aver incontrato in gioventù il pittore, che le aveva chiesto del denaro per dipingere alcuni dei suoi quadri più celebri. Nonostante fosse un uomo "brutto, trasandato e consumato dall'alcol",<ref>{{YouTube|cB_yIlnaryg|Intervista a Jeanne Calment, 1994}}</ref> come lo definì la Calment stessa, ella gli diede dei soldi. Aveva inoltre presenziato al funerale di [[Victor Hugo]] nel [[1885]]. Questi fatti destarono curiosità e la ripercussione non si fece attendere: subito dopo il [[Guinness dei primati]] se ne interessò, attribuendole il record di persona vivente più longeva del mondo. Durante la sua vita Calment incontrò anche il poeta e [[premio Nobel]] [[Frédéric Mistral]], e andò a vedere uno spettacolo di [[Joséphine Baker]].
== Il borgo ==
L'assetto urbano si presenta articolato in strette viuzze, per quanto concerne i quartieri alti e bassi dell'abitato, in quanto di origine medievale, oltre che popolari. La porzione centrale, invece, oltre a costituire un ibrido architettonico, punteggiata com'è da chiese medievali, resti di torrioni normanni, insieme a sontuose dimore cinquecentesche e palazzi in stile neo-rinascimentale (XIX secolo), è attraversato da ampie seppur tortuose vie, e si apre spesso in piazze e slarghi, spesso in corrispondenza di chiese o sull'area degli antichi giardini nobiliari, ormai sostituiti da lastricati e piazze pubbliche.
Da notare la spendida piazza XXV Aprile (a chiazza), circondata da imponenti palazzi del Seicento, che si fregia di una raffinata scalinata settecentesca, interamente in [[arenaria (roccia)|arenaria]]; inoltre, tra l'antico circolo dei nobili e la zona moderna della cittadina, si apre l'imponente slargo dell'antico piano di Sant'Antonio, odierna piazza del popolo (in dialetto Chianu Cafè), ritrovo della popolazione e luogo adibito a spettacoli e manifestazioni all'aperto.
 
Il 21 giugno [[1986]], con la morte di Eugénie Roux, divenne la persona vivente più longeva di Francia. Nel marzo [[1987]], all'età di 112 anni, partecipò a un servizio a lei dedicato su [[TF1]]. Il 17 settembre [[1989]] a 114 anni e 208 giorni diventò la [[Lista delle 100 persone più longeve accertate|persona più longeva di tutti i tempi]] di cui si hanno notizie certe, escludendo quindi i casi controversi come quello di Anna Eliza Williams. Il 13 dicembre [[1990]] uscì nei cinema [[Canada|canadesi]] il film ''[[Vincent et moi]]'', dedicato a [[Vincent van Gogh]]: Jeanne partecipò al film nel ruolo di sé stessa diventando, coi suoi 114 anni, la più anziana attrice di tutti i tempi<ref>{{YouTube|_ADIZoNQP78|Apparizione di Jeanne Calment nel film, 1989}}</ref>. Nel [[1995]] uscì un [[documentario]] in [[lingua francese|francese]] sulla sua vita, intitolato ''Oltre i 120 anni con Jeanne Calment''. Nel [[1996]] la casa di riposo dove viveva lanciò un [[CD]], ''Maîtresse du temps'' (''La signora del tempo''), con la voce di Jeanne che ricordava la propria vita, mista a tracce di [[rap]] e d'altro genere che uscì a febbraio.
==Chiesa Madre==
Grande edificio cinquecentesco a pianta basilicale, ha una facciata interamente scolpita in conci di pietra arenaria e scandita da lesene binate sormontate da capitelli corinzi. l'interno, ampio e diviso in tre navate da imponenti colonne corinzie, sormontate dal cosiddetto "dado brunelleschiano", conserva tre statue marmoree di fattura cinquecentesca, due monumenti sepolcrali del Seicento e una preziosa pala lignea, raffigurante la Madonna del Rosario.
 
Morì il 4 agosto [[1997]] alla casa di riposo La Maison du Lac all'età di 122 anni e 164 giorni, diventando l'[[Primati di longevità umana#Massima longevità umana|essere umano più longevo]] di cui si abbia avuto notizia certa; venne sepolta nella tomba di famiglia nel Cimetière de Trinquetaille, che si trova nell'omonimo quartiere di Arles<ref>[https://www.findagrave.com/memorial/1864/jeanne-louise-calment Cenni biografici]</ref>. Dopo la sua morte, le succedettero nel primato mondiale di persona più anziana in vita la [[Canada|canadese]] [[Marie-Louise Febronie Meilleur]] e in quello nazionale Anne Primout, di origine [[Algeria|algerina]].
==Chiesa del Carmine==
L'esterno è semplice e lineare. La facciata è abbellita da un austero portale in pietra arenaria, con sovrastante stemma dell'Ordine del Carmelo. All'interno, ad una navata, vi sono altari in marmo policromo del 1500 e due preziose statue lignee del Settecento: una Madonna nera del Tindari e il simulacro ligneo della Madonna del Carmelo, ricoperto di lamine d'oro.
 
==Castello=Ipotesi Brancifortidi frode===
[[File:JeanneCalmentaged22.jpg|thumb|Yvonne Calment. Per anni questa foto venne erroneamente identificata come Jeanne intorno ai 22 anni.<ref>https://medium.com/@yurideigin/jaccuse-why-122-year-longevity-record-may-be-fake-af87fc0c3133</ref>]]
Nel 2018 il gerontologo russo Valery Novoselov ha ipotizzato che la Calment sia morta nel 1934 a 59 anni di età, e che sua figlia Yvonne (che allora aveva 36 anni) abbia usurpato la sua identità per evitare una tassa di successione. Questa ipotesi suggerirebbe che la Calment che morì nel 1997 fosse in realtà Yvonne (e non Jeanne) e avesse dunque soltanto 99 anni.<ref>https://www.leafscience.org/valery-novoselov-investigating-jeanne-calments-longevity-record/</ref>
 
== Primati ==
Il '''castello Branciforti''' si presenta agli occhi del visitatore come una splendida casa forte affiancata da due torri cilindriche (delle quali una crollata), disposto su due piani e svettante nella parte alta del paese, dove, tra le tante case medievali, è l’unica struttura e emergere dall’assetto urbano.
[[File:JeanneCalmentaged40.jpg|thumb|Jeanne Calment intorno ai 40 anni negli anni '20]]
Su antiche strutture romane, bizantine e arabe, difficilmente individuabili nell’impianto architettonico attuale, si istallò ad opera del '''Conte Ruggero d’Altavilla''' una possente costruzione di difesa, che aveva il compito, con i castelli di Naso e Ficarra e gli insediamenti di Ucria, Martini e Sinagra, di controllare la valle del Mastropotamo e costituire un solido avamposto armato che si addentrava nelle inaccessibili plaghe boschive dei Mondi Nebrodi.
;[[Lista delle 100 persone più longeve accertate#Lista|Persona più longeva di tutti i tempi]]
La '''costruzione normanna''' inglobò in sè le edificazioni preesistenti, quali il piano terra della torre supersite e le mura dove più tardi si istallò la scala nobile, e si compone delle seguenti parti:
Se si escludono i controversi casi di [[Izumi Shigechiyo|Shigechiyo Izumi]] e Carrie C. White, Jeanne è stata la seconda persona al mondo (dopo Augusta Holtz) a raggiungere documentatamente i 115 anni, e di conseguenza anche tutte le età maggiori fino ai 122 anni. È inoltre l'unica ad aver superato incontestabilmente la soglia dei 120 anni.
 
Quando raggiunse i 120 anni e 237 giorni divenne, inconfutabilmente, la persona più longeva di tutti i tempi. A tale età eguagliò infatti il precedente primatista, [[Izumi Shigechiyo|Shigechiyo Izumi]], lasciandosi poi alle spalle il supercentenario [[giappone]]se. Sul record di Izumi aleggiano peraltro numerosi dubbi, e di fatto potrebbero averlo detenuto, all'epoca, altre due persone. La Calment l'avrebbe quindi conseguito, alternativamente,
1) un corpo centrale, di forma parallelepipeda, a due elevazioni;
* o il 16 ottobre [[1995]], a 120 anni e 237 giorni (controversa età di Shigechiyo Izumi),
* o il 20 maggio [[1991]], a 116 anni e 88 giorni (controversa età di Carrie C. White),
* o addirittura il 17 settembre [[1989]], a 114 anni e 208 giorni (età di Anna Eliza Williams).
Ma l'accurata documentazione della sua età non lascia spazio a dubbi sull'attuale detentrice del primato.
 
;[[Primati di longevità umana|Decana dell'umanità]]
2) il piano terra della torre supersite, che forse in periodo arabo fungeva da terme o da sala riunioni;
Il primato di decana dell'umanità le fu riconosciuto dal [[Guinness dei primati]] nel [[1988]].<ref>prima comparsa nel libro del Guinness del 1989, nuova citazione alla fine</ref> Tuttavia, in seguito, lo perse in favore di Carrie C. White, che si asseriva nata nel [[1874]], mentre verosimilmente era di quattordici anni più giovane. Ricerche successive, svolte sulla base dei censimenti, rivelarono che il Guinness, con ogni probabilità, aveva ragione la prima volta. Alternativamente, quindi, Jeanne Calment sarebbe diventata la persona più anziana del mondo
* o alla morte di Carrie C. White, il 14 febbraio [[1991]], a 115 anni e 358 giorni,
* o direttamente alla morte di Florence Knapp, l'11 gennaio [[1988]], a 112 anni e 324 giorni.
Il Guinness le rese ufficialmente il titolo alla morte della White.
 
;Altro
3) una piccola corte retrostante, nella zona dell’attuale pozzo, già presente in quell’epoca e forse di fattura romana (II-I secolo a.C.).
I primati collezionati dalla Calment possono essere naturalmente estesi alla [[Francia]], al continente [[Europa|europeo]] e all'ambito dei soli individui di [[donna|sesso femminile]]. È stata, inoltre, l'ultima sopravvissuta fra le persone nate, certificatamente, negli [[anni 1870|anni Settanta]] dell'[[XIX secolo|Ottocento]].
 
== La genealogia della famiglia di Jeanne Calment ==
Successivamente ai Normanni furono '''gli Svevi''' ad ampliare la struttura, prolungando l’ala parallelepipeda e, probabilmente, sopraelevando la torre cilindrica tuttora esistente, in quanto la originaria costruzione a tholos (per come si evince dalla copertura a cupola aggettante che ancor si nota nel piano terra della torre) fu rialzata e innalzata di un piano, per come appare al giorno d’oggi.
 
{{Albero genealogico/inizio}}
Ancora con gli Svevi (XIII secolo), la struttura si presentava come un saldo fortilizio, nel quale era stanziato il governo della cittadina, che dipendeva direttamente dal re in quanto imperava, a quel tempo in Raccuja, il dominio regio.
{{Albero genealogico | | | | | |MAM|~|y|~|BAB| | | | | |MAMMAR|~|y|~|BABMAR| | | | | |MAM=Marguerite Gilles<br />(1838-1924)|BAB=Nicolas Calment<br />(1838-1931)|MAMMAR=Marie Félix<br />(1847-1931)|BABMAR=Jacques Calment<br />(1840-?)}}
{{Albero genealogico | | | | | |,|-|-|-|+|-|-|-|v|-|-|-|.| | | | | |!| | | | | }}
{{Albero genealogico | | | | |FRA| |SOR| |FRA2| |JEANNE|~|y|~|MAR| | | | | | | |FRA=Antoine Calment<br />(1862-1866)|SOR=Marie Calment<br />(1863-1865)|FRA2=François Calment<br />(1865-1962)|JEANNE='''Jeanne Louise Calment'''<br />'''(1875-1997)'''|MAR=Fernand Nicolas Calment<br />(1868-1942)| | | }}
{{Albero genealogico | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | |!| | | | | | | | }}
{{Albero genealogico | | | | | | | | | | | | | | | | | | | |FIG|~|y|~|MARFIG| | | |MARFIG=Joseph Charles Frédéric Billot<br />(1891-1963)|FIG=Yvonne Marie Nicolle Calment<br />(1898-1934)}}
{{Albero genealogico | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | |!| | | | | }}
{{Albero genealogico | | | | | | | | | | | | | | | | | |MOGNIP|~|~|NIP| | | | |MOGNIP=Renée Yvonne Taque<br />(1926-?)|NIP=Frédéric Jean Paul Billot<br />(1926-1963)}}
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{{Albero genealogico | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | }}
{{Albero genealogico/fine}}
 
== Note ==
È con gli '''Aragonesi''', dopo le celebri vicende del Vespro Siciliano, che la struttura, da saldo fortilizio di difesa, viene trasformata in residenza baronale, mutamento che fra l’altro, corrisponde al passaggio della cittadina dal dominio regio alle mani di Berengario Orioles, al quale fu infeudata nel 1296.
<references/>
Essi, dunque, forano le mura perimetrali con finestroni squadrati e solenni, per dar luce alla stanze del piano superiore che avrebbero dovuto ospitare la famiglia baronale, rendono queste ultime più eleganti, con alti soffitti, raffinatissimi quando sobri camini in arenaria e, dunque, trasformano il semplice primo piano in piano nobile (ciò avvenne nel XIV secolo) .
Il piano terra restò, però, inalterato, in quanto era destinato ancora alle milizie ed al rifornimento delle stesse, diviso com’era in diversi stanzoni, che non avevano ingressi sulla facciata, bensì erano collegati gli uni gli altri dall’interno: l’esterno della struttura, restava così imprendibile e inespugnabile, con solo un accesso dal lato superiore ( e nascosto) del castello.
 
== Bibliografia ==
Per tutto il secolo XV poche o nulle furono le modifiche subite dalla struttura, tanto al piano terra quanto al piano nobile, se si eccettua l’inserimento, ad un piano intermedio trai due, in una stanza dall’ingresso sul lato destro di chi guarda la facciata, di una cappella sobria e raccolta, che serviva per le preghiere private della famiglia nobile: l’inserimento di questa stanza ad un intermedio livello di costruzione e un espediente ingegneristico quanto artistico che dimostra la grande raffinatezza degli “ingegneri della fortezza” di quel periodo.
* Michel Allard. ''Jeanne Calment: from Van Gogh's time to ours, 122 extraordinary years''. (in inglese) New York, WH Freeman, 1998. ISBN 0-7167-3251-3.
* Jean-Marie Robine e Michel Allard. ''Jeanne Calment: Validation of the Duration of Her Life'', in Bernard Jeune e James W. Vaupel. ''Validation of Exceptional Longevity''. (in inglese) Odense University Press, 1999. ISBN 87-7838-466-4.
 
== Voci correlate ==
Ma gli interventi dei quali oggi rimane traccia più vistosa sono quelli brancifortei del XVI-XVII secolo e quelli del XIX secolo che videro mutata la residenza in carcere giudiziario.
* [[Guinness dei primati]]
* [[Lista delle 100 persone più longeve accertate]]
* [[Senilità]]
* [[Annibal Camoux]]
 
== Altri progetti ==
Dal 1552 conti di Raccuja furono '''i Branciforti''', i quali costruirono a valle la loro mirabile dimora per tutto l’arco dei secoli XVII e XVIII, ma che modificarono e adattarono al loro prestigio la struttura castellana che conservava ancora un aspetto vetusto e medievale:
{{Interprogetto|commons=Category:Jeanne Calment|etichetta=Jeanne Calment}}
 
== Collegamenti esterni ==
1) abbellirono la '''cappella''' del XV secolo, risistemandola e mantenendola però sobria e raccolta;
* {{cita web|http://www.grg.org/JCalmentGallery.htm|Galleria fotografica della Calment a varie età}}
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.demogr.mpg.de/books/odense/6/09.htm|Jeanne Calment: Validation of the Duration of Her Life|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.astro.com/astro-databank/Calment,_Jeanne|Breve biografia di Jeanne Calment|lingua=en}}
* {{cita web|url=http://www.youtube.com/watch?v=avXAB9dNI2E&NR=1|titolo=Breve servizio del marzo 1987 su Jeanne Calment|lingua=fr}}
* {{cita web|url=http://www.youtube.com/watch?v=cB_yIlnaryg|titolo=Intervista del 1994 a Jeanne Calment|lingua=fr}}
* {{cita web|url=http://www.youtube.com/watch?v=_ADIZoNQP78&feature=related|titolo=Apparizione di Jeanne Calment in Vincent and me|lingua=en}}
 
{{Box successione
2) realizzarono o ripresero la '''grande sala di rappresentanza''' al piano nobile, che forse fu edificata già dai vecchi baroni, ma che fu ingentilita e resa “colossale” per dare l’idea della propria ricchezza e del proprio prestigio: realizzarono una vasta sala dotata di quattro finestroni, amplissima e sviluppata in senso orizzontale per chi la ammira dall’ingresso; la ricoprirono con un mirabile soffitto a lunette sorretto da peducci in arenaria scolpiti a motivi floreali; istallarono al suo interno due grandi camini che riscaldavano l’ambiente in maniera mirabile.
|tipologia =
 
|carica = Decana di Francia
3) Sbarrarono il vecchio ingresso baronale, istallato su un antichissimo arco a tutto sesto di fattura romano-classica e aprirono una elegantissima entrata al centro della grande sala di rappresentanza, trai due grandi camini: il portone si compone di due grandi piedritti finemente lavorati, di un architrave fregiato a motivi floreali e geometrici e di un grande stemma marmoreo inserito in una ampia scultura quadrangolare a bassorilievo in arenaria: lo stemma romboidale dei Branciforti è fiancheggiato da due lesene corinzie che sorreggono una elegante mensola fregiata di fiori e festoni; sotto lo stemma, a separarlo dall’architrave, sta una elegante quanto semplice trabeazione.
|periodo = 20 giugno [[1986]] – 4 agosto [[1997]]
 
|precedente = Eugénie Roux
4) Edificarono la grande '''area di corte''', ampliando quella già esistente nell’area del pozzo, e realizzarono l’ingresso al grande cortile, del quale oggi restano pochi ruderi.
|successivo = Marie-Hélène Chanteperdrix
 
 
L’ultimo, grande intervento, risale alla metà del '''XIX secolo''', quando la struttura, passata allo stato dopo la caduta degli stati feudali e poi all’Italia con l’unità del 1860, venne trasformata in carcere e alterata in molte sue parti:
 
1) Vennero aperti diversi e sgradevoli ingressi al piano terra, sullo slargo antistante, per rendere il carcere meglio fruibile e rompere dell’isolamento quelle stanze al pian terreno che erano aperte solo verso l’interno per essere meglio difendibili e più al riparo: solo una porta, infatti, dava sul piano antistante ed è la più vicina alla torre, nel mirino della micidiale pietra da balestriere, che falciava chiunque si fosse avvicinato ivi.
 
2) Le due torri vennero trasformate in alloggi per i carcerati ed alterate in alcune sue strutture interne.
 
3) Il piano superiore, invece, non subì grandi modifiche, se si eccettua la spregiudicata divisione della grande sala di rappresentanza, che venne separata in due stanzoni da una parete, per ricavarne due locali distinti e utilizzabili in diverso modo.
 
Dagli anni ’60 del Novecento la struttura cadde, però, in un pessimo stato di abbandono, che la vide spoglia di molti fregi architettonici, privata della torre destra che rovinò insieme alla parte destra del maniero (con parte di quel che restava della sala di rappresentanza, della quale scomparve la volta) e vessata dalle ingiurie del tempo e degli uomini; se si pensa che sembrò meglio abbatterla per creare al suo posto strutture comunali si deduce lo stato di vessazione e abbandono che per lungo tempo interessò l’edificio.
L’obliato fasto dei secoli passati tornò, però, alla mente dei raccujesi quando, negli anni Novanta, un restauro a cura della Soprintendenza alle Belle Arti della Sicilia Orientale ne rimise in sesto le precarissime strutture: molti errori sono stati commessi durante i lavori di ripristino, alcuni ammessi, come il mantenimento della parete che separò la sala di rappresentanza nel XIX secolo, altri imperdonabili, come l’occultamento della cappella quattro-cinquecentesca della stanza mediana o gli intonaci che hanno occultato le pareti in pietra ad opus incertum, che testimoniavano le varie fasi di costruzione del maniero.
Il '''restauro''', che ha poi interessato nei primi anni 2000 l’area di corte, gli arredi interni e l’attigua chiesa del convento del Carmine, ha però avuto il grande merito di riprendere nelle sue parti essenziali il complesso monumentale e di ridare luce ad un bene storico di così grande valore per la storia di Raccuja, che stava irrimediabilmente tramontando dalle menti dei raccujesi, prima che dalla natura dei luoghi.
 
==Monastero di San Nicolò del Fico==
È il più antico edificio della cittadina, risalente al periodo bizantino e ricostruito in epoca normanna grazie ad una munificenza del Conte Ruggero d'Altavilla. La chiesa, ad una navata, è all'interno impreziosita da un arco trionfale in arenaria abbellito con motivi floreali, e conserva una preziosissima tela raffigurante il martirio e l'apoteosi di San Basilio Magno, da qualcuno attribuito a Giuseppe Tomasi ma, probabilmente, di ignoto.
 
==Chiesa di San Pietro==
Ha un'origine medievale ed è stata costruita attorno l'antica torre araba, che funge ora da campanile. L'interno, diviso in due navate da un pregiato colonnato, conserva un prezioso altare ligneo del XVII secolo.
 
 
 
 
'''== Le Tholos e la Trazzera Regia ==
 
Nelle propaggini occidentali dei monti Nebrodi, in particolare nell'area dei comuni di [[Floresta]], [[Ucria]] e, soprattutto, Raccuja, sono presenti un insieme di strutture architettoniche rurali di modeste dimensioni ed estremamente semplici: le cosiddette [[Thòlos]] (''"Pagliari"'' in dialetto locale). Sono strutture circolari in blocchi di [[pietra arenaria]] fissati a secco, senza cioè l'uso di malta, che si elevano da terra per circa 2 metri e che terminano con una mirabile copertura a pseudo-cupola, con blocchi aggettanti, che si reggono e sostengono a vicenda. All'interno vi è un unico vano, circolare anch'esso, al quale si accede da un accesso ricavato nella struttura perimetrale, sovrastato da un [[architrave]] e, negli edifici più recenti, fiancheggiato da [[stipiti]].
 
Le origini di tali strutture sono incerte: alcuni asseriscono che siano di derivazione micenea e che risalgano ai primi anni della colonizzazione greca in Sicilia (VIII-VII secolo a.C.). In tal caso le tholos avrebbero dovuto fungere da [[necropoli]] funeraria (come le più famose strutture micenee del [[Peloponneso]], luogo di sepoltura dei re e della classe nobiliare). Di sicuro c'è solo che tali edifici, a partire dal secolo XVII-XVIII divennero rifugio per i pastori dei luoghi, pertanto furono restaurati e ricostruiti per sopperire a funzioni di ricovero, anche del bestiame.
 
 
Esse sono disseminate in tutto l'agro raccujese, e insieme agli antichi sentieri rurali caratterizzano il paesaggio montano.
Tra le varie trazzere, da segnalare è l'importante ed antichissima '''Trazzera Regia''', la Capo Calavà-[[Randazzo]], della quale rimane il tracciato che va da [[Fondachello]] a monte Cucuzza (antico Monte La Fico, dal nome del monastero di San Nicolò, sito ai suoi piedi): essa si inerpica poi verso la dorsale dei monti Nebrodi, toccando le caratteristiche rocce della Pedata Mula e gli ameni boschi della Nocera e della Grilla.
 
== Tradizioni e festività civili e religiose ==
 
Le diverse dominazioni che si sono avvicendate nei secoli hanno lasciato nella cultura e nella tradizione dei luoghi segni indelebili, di arte e [[folklore]]. Le feste religiose sono il centro delle manifestazioni annuali, ma sono attorniate e assistite da eventi ludici dal carattere culturale o ricreativo.
 
La festa patronale, che si svolge il [[21 settembre]] di ogni anno, vede la devozione alla '''Madonna Annunziata''' manifestarsi ormai da tanti secoli: una settina di preparazione si alterna ora in momenti di mera e devota preghiera, ora, invece, in canti mariani locali.
Il 18 settembre il pesante simulacro marmoreo della Madonna Annunziata viene prelevato dall'altare e posto sul suo carro trionfale attraverso una macchina lignea, che permette la discesa stabile e sicura della statua.
Ma è il giorno 21 che si concentrano le celebrazioni e gli eventi maggiori: il pontificale delle ore 11 raduna l'intera comunità in chiesa madre, mentre nel pomeriggio si svolge la silenziosa processione, che si snoda per le vie del paese e che vede il simulacro ricoperto del manto d'oro benedire la popolazione. Alle ritualità religiose fanno, però, da contorno anche manifestazioni laiche, che si svolgono la sera in piazza del Popolo.
 
Altre feste religiose da segnalare sono quella dei SS. Cosma e Damiano, la terza domenica di ottobre, in cui è la "Fiera" al centro delle manifestazioni laiche, la processione dell'[[Immacolata concezione]] e la caratteristica processione della '''Madonna Odigitria'''.
E' quest'ultima un'antichissima usanza, di derivazione bizantina ma con riferimenti al culto del dio [[Bacco]], di ascendenza greco-sicula: il martedì dopo Pasqua il simulcro della Madonna "Guida del Cammino" viene condotto presso un'altura vicino al borgo, il Colle dell'Itria appunto, nel quale una comunità di religiosi abitava sino al XIX secolo, e vi si trovava una chiesetta di origini bizantine. Dopo la benedizione dei campi, viene consumato un pasto a base di prodotti tipici del tempo pasquale, le cosiddette "collure", diffuse in tutta la Sicilia, e le "nuvolette", dolci a base di uova e zucchero, tipica ricetta del paese.
 
Alle feste religiose fanno da contorno le feste laiche e civili: il I maggio, festa del Lavoratore, nella quale in passato la massa operaia sfilava numerosa per le vie del paese seguendo il percorso inverso a quello delle processioni religiose, e '''l'Estate Raccujese''', che si svolge nei mesi di luglio, agosto e settembre, con rassegne teatrali, raduni bandistici, sagre tipiche (famosa è quella dei Maccheroni, il 13 agosto) e convegni culturali.
 
 
==Prodotti tipici==
Alle feste religiose, alla produzione agricola delle stagioni, a varie usanze intime e familiari è legata la peculiare produzione culinaria dei luoghi, celebre per la genuinità e la qualità dei suoi prodotti.
Dalle coltivazioni delle campagne derivano prodotti naturali quali '''nocciole''', la cui raccolta è in settembre, '''uva''', specialmente la qualità "fragola", che serve per la produzione di vino locale, '''olive''', dalle quali stilla pregiato olio extravergine, '''grano''', coltivato sugli altopiani più elevati, '''funghi''', raccolti negli ampi boschi, sui monti più elevati, oltre ai prodotti agricoli, sia fruttiferi che ortolani, i quali adornano tutto l'anno le tavole della gente paesana.
 
E' tipica, invece, delle festività pasquali, sia la produzione delle "collure", tipica invero di quasi tutti i paesi di Sicilia, sia delle caratteristiche '''nuvolette''', dolci a base d'uovo e farina, dal tipico colore bianco della pasta, che gli ha guadagnano l'appellativo di "nuvola", appunto, insieme alle succulente '''spume''' (meringhe), preparate nello stesso periodo.
Altri dolci, più comuni, sono a base di nocciole, mandorle, castagne e dei vari prodotti reperibili in loco.
 
In inverno diffusa è la produzione di salame, derivante dalla carne di maiale, di pancetta, prosciutti e insaccati vari, di produzione familiare.
 
Tipica tutto l'anno è, invece, la preparazione dei "famosi" '''maccheroni''', pasta all'uovo dalla forma filiforme, condita con il caratteristico sugo di maiale (sutta e supra), che ha, però, la sua acme durante le festività carnevalizie e la festa patronale, nel mese di settembre. Questa pasta è anche celebrata da una importante sagra estiva, che annualmente si tiene nel mese di agosto nel centro cittadino.
 
== Personaggi importanti ==
 
* '''Rinaldo Bonanno'''([[1545]] - 1590) - Scultore e architetto raccujese, nacque nel 1545 e morì a Messina nel 1590. Apprezzato artista, fu autore di numerose statue lignee e marmoree, che si ritrovano maggiormente nelle chiese di Sicilia e Calabria meridionale: fu grande rappresentante del gusto rinascimentale, ancora legato all'impostazione tardo gotica, che si esprime nei ricchi panneggi delle figure; riesce a plasmare, però, anche delle figure corpulente, che risentono, nella muscolatura, dei moderni studi di anatomia condotti nel periodo: è il caso del mirabile San Sebastiano, ospitato nella chiesa madre di Raccuja, che esprime nella sua tensione muscolare il dolore e gli spasmi provocati dal martirio;il volto è però come estasiato, partecipe del dolore del corpo ma volto essenzialmente allo spirito, con tutta la fede nel Creatore e la consapevolezza della Salvezza. E', inoltre, un eclettico architetto, autore, tra l'altro, della facciata della chiesa Madre di Alì Superiore (1584), alla cui impostazione scenografica si rifà anche la chiesa Madre di Raccuja.
 
* '''Nicolò Serpetro''', XVII secolo - Filosofo della natura, nacque nel 1606 e morì a Rocca Florida nel 1664, forse avvelenato. Le cause del presunto assassinio vanno ricercate nella volgare invidia che alcuni intellettuali del tempo nutrivano per Serpetro, in quanto fu nominato "la Fenice degli ingegni": era, infatti, in grado di ricordare parola per parola le opere classiche dei più grandi scrittori latini e italiani; riusciva a dettare quattro lettere diverse ad altrettanti amanuenzi contemporaneamente, senza perdere il filo logico degli argomenti dettati. Ma il filosofo divenne famoso nel mondo della cultura con l'opera "Il Mercato delle Maraviglie", in cui espone numerosissimi segreti della Natura, verso la quale lo sospingeva un afflato di passione, in un coinvolgimento dal sapore dionisiaco. A causa di quest'opera il Serpetro fu accusato di eresia e pratiche di magia occulta dal Tribunale della Santa Inquisizione di Palermo, dal quale fu condannato al carcere. Scrisse, inoltre, altri lavori, tra i quali figurano le "Osservazioni Politiche e Morali sulla vita di Marco Bruto", traduzione di un'omonima opera spagnola. Come agli afferma nel suo "Mercato", fu discepolo del grande Tommaso Campanella: pertanto si può a buon diritto inserire in quella parentesi Naturalistica che, da Telesio a Campanella, passando per il famoso Giordano Bruno, coinvolse gli intellettuali del Meridione d'Italia nell'ultima fase della filosofia Rinascimentale.
 
== Amministrazione comunale ==
 
<!--NON inserire ritorni a capo e NON modificare il numero delle righe-->
{{ComuniAmministrazione|NomeSindaco= Damiano Cono Salpietro <!--scrivere qui il NOME DEL SINDACO, inserire prima il nome e poi il cognome SENZA titoli-->
|DataElezione= 16/05/2005 <!--DATA DI ELEZIONE, usare il formato GG/MM/AAAA-->
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}}
{{Box successione
|tipologia =
|carica = [[Decana dell'umanità]]
|periodo = 11 gennaio [[1988]] o 14 febbraio [[1991]] – 4 agosto [[1997]]
|precedente = Florence Knapp<br />Carrie C. White (caso controverso)
|successivo = Marie-Louise Meilleur
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{{Box successione
|tipologia =
|carica = [[Primati di longevità umana#Massima longevità umana|Persona più longeva di tutti i tempi]]
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{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|medicina}}
 
[[Categoria:Centenari francesi]]
== Evoluzione demografica ==
[[Categoria:Primati di longevità umana]]
{{Demografia/Raccuja}}
 
== Bibliografia ==
* Amico V., ''Lexicon Topographicum Siculum'', 1859
* Argeri G., ''Brevissima sintesi della storia di Raccuja'', Cassa Rurale ed Artigiana, 1981
* Astone N., ''Raccuja, documenti e immagini'', 1983
* Celona G., ''Storia dei Nebrodi'' 1986
* Dollo C., ''Modelli scientifici e filosofici nella Sicilia Spagnola''
* De Maria G., ''Le origini del Valdemone nella Sicilia bizantina'', 2006
* Fasolo M., ''Alla ricerca di Focerò'', 2008
* Fazello T., ''Storia di Sicilia'', riveduta e corretta da Remigio Fiorentino, 1830
* Pitrè G., ''Feste Patronali in Sicilia''1900
* Pirri R., ''Sicilia Sacra'', 1644
* Spadaro M., ''I Nebrodi nel mito e nella storia'', 1992
 
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