Capua (città antica) e Boezio di Dacia: differenze tra le pagine

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{{S|filosofi danesi}}
{{Sito archeologico
{{Bio
|Nome = Capua (antica)
|Nome = Boezio di Dacia
|Immagine = Capua Antica Amphitheatre.jpg
|Cognome =
|LarghezzaImmagine =
|PreData = [[Lingua latina|lat.]]: ''Boëthius de Dacia''
|Didascalia = L'antico [[Anfiteatro Capuano|anfiteatro capuano]]
|Sesso = M
|Civiltà = [[Etruschi|etrusca]] e [[civiltà romana|romana]]
|LuogoNascita = Danimarca
|Utilizzo =
|LuogoNascitaAlt = o [[Svezia]]<ref>La maggioranza degli studiosi propende nel ritenere che Boezio fosse danese, ciononostante restano dei dubbi poiché il termine latino ''Dacia'', benché primariamente utilizzato nel [[medioevo]] per indicare la [[Danimarca]], era sovente esteso ad altre regioni scandinave, come la [[Svezia]].</ref>
|Stile =
|GiornoMeseNascita =
|Epoca = [[IX secolo a.C.]]-[[IX secolo]]
|AnnoNascita = [[1240]]/[[1245]] circa
<!-- Localizzazione -->
|LuogoMorte = Danimarca
|Stato = ITA
|LuogoMorteAlt = [?]
|Suddivisione1 = {{IT-CAM}}
|GiornoMeseMorte =
|Suddivisione2 = {{IT-CE}}
|AnnoMorte = [[1285]]/[[1290]] circa
|Suddivisione3 =
|AltitudineEpoca = 1200
|Attività = filosofo
<!-- Dimensioni -->
|Nazionalità = danese
|Superficie =
|PostNazionalità = , uno dei protagonisti della rinascita filosofica del [[XIII secolo]], conosciuto per far parte della scuola [[Averroè|averroista latina]]. Maestro delle arti presso l'[[università di Parigi]], le sue posizioni di stampo averroistico, vennero aspramente criticate negli ambienti ecclesiastici del tempo e alcune proposizioni tratte dai suoi scritti furono ufficialmente condannate nel [[1277]] dal vescovo di Parigi [[Étienne Tempier]] nella famosa quanto discussa lista delle ''Opiniones Damnatæ'' (che conteneva enunciati tratti da [[Aristotele]], [[Averroè]], [[Sigieri di Brabante]] e forse perfino da [[Tommaso d'Aquino|San Tommaso d'Aquino]]). Diversi studiosi moderni tendono tuttavia a ridimensionare la radicalità dell'avverroismo di Boezio, riportandolo su posizioni sostanzialmente più ortodosse<ref>A. Ghisalberti, ''Boezio di Dacia e l'averroismo latino'', in ''Actas del V Congreso Internationál de filosofía medievál'', Editoria Nacionál, Madrid, 1979, pp. 765-773.</ref>
|Altezza =
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<!-- Scavi -->
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== Pensiero ==
'''Capua '''(in [[Latino classico|latino]] ''Capŭa'', in [[Greco antico|greco]] Καπύη), oggi indicata con '''Capua antica''' o '''Capua arcaica''' per evitare ambiguità, è stata una città sorta nel [[IX secolo a.C.]] sul luogo dell'attuale [[Campania|comune campano]] di [[Santa Maria Capua Vetere]].
 
=== L'autonomia della filosofia e la presunta dottrina della doppia verità ===
La città era considerata una delle più grandi città dell'[[Italia antica]], dopo [[Roma]]. Fondata, secondo Strabone, dagli [[Etruschi]] nel primo quarto del [[V secolo a.C.]],<ref>[[Strabone]], ''Geografia'', V (''Italia''), 4.3.</ref> si trovava sulla via Appia<ref>[[Strabone]], ''Geografia'', VI (''Italia''), 3.7.</ref> ed era la più importante città della zona<ref>[[Strabone]], ''Geografia'', V (''Italia''), 4.10.</ref>.
Come il filosofo del [[XII secolo]] [[Averroè]], anche Boezio si pone la questione del rapporto tra scienza e fede, ossia tra la conoscenza razionale e la rivelazione. Per il filosofo danese, le verità della scienza sono sempre vere, in quanto indagano razionalmente sopra delle realtà immanenti, mettendo in luce primi principi, e ponendoli in relazione alle [[Legge fisica|leggi di natura]], che non possono essere in alcun modo confutate. Nello stesso tempo, anche le realtà della fede sono sempre vere, e, anzi, assumono maggiore importanza, perché rivelate all'uomo per volontà divina mediante la parola contenuta nelle [[Bibbia|Sacre Scritture]]. Ora, la questione della [[doppia verità]] si era risolta in Averroè con la supremazia della verità speculativa su quella delle Scritture, in ragion del fatto che quest'ultima, pur dicendo il [[Verità|vero]], può essere interpretata variamente, anche e soprattutto in senso [[Allegoria|allegorico]]. Il problema si complica, però, con Boezio. Per il filosofo danese è di fondamentale importanza il riconoscimento della dignità e dell'autonomia della filosofia, che, in quanto disciplina autonoma, si dà da sé delle leggi e procede coerentemente con esse. La filosofia ha delle regole ben precise, e sono proprio queste regole a renderla una scienza distinta e indipendente. Boezio eleva la verità della rivelazione al di sopra delle scienze e, nello stesso tempo, afferma la validità di queste ultime, limitatamente al proprio campo d'indagine e d'azione, che è la natura. È quindi vero che, limitandosi alle evidenze che si raccolgono attraverso lo studio della natura, non ci sono buoni motivi di credere che il mondo abbia avuto inizio. È però altrettanto vero che, accogliendo, come è doveroso, il dato di fede, questi buoni motivi sopraggiungono. Non c'è alcuna doppia verità: la filosofia ci dice che non si può dimostrare che il mondo abbia avuto inizio attenendosi alle sole evidenze scientifiche; la fede, che è posta su un gradino più alto e non giudica solo mediante le leggi della natura, ci dice invece che l'inizio del mondo c'è stato. Lo statuto epistemologico tra scienze positive e teologie si distingue dall’oggetto indagato senza entrare in conflitto, in quanto si occupano dello stesso indagandolo da punti di vista diversi e senza arrivare a uno sdoppiamento della verità, come per anni si è ritenuto.
 
==Opere==
Con una storia di oltre ventotto secoli è stata città [[Osci|osca]], [[etruschi|etrusca]], [[Sanniti|sannita]] e [[Impero romano|romana]], divenendo, nel periodo di massimo splendore, una delle città più grandi del mondo.
*''Modi significandi sive Quæstiones super Priscianum majorem''<ref>Goffredo de Fontaines ne redasse un'[[epitome]]: ''Godfrey of Fontaine's abridgement of Boethius of Dacias Modi significandi, sive Quaestiones super Priscianum maiorem'', edizione, traduzione inglese ed introduzione di A. Charlene Senape McDermott, Amsterdam, Benjamins, 1980.</ref>.
 
*''Quæstiones de generatione et corruptione''.
Dopo la distruzione e il saccheggio da parte dei [[Saraceni]] nel [[IX secolo]], la popolazione si è trasferita a [[Casilinum]] fondando la [[Capua|Capua moderna]].
 
*''Quæstiones super libros physicorum''.
==Fondazione ed epoca classica==
[[File:Menelaus Paris Louvre G115.jpg|thumb|252x252px|left|''Menelao uccide Paride'', [[kylix]] [[attico]] a [[figure rosse]], [[Museo del Louvre]], [[490 a.C.|490]]-[[460 a.C.]]]]
Mentre i [[Scavo (archeologia)|reperti archeologici]] testimoniano popolazioni stanziate sul territorio della Capua antica già a partire dal [[IX secolo a.C.]], l'anno preciso della sua fondazione e il nome del suo fondatore sono stati nel corso dei secoli materia di discussione e ancora oggi la questione non vede d'accordo tutti gli [[Storia|storici]].
 
*''Quæstiones super librum topicorum''.
Tra gli autori più antichi, [[Marco Porcio Catone|Catone]] nelle ''Origines'' vuole Capua fondata 260 anni prima della sua conquista da parte dei [[Impero romano|romani]] mentre [[Velleio Patercolo]] la vuole fondata nell'[[800 a.C.]]
 
*''Opuscula'':
Per giustificare tale differenza tra le date, alcuni storici, come [[Karl Julius Beloch]]<ref>Beloch 1890, pag.3</ref> prima e [[Hermann Peter]]<ref>Peter 1897, vol. I pag.391</ref> e [[Martin Schanz]]<ref>Schanz 1913, pag.258</ref> dopo, suggeriscono che Catone non si riferisse alla presa di Capua durante la [[seconda guerra punica]] ma invece all'occupazione del [[338 a.C.]] in seguito alla ribellione dei [[Latini]] o a quella del [[314 a.C.]] durante la [[seconda guerra sannitica]].<ref>Perna 2002, pagg.139-142</ref> Di conseguenza sia il [[Karl Julius Beloch|Beloch]] che [[Jacques Heurgon]] hanno suggerito date intermedie alle due fornite ([[600 a.C.]] il primo, [[525 a.C.]] il secondo).
**''De summo bono sive de vita philosophi''.
**''De somniis''.
**''De æternitate mundi''.
 
==Note==
Una spiegazione più verosimile e comunemente accettata comunque è che Catone si riferisse non alla fondazione di Capua ''ex nihilo'', ma ad una sua ''rifondazione'', cioè ad una ristrutturazione tale da cambiarla radicalmente.<ref>Bellelli 2006, pagg.119-122</ref> Una tale spiegazione rende valido quanto riportato da Catone e non contrasta con la data fornita da Velleio Patercolo, che risulta inoltre avvalorata dalle testimonianze archeologiche.
<references/>
 
==Bibliografia==
Quindi Capua esisteva già da secoli e subì, nel corso del [[V secolo a.C.]] circa, una profonda ristrutturazione che le diede un nuovo assetto urbano. Nel corso del V sec. a.C. le popolazioni di lingua osca delle zone interne della Campania, spinte dalle prospettive economiche positive offerte dalla città, vi trovano posto come manodopera servile, in un primo tempo sottoposta all’elemento[[Etruschi| etrusco]] dominante, che nel [[438 a.C.]] concesse loro il diritto di cittadinanza (a quest'anno [[Diodoro Siculo]] fa risalire la costituzione del popolo dei [[Campania|Campani]]).<ref name=Trecc>Valeria Sampaolo, [http://www.treccani.it/enciclopedia/l-italia-preromana-i-siti-etruschi-capua_(Il-Mondo-dell'Archeologia)/ {{Maiuscoletto|L'Italia preromana. I siti etruschi: Capua}}], Enciclopedia Italiana - Il Mondo dell'Archeologia (2004), [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani]]</ref>
* Sten Ebbesen: ''The Paris Arts Faculty: Siger of Brabant, Boethius of Dacia, Radulphus Brito.'' In: John Marenbon (a cura di), ''Medieval Philosophy''. Routledge, Londra e New York 1998, pp. 269–290.
 
{{Controllo di autorità}}
==Conquista romana==
{{Portale|biografie|cattolicesimo|filosofia}}
Nel [[IV secolo a.C.]], quando era probabilmente la più grande città d'Italia, la città divenne oggetto delle mire dei [[Sanniti]] che la posero sotto [[assedio (storia romana)|assedio]] e contestualmente coinvolta nel processo di espansione di [[Roma]]. Capua inviò, quindi, un'ambasceria ai romani chiedendone la protezione<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', VII, 29.</ref>, ma il [[Senato romano]], che aveva in precedenza stipulato un trattato di non belligeranza con i Sanniti, fu costretto a respingere tale proposta<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', VII, 30.</ref>. Gli ambasciatori della città campana, mossi dalla disperazione, decisero allora di consegnare l'intera città, i suoi abitanti, i campi, gli averi e ogni loro cosa, nelle mani di Roma (''[[deditio]]''), in modo da costringerla ad impegnarsi moralmente nella sua difesa dall'aggressore sannita. In questo modo la città diventava così romana ed obbligava Roma ad accettare di intervenire in sua difesa<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', VII, 31.</ref>, dando inizio alla [[prima guerra sannita]]<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', VII, 32.</ref>. Sconfitta nel conflitto iniziato nel [[343 a.C.]], nel [[338 a.C.]] decide di allearsi con Roma ottenendo il rango di ''[[civitas sine suffragio]].''
[[File:Venus of Capua MAN Napoli Inv6017 n02.jpg|thumb|left|150x150px|''[[Venere di Capua]]'', marmo bianco, [[Museo archeologico nazionale di Napoli]], fine del [[IV sec. a.C.|IV sec. a.C.]]–[[III sec. a.C.|III sec. a.C.]]]]
Nel corso del [[III sec. a.C.]] la città faceva capo alla tribù Falerna, rimanendo fedele a Roma, alla quale dal [[312 a.C.]] fu messa in collegamento diretto tramite la [[via Appia]]. A lungo riluttante al dominio romano, poté tuttavia conservare le proprie istituzioni, la propria lingua e i propri costumi ma sempre sotto la soggezione capitolina, cosicché in seguito alla [[Battaglia di Canne|sconfitta di Canne]] la fazione popolare inclinò verso Annibale offrendo rifugio e rifornimenti alle sue truppe nel [[213 a.C.|213]]-[[211 a.C.]] Durante la [[seconda guerra punica]], divenne uno dei principali obiettivi di [[Annibale]]: l'esercito [[cartagine]]se occupò la città e la fece diventare avamposto militare e politico per le "scorrerie" nell'Italia meridionale, alla ricerca anche di alleati contro [[antica Roma|Roma]], nella speranza di una successiva conquista della capitale.
 
[[Categoria:Filosofi cattolici]]
Capua, assieme a città come Atella, Calatia ed altre, passò così dalla parte dei Cartaginesi. Durante la presenza di Annibale, furono coniate una serie di [[monetazione di Capua|monete di bronzo]]. Annibale ed il suo esercito vi passarono l'inverno, il condottiero ne approfittò per portare avanti la parte politica della sua azione: furono i cosiddetti ''ozi di Capua'' che, secondo molti storici, indebolirono i soldati e sarebbero stati una delle cause della futura sconfitta cartaginese, in quanto avrebbero impedito di marciare subito direttamente su Roma. Classe dirigente e popolazione capuana appoggiarono la campagna di Annibale, poiché Capua era città troppo fiera per sottostare a Roma; la storia però volle che a vincere fossero i Romani.
[[Categoria:Scolastici]]
 
Nel 212 e nel 211 a.C. Capua subì due lunghi assedi da parte dei Romani, tanto che Annibale, nel tentativo di alleggerire la pressione romana, si spinse con il proprio esercito fino a sotto le mura di Roma, nella zona di [[porta Collina]]<ref>[[Tito Livio|Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', XXVI, 10, 1.</ref>.
 
Dopo la partenza di Annibale, nel [[211 a.C.]], la città fu definitivamente conquistata dai Romani e molti senatori Campani, inclusi quelli capuani, si tolsero la vita con il veleno piuttosto che cadere prigionieri nelle mani del nemico. Altri, nonostante il parere contrario del [[Senato romano]], furono fatti uccidere da [[Gneo Fulvio Centumalo Massimo|Gneo Fulvio]] a [[Cales]] e a [[Teanum Sidicinum|Teanum]]<ref>[[Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', XXVI, 13-15.</ref>.
[[File:Santa Maria Capua Vetere Mithraeum Tauroctony.jpg|thumb|225x225px|[[Mitreo]] di Capua, ''Tauroctonia'', [[II secolo]].]]
La città venne umiliata da Roma, che la ridusse a semplice [[Prefetto (storia romana)|prefettura]] privandola delle cariche magistratuali, del proprio [[senato]] e in definitiva dell'autonomia, divenendo un grosso deposito merci, da cui la definizione affibbiatale di "granaio di Roma". Il suo territorio fu espropriato e divenne parte dell'''[[ager publicus]], ''venendo venduto a cittadini romani. Di lì a poco tuttavia i terreni vennero recuperati dai maggiorenti capuani. Già nel 173 a.C. gran parte della terra era tornata ai privati e per far fronte a questo il Senato inviò il console Lucio Postumio Albino per ridefinire i confini pubblici, e otto anni dopo il pretore P. Cornelio Lentulo comprò i terreni privati, dividendo quelli pubblici in poderi. Nel [[130 a.C.]] infine una specifica commissione formata dai'' tresviri agris iudicandis adsignandis '' [[Caio Gracco]], [[Appio Claudio Pulcro (console 143 a.C.)|Appio Claudio]] e Licinio Crasso provvide all’identificazione e alla determinazione del territorio in [[centurie]]. Caio Gracco tentò senza successo anche di restituire i diritti civili alla città.<ref name="Trecc" /> Nonostante tutto Capua visse un periodo di ripresa e poi di floridezza, diventando un importante città manifatturiera nel campo dei beni di lusso ([[profumi]], bronzi, [[Ceramica a figure rosse|ceramiche]], [[Unguento|unguenti]]); i suoi mercanti spaziavano in tutto il mediterraneo e si insediarono nel centro di [[Delo]]. La situazione economica favorevole si rispecchiava anche nell'espansione urbanistica, con la costruzione un [[teatro]] su terrapieno, un ''collegium mercatorum'', porticati e il più antico [[anfiteatro]] (precedente a quello imperiale), oltre al [[tempio]] di Giove Tifatino individuato nel [[1996]].<ref name="Trecc" />
[[File:Ehrenbogen arco di adriano.jpg|thumb|226x226px|Arco di [[Adriano]] a Capua.]]
Sopravvisse a una prima rivolta servile del [[104 a.C.|104]] e alla [[guerra sociale]] dell’[[89 a.C.]], sostanzialmente indenne. [[Caio Mario]] e [[Lucio Cornelio Cinna]] operarono la deduzione di una colonia e nell'[[83 a.C.]] durante la [[Guerra civile romana (82 a.C.)|guerra civile]] [[Lucio Cornelio Silla|Silla]] vi sostò presso il santuario di Diana Tifatina, in attesa dello scontro con [[Gaio Norbano]]. Il suo anfiteatro fu il punto di partenza della [[Rivolta di Spartaco|rivolta guidata da Spartaco]] nel [[73 a.C.]] Nel [[59 a.C.]] fu ribattezzata ''Colonia Iulia Felix'', quando Cesare ne distribuì l'agro a 20.000 coloni. Nel [[I secolo a.C.]] [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] durante la sua orazione ''De lege agraria (Contra Rullum)'', la definì ''altera Roma'', ovvero "la seconda Roma", e arrivò a paragonarla a [[Cartagine]] e [[Corinto]].<ref>[[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]], ''De lege agraria (Contra Rullum)'': ({{cita web|url=http://la.wikisource.org/wiki/De_lege_agraria_(Contra_Rullum)|titolo=disponibile online|accesso=30 gennaio 2009}}) {{quote|[...] Tunc illud vexillum Campanae coloniae vehementer huic imperio timendum Capuam a xviris inferetur, tunc contra hanc Romam, communem patriam omnium nostrum, illa altera Roma quaeretur.<br />[87] In id oppidum homines nefarie rem publicam vestram transferre conantur, quo in oppido maiores nostri nullam omnino rem publicam esse voluerunt, qui tris solum urbis in terris omnibus, Carthaginem, Corinthum, Capuam, statuerunt posse imperi gravitatem ac nomen sustinere. [...]}}
</ref> Infatti anche sotto il dominio romano, la città aveva una notevole importanza e fama anche al di fuori dell'Italia. [[Decimo Magno Ausonio|Ausonio]] la elencò ottava fra le prime dieci città dell'Impero.<ref>[[Decimo Magno Ausonio|Ausonio]], ''Ordo nobilium urbium'', 8, 16-18: {{quote|Illa potens opibusque valens, Roma altera quondam<br />comere quae paribus potuit fastigia conis<br />octavum reiecta locum vix paene tuetur.|riportato in Quilici 2004, pag.65}}
</ref><ref>Quilici 2004, pag.65</ref>
===Età imperiale===
Durante l’intera [[età imperiale]] Capua dovette perdere di centralità, e ciò sembra essere testimoniato dal silenzio delle fonti, anche se [[Augusto]] e poi [[Nerone]] vi operano la deduzione di nuove colonie. Con la [[Guerra civile romana (68-69)|guerra civile del 68-69]] [[Vespasiano ]]<nowiki/>la punì per aver parteggiato per [[Vitellio]], espropriandola del territorio delle ''Leboriae'', dopodiché conosce un momento di nuovo splendore a principio del [[II sec. d.C.]] quando Adriano la abbellisce, dotandola di nuove statue, colonne e ornamenti di marmo al completamento dell’anfiteatro, che per dimensioni continua a rimanere secondo solo al Colosseo, nonché di un [[arco trionfale]].
===Dal tardo-impero all'alto medioevo===
Resa da [[Costantino il Grande|Costantino]] sede del ''Consularis Campaniae'', nel [[390]] vi si svolge un [[sinodo]] presieduto da [[Ambrogio vescovo di Milano|Ambrogio]], [[vescovo di Milano]]. Se la presenza [[Cristianesimo|cristiana]] è precoce (la tradizione vuole che il cristianesimo vi giunse con l'[[apostolo]] [[San Pietro|Pietro]]), capuano è il celebre [[giureconsulto]] [[pagano]] [[Quinto Aurelio Simmaco|Aurelio Simmaco]], di cui si ricorda la disputa con Ambrogio.
 
Dopo la caduta dell'[[impero romano]] Capua fu devastata in parte, come altri centri dell'[[Italia]], dalle invasioni [[Visigoti|visigote]] e [[vandali|vandaliche]], diventando infine una [[contea]] del [[Ducato di Benevento]]. Andò incontro a una tenue ripresa sotto la presenza [[Ostrogoti|ostrogota]], durante il cui dominio il consolare Lampadio fece restaurare l’anfiteatro.<ref>{{CIL|10|3860}}</ref> Con la [[guerra greco-gotica]] viene riconquistata dai [[Bizantini|romani orientali]] dopo il [[553]].
 
==La distruzione della città e la ''Nuova Capua''==
{{vedi anche|Casilinum|Principato di Capua|Capua}}
Nel [[841]], nel corso di una lotta di successione nel ducato, [[Radelchi I di Benevento|Radelchi I]] assoldò una banda di [[saraceni]], comandata dal [[berberi|berbero]] Kalfun (divenuto poi primo [[Emirato di Bari|emiro di Bari]]), contro [[Landone I]], saccheggiando e distruggendo la città e costringendo la popolazione alla fuga.<ref name=federic>Clementina Carfora, [http://www.treccani.it/enciclopedia/capua_(Federiciana)/ {{Maiuscoletto|Capua}}], Enciclopedia Italiana - Federiciana (2005), [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani]]</ref>
 
Dopo la distruzione, la popolazione (che da allora costituisce la prolungazione storica della ''Civitas Capuana'') fuoriusciva dalla città in rovina e si rifugiava dapprima a [[Sicopoli]], per poi collocarsi, dopo pochi anni (nell'[[856]]), su un'ansa del fiume [[Volturno]], sul luogo dove aveva sede il porto fluviale romano di [[Capua#Storia|''Casilinum'']].<ref name=federic/><ref name>A. de Franciscis, [http://www.treccani.it/enciclopedia/capua_res-6a77cd37-8c5f-11dc-8e9d-0016357eee51_(Enciclopedia-dell'-Arte-Antica)/ {{Maiuscoletto|Capua}}], Enciclopedia Italiana - Enciclopedia dell' Arte Antica (1959), [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani]]</ref> Veniva così costituita la "''Nuova Capua''" corrispondente oggi al comune della [[provincia di Caserta]], denominato appunto [[Capua]].
 
==La ''rinascita'' della ''Capua Vecchia''==
{{vedi anche|Santa Maria Maggiore (Capua)|Santa Maria Capua Vetere}}
Dopo l'abbandono della popolazione del [[IX secolo]], sul vecchio territorio di Capua non rimasero che degli insediamenti indipendenti.
 
Solo verso la fine del [[XVIII secolo]] questi si fusero insieme nel borgo di [[Santa Maria Maggiore (Capua)|Santa Maria Maggiore]], frazione della [[Capua|nuova Capua]], che divenne nel [[1861]] comune autonomo e poco dopo cambiando nome divenne l'odierna [[Santa Maria Capua Vetere]].
 
== Personaggi ==
* [[Velleio Patercolo]] ([[19 a.C.]]-[[31]])
* [[Gaio Sulpicio Longo]]
* [[Gaio Menio Publio]]
* [[Simmaco di Capua]]
* [[Gaio Marcio Rutilo]]
* [[Pacuvio Calavio]]
 
== Note ==
{{references|2}}
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|nome=Vincenzo|cognome=Bellelli|titolo=La tomba "principesca" dei Quattordici Ponti nel contesto di Capua arcaica|editore=«L'ERMA» di BRETSCHNEIDER|anno=2006|id=ISBN 978-88-82-65363-7}}
* {{cita libro|nome=Karl Julius|cognome=Beloch|wkautore=Karl Julius Beloch|titolo=Campanien: Geschichte und Topographie des Antiken Neapel und seiner Umgebung|città=Breslavia|anno=1890}}
** {{cita libro|autore=|titolo=Campania|città=Napoli|editore =Bibliopolis |anno=1989 |id= ISBN 88-7088-213-6}}
* {{cita libro|nome=Werner|cognome=Johannowsky| wkautore =Werner Johannowsky|titolo=Capua antica|altri=fotografie di Marialba Russo|editore=Banco di Napoli|anno=1989|città=Napoli}}
* {{cita libro|nome=Werner|cognome=Johannowsky|titolo=Materiali di età arcaica della Campania. Capua, Suessa Aurunca, Cales, Calatia|anno=1983|città=Napoli}}
* {{cita libro|nome=Jacques|cognome=Heurgon|wkautore=Jacques Heurgon| titolo=Recherches sur l’histoire, la religion et la civilization de Capoue préromaine|anno=1942|città=Paris}}
* {{cita libro|nome=Raffaele|cognome=Perna|coautori=Amelia Conte; L. Piacente|titolo=Poeti latini di Puglia: Livio Andronico, Orazio e altri scritti|editore=Edipuglia srl|anno=2002|id=ISBN 978-88-7228-338-7}}
* {{cita libro|nome=Hermann|cognome=Peter|titolo=Die geschichtliche Literatur über die römische Kaiserzeit bis Theodosius I und ihre Quellen|città=Lipsia|anno=1897}}
* {{cita libro|nome=Lorenzo|cognome=Quilici|titolo=Comuni di Brezza, Capua, San Prisco|editore=«L'ERMA» di BRETSCHNEIDER|anno=2004|id=ISBN 978-88-8265-315-6}}
* {{cita libro|nome=Martin|cognome=Schanz|titolo=Geschichte der Römischen Literatur|città=Monaco|anno=1913}}
* Angela Palmentieri, Su una chiave d'arco figurata dell'anfiteatro campano, 'Napoli Nobilissima. Rivista di arti, filologia, e storia'', LXVII, 2010, pp.&nbsp;60–65
 
==Voci correlate==
* [[Santa Maria Capua Vetere]]
* [[Capua|L'odierna Capua]]
* [[Alessio Simmaco Mazzocchi]]
* [[Terra di Lavoro]] (antica ''Campania Felix'' o ''Agro Capuano'')
* [[Tegola di Capua]]
* [[Via Appia]]
* [[Via Campana]]
* [[Museo Campano|Museo provinciale campano]]
* [[Museo archeologico dell'antica Capua]]
* [[Spartaco]]
* [[Terza guerra servile]]
* [[Monetazione di Capua]]
* [[Venere di Capua]]
 
== Collegamenti esterni ==
*[http://www.santamariacapuavetere.it S.Maria Capua Vetere (Altera Roma)]
*[http://www.cittadelforo.it Sito dedicato alla città di S.Maria Capua Vetere (Antica Capua)]
 
{{Capua}}
{{Portale|Antica Roma|Storia}}
 
[[Categoria:Capua antica| ]]