[[Immagine:Laurentius de Voltolina 001.jpg|thumb|Immagine di una scuola risalente al [[XIV secolo]].]]
Come [[sostantivo]], (la) '''scolastica''' definisce un periodo culturale e indica il pensiero logico-filosofico [[Medioevo|medievale]] dell'Occidente latino; ciò perché fu sviluppato e insegnato con un metodo particolare, detto appunto "scolastico"<ref>''scholasticus'' era detto, nel medioevo, chi insegnava in una scuola (abazia o università)</ref>.
==Origini e suddivisione in periodi==
{{nota disambigua|altri significati|[[Andreotti (disambigua)]]|Andreotti}}
Dal greco ''scholastikos'' (che significa letteralmente "educato in una scuola", "istruito"), la filosofia scolastica cercava di conciliare la fede [[Cristianesimo|cristiana]] con un sistema di [[ragione|pensiero razionale]], specialmente quello della [[filosofia greca]]. Il "periodo scolastico" si riferisce soprattutto al medio e [[Basso Medioevo]] in Occidente, quando il [[Cristianesimo]] conobbe una rinascita intellettuale e fu sfidato dal pensiero razionale dell'[[Islam]].
{{Carica pubblica
|nome = Giulio Andreotti
|immagine = Giulio andreotti.jpg
|carica = [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio dei ministri]]
|presidente = [[Giovanni Leone]]
|mandatoinizio = [[17 febbraio]] [[1972]]
|mandatofine = [[7 luglio]] [[1973]]
|predecessore = [[Emilio Colombo]]
|successore = [[Mariano Rumor]]
|presidente2 = [[Giovanni Leone]]<br />[[Sandro Pertini]]
|mandatoinizio2 = [[29 luglio]] [[1976]]
|mandatofine2 = [[4 agosto]] [[1979]]
|predecessore2 = [[Aldo Moro]]
|successore2 = [[Francesco Cossiga]]
|presidente3 = [[Francesco Cossiga]]
|mandatoinizio3 = [[22 luglio]] [[1989]]
|mandatofine3 = [[28 giugno]] [[1992]]
|predecessore3 = [[Ciriaco De Mita]]
|successore3 = [[Giuliano Amato]]
|carica4 = [[Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana|Ministro degli Esteri]]
|presidente4 = [[Bettino Craxi]]<br />[[Amintore Fanfani]]<br />[[Giovanni Goria]]<br />[[Ciriaco De Mita]]
|mandatoinizio4 = [[4 agosto]] [[1983]]
|mandatofine4 = [[22 luglio]] [[1989]]
|predecessore4 = [[Emilio Colombo]]
|successore4 = [[Gianni De Michelis]]
|carica5 = [[Ministro della Difesa]]
|presidente5 = [[Antonio Segni]]<br />[[Fernando Tambroni]]<br />[[Amintore Fanfani]]<br />[[Giovanni Leone]]<br />[[Aldo Moro]]
|mandatoinizio5 = [[15 febbraio]] [[1959]]
|mandatofine5 = [[23 febbraio]] [[1966]]
|predecessore5 = [[Antonio Segni]]
|successore5 = [[Roberto Tremelloni]]
|presidente6 = [[Mariano Rumor]]
|mandatoinizio6 = [[14 marzo]] [[1974]]
|mandatofine6 = [[23 novembre]] [[1974]]
|predecessore6 = [[Mario Tanassi]]
|successore6 = [[Arnaldo Forlani]]
|partito = [[Democrazia Cristiana]]
|carica7 = [[Ministro delle Finanze]]
|presidente7 = [[Antonio Segni]]<br />[[Adone Zoli]]
|mandatoinizio7 = [[6 luglio]] [[1955]]
|mandatofine7 = [[1º luglio]] [[1958]]
|predecessore7 = [[Roberto Tremelloni]]
|successore7 = [[Luigi Preti]]
|carica8 = [[Ministro dell'Industria, Commercio e Artigianato|Ministro dell'Industria]]
|presidente8 = [[Aldo Moro]]<br />[[Giovanni Leone]]
|mandatoinizio8 = [[23 febbraio]] [[1966]]
|mandatofine8 = [[12 dicembre]] [[1968]]
|predecessore8 = [[Edgardo Lami Starnuti]]
|successore8 = [[Mario Tanassi]]
|}}
{{Membro delle istituzioni italiane
|nome= Giulio Andreotti
|luogo_nascita = [[Roma]]
|data_nascita = [[14 gennaio]] [[1919]]
|luogo_morte = [[Roma]]
|data_morte = [[6 maggio]] [[2013]]
|istituzione=Senato
|titolo = [[Laurea]] in [[giurisprudenza]]
|professione = [[Giornalista]]
|nomina_senatore_a_vita=Nomina presidenziale
|partito = [[Democrazia Cristiana]] (1991-1994)<br />[[Partito Popolare Italiano (1994-2002)|Partito Popolare Italiano]] (1994-2001)<br />[[Democrazia Europea]] (2001-2002)
|legislatura = [[X Legislatura della Repubblica Italiana|X]], [[XI Legislatura della Repubblica Italiana|XI]], [[XII Legislatura della Repubblica Italiana|XII]], [[XIII Legislatura della Repubblica Italiana|XIII]], [[XIV Legislatura della Repubblica Italiana|XIV]], [[XV Legislatura della Repubblica Italiana|XV]], [[XVI Legislatura della Repubblica Italiana|XVI]], [[XVII Legislatura della Repubblica Italiana|XVII]]
|gruppo_parlamentare = [[Democrazia Cristiana|Democristiano]] (1991-1994)<br />[[Partito Popolare Italiano (1994-2002)|Partito Popolare]] (1994-2001)<br />[[Democrazia Europea|DE e autonomie]] (2001-2006)<br />[[Gruppo misto]] (2006-2008)<br />[[Unione dei Democratici Cristiani e di Centro|UDC e autonomie]] (2008-2013)<br />[[Per le Autonomie - Partito Socialista Italiano|Per le Autonomie - PSI]] (2013)
|nomina_senatore_a_vita=Nomina presidenziale
|data_nomina_senatore_a_vita=[[1º giugno]] [[1991]]
|incarichi =
*Membro 3ª Commissione permanente: affari esteri, emigrazione (in carica)
*Commissione speciale per l'esame di disegni di legge di conversione di decreti-legge
*Commissione parlamentare d'inchiesta concernente il "dossier Mitrokhin" e l'attività d'intelligence italiana
*Commissione speciale per la tutela e la promozione dei diritti umani
*Delegazione italiana all'Assemblea parlamentare della organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE)
|sito= http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede_v3/Attsen/00000074.htm
}}
{{Membro delle istituzioni italiane
|nome = Giulio Andreotti
|istituzione=Camera
|partito = [[Democrazia Cristiana]]
|circoscrizione= [[Provincia di Roma|Roma]]
|legislatura = [[Assemblea Costituente della Repubblica Italiana|AC]], [[I Legislatura della Repubblica Italiana|I]], [[II Legislatura della Repubblica Italiana|II]], [[III Legislatura della Repubblica Italiana|III]], [[IV Legislatura della Repubblica Italiana|IV]], [[V Legislatura della Repubblica Italiana|V]], [[VI Legislatura della Repubblica Italiana|VI]], [[VII Legislatura della Repubblica Italiana|VII]], [[VIII Legislatura della Repubblica Italiana|VIII]], [[IX Legislatura della Repubblica Italiana|IX]], [[X Legislatura della Repubblica Italiana|X]]
|incarichi =
* Membro 1ª Commissione (Affari Interni)
* Commissione speciale per l'esame della proposta di legge De Francesco N.1459: "Norme generali sull'azione amministrativa"
* Commissione speciale per l'esame del disegno di legge N.1264: "Norme in materia di locazioni e sublocazioni di immobili urbani" e delle proposte di legge in materia di locazioni e sfratti
* Membro 5ª Commissione (Bilancio e Partecipazioni Statali)
* Membro 7ª Commissione (Difesa)
* Componente della Giunta per il Regolamento
* Componente della 3ª Commissione (Esteri)
* Presidente della 3ª Commissione (Esteri)
* Componente della Rappresentanza italiana al Parlamento Europeo
|sito = http://legislature.camera.it/chiosco.asp?cp=1&position=I%20Legislatura%20/%20I%20Deputati&content=deputati/legislatureprecedenti/framedeputato.asp?Deputato=d200021
}}
{{Bio
|Nome = Giulio
|Cognome = Andreotti
|Sesso = M
|LuogoNascita = Roma
|GiornoMeseNascita = 14 gennaio
|AnnoNascita = 1919
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 6 maggio
|AnnoMorte = 2013
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Attività = politico
|Attività2 = scrittore
|Attività3 = giornalista
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = . È stato uno dei principali esponenti della [[Democrazia Cristiana]], protagonista della vita politica italiana per tutta la seconda metà del [[XX secolo]]
}}
Cronologicamente, esso copre il periodo che va dall'[[VIII secolo]] al [[Rinascimento]]. Si suddivide in:
[[Senatore a vita (diritto italiano)|Senatore a vita]] dal [[1991]], è stato il 16º, 19º e 28º [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana]] e ha ricoperto più volte numerosi incarichi di governo:
* Epoca pre-scolastica (dall'[[VIII secolo]] al [[IX secolo]]) con la fondazione della ''scola Palatina'' diretta prima da [[Alcuino di York]] e in seguito da [[Giovanni Scoto Eriugena]];
* sette volte [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]] (tra cui il [[governo]] di "solidarietà nazionale" durante il rapimento di [[Aldo Moro]] ([[1978]]-[[1979]]), con l'astensione del [[Partito Comunista Italiano]], e il governo della "non-sfiducia" ([[1976]]-[[1977]]), con la prima donna-ministro, [[Tina Anselmi]], al [[Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale|dicastero del Lavoro]]);
* Alta Scolastica (dall'[[X secolo]] al [[XII secolo]]) la cui figura di spicco fu [[Anselmo d'Aosta]], a cui seguirono altri come [[Pietro Abelardo]];
* otto volte [[ministero della Difesa|ministro della Difesa]];
* Bassa Scolastica, ossia il periodo d'oro coincidente con il [[XIII secolo]], grazie alla diffusione del pensiero di [[Alberto Magno]] e [[Tommaso d'Aquino]], a cui si contrappone specularmente quello di [[Bonaventura da Bagnoregio|Bonaventura]];
* cinque volte [[Ministero degli Esteri|ministro degli Esteri]];
* Tarda Scolastica, collocabile dopo [[Duns Scoto]], il cui principale esponente fu [[Guglielmo di Ockham]].
* tre volte [[Ministero delle Partecipazioni Statali|ministro delle Partecipazioni Statali]];
* due volte [[Elenco dei Ministri delle Finanze della Repubblica Italiana|ministro delle Finanze]], [[Elenco dei Ministri del Bilancio della Repubblica Italiana|ministro del Bilancio]] e [[Ministero dello Sviluppo Economico|ministro dell'Industria]];
* una volta [[ministero del Tesoro|ministro del Tesoro]], [[Ministero dell'Interno|ministro dell'Interno]] (il più giovane della storia repubblicana, a soli trentaquattro anni), [[ministero dei beni culturali|ministro dei beni culturali]] (ad [[interim]]) e [[Dipartimento per le Politiche Comunitarie|ministro delle Politiche Comunitarie]].
La scolastica ebbe origine dall'istituzione delle ''scholae'', ossia di un sistema scolastico-educativo diffuso in tutta Europa che garantiva una sostanziale uniformità di insegnamento. Esso fu il primo, e forse unico, sistema scolastico organizzato su vasta scala della storia dell'Occidente. Era stato [[Carlo Magno]] a volerlo, il quale, dando avvio alla "[[rinascita carolingia]]", aveva fondato ad [[Aquisgrana]] la ''[[Schola palatina (Aquisgrana)|Schola palatina]]'', per favorire l'istruzione delle genti e la diffusione del sapere allo scopo di dare unità e compattezza al [[Sacro Romano Impero]]. A tal fine si era servito dei monaci [[Ordine di San Benedetto|benedettini]], i quali avevano salvaguardato la cultura dei classici tramite la ricopiatura dei testi antichi, non solo di quelli religiosi ma anche scientifici e letterari: le loro abbazie divennero così i centri del nuovo sapere medievale.
È sempre stato presente dal [[1945]] in poi nelle assemblee legislative italiane: dalla [[Consulta Nazionale]] all'Assemblea costituente, e poi nel [[Parlamento]] italiano dal [[1948]], come deputato fino al [[1991]] e successivamente come [[senatore a vita]]. È stato Presidente della [[Casa di Dante in Roma]].
Gli insegnamenti erano divisi in due rami:
Il [[2 maggio]] [[2003]] è stato giudicato per [[concorso esterno in associazione mafiosa]] dalla Corte d'[[Corte d'appello (Italia)|Appello]] di Palermo, la quale lo ha assolto, per insufficienza di prove, per i fatti successivi al 1980 e ha dichiarato il non luogo a procedere, per prescrizione, per i fatti anteriori. Era stato assolto in primo grado, il [[23 ottobre]] [[1999]]. Nell'ultimo grado di giudizio, la II sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di appello, richiamando il concetto di "concreta collaborazione" con esponenti di spicco di [[Cosa Nostra]] fino alla primavera del [[1980]], presente nel dispositivo di appello. Il reato "ravvisabile" non era però più perseguibile per sopravvenuta [[prescrizione]] e quindi si è dichiarato il "non luogo a procedere" nei confronti di Andreotti.
*l'arte del [[trivio]] (ovvero il complesso delle materie ''letterarie'');
*l'arte del [[quadrivio]] (il complesso delle materie ''scientifiche'').
Preposto all'insegnamento di queste arti cosiddette "[[arti liberali|liberali]]" era anticamente lo ''Scholasticus'', a cui in seguito si affiancò un ''[[Magister artium]]'', di grado superiore, esperto in [[teologia]]. Le lezioni si svolgevano dapprima nei [[monastero|monasteri]], poi progressivamente nelle [[scuola cattedrale|scuole annesse alle cattedrali]], e infine nelle [[università]].
== Biografia ==
=== Infanzia, istruzione e adolescenza ===
Nato a [[Roma]] da genitori originari di [[Segni (Italia)|Segni]], all'età di due anni rimase precocemente orfano di padre e in seguito perse anche Elena, l'unica sorella:
{{quote|Mia madre è rimasta vedova giovanissima. Con mio fratello maggiore e mia sorella più grande, che morì appena si iscrisse all'università, vivevamo presso una vecchissima zia, classe 1854, nella casa nella quale io sono nato.<ref>In [[Enzo Biagi]], ''BUONI | CATTIVI'', Biblioteca Universale Rizzoli, Milano, 1991, p. 30, ISBN 88-17-11549-5.</ref>}}
==Caratteristiche e metodi==
Frequentò il ginnasio al "[[Liceo classico Ennio Quirino Visconti|Visconti]]" e il liceo al "[[Liceo Torquato Tasso|Tasso]]".<ref>Enzo Biagi, ''BUONI | CATTIVI'', ''op. cit.'' , p. 31.</ref> Si iscrisse poi alla facoltà di [[Giurisprudenza]] per ragioni da lui così illustrate:
{{quote|Appena presa la licenza liceale, fu doveroso per me non gravare più su mia madre, che con la sua piccola pensione aveva fatto miracoli per farci crescere, aiutata soltanto dalle borse di studio di orfani di guerra. Rinunciai, in fondo senza rimpianti eccessivi, a scegliere la facoltà di Medicina, che comportava la frequenza obbligatoria; mi iscrissi a Giurisprudenza e andai a lavorare come avventizio all'Amministrazione Finanziaria [...].<ref>Giulio Andreotti, ''Visti da vicino. Seconda serie'', Rizzoli Editore, Milano, 1983, p. 75, ISBN 88-17-85093-4.</ref>}}
[[File:Saint Thomas Aquinas.jpg|thumb|[[Tommaso d'Aquino]]]]
Si laureò in Giurisprudenza con il voto di 110/110 presso l'Università di Roma il 10 novembre del 1941.<ref>Massimo Franco, ''Andreotti'', Edizioni Mondadori, 2010, ISBN 8852012893</ref><ref>http://www.degasperi.net/scheda_fonti.php?id_obj=2890&obj_type=f12&parent_cat=</ref>
Il carattere fondamentale della filosofia scolastica consisteva nell'illustrare e difendere le verità di fede con l'uso della [[ragione]], verso la quale si nutriva un atteggiamento positivo. A tal fine, essa privilegiò la sistematizzazione del sapere già esistente rispetto all'elaborazione di nuove conoscenze.
Iniziò a soffrire fin da ragazzo di forti emicranie, mentre la sua gracile costituzione fisica giustificò infauste previsioni che Andreotti ricorda così:
{{quote|Aiutato dal mio carattere ad apprezzare anche il lato comico delle vicende, dimenticai presto la terribile prognosi del medico militare del [[Celio]] Ricci, che, dichiarandomi non idoneo al corso allievi ufficiali («[[oligoemia]] e deperimento organico») aveva aggiunto il pronostico che a suo giudizio non mi restavano più di sei mesi prima di passare a vita migliore.<ref>Giulio Andreotti, ''Visti da vicino. Seconda serie'', ''op. cit.'', p. 235.</ref>}}
L'intento degli scolastici era quello di sviluppare un sapere armonico, integrando la [[rivelazione#Cristianesimo|rivelazione cristiana]] con i sistemi filosofici del mondo greco-ellenistico, convinti della loro compatibilità, e anzi vedendo nel sapere dei classici, in particolare dei grandi pensatori come [[Socrate]], [[Platone]], [[Aristotele]], [[Plotino]], una via in grado di elevare all'accettazione dei [[dogma|dogmi]] cattolici.
=== Inizio della carriera politica ===
Intraprese la carriera politica già nel corso degli studi universitari, durante i quali entrò a far parte della [[Federazione Universitaria Cattolica Italiana]], che era l'unica associazione cattolica riconosciuta nelle università durante il fascismo, nella quale si formerà buona parte della futura classe dirigente democristiana. Andreotti ha spiegato così questo inizio:
{{quote|[...] stavo studiando [[diritto della navigazione]], andai in biblioteca e un impiegato mi disse: «Lei non ha niente di meglio da fare?». Io mi seccai un po'. Qualche giorno dopo mi chiama [[Giuseppe Spataro|Spataro]], che era stato presidente molti anni prima, e stava riorganizzando la [[Democrazia Cristiana]], e ci ritrovo quel signore dei libri che mi dice: "[[De Gasperi]] vuole il suo nome". [...] De Gasperi io non lo conoscevo. Mi venne detto: "Vieni a lavorare con noi". Allora ho cominciato, e non era affatto nei miei programmi. Poi, si sa, la politica è una specie di macchina nella quale se uno entra non può più uscirne.<ref>Enzo Biagi, ''BUONI | CATTIVI'', ''op. cit.'', pp. 31-32.</ref>}}
L'utilizzo della [[ragione]], che essi vedevano sapientemente esercitata nei testi greci, veniva messo in rapporto con la [[fede]] non allo scopo di dimostrarne i fondamenti, quanto piuttosto per contrastare le tesi eretiche e cercare di convertire gli atei.
Riguardo all'impiegato della biblioteca, Andreotti ha spiegato: «Io non sapevo chi fosse quel signore. Lui sapeva invece che dirigevo il giornale degli universitari cattolici»<ref>[[Bruno Vespa]], ''Storia d'Italia da Mussolini a Berlusconi'', Rai Eri - Mondadori, Milano, 2004, p. 7. ISBN 88-04-53484-2.</ref>. Infatti nella [[FUCI]] Andreotti era giunto, nel luglio [[1939]], a ricoprire l'incarico di direttore di ''[[Azione Fucina]]'' (la rivista degli universitari cattolici), proprio mentre [[Aldo Moro]] assumeva la presidenza dell'associazione.<ref>Sulle vicende di Andreotti e Moro negli anni della FUCI si veda [[Tiziano Torresi]], ''L'altra giovinezza. Gli universitari cattolici dal 1935 al 1940'', [[Cittadella editrice]], [[2010]], con prefazione dello stesso Andreotti.</ref> Quando nel [[1942]] questi fu chiamato alle armi, Andreotti gli successe nell'incarico di presidente, incarico che mantenne sino al [[1944]]:
{{quote|Con Moro ci conoscevamo fin dai tempi della Fuci, lui era presidente, io dirigevo l'Azione fucina, e quando lui lasciò la carica presi il suo posto. Quindi una dimestichezza che risaliva a prima della politica. [...] ho sempre avuto con lui una relazione molto facile, proprio perché c'era questo legame universitario.<ref>Enzo Biagi, ''BUONI | CATTIVI'', ''op. cit.'', p. 43.</ref>}}
Dallo studio dei testi greci nasce il problema degli universali (cioè del ''[[logos]]'', della forma) che viene sviluppato in modi differenti per tutta la scolastica.
Nel luglio del [[1943]] prese parte ai lavori che portarono alla redazione del [[Codice di Camaldoli]].
*''forma ante rem:'' l'essenza è prima della realtà (o della materia) come ritenevano [[Platone]] e [[Agostino d'Ippona]];
*''forma in re:'' l'essenza al di fuori della materia non ha alcun senso, come insegnava [[Aristotele]];
*''forma post rem:'' la "cosiddetta" essenza non è che un nome, ovvero una convenzione che deduciamo dall'analisi delle caratteristiche di una serie.
[[Tommaso d'Aquino|Tommaso]], sulla scorta di [[Anicio Manlio Torquato Severino Boezio|Boezio]], riteneva che gli universali esistessero sia ''ante rem'' come [[Idea]] nella mente di [[Dio]], sia ''in re'' come forma delle varie realtà, sia ''post rem'' come concetto formulato nella mente dell'uomo.
Durante la [[Seconda guerra mondiale|guerra]] scrisse per la ''[[Rivista del Lavoro]]'', pubblicazione di [[propaganda]] [[Fascismo|fascista]]. Partecipò anche alla redazione clandestina de ''[[Il Popolo]]''. Il 30 luglio 1944, al Congresso di Napoli, fu eletto nel primo Consiglio nazionale della Democrazia cristiana e il 19 agosto divenne responsabile dei gruppi giovanili del partito. In tale carica verrà confermato dal Congresso giovanile di Assisi del gennaio 1947.
A Tommaso, sostanzialmente fautore di un indirizzo filosofico [[realismo (filosofia)|realista]], si contrapposero i sostenitori del [[nominalismo]], secondo cui l'universale era solamente un ''flatus vocis'',<ref>Locuzione latina usata da [[Anselmo d'Aosta]] nel XII secolo per definire il nominalismo estremo di [[Roscellino di Compiègne]].</ref> cioè appunto un nome e nient'altro.
=== L'elezione all'Assemblea costituente e le prime responsabilità di governo ===
[[File:Andreotti46.jpg|thumb|left|150px|Giulio Andreotti negli anni quaranta.]]
Fu De Gasperi ad introdurlo nella scena politica nazionale, designandolo quale componente della Consulta nazionale nel [[1945]] e successivamente favorendone la candidatura alle elezioni del [[1946]] all'[[Assemblea Costituente della Repubblica Italiana|Assemblea Costituente]].
I due si conobbero casualmente nella [[Biblioteca Vaticana]] dove De Gasperi aveva un modesto impiego concessogli dal Vaticano per consentirgli di sfuggire alla miseria cui lo voleva condannato il regime fascista.<ref>Giulio Andreotti, ''De Gasperi visto da vicino'', Rizzoli, Milano, 1986, p. 12 : « .... Auspice l’avvocato [[Giuseppe Spataro]] (già presidente della [[Fuci]]), fui invitato nella sua casa di via Cola di Rienzo per incontrare, quasi clandestinamente, l’onorevole De Gasperi [...] Quando lo vidi restai di stucco. Qualche giorno prima avevo avuto un piccolo incidente in Biblioteca Vaticana dove ero andato per consultare l’opera del padre Guglielmotti sulla Marina pontificia, nel quadro di una ricerca universitaria suggeritami dal professor Roberto Sandiford, incaricato di diritto marittimo. Riempito il modulino di richiesta, lo presentai ad un austero impiegato(sembra che anche gli scrittori dovessero fare un po' di umile turno supplendo ammalati o altrimenti assenti) e mi sentii chiedere se non avessi studi più seri o più utili cui dedicarmi. Gli risposi garbatamente, ma un po' infastidito dalla sorprendente interferenza, insistendo per avere i volumi che io avevo chiesto in lettura. Scoprivo ora che l'impiegato in parola era proprio De Gasperi. Senza tanti preamboli, mi disse che gli piaceva il taglio dato ad ''[[Azione fucina]]'' e che voleva che collaborassi con [[GuidoGonella|Gonella]], sia nella redazione de ''[[Il Popolo]]'' che si stampava alla macchia, sia nella predisposizione di tutto il necessario per uscire come quotidiano a fascismo sconfitto.»</ref> e fra i due si sviluppò un intenso rapporto nonostante le profonde differenze caratteriali.
All'inizio degli [[anni 1940|anni quaranta]] il futuro papa [[Papa Paolo VI|Giovanni Battista Montini]], già assistente ecclesiastico della Fuci e sostituto della [[Segreteria di Stato della Santa Sede|segreteria di Stato]], aveva notato il giovane Andreotti e fu lui nel maggio [[1947]] ad esortare De Gasperi perché lo nominasse [[Sottosegretario di Stato|sottosegretario]] alla [[Presidenza del Consiglio]], «lasciando di stucco un'intera schiera di vecchi popolari che affollavano l'anticamera politica della nuova Italia»<ref>Bruno Vespa, ''Storia d'Italia da Mussolini a Berlusconi'', ''op. cit'', p. 8.<br />Anche [[Francesco Cossiga]], nell'intervista al ''Corriere'' del 14 novembre 2007 sul caso Moro, spiegherà che Andreotti era uomo di [[Papa Paolo VI|Papa Montini]].</ref>.
Poiché del resto la scolastica si sviluppò in varie ''scholae'' europee e quindi in realtà diverse, era inevitabile che in ogni ''schola'', avendo esse differenti esigenze e finalità, i pensieri e i metodi acquistassero caratteristiche diverse. Vi erano quindi ''scholae'' più vive e attive dove spesso si accendevano contrasti tra gli intellettuali più conservatori e i maestri d'arte, i più innovativi.
Andreotti divenne così parte del [[Governo De Gasperi IV|quarto governo De Gasperi]], venendo poi eletto nel [[1948]] alla [[Camera dei deputati]] per la circoscrizione di [[Roma]]-[[Latina]]-[[Viterbo]]-[[Frosinone]], in quella che sarà la sua roccaforte elettorale fino agli [[anni 1990|anni novanta]].
Gli scolastici svilupparono in tal modo un peculiare metodo di indagine speculativa, noto come ''[[quaestio]]'',<ref>La ''questione'', più che una domanda, era un modo di procedere logicamente a partire da un'aporia o una contraddizione all'interno di un argomento. Secondo B. Geyer «la forma caratteristica in cui la Scolastica pensa ed espone ciò che pensa è la ''[[quaestio]]''», che è per lui «il prodotto più caratteristico del [[Filosofia medievale|pensiero medioevale]]» (B. Geyer, ''Der Begriff der scholastischen Theologie'', Schroeder, Bonn 1926, pag. 113).</ref> basato sul commento e la discussione dei testi all'interno delle prime [[università]]. I vari dibattiti, tuttavia, dovevano seguire delle regole e dei riferimenti precisi, tra i quali vi era in particolare la [[logica matematica|logica formale]] di [[Aristotele]].<ref>«La certezza della retta comprensione e di un accordo genuino con l'insieme si ottiene grazie ad una "[[quaestio|messa in questione]]" di ogni singola affermazione in concorrenza con affermazioni alternative direttamente e formalmente contraddittorie (''propositiones dubitabiles'') e una soluzione di tali "dilemmi" attraverso una discussione basata sulle regole della [[dialettica]]» (M. De Rijk, ''La philosophie au moyen âge'', E.J. Brill, Leiden 1985, pag. 98).</ref> Valevano poi le ''[[autorità|auctoritas]]'', che erano rappresentate dagli scritti dei Padri della Chiesa (filosofia [[patristica]]), dai [[Bibbia|testi sacri]], e da scritti della tradizione cristiana.
Nel [[1952]], in vista delle elezioni amministrative del comune di Roma, Andreotti diede prova delle sue capacità diplomatiche e della credibilità conseguita agli occhi del Papa negli anni della presidenza della Fuci scrivendo a [[Papa Pio XII|Pio XII]] un appunto che finalmente lo persuase – dopo che non vi erano riusciti né Montini né De Gasperi – a rinunciare all'"operazione Sturzo" (cioè all'idea di un'alleanza elettorale che coinvolgesse anche i neofascisti).<ref>Bruno Vespa, ''Storia d'Italia da Mussolini a Berlusconi'', p. 76, che riporta le seguenti parole di Andreotti: «Il papa e i suoi consiglieri non avevano messo nel conto che una simile operazione avrebbe aperto immediatamente la crisi di governo: socialdemocratici, repubblicani e liberali erano infatti risolutamente contrari. Scrissi dunque un appunto per Pio XII spiegando quali effetti disastrosi avrebbe avuto l'operazione e glielo trasmisi attraverso madre Pascalina [la suora tedesca che si occupava della persona del papa, ''N.d.r.'']. Poche ore dopo, dalla segreteria di Stato mi chiamò [[Domenico Tardini|Tardini]]: «Non ti sei fidato di noi» mi disse, «Non c'era tempo» risposi. Il papa bloccò così l'operazione [...]».</ref>
Affidarsi all'interpretazione fornita in precedenza dalle ''auctoritates'' equivaleva, in sostanza, alla decisione di affidarsi a una voce ufficiale e decisa dai concili, per cui esisteva l'auctoritas in campo medico ([[Galeno]]), quella in campo metafisico ([[Aristotele]]) e quella in campo astronomico ([[Claudio Tolomeo|Tolomeo]]).
Andreotti mantenne la carica di sottosegretario alla Presidenza in tutti i governi De Gasperi e poi nel successivo [[governo Pella]], fino al gennaio [[1954]]. Ad Andreotti furono affidate numerose e ampie deleghe (fra le altre, quelle per lo spettacolo, lo sport, la riforma della pubblica amministrazione, l’epurazione). A lui si devono in particolare la rinascita della industria cinematografica nazionale e il rilancio degli stabilimenti di Cinecittà devastati nell'immediato dopoguerra (Legge n. 958 del 29 dicembre 1949)<ref>Lietta Tornabuoni, ''Cinecittà, i migliori ciak della nostra vita'': « Il primo film che torna a essere girato a [[Cinecittà]] è Cuore di Duilio Coletti, da De Amicis, con Vittorio De Sica e Maria Mercader. Dieci anni dopo l'inaugurazione, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giulio Andreotti, 27 anni, visita con altri quel primo set. Dal fascismo ci si purga con la devozione (Fabiola, Cielo sulla palude), mentre il neorealismo porta i grandi registi a lavorare nella realtà. Andreotti fa approvare la legge che «congela» una parte degli incassi dei film americano in Italia, e da questi «fondi bloccati» nasce Hollywood sul Tevere, l'affluenza modernizzante e divertente di registi e star del cinema americano.»</ref>, la rinascita del CONI e l'autonomia finanziaria dello sport attraverso il collegamento con il totocalcio. È del 1953, fra l'altro, il cosiddetto "veto Andreotti" contro il blocco della importazione di calciatori stranieri. Le benemerenze acquisite da Andreotti in questi anni nei confronti dello sport italiano gli verranno riconosciute il 30 novembre 1958 con la nomina all'unanimità, da parte del Consiglio nazionale del [[Comitato Olimpico Nazionale Italiano|Coni]], a presidente del Comitato organizzatore delle [[Giochi della XVII Olimpiade|Olimpiadi di Roma 1960]]. Molti anni dopo, nel 1990, Andreotti verrà inoltre insignito del prestigioso Collare all'Ordine olimpico, la massima onorificenza del Comitato Olimpico Internazionale.
Seguirono altri innumerevoli incarichi, tanto che Andreotti fu presente in quasi tutti i governi della [[Prima Repubblica (Italia)|Prima Repubblica]].
Come già aveva fatto notare [[Giovanni Scoto Eriugena]], però, non era la ragione a fondarsi sull'autorità, ma l'autorità a fondarsi sulla ragione: gli Scolastici così mantennero sempre una forte coscienza critica verso le fonti del loro sapere.<ref>«La vera autorità, in effetti, non contraddice la retta ragione, così come la retta ragione non contraddice la vera autorità; è dunque fuori di dubbio che entrambe promanano da un'unica fonte, e cioè dalla sapienza divina» ([[Giovanni Scoto Eriugena]], ''De divisione naturae'').</ref> Sarà il declino della fiducia nella ragione, a partire da autori come [[Guglielmo di Ockham]], che porterà alla fine della Scolastica e dello stesso [[Medioevo]].
=== Gli anni cinquanta e sessanta ===
Nel [[1954]] è per la prima volta ministro, guidando gli [[Ministero degli Interni|Interni]] nel brevissimo [[Governo Fanfani I|primo governo Fanfani]]. Successivamente diventa [[Ministero delle Finanze|ministro delle Finanze]] e nell'agosto del [[1958]] rimane coinvolto per «mancata vigilanza» nel [[Caso Giuffrè]] sulla base di un "memoriale", poi rivelatosi falso. Dall'accusa venne completamente scagionato da una commissione di inchiesta parlamentare.
===La Scolastica e la scienza===
Viene invece censurato da una Commissione d'inchiesta parlamentare del [[1961]]-[[1962]] su alcune irregolarità nei lavori dell'[[aeroporto di Fiumicino]]. La Commissione rimproverò ad Andreotti di aver preso "affrettatamente" le difese del colonnello Amici, suo sottoposto, riferendo gli accertamenti fatti dai suoi servizi.
[[File:Roger-bacon-statue.jpg|thumb|[[Ruggero Bacone|R. Bacone]]]]
Quasi parallelamente all'affermarsi della segreteria nazionale di [[Amintore Fanfani]], la corrente andreottiana nasce in quegli anni, ereditando nella capitale i quadri della destra clericale che nel 1952 s'erano coalizzati – con la benedizione del Vaticano – dietro il tentativo di espugnare il Campidoglio con la lista civica guidata da Luigi Sturzo. Essa esordì con la campagna di stampa che implicò [[Piero Piccioni]] (figlio del vicesegretario nazionale [[Attilio Piccioni]]) nella vicenda del [[Omicidio di Wilma Montesi|delitto di Torvajanica]].<br />Eliminata così la vecchia guardia degasperiana dalla guida del partito, gli andreottiani aiutarono la neonata corrente dei [[dorotei]] a conseguire la maggioranza necessaria per scalzare Fanfani dalla Presidenza del consiglio e dalla segreteria della Democrazia cristiana. Si trattava di «una sorta di curva Sud del partito [...] anche se marginale all'interno della Dc»<ref>Così Fernando Proietti, ''Morto Franco Evangelisti il camerlengo di Andreotti'', in "Corriere della Sera", 12 novembre 1993, pag. 15, secondo cui «Uno per tutti, tutti per Giulio» era il motto della squadra fondata nel 1954 da Evangelisti.</ref>, che [[Franco Evangelisti (politico)|Franco Evangelisti]] battezzò «corrente Primavera».
La filosofia scolastica era particolarmente incentrata sullo studio del dogma religioso cristiano, ma non solo. Gli scolastici diedero infatti un forte impulso anche allo sviluppo della [[scienza]].
[[File:Andreotti ritratto.jpg|thumb|right|Giulio Andreotti]]
Nel XII-XIII secolo, nell'ambito degli studi teologici che si tenevano nelle prime Università europee come [[Bologna]], [[Parigi]], [[Oxford]], si svilupparono diverse ricerche sulla [[natura]], ovvero sul creato considerato opera di [[Dio]], che avrebbero dovuto portare all'intelligibilità dell'opera di Dio creatore. Per i filosofi scolastici della natura la creazione era come un libro aperto che andava letto e compreso, un libro contenente leggi naturali la cui transitorietà era riconducibile a regole immutabili inscritte da Dio al momento della creazione. Tali studiosi pensavano che conoscere quelle leggi avrebbe consentito di elevare l'intelligenza umana e di avvicinarla sempre più a Dio. In quest'ambito valevano come ''auctoritas'' anche filosofi dell'epoca greca e persino pensatori di origine [[islamismo|islamica]].<ref>Ubaldo Nicola, ''Atlante illustrato di filosofia'', Demetra, 2000, pag. 206.</ref>
Nei primi [[Anni 1960|anni sessanta]] fu [[Ministero della Difesa|ministro della Difesa]] quando esplose lo scandalo dei [[fascicoli SIFAR]] e del [[Piano Solo]], un presunto progetto di [[golpe]] neofascista, promosso, secondo il settimanale ''[[L'Espresso]]'', dal generale [[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale|missino]] [[Giovanni De Lorenzo]]<ref>C. Ruta, ''Il processo. Il tarlo della Repubblica'', Eranuova edizioni, Perugia 1994; Giuseppe De Lutiis, ''Storia dei servizi segreti in Italia'', Editori riuniti, Roma 1985; Gallo Giuliano, ''Piano «Solo», fu vero golpe? De Lorenzo divide ancora'', "Corriere della Sera", 17 giugno 2003, p. 18.</ref>.
Due furono in particolare le scuole di pensiero, attestate peraltro su posizioni alquanto distanti tra di loro, che elaborarono ognuna un proprio [[metodo scientifico]]: quella di Parigi, facente capo ad [[Alberto Magno]], seguito dal suo discepolo [[Tommaso d'Aquino]], e quella di Oxford, dove fu attivo [[Ruggero Bacone]].<ref>James A. Weisheipl, ''Alberto Magno e le Scienze'', pag. 6, trad. it. di Alberto Strumia, Bologna, ESD, 1994.</ref> Costoro, pur restando fedeli al metodo aristotelico, si occuparono di [[filosofia della natura]] basandosi sulle osservazioni degli eventi e contestando alcuni elementi anti-scientifici del [[pensiero greco]]. Tommaso in particolare, noto per aver riformulato in chiave nuova la concezione aristotelica della [[verità]] come [[Adaequatio rei et intellectus|corrispondenza]] dell'[[intelletto]] alla [[realtà]],<ref>Il logico e matematico [[Alfred Tarski]] ha posto la concezione aristotelico-tomista dell'''adequatio rei et intellectus'' a fondamento della moderna concezione semantica della verità (cfr. ''Enciclopedia Treccani'' alla voce "Alfred Tarski"). «La concezione della verità come corrispondenza (''adaequatio'') oltre che da Tommaso d'Aquino è condivisa da tutti coloro che hanno una concezione [[realismo (filosofia)|realistica]] della [[conoscenza]], sia nella versione platonica (Platone, Agostino, Popper), sia in quella aristotelica (Aristotele, Tommaso d'Aquino, Tarski), oppure una concezione fenomenistica (Kant)» (cit. da [[Battista Mondin]], ''Manuale di filosofia sistematica: Cosmologia. Epistemologia'', vol. I, pag. 263, Bologna, ESD, 1999).</ref> sviluppò il concetto di ''[[analogia entis|analogia]]'' e di ''[[astrazione (filosofia)|astrazione]]'', il cui utilizzo è rintracciabile tuttora in più recenti scoperte scientifiche.<ref>F. Bertelè, A. Olmi, A. Salucci, A. Strumia, ''Scienza, analogia, astrazione. Tommaso d'Aquino e le scienze della complessità'', Padova, Il Poligrafo, 1999.</ref>
L'incarico ministeriale rivestito da Andreotti fu onerato, da una successiva legge, della responsabilità della distruzione dei fascicoli, con cui il [[Sifar]] aveva schedato importanti politici italiani, di cui aveva composto dei ritratti poco favorevoli. Gli si addebita perciò una responsabilità quanto meno oggettiva nel fatto che – come è stato accertato<ref>SENATO DELLA REPUBBLICA-CAMERA DEI DEPUTATI, XII LEGISLATURA, Doc. XXXIV, n. 1, RELAZIONE DEL COMITATO PARLAMENTARE PER I SERVIZI DI INFORMAZIONE E SICUREZZA E PER IL SEGRETO DI STATO, § 4.2: «Appare credibile quanto affermato a suo tempo dall'ingegnere Francesco Siniscalchi e dai dottori Ermenegildo Benedetti e Giovanni Bricchi circa una possibile donazione di fascicoli che l'ex capo del SIFAR Giovanni Allavena avrebbe effettuato a Gelli al momento di aderire alla loggia P2 nel 1967. Negli anni successivi, inoltre, l'adesione alla loggia di pressoché tutti i principali dirigenti del SID rende più che plausibile un travaso informativo da questi ultimi a Gelli».</ref> – quei fascicoli fossero stati prima fotocopiati e poi passati alla [[P2]] di [[Licio Gelli]], che aveva portato quei materiali all'estero<ref>Sergio Flamigni, ''Dossier Pecorelli'', Kaos ed., 2005.</ref>, a dispetto del fatto che la commissione parlamentare d'inchiesta avesse deciso di far bruciare a Fiumicino, nell'inceneritore, i fascicoli abusivi.<br />Quasi a rimarcare la differente cifra della sua condotta, [[Francesco Cossiga]], che nella veste di sottosegretario alla Difesa procedette parallelamente all'espunzione con ''[[omissis]]'' del rapporto della commissione ministeriale d'inchiesta del generale Manes sul Piano Solo, ha sempre pubblicamente vantato il suo intervento censorio, dichiarando di averlo svolto nella piena legalità.
Oltre alla scienza, il metodo scolastico venne applicato anche agli studi di [[diritto]], almeno a partire da [[Raniero Arsendi]] in avanti, operante nella scuola di Bologna.<ref>''Treccani'' alla voce "[http://www.treccani.it/enciclopedia/raniero-arsendi_%28Dizionario-Biografico%29/ Raniero Arsendi]".</ref>
Nel [[dicembre]] del [[1968]] viene nominato capogruppo della Dc alla Camera, incarico che manterrà per tutta la legislatura fino al [[1972]].
==Sviluppi successivi==
=== I primi anni settanta: Andreotti Presidente del Consiglio ===
{{vedi anche|Scolasticismo protestante|Neoscolastica}}
[[File:Andreotti Sinatra Nixon.jpg|thumb|left|In visita alla [[Casa Bianca]] nel [[1973]].]]
Nel [[1972]], Giulio Andreotti diventa per la prima volta [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]], incarico che reggerà, alla guida di due esecutivi di centro-destra, fino al [[1973]]. Continua a ricoprire incarichi di primo piano, nei successivi esecutivi.
Dopo il periodo d'oro, la scolastica conobbe un periodo di lenta decadenza, a causa della perdita dell'unità teologica dei Cristiani dopo la fine del [[Medioevo]].
Nel ruolo di [[Ministero della Difesa|ministro della difesa]], rilascia una famosa intervista a [[Massimo Caprara]] con cui rivela le coperture istituzionali dell'indagato per la [[strage di piazza Fontana]], [[Guido Giannettini]]<ref>XII legislatura, Camera dei deputati-Senato della Repubblica, Doc. XXXIV n. 3, RELAZIONE DEL COMITATO PARLAMENTARE PER I SERVIZI DI INFORMAZIONE E SICUREZZA E PER IL SEGRETO DI STATO SUI DOCUMENTI TRASMESSI DALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI MILANO - RILIEVI E VALUTAZIONI: «In particolare, nel 1974, egli aveva provocato una crisi nel SID, sia attraverso un'intervista a Massimo Caprara, per il settimanale "Il Mondo", rivelando la identità del neofascista Guido Giannettini, confidente del Servizio, sia attraverso iniziative contro il generale Vito Miceli (allora Direttore del SID), in rapporto alle vicende del cosiddetto golpe Borghese e della "Rosa dei venti", sia offrendo, dal marzo 1974, come Ministro della difesa, un attivo sostegno al generale Gianadelio Maletti (allora Capo dell'Ufficio D), nello scontro interno che lo contrapponeva a Miceli».</ref> (Andreotti sarà prosciolto, nel [[1982]], dall'accusa di favoreggiamento nei confronti di Giannettini).
Il termine "scolastico" assunse da allora una connotazione a volte negativa. Per l'abitudine di affidarsi a un sistema già collaudato per giustificare le proprie tesi, ogni filosofia, anche moderna o contemporanea, che utilizzi e si appoggi su una teoria filosofica già esistente, accordando la propria fede con la razionalità e l'investigazione filosofica, viene perciò definita scolastica.
Fra il [[1974]] e il [[1976]] ricopre il ruolo di [[Ministero del Bilancio|Ministro del Bilancio]] nei governi Moro IV e Moro V.
Si ebbero tuttavia alcuni periodi di rinascita, durante il XIV e il XVI secolo in [[Spagna]], soprattutto nelle università di [[Salamanca]] e [[Valladolid]], personaggi di spicco, tra gli altri i [[Ordine dei Frati Predicatori|domenicani]] [[Francisco de Vitoria]] e [[Bartolomé de Las Casas]], nonché [[Juan Ginés de Sepúlveda]] e il [[Compagnia di Gesù|gesuita]] [[Francisco Suárez]]. Tanto che si può parlare di [[Seconda Scolastica]], soprattutto con riferimento alla [[Scuola di Salamanca]]. La [[Seconda Scolastica]] ha influenzato largamente, attraverso le dispute teologico-giuridiche l'Inquisizione cattolica nel Nuovo Mondo, in virtù del fatto che molti teologi formatisi in Madrepatria andavano a far esperienza nei tribunali d'Oltreoceano finendo con l'arricchire in maniera acuta e penetrante le cause loro sottoposte e giungendo a gettare le fondamenta di quello che sarà l'Empirismo e l'Illuminismo, soprattutto dal punto di vista della salvaguardia dei diritti umani degli indios.<ref>Laureano Robles (a cura di), ''E la filosofia scoprì l'America. Incontro scontro tra filosofia europea e culture precolombiane'', Milano, Jaca Book, 2003.</ref><ref>{{Cita web|url=https://selendichter.wordpress.com/2016/08/19/linquisizione-contro-gli-indios-il-contributo-della-seconda-scolastica-nella-disputa-sulla-natura-giuridica-degli-indios-e-sistematizzazione-dei-crimines-teologi-giuristi-missionari-ed-in/|titolo=L’inquisizione contro gli indios. Il contributo della Seconda Scolastica nella disputa sulla natura giuridica degli indios e sistematizzazione dei crimines: teologi, giuristi, missionari ed inquisitori. Profili generali|autore=selenedichter Giovanni Di Rubba|sito=Giovanni dichter Di Rubba|data=2016-08-19|accesso=2017-02-03}}</ref>
=== La non-sfiducia e la solidarietà nazionale: Andreotti ritorna a Palazzo Chigi ===
[[File:G7 leaders 1978.jpg|250px|thumbnail|right|Da sinistra Andreotti con [[Takeo Fukuda]], [[Jimmy Carter]], [[Helmut Schmidt]] e [[Valéry Giscard d'Estaing]] al ''summit meeting'' del [[G7]] a [[Bonn]] [[1978]].]]
Contemporaneamente si può parlare anche di [[scolasticismo protestante]], come di un metodo di pensiero sviluppatosi nelle prime fasi del [[protestantesimo]], che si consolidò durante il XVII secolo, diventando particolarmente diffuso nella creazione di sistemi teologici protestanti come il [[calvinismo]]. Benché i maggiori Riformatori protestanti attaccassero la scolastica medioevale per sostenere la completa adesione alle sole [[Bibbia|Sacre Scritture]], si dimostrò impossibile purgare la teologia da metodi e atteggiamenti scolastici, o evitare conflitti che non implicassero complicati [[teologia|ragionamenti teologici]] ed [[ermeneutica biblica|interpretazioni bibliche]].
Nel [[1976]], il governo, presieduto da [[Aldo Moro]], perse la fiducia dei [[Partito Socialista Italiano (1892-1994)|socialisti]] in [[Parlamento]] e il Paese si avviò alle [[Elezioni politiche del 1976|elezioni anticipate]], che videro un forte aumento del [[Partito Comunista Italiano]], guidato da [[Enrico Berlinguer]]. La [[Democrazia Cristiana]] riuscì, anche se solo per pochi voti, a restare il partito di maggioranza relativa. Forte del buon risultato elettorale, Berlinguer propose, appoggiato anche da [[Aldo Moro]] e [[Amintore Fanfani]], di dare concretezza al "compromesso storico", ovvero alla formazione di un governo di coalizione fra PCI e DC, per superare la difficile situazione dell'Italia dell'epoca, colpita dalla crisi economica e dal [[terrorismo]].
In seguito, nel XIX secolo, con l'[[enciclica]] ''[[Aeterni Patris]]'' del [[1879]], [[papa Leone XIII]] promosse negli ambienti [[chiesa cattolica|cattolici]] un movimento di ritorno alla filosofia scolastica, che venne detto perciò ''neoscolastico''.<ref>[http://www.vatican.va/holy_father/leo_xiii/encyclicals/documents/hf_l-xiii_enc_04081879_aeterni-patris_it.html Il testo dell'enciclica ''Aeterni Patris''].</ref> I maggiori pensatori neoscolastici furono [[Jacques Maritain]] ed [[Étienne Gilson]], i quali si proposero di rivalutare la [[metafisica]] difendendola dai giudizi negativi del [[positivismo]] allora imperante. D'altro lato, combatterono le istanze [[idealismo|idealistiche]] eccessivamente incentrate sul [[soggetto (filosofia)|soggetto]] proprie delle filosofie di [[Cartesio]] e di [[Immanuel Kant|Kant]], in favore di una rivalutazione del [[realismo (filosofia)|realismo]].
[[File:G7 leaders 1977.jpg|thumb|left|[[Helmut Schmidt]], [[Pierre Trudeau]], [[Valéry Giscard d'Estaing]], [[James Callaghan]], [[Jimmy Carter]], Giulio Andreotti e [[Takeo Fukuda]] al summit del [[G7]] nel [[1977]] a [[Londra]].]]
Nel [[XX secolo|Novecento]] infine, da alcune parti venne riconosciuto alla scolastica un ruolo positivo e fondamentale per aver contribuito a costruire l'ossatura culturale dell'Europa. Lo scrittore tedesco [[Hermann Hesse]], ad esempio, manifestava grande ammirazione per il modo in cui l'istruzione medievale veniva organizzata e gestita armoniosamente all'interno della scolastica. Nel suo romanzo intitolato ''[[Il giuoco delle perle di vetro]]'' egli immaginò un sistema di studi, denominato “Castalia” e da lui collocato in un ipotetico futuro, che ricalcava quello della scolastica dei secoli d'oro: in esso si svolgeva la vita e l'educazione dei giovani destinati a preservare e coltivare armonicamente il sapere e lo spirito delle culture del passato.<ref>''Il gioco delle perle di vetro'' (1943) di H. Hesse, scrittore tedesco ispirato all'ascetismo e cresciuto in un ambiente religioso [[pietismo|pietista]].</ref>
Fu proprio Andreotti ad essere prescelto per guidare il primo esperimento in questa direzione: egli varò nel [[luglio]] del [[1976]] il suo [[Governo Andreotti III|terzo governo]], detto della "non sfiducia"<ref>«Ho pertanto proposto al Capo dello Stato la nomina dei ministri che oggi con me si presentano per ottenere la fiducia o almeno la non sfiducia del Senato e della Camera dei deputati.» {{cita web|url=http://legislature.camera.it/_dati/leg07/lavori/stenografici/sed0007/sed0007.pdf|titolo=Seduta della Camera dei Deputati del 4 agosto 1976}}</ref> perché, pur essendo un monocolore, si reggeva grazie all'astensione dei partiti dell'"arco costituzionale" (tutti tranne il [[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale|MSI-DN]]). Questo governo cadde però nel [[gennaio]] del [[1978]].
==Filosofi scolastici==
A [[marzo]] la crisi fu superata grazie alla mediazione di [[Aldo Moro]], che promosse un nuovo esecutivo, sempre un monocolore democristiano ma sostenuto dal voto favorevole di tutti i partiti compreso il [[Partito Comunista Italiano|PCI]] (votarono contro solo [[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale|MSI]], [[Partito Liberale Italiano|PLI]] e [[Südtiroler Volkspartei|SVP]]). Il nuovo governo fu nuovamente affidato ad Andreotti e ottenne la fiducia in [[Parlamento]], il [[16 marzo]], lo stesso giorno del sequestro di [[Aldo Moro|Moro]].
*Prescolastica ([[500]]-[[1000]])
La drammatica situazione fece nascere la cosiddetta "[[solidarietà nazionale]]", in nome della quale il PCI accettò di votare comunque la fiducia malgrado Andreotti avesse rifiutato tutte le richieste della [[sinistra (politica)|sinistra]] (riduzione del numero dei ministri, inclusione di alcuni indipendenti, esclusione di ministri quali [[Antonio Bisaglia]] e [[Carlo Donat Cattin]], apertamente contrari alla politica di solidarietà nazionale).<ref>''Discorsi parlamentari di Enrico Berlinguer'', pubblicato dalla Camera dei Deputati, a cura di M.L. Righi, 2001, p. 183.</ref>
** [[Severino Boezio]]<ref>La discussa collocazione di Boezio tra i precursori della scolastica è dovuta alla sua notevole influenza sul dibattito filosofico medioevale, cfr. in proposito: Battista Mondin, ''La prima Scolastica: Boezio, Cassiodoro, Scoto Eriugena'', in ''Euntes Docete'', 44 (1991), pp. 5-30.</ref>
** [[Cassiodoro]]<ref>Discussa anche la collocazione di Cassiodoro fra gli scolastici; cfr. nota 12.</ref>
** [[Alcuino di York]]
** [[Rabano Mauro]]
** [[Gotescalco]]
** [[Giovanni Scoto Eriugena]]
* Alta scolastica (circa [[1000]]-[[1200]]):
** [[Berengario di Tours]]
** [[Pier Damiani]]
** [[Anselmo d'Aosta]]
** [[Roscellino di Compiègne]]
** [[Bernardo di Chartres]]
** [[Teodorico di Chartres]]
** [[Guglielmo di Champeaux]]
** [[Gilberto Porretano]]
** [[Pietro Abelardo]]
** [[Guglielmo di Conches]]
** [[Adelardo di Bath]]
** [[Bernardo di Chiaravalle]]
** [[Ugo di San Vittore]]
** [[Pietro Lombardo (teologo)|Pietro Lombardo]]
** [[Giovanni di Salisbury]]
** [[Alano di Lilla]]
** [[Guglielmo d'Auxerre]]
** [[Bernardo Silvestre]]
** [[Bernardo di Moëlan]]
*Bassa scolastica ([[1200]]-[[1300]], ''Secolo d'Oro''):
** [[Roberto Grossatesta]]
** [[Alessandro di Hales]]
** [[Alberto Magno]]
** [[Ruggero Bacone]]
** [[Bonaventura da Bagnoregio]]
** [[Tommaso d'Aquino]]
** [[Sigieri da Brabante]]
** [[Boezio di Dacia]]
** [[Duns Scoto]]
*Tarda scolastica ([[1300]]-circa [[1500]]):
** [[Marsilio da Padova]]
** [[Guglielmo di Ockham]]
** [[Giovanni Buridano]]
** [[Nicola d'Oresme]]
** [[Antonino Pierozzi]]
*Scolastica barocca (circa [[1500]]-[[1650]]):
** [[Marcantonio Zimara]]
** [[John Mair]]
** [[Tommaso De Vio]]
** [[Francisco de Vitoria]]
** [[Bartolomé de Las Casas]]
** [[Melchor Cano]]
** [[Luis de Molina]]
** [[Francisco Suárez]]
** [[Roberto Bellarmino]]
** [[Giovanni di San Tommaso]]
*Neo-Scolastica (dal [[1879]], enciclica ''Aeterni Patris'' di [[Papa Leone XIII]])
** [[Desiré Mercier]] (1851 - 1926)
** [[Antonin-Dalmace Sertillanges]] (1863 - 1948)
** [[Jacques Maritain]] (1882 - 1973)
** [[Étienne Gilson]] (1884 - 1978)
** [[Francesco Olgiati]] (1886 - 1962)
** [[Gustavo Bontadini]] (1903 - 1990)
** [[Sofia Vanni Rovighi]] (1908 - 1990)
** [[Cornelio Fabro]] (1911 - 1995)
==Note==
Il ruolo di Andreotti nella gestione del [[sequestro Moro]] è fortemente controverso. Rifiutò ogni trattativa con i [[terrorismo|terroristi]] in nome della [[ragion di Stato]], sposando la linea della fermezza e scatenando forti critiche contro di lui da parte della famiglia dello statista rapito.
<references/>
==Bibliografia==
Nel suo [[memoriale Moro|memoriale]], scritto mentre era prigioniero, Moro riserva giudizi durissimi su Andreotti.
* Francesco Calcagno, ''Philosophia scholastica'', M. D'Auria, 1938
* Fabio Cioffi, ''I libri di dialogos: autori, test, problemi, verifiche. La filosofia cristiana e medievale'', Mondadori, 2001 ISBN 8842452092
* Alessandro Ghisalberti, ''Dalla prima alla seconda scolastica. Paradigmi e percorsi storiografici'', ESD, 2000 ISBN 887094414X
* Paolo Grossi (a cura di), ''La seconda Scolastica nella formazione del diritto privato moderno. Incontro di studio. Firenze, 16-19 ottobre 1972. Atti'', Milano, A. Giuffrè, 1973
* Anneliese Maier, ''Zwei Untersuchungen zur nach scholastichen Philosophie'', Storia e Letteratura, 1968 ISBN 8884988675
* Anneliese Maier, ''Studien zur Naturphilosophie der Spätscholastik'', Storia e Letteratura, 1955 ISBN 8884988292
* [[Battista Mondin]], ''[http://books.google.it/books?id=9VGX1bsCPP8C&printsec=frontcover&source=gbs_navlinks_s#v=onepage&q&f=false Storia della teologia: Epoca scolastica]'', vol. II, Bologna, ESD, 1996
* Daniel D. Novotný, [https://www.academia.edu/3648364/_In_Defense_of_Baroque_Scholasticism_Studia_Neoaristotelica_ "In defense of Baroque scholasticism"],''Studia Neoaristotelica'' 6 (2009), 209–233.
* Maurizio Pancaldi, Mario Trombino, ''Philosophica 2: Dall'ellenismo alla scolastica'', Marietti, 2007 ISBN 8839301569
* Erwin Panofsky, ''Architettura gotica e filosofia scolastica'', traduzione di F. Starace, Abscondita editore, 2010 ISBN 8884162335
* [[Marzio Pieri]], ''Rosmini e la sillogistica scolastica'', Zara editore, 1983
* [[Riccardo Quinto]], ''Scholastica. Storia di un concetto'', Padova, Il Poligrafo, 2001
* Oreste Sagramola, ''Lezioni di storia della filosofia medioevale. Dalle origini al cristianesimo. Da S. Agostino alla crisi della scolastica'', Vecchiarelli editore, 2008 ISBN 8882472175
* Oreste Sagramola, ''Temi e problemi della filosofia medioevale. L'esistenza di Dio nel pensiero medievale'', Vecchiarelli editore, 2009 ISBN 8882472485
* Rolf Schönberger, ''[http://books.google.it/books?id=2-5KEawi7YMC&printsec=frontcover&source=gbs_navlinks_s#v=onepage&q&f=false La scolastica medievale. Cenni per una definizione]'', Milano, Vita e Pensiero, 1997 ISBN 8834339851
* Francesco V. Tommasi, ''Philosophia transcendentalis. La questione antepredicativa e l'analogia tra la Scolastica e Kant'', Olschki editore, 2009 ISBN 8822258428
* Carl R. Trueman, R. Scott Clark, ''Protestant Scholasticism'', Paternoster Press, 1998
==Voci correlate==
Dopo l'[[omicidio]] di Moro, nel [[maggio]] del [[1978]], l'esperienza della solidarietà nazionale proseguì, portando all'approvazione di importanti leggi, come la riforma [[servizio Sanitario Nazionale (Italia)|sanitaria]]. La richiesta dei [[Partito Comunista Italiano|comunisti]], per una partecipazione più diretta alle attività di [[governo]], fu respinta dalla DC: di conseguenza Andreotti si dimise nel [[giugno]] del [[1979]].
*[[Filosofia medievale]]
*[[Scolasticismo protestante]]
*[[Teologia cristiana]]
==Altri progetti==
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{{Interprogetto|q=Scolastica|commons=Category:Scholasticism|wikt=scolastica|q_preposizione=sulla|q_etichetta=Scolastica|wikt_etichetta=scolastica|commons_preposizione=sullo|commons_etichetta=scolasticismo}}
==Collegamenti esterni==
In quel periodo teorizzò la "strategia dei due forni", secondo cui il partito di maggioranza relativa avrebbe dovuto rivolgersi alternativamente a [[Partito Comunista Italiano|PCI]] e [[Partito Socialista Italiano (1892-1994)|PSI]], a seconda di chi dei due "facesse il prezzo del pane più basso". {{Citazione necessaria|Sta di fatto che ciò produsse per lungo tempo un pessimo rapporto con [[Bettino Craxi]]: esso s'era degradato quando Andreotti aveva fissato le elezioni anticipate del [[1979]] ad una settimana dalle europee di quell'anno (disattendendo la richiesta del [[Partito Socialista Italiano (1892-1994)|PSI]], che riteneva di avere maggiori chance di trascinamento con la coincidenza tra le due date), ed era crollato definitivamente quando la vicenda di finanziamento illecito di correnti anticraxiane del PSI - che era dietro lo [[caso Eni-Petromin|scandalo ENI-Petromin]] - fu (a torto od a ragione) ricondotta da [[Bettino Craxi|Craxi]] ad ambienti andreottiani.}} Ne scaturì il veto ad incarichi di governo per tutta la successiva legislatura (quando - prematuramente - [[Bettino Craxi|Craxi]] disse che «...la vecchia volpe è finita in pellicceria»<ref name=volpe>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1999/ottobre/27/Andreotti_invoca_gesto_clemenza_co_0_9910271735.shtml|titolo=E Andreotti invoca un gesto di clemenza|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|giorno=27|mese=ottobre|anno=1999|pagina=2|accesso=10-5-2012}}</ref>): si trattò dell'unico quadriennio della [[Prima Repubblica (Italia)|Prima Repubblica]] (oltre al periodo 1968-1971) in cui Andreotti non rivestì alcun incarico di governo.
* {{fr}}[http://scholasticon.ish-lyon.cnrs.fr/index_fr.php Scholasticon] Risorse in linea per lo studio della Scolastica moderna (1500-1800) di Jacob Schmutz
* {{EI|nome=Scolastica|nomeurl=scolastica|autore=Francesco Pelster|anno=1936|accesso=23 luglio 2018}}
* {{Britannica}}
{{Scuole di pensiero economico}}
=== Gli anni ottanta ===
{{Controllo di autorità}}
Nel [[1983]] Andreotti assume la carica di [[Ministro degli Esteri]] nel [[Governo Craxi I|primo governo Craxi]], incarico che mantiene nei successivi governi fino al [[1989]]. Forte della sua pluridecennale esperienza di uomo politico, Andreotti favorì il dialogo fra [[USA]] e [[Unione Sovietica|URSS]], che in quegli anni si stava aprendo. All'interno del governo, si rese protagonista di diversi scontri con [[Bettino Craxi|Craxi]] - prevalentemente surrettizi, come quando sussurrò ad un [[giornalismo|giornalista]] di essere stato «...in [[Cina]] con [[Bettino Craxi|Craxi]] e i suoi cari...»<ref>Il riferimento è al viaggio diplomatico che [[Craxi]] fece in [[Cina]] con una delegazione ipertrofica, comprensiva di familiari: nonostante la consegna del silenzio, seguita da buona parte della stampa (cfr. ((http://valentini.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/01/04/in-cina-con-craxi-e-i-suoi-cari/)) ), la "battuta" di Andreotti contribuì a dare evidenza alla cosa, dando occasione a [[Beppe Grillo]] di farne oggetto di una barzelletta nell'ora di massimo ascolto del varietà serale di Rai 1.</ref> - ma nella gestione filoaraba della politica estera<ref>Da lui successivamente ricondotta alla proiezione mediterranea della penisola, collocata tra "l'acqua santa e l'acqua salata": vedi {{en}} Giulio Andreotti, ''Foreign policy in the Italian democracy'', in ''Political Science Quarterly'', 109, no. 3 (Special Issue 1994 1994): 529.</ref> fu oggettivamente in consonanza con il ''premier'', schierandosi con lui nella questione della risoluzione negoziata del [[Crisi di Sigonella|dirottamento della nave Achille Lauro]].
{{Portale|Cattolicesimo|Filosofia|medioevo}}
[[Categoria:Scolastica| ]]
Anche grazie a questi sviluppi, svolse successivamente un ruolo di tramite fra [[Bettino Craxi|Craxi]] e la [[Democrazia Cristiana]], i cui rapporti erano tutt'altro che idilliaci. Gli scontri fra il carismatico ''leader'' [[Partito Socialista Italiano (1892-1994)|socialista]] e il segretario democristiano [[Ciriaco De Mita]] erano all'[[ordine del giorno]], tanto che i giornali parlarono dell'esistenza del [[triangolo]] CAF ([[Bettino Craxi|Craxi]]-Andreotti-[[Arnaldo Forlani|Forlani]]): quando tale intesa sottrasse a De Mita la guida del governo, nel [[1989]], fu chiamato nuovamente alla presidenza del Consiglio, incarico che resse fino al [[1992]].
[[Categoria:Storia del cristianesimo]]
[[Categoria:Teologia cristiana]]
Si trattò di un governo dal decorso turbolento: la scelta di restare alla guida del governo, nonostante l'abbandono dei ministri della sinistra democristiana - dopo l'approvazione della norma sugli spot televisivi (favorevole alle emittenze private di [[Silvio Berlusconi]], reso "oligopolista" dalla [[legge Mammì]]) - non impedì il riemergere di antichi sospetti e rancori con [[Bettino Craxi|Craxi]] (che alluse ad Andreotti quando disse che dietro il ritrovamento delle lettere di Moro in via Montenevoso vedeva una "manina", guadagnandosi la sua piccata replica che forse c'era stata una "manona"); lo [[Organizzazione Gladio|scandalo Gladio]] e le "picconate" del [[Presidente della Repubblica|presidente]] [[Francesco Cossiga]] lo videro destinatario di pressioni istituzionali fortissime, cui replicò con la consueta levità di spirito dichiarando che era «...meglio tirare a campare che tirare le cuoia»<ref>Nota Ansa del 13 gennaio 2009, intitolata "L'ANDREOTTISMO SPIEGATO CON LE SUE BATTUTE", su ((http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_851085871.html)).</ref>.
Nel [[1992]], finita la legislatura, Andreotti rassegnò le sue dimissioni, {{Citazione necessaria|non mancando di chiosare che facendo le valigie aveva trovato nei suoi cassetti alcune lettere del [[Presidente della Repubblica]] ancora chiuse}}. Eppure a quel Presidente dovette la sua sopravvivenza politica nella sua quarta età: l'anno prima era stato nominato [[senatore a vita]] proprio da [[Francesco Cossiga|Cossiga]].
Priva di radicamento territoriale al di fuori del Lazio (dove si valeva di [[proconsole|proconsoli]] territoriali come [[Franco Evangelisti (politico)|Franco Evangelisti]] prima e [[Vittorio Sbardella]] poi, oltre che di "specialisti" nelle varie istituzioni come il magistrato di Cassazione [[Claudio Vitalone]] ed il vescovo di [[Curia romana|Curia]] monsignor [[Fiorenzo Angelini|Angelini]]), la corrente andreottiana si alleava periodicamente con correnti espresse da altre realtà territoriali: da ultimo, negli anni ottanta, furono organici all'andreottismo, tra le tante, le correnti napoletane di [[Enzo Scotti]] e [[Paolo Cirino Pomicino]], quella bresciana di [[Giovanni Prandini]], quella milanese di Luigi Baruffi, quella emiliano-romagnola di [[Nino Cristofori]], quella piemontese di Silvio Lega, quella calabrese di Camelo Puija, quella palermitana di [[Salvo Lima]] e quella catanese di Nino Drago; al di là delle espressioni geografiche, un lungo tratto di cammino insieme compirono anche le frange politiche di [[Comunione e liberazione]], pur mantenendo un ampio margine di autonomia. Dopo la nomina a Senatore a vita, nel Lazio la corrente fu sottoposta a forti tensioni per capire su chi dovessero convergere le forze. Lo scontro fu particolarmente aspro e portò Vittorio Sbardella ad uscire dal Gruppo. Alle prime elezioni politiche successive alla nomina come senatore a vita, quelle del 1992, lo stesso Sbardella otterrà un lusinghiero risultato, arrivando secondo ad una incollatura da Franco Marini. In Regione sedeva dal 1990 il nipote di Andreotti (per parte di moglie) [[Luca Danese]].
=== Andreotti senatore a vita ===
In quello stesso anno, il [[1992]], Andreotti era considerato uno dei candidati più papabili per la carica di [[presidente della Repubblica]], ma la sua corrente non si espose mai con una candidatura esplicita che portasse alla conta dei voti, preferendo l'esercizio di un'estenuante interdizione che tenne sulla corda gli altri candidati del CAF (fino a "bruciare", in due memorabili scrutini di metà maggio, la candidatura di [[Arnaldo Forlani]], che non riuscì a raggiungere il ''quorum'' per meno di trenta voti). Quella di Andreotti, che era studiata come una candidatura da far emergere dopo l'affossamento delle altre, divenne però a sua volta del tutto impraticabile dopo l'assassinio del giudice [[Giovanni Falcone]] a Palermo: il fatto che due mesi prima fosse stato assassinato a Palermo [[Salvo Lima]], della medesima corrente di Andreotti, fu giudicato in Parlamento un evento di scarsa presentabilità pubblica, in una situazione di emergenza nazionale nella lotta alla mafia. Così si passò a considerare altri nomi più "istituzionali": prima il presidente del Senato [[Giovanni Spadolini]] e poi, con successo, quello della Camera [[Oscar Luigi Scalfaro|Scalfaro]], sostenuto anche dalla [[sinistra (politica)|sinistra]].
Dall'ottobre del 1993, Giulio Andreotti diviene direttore del mensile internazionale ''[[30giorni|30 giorni nella Chiesa e nel Mondo]]'', in vendita solo nelle edicole intorno al [[Vaticano]] e nelle [[Edizioni Paoline|librerie Paoline]], ma a cui è possibile abbonarsi<ref>
{{cita web
|url=http://www.koinexpo.com/scheda.html?id=3711&lingua=1&id_espositore=1
|titolo=Trenta Giorni nella Chiesa e nel Mondo
|accesso=08-11-2008
|anno=2007}}</ref>.
Nel [[1994]], allo scioglimento della [[Democrazia Cristiana]], aderì al [[Partito Popolare Italiano (1994-2002)|Partito Popolare Italiano]] di [[Mino Martinazzoli]], partito che lascerà nel [[2001]], in seguito alla nascita della [[La Margherita|Margherita]].
Non toccato dalla tempesta di [[Tangentopoli]], nel [[1993]], dopo le rivelazioni di alcuni pentiti, viene indagato come mandante dell'[[Mino Pecorelli|omicidio Pecorelli]] dalla [[Procura della Repubblica|Procura]] di [[Perugia]]. Sarà assolto definitamente dalla [[Corte di Cassazione]] dieci anni dopo.
Lo stesso anno fu accusato di aver favorito la [[mafia]], tramite la mediazione del suo rappresentante in [[Sicilia]], [[Salvo Lima]]. Il [[Senato]], dietro sua sollecitazione, concesse l'autorizzazione a procedere e il processo accertò la collaborazione di Andreotti con la [[criminalità organizzata]] fino al [[1980]], facendo così scattare la prescrizione.
Nel febbraio del [[2001]] diede vita, insieme a Ortensio Zecchino e [[Sergio D'Antoni]], al partito d'ispirazione cristiana denominato [[Democrazia Europea]], che ottenne un risultato modesto alle elezioni e confluì nell'[[Unione di Centro (2008)|UDC]] nel [[2002]].
Le [[elezioni politiche del 2006]], che videro una vittoria di misura dell'[[L'Unione|Unione]] di [[Romano Prodi]], con al [[Senato della Repubblica|Senato]] un leggero vantaggio di seggi tra lo schieramento vincente e la [[Casa delle Libertà]], fecero discutere sui futuri assetti istituzionali e sulla necessità di ricompattare un'Italia sostanzialmente divisa in due. Perciò, da alcuni settori del [[centro-destra]] era giunta la proposta di assegnare la Presidenza del Senato al senatore a vita Andreotti, ritenuto capace di mediare tra i due schieramenti e tra le due anime del Paese.
Il senatore a vita aveva dichiarato «Deciderò sul momento» se accordare o meno la fiducia all'eventuale [[governo Prodi II]]. Sull'ipotesi di una sua elezione alla Presidenza del Senato, in un'intervista al quotidiano ''[[La Stampa]]'' del [[22 aprile]] 2006, si rese disponibile purché «...in un'ottica di conciliazione». L'elezione di Andreotti, secondo alcune fonti, avrebbe dovuto ottenere i consensi di un'ampia fetta dei moderati del [[centrosinistra]], fra [[La Margherita]] e l'[[Udeur]] di [[Clemente Mastella|Mastella]], mettendo in crisi la scelta, data ormai per certa, del [[La Margherita|diellino]] [[Franco Marini]].
Ma l'elezione, tenutasi il [[29 aprile]], al terzo scrutinio, portò al ruolo di presidenza del Senato Franco Marini, con 165 voti (quelli della maggioranza più quelli di alcuni senatori a vita e, verosimilmente, alcuni provenienti dai gruppi di minoranza della [[Casa delle Libertà|Cdl]]), contro le 156 preferenze raccolte dall'ex-presidente del consiglio tra le fila del centro-destra e dal senatore a vita [[Francesco Cossiga]]. {{citazione necessaria|L'elezione fu molto importante perché alcuni hanno ritenuto nei giorni precedenti, e soprattutto durante le prime due votazioni, che la coalizione di centrosinistra non sarebbe stata in grado di avere una duratura maggioranza dei voti per l'attività del Senato.}}
Il [[19 maggio]] [[2006]] accordò la fiducia al [[governo Prodi II]], assieme agli altri sei senatori a vita, suscitando vive polemiche nella Casa delle Libertà, che aveva sostenuto la sua candidatura alla Presidenza del Senato. Successivamente, si consultò spesso con il nuovo Presidente del Consiglio riguardo alla politica estera, che continuava a seguire in qualità di membro della Commissione Affari esteri del Senato.
Il [[21 febbraio]] [[2008]] suscitò scalpore la sua astensione in [[Senato]] alla [[risoluzione (Parlamento)|risoluzione]] della maggioranza di [[centrosinistra]], relativa alle linee guida di politica estera illustrate dal [[Ministro degli Esteri]] [[Massimo D'Alema]] al Senato della Repubblica, che non ottenne il ''[[quorum]]'' di maggioranza, iniziando così la crisi di [[Governo]] che portò il [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]] Romano Prodi a rassegnare, in serata, le dimissioni dal suo incarico al [[Presidente della Repubblica]] [[Giorgio Napolitano]].
Il senatore a vita aveva annunciato il giorno prima il suo voto favorevole. L'indomani dichiarò ai ''[[mass media]]'' che il suo cambio di scelta fu dovuto al discorso di [[D'Alema]], teso a marcare fortemente la discontinuità della politica estera del centrosinistra rispetto all'esecutivo dell'ex ''premier'' [[Silvio Berlusconi]]; dichiarò inoltre il suo totale disaccordo su di una politica tesa da un lato ad osannare il ''leader'' di [[Forza Italia]] e dall'altro a demonizzarlo<ref>
{{Cita news
|lingua =
|autore = Sebastiano Messina
|url = http://www.repubblica.it/2007/02/sezioni/politica/governo-battuto/andreotti-dopo-voto/andreotti-dopo-voto.html
|titolo = Andreotti e l'ombra della vendetta "Non sapevo di far cadere Prodi"
|pubblicazione = [[La Repubblica]]
|giorno = 22
|mese = 02
|anno = 2007
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|accesso = 13-11-2008
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}}</ref>
.
Alcuni tra commentatori e giornalisti insinuarono che l'astensione di Andreotti fosse dovuta alla tensione politica tra il [[Vaticano]] e il [[Governo Prodi II|Governo Prodi]], sorta circa il [[disegno di legge]] sui [[DICO]]. Andreotti aveva partecipato nel maggio 2007 ad una manifestazione "in difesa della famiglia" (''Family Day'')<ref>
{{cita web
|url=http://www.repubblica.it/2007/05/dirette/sezioni/politica/famigliapiazza/famigliapiazza/
|titolo=Family Day, piazza San Giovanni gremita Gli organizzatori: siamo più di un milione - Diretta - Repubblica.it |accesso=13-11-2008
|data=12-05-2007}}</ref>.
Il 29 [[aprile]] [[2008]], a seguito della rinuncia dei senatori [[Rita Levi-Montalcini]] e [[Oscar Luigi Scalfaro]], Andreotti ha svolto le funzioni di presidente provvisorio del [[Senato della Repubblica]] in quanto senatore più anziano.
Ha quindi diretto le votazioni che hanno portato all'elezione del senatore [[Renato Schifani]] alla seconda carica dello Stato.
Il suo notevole archivio cartaceo (3.500 faldoni, dal 1944 in poi) che, negli ultimi anni della sua carriera parlamentare, aveva sede nel suo ufficio di piazza in Lucina, è stato acquisito dalla Fondazione Sturzo<ref>[http://www.sturzo.it/site/it-IT/Menu_principale/Archivio_storico/Patrimonio_archivistico/Fondi_storici/Fondi_storici/fondo_giulio_andreotti.html Fondazione Sturzo: Fondo Giulio Andreotti]</ref> ed è stato utilizzato da Andreotti anche successivamente.
Il senatore Giulio Andreotti è il capo di governo più longevo in tutta la storia unitaria dell'Italia. Dopo il [[30 dicembre]] [[2012]], giorno della scomparsa di [[Rita Levi-Montalcini]], è stato il più anziano senatore in carica.
Muore il [[6 maggio]] [[2013]] nella sua casa di Roma; per volontà della famiglia le esequie si sono svolte in forma privata.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/politica/2013/05/06/news/andreotti-58170336/?ref=HREA-1|titolo=È morto Giulio Andreotti|data=6 maggio 2013|editore=[[La Repubblica]]}}</ref> E' sepolto presso il cimitero monumentale del [[Cimitero del Verano|Verano]] di [[Roma]].
== Vicende giudiziarie ==
=== Rapporti con Cosa Nostra ===
Andreotti è stato sottoposto a giudizio a [[Palermo]] per [[associazione per delinquere]]. Mentre la sentenza di primo grado, emessa il [[23 ottobre]] [[1999]], lo aveva assolto perché il fatto non sussiste, la sentenza di appello, emessa il [[2 maggio]] [[2003]], distinguendo il giudizio tra i fatti fino al [[1980]] e quelli successivi, stabilì che Andreotti aveva «commesso» il «reato di partecipazione all'[[associazione per delinquere]]» ([[Cosa Nostra]]), «concretamente ravvisabile fino alla primavera 1980», reato però «estinto per [[prescrizione]]». Per i fatti successivi alla primavera del [[1980]] Andreotti è stato invece assolto.
L<nowiki>'</nowiki>''[[obiter dictum]]'' della sentenza della Corte di Appello di Palermo del [[2 maggio]] [[2003]], parla di «...un'autentica, stabile ed amichevole disponibilità dell'imputato verso i mafiosi fino alla primavera del 1980»<ref>
{{Cita news
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|autore =
|url = http://www.repubblica.it/2003/g/sezioni/politica/motiva/motiva/motiva.html
|titolo = Andreotti assolto in appello "Non è un boss mafioso"
|pubblicazione = [[La Repubblica]]
|giorno = 25
|mese = 07
|anno = 2003
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|accesso = 26-05-2013
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}}</ref>.
Interrogato dalla [[procura di Palermo]] il [[19 maggio]] [[1993]], il sovraintendente capo della polizia [[Francesco Stramandino]], dichiarò di aver assistito il [[19 agosto]] [[1985]], in qualità di responsabile della sicurezza dell'allora [[ministro degli Esteri]] Andreotti, ad un incontro tra lo stesso politico e quello che solo successivamente sarà identificato come boss [[Andrea Manciaracina]], all'epoca sorvegliato speciale e uomo di fiducia di [[Totò Riina]].
Lo stesso Andreotti ammise in aula l'incontro con Manciaracina, spiegando che il colloquio ebbe a che fare con problemi relativi alla legislazione sulla pesca.
La sentenza di primo grado definì «inverosimile» la «ricostruzione dell'episodio offerta dall'imputato». Pur confermando che Andreotti incontrò uomini appartenenti a [[Cosa Nostra]] anche dopo la primavera del [[1980]], il tribunale stabilì che mancava «qualsiasi elemento che consentisse di ricostruire il contenuto del colloquio». La versione fornita da Giulio Andreotti, secondo il tribunale, potrebbe essere dovuta «al suo intento di non offuscare la propria immagine pubblica ammettendo di avere incontrato un soggetto strettamente collegato alla criminalità organizzata e di avere conferito con lui in modo assolutamente riservato».
Sia l'accusa sia la difesa presentarono ricorso in [[Corte di Cassazione|Cassazione]], l'una contro la parte assolutiva, e l'altra per cercare di ottenere la piena assoluzione. Tuttavia la [[Corte di Cassazione]] il [[15 ottobre]] [[2004]] rigettò entrambe le richieste confermando la prescrizione per qualsiasi ipotesi di reato prima del 1980 e l'assoluzione per il resto<ref>
{{Cita news
|lingua =
|autore =
|url = http://archivio.panorama.it/home/articolo/idA020001028553
|titolo = Andreotti, la Cassazione conferma l'appello
|pubblicazione = [[Panorama (rivista)|Panorama]]
|giorno = 28
|mese = 12
|anno = 2004
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|accesso = 13-11-2008
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}}</ref>.
Nella motivazione della sentenza di appello, confermata dalla cassazione, si legge (a pagina 211):
{{Quote|Quindi la sentenza impugnata, al di là delle sue affermazioni teoriche, ha ravvisato la partecipazione nel reato associativo non nei termini riduttivi di una mera disponibilità, ma in quelli più ampi e giuridicamente significativi di una concreta collaborazione.}}
Se la sentenza definitiva fosse arrivata entro il [[20 dicembre]] [[2002]] (termine per la prescrizione), Andreotti avrebbe potuto essere condannato in base all'articolo 416, cioè all'associazione "semplice" (poiché quella aggravata di stampo mafioso (416-bis) fu introdotta nel [[codice penale italiano|codice penale]] soltanto nel [[1982]], grazie ai relatori Virginio Rognoni (Dc) e Pio La Torre (Pci), oppure assolto con formula piena con la conferma della sentenza di primo grado.
Nel dettaglio, il giudice di legittimità, scrive<ref>[http://www.avvisopubblico.it/categorie/pubblicazioni/allegati/sentenza_cassazione_assoluzione_andreotti_2005.pdf Avviso Pubblico - Processo a Giulio Andreotti: Sentenza Corte di Cassazione (.pdf) pp. 94-95]</ref>:
{{quote|Pertanto la Corte palermitana non si è limitata ad affermare la generica e astratta disponibilità di Andreotti nei confronti di Cosa Nostra e di alcuni dei suoi vertici, ma ne ha sottolineato i rapporti con i suoi referenti siciliani (del resto in armonia con quanto ritenuto dal Tribunale), individuati in Salvo Lima, nei cugini Salvo e, sia pure con maggiori limitazioni temporali, in Vito Ciancimino, per poi ritenere (in ciò distaccandosi dal primo giudice) l'imputato compartecipe dei rapporti da costoro sicuramente intrattenuti con Cosa Nostra, rapporti che, nel convincimento della Corte territoriale, sarebbero stati dall'imputato coltivati anche personalmente (con Badalamenti e, soprattutto, con Bontate) e che sarebbero stati per lui forieri di qualche vantaggio elettorale (certamente sperato, solo parzialmente conseguito) e di interventi extra ordinem, sinallagmaticamente collegati alla sua disponibilità ad incontri e ad interazioni (il riferimento della Corte territoriale è alla questione Mattarella), oltre che alla rinunzia a denunciare i fatti gravi di cui era venuto a conoscenza.}}
==== Le rivelazioni dei pentiti ====
[[Leonardo Messina]] ha affermato di aver sentito dire che Andreotti era "[[punciuta|punciutu]]", ossia un uomo d'onore con giuramento rituale.<ref>http://www.repubblica.it/online/dossier/andreotti/andreottidue/andreottidue.html</ref>
[[Baldassare Di Maggio]] raccontò di un bacio tra Andreotti e Totò Riina. Successivamente questo non venne provato e si ritiene che abbia attirato tutta l'attenzione del processo su questo ipotetico fatto suggestivo, allontanandola dalle testimonianze di circa 40 pentiti.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/10/16/segreti-di-40-pentiti-azzerati-dal.html I segreti di 40 pentiti azzerati dal bacio a Riina - Repubblica.it » Ricerca]</ref>
[[Giovanni Brusca]] ha affermato: «Per quel che riguarda gli omicidi Dalla Chiesa e [[Rocco Chinnici|Chinnici]], io credo che non sarebbe stato possibile eseguirli senza scatenare una reazione dello Stato se non ci fosse stato il benestare di Andreotti. Durante la guerra di mafia c'erano morti tutti i giorni. [[Nino Salvo]] mi incaricò di dire a Totò Riina che Andreotti ci invitava a stare calmi, a non fare troppi morti, altrimenti sarebbe stato costretto ad intervenire con leggi speciali.» e «Chiarisco che in Cosa Nostra c'era la consapevolezza di poter contare su un personaggio come Andreotti.».<ref>[http://www.repubblica.it/online/dossier/andreotti/andreottidue/andreottidue.html la Repubblica/dossier: "E noi lo chiamavamo zio" I pentiti lo ricordano così]</ref>
=== Omicidio Pecorelli ===
Andreotti è stato anche processato per il coinvolgimento nell'omicidio [[Carmine Pecorelli|Pecorelli]] avvenuto il [[20 marzo]] [[1979]].
Secondo i magistrati investigatori, Andreotti commissionò l'uccisione del giornalista [[Mino Pecorelli]], direttore del giornale [[Mino_Pecorelli#OP|Osservatorio Politico]] (OP). Pecorelli - che aveva già pubblicato notizie ostili ad Andreotti, come quella sul mancato incenerimento dei fascicoli SIFAR sotto la sua gestione alla Difesa - aveva predisposto una campagna di stampa su finanziamenti illegali del partito della [[Democrazia Cristiana]] e segreti riguardo al rapimento e l'uccisione dell'ex primo ministro [[Aldo Moro]] avvenuto nel 1978 ad opera delle [[Brigate Rosse]]. In particolare, il giornalista aveva denunciato connessioni politiche dello [[scandalo petroli]], con una copertina intitolata "Gli assegni del Presidente" con l'immagine di Andreotti, ma accettò di fermare la pubblicazione del giornale già nella rotativa.
Il [[pentito]] [[Tommaso Buscetta]] testimoniò che [[Gaetano Badalamenti]] gli raccontò che «...l'omicidio fu commissionato dai [[cugini Salvo]] per conto di Giulio Andreotti», il quale avrebbe avuto paura che Pecorelli pubblicasse informazioni che avrebbero potuto distruggere la sua carriera politica.
In primo grado nel [[1999]] la corte di assise di [[Perugia]] prosciolse Andreotti, il suo braccio destro [[Claudio Vitalone]] (ex Ministro del Commercio con l'estero), Gaetano Badalamenti, [[Giuseppe Calò]], il presunto killer [[Massimo Carminati]] (uno dei fondatori del gruppo di estrema destra NAR - [[Nuclei Armati Rivoluzionari]]) e Michelangelo La Barbera. Successivamente, il [[17 novembre]] [[2002]] la [[corte d'appello (Italia)|corte di appello]] ribaltò la sentenza di primo grado e Badalamenti ed Andreotti furono entrambi condannati a 24 anni di carcere come mandanti dell'omicidio Pecorelli. Il [[30 ottobre]] [[2003]] la sentenza d'appello venne quindi annullata senza rinvio dalla [[Corte di Cassazione]], annullamento che rese definitiva la sentenza di assoluzione di primo grado.
=== Caso Almerighi ===
È stato condannato in via definitiva il 4 maggio 2010 per aver diffamato il giudice Mario Almerighi definendolo «falso testimone, autore di infamie e pazzo»<ref>[http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2010/05/cassazione-andreotti-condannato-almerighi-giudice.shtml?uuid=0ae95c82-57a4-11df-b335-c4e158cb6808 IlSole24ORE.com - Andreotti condannato, diffamò il giudice Almerighi, 4 maggio 2010]</ref><ref>[http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2010/05/04/visualizza_new.html_1788520318.html ANSA.it - Cassazione: Andreotti condannato per diffamazione, 4 maggio 2010]</ref><ref>[http://www.antimafiaduemila.com/content/view/28027/78/ Antimafia Duemila - Mentitore a vita, 7 maggio 2010]</ref>.
== Coinvolgimenti in altre vicende ==
La figura di Andreotti è oggetto di interpretazioni e polemiche di varia natura. Le numerose contestazioni che gli sono state volte hanno riguardato praticamente tutti i campi della sua attività e sono venute anche da politici e giornalisti illustri (come [[Indro Montanelli]]<ref>http://it.wikiquote.org/wiki/Giulio_Andreotti#Citazioni_su_Giulio_Andreotti</ref>). In parte ciò è ascrivibile all'assolutamente inedito ''curriculum'' ministeriale accumulato, che fece sì che anche senza più rivestire cariche formali egli fosse referente di alti funzionari e burocrati ministeriali e dei servizi di sicurezza, con un coinvolgimento personale in vicende che non lo riguardavano più sotto il profilo istituzionale<ref>Massimo Teodori, ''P2: la controstoria'', SUGARCO EDIZIONI - Dicembre 1985, ricorda ad esempio che il «...''dossier'' [[M.Fo.Biali]] rimase chiuso nelle casseforti del [[Servizio Informazioni Difesa|SID]] senza che nessuno ne venisse a conoscenza. Solo Andreotti, nell'aprile del 1975, ricevette una visita del generale Maletti, che gli riferì il contenuto esplosivo del fascicolo apprestato. L'allora ministro del Bilancio, che non aveva più alcuna giurisdizione sul SID, negò di aver saputo della parte riguardante il generale [[Giudice]] e la Guardia di Finanza, ma fu contraddetto dai suoi interlocutori»; alla Commissione d'inchiesta sulla P2 il generale Maletti depose che riferì ad Andreotti dell'indagine "per cortesia , cioè ad uso personale", trattandosi della persona che aveva commissionato gli accertamenti contenuti nel ''dossier'', nella veste di ministro della difesa, anche se al momento del completamento del dossier egli non rivestiva più quella carica. Anche nel caso [[Enimont]] l'ex direttore generale delle Partecipazioni statali, Sergio Castellari, scelse di fare visita a Giulio Andreotti, alle ore 8,30 della mattina del 18 febbraio 1993 in cui scomparve: Andreotti non aveva più incarichi ministeriali, Castellari non era più al soppresso ministero delle Partecipazioni statali, eppure come ultima persona con cui consigliarsi, prima del suicidio, Castellari scelse l'ex capo corrente del suo ministro, Franco Piga.</ref>.
Accuse e sospetti gli sono stati rivolti a proposito delle sue relazioni con la [[loggia P2]], [[Cosa Nostra]], la [[Chiesa cattolica]] e con alcuni individui legati ai più oscuri misteri della storia repubblicana. Tali voci - e specialmente il reato relativo al rapporto con Cosa Nostra - hanno certamente danneggiato la sua immagine pubblica: come s'è visto nel [[1992]], scaduto il mandato del dimissionario [[Francesco Cossiga]] come [[Presidente della Repubblica]], la candidatura di Andreotti sembrava destinata ad avere la meglio finché, durante i giorni delle votazioni di maggio, la [[strage di Capaci]] orientò la scelta dei parlamentari verso [[Oscar Luigi Scalfaro]].
=== Andreotti e Dalla Chiesa ===
Nel [[1978]], dopo il rapimento e l'uccisione di [[Aldo Moro]], in seguito al ritrovamento di un borsello sopra un pullman, i carabinieri del generale [[Carlo Alberto Dalla Chiesa]] riuscirono ad individuare un covo delle [[Brigate Rosse]] appartenente alla colonna [[Walter Alasia]], situato a [[Milano]] in Via Monte Nevoso. Ne scaturirono 9 arresti e una serie di perquisizioni, nella quale furono rinvenuti alcuni documenti riguardanti il rapimento di Moro e parte di un [[Memoriale Moro|memoriale dello stesso]]<ref>http://archiviostorico.corriere.it/2000/marzo/16/Caso_Moro_troppe_falsita_Dalla_co_0_0003169148.shtml</ref>. Il [[Memoriale Moro]] sarebbe stato consegnato da Dalla Chiesa ad Andreotti a causa delle informazioni contenute al suo interno. Inoltre nel [[1979]], pochi giorni prima di essere ucciso, [[Mino Pecorelli]] incontrò Dalla Chiesa per ricevere informazioni sul Memoriale, consegnandogli documenti riguardanti Andreotti<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/06/11/andreotti-disse-fermate-pecorelli.html ''E ANDREOTTI DISSE: FERMATE PECORELLI''] [[La Repubblica]] - 11 giugno [[1993]]</ref>.
Nel [[1982]] Andreotti spinse molto sulla disponibilità di Dalla Chiesa ad accettare l'incarico propostogli di Prefetto di Palermo. In un diario, un appunto del generale [[Carlo Alberto Dalla Chiesa]] datato [[2 aprile]] [[1982]] al presidente del Consiglio [[Giovanni Spadolini]] scriveva che la [[corrente politica|corrente]] democristiana siciliana facente capo ad Andreotti sarebbe stata la "famiglia politica" più inquinata da contaminazioni mafiose.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/09/02/sono-quattro-le-domande-che-restano-senza.html ''Sono quattro le domande che restano senza risposta''], articolo de ''La Repubblica'', del 2 settembre 2002</ref>
Sempre Dalla Chiesa, nel suo taccuino personale scrive: «Ieri anche l'on. Andreotti mi ha chiesto di andare [da lui, ndr] e, naturalmente, date le sue presenze elettorali in [[Sicilia]], si è manifestato per via indiretta interessato al problema; sono stato molto chiaro e gli ho dato però la certezza che non avrò riguardi per quella parte di elettorato alla quale attingono i suoi grandi elettori.[...] Sono convinto che la mancata conoscenza del fenomeno [...] lo ha condotto e lo conduce a errori di valutazione e circostanze.»<ref>Rita Di Giovacchino, ''Il libro nero della Prima Repubblica'', Fazi Editore, 2005, ISBN 88-8112-633-8, 9788881126330, pag 287</ref><ref>http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1986/11/13/andreotti-non-dice-la-verita-voi-dovete.html</ref>
=== Rapporti con Michele Sindona e Licio Gelli===
Secondo la Corte di [[Perugia]] ed il Tribunale di [[Palermo]] «Andreotti aveva rapporti di antica data con molte delle persone che a vario titolo si erano interessate della vicenda del banchiere della [[Banca Privata Italiana]] ed esponente della [[loggia massonica P2]] [[Michele Sindona]], oltre che con lo stesso Sindona.»<ref>[http://www.rifondazione-cinecitta.org/andreotti-sindona.html rifondazione-cinecitta.org<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
[[File:Andreotti gelli.jpg|thumb|Andreotti con [[Licio Gelli]] (al centro) all'inaugurazione dello stabilimento [[Permaflex]] di [[Frosinone]]]]
Tali rapporti si intensificarono nel [[1976]], al momento del crac finanziario delle banche di Sindona: [[Licio Gelli]], capo della [[loggia P2]], propose un piano per salvare la Banca Privata Italiana all'allora [[Ministro della Difesa]] Andreotti. Quest'ultimo, incaricò informalmente il senatore [[Gaetano Stammati]] (affiliato alla loggia [[P2]]) e [[Franco Evangelisti (politico)|Franco Evangelisti]] di studiare il progetto di salvataggio della Banca Privata Italiana, il quale venne però rifiutato da [[Mario Sarcinelli]], vice direttore generale della [[Banca d'Italia]]<ref>http://web.tiscali.it/almanaccodeimisteri/andreotti22.htm</ref>. In seguito, Andreotti si giustificò sostenendo che il suo interessamento per il salvataggio della Banca Privata Italiana era solo di natura istituzionale. Tuttavia, anche durante la lunga latitanza di Sindona all'hotel Pierre di [[New York]], Andreotti continuò a mantenere contatti con l'avvocato del banchiere, Rodolfo Guzzi, mostrandosi più che disponibile a tutte le iniziative volte a favorire lo stesso Sindona, sia per il salvataggio finanziario, sia per evitargli l'estradizione<ref>http://www.repubblica.it/online/dossier/andreotti/andreottiuno/andreottiuno.html</ref>.
Solo dopo il falso rapimento di Sindona, la sua estradizione e conseguente arresto per bancarotta fraudolenta e per l'omicidio del liquidatore della Banca Privata Italiana [[Giorgio Ambrosoli]], Andreotti se ne distanziò pubblicamente.
Su Ambrosoli, Andreotti ha in seguito dichiarato: «''è una persona che in termini [[Romanesco|romaneschi]] se l'andava cercando''».<ref>[http://www.corriere.it/politica/10_settembre_09/ambrosoli-andreotti_9ff648bc-bbd1-11df-8260-00144f02aabe.shtml ´Ambrosoli? Se l'andava cercandoª - Corriere della Sera] [[8 settembre]] [[2010]], nel corso della registrazione di una puntata di "[[La storia siamo noi]]" di [[Giovanni Minoli]], su [[Rai Due]]</ref>, per poi precisare: "''intendevo fare riferimento ai gravi rischi ai quali il dottor Ambrosoli si era consapevolmente esposto con il difficile incarico assunto''"<ref>[http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2010/09/09/visualizza_new.html_1785208102.html Ansa], 10 settembre 2010</ref>.
Sindona morì avvelenato da un caffè al [[cianuro]] il [[22 marzo]] [[1986]] nel carcere di [[Voghera]], due giorni dopo essere stato condannato all'[[ergastolo]] per l'omicidio di Ambrosoli. Tale morte venne archiviata come [[suicidio]], poiché le prove e le testimonianze riguardo al veleno utilizzato ed al comportamento di Sindona stesso facevano supporre un tentativo di auto-avvelenamento: tale atto sarebbe stato compiuto nella speranza di una re-estradizione negli Stati Uniti, paese con il quale l'Italia aveva un accordo sulla custodia del banchiere legato alla sicurezza e incolumità di quest'ultimo. Sindona, quindi, avrebbe messo in scena un avvelenamento e sarebbe morto a causa di un errore di dosaggio.
Il giornalista e docente universitario [[Sergio Turone]] ipotizza che fu Andreotti a far pervenire la bustina di zucchero contenente il cianuro fatale a Sindona, facendo credere a quest'ultimo che il caffè avvelenato gli avrebbe causato solo un malore. Secondo Turone, il movente del presunto omicidio sarebbe stato il timore che Sindona rivelasse durante il processo d'appello segreti riguardanti i rapporti tra politici italiani, [[Cosa Nostra]], e la [[P2]]: "''fino alla sentenza del [[18 marzo]] [[1986]] Sindona [aveva] sperato che il suo potente protettore [Andreotti] trovasse la via per salvarlo dall'ergastolo. Nel processo d'appello, non avendo più nulla da perdere, avrebbe detto cose che fin ora aveva taciuto.''"<ref>[http://www.rifondazione-cinecitta.org/andreotti-sindona1.html Sergio Turone] sui rapporti tra Andreotti e Sindona</ref>.
Va tuttavia sottolineato che tale ipotesi non è stata suffragata da alcuna prova concreta che implichi in alcun modo Andreotti nella morte di Sindona.
Ancora nel [[2010]], Giulio Andreotti dava un giudizio positivo su Sindona: "''Io cercavo di vedere con obiettività. Non sono mai stato sindoniano, non ho mai creduto che fosse il diavolo in persona''". Il fatto "''che si occupasse sul piano internazionale dimostrava una competenza economico finanziaria che gli dava in mano una carta che altri non avevano. Se non c'erano motivi di ostilità, non si poteva che parlarne bene''"<ref>[http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2010/09/09/visualizza_new.html_1785208102.html Ansa], 9 settembre 2010</ref>.
Inoltre nel [[1988]] Clara Canetti, la vedova del banchiere [[Roberto Calvi]] (trovato impiccato sotto il [[Blackfriars Bridge]] di [[Londra]] nel [[1982]]), affermò che il marito le avrebbe confidato poco tempo prima di morire che il vero capo della loggia [[P2]] era Andreotti, da cui Licio Gelli prendeva ordini<ref>http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/02/03/la-vedova-calvi.html</ref>: di tale affermazione però non sono mai stati raccolti riscontri attendibili ed Andreotti negò le accuse della vedova, rispondendo ironicamente: "''Se fossi un massone non mi accontenterei di essere a capo di una loggia soltanto''"<ref>http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/02/04/una-loggia-soltanto-non-mi-basterebbe.html</ref>. A proposito, in un'intervista concessa il [[15 febbraio]] [[2011]] al settimanale [[Oggi (rivista)|Oggi]], Licio Gelli dichiarò: "''Giulio Andreotti sarebbe stato il vero “padrone” della Loggia P2? Per carità.. io avevo la P2, [[Francesco Cossiga|Cossiga]] la [[Operazione Gladio|Gladio]] e Andreotti l’Anello''": l’Anello (o più propriamente chiamato «[[Noto servizio]]») sarebbe stato un [[servizio segreto]] parallelo e clandestino usato come anello di congiunzione tra i servizi segreti (usati in funzione anticomunista) e la società civile. Il settimanale [[Oggi (rivista)|Oggi]] chiese subito un commento ad Andreotti, il quale fece sapere di non volere rispondere alle dichiarazioni di Gelli<ref>http://www.corriere.it/cronache/11_febbraio_15/gelli-intervista-settimanale-oggi_68662fe0-391f-11e0-8e8c-58f8c06c30d0.shtml</ref>.
=== Andreotti e il Golpe Borghese ===
{{vedi anche|Golpe Borghese}}
A seguito delle rivelazioni sull'indagine legata al tentativo di Golpe da parte di [[Junio Valerio Borghese]], il [[15 settembre]] [[1974]] Giulio Andreotti, all'epoca Ministro della Difesa, consegnò alla magistratura romana un dossier del [[Servizio Informazioni Difesa|SID]] diviso in tre parti che descriveva il piano e gli obiettivi del golpe, portando alla luce nuove informazioni. Il dossier fu redatto dal numero due del SID, il generale [[Gianadelio Maletti]], che avviò un'inchiesta sulle cospirazioni mantenendolo nascosto anche a [[Vito Miceli]], direttore del servizio. Scoperto il progetto, Maletti fu costretto a scavalcare Miceli e a parlare direttamente con Andreotti.
Andreotti per questo destituì Miceli e altri 20 generali e ammiragli. Ma nel [[1991]] si scoprì che le registrazioni consegnate nel 1974 da Andreotti alla magistratura non erano in versione integrale. Vi erano infatti i nomi di numerosi personaggi di spicco in ambito politico e militare, per cui Andreotti stesso ha recentemente dichiarato che ritenne di dover tagliare quelle parti per non renderle pubbliche, in quanto tali informazioni erano "inessenziali" per il processo in corso e, anzi, avrebbero potuto risultare "inutilmente nocive" per i personaggi ivi citati. Nelle parti cancellate vi era il nome di [[Giovanni Torrisi]], successivamente Capo di Stato Maggiore della Difesa tra il 1980 e il 1981; ma anche riferimenti a [[Licio Gelli]] e alla loggia massonica [[P2]], che si doveva occupare del rapimento del Presidente della Repubblica [[Giuseppe Saragat]]; infine si facevano rivelazioni circa un "patto" stretto da Borghese con alcuni esponenti della [[Cosa nostra|mafia siciliana]], secondo cui alcuni sicari della mafia avrebbero ucciso il capo della polizia, [[Angelo Vicari]]. L'esistenza di tale patto sarebbe poi stata confermata da vari pentiti di mafia, tra cui [[Tommaso Buscetta]].
Grazie al [[Freedom of Information Act]] nel [[2004]] si è inoltre scoperto che il piano di Borghese era noto al governo degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e che esso aveva l'"avallo" a condizione che fosse assicurato il coinvolgimento di un personaggio politico italiano "di garanzia". Il nome indicato fu quello di Andreotti, che sarebbe dovuto diventare una sorta di presidente "in pectore" del governo post-golpe. Tuttavia non è accertato che Andreotti fosse al corrente dell'indicazione statunitense. Il dottor [[Adriano Monti]], complice di [[Junio Valerio Borghese]] nel tentato golpe, afferma che il suo nome, come "garante politico" del colpo di stato, sarebbe stato fatto da [[Otto Skorzeny]], promotore dell'''organizzazione Geleme'', una branca dei servizi segreti tedeschi durante la guerra, poi inserita tra le organizzazioni di ''intelligence'' fiancheggiatrici della [[Central Intelligence Agency|CIA]].
== Sinossi degli incarichi di Governo ==
{| class="wikitable sortable"
|-
! Ministro !! Mandato !! Governo
|-
| Segretario del Consiglio dei ministri
| [[31 maggio]] [[1947]] - [[23 maggio]] [[1948]]
| [[Governo De Gasperi IV]]
|-
| Segretario del Consiglio dei ministri
| [[23 maggio]] [[1948]] - [[12 gennaio]] [[1950]]
| [[Governo De Gasperi V]]
|-
| Segretario del Consiglio dei ministri
| [[27 gennaio]] [[1950]] - [[16 luglio]] [[1951]]
| [[Governo De Gasperi VI]]
|-
| Segretario del Consiglio dei ministri
| [[26 luglio]] [[1951]] - [[29 giugno]] [[1953]]
| [[Governo De Gasperi VII]]
|-
| Segretario del Consiglio dei ministri
| [[16 luglio]] [[1953]] - [[2 agosto]] [[1953]]
| [[Governo De Gasperi VIII]]
|-
| Segretario del Consiglio dei ministri
| [[17 agosto]] [[1953]] - [[5 gennaio]] [[1954]]
| [[Governo Pella]]
|-
| Ministro dell'Interno
| [[18 gennaio]] [[1954]] - [[30 gennaio]] [[1954]]
| [[Governo Fanfani I]]
|-
| Ministro delle Finanze
| [[6 luglio]] [[1955]] - [[6 maggio]] [[1957]]
| [[Governo Segni I]]
|-
| Ministro delle Finanze
| [[19 maggio]] [[1957]] - [[19 giugno]] [[1958]]
| [[Governo Zoli]]
|-
| Ministro del Tesoro
| [[1º luglio]] [[1958]] - [[15 febbraio]] [[1959]]
| [[Governo Fanfani II]]
|-
| Ministro della Difesa
| [[15 febbraio]] [[1959]] - [[23 marzo]] [[1960]]
| [[Governo Segni II]]
|-
| Ministro della Difesa
| [[25 marzo]] [[1960]] - [[26 luglio]] [[1960]]
| [[Governo Tambroni]]
|-
| Ministro della Difesa
| [[26 luglio]] [[1960]] - [[21 febbraio]] [[1962]]
| [[Governo Fanfani III]]
|-
| Ministro della Difesa
| [[21 febbraio]] [[1962]] - [[21 giugno]] [[1963]]
| [[Governo Fanfani IV]]
|-
| Ministro della Difesa
| [[21 giugno]] [[1963]] - [[4 dicembre]] [[1963]]
| [[Governo Leone I]]
|-
| Ministro della Difesa
| [[4 dicembre]] [[1963]] - [[22 luglio]] [[1964]]
| [[Governo Moro I]]
|-
| Ministro della Difesa
| [[22 luglio]] [[1964]] - [[23 febbraio]] [[1966]]
| [[Governo Moro II]]
|-
| Ministro dell'Industria, Commercio e Artigianato
| [[23 febbraio]] [[1966]] - [[24 giugno]] [[1968]]
| [[Governo Moro III]]
|-
| Ministro dell'Industria, Commercio e Artigianato
| [[24 giugno]] [[1968]] - [[12 dicembre]] [[1968]]
| [[Governo Leone II]]
|-
| Presidente del Consiglio
| [[17 febbraio]] [[1972]] - [[26 giugno]] [[1972]]
| [[Governo Andreotti I]]
|-
| Presidente del Consiglio
| [[26 giugno]] [[1972]] - [[7 luglio]] [[1973]]
| [[Governo Andreotti II]]
|-
| Ministro della Difesa
| [[14 marzo]] [[1974]] - [[23 novembre]] [[1974]]
| [[Governo Rumor V]]
|-
| Ministro del Bilancio e Programmazione Economica
| [[23 novembre]] [[1974]] - [[12 febbraio]] [[1976]]
| [[Governo Moro IV]]
|-
| Ministro del Bilancio e Programmazione Economica
| [[12 febbraio]] [[1976]] - [[29 luglio]] [[1976]]
| [[Governo Moro V]]
|-
| Presidente del Consiglio
| [[29 luglio]] [[1976]] - [[11 marzo]] [[1978]]
| [[Governo Andreotti III]]
|-
| Presidente del Consiglio
| [[11 marzo]] [[1978]] - [[20 marzo]] [[1979]]
| [[Governo Andreotti IV]]
|-
| Presidente del Consiglio
| [[20 marzo]] [[1979]] - [[4 agosto]] [[1979]]
| [[Governo Andreotti V]]
|-
| Ministro degli Affari Esteri
| [[4 agosto]] [[1983]] - [[1º agosto]] [[1986]]
| [[Governo Craxi I]]
|-
| Ministro degli Affari Esteri
| [[1º agosto]] [[1986]] - [[17 aprile]] [[1987]]
| [[Governo Craxi II]]
|-
| Ministro degli Affari Esteri e Ministro delle Politiche Comunitarie
| [[17 aprile]] [[1987]] - [[28 luglio]] [[1987]]
| [[Governo Fanfani VI]]
|-
| Ministro degli Affari Esteri
| [[28 luglio]] [[1987]] - [[13 aprile]] [[1988]]
| [[Governo Goria]]
|-
| Ministro degli Affari Esteri
| [[13 aprile]] [[1988]] - [[22 luglio]] [[1989]]
| [[Governo De Mita]]
|-
| Presidente del Consiglio
| [[22 luglio]] [[1989]] - [[12 aprile]] [[1991]]
| [[Governo Andreotti VI]]
|-
| Presidente del Consiglio
| [[12 aprile]] [[1991]] - [[28 giugno]] [[1992]]
| [[Governo Andreotti VII]]
|-
|}
== La figura di Andreotti ==
=== Immagine privata ===
[[Enzo Biagi]] ha scritto di lui:
{{quote|Non credo che nessuno lo abbia mai sentito gridare, né visto in preda all'agitazione. «Una cara zia» confida «mi ha insegnato a guardare alle vicende con un po' di distacco.» [...] Legge romanzi gialli, è tifoso della Roma, e si compera l'abbonamento, frequenta le corse dei cavalli, è capace di passare un pomeriggio giocando a carte, e l'attrice che preferiva, in gioventù, era la bionda [[Carole Lombard]], colleziona campanelli e francobolli del 1870 [...] Padre di quattro figli, ha la fortuna che la sua prole tende a non farsi notare. E neppure la signora Livia, la moglie, di cui non si celebrano né gli abiti né le iniziative. Non c'è aneddotica sulla signora Andreotti.<ref>[[Enzo Biagi]], ''Diciamoci tutto'', Mondadori, Milano, 1984, pp. 59-62, {{NoISBN}}.</ref>}}
Intervistato da Enzo Biagi, Andreotti ha detto della propria consorte: «ha un lieve brontolio ma, insomma, adesso ci siamo abituati, da una parte e dall'altra. [...] a mia moglie sono debitore dell'educazione dei figli che per il novantanove per cento è merito suo»<ref>In Enzo Biagi, ''BUONI | CATTIVI'', op. cit. , p. 46.</ref>. È diventato nonno di diversi nipoti, tra cui un "Giulio" e una "Giulia".<ref>Cfr. ''ibidem''.</ref>
Sempre Biagi ha scritto di lui: «cattolico praticante, quasi ogni giorno, essendo assai mattiniero, va ad ascoltare la prima Messa»<ref>Enzo Biagi, ''BUONI | CATTIVI'', op. cit. , p. 29.</ref>. [[Indro Montanelli]] ha commentato che «in chiesa, [[De Gasperi]] parlava con Dio; Andreotti col prete» (Montanelli riferisce anche che, lette queste parole, Andreotti ribatté: «sì, ma a me il prete rispondeva»)<ref>[[Indro Montanelli]], ''I protagonisti'', Rizzoli, Milano, 1976, p. 272, {{NoISBN}}.</ref>. Ebbe come confessore, per circa vent'anni, mons. [[Mario Canciani]], suo parroco presso la [[basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini]].<ref>Cfr. [[Mario Canciani]], ''Vita da prete'', Mondadori, Milano, 1991, p. 83, ISBN 88-04-34449-0.</ref>
Sul proprio carattere, Andreotti ha rivelato: «Non ho un temperamento avventuroso e giudico pericolose le improvvisazioni emotive. [...] Lavorare molto m'è sempre piaciuto. È una... utile deformazione»<ref>In [[Roberto Gervaso]], ''La mosca al naso. Interviste famose'', Rizzoli Editore, Milano, 1980, pp. 11-12, {{NoISBN}}.</ref>. Montanelli ha inoltre detto di lui: «Mi faccio una colpa di provare simpatia per Andreotti. È il più spiritoso di tutti. Mi diverte il suo cinismo, che è un cinismo vero, una particolare filosofia con la quale è nato»<ref>In Enzo Biagi, ''BUONI | CATTIVI'', op. cit. , p. 27.</ref>; «è distaccato, freddo, guardingo, ha sangue di ghiaccio. [...] È autenticamente colto, cioè di quelli che non credono che la cultura sia cominciata con la [[sociologia]] e finisca lì»<ref>Indro Montanelli, ''I protagonisti'', op. cit. , pp. 273-274.</ref>.
=== Soprannomi ===
{{cn|Ad Andreotti è stata attribuita una nutrita gamma di soprannomi:
* Per via della personalità carismatica e pragmatica, è stato soprannominato "Divo Giulio" dal giornalista [[Carmine Pecorelli|Mino Pecorelli]], prendendo spunto da [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]], evidenziandone la "sacralità" nella politica italiana.
* È stato chiamato anche "Zio Giulio", sia per l'epiteto con il quale sarebbe stato conosciuto dai clan mafiosi secondo l'accusa rivoltagli al processo palermitano (Zù Giulio, secondo i pentiti), sia per il tono paterno con cui tante volte - durante la [[Seconda Repubblica (Italia)|Seconda Repubblica]] - si è espresso nei suoi discorsi, atteggiandoli ad uno stile "super partes" proprio di uno degli ultimi Costituenti ancora in vita.
* Soprannominato [[Belzebù]] in ambiente socialista, quando lo si volle distinguere da [[Belfagor (mitologia)|Belfagor]], denominazione applicata a [[Licio Gelli]].
* Da ricordare anche altri soprannomi citati nel film ''[[Il Divo (film)|Il Divo]]'': "[[Moloch (divinità)|Molok]]", "la [[Sfinge]]", "il Gobbo" e "il Papa Nero".}}
* "La Volpe" o talvolta "vecchia volpe" è un altro soprannome con cui ci si è riferiti ad Andreotti.<ref name=volpe />
* Un ultimo appellativo usato più di frequente è anche "Indecifrabile"<ref>{{cita web|http://archiviostorico.corriere.it/2008/maggio/08/donne_Andreotti_co_9_080508031.shtml|Le donne di Andreotti, dall'archivio storico del Corriere della Sera, riga 31|02-04-2009}}</ref>.
=== Satira ===
Bersaglio molto frequente di strali [[satira|satirici]] e di prese in giro sul suo difetto fisico (ha una pronunciata quanto innascondibile [[cifosi]]), ha sempre risposto con una proverbiale [[ironia]] di scuola [[epigramma]]tica romana che nel tempo lo ha reso fonte di una nutrita schiera di commenti e battute ancora oggi di uso comune (tra le più famose "Il potere logora chi non ce l'ha", citando [[Charles Maurice de Talleyrand-Périgord|Talleyrand]]). Fra i suoi imitatori più celebri vi sono [[Alighiero Noschese]], [[Ugo Tognazzi]], [[Enrico Montesano]] e [[Oreste Lionello]].
Pochi sanno, tuttavia, che Andreotti a dispetto della sua postura traente in inganno (che farebbe presupporre nell'immaginario popolare, un corpo minuto) non è affatto basso, anzi, in una carta d'identità di molti anni fa, risulta alto 1,78, una statura superiore alla media della sua generazione.
=== Andreotti nel cinema, canzone e cultura popolare ===
*Secondo quanto affermato dalla figlia di [[Totò]], [[Liliana De Curtis]], la celebre scena del vagone letto nel film del 1952'' [[Totò a colori]]'', in cui l'attore napoletano duetta con l'onorevole Trombetta, interpretato da [[Mario Castellani]], sarebbe stata ispirata da un incontro tra Totò e Giulio Andreotti, realmente avvenuto su un treno in un vagone letto.<ref>{{Cita news|autore=Natascia Festa|url=http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/arte_e_cultura/2013/11-maggio-2013/figlia-toto-80-anni-svela-l-onorevole-trombetta-era-andreotti-2121092150966.shtml|titolo=La figlia di Totò compie 80 anni e svela: «L'onorevole Trombetta? Era Andreotti»|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=11 maggio 2013|accesso=11 maggio 2013}}</ref>
*[[Totò]] nel film ''[[Gli onorevoli]]'' del [[1963]] fa dire alla moglie che voterà per "Giulio" perché "non c'è rosa senza spine, non c'è governo senza Andreotti".
*A lui si ispira la figura del potente politico italiano [[Licio Lucchesi]] nel film del 1972 ''[[Il padrino - Parte III]]'' di [[Francis Ford Coppola]], al quale, tra l'altro, viene pronunciata all'orecchio la celebre frase "Il potere logora chi non ce l'ha".
*Nel 1983 è apparso nel film ''[[Il tassinaro]]'', con [[Alberto Sordi]], dove con la solita acida ironia, suggerisce le [[Università]] a numero chiuso, in modo da risolvere il problema dei laureati disoccupati.
* Ne ''[[Il commissario Lo Gatto]]'', ([[1986]]) con [[Lino Banfi]], alla fine del film un attore imita Andreotti (di spalle) che ringrazia il commissario per il servigio reso alla DC grazie al polverone creato dalla sua inchiesta che aveva svelato il legame di una soubrette con [[Bettino Craxi]], allora presidente del Consiglio.
*{{cn|È probabilmente ispirata alla figura di Andreotti il brano ''L'uomo falco'' del 1987, nell'album ''[[Sotto il segno dei pesci]]'' di [[Antonello Venditti]].}}
*In una storia di [[Topolino (libretto)|Topolino]] del [[1988]], ''Paperino portaborse'', il personaggio dell'onorevole Papeotti è la sua chiara parodia.
* Nell'album del 1992 ''[[Nomi e cognomi]]'' di [[Francesco Baccini]], gli è dedicata la canzone dal titolo ''Giulio Andreotti''.
* Nel film ''[[Giovanni Falcone (film)|Giovanni Falcone]]'' del [[1993]] un attore lo imita (sempre di spalle) in tutte le scene in cui appare. In questa pellicola parla con la voce di [[Sandro Iovino]].
*Il senatore a vita è stato protagonista di un celebre cartone animato italiano, ''Giulio Andreotti'' ([[2000]]), firmato da Mario Verger, trasmesso più volte dalla [[RAI - Radiotelevisione Italiana|RAI]]<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2000/settembre/28/Andreotti_diventa_eroe_dei_cartoni_co_0_00092810590.shtml Andreotti diventa un eroe dei cartoni animati], dal ''Corriere'', 28 settembre 2000</ref>
*Nel 2000 ha prestato immagine e voce per alcuni spot della [[Diners]], dove reinterpretava alcune sue famose frasi.
* Nel film ''[[I banchieri di Dio]]'' ([[2002]]) di [[Giuseppe Ferrara]], nel quale vengono ricostruite le vicende del banchiere [[Roberto Calvi]]. Il film ha avuto problemi durante la lavorazione, in quanto la magistratura ha voluto accertarsi delle ricostruzioni ancora al vaglio.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2001/luglio/20/Film_Calvi_soldi_bloccati__co_0_010720679.shtml|titolo=Film su Calvi, soldi bloccati|editore=[[Corriere della Sera]]|data=20 luglio 2001}}</ref>
*Alla vita di Andreotti è ispirato il film ''[[Il Divo (film)|Il Divo]]'' di [[Paolo Sorrentino]], il suo ruolo è stato interpretato da [[Toni Servillo]] e presentato al [[Festival di Cannes]] del [[2008]] e vincitore del [[Premio della giuria|Premio della Giuria]]. Il film narra gli anni dal 1991 al 1993, cioè dalla fiducia all'ultimo governo Andreotti all'inizio del processo per [[associazione mafiosa]]. Il film è basato su documenti politici reali e libri che ne fanno riferimento; Andreotti ha definito il film "una mascalzonata"<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/05/15/giulio-andreotti-andreotti-un-film.html articolo di Repubblica del 15 maggio 2008]</ref>, salvo poi rettificare<ref>[http://www.corriere.it/cinema/08_giugno_08/andreotti_sorrentino_divo_51982c5c-355b-11dd-901f-00144f02aabc.shtml articolo del Corriere della Sera dell'8 giugno 2008]</ref>.
*Nella trasmissione di [[Maurizio Costanzo]], il ''[[Maurizio Costanzo Show]]'' su [[Canale 5]] del [[17 gennaio]] del [[2009]], per festeggiare i 90 anni compiuti da Andreotti il 14 gennaio, Costanzo ricorda una frase detta in confidenza da Andreotti con la sua tipica ironia "A pensar male non si andrà in paradiso ma si dice la verità".
*È stato Presidente del Comitato d'Onore del "Premio Marcello Sgarlata"<ref>{{cita web|url=http://www.associazionemarcellosgarlata.com/comitato-d-onore.php|titolo=Associazione "Marcello Sgarlata"|accesso=5 maggio 2012}}</ref>
*Nell'album ''[[L'inizio (Fabrizio Moro)|L'inizio]]'' ([[2013]]) di [[Fabrizio Moro]] è presente una canzone su Andreotti intitolata ''Io so tutto''.
== Opere su Andreotti ==
=== Filmografia ===
*''[[Giulio Andreotti (film)|Giulio Andreotti]]'', film d'animazione di [[Mario Verger]], [[2000]]
*''[[Il Divo (film)|Il Divo]]'', film di [[Paolo Sorrentino]], [[2008]]
== Opere ==
*''Concerto a sei voci. Storia segreta di una crisi'', s.l., Edizioni della bussola, 1946; Milano, Boroli, 2007. ISBN 978-88-7493-103-3.
*''L'eucaristia nella vita sociale. Relazione al XIII Congresso eucaristico Nazionale. Assisi, settembre 1951'', Roma, Tip. G. Bardi, 1951.
*''Discorso al congresso. Napoli, 29 giugno 1954'', Roma, Tip. del Senato del dott. Bardi, 1954.
*''Pranzo di magro per il Cardinale'', Milano, Longanesi, 1954.
*''De Gasperi e il suo tempo. Trento, Vienna, Roma'', Milano, A. Mondadori, 1956; 1964; 1969; 1974.
*''Il senso dello stato'', Milano, Rizzoli, 1958.
*''Scritti e discorsi.... Da "Concretezza", "Oggi", "Politica", "La discussione"'', Roma, Tip. A. Garzanti, 1959.
*''La patria e le nuove generazioni nel pensiero dell'on. Giulio Andreotti, ministro della difesa'', Roma, Tip. OPI, 1963.
*''La sciarada di Papa Mastai'', Milano, Rizzoli, 1967.
*''I minibigami'', Milano, Rizzoli, 1971.
*''Ore 13: il Ministro deve morire'', Milano, Rizzoli, 1974.
*''De Gasperi e la ricostruzione'', Roma, Cinque lune, 1974.
*''La Democrazia cristiana. (1943-1948)'', Roma, Cinque lune, 1975.
*''Intervista su De Gasperi'', Roma-Bari, Laterza, 1977.
*''A ogni morte di Papa. I papi che ho conosciuto'', Milano, Rizzoli, 1980.
*''Diari 1976-1979. Gli anni della solidarietà'', Milano, Rizzoli, 1981. vincitore del Premio [[Il Libro dell'Anno]]
*''Visti da vicino'', Milano, Rizzoli, 1982.
*''Visti da vicino. Seconda serie'', Milano, Rizzoli, 1983. ISBN 88-17-85093-4.
*''Visti da vicino. Terza serie'', Milano, Rizzoli, 1985. ISBN 88-17-85102-7.
*''Unione europea. Un personaggio in cerca d'autore. Firenze, 23 novembre 1985'', Firenze, Istituto universitario europeo, 1985.
*''De Gasperi. Visto da vicino'', Milano, Rizzoli, 1986. ISBN 88-17-36010-4.
*''Onorevole, stia zitto'', Milano, Rizzoli, 1987. ISBN 88-17-85103-5.
*''Roma. Incanto di uomini e di dei'', con [[Sandra Facchini]], Gardolo, Reverdito, 1987. ISBN 88-342-0192-2.
*''L'URSS vista da vicino'', Milano, Rizzoli, 1988. ISBN 88-17-85184-3.
*''Gli USA visti da vicino'', Milano, Rizzoli, 1989. ISBN 88-17-85087-X.
*''Il potere logora.... ...Ma è meglio non perderlo'', Milano, Rizzoli, 1990. ISBN 88-17-85101-9.
*''Governare con la crisi'', Milano, Rizzoli, 1991. ISBN 88-17-84135-8.
*''Onorevole, stia zitto. Atto secondo'', Milano, Rizzoli, 1992. ISBN 88-11-84206-0.
*''Il mistero dell'uomo in grigio'', Petriccione, Giunti Lisciani, 1993. ISBN 88-09-50116-0.
*''Cosa Loro. Mai visti da vicino'', Milano, Rizzoli, 1995. ISBN 88-17-84446-2.
*''De (prima) re publica. Ricordi'', Milano, Rizzoli, 1996. ISBN 88-17-84486-1.
*''Non ho mai ballato con un presidente. Autobiografia non scritta di Giulio Andreotti'', Roma-Viterbo, Stampa alternativa-Nuovi equilibri, 1997. ISBN 88-7226-331-X.
*''Nove appunti di Natale'', Roma, Benincasa, 1997.
*''Operazione Via Appia'', Milano, Rizzoli, 1998. ISBN 88-17-85987-7.
*''A non domanda rispondo. Le mie deposizioni davanti al tribunale di Palermo'', Milano, Rizzoli, 1999. ISBN 88-17-86079-4.
*''[[I quattro del Gesù]]. Storia di un'eresia'', Milano, Rizzoli, 1999. ISBN 88-17-86221-5.
*''Teneteli su e altri racconti'', Roma, Benincasa, 1999.
*''Don Giulio Belvederi'', Roma, Trenta giorni, 1999.
*''Piccola storia di Roma. Da Romolo al giubileo del 2000'', Milano, Mondadori, 2000. ISBN 88-04-47796-2. vincitore del Premio Cimitile
*''Sotto il segno di Pio IX'', Milano, Rizzoli, 2000. ISBN 88-17-86362-9.
*''Volti del mio tempo. Personaggi della storia, della politica, della Chiesa'', Cinisello Balsamo, San Paolo, 2000. ISBN 88-215-4245-9.
*''1 gennaio 2025'', Roma, Benincasa, 2000.
*''Un gesuita in Cina, 1552-1610. Matteo Ricci dall'Italia a Pechino'', Milano, Rizzoli, 2001. ISBN 88-17-86940-6.
*''I nonni della Repubblica'', Milano, Rizzoli, 2002. ISBN 88-17-87026-9.
*''Uno sconto su Mosè'', Roma, Trenta giorni, 2002.
*''Continuo ad avere fiducia nella giustizia. La dichiarazione spontanea alla Corte d'appello di Palermo. 28 novembre 2002'', Roma, Trenta giorni, 2002.
*''I miei alti e bassi'', Roma, Benincasa, 2002.
*''Altri cento nonni della Repubblica'', Milano, Rizzoli, 2003. ISBN 88-17-87177-X.
*''La fuga di Pio IX e l'ospitalità dei Borbone'', Roma, Benincasa, 2003. ISBN 88-86418-12-4.
*''Nonni e nipoti della Repubblica'', Milano, Rizzoli, 2004. ISBN 88-17-00143-0.
*''1947. L'anno delle grandi svolte nel diario di un protagonista'', Milano, Rizzoli, 2005. ISBN 88-17-00718-8.
*''1948. L'anno dello scampato pericolo'', Milano, Rizzoli, 2005. ISBN 88-17-00927-X.
*''1949. L'anno del Patto Atlantico'', Milano, Rizzoli, 2006. ISBN 88-17-01153-3.
*''De Gasperi'', Palermo, Sellerio, 2006. ISBN 88-389-2130-X.
*''1953. Fu legge truffa?'', Milano, Rizzoli, 2007. ISBN 88-17-01527-X.
*''2000. Quale terzo millennio?'', Milano, Rizzoli, 2007. ISBN 978-88-17-01960-6.
*''Don Carlo Gnocchi nel ricordo di Giulio Andreotti'', Milano, San Paolo, 2009.
== Galleria Fotografica ==
<gallery>
File:Nixon Andreotti 1973.jpg|Andreotti e il Presidente [[Richard Nixon|Nixon]] nel [[1973]]
File:Carter Andreotti 1978.jpg|Andreotti incontra [[Jimmy Carter|Carter]] nel [[1978]]
</gallery>
== Onorificenze ==
=== Onorificenze italiane ===
{{Onorificenze
|immagine=Cavaliere BAR.svg
|nome_onorificenza=Cancelliere e Tesoriere dell'Ordine militare d'Italia
|collegamento_onorificenza=Ordine militare d'Italia
|motivazione=
|luogo=Dal [[15 febbraio]] [[1959]] al [[23 febbraio]] [[1966]] e dal [[14 marzo]] [[1974]] al [[23 novembre]] [[1974]]
}}
{{Onorificenze
|immagine=Gran Croce al merito CRI BAR.svg
|nome_onorificenza=Gran croce al merito della Croce Rossa Italiana
|collegamento_onorificenza=
|motivazione=
|luogo=
}}
* Cittadino Onorario di [[Cassino]] ([[provincia di Frosinone|FR]])
* Cittadino Onorario di [[Maddaloni]] ([[provincia di Caserta|CE]])
=== Onorificenze straniere ===
{{Onorificenze
|immagine=Equestrian order of the Holy Sepulcher of Jerusalem BAR.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (Santa Sede)
|collegamento_onorificenza=Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme
|motivazione=
|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine=ESP Isabella Catholic Order GC.svg
|nome_onorificenza=Gran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna)
|collegamento_onorificenza=Ordine di Isabella la Cattolica
|motivazione=
|luogo=[[1985]]
}}
{{Onorificenze
|immagine=PRT Order of Christ - Grand Cross BAR.png
|nome_onorificenza=Gran Croce dell'Ordine del Cristo (Portogallo)
|collegamento_onorificenza=Ordine del Cristo (Portogallo)
|motivazione=
|luogo=[[12 settembre]] [[1990]]
}}
{{Onorificenze
|immagine=Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.png
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (Borbone - Due Sicilie)
|collegamento_onorificenza=Ordine costantiniano di San Giorgio (Napoli)
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}}
{{Onorificenze
|immagine=POR Ordem do Merito Gra-Cruz BAR.svg
|nome_onorificenza=Gran Croce dell'Ordine al Merito (Portogallo)
|collegamento_onorificenza=Ordine al Merito (Portogallo)
|motivazione=
|luogo=[[31 ottobre]] [[1987]]
}}
{{Onorificenze
|immagine=ISL Icelandic Order of the Falcon - Grand Cross BAR.png
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Falcone (Islanda)
|collegamento_onorificenza=Ordine del Falcone
|motivazione=
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}}
{{Onorificenze
|immagine=SMOM-gcs.svg
|nome_onorificenza=Balì di Gran Croce di Grazia Magistrale con fascia dell Sovrano Ordine di Malta (SMOM)
|collegamento_onorificenza=Sovrano Militare Ordine di Malta
|motivazione=
|luogo=
}}
== Note ==
{{references|2}}
== Bibliografia ==
* Manfredi Giffone, Fabrizio Longo, Alessandro Parodi, ''[http://www.einaudi.it/speciali/Giffone-Longo-Parodi-Un-fatto-umano Un fatto umano - Storia del pool anfimatia]'', Einaudi Stile Libero, 2011, ISBN 978-88-06-19863-3
* Massimo Franco, ''Andreotti. La vita di un uomo politico, la storia di un'epoca'', [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]], [[2008]] ISBN 978-88-04-58150-5
* Tiziano Torresi, ''L'altra giovinezza. Gli universitari cattolici dal 1935 al 1940'', [[Cittadella editrice]], [[2010]] ISBN 978-88-308-1032-7
* Antonio Nicaso, "Io e la mafia, la verità di Giulio Andreotti", Monteleone, [[1995]] ISBN 88-8027-016-8
* Saverio Lodato, Roberto Scarpinato, "Il Ritorno del Principe", [[Chiarelettere]], [[2008]] ISBN 978-88-6190-056-1
* Gianluigi Nuzzi, [http://www.sibari.info/images/stories/FILEPDF/vaticanos.p.a..pdf ''Vaticano S.p.A. Da un archivio segreto la verità sugli scandali finanziari e politici della Chiesa''], {{pdf}} [[Chiarelettere]], 2009. ISBN 978-88-619-0067-7.
* Nicola Tranfaglia, ''La sentenza Andreotti. Politica, mafia e giustizia nell'Italia contemporanea'', [[Garzanti]], [[2001]] ISBN 9788811738985
== Voci correlate ==
*[[Governo Andreotti I]]
*[[Governo Andreotti II]]
*[[Governo Andreotti III]]
*[[Governo Andreotti IV]]
*[[Governo Andreotti V]]
*[[Governo Andreotti VI]]
*[[Governo Andreotti VII]]
*[[Operazione Gladio]]
*[[Crisi di Sigonella]]
*''[[Stanotte e per sempre]]'', racconto grottesco di [[Daniele Luttazzi]] su Andreotti e il caso [[Aldo Moro|Moro]]
*[[Il Divo (film)|Il divo (film)]]
*[[Luca Danese]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q|commons=Giulio Andreotti}}
== Collegamenti esterni ==
*[http://storia.camera.it/deputato/giulio-andreotti-19190114 Scheda della sua attività parlamentare sul Portale Storico della Camera dei deputati]
*[http://legislature.camera.it/chiosco.asp?cp=1&position=Assemblea%20Costituente\I%20Costituenti&content=altre_sezioni/assemblea_costituente/composizione/costituenti/framedeputato.asp?Deputato=1d200021 Scheda personale all'Assemblea Costituente]
* [http://www.senato.it/leg/14/BGT/Schede/Attsen/00000074.htm Scheda di attività senatoriale], sul sito istituzionale del Senato
<!-- *[http://www.antimafiaduemila.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=225&mode=thread&order=0&thold=0 Omicidio Pecorelli] su antimafiaduemila.com -->
* [http://clarence.supereva.com/contents/societa/memoria/andreotti/ Gli atti del processo Andreotti]
* [http://www.pa.itd.cnr.it/web/progetti/Andreotti/Didattica/indice.html Gli atti del processo Andreotti usati come materiale didattico per gli studenti di legge]
* [http://www.diritto.net/content/view/709/8/ Testo della sentenza del processo di Palermo]
* [http://www.magistraturademocratica.it/md.php/20/795 La sentenza Andreotti-Badalamenti della Corte di assise di appello di Perugia, 13-02-2003]
* [http://www.youtube.com/watch?v=-sor7rK5DJM Il processo Andreotti secondo Marco Travaglio]
* [http://www.youtube.com/watch?v=U-9Saud39vg Intervista a Gian Carlo Caselli sul caso Andreotti]
* {{openpolis|id=1456}}
* [http://www.antimafiaduemila.com/content/view/12384/78/ Almerighi diffamato: Andreotti condannato in appello]
* [http://www.centrostudimalfatti.org/index.php?option=com_content&view=article&id=23:giulio-andreotti&catid=10:a-c&Itemid=18 Centro Studi Politici e Sociali Franco Maria Malfatti]
{{Box successione
|tipologia = incarico governativo
|carica = [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana]]
|immagine = Italy-Emblem.svg
|periodo = [[17 febbraio]] [[1972]] - [[7 luglio]] [[1973]]
|precedente = [[Emilio Colombo]]
|successivo = [[Mariano Rumor]]
|periodo2 = [[29 luglio]] [[1976]] - [[4 agosto]] [[1979]]
|precedente2 = [[Aldo Moro]]
|successivo2 = [[Francesco Cossiga]]
|periodo3 = [[22 luglio]] [[1989]] - [[28 giugno]] [[1992]]
|precedente3 = [[Ciriaco De Mita]]
|successivo3 = [[Giuliano Amato]]
}}
{{Presidenti del Consiglio}}
{{Box successione|carica=[[Elenco dei Ministri degli Esteri della Repubblica Italiana|Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana]]|immagine=Italy-Emblem.svg
|periodo = [[4 agosto]] [[1983]] - [[22 luglio]] [[1989]]
|precedente = [[Emilio Colombo]]
|successivo = [[Gianni De Michelis]]
}}
{{Box successione|carica=[[Lista dei ministri italiani dell'Interno|Ministro dell'Interno della Repubblica Italiana]]|immagine=Italy-Emblem.svg
|periodo = [[18 gennaio]] [[1954]] - [[10 febbraio]] [[1954]]
|precedente = [[Amintore Fanfani]]
|successivo = [[Mario Scelba]]
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{{Box successione|carica=[[Elenco dei Ministri delle Finanze della Repubblica Italiana|Ministro delle Finanze della Repubblica Italiana]]|immagine=Italy-Emblem.svg
|periodo = [[6 luglio]] [[1955]] - [[1º luglio]] [[1958]]
|precedente = [[Roberto Tremelloni]]
|successivo = [[Luigi Preti]]
}}
{{Box successione|carica=[[Elenco dei Ministri del Tesoro della Repubblica Italiana|Ministro del Tesoro della Repubblica Italiana]]|immagine=Italy-Emblem.svg
|periodo = [[1º luglio]] [[1958]] - [[15 febbraio]] [[1959]]
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}}
{{Box successione|carica=[[Elenco dei Ministri del Bilancio della Repubblica Italiana|Ministro del Bilancio della Repubblica Italiana]]|immagine=Italy-Emblem.svg
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|successivo = [[Tommaso Morlino]]
}}
{{Box successione|carica=[[Elenco dei Ministri della Difesa della Repubblica Italiana|Ministro della Difesa della Repubblica Italiana]]|immagine=Italy-Emblem.svg
|periodo = [[15 febbraio]] [[1959]] - [[23 febbraio]] [[1966]]
|precedente = [[Antonio Segni]]
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|precedente2 = [[Mario Tanassi]]
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}}
{{Box successione|carica=[[Elenco dei Ministri dell'Industria e del Commercio della Repubblica Italiana|Ministro dell'Industria della Repubblica Italiana]]|immagine=Italy-Emblem.svg
|periodo = [[23 febbraio]] [[1966]] - [[12 dicembre]] [[1968]]
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|successivo = [[Mario Tanassi]]
}}
{{Box successione|carica=[[Elenco dei Ministri delle Partecipazioni Statali della Repubblica Italiana|Ministro delle Partecipazioni Statali della Repubblica Italiana]]|immagine=Italy-Emblem.svg
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|successivo = [[Giuseppe Guarino (politico)|Giuseppe Guarino]]
}}
{{Box successione|carica=[[Elenco dei Ministri per i Beni e le Attività Culturali della Repubblica Italiana|Ministro dei Beni Culturali della Repubblica Italiana]]|immagine=Italy-Emblem.svg
|periodo = [[12 aprile]] [[1991]] - [[28 giugno]] [[1992]]
|precedente = [[Ferdinando Facchiano]]
|successivo = [[Alberto Ronchey]]
}}
{{Box successione
|precedente=?
|successivo=[[Gianfranco Ravasi]]
|carica=Presidente della [[Casa di Dante in Roma]]
|periodo=[[20 agosto]] [[2010]]-[[1 marzo]] [[2012]]
|immagine=
}}
{{Premio Bancarella}}
{{anni di piombo}}
{{Controllo di autorità|VIAF=109833019|LCCN=n/79/60359}}
{{Portale|biografie|politica}}
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[[Categoria:Ministri dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato della Repubblica Italiana]]
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