Era (divinità) e 73 (disambigua): differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
 
Nuova pagina
 
Riga 1:
{{disambigua}}
[[Immagine:Hera Campana Louvre Ma2283.jpg|thumb|270px|right|Hera Campana - Copia marmorea romana di un originale [[ellenistico]] - [[II secolo|II secolo d.C.]] - [[Museo del Louvre]] [[Parigi]]]]
Nella [[mitologia greca]] '''Era''' (in [[Lingua greca|greco]]''' Ἥρα''' o '''Ἥρη''') era la moglie e sorella maggiore di [[Zeus]].
 
== Anno ==
Figlia di [[Crono]] e [[Rea]], venne brutalmente mangiata dal padre, che intendeva ucciderla come tutti i suoi fratelli, perché una profezia aveva detto che uno dei figli di Crono avrebbe preso il suo posto sul trono degli dei. Zeus però riuscì a salvarsi e, una volta cresciuto, salvò tutti i suoi fratelli.
* [[73]] o [[73 a.C.]]
Era la dea del [[matrimonio]] e la sua continua lotta contro i tradimenti del consorte diede origine al tema ricorrente della "''Gelosia di Era''" che rappresenta lo spunto per quasi tutte le leggende e gli aneddoti relativi al suo culto. <ref> Slater 1968; "Facendo un paragone con l’elevato valore che viene attribuito al suo culto, in [[Omero]] Era sembra essere quasi svilita e finisce per diventare una figura quasi comica" (Burkert 1985, p 132). </ref> La figura a lei corrispondente nella [[mitologia romana]] fu [[Giunone]]. I suoi simboli sacri erano la [[vacca]] ed il [[pavone]]
 
== Astronomia ==
Era veniva ritratta come una figura maestosa e solenne, spesso seduta sul trono mentre porta come corona il "''Polos''", il tipico copricapo di forma cilindrica indossato dalle [[grande madre|dee madri]] più importanti di numerose culture antiche. In mano stringeva una [[melagrana]], simbolo di fertilità e di morte usato anche per evocare, grazie alla somiglianza della sua forma, il [[papavero]] da [[oppio]]. <ref>(Ruck and Staples 1994) e (Burkert 1985 p.131). </ref>
* [[73 Klytia]] è un [[asteroide]] della [[fascia principale]] del [[sistema solare]].
 
== Chimica ==
I templi di Era costruiti in due dei luoghi in cui il suo culto fu particolarmente sentito, l’isola di [[Samo]] e l’[[Argolide]], risalgono al [[VIII secolo a.C.]] e furono i primissimi esempi di [[tempio greco]] monumentale della storia (si tratta rispettivamente dell'[[heraion (Samo)|Heraion di Samo]] e dell'[[Heraion di Argo]]).
* 73 è il [[numero atomico]] del [[Tantalio]] (Ta).
 
== Matematica ==
Era, molto gelosa dei tradimenti del marito, odiava soprattutto Eracle suo figliastro.
* [[73 (numero)]]
La natura umana dell'eroe portò Era ad odiare tutto il genere umano, era conosciuta come la più vendicativa degli dei e spesso usava gli uomini come autori del suo volere distruttivo.
Era sceglieva i suoi guerrieri spedendo loro delle piume di pavone, animale a lei sacro
 
==Etimologia del nome==
Il nome "Hera" potrebbe avere numerose diverse etimologie contrastanti l’una con l’altra. Una prima possibilità è di metterlo in relazione con "''hora''" (stagione), e di interpretarlo come "''pronta per il matrimonio''". <ref>[[Walter Burkert]], ''Greek Mythology'' (1985), III.2.2 (p.131) </ref> Alcuni studiosi ritengono che possa significare "''padrona''" intendendolo come un derivato femminile della parola "''heros''" (signore). C’è chi propone che significhi "''giovane vacca''" o "''giovenca''", in conformità con il comune epiteto a lei riferito di "''Boopis'' (greco : "''βοῶπις''" - dall’occhio bovino). <ref> A.J. van Windekens ''Glotta'' '''36''' (1958) pp 309-11</ref> La voce "''E-Ra''" è comunque già presente nelle più antiche tavolette [[Civiltà micenea|micenee]]. Tutto questo indica però che, a differenza di quanto accade per altri dei greci come Zeus e [[Poseidone]], l’origine del nome di Hera non può essere ascritta con sicurezza né alla lingua greca né in genere ad una [[lingue indoeuropee|lingua indoeuropea]]. Alcuni aspetti del suo culto sembrano suggerire che Hera sia in realtà una figura sopravvissuta, con alcuni adattamenti, da antichi culti [[minoici]] e [[pelasgi]] e si rifaccia ad una "''grande dea madre''" adorata in quelle culture.
L’importanza di Hera fin dall’età arcaica è testimoniata dai grandi edifici di culto che vennero realizzati in suo onore.
 
== Il culto di Hera ==
[[Immagine:Agrigento Tempio di Hera.jpg|thumb|left|280px|Il tempio di Hera ad [[Agrigento]], [[Magna Graecia]]]]
Il culto di Era, adorata come "Era di Argo" (''Hera Argeia''), fu particolarmente vivo nel suo [[santuario]] che si trovava tra le città-stato micenee di [[Argo]] e [[Micene]], dove si tenevano le celebrazioni in suo onore chiamate [[Heraia]].<ref> "Le tre città che più amo sono Argo, Sparta e Micene dalle ampie vie" dice Era nel IV libro dell'[[Iliade]].</ref> L'altro principale centro dedicato al suo culto si trovava nell'isola di Samo. Templi dedicati ad Era sorgevano anche ad [[Olimpia]], [[Corinto]], [[Tirinto]], [[Perachora]] e sulla sacra isola di [[Delo]]. Nella [[Magna Grecia]], a [[Paestum]], quello che per lungo tempo fu creduto essere il tempio di [[Poseidone]], negli [[1950|anni ’50]] si è scoperto che in realtà è un secondo tempio dedicato ad Era.
 
Nella cultura greca classica, gli altari venivano costruiti a cielo aperto. Era potrebbe essere stata la prima divinità a cui fu dedicato un tempio dotato di un tetto chiuso, che fu eretto circa nell'[[800 a.C.]] a Samo, e fu successivamente sostituito dall'[[Heraion]], uno dei templi greci più grandi in assoluto. I santuari più antichi, per i quali vi sono meno certezze circa la divinità a cui erano dedicati, erano realizzati secondo un modello [[Cultura micenea|Miceneo]] chiamato "''casa-santuario''". Gli scavi archeologici di Samo hanno portato alla luce [[offerta votiva|offerte votive]], molte delle quali risalenti al [[VIII secolo a.C.|VIII]] e [[VII secolo a.C.|VII]] secolo a.C., che rivelano come Era non fosse considerata soltanto una dea greca locale di ambiente [[Cultura egea|egeo]]: attualmente il museo raccoglie statuette che rappresentano dei e supplici ed offerte votive di altro tipo provenienti dall'[[Armenia]], da [[Babilonia]], dalla [[Persia]], dall'[[Assiria]] e dall'[[Egitto]], a testimonianza dell'alta considerazione di cui godeva questo santuario e del grande flusso di pellegrini che attirava.
 
Sull'isola [[Eubea]] ogni sessant'anni si celebravano le [[Dedalo|Grandi Dedalee]], riti dedicati ad Era.
 
Nelle raffigurazioni [[Ellenistico|ellenistiche]] il carro di Era era trainato da [[pavone|pavoni]], una specie di uccello che in Grecia è rimasta sconosciuta fino alle conquiste di [[Alessandro il grande|Alessandro]]: [[Aristotele]], l’istitutore di Alessandro si riferiva a quest'animale come all'"''uccello persiano''". Il motivo artistico del pavone fu riportato molto più tardi in voga dall'[[iconografia]] [[Rinascimento|rinascimentale]], che fondeva tra loro le figure di Era e Giunone.<ref> (Seznec 1953)</ref> In epoca arcaica, un periodo durante il quale ad ogni dea dell’area egea era associato il "suo" uccello, veniva associato ad Era anche il [[cuculo]] che appare in alcuni frammenti che raccontano la leggenda dei primi corteggiamenti alla vergine Era da parte di Zeus.
 
Nei tempi più antichi la sua associazione più importante era quella con il bestiame, come dea degli armenti, venerata specialmente nell'isola Eubea detta "''ricca di mandrie''". Il suo epiteto più comune nei poemi omerici, "''boopis''", viene sempre tradotto "''dall’occhio bovino''" dal momento che, come i Greci dell’età classica, la nostra cultura rifiuta la più naturale traduzione "''dal volto di vacca''" o "''dall’aspetto di vacca''": un'Era dalla testa bovina come il [[Minotauro]] verrebbe percepita come un oscuro e spaventoso demone. Tuttavia sull'isola di [[Cipro]] sono stati trovati dei [[teschio|teschi]] di [[toro]] adattati ad essere usati come maschera, il che suggerisce un probabile antico culto dedicato a divinità con un simile aspetto.
 
Altri suoi tipici epiteti furono :
* '''θεὰ λευκώλενος''' : ''theá leukốlenos'', la dea dalle bianche braccia.
* '''χρυσόθρονος''' : ''khrusóthronos'', dal trono d'oro.
* '''eukomos''' : dagli splendidi capelli.
 
La [[melagrana]], antico simbolo dell’arcaica Grande Dea Madre, continuò ad essere usato come simbolo di Era: molte delle melagrane e dei papaveri da oppio votivi trovati negli scavi di Samo sono realizzate in [[avorio]], materiale che resiste all’usura del tempo meglio del legno, con il quale dovevano essere invece comunemente realizzati. Al pari delle altre dee, Era veniva ritratta mentre indossava un [[diadema]] e con un velo sul capo.
 
==Era e i figli==
[[immagine:Hera Barberini Chiaramonti Inv1210.jpg|thumb|250px|right|Busto di Hera con diadema - Marmo - Copia romana di epoca imperiale [[Musei Vaticani]]]]
Era è la patrona del matrimonio propriamente detto e rappresenta l'archetipo simbolico dell'unione di uomo e donna nel talamo nuziale, tuttavia non è certo famosa per le sue qualità di madre. I figli legittimi nati dalla sua unione con Zeus sono [[Ares]], [[Ebe]] (la dea della giovinezza), [[Eris]] (la dea della discordia) ed [[Ilizia]] (protettrice delle nascite). Era, resa gelosa dal fatto che Zeus era diventato padre di [[Atena]] senza di lei (infatti l’aveva avuta da [[Metide]]), decise di per ripicca di mettere al mondo [[Efesto]] senza la collaborazione del marito. Entrambi però rimasero disgustati al vedere la bruttezza di Efesto e lo scagliarono giù dall'[[Olimpo]]. Una leggenda alternativa dice che Era mise al mondo da sola tutti i figli che tradizionalmente sono attribuiti a lei e Zeus, e che lo fece semplicemente battendo il suolo con la mano, un gesto di grande solennità nella cultura greca antica.
 
Efesto si vendicò del rifiuto subito dalla madre costruendole un trono magico che, una volta che ella vi si sedette, non le permise più di alzarsi. Gli altri dei pregarono più volte Efesto di tornare sull’Olimpo e liberarla, ma egli rifiutò ripetutamente. Allora [[Dioniso]] lo fece ubriacare e lo riportò sull’Olimpo incosciente, trasportandolo con un mulo. Efesto accettò di liberare Era, ma solo dopo che gli fu concessa in moglie [[Afrodite]].
 
== Era, la nemesi di Eracle ==
Era era la matrigna dell'eroe [[Eracle]], nonché la sua principale nemica. Quando [[Alcmena]] era incinta di Eracle, Era tentò di impedirne la nascita facendo annodare le gambe della puerpera. Fu salvata dalla sua serva [[Galantide]] che disse alla dea che il parto era già avvenuto, facendola desistere. Scoperto l'inganno, Era trasformò Galantide in una [[donnola]] per punizione. Quando Eracle era ancora un bambino, Era mandò due serpenti ad ucciderlo mentre dormiva nella sua culla. Eracle però strangolò i due serpenti afferrandoli uno per mano, e la sua nutrice lo trovò che si divertiva con i loro corpi come fossero giocattoli. Quest'aneddoto<ref>[[Apollonio Rodio]] – [[Le Argonautiche (Apollonio Rodio)|Le Argonautiche]], i.855; [[Pindaro]] - Ode alla Pizia iv,253</ref> è costruito attorno alla figura dell'eroe che stringe un serpente per mano, esattamente come la famosa dea che teneva in mano i serpenti dell'epoca minoica.<ref> "L'immagine di un pargolo divino tra due serpenti potrebbe essere stata da lungo tempo familiare per i Tebani, che avevano adorato i [[Cabiri]]." Kerenyi, ''The Heroes of the Greeks'' (Gli eroi della Grecia) 1959 p 134.</ref>
 
Una descrizione dell'origine della [[Via Lattea]] dice che Zeus aveva indotto con l'inganno Era ad allattare Eracle: quando si era accorta di chi fosse, l'aveva strappato via dal petto all’improvviso e uno schizzo del suo latte aveva formato la macchia nel cielo che ancor oggi possiamo vedere. Gli [[Etruschi]] dipinsero un Eracle adulto e già con la barba attaccato al seno di Era.
 
Era fece in modo che Eracle fosse costretto compiere le sue famose imprese per conto del re [[Euristeo]] di Micene e, non contenta, tentò anche di renderle tutte più difficili. Quando l'eroe stava combattendo contro l'[[Idra di Lerna]] lo fece mordere ad un piede da un [[granchio]], sperando di distrarlo. Per causargli ulteriori problemi, dopo che aveva rubato la mandria di [[Gerione]], Era mandò dei [[Tafano|tafani]] per irritare e spaventare le bestie, quindi fece gonfiare le acque di un fiume in modo tale che Eracle non potesse più guadarle con la mandria, costringendolo a gettare nel fiume enormi pietre per renderlo attraversabile. Quando finalmente riuscì a raggiungere la corte di Euristeo, la mandria fu sacrificata in onore di Era. Euristeo avrebbe voluto sacrificare alla dea anche il [[Toro di Creta]], ma Era rifiutò perché la gloria di un simile sacrificio sarebbe andata di riflesso anche ad Eracle che l'aveva catturato. Il toro fu così lasciato andare nella piana di [[Maratona (città)|Maratona]] diventando famoso come il [[Toro di Creta|Toro di Maratona]].
 
Alcune leggende dicono che Era alla fine si riconciliò con Eracle, dato che l’aveva salvata da un [[Giganti|gigante]] che tentava di stuprarla, e gli concesse anche come moglie sua figlia Ebe.
 
==Aneddoti sulla Gelosia di Hera==
[[Image:Hera Prometheus Cdm Paris 542.jpg|thumb|280px|left|Hera e [[Prometeo]] - Decorazione di un [[kulix]] a figure rosse - [[V secolo a.C.]]]]
===Eco===
Una volta, una [[Ninfa (mitologia)|ninfa]] di nome [[Eco (mitologia)|Eco]] aveva ricevuto il compito di distrarre Era da ciò che stava facendo Zeus allontanandola e blandendola con dei complimenti. Quando Era scoprì l’inganno condannò la ninfa a non aver più una voce propria e a poter, da allora in poi, soltanto ripetere le parole altrui. (da questa storia deriva il termine moderno di "[[Eco (fisica)|eco]]").
 
===Latona===
Quando Era venne a sapere che [[Latona]] era incinta e che il padre era Zeus, con un incantesimo impedì a Latona di partorire sia sulla terraferma che su di un’isola. Latona trovò l’isola galleggiante di [[Delo]], che non era né terraferma né una vera e propria isola, e su questa partorì mentre l’isola veniva circondata da [[Cigno (uccello)|cigni]]. In segno di gratitudine Zeus fissò Delo, che da allora fu sacra ad [[Apollo]], con quattro pilastri. Vi sono anche altre versioni della storia. In una di queste Era rapì la figlia [[Ilizia]], la dea della nascita, per impedire a Latona di cominciare il travaglio, ma gli altri dei la costrinsero a lasciarla andare. Alcune leggende dicono che [[Artemide]], nata per prima, aiutò la madre a partorire Apollo, mentre un’altra sostiene che Artemide, nata il giorno precedente sull’isola [[Ortigia (Siracusa)|Ortigia]], aiutò la madre ad attraversare il mare fino a giungere a Delo per mettere al mondo il fratello.
 
===Callisto e Arcade===
[[Callisto]], una ninfa che faceva parte del seguito di Artemide, fece voto di restare vergine, ma Zeus si innamorò di lei e assunse l'aspetto di Apollo (secondo altre versioni di Artemide stessa) per adescarla e sedurla. Era allora, per vendicarsi del tradimento, trasformò Callisto in un'[[orso|orsa]]. Tempo dopo [[Arcade (mitologia)|Arcade]], il figlio che Callisto aveva generato con Zeus, quasi uccise per errore la madre durante una battuta di [[caccia]] e Zeus, per proteggerli da ulteriori rischi, li mise in cielo trasformandoli in [[costellazione|costellazioni]].
 
===Semele e Dioniso===
[[Dioniso]] era figlio di Zeus e di una mortale. Hera, gelosa, tentò di uccidere il bambino mandando dei [[Titano (mitologia)|Titani]] a fare a pezzi Dioniso dopo averlo attirato con dei giocattoli. Nonostante Zeus fosse riuscito alfine a scacciare i Titani con i suoi fulmini, erano riusciti a divorarlo quasi tutto e ne era rimasto solo il cuore salvato, a seconda delle versioni della leggenda, da [[Atena (mitologia)|Atena]], [[Rea (mitologia)|Rea]], o [[Demetra]]. Zeus si servì del cuore per ricreare Dioniso, ponendolo nel grembo di [[Semele]] (per questo Dioniso diventò conosciuto come “il due volte nato”). Le versioni della leggenda sono comunque molte e varie .
{{Vedi anche|Dioniso}}
 
===Io===
[[immagine:Koeln wrm 1040.jpg|thumb|280px|right|Giunone ed Argo - [[Peter Paul Rubens]] - [[1620]] - Wallraf-Richartz-Museum [[Colonia (Germania)|Colonia]]]]
Un giorno Hera stava per sorprendere Zeus con una delle sue amanti, chiamata [[Io (mitologia)|Io]], ma Zeus riuscì ad evitarlo all’ultimo, trasformando Io in una giovenca bianca. Hera tuttavia era ancora insospettita e chiese a Zeus di darle la giovenca in dono. Una volta ottenutala, Hera la affidò alla custodia del gigante [[Argo Panoptes|Argo]], perché la tenesse lontana da Zeus. Il re degli dei allora ordinò ad [[Ermes|Hermes]] di uccidere Argo, cosa che il dio fece addormentando il gigante dai cento occhi grazie al suono del suo flauto e poi tagliandoli la testa. Hera prese gli occhi del gigante e, per onorarlo, li pose sulle piume della coda del pavone, il suo animale sacro. Quindi mandò un tafano a tormentare Io, che cominciò a fuggire per tutto il mondo conosciuto, fino a giungere in [[Egitto]] dove, dopo aver partorito il figlio [[Epafo]], riacquistò forma umana.
 
===Lamia===
[[Lamia]] era una regina della [[Libia]] della quale Zeus si era innamorato. Hera per vendicarsi trasformò la donna in un mostro, ed uccise i figli che aveva avuto da Zeus. Una diversa versione della leggenda dice che Hera le uccise i figli e Lamia si trasformò in un mostro per il dolore. Lamia venne anche colpita da Hera con la maledizione di non poter mai chiudere gli occhi, in modo che fosse per sempre condannata a vedere ossessivamente l’immagine dei suoi figli morti. Zeus, per consentirle di riposare, le concesse il potere di cavarsi temporaneamente gli occhi e poi rimetterli al loro posto.
 
===Gerana===
[[Gerana]] era una regina dei [[Pigmei]] che si vantò di essere più bella di Hera. La dea, furibonda, la trasformò in una [[Grus grus|gru]] e proclamò solennemente che gli uccelli suoi discendenti sarebbero stati in eterna lotta contro il popolo dei Pigmei.
 
==Altre leggende su Hera==
[[immagine:Selinonte Temple E2.jpg|thumb|270px|left|Il tempio di Hera a [[Selinunte]] - Magna Grecia]]
===Cidippe===
[[Cidippe]], una sacerdotessa di Hera, doveva partecipare ad una cerimonia in onore della dea. Dato che il bue che avrebbe dovuto essere aggiogato al suo carro non arrivava, i suoi due figli, [[Bitone]] e [[Cleobi]], trainarono essi stessi il carro per 8 km per permetterle di prendere parte al rito. Cidippe rimase impressionata dalla loro devozione e chiese ad Hera di premiare i suoi figli con il miglior dono che una persona potesse ricevere. Come risposta, Hera dispose che i fratelli morissero nel sonno senza soffrire.
 
=== Tiresia ===
[[Tiresia]] era un sacerdote di Zeus: quando era giovane si imbatté in due serpenti arrotolati tra loro e, con un bastone, uccise il serpente femmina. Fu allora improvvisamente trasformato in una donna e, cambiato sesso, divenne una sacerdotessa di Hera, si sposò ed ebbe dei figli (tra i quali [[Manto]]). Altre versioni dicono invece che diventò invece una famosa ed abile prostituta. Passati sette anni, Tiresia trovò altri due serpenti intrecciati e questa volta uccise il serpente maschio, recuperando il suo sesso originario. A questo punto, dato che era stato sia uomo che donna, Hera e Zeus lo convocarono per chiedergli, visto che aveva vissuto entrambi i ruoli, se durante il rapporto amoroso provasse più piacere l’uomo o la donna. Zeus sosteneva fosse la donna, Hera naturalmente l’opposto. Quando Tiresia si mostrò propenso a confermare le tesi di Zeus, Hera lo accecò infuriata. Zeus allora, non potendo rimediare a ciò che la consorte aveva fatto, per compensarlo del danno gli diede il dono della profezia.
 
Una versione diversa della leggenda di Tiresia dice che fu invece accecato da [[Atena (mitologia)|Atena]] per averla vista mentre faceva il bagno nuda, e Zeus gli diede la profezia per le suppliche di sua madre [[Cariclo]].
 
==Mitopsicologia==
L'esegesi psicologica del mito di Era descrive un [[archetipo]] di donna e [[moglie]] abbastanza particolare: l'obiettivo della donna ''Hera'' è il controllo e la gestione del ménage familiare, più che la ricerca di un'intesa sessuale col proprio uomo.
 
Tali donne non ricercano di godere della presenza del proprio compagno, ma costruiscono case lustre e contemplative, tavole ben preparate, facciate dipinte e infiorate per i vicini.
 
Era, [[Giunone]], [[Vesta]] e altre dee del [[focolare]], dedite al [[matrimonio]] come istituzione, non sono amanti particolarmente eccitanti: lo dimostrano i continui tradimenti di [[Zeus]].<br>
Tali donne sono sessualmente povere, piene di inibizioni. L'''eros'' è messo alla porta, e il rapporto coniugale ne risulta appiattito. Hera è infatti la sorella di Zeus: con una donna così, sopprimendo la relazione erotica, il rapporto d'amore si sposta sul modello di altri affetti familiari, come la [[sorella]] e la [[madre]].
 
Se il partner della donna ''Hera'' non è una persona forte, risulta spesso essere più vicino al bambino viziato, prima dalla mamma e poi dalla moglie.<br>
Altrimenti tale [[marito]] è simile a Zeus. E allora la perfetta donna ''Hera'' prorompe in violente e vocianti scenate: come ci raccontano i [[mito|miti]] l'[[Olimpo]] intero tremava, quando la regina degli dei era infuriata.<br>
Tale donna non è [[gelosia|gelosa]] in senso erotico, ma è posseduta da una gelosia ''impersonale'', poiché "qualcosa" nel suo focolare non va come ''dovrebbe'' andare. La donna ''Hera'', seppur conosca le attività libertine dell'uomo ''Zeus'', non chiede il [[divorzio]], non rompe il legame coniugale, poiché quello che conta di più è l'istituzione del matrimonio, e non la coppia.
 
==Altri progetti==
{{interprogetto|commons=Category:Hera}}
 
==Note==
<div class="references-small">
<references/>
</div>
 
==Bibliografia==
*[[Walter Burkert|Burkert, Walter]], ''Greek Religion'' (La religione Greca) 1985.
*Burkert, Walter, ''The Orientalizing Revolution: Near Eastern Influence on Greek Culture in the Early Archaic Age'', (La rivoluzione orientalizzante: influenza del vicino oriente sulla cultura Greca agli inizi dell’età arcaica) 1998
*[[Robert Graves|Graves, Robert]], ''The Greek Myths'' (I miti Greci) 1955
*[[Karl Kerenyi|Kerenyi, Carl]], ''The Gods of the Greeks'' ( Gli dei della cultura Greca) 1951 (paperback 1980)
*Kerenyi, Karl, 1959. ''The Heroes of the Greeks'' ( Gli eroi dei Greci).
*Ruck, Carl A.P., and Danny Staples, ''The World of Classical Myth'' (Il mondo dei miti classici) 1994
*[[Jean Seznec|Seznec, Jean]], ''The Survival of the Pagan Gods : Mythological Tradition in Renaissance Humanism and Art,'' ( La sopravvivenza degli dei pagani: la tradizione mitologica nell’arte e nell’umanesimo rinascimentale) 1953
*Slater, Philip E. ''The Glory of Hera : Greek Mythology and the Greek Family'' (La Gloria di Hera: mitologia Greca e la famiglia) (Boston: Beacon Press) 1968 (Princeton University 1992 ISBN 0-691-00222-3 )
 
==Collegamenti esterni==
* {{en}} [http://www.theoi.com/Olympios/Hera.html Theoi Project, Hera] Hera nella letteratura classica e nell’arte Greca
* {{en}} [http://hellas.teipir.gr/Thesis/Samos/english/tdk158.html The Samos Museum:] Gli oggetti votive recuperati negli scavi dell’isola di Samo
 
{{Dodekatheon}}
{{Portale|mitologia greca}}
 
[[Categoria:Divinità olimpiche della mitologia greca]]
 
[[ar:هيرا]]
[[bg:Хера]]
[[br:Hera]]
[[bs:Hera]]
[[ca:Hera]]
[[cs:Héra]]
[[da:Hera]]
[[de:Hera]]
[[el:Ήρα (μυθολογία)]]
[[en:Hera]]
[[eo:Hera]]
[[es:Hera]]
[[et:Hera]]
[[eu:Hera]]
[[fa:هرا (همسر زئوس)]]
[[fi:Hera (mytologia)]]
[[fr:Héra]]
[[gl:Hera]]
[[he:הרה]]
[[hi:हीरा (देवी)]]
[[hr:Hera]]
[[hu:Héra]]
[[id:Hera]]
[[is:Hera (gyðja)]]
[[ja:ヘーラー]]
[[ka:ჰერა]]
[[ko:헤라]]
[[la:Hera]]
[[lb:Hera]]
[[lt:Hera]]
[[lv:Hēra]]
[[nds:Hera (Mythologie)]]
[[nl:Hera]]
[[nn:Hera]]
[[no:Hera]]
[[pl:Hera]]
[[pt:Hera]]
[[ro:Hera]]
[[ru:Гера]]
[[sh:Hera]]
[[simple:Hera]]
[[sk:Héra]]
[[sl:Hera]]
[[sr:Хера]]
[[sv:Hera]]
[[tr:Hera]]
[[uk:Гера]]
[[vi:Hera (thần thoại)]]
[[zh:赫拉]]