Classe Type 12 e Posizioni femministe nei riguardi della sessualità: differenze tra le pagine

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Le '''posizioni prese dal [[femminismo]] nei confronti della [[sessualità]] in genere''' possono variare anche di molto, a seconda dei singoli gruppi e persone interessate. Molte femministe, in particolare quelle inglobate nel [[femminismo radicale]], sono molto critiche nei riguardi di ciò che vedono come un'oggettivazione e uno sfruttamento sessuale (una vera e propria [[schiavitù sessuale]]) nei [[mezzi di comunicazione di massa]] e all'interno della società. Le femministe radicali si oppongono spesso all'[[industria del sesso]], tra cui si annovera anche l'opposizione alla [[prostituzione]] e alla [[pornografia]].
{{s|navi}}
Le '''fregate Type 12''' più che una vera e propria classe, intesa in senso classico, sono una tipologia di navi, appartenente ad un’intera famiglia sviluppata dalla [[Royal Navy]] a partire dai primi anni che seguirono la fine del [[seconda guerra mondiale|secondo conflitto mondiale]]. Queste fregate [[Anti-Submarine Warfare|antisommergibile]] costituirono la base di una serie che sarebbero state successivamente costruite per il [[Regno Unito]] e per le marine di stati del [[Commonwealth delle nazioni|Commonwealth britannico]].
 
Altre femministe si definiscono invece come esponenti di un vero e proprio [[femminismo sessuale positivo]] (o "femministe positive nei confronti del sesso") e ritengono che un'ampia varietà di espressioni della sessualità femminile possa anche rappresentare un potere nelle mani delle donne quando esse sono liberamente scelte. Alcune femministe sostengono poi gli sforzi per riformare l'industria del sesso e farla così diventare meno intrisa di [[sessismo]], come ad esempio il movimento della [[pornografia femminista]].
Furono costruite per la Royal Navy tre diverse classi di fregate Type 12:
* Classe Type 12 o Whitby
* Classe Type 12I o Rothesay
* [[Classe Leander (fregata)|Classe Type 12M o Leander]]
 
== ClasseGuerre Whitbysessuali femministe ==
{{vedi anche|Guerre sessuali femministe}}
La costruzione delle unità della Classe Type 12 o Classe Whitby, iniziata nel [[1952]], vide le unità, sei in totale, entrare in servizio tra il [[1956]] e il [[1958]].
=== Controversie femministe sul sesso ===
Le battaglie sessuali femministe (e il suo sottoinsieme costituito dalla battaglie sessuali [[lesbiche]]), o più semplicemente le "guerre sessuali" o "guerre pornografiche"), furono degli accesi dibattiti tra femministe verificatisi alla fine degli anni settanta e all'inizio degli anni ottanta. Le due opinioni in contrapposizione erano caratterizzate da gruppi antiporno e da altri pro-sesso con disaccordi riguardanti la sessualità, la [[storia della rappresentazione erotica]], la pornografia, il [[sadomasochismo]], il ruolo delle donne [[transessuali]] ([[MtF]]) all'interno del [[femminismo lesbico]] e altre questioni sessuali.
 
Il dibattito finì col corrodere dall'interno il movimento, trovatosi coinvolto nel confronto tra femministe antipornografiche e altre femministe autodefinitesi "sessopositive", con il risultato che il femminismo si è trovato profondamente diviso a riguardo<ref name=Duggan>{{Cita libro|autore1=Duggan, Lisa |autore2=Hunter, Nan D. |titolo=Sex wars: sexual dissent and political culture |anno=1995 |editore=Routledge |città=New York | isbn=0-415-91036-6 }}</ref><ref name=Hansen>{{Cita libro|autore=Hansen, Karen Tranberg |autore2=Philipson, Ilene J. |titolo=Women, class, and the feminist imagination: a socialist-feminist reader |anno=1990 |editore=Temple University Press |città=Philadelphia | isbn=0-87722-630-X }}</ref><ref name=Gerhard>{{Cita libro|autore=Gerhard, Jane F. |titolo=Desiring revolution: second-wave feminism and the rewriting of American sexual thought, 1920 to 1982 |anno=2001 |editore=Columbia University Press |città=New York | isbn=0-231-11204-1}}</ref><ref name=Leidholdt>{{Cita libro|autore=Leidholdt, Dorchen |wkautore= Dorchen Leidholdt |autore2=Raymond, Janice G |titolo=The Sexual liberals and the attack on feminism |anno=1990 |editore=Pergamon Press |città=New York | isbn=0-08-037457-3}}</ref><ref name=Vance>{{Cita libro|autore=Vance, Carole S |titolo=Pleasure and Danger: Exploring Female Sexuality |editore=Thorsons Publishers| isbn=0-04-440593-6}}</ref>. Tali "guerre sessuali femministe" sono a volte considerate parte della divisione che ha portato alla fine all'era della [[seconda ondata femminista]] e all'inizio della [[terza ondata femminista]].
Le unità erano le seguenti:
* HMS Whitby (F 36) in servizio dal 1956 al [[1974]] e venduta per demolizione nel [[1979]]
* HMS Torquay (F 43) in servizio dal 1956 al [[1985]] e venduta per demolizione nel [[1987]]
* HMS Tenby (F 65) in servizio dal [[1957]] al [[1972]] e venduta per demolizione nel 1979
* HMS Scarborough (F 63) in servizio dal [[1957]] al [[1972]] e venduta per demolizione nel [[1977]]
* HMS Eastbourne (F 73) in servizio dal [[1958]] al [[1984]] e venduta per demolizione nel 1985
* HMS Blackpool (F 77) in servizio dal 1958 al [[1966]], ceduta alla [[Nuova Zelanda]] dal 1966 a [[1971]] e venduta per demolizione nel [[1980]]
 
Uno degli scontri più significativi avvenuti tra femministe anti-pornografia e femministe sessopositive si è verificato alla "Barnard Conference on Sexuality" del 1982. Le femministe anti-pornografia sono state escluse dalla commissione di pianificazione degli eventi, hanno quindi organizzato delle manifestazioni al di fuori della conferenza per dimostrare tutto il loro disprezzo<ref name="McBride">{{Cita web|cognome=McBride|nome=Andrew|titolo=Lesbian History|url=http://sitemaker.umich.edu/lesbian.history/the_sex_wars|accesso=7 maggio 2017|urlarchivio=https://archive.today/20120719152558/http://sitemaker.umich.edu/lesbian.history/the_sex_wars|dataarchivio=19 luglio 2012|urlmorto=sì}}</ref>.
=== Servizio ===
[[File:Dworkin on After Dark.JPG|thumb|[[Andrea Dworkin]] è stata una femminista che ha fortemente attaccato la [[pornografia]] e l'[[industria del sesso]].]]
Le navi prestarono servizio fino agli anni [[1970|anni '70]] ad eccezione delle fregate ''HMS Eastbourne'' e ''HMS Torquay'' che giunsero fino agli [[anni 1980|anni '80]], ma le due unità vennero usate negli ultimi anni di servizio solo a scopo addestrativo. La ''HMS Eastbourne'' venne usata come nave scuola per motoristi navali, mentre la ''HMS Torquay'', privata di ogni armamento ebbe installato il sistema CAAIS ('''C'''omputer '''A'''ssisted '''A'''ction '''I'''nformation '''S'''ystem) svolgendo compiti di nave scuola e Nave Esperienze. Per le fregate ''HMS Tenby'' e ''HMS Scarborough'' era stata avviata una trattativa, poi sfumata, per la vendita al [[Pakistan]]. La fregata HMS Blackpool venne ceduta nel [[1966]] in prestito alla Nuova Zelanda in attesa della consegna della ''HMNZS Canterbury'' (F 421), per ritornare nel [[1971]] nel Regno Unito ed essere venduta per demolizione nel [[1980]].
 
=== Critica femminista dello sfruttamento sessuale e dell'industria del sesso ===
=== Esportazione ===
Molte femministe denunciano le industrie del sesso come esempi di sfruttamento delle donne da parte di uomini affetti da [[misoginia]]. Tra le più importanti femministe del gruppo antisesso si possono includere [[Andrea Dworkin]] e [[Catharine MacKinnon]]; la coppia chiedeva che le leggi civili limitassero la pornografia<ref>{{Cita web|titolo=Lesbian Sex Wars|url=http://glbt.com/social-sciences/lesbian_sex_wars.html|urlmorto=sì}}</ref>. Entrame hanno visto il dominio sessuale maschile come la radice di tutta l'oppressione femminile<ref name="McBride"/> e, giungendo così a condannare la pornografia, la prostituzione ed altre manifestazioni di potere sessuale maschile.
La unità Classe Whitby vennero costruite anche per l'[[India]] e per l'[[Australia]], mentre sullo stesso progetto venne sviluppata per il [[Canada]] la Classe St. Laurent.<ref>{{cita web|http://en.wikipedia.org/wiki/St._Laurent_class_destroyer|St. Laurent class destroyer|12-12-2007}}</ref>
 
Il movimento antipornografico ottenne ampio spazio e guadagnò terreno con la creazione di "Women Against Violence in Pornography and Media" (WAVPM, Donne contro la violenza nella pornografia e nei media). Durante il periodo più acceso delle "guerre sessuali" riuscì ad organizzare marce contro i creatori e i distributori principali di pornografia a [[San Francisco]], portando un gran numero di donne nel novero di coloro che si opponevano alla pornografia. Sforzi ed organizzazioni similari (come "Women Against Pornography" e "Feminists Fighting Pornography") si verificarono anche negli Stati della costa orientale degli [[Stati Uniti d'America]]<ref>{{Cita web|cognome=McBride|nome=Andrew|titolo=The Sex Wars, 1970s to 1980s|url=http://www.outhistory.org/wiki/The_Sex_Wars,_1970s_to_1980s|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120624070426/http://outhistory.org/wiki/The_Sex_Wars,_1970s_to_1980s|dataarchivio=24 giugno 2012}}</ref>.
==== India ====
[[File:Susie Bright at Books Inc.jpg|thumb|left|[[Susie Bright]] è un'esponente del [[femminismo sessuale positivo]].]]
L'India acquistò due di queste unità, la cui costruzione, avvenuta nei cantieri britannici, venne avviata nel 1957. Le due unità sono rimaste in servizio fino agli inizi degli anni [[1990|'90]].
 
=== Femminismo sessuale positivo ===
{| {{prettytable|text-align=center}}
La risposta da parte delle femministe pro-sesso è stata quella che ha promosso il sesso come una via di [[piacere sessuale]] per le donne. [[Gayle Rubin]] e [[Patrick Califia]] si sono dimostrati assai influenti in questa parte del movimento<ref name="McBride"/>. Altre femministe che si identificano come sessopositive includono [[Ellen Willis]], [[Kathy Acker]], [[Susie Bright]], [[Carol Queen]], [[Annie Sprinkle]], [[Avedon Carol]], [[Tristan Taormino]], [[Rachel Kramer Bussel]], [[Nina Hartley]] e [[Betty Dodson]].
|-
=== Femminismo e pornografia ===
!colspan="6" style="background:#ffdead;" | [[Immagine:Naval Ensign of India.svg|30px]] Indian Navy
Le opinioni femministe nei riguardi della pornografia variano dalla condanna senza mezzi termini della pornografia come forma di [[violenza contro le donne]], all'abbraccio di alcune forme di pornografia in quanto possibile mezzo di espressione femminista. Il dibattito femminista su questo tema riflette maggiori preoccupazioni riguardanti le opinioni femministe sulla sessualità ed è strettamente correlato ai dibattiti femministi sulla prostituzione, il [[BDSM]] e altre questioni inerenti. La pornografia è stata una delle questioni più divisive del femminismo, in particolare tra le femministe dei paesi anglofoni.
|-
[[File:RobinMorgan profile.jpg|thumb|[[Robin Morgan]] è un'esponente del femminismo anti-pornografico.]]
! [[Pennant number|Matricola]]
==== Femminismo antipornografico ====
! Nome
Gli oppositori radicali femministi della pornografia, come le succitate Andrea Dworkin e Catharine MacKinnon, [[Robin Morgan]], [[Diana Russell]], [[Alice Schwarzer]], [[Gail Dines]] e [[Robert Jensen]], sostengono che la pornografia sia dannosa per le donne e costituisce una forte causalità o facilitazione della violenza contro le donne. Le femministe antipornografiche, in particolare MacKinnon, sostengono che la produzione di pornografia comporta la coercizione fisica, psicologica e/o economica delle donne che la eseguono e si modellano in essa. Ciò viene considerato veritiero anche quando le donne vengono presentate in una maniera attiva<ref name="stanford-shrage">Shrage, Laurie. (2007-07-13). [http://plato.stanford.edu/entries/feminist-sex-markets/#Por "Feminist Perspectives on Sex Markets: Pornography"]. In: ''[[Stanford Encyclopedia of Philosophy]]''.</ref><ref>Mackinnon, Catherine A. (1984) "Not a moral issue." ''Yale Law and Policy Review'' 2:321–345. Reprinted in: Mackinnon (1989). ''Toward a Feminist Theory of the State'' Harvard University Press. ISBN 0-674-89645-9 (1st ed), ISBN 0-674-89646-7 (2nd ed). "Sex forced on real women so that it can be sold at a profit to be forced on other real women; women's bodies trussed and maimed and raped and made into things to be hurt and obtained and accessed, and this presented as the nature of women; the coercion that is visible and the coercion that has become invisible—this and more grounds the feminist concern with pornography"</ref><ref name="pbs.org">{{Cite episode| title = A Conversation With Catherine MacKinnon (transcript)| series = [[Think Tank]]|network= PBS| accessdate = 2009-09-01| year = 1995| url = http://www.pbs.org/thinktank/transcript215.html}}</ref>.
! Impostazione
! Varo
! Entrata in servizio
! Destino finale
|-
| F 40
| INS Talwar
| [[7 giugno]] [[1957]]
| [[18 luglio]] [[1958]]
| [[26 aprile]] [[1959]]
| demolita nel [[1992]]
|-
| F 43
| INS Trishul
| [[19 febbraio]] 1957
| [[18 giugno]] 1958
| [[13 gennaio]] [[1960]]
| demolita nel [[1996]]
|}
 
È stato anche sostenuto che gran parte di ciò che viene mostrato nella pornografia è abusivo per sua stessa natura. Dines afferma che la pornografia, esemplificata dalla [[Gonzo (pornografia)]], sta diventando sempre più violenta e che le donne che vi si esibiscono vengono brutalizzate nel processo stesso della sua produzione<ref>Dines, Gail. (2007-03-24). "[http://video.google.com/videoplay?docid=5003155114018800220# Pornography & Pop Culture: Putting the Text in Context]" Presentation at: ''Pornography & Pop Culture - Rethinking Theory, Reframing Activism''. Wheelock College, Boston, March 24, 2007. Archived at [[Google Video]].</ref><ref>{{Cita web |cognome=Dines |nome=Gail. |titolo=Penn, Porn and Me |sito=[[CounterPunch]] |accesso=6 settembre 2009 |data=23 giugno 2008 |url=http://www.counterpunch.org/dines06232008.html |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090330143944/http://www.counterpunch.org/dines06232008.html |dataarchivio=30 marzo 2009 }} "The porn that makes most of the money for the industry is actually the gonzo, body-punishing variety that shows women's bodies being physically stretched to the limit, humiliated and degraded. Even porn industry people commented in a recent article in Adult Video News, that gonzo porn is taking its toll on the women, and the turnover is high because they can't stand the brutal acts on the body for very long."</ref>.
=== Australia ===
 
Le femministe contrarie alla pornografia sostengono inoltre che la pornografia contribuisce in gran parte al sessismo, in quanto nelle rappresentazioni pornografiche le attrici sono ridotte a semplici "recipienti" (oggetti) per l'uso sessuale e l'abuso da parte degli uomini. Esse sostengono che la narrazione si forma solitamente intorno al piacere degli uomini come unico obiettivo dell'attività sessuale e che le donne vengono nella maggior parte dei casi mostrate in un ruolo subordinato.
L'Australia costruì su licenza nei propri cantieri quattro di queste unità, entrate in servizio all'inizio degli anni [[1960|anni '60]], che costituirono la Classe River.<ref>{{cita web|http://en.wikipedia.org/wiki/River_class_destroyer_escort|La River Class sul sito di Wikipedia in lingua inglese}}</ref>
 
Alcuni avversari della pornografia credono che i film del [[cinema pornografico]] tendono a dimostrare che le donne sono estremamente passive o che gli atti che vengono eseguiti sulle donne sono in genere abusivi e finalizzati esclusivamente al piacere dei loro partner sessuali. L'[[eiaculazione]] ''[[Facial]]'' e la violenza insita nel [[sesso anale]] sono sempre più popolari tra gli uomini, seguendo in tal modo le tendenze del mercato pornografico<ref name="GailDines-JulieBindel-PornIndustry">[https://www.theguardian.com/lifeandstyle/2010/jul/02/gail-dines-pornography Bindel, Julie, ''The Truth About the Porn Industry: Gail Dines, the Author of an Explosive New Book About the Sex Industry, on Why Pornography Has Never Been a Greater Threat to Our Relationships'', in ''The'' (U.K.) ''Guardian'', Jul. 2, 2010, section ''Life & Style'', subsection ''Women''], as accessed Jul. 17, 2010 (Wikipedia has an article about [[Julie Bindel]]).</ref>. MacKinnon e Dworkin definiscono la pornografia come "la subordinazione grafica sessuale esplicita delle donne attraverso immagini o parole"<ref name="mackinnon-fu">{{Cita libro|editore= Harvard University Press. (1987)| isbn = 0-674-29874-8|pp= 163–197|cognome= MacKinnon|nome= Catharine A.|titolo= Feminism Unmodified: Discourses on Life and Law|capitolo= Francis Biddle's sister: pornography, civil rights, and speech|anno= 1984}} [https://books.google.com/books?id=rxE8FQzjpYMC&pg=PA176#v=onepage&q=&f=false p 176].</ref>.
==== Classe River ====
Le unità entrarono in servizio tra il [[1961]] e il [[1964]], inizialmente come fregate antisommergibile. Successivamente con l'installazione del sistema [[Sea Cat]] e degli [[Ikara (missile)|Ikara]] furono le prime unità missilistiche della Royal Australian Navy.<ref>{{cita web|http://en.wikipedia.org/wiki/Royal_Australian_Navy|La Royal Australian Navy sul sito di Wikipedia in lingua inglese}}</ref> e da fregate antisommergibili vennero riclassificate come cacciatorpediniere scorta.
 
==== Femministe contro la censura e pro-pornografia ====
Da questa prospettiva la pornografia è considerata come un mezzo per l'espressione sessuale femminile. Le femministe sessopositive vedono molte idee radicaliste femministe sulla sessualità, incluse le opinioni sulla pornografia, come opprimenti e del tutto simili a quelle delle religioni e delle ideologie intrise di [[patriarcato (antropologia)]] e sostengono che il discorso femminista contro la pornografia ignora e banalizza il ruolo sessuale delle donne. [[Ellen Willis]] (che ha coniato il termine "femminismo prosesso") afferma: "''Come abbiamo visto, l'affermazione che "la pornografia è violenza contro le donne" era il codice per l'idea neo-vittoriana che gli uomini vogliono il sesso e le donne lo sopportano"<ref>{{Cita news|edizione= 50th Anniversary special|cognome= Willis|nome= Ellen.|titolo= Lust Horizons: The 'Voice' and the women's movement|pubblicazione= [[Village Voice]]|accesso= 2 settembre 2009|data= 18 ottobre 2005|url= http://www.villagevoice.com/2005-10-18/specials/lust-horizons/}}</ref>.
 
Le femministe sessopositive hanno una grande varietà di opinioni verso la pornografia esistente. Molte di esse intravedono nella pornografia il sovvertimento di molte idee tradizionali sulle donne che si "devono opporre per forza di cose al sesso", come le idee che vogliono le donne non amare il sesso in generale, che preferiscono godere della sessualità esclusivamente entro un contesto relazionale o che, infine, le donne godono solo in [[Vanilla (BDSM)]]. Esse sostengono inoltre che la pornografia mostra talvolta donne in ruoli sessualmente dominanti e le presenta con una maggiore varietà di [[posizioni sessuali]] che non sono tipici dell'intrattenimento e della moda tradizionali.
Agli inizi degli anni settanta la Classe River venne completata da due fregate della [[Classe Leander (fregata)|Classe Leander]], le fregate ''HMAS Swan'' (DE 50) ''HMAS Torrens'' (DE 53), entrate rispettivamente in servizio nel [[1970]] e nel 1971. Anche queste unità vennero ammodernate con i Sea Cat e gli Ikara.
 
Molte femministe, a prescindere dal loro punto di vista sulla pornografia, si oppongono principalmente alla [[censura]]. Anche per molte delle femministe che vedono la pornografia come un'istituzione sessista, notano però anche la censura (incluso l'approccio alla legge civile di MacKinnon) come un male. Nella sua dichiarazione d'intenti "Feminists for Free Expression" sostiene fermamente che la censura non ha mai ridotto la violenza, ma che altresì è stata storicamente usata per silenziare le donne e soffocare gli sforzi volti al cambiamento sociale.
{| {{prettytable|text-align=center}}
|-
!colspan="6" style="background:#ffdead;" | [[Immagine:Naval Ensign of Australia.svg|30px]] - Royal Australian Navy - River Class
|-
!Nome
![[Pennant number|Matricola]]
!Varo
!Entrata in servizio
!Destino finale
|-
|HMAS ''Parramatta''<ref>{{cita web|http://en.wikipedia.org/wiki/HMAS_Parramatta_%28DE_46%29|La fregata HMAS ''Parramatta'' sul sito di Wikipedia in lingua inglese}}</ref>
|DE 46
|[[31 gennaio]] [[1959]]
|[[4 luglio]] [[1961]]
|Radiato l'[[11 gennaio]] [[1991]] e demolito nell'agosto successivo
|-
|HMAS ''Yarra''<ref>{{cita web|http://en.wikipedia.org/wiki/HMAS_Yarra_%28DE_45%29|La fregata HMAS ''Yarra'' sul sito di Wikipedia in lingua inglese}}</ref>
|DE 45
|[[30 settembre]] [[1958]]
|[[27 luglio]] 1961
|Radiato il [[22 novembre]] 1985 e successivamente demolito
|-
|HMAS ''Stuart''<ref>{{cita web|http://en.wikipedia.org/wiki/HMAS_Stuart_%28DE_48%29|La fregata HMAS ''Stuart'' sul sito di Wikipedia in lingua inglese}}</ref>
|DE 48
|[[8 aprile]] 1961
|[[28 giugno]], [[1963]]
|Radiato il [[26 luglio]] 1991 e successivamente demolito
|-
|HMAS ''Derwent''<ref>{{cita web|http://en.wikipedia.org/wiki/HMAS_Derwent_%28DE_49%29|La fregata HMAS ''Derwent'' sul sito di Wikipedia in lingua inglese}}</ref>
|DE 49
|[[17 aprile]] 1961
|[[30 aprile]] [[1964]]
|Radiato l'[[8 agosto]] [[1994]] e affondato come barriera artificiale il [[21 dicembre]] successivo
|-
|HMAS ''Swan''<ref>{{cita web|http://en.wikipedia.org/wiki/HMAS_Swan_%28DE_50%29|La fregata HMAS ''Swan'' sul sito di Wikipedia in lingua inglese}}</ref>
|DE 50
|[[16 dicembre]] [[1967]]
|[[20 gennaio]] [[1970]]
|Radiato il [[13 febbraio]] [[1996]] e affondato come relitto subacqueo il [[14 dicembre]] [[1997]]
|-
|HMAS ''Torrens''<ref>{{cita web|http://en.wikipedia.org/wiki/HMAS_Torrens_%28DE_53%29|La fregata HMAS ''Torrens'' sul sito di Wikipedia in lingua inglese}}</ref>
|DE 53
|[[28 settembre]] [[1968]]
|[[19 gennaio]] [[1971]]
|Radiato nel 1998 e affondato come bersaglio dal sottomarino HMAS Farncomb<ref>{{cita web|http://en.wikipedia.org/wiki/HMAS_Farncomb_%28SSG_74%29|Il sottomarino HMAS Farncomb (SSG 74) sul sito di Wikipedia in lingua inglese}}</ref> il [[14 giugno]] [[1999]]
|-
|}
 
Esse poi indicano la letteratura sulla [[contraccezione]] di [[Margaret Sanger]], i giochi e le esibizioni femminili di [[Holly Hughes]], l'organizzazione "Our Bodies, Ourselves" (Nostri corpi, nostra vita) e ''[[Il pozzo della solitudine]]'' come esempi di discorso sessuale femminista che sono stati tra gli obiettivi della [[censura]]. Sostengono anche che il tentativo di risolvere i problemi sociali attraverso la censura "''deviano l'attenzione dalla cause sostanziali dei mali sociali per offrire una rapida soluzione''", pericolosa e "soluzione tampone". Esse sostengono invece che un libero e vigoroso [[mercato delle idee]] sia la migliore garanzia per raggiungere obiettivi femministi all'interno di una società democratica<ref>{{Cita web|titolo=Feminists For Free Expression: Mission |accesso=2 settembre 2009 |url=http://www.ffeusa.org/html/mission/index.php |urlmorto=yes |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131026144507/http://www.ffeusa.org/html/mission/index.php |dataarchivio=26 ottobre 2013 }}</ref>.
== Classe Rothesay ==
 
Inoltre alcune femministe come [[Wendy Kaminer]], mentre si oppongono alla pornografia, si oppongono anche agli sforzi legali volti a censurarla o vietarla. Alla fine degli anni settanta Kaminer ha lavorato con "Women Against Pornography", dove si è dichiarata a favore degli sforzi di sensibilizzazione privata e contro gli sforzi legali imbastiti per censurare la pornografia. Ella ha anche contribuito ad un capitolo dell'antologia antipornografica "Take Back the Night" in cui ha difeso la libertà del [[I emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America]] ed ha spiegato i pericoli nel ricercare soluzioni legali al problema (percepito come tale) della pornografia. Si è anche opposta agli sforzi di MacKinnon e Dworkin per definire la pornografia come una violazione dei [[diritti civili]] ed ha criticato aspramente il movimento procensura in un articolo del 1992 fatto pubblicare in ''[[The Atlantic]]'' dal titolo "Femministe contro il primo emendamento"<ref>Kaminer, Wendy [https://www.theatlantic.com/doc/199211/feminism-censorship Feminists Against the First Amendment], ''[[The Atlantic]]''</ref>.
[[File:Sasha Grey at AVN 2010 Expo.jpg|thumb|La [[pornostar]] [[Sasha Grey]] si considera una femminista sessopositiva.]]
 
==== Pornografia femminista ====
La [[pornografia femminista]] è quel tipo di pornografia prodotta da e con le donne femministe; rappresenta un piccolo ma crescente segmento dell'industria pornografica. Secondo Taormino "il porno femminista risponde alle immagini predominanti con alternative e crea una propria iconografia"<ref>{{Cita news|cognome= Vogels|nome= Josey.|titolo= Female-friendly porn|pubblicazione= Metro|accesso= 14 luglio 2012|data= 21 aprile 2009|url= http://metronews.ca/news/159072/female-friendly-porn }}</ref>.
 
Alcune attrici pornografiche come la succitata Hartley<ref>{{Cita libro|editore= Cleis Press| isbn = 1-57344-042-6|pp= 142–144|cognome= Hartley|nome= Nina.|titolo= Sex Work: Writings by Women in the Sex Industry|curatore= Frédérique Delacoste & Priscilla Alexander|capitolo= Confessions of a feminist porno star|anno= 1987}}</ref>, [[Ovidie]]<ref>{{Cita libro|editore= La Musardine| isbn = 2-84271-237-4|cognome= Ovidie.|titolo= Porno Manifesto|anno= 2004}} (In French).</ref>, [[Madison Young]] e [[Sasha Grey]] sono anche femministe sessopositive e dichiarano apertamente che non si vedono affatto come vittime del sessismo. Esse difendono la loro decisione di esibirsi nel campo pornografico come una libera scelta e sostengono che gran parte di quello che fanno dentro la telecamera è un'espressione della loro sessualità. È stato anche sottolineato che nella pornografia le donne guadagnano generalmente più dei loro omologhi maschi<ref>[[Susan Faludi|Faludi, Susan]]. (2000). ''Stiffed: The Betrayal of the American Man''. Perennial. ISBN 0-380-72045-0.</ref>. Attrici pornografiche come Hartley sono attive anche nel movimento per i [[diritti dei lavoratori del sesso]].
 
La regista svedese nonché femminista [[Suzanne Osten]] ha espresso il suo scetticismo sul fatto che esista davvero un tipo di pornografia che possa essere considerata femminista, riferendosi alla sua convinzione che la pornografia è intrinsecamente oggettiva e che la pornografia femminista costituirebbe pertnto un [[ossimoro]]<ref>Curman, Sofia, ''[[Dagens Nyheter]]'', "[http://www.dn.se/kultur-noje/film-tv/porr-for-feminister-1.940378 Porr för feminister?] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100326202518/http://www.dn.se/kultur-noje/film-tv/porr-for-feminister-1.940378 |data=26 marzo 2010 }}". August 28, 2009. Retrieved 23 September 2009.</ref>. Il periodico radicalfemminista "off our backs" ha denunciato la cosiddetta pornografia femminista come pseudopornografia<ref>{{Cita libro|titolo= Erotic City:Sexual Revolutions and the Making of Modern San Francisco|cognome= Sides|nome= Josh|anno= 2009|editore= [[Oxford University Press]]|città= Oxford, England|isbn= 978-0-19-537781-1|p= 219|accesso=3 ottobre 2012 |url=https://books.google.com/books?id=WYJezSP8fMoC&pg=PA219&lpg=PA219&dq=Not+for+Sale+%22feminist+pornography%22&source=bl&ots=psOevu9pYp&sig=epfdEbDmmzV2OAKo7vO_4jT1B9A&hl=en&sa=X&ei=NqpsUInOFcWA0AGl9YDwBg&ved=0CDMQ6AEwAQ#v=onepage&q&f=false}}</ref>.
 
=== Femminismo e prostituzione ===
Come per molte questioni sorte all'interno del movimento femminista, esiste una diversità di opinioni anche al riguardo della prostituzione. Molte di queste posizioni possono essere riassunte in un punto di vista generale che è generalmente critico oppure di sostegno alla prostituzione e al [[lavoro sessuale]]<ref>{{Cita libro|cognome=O'Neill |nome=Maggie |anno=2001 |titolo=Prostitution and Feminism |editore=Polity Press |città=Cambridge |pp=14–16 |isbn=0-7456-1204-0 }}</ref>.
 
Le femministe contrarie alla prostituzione sostengono che la prostituzione è una forma di sfruttamento femminile e di dominio maschile sulle donne, oltre ad essere una pratica che è il risultato dell'ordine sociale patriarcale esistente. Queste femministe sostengono che la prostituzione ha un effetto molto negativo, sia sulle prostitute sia nella società nel suo complesso, in quanto rafforza le opinioni stereotipate sulle donne, considerate come meri oggetti sessuali che possono essere usati e abusati a piacere dagli uomini.
 
Altre femministe sostengono invece che la prostituzione e le altre forme di lavoro sessuale possono costituire delle scelte valide per le donne e gli uomini che scelgono di impegnarsi in essi. In questa prospettiva la prostituzione dev'essere differenziata dalla [[prostituzione forzata]] e le femministe dovrebbero sostenere l'attivismo del lavoratore sessuale contro gli abusi sia da parte dell'industria del sesso sia da parte del sistema giuridico. Il disaccordo tra queste due posizioni si è dimostrato particolarmente controverso e può essere paragonabile alle guerre sessuali femministe del XX secolo<ref>{{Cita libro|cognome=Alexander |nome=Priscilla |anno=1997 |capitolo=Feminism, Sex Workers and Human Rights |curatore-cognome=Nagle |curatore-nome=Jill |titolo=Whores and Other Feminists |editore=Routledge |città=New York |pp=83–90 |isbn=0-415-91821-9 }}</ref>.
[[File:Julie Bindel, 26 October 2015 (2).jpg|thumb|[[Julie Bindel]] è una femminista anti-prostituzione; inoltre considera la [[bisessualità]] cone "una tendenza ala moda" (vedi sotto, in "Femminismo e bisessualità"..]]
==== Femminismo anti-prostituzione ====
Una percentuale di femministe si oppone fermamente alla prostituzione, visto che la pratica è una forma di violenza contro le donne e che pertanto non deve essere tollerata dalla società. Le femministe che detengono tali opinioni includono [[Kathleen Barry]], [[Melissa Farley]]<ref>[http://www.prostitutionresearch.com/faq/000008.html Prostitution: Factsheet on Human Rights Violations] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100104111446/http://www.prostitutionresearch.com/faq/000008.html |data=4 gennaio 2010 }}. Prostitution Research & Education. Retrieved on 2009-09-03.</ref><ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.prostitutionresearch.com/FarleyProstitution%26InvisibleHarm2003 ] |date=ottobre 2017 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>, [[Julie Bindel]]<ref>{{Cita news|url=https://www.theguardian.com/uk/2006/jan/18/ukcrime.prisonsandprobation |titolo=Eradicate the oldest oppression |autore=Julie Bindel |data=18 gennaio 2006 |editore=The Guardian |accesso=8 maggio 2010 |città=London}}</ref><ref>[https://www.theguardian.com/commentisfree/2007/sep/10/endingatradeinmisery Ending a trade in misery] (10 September 2007). The Guardian. Retrieved on 2009-09-03.</ref>, [[Sheila Jeffreys]], la succitata MacKinnon<ref>Catharine A. MacKinnon (1993) "[http://www.prostitutionresearch.com/mackinnon1.html Prostitution And Civil Rights] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090725090255/http://www.prostitutionresearch.com/mackinnon1.html |data=25 luglio 2009 }}" Michigan Journal of Gender & Law, 1993, Volume 1: 13–31. Retrieved on 2009-09-03.</ref> e [[Laura Lederer]]<ref>Lederer, Laura J. [http://www.globalcenturion.org/Articles/Demand.aspx Addressing Demand: Examining New Practices] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20161220113331/http://www.globalcenturion.org/Articles/Demand.aspx |data=20 dicembre 2016 }}. Global Centurion. Retrieved on 2009-09-03.</ref>.
 
Queste femministe affermano che nella stragrande maggioranza dei casi la prostituzione non è una scelta cosciente e calcolata. Esse dicono che la maggior parte delle donne che si trasformano in prostitute lo fanno perché vi sono state costrette da un ruffiano/mezzano o attraverso il [[traffico di esseri umani]] o ancora, quando è una decisione indipendente, è generalmente il risultato di un'estrema [[povertà]], di mancanza di opportunità o di gravi problemi di fondo quali possono essere la [[tossicodipendenza]], i traumi non risolti (come l'[[abuso sessuale]] dei minori) e altre circostanze sfortunate.
 
Queste femministe sottolineano che le donne delle classi socioeconomiche più basse, povere e con un basso livello di [[istruzione femminile]], le donne delle minoranze razziali ed etniche più disagiate, sono sovrarappresentate all'interno della [[prostituzione nel mondo]]. "Se la prostituzione è una scelta libera, perché le donne con minori possibilità di scelta sono quelle che più spesso si trovano a farlo?" (MacKinnon, 1993)<ref>{{Cita pubblicazione
|url = http://www.prostitutionresearch.com/fempsy3.html
|titolo = Prostitution in Five Countries
|editore = Feminism & Psychology
|anno = 1998
|coautori = Melissa Farley, Isin Baral, Merab Kiremire and Ufuk Sezgin
|pp = 405–426
|accesso = 9 maggio 2010
|urlmorto = sì
|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110306002439/http://www.prostitutionresearch.com/fempsy3.html
|dataarchivio = 6 marzo 2011
}}</ref>. Una grande percentuale di prostitute, intervistate per uno studio su 475 persone impegnate nel lavoro sessuale, hanno riferito di essere in un periodo difficile della loro vita e che se avessero potuto avrebbero voluto lasciare l'occupazione<ref>Farley, Melissa. (April/2/2000) [http://www.prostitutionresearch.com/faq/000008.html Prostitution: Factsheet on Human Rights Violations ] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100104111446/http://www.prostitutionresearch.com/faq/000008.html |data=4 gennaio 2010 }}. Prostitution Research & Education. Retrieved on 2009-09-03.</ref>.
 
MacKinnon sostiene che "nella prostituzione le donne hanno rapporti sessuali con uomini che non avrebbero mai ottenuto il sesso con altre donne. Il denaro agisce quindi come forma di forzatura, non come misura di consenso, agisce come la forza fisica durante uno [[stupro]]"<ref>{{Cita web|url=http://www.cpbn.org/program/intelligence-squared/episode/its-wrong-pay-sex |titolo=It's Wrong to Pay for Sex |data=5 agosto 2009 |editore=Connecticut Public Radio |accesso=8 maggio 2010 |urlmorto=yes |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100625230257/http://www.cpbn.org/program/intelligence-squared/episode/its-wrong-pay-sex |dataarchivio=25 giugno 2010 }}</ref>.
 
Alcuni studiosi contrari alla prostituzione sostengono che il vero ed autentico consenso non possa esistere all'interno del mondo della prostituzione. La politica canadese [[Barbara Sullivan]] afferma:
{{citazione|"''Nella letteratura accademica sulla prostituzione esistono pochissimi autori che sostengono che è possibile un valido consenso nella prostituzione. Molti suggeriscono che il consenso entro quell'ambito è impossibile o almeno improbabile<ref>{{Cita web |url=http://apsa2000.anu.edu.au/confpapers/sullivan.rtf |titolo=Rethinking Prostitution and 'Consent' |autore=SULLIVAN, Barbara |accesso=9 maggio 2010 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090914105702/http://apsa2000.anu.edu.au/confpapers/sullivan.rtf |dataarchivio=14 settembre 2009 }}</ref>.(...) la maggior parte degli autori suggerisce che il consenso alla prostituzione è profondamente problematico, se non impossibile (...) la maggior parte degli autori hanno sostenuto che il consenso alla prostituzione è impossibile: per le femministe radicali questo è perché la prostituzione è sempre una pratica sessuale coercitiva. Semplicemente suggerire che la coercizione economica renda il consenso sessuale dei lavoratori del sesso è altamente problematico, se non impossibile<ref>{{Cita libro|url=https://books.google.com/books?id=FSjEnDrb8QcC&pg=PA127&lpg=PA127&dq=%22consent+to+prostitution%22&source=bl&ots=JsROF3MzX_&sig=T13jLDZ1GwVtVZ6Ynrgxwhk0YoY&hl=ro&ei=GVxLSrr8OMyOsAbnpai6BQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1#v=onepage&q=%22consent%20to%20prostitution%22&f=false |titolo=Making sense of sexual consent |coautori=De Mark Cowling, Paul Reynolds |accesso=9 maggio 2010}}</ref>....''"}}
Infine, gli abolizionisti credono che a nessuno si possa dire che sia veramente consenziente davanti alla propria oppressione e nessuno dovrebbe avere il diritto di acconsentire all'oppressione degli altri. Nelle parole di [[Kathleen Barry]], il consenso non è un "''buon atto di divinizzazione dell'esistenza dell'oppressione e il consenso alla violazione è un fatto di oppressione. L'oppressione non può essere effettivamente misurata in base al grado di 'consenso', anche perché pure nella [[schiavitù]] vi era un certo consenso, se il consenso è definito come incapacità di vedere o sentire qualsiasi alternativa''"<ref name="Barry">Barry, K "The Prostitution of Sexuality: The Global Exploitation of Women" New York: NYU Press 1995</ref>.
[[File:Lusty Lady marquee.jpg|thumb|left|Insegna dello [[strip club]] di [[Seattle]] "Lust Lady", che esegue anche giochi di [[spanking]].]]
 
==== Il lavoro sessuale e le femministe tra i lavoratori del sesso ====
A differenza di quella femministe critiche della prostituzione le prospettive di lavoro pro-sessualità non riconoscono che gli atti sessuali della prostituzione abbiano un qualche elemento inerente alla coercizione, allo sfruttamento e al dominio. In quanto tali le femministe pro-sesso sostengono invece che il lavoro sessuale può essere un'esperienza positiva per quelle donne che hanno impiegato la propria autonomia per prendere una decisione consapevole d'impegnarsi nella prostituzione.
 
Molte femministe, in particolar modo quelle legate al movimento dei [[diritti dei lavoratori del sesso]] o al [[femminismo sessuale positivo]], sostengono che l'atto di vendita del sesso non dev'essere intrinsecamente sfruttabile; ma che altresì chi tenta di abolire la prostituzione e gli atteggiamenti che conducono a tali tentativi, portano invero ad un clima abusivo per i lavoratori del sesso che debbono essere cambiati.
 
All'interno di questa prospettiva la prostituzione, insieme ad altre forme di lavoro sessuale, possono essere una valida scelta per le donne e gli uomini che se ne occupano. Questa visione ha condotto all'incremento a partire dagli anni settanta di un movimento internazionale per i diritti dei lavoratori del sesso comprendente organizzazioni come "COYOTE", l'"English Collective of Prostitutes", il "Sex Workers Outreach Project USA" ed altri gruppi per i diritti dei lavoratori del sesso.
 
Un argomento importante avanzato da donne femministe del lavoro pro-sesso [[Carol Queen]] sottolinea che troppo spesso le femministe che si ritrovano a criticare la prostituzione non sono riuscite a considerare adeguatamente i punti di vista delle donne stesse che fanno parte del "lavoro sessuale", scegliendo invece di basare i propri argomenti solo sulla teoria e le esperienze obsolete<ref>Nagle, Jill [ed.] (2001) ''Whores and Other Feminists''. Routledge: New York pg. 21</ref>.
 
Le femministe che non sostengono la visione radicale dell'anti-prostituzione sostengono che vi sono gravi problemi con la posizione dell'anti-prostituzione, uno dei quali è che - secondo Sarah Bromberg - "''si evolve da una teoria politica che è over-verbalizzata, del tutto generalizzata e troppo spesso utilizza le nozioni stereotipate di ciò che una prostituta è. Le femministe radicali anti-prostituzione... non sono sempre delineate sufficiantemente per sostenere una teoria credibile la quale vorrebbe la prostituzione degradare tutte le donne''"<ref>Feminist Issues In Prostitution. Sarah Bromberg. http://www.feministissues.com/</ref>.
 
Le femministe del lavoro pro-sesso dicono che l'[[industria del sesso]] non è un monolito, che è grande e varia, che le persone possono diventare lavoratori del sesso per molti motivi diversi e che è del tutto improduttivo orientare la prostituzione come istituzione. Credono invece che le cose dovrebbeo essere fatte per migliorare la vita delle persone all'interno dell'industria<ref>{{Cita web|titolo=7 Key American Sex Worker Activist Projects. |autore=Audacia Ray in Feministe. |url=http://www.feministe.us/blog/archives/2009/07/29/7-key-american-sex-worker-activist-projects/ }}</ref> stessa.
 
=== Femminismo e spogliarellismo ===
Molte femministe considerano gli [[strip club]] come offensivi dei [[diritti umani]] e della dignità delle donne. Le femministe e gli attivisti per i [[diritti delle donne]] in [[Islanda]] sono riusciti a far bandire gli strip club nel marzo del 2010<ref name="iceland">{{Cita web|url=http://www.upi.com/Top_News/World-News/2010/03/24/Bill-in-Iceland-makes-stripping-illegal/UPI-19411269468866/ |titolo= Iceland's Strip Club Ban |editore=UPI|data=24 marzo 2010|accesso=2 maggio 2011}}</ref><ref name="reviewiceland">{{Cita web|url=http://icelandreview.com/icelandreview/daily_news/?cat_id=16567&ew_0_a_id=359882|titolo=Legislation Bans Stripping in Iceland|accesso=6 giugno 2010|sito=Iceland Review|data=24 marzo 2010 }}</ref>; la legge è entrata ufficialmente in vigore il 31 luglio<ref name="iceland"/>.
[[File:Siv Fridleifsdottir, Islands Miljo- og nordisk samarbejdsminister presenterar Islands ordforandeprogram (Bilden ar tagen vid Nordiska radets session i Oslo, 2003).jpg|thumb|La femminista islandese [[Siv Friðleifsdóttir]] è stata la promotrice della proposta di legge per far chiudere gli [[strip club]] nell'isola.]]
La femminista islandese [[Siv Friðleifsdóttir]] è stata la prima presentatrice del [[disegno di legge]]<ref name="iceland"/><ref name="reviewiceland" />. [[Jóhanna Sigurðardóttir]], [[primi ministri dell'Islanda|primo ministro islandese]], ha dichiarato: "''i [[paesi nordici]] stanno portando avanti la questione dell'uguaglianza femminile, riconoscendo le donne come cittadini uguali, piuttosto che come merci in vendita''"<ref name="Salon Iceland 2010">{{Cita web|url=http://www.salon.com/life/broadsheet/2010/03/26/iceland_bans_stripping_strip_clubs|titolo=Iceland's stripping ban: Does the country's move to shut down strip clubs really make it the most "female-friendly on the planet"?|accesso=7 maggio 2010|sito=Salon.com|data=26 marzo 2010 |cognome1=Clark-Flory |nome1=Tracy }}</ref>.
 
L'esponente politico che sta dietro a questa legge, Kolbrún Halldórsdóttir, ha dichiarato che: "''non è accettabile che le donne o le persone in generale siano un prodotto da vendere''"<ref name="Salon Iceland 2010"/>. Il voto dell'[[Althing]] (il parlamento nazionale) è stato lodato dalla femminista radicale britannica [[Julie Bindel]], che ha dichiarato l'[[Islanda]] come essere "il paese più femminista del mondo"<ref>{{Cita news|url=https://www.theguardian.com/lifeandstyle/2010/mar/25/iceland-most-feminist-country |titolo=Iceland: the world's most feminist country |editore=''[[The Guardian]]'' |accesso=3 ottobre 2012 |città=London |nome=Julie |cognome=Bindel |data=25 marzo 2010}}</ref>.
 
Altre femministe ritengono che lo [[strip tease]] può essere sessualmente potente (vedi [[empowerment]]) e femminista. Il "Lusty Lady" è uno spettacolo di [[North Beach (San Francisco)]], che è stato istituito da un gruppo di spogliarelliste che hanno voluto creare un club femminista di proprietà (cooperativa di lavoro associato) dei lavoratori di strip club<ref>{{Cita pubblicazione|url=https://books.google.com/books?id=T5Tc5FSbGM8C&pg=PA59&dq=%22Exotic+Dancing+and+Unionizing%22+Brooks&cd=1|titolo=Feminism and antiracism: international struggles for justice|curatore1=France Winddance Twine|curatore2=Kathleen M. Blee|capitolo=Exotic Dancing and Unionizing|autore=[[Siobhan Brooks]]|anno=2001|isbn=978-0-8147-9855-3|editore=New York University Press}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo= Real Live Nude Girl: Chronicles of Sex-Positive Culture|cognome= Queen|nome= Carol|anno= 2003|editore= Cleis Press|città= Pittsburgh, Pa|isbn= 1-57344-073-6}}<!--|accessdate=October 3, 2012 --></ref>. Inoltre alcune femministe ritengono che la [[pole dance]] può anche essere un atto femminista. Nel 2009 una ballerina [[pornostar]] femminista autoidentificatasi come Zahra Stardust è stata candidata con l'"Australian Sex Party" per le elezioni nella [[divisione di Bradfield]]<ref>{{Cita news|url=http://www.news.com.au/news/sex-party-signs-up-feminist-pole-dancer/story-e6frfkp0-1225792281020 |titolo=Sex Party signs up feminist pole dancer |editore=''[[News Limited|news.com.au]]'' |accesso=3 ottobre 2012 |data=29 ottobre 2009}}</ref>.
 
Il concetto di pole dancing femminista è stato ridicolizzato e denunciato sia dalle femministe sia da alcune non-femministe come "semplicemente folle"<ref>{{Cita news|url=https://www.theguardian.com/commentisfree/2010/apr/18/students-pole-dancing-david-mitchell |titolo=Actually, you won't find female empowerment halfway up a pole |editore=''[[The Guardian]]'' |accesso=3 ottobre 2012 |città=London |nome=David |cognome=Mitchell |data=18 aprile 2010}}</ref> e sintomatico della "fine del femminismo"<ref>{{Cita web|url=http://www.dailymotion.com/video/xgpu1q_the-end-of-feminism-pole-dancing-for-empowerment_news |titolo=The End of Feminism: Pole Dancing for Empowerment |editore= [[Dailymotion]]|accesso=3 ottobre 2012}}</ref>.
 
== Femminismo e BDSM ==
Le visioni femministe sul [[BDSM]] variano ampiamente, passando dal rifiuto più totale all'accettazione, con tutte le posizioni e i punti di vista inframmezzati. Ad esempio vengono qui confrontati i due quadri polarizzanti (lo/a [[Slave (BDSM)]] e il [[Master (BDSM)]] o "Dom"). La vicenda intercorsa tra le femministe e gli operatori del BDSM è stata controversa. Le due posizioni più estreme sono quelle che credono che il femminismo e il BDSM siano convinzioni reciprocamente esclusive e coloro che invece credono che le pratiche BDSM siano un'espressione della libertà sessuale.
=== L'opposizione femminista al BDSM e al sadomasochismo ===
Un certo numero di esponenti del [[femminismo radicale]], come [[Andrea Dworkin]] e [[Susan Griffin]], considerano il BDSM come una forma di violenza e di odio nei confronti della donna<ref>{{Cita libro|cognome=Griffen|nome=Susan|titolo="Sadomasochism and the Erosion of Self:A Critical Reading of Story of O" in [[Against Sadomasochism: A Radical Feminist Analysis]]|anno=1982|città=East Palo Alto}}</ref><ref>{{Cita libro|cognome=Dworkin|nome=Andrew|titolo=Woman Hating|anno=1974|città=New York}}</ref>.
[[File:Cerridwen Fallingstar photo by Susanna Frohman.jpg|thumb|La femminista [[Cerridwen Fallingstar]] critica il [[sadomasochismo]] e il [[BDSM]].]]
Il testo antologico ''Against Sadomasochism: A Radical Feminist Analysis'' (Contro il Sadomasochismo: un'analisi femminista radicale) comprende saggi e interviste di numerose femministe che criticano il sadomasochismo, tra cui [[Alice Walker]], [[Robin Morgan]], [[Kathleen Barry]], [[Diana Russell]], [[Susan Leigh Star]], [[Ti-Grace Atkinson]], [[John Stoltenberg]], [[Sarah Hoagland]], [[Susan Griffin]], [[Cerridwen Fallingstar]], [[Audre Lorde]] e [[Judith Butler]].
 
Le organizzazioni femministe che si oppongono pubblicamente all'S/M comprendono "[[Minaccia viola]]", "New York Radical Feminists" (NYRF) e "Women Against Violence in Pornography and Media" (Donne contro la violenza nella pornografia e nei media). Nel 1982 è stato prodotto un opuscolo dalla "Coalition for a Feminist Sexuality and Against Sadomasochism" (Coalizione per una sessualità femminista e contro il Sadomasochismo), un gruppo ad hoc creato da "Women Against Pornography" per protestare contro la Conferenza Barnard. Il NYRF è stato elencato tra i firmatari del foglio illustrativo<ref>Abelove H, et al. (1983). "The Barnard Conference". ''Feminist Studies'' 9(1):177–182.</ref>.
=== Pro-BDSM e femministe praticanti BDSM ===
Mentre molte femministe radicali si oppongono al BDSM, altre femministe considerano l'S/M come un'espressione femminista ideale della libertà sessuale mentre altre ancora affermano che il BDSM, e più particolarmente l'SM, rafforza il [[patriarcato (antropologia)]] e che queste pratiche sono contraddittorie nel femminismo. Inoltre, alcune femministe sono aperte sulla pratica del BDSM. Molte "femministe sessuali positive" vedono il BDSM come una valida forma di espressione della [[sessualità umana femminile]]<ref>{{Cita libro|cognome=Friedman|nome=Jaclyn|titolo=Yes Means Yes: Visions of Female Sexual Power and a World without Rape|anno=2008|editore=Seal Press|città=Seattle|isbn=1-58005-257-6}}</ref>.
 
Alcune femministe [[lesbiche]] praticano il BDSM e lo considerano come parte della propria identità sessuale<ref>{{Cita libro|autore1=Sana Loue |autore2=Martha Sajatovic |autore3=Keith B. Armitage |titolo=Encyclopedia of Women's Health|anno=2004|p=363}}</ref>. Jessica Wakeman ha scritto della propria esperienza con le attività di SM in un'intervista di dopo il suo articolo intitolato First Time For Everything: Getting Spanked e pubblicato nel 2009. Al momento dell'intervista nell'ottobre 2010, Wakeman ha scritto molto su temi femministi, tra cui su femminismo e critica dei media, femminismo e politica, femminismo e sesso e si è considerata una femminista piuttosto attiva<ref name="Carpentier">{{Cita web|cognome=Carpentier|nome=Megan|titolo=BDSM And Feminism: "Stop Telling Me What I'm Supposed To Like, D*mn It."|url=http://jezebel.com/5666107/bdsm-and-feminism-%20stop-telling-me-what-im-supposed-to-like-dmn-it|editore=Jezebel|accesso=24 maggio 2012}}</ref> politicamente.
[[File:Gayle Rubin.jpg|thumb|left|La femminista [[Gayle Rubin]] ha fondato un'organizzazione [[BDSM]] che si rivolge a donne [[lesbiche]] e femministe.]]
Wakeman ha discusso come lei è in grado di godere nel gioco dello [[spanking]] e nell'essere dominata, ma nonostante tutto questo continua ancora a considerasi una femminista<ref name="Carpentier"/>. Come altri praticanti femministi di BDSM, Wakeman rifiuta l'argomento secondo cui alle donne viene insegnato ciò verso cui devono provare piacere e vengono portate ad essere sottomesse da una struttura dominante di potere eminentemente sessista<ref name="Carpentier"/>.
[[File:NLN Roxanne Dunbar Ortiz.jpg|thumb|La femminista [[Roxanne Dunbar-Ortiz]] è una sostenitrice del [[celibato]] e del [[separatismo femminista]].]]
Ci sono diverse organizzazioni BDSM che si rivolgono a donne lesbiche e a femministe, tra cui la "Lesbian Sex Mafia" e il gruppo "Samois", fondate da [[Patrick Califia]] e [[Gayle Rubin]]<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Rubin|nome=Gayle|titolo=Gayle Rubin on the History of Samois|rivista=Leather Times|anno=2004|pp=3–7|numero=21}}</ref>.
 
== Femminismo e celibato ==
Il gruppo femminista statunitense "Cell 16", fondato nel 1968 dalla storica [[Roxanne Dunbar-Ortiz]], era noto per il suo programma di [[celibato]] e separazione dagli uomini<ref>Bevacqua, Maria. ''Rape on the Public Agenda: Feminism and the Politics of Sexual Assault'' (2000) ISBN 1-55553-446-5</ref><ref name="Echols, Alice 1990, p164">Echols, Alice. ''Daring to Be Bad: Radical Feminism in America, 1967–75'', University of Minnesota Press, 1990, ISBN 0-8166-1787-2, p164</ref>; tra l'altro, considerato come troppo estremo da molte femministe [[mainstream]], l'organizzazione ha agito come una sorta di avanguardia delle [[sinistra politica]]<ref>Heath and Potter. ''Feminism For Sale''. ''[[This Magazine]]'' (2005) {{cita web |url=http://www.thismagazine.ca/issues/2005/05/feminism.php |titolo=Copia archiviata |accesso=30 novembre 2007 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071022080224/http://thismagazine.ca/issues/2005/05/feminism.php |dataarchivio=22 ottobre 2007 }}</ref>. È stata citata come la prima organizzazione ad aver promosso il concetto di [[separatismo femminista]]<ref name="Echols, Alice 1990, p164" /><ref>Saulnier, Christine F. ''Feminist Theories and Social Work: Approaches and Applications'' (1996) ISBN 1-56024-945-5</ref>. In "No More Fun and Games", il periodico femminista dell'organizzazione, i membri Dunbar e Lisa Leghorn hanno consigliato alle donne di "''separarsi da uomini che non stanno lavorando consapevolmente per la liberazione femminile''", consigliando altresì periodi di celibato piuttosto che rapporti di [[sessualità lesbica]] con la considerazione che "non è nient'altro che una soluzione personale"<ref>Dunbar, Leghorn. ''The Man's Problem'', from ''No More Fun and Games'', November 1969, quoted in Echols, 165</ref>.
 
Il periodico ha pubblicato anche nell'ottobre del 1968 l'articolo di Dana Densmore intitolato "On Celibacy", che ha dichiarato in parte:
{{citazione|"''un appendice alla liberazione è un presunto 'bisogno' per il sesso. È qualcosa che deve essere confutato, affrontato, demistificato o la causa della liberazione femminile è condannata. Già vediamo le ragazze, completamente liberate nelle loro teste, capire la loro oppressione con terribile chiarezza cercando, intenzionalmente e con una certa traccia isterica, impegnarsi per fare se stesse il più attraenti possibile per gli uomini, gli uomini per i quali non hanno rispetto, gli uomini che possono persino odiare, a causa di 'una necessità sessuale-emotiva fondamentale'. Il sesso non è essenziale per la vita, come lo è invece il cibo. Alcune persone passano tutta la loro vita senza impegnarsi in esso, comprese gente bella, sensibile e felice. È un mito che questo fatto renda amaro un aspetto della vita, schiacciato, contorto. La [[stigmatizzazione (scienze sociali)]] della [[verginità]] permanente è comunque appartenente alle donne, creato dagli uomini perché lo scopo della donna nella vita è biologico e se non lo soddisfa è deformata e innaturale e 'deve essere tutta piena di ragnatele all'interno'''"<ref>{{Cita web|url=http://library.duke.edu/rubenstein/scriptorium/wlm/fun-games1/#celibacy|titolo=No More Fun and Games: a Journal of Female Liberation (v. 1, no. 1)|sito=Duke Digital Collections|accesso=29 novembre 2014}}</ref>.}}
Il gruppo del [[femminismo radicale]] "Feminists—A Political Organization to Annihilate Sex Roles"<ref name="FemaleEunuch-p295">Greer, Germaine, ''[[L'eunuco femmina]]'' (N.Y.: McGraw-Hill, 1st ed. in U.S. 1971, © 1970 & 1971), p. 295.</ref>, un'organizzazione politica creata per annientare i ruoli sessuali, è stato un gruppo attivo a [[New York]] dal 1968 al 1973; in un primo momento sostenne le donne che praticavano il celibato, successivamente sono passate a sostenere il [[movimento lesbico]].
 
Il [[lesbismo]] politico abbraccia la teoria che vuole l'[[orientamento sessuale]] essere una scelta, promuovendo il lesbismo come alternativa positiva all'[[eterosessualità]] delle donne<ref name="Location, ___location, orientation">Julie Bindel, [https://www.theguardian.com/weekend/story/0,3605,1177708,00.html Location, ___location, orientation], ''[[The Guardian]]'', March 27, 2004</ref>. [[Sheila Jeffreys]] ha contribuito a sviluppare il concetto scrivendo con altri membi del "Leeds Revolutionary Feminist Group" un [[opuscolo]] intitolato ''Love Your Enemy?: The Debate Between Heterosexual Feminism and Political Lesbianism'' (Love Your Enemy ?: Il dibattito tra femminismo eterosessuale e lesbismo politico) il quale ha dichiarato: "''noi pensiamo ... che tutte le femministe possono e debbano anche essere lesbiche, la nostra definizione di una lesbica politica è quella di una donna che si auto-identifichi nel fatto di non essere fottuta dagli uomini, ma ciò non significa un'attività sessuale obbligatoria con le donne''"<ref name="docs.google.com">{{Cita web|url=https://docs.google.com/file/d/0B3dD4VR6trTUMzYzZTExNmMtY2FlMC00MjlhLTg1ZjItYjFhNGMzMWNlMGIx/edit?hl=en&authkey=CN6ixb8C&pli=1 |titolo=Love Your Enemy? The Debate Between Heterosexual Feminism and Political Lesbianism |editore=Onlywomen Press: [[Leeds Revolutionary Feminist Group]] |accesso=3 ottobre 2012}}</ref>. Alcune lesbiche politiche infine hanno scelto di essere celibi o si identificano come [[asessualità|asessuali]].
 
Nell'aprile del 1987 a [[New York]] durante una manifestazione del "Southern Women's Writing Collective" è stata compilato un documento intitolato ''[http://sisyphe.org/imprimer.php3?id_article=4127 Sex resistance in heterosexual arrangements: Manifesto of the Southern Women's Writing Collective], e organizzata una conferenza intitolata "The Sexual Liberals and the Attack on Feminism"''<ref name="Sisyphe http://sisyphe.org">{{Cita web|url=http://sisyphe.org/imprimer.php3?id_article=4127|titolo=[Sisyphe] [http://sisyphe.org]|accesso=29 novembre 2014}}</ref>. Questo [[manifesto (programma)]] ha dichiarato in parte che:
{{citazione|"''contrariamente al movimento pro-sesso, noi ci chiamiamo 'le donne contro il sesso' (WAS) ... la resistenza al sesso comprende anche il suo comportamento politico: il suo obiettivo non è solo l'integrità personale per se stessa ma la libertà politica per tutte le donne, ed esso resiste a tre fronti: resiste a tutte le necessità sessuali costruite dai maschi, resiste a ciò che viene chiamato impropriamente un 'atto nella prudenza' e si oppone in modo particolare al tentativo del [[patriarcato (antropologia)]] di rendere più facile il suo lavoro di subordinare le donne consensualmente costruendo il suo desiderio nella propria immagine oppressiva''"<ref name="Sisyphe http://sisyphe.org"/>.}}
Nel 1991 l'attivista femminista [[Sonia Johnson]] ha scritto nel suo libro ''The Ship That Sailed into the Living Room: Sex and Intimacy Reconsidered'': "''quasi quattro anni dopo ho iniziato la mia ribellione contro la relazione/sesso/schiavitù, l'esperienza e la mia vecchia saggezza mi dicono che quel sesso come lo conosciamo è un costrutto patriarcale e non ha luogo legittimo e naturale nella nostra vita, nessuna funzione o modi autentici. Esso è soltanto un sinonimo di gerarchia/controllo, il sesso viene costruito come parte dell'assedio contro la nostra totalità e potenza''"<ref>Johnson, Sonia. ''The Ship That Sailed into the Living Room: Sex and Intimacy Reconsidered''. Wildfire Books, September 1991.</ref>.
 
== Femminismo e orientamento sessuale ==
Gli approcci femministi alle questioni dell'[[orientamento sessuale]] variano notevolmente; le opinioni sull'argomento vengono spesso influenzate dalle esperienze personali delle femministe, come viene ben espresso nello [[slogan]] coniato da [[Carol Hanisch]]: "Il privato è politico". A causa di questo fatto molte femministe considerano l'orientamento sessuale come una questione politica e non solo una questione di scelta o di preferenza sessuale individuale.
=== Femminismo e asessualità ===
Un documento del 1977 intitolato ''Asexual and Autoerotic Women: Two Invisible Groups'' di Myra T. Johnson può essere considerato come la prima posizione pubblica femminista dedicata esplicitamente all'[[asessualità]] negli esseri umani; in esso Johnson ritrae le donne asessuali come invisibili, "oppresse da un consenso che è inesistente" e lasciate indietro dalla [[rivoluzione sessuale]] e dal movimento femminista<ref>"Asexual and Autoerotic Women: Two Invisible Groups" found in ed. Gochros, H.L.; J.S. Gochros (1977). ''The Sexually Oppressed. Associated Press.'' ISBN 978-0-8096-1915-3</ref>.
 
Un documento del 2010 scritto da Karli June Cerankowski e Megan Milks dal titolo ''New Orientations: Asexuality and Its Implications for Theory and Practice'' afferma che la società ha ritenuto "''la sessualità femminile e quella [[LGBT]] come potenziata o repressa. Il movimento asessuale sfida questo presupposto sfidando in tal modo molti dei principi fondamentali del femminismo pro-sesso in cui è già definita come sessualità repressiva o anti-sesso''"<ref>{{Cita libro|cognome=Myers|nome=David G.|titolo=Psychology|anno=2010|editore=Worth Publishers|città=New York|isbn=978-1-4292-1597-8|p=474|edizione=9th}}</ref>.
 
Alcune lesbiche politiche s'identificano come asessuali (vedi sopra).
[[File:Labrys-symbol.svg|thumb|Il [[Labrys]], simbolo del femminismo lesbico.]]
 
=== Femminismo e bisessualità ===
La lezioni settimanali del [[collettivo]] "Common Lives/Lesbian Lives" (CL/LL) avevano una politica separatista che veniva periodicamente pubblicata anche su [[rivista]]; tutte le volontarie del progetto erano [[lesbiche]] autodichiarate. A causa di queste prese di posizione venne presentata una denuncia all'[[Università dell'Iowa]] per violazione della [[dichiarazione dei diritti umani]] da parte di una donna [[bisessuale]] a cui era stata categoricamente rifiutata la partecipazione<ref name="sdrc.lib.uiowa.edu">{{Cita web |url=http://sdrc.lib.uiowa.edu/iwa/findingaids/html/CommonlIves.html |titolo=Common Lives/Lesbian Lives Records, Iowa Women's Archives, University of Iowa Libraries, Iowa City, Iowa |accesso=29 novembre 2014 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150821003341/http://sdrc.lib.uiowa.edu/iwa/findingaids/html/CommonLives.html |dataarchivio=21 agosto 2015 }}</ref>.
 
Un certo numero di donne che sono state coinvolte in un movimento di [[attivismo]] nel [[femminismo lesbico]] hanno poi fatto [[coming out]] come bisessuali dopo essersi rese conto che possedevano anche una percentuale di attrazione nei riguardi degli uomini. Un esempio di conflitto lesbo-bisex all'interno del [[femminismo]] è stato durante la marcia del [[Gay pride]] svoltasi a [[Northampton]] negli anni tra il 1989 e il 1993, dove molte femministe hanno partecipato ad una discussione se dovessero essere inclusi anche i bisessuali e se la bisessualità fosse compatibile con il femminismo.
 
Le critiche più comuni da parte delle lesbiche femministe erano che la bisessualità fosse rappresentante dell'[[antifemminismo]], che era inoltre una forma di falsa coscienza e che le donne bisessuali per continuavano ad avere rappori con gli uomini erano deluse e disperate. Tuttavia le tensioni tra le femministe bisessuali e le femministe lesbiche si sono poi allentate nel corso degli anni novanta, poiché le donne bisessuali hanno cominciato ad essere maggiormente accettate all'interno della comunità femminista<ref name="Gerstner 2006">{{Cita libro|titolo= Routledge International Encyclopedia of Queer Culture|cognome= Gerstner|nome= David A.|anno= 2006|editore= [[Routledge]]|città= United Kingdom|isbn= 978-0-415-30651-5|pp= 82–3|accesso=3 ottobre 2012 |url=https://books.google.com/books?id=XS_SnVPixE8C&pg=PA82&lpg=PA82&dq=%22bisexual+feminism%22&source=bl&ots=n32nIC-3XC&sig=h7jkH9Tq2dtkR0gs9Q7hmvNMzZ4&hl=en&sa=X&ei=zrdsUIKQLeWC0QHKqYHwAQ&ved=0CDAQ6AEwAA#v=onepage&q&f=false}}</ref>.
 
Tuttavia alcune femministe lesbiche come [[Julie Bindel]] mantengono ancora una posizione decisamente critica nei confronti della bisessualità. Bindel ha descritto la bisessualità femminile cone "una tendenza alla moda" che promuoveva la causa dell'[[edonismo]] sessuale affrontando anche la questione più generale sul fatto se esista davvero o meno la bisessualità<ref name="Bindel">{{Cita news|url=http://www.huffingtonpost.com/julie-bindel/where-is-the-politics-in-_b_1589435.html |titolo=Where's the Politics in Sex? |editore=''[[The Huffington Post]]'' |accesso=3 ottobre 2012 |nome=Julie |cognome=Bindel |data=12 giugno 2012}}</ref>; ha fatto anche [[Tongue-in-cheek]] comparando la bisessualità all'amore per i gatti e al [[satanismo]]<ref name="guardian.co.uk">{{Cita news|url=https://www.theguardian.com/commentisfree/2008/nov/08/lesbianism |titolo=It's not me. It's you |editore=''[[The Guardian]]'' |accesso=3 ottobre 2012 |città=London |nome=Julie |cognome=Bindel |data=8 novembre 2008}}</ref>.
 
Hanno dato ulteriori informazioni sul rapporto sul femminismo e la bisessualità i libri ''Closer to Home: Bisexuality & Feminism'' (1992), un'[[antologia]] curata dalla professoressa Elizabeth Reba Weise, ma anche ''Bisexuality: The Best Thing That Ever Happened to Lesbian Feminism?'' dell'attivista [[Beth Elliot]], ''The Fine Art of Labeling: The Convergence of Anarchism, Feminism, and Bisexuality'' di Lucy Friedland e Liz Highleyman, ''Bisexual Feminist Man'' di Dave Matteson e ''Bi-Lovable Japanese Feminist'' di Kei Uwano inserito nell'antologia ''Bi Any Other Name: Bisexual People Speak Out'' (1991)<ref>{{Cita web|url=http://lanikaahumanu.com/bianyothername.shtml|titolo=b i · a n y · o t h e r · n a m e}}</ref><ref>[https://books.google.it/books?id=Qt2WCgAAQBAJ&pg=PT9&lpg=PT9&dq=Kei+Uwano&source=bl&ots=Mn-MuXYmBo&sig=DRpMGXmkr6KT4t8EibcKb9Lidc4&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjasJLy7q3UAhWGuRQKHZPGD0kQ6AEIMTAC#v=onepage&q=Kei%20Uwano&f=false google boos].</ref>
=== Femminismo e uomini gay ===
Nel suo libro del 2003 ''Unpacking Queer Politics: A Lesbian Feminist Perspective'' la femminista radicale lesbica australiana [[Sheila Jeffreys]] avanza la posizione che la [[cultura lesbica]] sia stata negativamente colpita per aver voluto emulare l'influenza sessista della [[subcultura]] maschile [[gay]] del binomio sessuale [[dominazione-sottomissione]]. Mentre non ha mancato di sottolineare che molti uomini gay membri del [[movimento LGBT]] hanno rifiutato il [[sadomasochismo]], ella però scrive che la prospettiva maschile gay dominante ha promosso la [[sessualità]] sadomasochista a scapito delle lesbiche e delle donne femministe<ref>{{Cita libro|titolo= Unpacking Queer Politics: A Lesbian Feminist Perspective|cognome= Jeffreys|nome= Sheila|anno= 2003|editore= [[Polity (publisher)|Polity]]|città= Cambridge, England|isbn= 0-7456-2838-9}}<!--|accessdate=October 3, 2012 --></ref>.
 
Tuttavia alcuni uomini gay come il marito di [[Andrea Dworkin]], [[John Stoltenberg]], sono critici nei confronti del sadomasochismo e della pornografia e si trovano d'accordo con le critiche femministe radicali e lesbiche nei confronti di queste pratiche. Stoltenberg ha scritto che il sadomasochismo erotizza sia la violenza che l'[[impotenza]]<ref>{{Cita libro|cognome1= Stoltenberg|nome1= John|curatore-nome1= Robin Ruth|curatore-cognome1= Linden|titolo= [[Against Sadomasochism: A Radical Feminist Analysis]]|anno= 1982|editore= Frog in the Well|città= East Palo Alto, Calif|isbn= 0-9603628-3-5|oclc= 7877113|pp= 124–30|capitolo= Sadomasochism: Eroticized Violence, Eroticized Powerlessness}}</ref>. L'autore femminista gay Christopher N. Kendall nel suo [[saggio]] intitolato ''Gay Male Pornography: An Issue Of Sex Discrimination'' avanza l'idea che la [[pornografia gay]] si è trovata coinvolta nella discriminazione sessuale e che dovrebbe essere vietata in base alle leggi canadesi sull'[[uguaglianza di genere]]. Egli propone anche la teoria femminista radicale che la pornografia maschile gay non fa altro che rafforzare la [[misoginia]] e l'[[omofobia]]<ref>{{Cita libro|titolo= Gay Male Pornography: An Issue Of Sex Discrimination|cognome= Kendall|nome= Christopher N.|anno= 2004|editore= [[University of British Columbia Press]]|città= Vancouver, British Columbia|isbn= 0-7748-1076-9}}<!--|accessdate=October 3, 2012 --></ref>.
=== Femminismo e eterosessualità ===
Alcune femministe [[eterosessuali]] ritengono che siano state ingiustamente escluse dalle organizzazioni femministe lesbiche. A causa della politica di [[separatismo lesbico]] assunto da "Common Lives/Lesbian Lives" (CL/LL) un certo numero di donne eterosessuali hanno creduto di essere state discriminate dopo non essere state assunte come collaboratrici interne<ref name="sdrc.lib.uiowa.edu"/>.
 
=== Femminismo e lesbismo ===
Le lesbiche sono state fin da subito attive nel movimento femminista americano. Le prime preoccupazioni delle lesbiche sono state introdotte e riassunte nella [[National Organization for Women]] (NOW) nel 1969, quando [[Ivy Bottini]], una lesbica dichiarata, allora presidente della sezione newyorkese dell'Organizzazione, ha tenuto un forum pubblico intitolato "Is Lesbianism a Feminist Issue? (Il lesbismo femminista è un problema?)<ref name="bare_url_d">[[Barbara Love|Love, Barbara J.]] [https://books.google.com/books?id=kpNarH7t9CkC&pg=PA51&dq=1968+lesbian+ivy+bottini&hl=en&ei=4P7QT4ToGcXZ0QHIpdDqDw&sa=X&oi=book_result&ct=book-thumbnail&resnum=7&ved=0CFoQ6wEwBg#v=onepage&q=1968%20lesbian%20ivy%20bottini&f=false Feminists Who Changed America, 1963–1975]</ref>.
 
Tuttavia la presidente [[Betty Friedan]] si schierò contro la partecipazione lesbica al movimento. Nel 1969 si riferiva alla crescente visibilità lesbica come ad una "minaccia viola" e licenziò apertamente l'editor della [[newsletter]] - la scrittrice lesbica [[Rita Mae Brown]] - e nel 1970 condusse una campagna per l'espulsione delle lesbiche, tra cui Ivy Bottini, dalla sezione newyorkese di ''NOW's''<ref name="books.google.com">Bonnie Zimmerman [https://books.google.com/books?id=0EUoCrFolGcC&pg=PA134 Lesbian histories and cultures: an encyclopedia], Garland Pub., 2000 ISBN 0-8153-1920-7 p. 134</ref><ref name="Vicki Lynn Eaklor p. 145">Vicki Lynn Eaklor [https://books.google.com/books?id=qJZdHuZ0aM0C&pg=PA145 Queer America: a GLBT history of the 20th century], ABC-CLIO, 2008 ISBN 0-313-33749-7 p. 145</ref> (vedi più avanti in "Bifobia e lesbofobia nel femminismo").
[[File:Lyonandmartinwedding1.JPG|thumb|Cerimonia di [[nozze]] per le femministe lesbiche Del Martin e Phyllis Lyon in [[California]].]]
Del Martin è stata la prima lesbica dichiarata eletta a NOW, e Del Martin e Phyllis Lyon sono state la prima coppia di lesbiche ad aderirvi<ref name="ABOUTMARTIN">{{Cita news |cognome=Belge |nome=Kathy |url=http://lesbianlife.about.com/cs/herstory/p/DelMartin.htm |titolo=Del Martin |editore=About |data= |accesso=11 febbraio 2007 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070213073920/http://lesbianlife.about.com/cs/herstory/p/DelMartin.htm |dataarchivio=13 febbraio 2007 }}</ref>.
 
Il femminismo lesbico è sia un movimento culturale sia una prospettiva politica, più influente negli anni settanta e nei primi anni ottanta (soprattutto nell'[[America del Nord]] e nell'[[Europa occidentale]]) che incoraggia le donne a dirigere le proprie energie verso altre donne piuttosto che verso gli uomini e spesso sostiene il lesbismo come un risultato logico del femminismo<ref>[[Adrienne Rich|Rich, A]]. (1980). ''[[Compulsory Heterosexuality and Lesbian Existence]]''. Signs, 5, 631–660.</ref>.
[[File:Charlotte Bunch.jpg|thumb|left|La femminista lesbica [[Charlotte Bunch]].]]
Alcuni pensatori e attivisti chiave sono [[Charlotte Bunch]], la già citata Rita Mae Brown, [[Adrienne Rich]], [[Audre Lorde]], [[Marilyn Frye]], [[Mary Daly]], la già citata Sheila Jeffreys e [[Monique Wittig]] (anche se quest'ultima è più comunemente associata all'emergere della [[teoria queer]]). Il femminismo lesbico si è riunito nei primi anni 1970 per insoddisfazione nei confronti della [[seconda ondata femminista]] e del [[movimento LGBT]]<ref>Faderman, Lillian: "Surpassing the Love of Men," p. 17. Quill/William Morrow, 1981.</ref><ref>[http://www.feministezine.com/feminist/modern/Old_and_New_Wave-Feminism.html Lesbianism and Feminism]. Accessed May 28th 2007.</ref>.
 
Secondo la femminista lesbica radicale Sheila Jeffreys "''il femminismo lesbico è emerso come risultato di due sviluppi: le lesbiche all'interno del "Movimento di Liberazione femminile" (WLM) hanno cominciato a creare una nuova politica femminista lesbica e le lesbiche nella GLF ("Gay Liberation Front" ) sono state invitate ad aderirvi assieme con le loro sorelle''"<ref name="Jeffreys, Sheila p. 19">Jeffreys, Sheila: "Unpacking Queer Politics," p. 19. Polity, 2003.</ref>.
 
Secondo [[Judy Rebick]], un importante giornalista canadese e attivista politica per il femminismo, le lesbiche erano e sono sempre state al centro del movimento femminile, mentre le loro questioni erano ancora invisibili nello stesso movimento<ref>[http://www.international.activism.uts.edu.au/conferences/rebick/discussion.html Research on International Activism] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120323092851/http://www.international.activism.uts.edu.au/conferences/rebick/discussion.html |data=23 marzo 2012 }}</ref>.
==== Separatismo lesbico ====
Il separatismo lesbico è una forma di femminismo separatista specifico per le lesbiche. Il separatismo è stato considerato dalle lesbiche sia come una strategia temporanea sia come una pratica permanente, ma soprattutto in questa seconda forma.
 
Il separatismo lesbico è diventato popolare nel corso degli anni settanta, poiché alcune lesbiche hanno dubitato che la società tradizionale o anche lo stesso movimento LGBT avessero qualcosa da offrire loro.
==== Lesbismo politico ====
Il lesbismo politico è un fenomeno nato all'interno del femminismo lesbico e del femminismo radicale, principalmente nel femminismo della seconda ondata. Il lesbismo politico abbraccia la teoria che l'orientamento sessuale è una scelta e promuove il lesbismo come alternativa positiva all'eterosessualità delle donne<ref name="Location, ___location, orientation"/>.
[[File:Yvonne Rainer - Museum Ludwig-1431.jpg|thumb|La femminista [[Yvonne Rainer]] è un'esponente del lesbismo politico.]]
Le donne lesbiche che si sono identificate come "lesbiche politiche" includono [[Ti-Grace Atkinson]], [[Julie Bindel]], [[Charlotte Bunch]], [[Yvonne Rainer]] e Sheila Jeffreys.
 
=== Bifobia e lesbofobia nel femminismo ===
{{vedi anche|Bifobia|Lesbofobia}}
Le più comuni critiche lesbiche femministe nei confronti dei bisessuali consistevano nell'asserire che la [[bisessualità]] era intrinsecamente antifemminista nonché una forma di falsa coscienza e che la maggior parte delle donne bisessuali che mantengono rapporti con l'altro sesso risultano essere deluse e disperate. Tuttavia le tensioni tra le femministe bisessuali e le femministe lesbiche si sono poi stemperate nel corso degli anni novanta, quando le donne bisessuali hanno cominciato ad essere maggiormente accettate all'interno della comunità femminista<ref name="Gerstner 2006"/>.
[[File:Betty Naomi Goldstein Friedan.jpg|thumb|left|La femminista [[Betty Friedan]] considerò le questioni lesbiche come non essere centrali per l'attivismo femminista, confessando infine che "l'intera idea dell'[[omosessualità]] mi ha messa profondamente a disagio".]]
Tuttavia alcune femministe lesbiche come [[Julie Bindel]] mantengono ancora una posizione decisamente critica nei confronti della bisessualità. Bindel ha descritto la bisessualità femminile come "una tendenza alla moda" che promuoveva la causa dell'[[edonismo]] sessuale affrontando anche la questione più generale sul fatto se esista davvero o meno la bisessualità<ref name="Bindel"/>; ha fatto anche [[Tongue-in-cheek]] comparando la bisessualità all'amore per i gatti e al [[satanismo]]<ref name="guardian.co.uk"/>.
 
Le femministe lesbiche hanno inizialmente affrontato la questione della discriminazione all'interno della [[National Organization of Women]]. Alcune femministe eterosessuali come [[Betty Friedan]] hanno considerato le questioni lesbiche come non essere centrali per l'attivismo femminista. Nel 1969 Friedan si riferì alla crescente visibilità lesbica come ad una "minaccia viola" (dal nome dell'[[omonimo]] gruppo statunitense lesbico [[Minaccia viola]]) e licenziò apertamente l'editor della [[newsletter]] lesbica, la scrittrice [[Rita Mae Brown]], mentre nel 1970 auspicò l'espulsione delle lesbiche, tra cui [[Ivy Bottini]], dalla sezione del ''NOW's New York''<ref name="books.google.com"/><ref name="Vicki Lynn Eaklor p. 145"/> .
 
Come reazione al congresso del 1970 di "Unite Women", durante la prima serata di riunione, quando più di quattrocento femministe erano oramai nell'[[auditorium]], venti donne che indossavano magliette con la scritta "Minaccia Viola" si sono presentate di fronte alla sala affrontando il pubblico<ref name="google2">Flora Davis [https://books.google.com/books?id=ioM-8naFn60C&pg=PA264 Moving the mountain: the women's movement in America since 1960], University of Illinois Press, 1999 ISBN 0-252-06782-7 p. 264</ref>. Una delle donne del gruppo ha poi letto il loro [[manifesto (programma)]] ''The Woman-Identified Woman'', che è stata la prima grande dichiarazione femminista lesbica<ref name="google2"/><ref name="Cheshire Calhoun p. 27">Cheshire Calhoun [https://books.google.com/books?id=7V73W75tGssC&pg=PA27 Feminism, the Family, and the Politics of the Closet: Lesbian and Gay Displacement], Oxford University Press, 2003 ISBN 0-19-925766-3 p. 27</ref>.
 
Il gruppo, che più tardi si è definito come "radicale", è stato tra i primi a sfidare l'[[eterosessismo]] delle femministe eterosessuali e a descrivere in termini positivi l'eperienza lesbica<ref name="Carolyn Zerbe Enns p. 105">Carolyn Zerbe Enns [https://books.google.com/books?id=bIe7ZtOubc8C&pg=PA105 Feminist theories and feminist psychotherapies: origins, themes, and diversity], Routledge, 2004 ISBN 0-7890-1808-X p. 105</ref>. Nel 1971 lo stesso gruppo approvava una risoluzione che dichiarava che "il diritto di una donna alla propria personalità include anche il diritto di definire e di esprimere la propria sessualità, oltre che di scegliere il proprio [[stile di vita]]", inoltre attraverso una risoluzione della conferenza che affermava che costringere le madri lesbiche a rimanere all'interno di matrimoni o di vivere un'esistenza segreta nel tentativo di mantenere i propri figli è un fatto profondamente ingiusto<ref name="autogenerated2">[http://now.org/resource/now-leading-the-fight/ Leading the Fight | National Organization for Women]. NOW. Retrieved on 2014-07-25.</ref>.
 
Quello stesso anno NOW si è anche impegnato ad offrire un sostegno giuridico e morale in un caso che coinvolgeva i diritti di custodia di minori da parte delle loro madri lesbiche<ref name="autogenerated2"/>. Nel 1973 è stata fondata la "NOW Task Force on Sexuality and Lesbianism"<ref name="autogenerated2"/>, mentre nel novembre del 1977 la "National Women's Conference" ha emesso il "[http://www.lindagriffith.com/IWY%20PlanofAction.html Piano Nazionale d'Azione]" il quale in parte dichiarava:
{{citazione|"''Il lavoro politico del [[Congresso degli Stati Uniti d'America]], dello Stato a livello federale e finanche quello a livello locale dovrebbero adottare una legislazione per eliminare la discriminazione sulla base della preferenza sessuale e affettiva in settori che includano, ma non siano solo limitati a questi, l' occupazione, gli alloggi pubblici e privati, il credito, le strutture pubbliche, i finanziamenti governativi e militari I legislatori statali dovrebbero riformare i loro codici di [[diritto penale]] o abrogare leggi statali che limitano il comportamento sessuale privato tra gli adulti consenzienti. La legislatura statale dovrebbe adottare una legislazione che vietasse la considerazione del [[rapporto sessuale]] o dell'orientamento affettivo come fattore determinante in ogni sentenza giudiziaria sui diritti di custodia dei figli o dei diritti di visita, piuttosto i casi di custodia dei figli dovrebbero essere valutati esclusivamente sul merito di quale parte sia effettivamente il genitore migliore, senza riguardo all'orientamento sessuale e affettivo di questa persona; i casi di custodia dei figli dovrebbero essere valutati esclusivamente sul merito di quale parte rappresenti il genitore migliore, senza riguardo all'orientamento sessuale e affettivo di questa persona''"<ref name="Plan of Action">[http://www.lindagriffith.com/IWY%20PlanofAction.html Plan of Action]. Lindagriffith.com (1978-01-15). Retrieved on 2014-07-25.</ref>.}}
 
Friedan ha infine ammesso che "l'intera idea dell'[[omosessualità]] mi ha messa profondamente a disagio"<ref name="LifeSoFar-pbk-1-1-p221">Friedan, Betty. ''Life So Far: A Memoir''. N.Y.: Simon & Schuster (Touchstone Book), &#xA9; 2000, pbk., 1st Touchstone ed. (ISBN 0-7432-0024-1) [1st printing?] 2001. Page 221.</ref>, riconoscendo che a suo tempo era stata troppo impulsiva nei confronti della scomoda questione del lesbismo: "''Il movimento femminista non riguarda il sesso, ma la parità di opportunità nei posti di lavoro e tutto il resto. Sì, suppongo che dovrei dire che la libertà di scelta sessuale sia anche parte di questo, ma non dovrebbe essere comunque la questione principale...''"<ref name="LifeSoFar-pbk-1-1-p223">Friedan, Betty. ''Life So Far'', op. cit. Page 223.</ref>
 
Lei aveva anche inizialmente ignorato le lesbiche della "National Organization for Women" opponendosi a ciò che intendeva come richieste di "equal-time"<ref name="LifeSoFar-pbk-1-1-p221" />; "l'omosessualità... non è, a mio avviso, una cosa riguardante il movimento femminista"<ref name="LifeSoFar-pbk-1-1-p222">Friedan, Betty. ''Life So Far'', op. cit. Page 222.</ref>. Mentre scrisse di opporsi alla repressione a cui andavano incontro le persone [[LGBT]], rifiutò nel contempo di indossare una sciarpa color porpora o di identificarsi come lesbica (anche se eterosessuale) in quanto atto di solidarietà politica, considerando che ciò non fa parte delle questioni principali del movimento quale l'[[aborto]] libero e l'istituzione di [[asilo nido|asili nido]] per i bambini<ref name="LifeSoFar-pbk-1-1-p248-249">Friedan, Betty. ''Life So Far'', op. cit. Pp. 248–249.</ref>.
 
Ancora nel 1977 alla "National Women's Conference" si è affiancata velocemente alla risoluzione sui diritti delle lesbiche "a cui tutti pensavano si opponesse" per "impedire un qualsiasi dibattito" e passare ad altre questioni che riteneva più importanti e meno divisive nello sforzo di aggiungere l'[[Equal Rights Amendment]] (ERA) alla [[Costituzione degli Stati Uniti d'America]]<ref name="LifeSoFar-pbk-1-1-p295">Friedan, Betty. ''Life So Far'', op. cit. Page 295.</ref>.
 
Il gruppo femminista radicale americano [[Redstockings]] si oppose fortemente al separatismo lesbico, vedendo i rapporti interpersonali con gli uomini come un'importante arena di lotta femminista e quindi vedendo invece il separatismo come "sfuggente". Come molte femministe radicali del tempo, anche "Redstockings" ha visto il lesbismo in primo luogo come un'identità politica piuttosto che una parte fondamentale dell'identità personale e pertanto l'ha analizzato soprattutto in termini politici. I membri di "Redstockings" sono stati anche contrari all'omosessualità maschile, che hanno interpretato come un rifiuto profondamente misogino delle donne. La linea assunta da "Redstockings" nei confronti di uomini gay e lesbiche è stata spesso criticata per essere intrisa di [[omofobia]]<ref>Echols, 1989</ref>.
[[File:Gloria Anzaldua.jpg|thumb|La femminista [[Gloria Anzaldúa]] ha influenzato profondamente la [[teoria queer]].]]
 
=== Femminismo teoria Queer ===
La [[Teoria queer]] "è un campo della [[teoria critica]] inerente al [[post-strutturalismo]] che è emersa nei primi anni '90 dai campi di [[studi queer]] e di [[studi delle donne]]. La teoria [[Queer]] è stata fortemente influenzata dall'opera di femministe come [[Gloria Anzaldúa]], [[Eve Kosofsky Sedgwick]] e [[Judith Butler]]. La teoria si basa sia sulle sfide femministe che sull'idea che il [[genere (scienze sociali)]] fa parte del sé essenziale (vedi [[essenzialismo]]) e degli studi gay/lesbici che esamina la natura socialmente costruita ([[costruttivismo (filosofia)]]) degli atti facenti parte dell'[[attività sessuale umana]] e dell'[[identità sessuale]].
==== Applicazione femminista della teoria queer ====
La teoria Queer è stata fortemente influenzata dalla [[teoria femminista]] e dagli studi femminili. Molte opere sono state scritte sull'intersezione tra il femminismo e la teoria queer e come entrambi perseguino prospettive femministe, potendo inoltre arricchire la teoria e gli studi [[LGBT]]Q e come le prospettive Queer possano arricchire il femminismo. Libri come '' Feminism is Queer: The Intimate Connection Between Queer and Feminist Theory '' (Il femminismo è Queer: la connessione intima tra queer e teoria femminista) di Mimi Marinucci indaga dettagliatamente le intersezioni tra la teoria queer e quella femminista e sostengono che il femminismo stesso potrebbe essere interpretato come un movimento "queer"<ref>{{Cita libro|titolo= Feminism is Queer: The Intimate Connection Between Queer and Feminist Theory|cognome= Marinucci|nome= Mimi|anno= 2011|editore= [[Zed Books]]|città= London, England|isbn= 1-84813-475-4}}<!--|accessdate=September 28, 2012 --></ref>.
==== Critica femminista della teoria queer ====
Molte femministe hanno criticato la teoria queer come un diversione dai problemi femministi o come un gioco contro il femminismo dominato dal maschio. Le femministe lesbiche e i femministi radicali sono stati i critici più importanti della teoria e della politica queer. [[Sheila Jeffreys]] in ''Queer Politics: A Lesbian Feminist Perspective'' (Politica Queer: Una prospettiva femminista lesbica) critica duramente la teoria queer come prodotto di una "cultura maschile gay" che "ha celebrato il [[privilegio maschile]]" e "ha sancito un culto diella [[mascolinità]]". Ella ripudia la teoria queer come anti-lesbica, anti-femminista e anti-donne<ref>{{Cita libro|titolo= Unpacking Queer Politics: A Lesbian Feminist Perspective|cognome= Jeffreys|nome= Sheila|anno= 2003|editore= [[Polity (publisher)|Polity]]|città= Cambridge, England|isbn= 0-7456-2838-9|pp=1–2 }}<!--|accessdate=October 3, 2012 --></ref>.
[[File:Ada-Lovelace-Wikithon-2013-14-Anne-Fausto-Sterling.jpg|thumb|left|La femminista [[Anne Fausto-Sterling]] è un'esponente di spicco della "[[sessuologia]] femminista".]]
 
== Sessuologia femminista ==
La [[sessuologia]] femminista è una traccia di studi tradizionali di sessuologia che si concentra sull'intersezione del sesso e del genere in relazione alle vite sessuali delle donne. La sessuologia femminista condivide molti principi con il dominio della sessuologia; in particolare non tenta di prescrivere un certo percorso che riconduca ad una "normalità" per la sessualità femminile, ma solo di osservare e annotare i diversi modi in cui le donne esprimono la loro sessualità. È un campo giovane ma che sta crescendo rapidamente. Notevoli sessuologhe femministe includono [[Anne Fausto-Sterling]] e [[Gayle Rubin]].
 
Un notevole lavoro radicale femminista sulla sessualità femminile è il ''The Myth of the Vaginal Orgasm'' (Mito dell'Orgasmo vaginale, 1968) di [[Anne Koedt]], che avanza l'idea che l'[[orgasmo]] vaginale sia un mito patriarcale<ref>{{Cita web |url=http://www.uic.edu/orgs/cwluherstory/CWLUArchive/vaginalmyth.html |titolo=The Myth of the Vaginal Orgasm |editore=[[Chicago Women's Liberation Union|CWLU Herstory Archive]] |accesso=3 ottobre 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130106211856/http://www.uic.edu/orgs/cwluherstory/CWLUArchive/vaginalmyth.html |dataarchivio=6 gennaio 2013 }}</ref>.
 
== Femminismo e violenza sessuale ==
La [[cultura dello stupro]] è un concetto usato per descrivere una cultura in cui la [[violenza sessuale]] e lo stupro sono comuni e in cui gli atteggiamenti, le norme, le pratiche e i mezzi prevalenti normalizzano, scusano, tollerano o persino condonano la violenza sessuale. Esempi di comportamenti comunemente associati alla cultura dello stupro comprendono la colpevolizzazione della vittima, la sua definizione di "puttana" o disonorata, l'oggettivazione sessuale e la banalizzazione della stessa [[violenza contro le donne]]. La cultura dello stupro è stata utilizzata per modellare il comportamento all'interno dei gruppi sociali, compresi i sistemi di carcerazione in cui la violenza dei carcerati è comune e le aree di conflitto in cui gli [[stupri di guerra]] vengono utilizzati come arma della [[guerra psicologica]]. Anche interi paesi sono stati dichiarati essere immersi nella cultura dello stupro<ref name="leaderu">Sommers, Dr. Christina Hoff. [https://archive.is/20121209074942/http://www.leaderu.com/real/ri9502/sommers.html Researching the "Rape Culture" of America]. Retrieved 3 October 2012.</ref><ref name=rozee>{{Cita web |url=http://www.raperesistance.org/research/rape_culture.html |titolo=Resisting a Rape Culture |autore=Rozee, Patricia |editore=Rape Resistance |accesso=11 gennaio 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://archive.is/20130113040359/http://www.raperesistance.org/research/rape_culture.html |dataarchivio=13 gennaio 2013 }}</ref><ref name=Steffes>{{Cita web |url=http://hpr1.com/feature/article/the_rape_culture/ |titolo=The American Rape Culture |autore=Steffes, Micah |data=January 2008 |editore=High Plains Reader |accesso=11 gennaio 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121124175139/http://hpr1.com/feature/article/the_rape_culture/ |dataarchivio=24 novembre 2012 }}</ref><ref name="Maitse1998">{{Cita pubblicazione|cognome1=Maitse|nome1=Teboho|titolo=Political change, rape, and pornography in postapartheid South Africa|rivista=Gender & Development|volume=6|numero=3|anno=1998|pp=55–59|issn=1355-2074|doi=10.1080/741922834}}</ref><ref name="Prof Upendra Baxi India = Rape Culture">{{Cita pubblicazione|cognome=Baxi|nome=Upendra|wkautore=Upendra Baxi|titolo=THE SECOND GUJARAT CATASTROPHE|rivista=Economic and Political Weekly|data=August 2002|volume=37|numero=34|pp=3519–3531|jstor=4412519}}</ref>.
 
Sebbene il concetto di "coltivazione dello di stupro" sia una teoria generalmente accettata nel mondo accademico femminista, esiste ancora un disaccordo su quella che può essere definita una cultura dello stupro e in che misura una determinata società soddisfa i criteri per essere considerata come tale.
 
La cultura dello stupro è stata osservata in correlazione con altri fattori e comportamenti sociali. La ricerca identifica la correlazione tra i miti della violenza, la colpevolezza della vittima e la trivializzazione della violenza con un'aumentata incidenza nel [[razzismo]], nell'[[omofobia]], nell'età, nel [[classismo]], nell'[[intolleranza religiosa]] e in altre forme di [[discriminazione]]<ref name=AOSVOD001>{{Cita pubblicazione|cognome=Aosved|nome=Allison C.|autore2=Long, Patricia J.|titolo=Co-occurrence of Rape Myth Acceptance, Sexism, Racism, Homophobia, Ageism, Classism, and Religious Intolerance|rivista=Sex Roles|data=28 novembre 2006|volume=55|numero=7–8|pp=481–492|doi=10.1007/s11199-006-9101-4}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Suarez|nome=E.|autore2=Gadalla, T. M.|titolo=Stop Blaming the Victim: A Meta-Analysis on Rape Myths|rivista=Journal of Interpersonal Violence|data=11 gennaio 2010|volume=25|numero=11|pp=2010–2035|doi=10.1177/0886260509354503}}</ref>.
 
La cultura dello stupro esiste ancora in molti paesi musulmani
 
== Femminismo e molestie sessuali ==
Le femministe sono state cruciali per lo sviluppo della nozione di [[molestia sessuale]] e per la codificazione delle leggi contro le stesse. [[Catherine MacKinnon]] fu tra i primi a scrivere sul tema della molestia sessuale. Il libro di MacKinnon ''Sexual Harassment of Working Women: A Case of Sex Discrimination'' (Molestie sessuali tra le donne che lavorano: un caso di discriminazione sessuale) è l'ottavo libro legale statunitense più citato pubblicato dal 1978, secondo uno studio pubblicato da [[Fred Shapiro]] nel gennaio 2000.
[[File:Camille Paglia no Fronteiras do Pensamento São Paulo 2015 (21006598623).jpg|thumb|La femminista [[Camille Paglia]] critica la nozione stessa di [[molestia sessuale]].]]
Alcune femministe liberali e femministe individualiste hanno criticato la nozione di molestie sessuali. [[Camille Paglia]] afferma che le ragazze possono finire per agire in modo tale da rendere più facile la molestia sessuale, per esempio atteggiandosi a "carine", diventando in tal modo un facile bersaglio. Paglia ha commentato in un'intervista concessa a ''[[Playboy]]'': "''dimmi il grado in cui la tua bellezza può invocare la gente a dire cose stravaganti e pornografiche, talvolta per violare la tua bellezza. Più si arrossisce, più le persone vogliono farlo''"<ref>[http://privat.ub.uib.no/bubsy/playboy.htm Playboy interview, Camille Paglia] {{webarchive |url=https://web.archive.org/web/20060622065038/http://privat.ub.uib.no/bubsy/playboy.htm |date=June 22, 2006 }} May 1995</ref>. [[Jane Gallop]] ritiene che le leggi sulle molestie sessuali siano state abusate da coloro che lei chiama "femministe vittimarie", al contrario delle "femministe di potere" come chiama se stessa<ref>{{Cita libro|titolo= When Women Kill: Questions of Agency and Subjectivity|cognome= Morrissey|nome= Belinda|anno= 2003|editore= [[Routledge]]|città= 2003|isbn= 0-203-42283-X|p=135 |accesso=3 ottobre 2012 |url=https://books.google.com/books?id=fewUIbJHyy0C&pg=PA135&lpg=PA135&dq=Jane+Gallop+%22victim+feminism%22&source=bl&ots=kvzR4-xVsf&sig=POczS8Svc2YEQDuEwV1gEiF5sGM&hl=en&sa=X&ei=pshsUPiuKOHM0AG5roGoCw&ved=0CCIQ6AEwAA#v=onepage&q&f=false}}</ref>.
[[File:Laura Mulvey Fot Mariusz Kubik July 24 2010 06.JPG|thumb|left|La femminista [[Laura Mulvey]] ha elaborato la teoria dello "sguardo maschile".]]
 
== Femminismo e oggettivazione sessuale ==
Il concetto di oggettivazione sessuale e, in particolare, l'oggettivazione delle donne, è un'idea importante nella [[teoria femminista]] e nelle teorie psicologiche derivate dal femminismo<ref name="BarryK">Barry, Kathleen, ''Female Sexual Slavery'' (NYU Press, 1994), ISBN 978-0-8147-1069-2, p.247</ref><ref name="Goldenberg">Goldenberg, Jamie L., and Tomi-Ann Roberts, 'The Beast within the Beauty: An Existential Perspective on the Objectification and Condemnation of Women' in Jeff Greenberg, Sander Leon Koole, Thomas A. Pyszczynski and Tom Pyszczynski (eds) ''Handbook of Experimental Existential Psychology'' (Guilford Press, 2004), ISBN 978-1-59385-040-1</ref>. Molte femministe considerano l'oggettivazione sessuale come sgradevole e di come essa svolga un ruolo importante nella [[disuguaglianza di genere]]<ref name=Bartky>{{Cita libro|cognome= Bartky |nome= Sandra Lee |wkautore= Sandra Bartky |titolo= Femininity and domination: studies in the phenomenology of oppression |p= 26 |editore= Routledge |città= New York |anno= 1990 | isbn = 978-0-415-90186-4 |citazione= The identification of a person with her sexuality becomes oppressive, one might venture, when such an identification becomes habitually extended into every area of her experience. }}</ref>. Alcuni commentatori sociali, tuttavia, sostengono che alcune donne moderne si oggettivano come un'espressione del loro potere di emanazione sugli uomini, mentre altri sostengono che l'aumento della libertà sessuale per le donne, i [[gay]] e gli uomini [[bisessuali]] ha portato ad un aumento dell'oggettivazione degli uomini<ref>{{Cita web |url=http://yoyo.cc.monash.edu.au/~farmboy/dis.html |titolo=Men As Sex Objects (turnin' the tables) |editore=Yoyo.cc.monash.edu.au |accesso=1º agosto 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120809190512/http://yoyo.cc.monash.edu.au/~farmboy/dis.html |dataarchivio=9 agosto 2012 }}</ref><ref>[http://www.haaretz.com/hasen/spages/958248.html Study: For Israeli women, going on vacation means more sex] Irit Rosenblum, Haaretz, 26 February 2008.</ref><ref>Botting, Kate and Botting, Douglas. "Men Can Be Sex Objects Too". Cosmopolitan. August 1996.</ref><ref>[https://www.theguardian.com/world/2006/may/15/gender.features11 No more faking:] "Sex isn't over until we've had an orgasm...," say Melinda Gallagher and Emily Kramer, founders of the outrageous Cake sex empire for women. But is their love of porn and lapdancing breaking new ground, or is so-called 'raunch feminism' setting the cause back?
Sharon Krum The Guardian, Monday May 15, 2006.</ref><ref>{{Cita web|cognome=Simpson|nome=Mark |url=http://www.marksimpson.com/blog/2007/02/11/speedophobia |titolo= Speedophobia: America's Fear and Loathing of Budgie Smuggling |editore=Marksimpson.com |accesso=14 agosto 2012}}</ref>.
=== Lo "sguardo maschile" ===
Quella dello "sguardo maschile" è una teoria femminista sviluppata da [[Laura Mulvey]] nel 1975. Lo sguardo maschile si verifica quando il pubblico, o lo spettatore, viene messo nella prospettiva di un maschio eterosessuale. Mulvey ha sottolineato che lo sguardo maschile dominante nei film del [[cinema statunitense]] (con [[Hollywood]] come punto di riferimento) riflette e soddisfa l'inconscio maschile: la maggior parte dei registi sono maschi, quindi lo sguardo voyeuristico della telecamera è maschile; i personaggi maschili nei vari [[generi cinematografici]] rendono le donne gli oggetti del loro sguardo; ed inevitabilmente lo sguardo dello spettatore riflette gli sguardi voyeuristici maschili della macchina fotografica e degli attori maschi<ref name=Cooper>{{Cita pubblicazione|cognome=Cooper|nome=Brenda|titolo='Click Flicks' as Feminist Texts:The Appropriation of the Male Gaze in Thelma & Louise|rivista=[[Women's Studies in Communication]]|anno=2000|volume=23|numero=3}}</ref>.
 
Quando il femminismo caratterizza lo "sguardo maschile" appaiono alcune questioni come quella per l'appunto del [[voyeurismo]] (scopofilia), dell'oggettivazione, del [[feticismo (sessualità)]] ed infine quella delle donne viste esclusivamente come oggetto del piacere maschile<ref name="Theorizing the Male Gaze">{{Cita pubblicazione|cognome=Snow|nome=Edward|titolo=Theorizing the Male Gaze: Some Problems|rivista=Representations|anno=1989|numero=25}}</ref>. [[Mary Anne Doane]] dà un esempio di come il voyeurismo può essere visto attraverso lo sguardo maschile: "''il cinema silenzioso, attraverso la sua insistente iscrizione di scenari di voyeurismo, concepisce il piacere di osservazione del suo spettatore in termini occhieggiamento maschile, dietro lo schermo, riducendo la posizione dello spettatore rispetto alla donna sullo schermo''"<ref name=Doane>{{Cita pubblicazione|cognome=Doane|nome=Mary Ann|titolo=Film and the Masquerade: Theorising the Female Spectator|rivista=Screen|data=September 1982|volume=23|numero=3/4}}</ref>.
 
== Classe Leander ==
{{vedi anche|Classe Leander (fregata)}}
== Note ==
{{<references}}/>
 
== Voci correlate ==
* [[Posizioni anarchiche nei riguardi della sessualità]]
 
* [[Storia del femminismo]]
 
== Collegamenti esterni ==
*[http://plato.stanford.edu/entries/feminism-objectification/ Feminist Perspectives on Objectification], [[Stanford Encyclopedia of Philosophy]]
*[http://plato.stanford.edu/entries/feminism-gender/index.html Feminist Perspectives on Sex and Gender], [[Stanford Encyclopedia of Philosophy]]
*[http://plato.stanford.edu/entries/feminist-sex-markets/ Feminist Perspectives on Sex Markets], [[Stanford Encyclopedia of Philosophy]]
 
{{LGBTSoc}}
{{Storia femminismo}}
{{Portale|erotismo|femminismo}}
 
[[Categoria:ClassiTeorie di navi di scorta moderne|Type 12femministe]]
[[Categoria:Sessualità]]
[[Categoria:Queer]]