Kenshō e Tallio: differenze tra le pagine

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{{elemento chimico
{{nihongo|'''Kenshō'''<ref>Baroni, 2002, p. 188</ref><ref>Hori, 2000, p. 287</ref><ref>Fowler, 2005, p. 115</ref>|見性}} è un termine giapponese della tradizione Zen, composto dai caratteri ''Ken'' che significa "vedere," e ''shō'' con cui si intende "essenza, Natura di Buddha.<ref>Kapleau,1989></ref><ref>Hori,2000,p.287</ref>
|Nome = tallio
|Serie_chimica = [[metalli del blocco p]]
|Nucleoni =
|Precedente = [[Mercurio (elemento chimico)|mercurio]]
|Successivo = [[piombo]]
|Simbolo = Tl
|Numero_atomico = 81
|Gruppo = [[Gruppo del boro|13 (IIIA)]]
|Periodo = [[elementi del periodo 6|6]]
|Blocco = [[Elementi del blocco p|p]]
|Densità = 11&nbsp;850 kg/m³
|Durezza = 1,2
|Aspetto = Thallium-croprotated.jpg
|Didascalia = Metallo bianco argenteo
|Spettro =
|Peso_atomico = {{M|204,3833||amu}}
|Raggio_atomico = {{M|190 (156)|p|m}}
|Raggio_covalente = 148 pm
|Raggio_di_van_der_Waals = 196 pm
|Configurazione_elettronica =
<nowiki>[</nowiki>[[Xeno|Xe]]<nowiki>]</nowiki>4f<sup>14</sup>5d<sup>10</sup>6s<sup>2</sup>6p<sup>1</sup>
|Elettroni = 2, 8, 18, 32, 18, 3
|Numero_di_ossidazione = 3, '''1''' (debolmente [[base (chimica)|basico]])
|Struttura_cristallina = [[Sistema esagonale|esagonale]]
|Stato = [[solido]]
|Fusione = {{M|577||K}} {{M|(304||°C}})
|Ebollizione = 1&nbsp;746 K (1&nbsp;473&nbsp;°C)
|Volume_molare = {{M|1,722|e=−5||m3}}/[[Mole|mol]]
|Calore_di_fusione = {{M|164,1|k|J/mol}}
|Calore_di_evaporazione = 4,142 kJ/mol
|Tensione_di_vapore = {{M|5,3|e=−6||Pa}} a 577&nbsp;K
|Velocità_del_suono = {{M|818||m/s}} a 298,15&nbsp;K
|Numero_CAS = 7440-28-0
|Elettronegatività = 1,62
|Calore_specifico = 129 J/(kg·K)
|Conducibilità_elettrica = {{Exp|6,17|6}}/m·[[Ohm|Ω]]
|Conducibilità_termica = 46,1 W/(m·K)
|Energia_1a_ionizzazione = 589,4 kJ/mol
|Energia_2a_ionizzazione = 1&nbsp;971 kJ/mol
|Energia_3a_ionizzazione = 2&nbsp;878 kJ/mol
|Isotopo_1 = <sup>203</sup>Tl
|NA_1 = 29,524%
|TD_1 = Tl è stabile con 122 neutroni
|Isotopo_2 = <sup>204</sup>Tl
|NA_2 = sintetico
|TD_2 = 3,77 anni
|DM_2 = [[decadimento beta|β<sup>−</sup>]]<br />[[cattura elettronica|ε]]
|DE_2 = 0,761<br />0,347
|DP_2 = [[Piombo|<sup>204</sup>Pb]]<br />[[Mercurio (elemento chimico)|<sup>204</sup>Hg]]
|Isotopo_3 = <sup>205</sup>Tl
|NA_3 = '''70,476%'''
|TD_3 = Tl è stabile con 124 [[neutroni]]
}}
Il '''tallio''' è l'[[elemento chimico]] di [[numero atomico]] 81. Il suo simbolo è '''Tl''' e il suo [[termine spettroscopico]] è <sup>2</sup>P<sub>1/2</sub>. È un [[metalli del blocco p|metallo del blocco p]] grigio e malleabile; somiglia allo [[Stagno (elemento chimico)|stagno]], ma scurisce per ossidazione quando è esposto all'[[aria]]. Il tallio venne scoperto indipendentemente nel 1861 dai chimici [[William Crookes]] e [[Claude-Auguste Lamy]] in residui della produzione di [[acido solforico]].
 
Entrambi utilizzarono il metodo, allora sviluppato da poco, della [[Spettroscopia di emissione atomica#Fiamma|spettroscopia di fiamma]], in cui il tallio produce una notevole riga spettrale di colore verde. Il termine "tallio", dal [[lingua greca antica|greco]] θαλλός (''"thallós"''), che significa "germoglio verde o ramoscello", è stato coniato da Crookes. Nel 1862 venne isolato sia da Lamy grazie all'[[elettrolisi]], sia da Crookes per precipitazione e fusione della polvere risultante. Crookes lo esibì alla mostra internazionale che si aprì il 1º maggio di quell'anno<ref>[http://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=hvd.32044103134011;view=1up;seq=7 The Mining and Smelting Magazine] Ed. Henry Curwen Salmon Vol iv July Dec 1963,p 87.</ref> sotto forma di polvere, precipitato dallo [[zinco]].
Il Kensho è una prima intuizione del risveglio, di percezione della Vacuità che è l'obiettivo della pratica Zen, propedeutica e non coincidente con l'illuminazione totale.<ref>Sekida,1985,p.226</ref>
Dev'essere seguita, perché possa portare frutto nella pratica, da un addestramento ulteriore per approfondire questa prima visione ed imparare ad esprimerne la consapevolezza nella vita quotidiana.<ref>Sekida,1996</ref><ref>Yen,1996,p.54</ref><ref>Kraft,1997,p.91</ref>
 
Il tallio tende a [[ossidazione|ossidarsi]] a +3 e +1 come sale ionico. Lo stato +3 assomiglia a quello degli altri elementi del gruppo 13 ([[boro]], [[alluminio]], [[Gallio (elemento chimico)|gallio]], [[indio]]). Invece lo stato +1, che è molto frequente, ricorda la chimica di [[metalli alcalini]] e gli ioni del tallio(I) si trovano per lo più nei minerali a base di [[potassio]].
== Terminologia ==
Il termine Kensho spesso viene alternato con il termine [[satori]], derivato dal verbo ''satoru''<ref>Suzuki,1994</ref>. che significa "realizzazione, comprensione".<ref group=web>[http://jisho.org/words?jap=&eng=satori&dict=edict Denshi Jisho — Online Japanese dictionary]</ref> Secondo Fischer-Schreiber, ''kenshō'' e ''[[satori]]'' sono grossomodo sinonimi; viene però distinto ''kenshō'' per intendere una realizzazione iniziale che deve essere approfondita, e ''satori'' per intendere la realizzazione della Natura di Buddha di un risvegliato o di un patriarca.<ref>Fischer-Schreiber,1991,p.115</ref><ref> Hakuin,2010</ref>.
 
Tuttavia commercialmente il tallio non viene ottenuto dai minerali di potassio, ma come sottoprodotto dalla raffinazione di metalli pesanti. Circa il 60-70% della produzione di tallio viene utilizzato nell'industria elettronica, mentre il restante è destinato all'industria farmaceutica e alla produzione di [[vetro]]. Trova impiego anche nei rivelatori di [[Radiazione infrarossa|luce infrarossa]]. Il [[radioisotopo]] tallio-201 viene utilizzato in piccole quantità come [[Tracciante (chimica)|radiotracciante]] non tossico negli esami di [[imaging biomedico]] in [[medicina nucleare]], in particolare nella [[scintigrafia miocardica]].
La tradizione buddhista giapponese mantiene una ricchezza di termini riferibili ad "illuminazione": risveglio (''kaku''), vero risveglio (''shōgaku''), perfetto risveglio, liberazione (''gedatsu''), confermazione(''shō''), Grande Morte (''daishi''), illuminazione solitaria (''mushi dokugo''), piena penetrazione della Natura di Buddha (''taigo tettei''), e completo perfetto risveglio (''anokutara sanmyaku sanbodai'').<ref>Kraft,1997,p.90</ref>.<ref> Kraft,1997,p.90</ref>.Viene usato anche il termine ''Daigo''.
Il termine cinese corrispondente a kensho è ''jianxing'' (见性), composto dai caratteri:''jian'' [[wikt:見|見]] "vedere, osservare, percepire" e ''xing'' [[wikt:性|性]] " natura originaria".
 
I sali di tallio solubili, molti dei quali sono quasi insapori, sono altamente tossici e sono stati storicamente utilizzati in [[Rodenticida|topicidi]] e insetticidi, ma vista la loro tossicità non selettiva in molti paesi l'uso di questi composti è stato vietato o limitato. In particolare l'[[avvelenamento da tallio]] si manifesta con la perdita dei capelli. A causa della sua popolarità storica come "arma del delitto", il tallio ha acquisito, insieme con l'[[arsenico]], notorietà come "veleno dell'avvelenatore" e "polvere dell'eredità"<ref>{{Cita libro|titolo= The Boron Elements: Boron, Aluminum, Gallium, Indium, Thallium|p= 14|nome=Heather|cognome= Hasan|data= 2009| isbn = 978-1-4358-5333-1|editore= Rosen Publishing Group}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.pressreader.com/italy/oggi/20171012/282492888918205|sito=PressReader.com|titolo=Un veleno subdolo, tre vittime: è rebus|autore=Andrea Greco|data=12 ottobre 2017|accesso=16 dicembre 2017}}</ref>.
A loro volta, i monaci buddhisti che compilarono le traduzioni cinesi dei sutra dovettero affrontare numerose complicazioni linguistiche: scelsero infatti il termine ''jian'' (見) per tradurre il vocabolo sanscrito ''dṛś'' (दृश्), che significa "vedere, osservare" e il concetto buddhista di "visione", "saggezza", e il termine ''xing'' 性 o ''zixing'' 自性 "propria natura" per il sanscrito ''[[svabhava|svabhāva]]'' [[wikt:स्वभाव|स्वभाव]] "natura intrinseca, vera natura".
 
== Storia ==
Quindi,''jianxing'' era la traduzione per ''dṛṣṭi-svabhāva'': la visione della propria natura autentica.
Il termine ''tallio'' deriva dal [[Lingua greca antica|greco]] '''θαλλός''' (''thallos'')'','' cioè "germoglio verde". Il nome è dovuto alle linee di emissione nello [[Spettro atomico|spettro]], di un colore verde acceso<ref>{{Cita pubblicazione| doi = 10.1021/ed009p2078|titolo= The discovery of the elements. XIII. Supplementary note on the discovery of thallium|anno= 1932|cognome1= Weeks|nome1= Mary Elvira|wkautore1=Mary Elvira Weeks|rivista= Journal of Chemical Education|volume= 9|numero= 12|p= 2078|bibcode = 1932JChEd...9.2078W }}</ref>.
 
Dopo la pubblicazione di un miglior metodo da adottare per condurre una spettroscopia di fiamma elaborato da [[Robert Wilhelm Bunsen|Robert Bunsen]] e [[Gustav Robert Kirchhoff|Gustav Kirchhoff]]<ref>{{Cita pubblicazione|titolo= Chemische Analyse durch Spectralbeobachtungen|pp= 337–381|autore= G. Kirchhoff, R. Bunsen|doi = 10.1002/andp.18611890702|rivista= [[Annalen der Physik und Chemie]]|volume= 189|numero= 7|anno= 1861|bibcode=1861AnP...189..337K}}</ref> e a seguito della scoperta del [[Cesio (elemento chimico)|cesio]] e del [[rubidio]] negli anni 1859-1860, la spettroscopia di fiamma è diventata un metodo approvato per determinare la composizione dei minerali e dei prodotti chimici. [[William Crookes]] e [[Claude-Auguste Lamy]] incominciarono fin da subito a utilizzare il nuovo metodo. Crookes lo adoperò per fare determinazioni spettroscopiche per il [[tellurio]] su composti del [[selenio]] depositatisi nella camera principale di un impianto di produzione di [[acido solforico]], vicino a [[Abberode|Tilkerode]], nelle montagne [[Harz]]. Qualche anno prima aveva ottenuto i campioni per la sua ricerca sul cianuro di selenio grazie ad [[August Wilhelm von Hofmann|August Hofmann]].
Il primo riferimento al termine ''jianxing'' si può trovare nel Sutra della Piattaforma cinese, risalente al VII sec. D.C.
<ref>[[Hanyu Da Cidian]] 汉语大词典, vol. 10, p. 314.</ref>
 
Nel 1862 Crookes fu in grado di isolare piccole quantità del nuovo elemento e determinare le proprietà di alcuni composti<ref name="DeKosky">{{Cita pubblicazione|titolo= Spectroscopy and the Elements in the Late Nineteenth Century: The Work of Sir William Crookes|nome= Robert K.|cognome= DeKosky|rivista= The British Journal for the History of Science|volume= 6|numero= 4|anno= 1973|pp= 400–423|jstor = 4025503|doi = 10.1017/S0007087400012553}}</ref>. Claude Auguste Lamy utilizzò uno spettrometro che era simile a quello di Crookes per determinare la composizione di una sostanza contenente selenio, depositatasi durante la produzione di acido solforico dalla pirite. Notò anche la nuova linea verde nello spettro di emissione e concluse che si trovava davanti a un nuovo elemento. Lamy aveva ricevuto questo materiale dallo stabilimento di acido solforico del suo amico Fréd Kuhlmann e questo sottoprodotto era disponibile in grandi quantità. Lamy incominciò quindi a isolare il nuovo elemento da quella fonte<ref>{{Cita pubblicazione|titolo= De l'existence d'un nouveau métal, le thallium|rivista= Comptes Rendus|anno= 1862|nome= Claude-Auguste|cognome= Lamy|volume= 54 |pp= 1255–1262|url= http://gallica2.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k30115.image.r=Comptes+Rendus+Hebdomadaires.f1254.langFR}}</ref>. Il fatto che Lamy fosse in grado di lavorare ampie quantità di tallio gli permise di determinare le proprietà di diversi composti e in aggiunta di preparare un piccolo lingotto di tallio metallico rifondendo il minerale che aveva ottenuto per elettrolisi dei sali di tallio.
Le traduzioni successive furono le seguenti:
* ''kenshō'' 見性 or ケンショウ in giapponese,
* ''kyŏnsŏng'' 견성 in coreano,
* ''kiến tính'' in vietnamita.
 
Poiché entrambi gli scienziati scoprirono il tallio indipendentemente e gran parte del lavoro, soprattutto l'isolamento del tallio metallico, fu fatto da Lamy, Crookes cercò di garantire la sua priorità sul lavoro. Lamy si aggiudicò una medaglia all'Esposizione Internazionale di Londra del 1862: ''per la scoperta di una nuova e abbondante fonte di tallio'' e, dopo pesanti proteste, anche Crookes ricevette una medaglia: ''tallio, per la scoperta del nuovo elemento''. La polemica tra i due scienziati continuò per tutto il biennio 1862-1863, per poi andare scemando e concludersi dopo l'elezione di Crookes a membro della [[Royal Society]], avvenuta nel giugno del 1863<ref name="James">{{Cita pubblicazione|titolo=Of 'Medals and Muddles' the Context of the Discovery of Thallium: William Crookes's Early|nome= Frank A. J. L.|cognome= James|rivista=Notes and Records of the Royal Society of London|volume= 39|numero= 1|anno= 1984|pp= 65–90|jstor = 531576|doi =10.1098/rsnr.1984.0005}}</ref><ref name="Murder">{{Cita libro|titolo= The Elements of Murder: A History of Poison|capitolo= Thallium|nome= John|cognome=Emsley|editore= Oxford University Press|anno= 2006|isbn = 978-0-19-280600-0|url= http://books.google.com/?id=BACSR7TXWhoC|pp= 326–327}}</ref>.
===Definizioni ad opera di praticanti Zen===
Alcuni studiosi buddhisti hanno definito in questo modo l'esperienza del kensho:
* [[D.T. Suzuki|Daisetsu Teitarō Suzuki]]: "Vedere nella propria natura o l'apertura del satori"<ref>Suzuki,1994,p.259</ref> "Quell'acquisizione di un nuovo punto di vista sul nostro rapporto con la vita e il mondo è chiamata "satori" dagli studenti giapponesi. E'davvero un altro termine per definire l'illuminazione".<ref>Suzuki,1994,p.229</ref>
* Dumoulin (1988/2005): "L'illuminazione è descritta qui come un'intuizione di una natura intima in unione con tutta la realtà in un presente eterno, come una visione che rimuove tutte le distinzioni. Quest'illuminazione è il fulcro e l'obiettivo della via dello Zen. Hakuin preferisce il termine "vedere nella natura dell'uno" che per lui intende la realtà assoluta, nonostante Natura di Buddha, Dharmakaya, la saggezza intuitiva, (''prajna''), e la vacuità (''sunyata''), il volto originario e altre espressioni della tavolozza variopinta del vocabolario Mahayana erano tutti termini a lui famigliari,appresi dal suo studio costante dei sutra e della letteratura Zen"<ref>Dumoulin,2005,p.380</ref>
* Peter Harvey (1990): "E'una salvifica realizzazione di che cosa sia la natura intima di una persona, la mente originaria è direttamente conosciuta come una vacuità illuminante, una quiddità dinamica e immanente nel mondo"<ref>Harvey,1990,pp.275-276</ref>
 
Il tallio è stato un tempo molto adoperato nei veleni per roditori. Dopo diversi incidenti l'uso come veleno è stato vietato negli Stati Uniti mediante l'Ordine Esecutivo Presidenziale (''President Executive Order'') nº {{formatnum:11643}} del febbraio 1972. Negli anni successivi molti altri Paesi ne hanno vietato l'uso<ref name="USGS1972">{{Cita libro|titolo= Minerals yearbook metals, minerals, and fuels |anno= 1972 |capitolo= Thallium |p= 1358 |editore= United States Geological Survey |url= http://digicoll.library.wisc.edu/cgi-bin/EcoNatRes/EcoNatRes-idx?type=goto&id=EcoNatRes.MinYB1972v1&page=1358&isize=XL|volume= 1 |autore= Staff of the Nonferrous Metals Division }}</ref>.
== Nozioni ulteriori ==
Il termine ''kenshō'' fa riferimento alla realizzazione della non-dualità del soggetto e dell'oggetto<ref>Hori,1994,p.30</ref> ma il termine può essere applicato anche ad altri contesti<ref>Hori,2000,p.290</ref>
 
== Caratteristiche chimiche e fisiche ==
Il ''kenshō'' non rappresenta solo una singola esperienza, ma talvolta rimanda ad una serie completa di realizzazioni dallo sguardo superficiale di un principiante sulla natura della mente fino alla visione del vuoto equivalente alla Bhumi o alla natura di Buddha stessa. In tutti questi casi, viene realizzata la stessa esperienza, ma in diversi gradi di chiarezza e di profondità.<ref>Harvey,1990,pp.275-276</ref><ref>Hori,1994,p.31</ref>
 
È un metallo tenero e malleabile che può essere tagliato anche da un coltello. Esposto all'aria, la sua superficie lucente si ossida assumendo una tinta grigio-bluastra simile a quella del [[piombo]]. Col prolungarsi dell'esposizione si forma sulla superficie del metallo uno strato di ossido. In presenza di [[acqua]] si forma invece uno strato di [[idrossido]] di tallio. Il suo stato di ossidazione più stabile è il tallio(I), ma sono noti numerosi composti e composti di coordinazione di tallio(III).
==Intuizione o esperienza?==
Il kensho è un'intuizione, una comprensione della realtà per come è.<ref>Samy,1998,p.82</ref><ref>Harvey,1990, pp.275-276</ref><ref>
Dumoulin,2005,p.380</ref><ref>Hori,1994,p.30</ref>. Le concezioni contemporanee definiscono anche il kensho come un'"esperienza". Il termine "esperienza dell'illuminazione" è tautologico per se stesso, come dire "Il Kensho è l'esperienza del kensho".
 
== Applicazioni ==
La nozione di "esperienza" si adatta a una serie conosciuta di dicotomia: pura, immediata invece di mediata, graduale; non-cognitiva invece di cognitiva; intuitiva invece di intellettuale; irrazionale invece di razionale; ineffabile invece di discorsiva; non-proposizionale invece di proposizionale.<ref>Mohr,2000,p.282</ref>
 
Il [[solfato di tallio]](I), inodore e insapore, è usato come [[veleno]] per i [[Mus musculus|topi]] e per le [[Formicidae|formiche]]. In molte nazioni è stato vietato per via della sua pericolosità. Tra gli altri usi del tallio si annoverano:
La nozione di "pura esperienza"(''junsui kuiken'') per intendere e capire il significato di kensho è stata introdotta da [[Kitaro Nishida]] nel suo ''Colloquio sul Bene'' (1911), sotto l'influenza di una "sua qualche idiosincratistica lettura della filosofia occidentale"<ref>|Sharf,1995,p.248</ref>. Soprattutto William James, che scrisse ''The Varieties of Religious Experience''.
Victor Sogen Hori, studioso giapponese, nota che Kitaro Nishida cercò, nonostante l'uso di una terminologia occidentale, di esprimere il senso di insegnamenti basilari del Buddhismo Mahayana: "Egli ha preso in prestito, per esempio, il termine ''junsui keiken'', "esperienza pura", da William James, ma successivamente arrivò a dire che, mentre per James l'esperienza individuale precedeva l'esperienza pura, per lui, l'esperienza pura era alla base di quella individuale. Questo capovolgimento di senso rese la nozione di Nishida di pura esperienza richiamasse meno la psicologia di William James e più la nozione Mahayana di sunyata".<ref>Hori,1999,p.47</ref>
 
* il [[solfuro di tallio]](I) è usato nelle [[Fotorivelatore|fotocellule]] poiché la sua [[Conduttività elettrica|conducibilità elettrica]] cambia con l'esposizione alla luce infrarossa;
La nozione di "esperienza" è stata criticata<ref>Sharf,1995</ref><ref>Mohr,2000,pp.282-286</ref><ref>Low,2006,p.12</ref>
* i cristalli di [[bromuro di tallio|bromuro]](I) e [[ioduro di tallio]](I) sono usati per produrre parti ottiche per luce infrarossa;
Robert Sharf fa notare che "esperienza" è un tipico termine occidentale, che ha trovato la sua via per la religiosità asiatica attraverso influenze occidentali.
* l'[[ossido di tallio]] è stato usato per produrre [[vetro|vetri]] ad alto [[indice di rifrazione]];
La nozione di esperienza involtre sovraenfatizza il kensho, come se fosse il solo obiettivo dell'addestramento Zen, dove per la tradizione Zen vale che "l'odore di Zen"<ref>Hori,2006,p.143</ref> dev'essere rimosso e l'"esperienza" del kensho dev'essere integrata nella vita quotidiana<ref>Sekida,1996</ref><ref>Kapleau,1989</ref><ref>Kraft,1997,p.91</ref>
* insieme con lo [[zolfo]], il [[selenio]] e l'[[arsenico]] trova impiego nella realizzazione di vetri ad alta densità e basso [[punto di fusione]] {{M|(125-150||°C}})
Nella scuola Rinzai questo addestramento post-satori include lo studio e la padronanza di grandi quantità di poesia classica cinese, che è lontana da essere "universale" e da trascendere la cultura. Al contrario, richiede un'educazione in un linguaggio specifico e in un comportamento che è regolato da specifiche e rigide norme culturali<ref>Hori,1999,pp.50-53</ref>
* produzione di materiali [[semiconduttore|semiconduttori]];
Enfatizzare il termine "esperienza" riduce la dialettica sofisticata della dottrina e della pratica Zen a meri concetti astratti o ad un set di tecniche intese ad inculcare questo tipo di esperienza.<ref>Sharf,1995,p.266</ref>
* produzione come drogante di cristalli scintillatori NaI(Tl) per rivelazione di [[Raggi X|radiazioni X]] e [[Raggi gamma|radiazione gamma]];
* produzione di liquidi a elevata [[densità]] per la separazione dei minerali;
* trattamento della [[Tricofizia|tricofitosi]] e altre infezioni della [[pelle]], benché sia un uso estremamente limitato data l'elevata tossicità del tallio;
* emettitore di luce verde per lampade ad [[lampada ad alogenuri metallici|alogenuri metallici]];
* <sup>201</sup>Tl, radioattivo, è usato a fini diagnostici in [[medicina nucleare]], particolarmente nei test sotto sforzo per pazienti affetti da disturbi [[Circolazione coronarica|coronarici]].
 
Il tallio è inoltre coinvolto nelle ricerche per lo sviluppo di materiali superconduttori ad alta temperatura per applicazioni quali la [[risonanza magnetica nucleare]], la propulsione magnetica, la generazione e la trasmissione di [[corrente elettrica]].
==Esperienze di kensho==
===Esempi classici===
I testi Zen classici, come il ''Kao-seng-chuan'' (biografie di monaci eminenti) e l'elenco di trasmissioni chiamato "La trasmissione della Lampada", il genere "yu-lu", che riporta detti di maestri, tra cui il celebre Linchi Lu (giapp: Rinzai Roku) e varie raccolte di koan contengono relazioni di "esperienze di illuminazione". Questi rapporti non sono relazioni orali di simili esperienze, ma testi finemente composti, scritti decenni o persino decadi dopo i supposti dialoghi.
Il ''Dentoroku'', "La memoria della Trasmissione della Lampada", scritto da [[Keizan Jokin]] 瑩山紹瑾 (1268–1325), rappresenta un esempio di questo genere. Esso contiene memorie letterarie dei patriarchi riconosciuti nel lignaggio Soto, dal Buddha Shakyamuni al successore di Dogen [[Koun Ejo]], nei quali il kensho gioca un ruolo essenziale. I racconti non sono da prendere come resoconti letterali di risveglio, ma come documenti per legittimare la scuola di Dogen, che nei suoi primi anni vedeva un feroce conflitto interno a proposito della definizione del corretto lignaggio.
Il ''Dentoroku'' dà il seguente resoconto del risveglio di Dogen:
 
== Disponibilità ==
{{quote|Una volta, durante una seduta di zazen a tarda notte, Ryujing disse ai monaci: "Studiare lo Zen è lasciar andare corpo e mente". Ascoltando queste parole, il maestro fu improvvisamente risvegliato. Egli si recò allora nella stanza dell'Abate ed accese un incenso. Ryujing gli chiese: "Perché stai bruciando un incenso?", Dogen rispose "Corpo e mente sono stati lasciati andare". Ryujing disse "Corpo e mente hanno lasciato andare l'abbandono di corpo e mente". Dogen disse "Questa è un'abilità temporanea; non devi approvarmi senza una ragione". Ryujing replicò "Non ti sto approvando senza ragione!" Il maestro chiese "Perché non mi stai approvando senza una ragione?". Ryujing disse "Tu hai lasciato andare corpo e mente!". Il maestro si inchinò. Ryujing disse:"Tu hai lasciato andare il lasciar andare."<ref>Cook,2003,p.255</ref>}}
 
Benché il tallio sia piuttosto abbondante nella [[crosta terrestre]], con una [[concentrazione]] stimata di circa 0,7&nbsp;[[parti per milione|ppm]], è quasi sempre associato a sali di [[potassio]] in [[argilla|argille]], [[fango|fanghi]] e [[granito|graniti]] che ne rendono l'estrazione e la purificazione economicamente svantaggiosa. La principale fonte commerciale di tallio è rappresentata dalle sue tracce presenti nei [[zolfo|solfuri]] minerali del [[rame]], del [[piombo]] e dello [[zinco]].
Sebbene nella tradizione Zen si sia riluttanti a parlare apertamente della propria esperienza del Kensho, nei testi Zen possono essere trovate anche testimonianze in prima persona. Hakuin così descrive il suo primo kensho, all'età di ventun'anni<ref>Waddell,2004,p.xxii</ref>:
 
Il tallio si estrae dalla [[Crookesite|crooksite]], dalla [[hutchinsonite]] e dalla [[lorándite]]. È contenuto anche nella [[pirite]] e si ricava come sottoprodotto della produzione di acido solforico quando il minerale viene arrostito. Un altro metodo per ottenerlo è la fusione di minerali ricchi di zinco e piombo.
{{quote|Intorno alla mezzanotte della settima e ultima veglia della mia pratica, il rintoccare di una campana di un tempio lontano raggiunse le mie orecchie: all'improvviso, il mio corpo e la mia mente scivolarono completamente via. Percepii chiaramente perfino la polvere più sottile.
Sopraffatto dalla gioia, cavai dal fondo delle mie viscere, "Il vecchio Yen Tou è vivo e vegeto!"[...]Dopo di ciò, comunque, diventai estremamente fiero e arrogante.}}
 
Esistono in natura minerali di tallio in cui una percentuale di tallio oscillante tra il 16% e il 60% è associata ad altri elementi quali l'[[antimonio]], l'[[arsenico]], il rame, il piombo e l'[[argento]], ma sono rari e pertanto non rappresentano la principale fonte di produzione di questo elemento.
Questo tipo di kensho non fu riconosciuto dal maestro Shoju Rojin, che sottopose ad Hakuin un ulteriore addestramento sui koan.
Hakuin ebbe invece successo con un secondo kensho, dopo il quale egli avrebbe lasciato il suo maestro.
Accadde solo quando egli ebbe 41 anni, e ottenne "la sua finale grande illuminazione"<ref>Waddell,2004,p.xxii</ref>
 
Anche i noduli di [[manganese]] che si trovano sul [[Fondale marino|fondale oceanico]] contengono tallio, ma la loro estrazione non è economicamente conveniente ed è di enorme impatto sull'ambiente marino.
{{quote|Quando Shoju gli chiese la motivazione per cui era diventato un monaco, la sua risposta - egli lo avrebbe fatto perché aveva paura di finire all'inferno - aveva portato ad una risposta sprezzante "Tu sei una carogna egocentrica!". Non prima di diciotto ore più tardi, in occasione dell'ottenimento della sua grande illuminazione totale a quarantun'anni, Hakuin avrebbe afferrato pienamente il significato del rimprovero di Shoju e con esso il significato di "pratica dopo il satori". Anni dopo, quando Hakuin chiese al proprio discepolo Torei la stessa domanda, la risposta del monaco - "Operare per la salvezza degli esseri che mi sono prossimi" - suscitò una risata nel maestro: "Una migliore motivazione della mia!<ref>Waddell,2004,p.xxii</ref>}}
 
== Isotopi ==
Keido Fukushima, un abate Rinzai del XX secolo, diede la seguente descrizione:
 
Esistono 25 [[isotopo|isotopi]] del tallio, le cui [[Peso atomico|masse atomiche]] vanno da 184 a {{M|210||u}}. Di essi, solo <sup>203</sup>Tl e <sup>205</sup>Tl sono stabili; <sup>204</sup>Tl è l'[[isotopo radioattivo]] con [[Emivita (fisica)|tempo di dimezzamento]] più lungo, pari a 3,78 anni.
{{quote|A Nanzenji c'era una piccola collina. Ero solito passeggiare lì vicino, osservarla, e spesso sorridere agli scolari che camminavano accanto. Un giorno mentre camminavo, guardai la collina e fu veramente meraviglioso: fui totalmente perso come se non ci fosse un "io".
Rimasi immobile fissando la collina. Qualche studente passeggiava e uno di loro disse qualcosa come: "guarda quel monaco pazzo!".
Alla fine ne venni fuori. La vita non fu più la stessa per me. Ero libero.<ref>Harris,2004,p.17</ref>}}
 
== Precauzioni e tossicità ==
Altre testimonianze possono essere trovate in mezzo alla letteratura Zen.
{{vedi anche|Avvelenamento da tallio}}
In ''I tre pilastri dello Zen'', Philippe Kapleau fornisce dieci casi diversi di praticanti a lui contemporanei, incluso il suo con le iniziali "KP"
{{EtichettaUE
Altri casi famosi riportati personalmente sono quelli del kensho dello studioso Sekida<ref>Sekida,1985,p.207-222</ref>, quello di Satomi, che divento uno con il mu-koan, classico tipo di kensho della Sanbo Kyodan.<ref>Satomi, 1993,p.106</ref>.
|simbolo1=molto tossico
Altrettanto famoso è il caso della monaca Maura Soshin O'Halloran, che riporta le sue testimonianze nella biografia "''Cuore Puro, Mente Illuminata''"<ref>O'Halloran,2007,p.78</ref>
|simbolo2=nocivo
|avvertenza=pericolo
|frasiR=26/28-33-53
|frasiS=1/2-13-28-45-61
|frasiH={{FrasiH|330|300|373|413}}<ref>scheda del tallio su {{Cita web|http://gestis-en.itrust.de|IFA-GESTIS}}</ref>
|consigliP={{ConsigliP|260|264|284|310}}<ref>Sigma Aldrich; rev. del 24 luglio 2010</ref>
}}
 
Il tallio e i suoi composti sono molto tossici, vanno pertanto maneggiati con estrema cura. La sua tossicità deriva dalla sua capacità di sostituirsi ai [[Catione|cationi]] dei [[metalli alcalini]] presenti nell'organismo, principalmente [[sodio]] e [[potassio]]. Questa sostituzione altera molti dei normali processi cellulari. Tra gli effetti dell'avvelenamento da tallio rientrano la perdita dei [[capelli]] e il danneggiamento dei [[nervo|nervi]] periferici. Il tallio è anche un sospetto [[cancerogeno]]. Proprio a causa della sua tossicità l'uso di sali di tallio come topicida è stato bandito in molte nazioni.
===Kensho "autodidatta"===
Qualche volta viene testimoniato di kensho ottenuti senza l´aiuto di un maestro. Per esempio Richard Clarke, che studiò con [[Philip Kapleau]], affermò di aver avuto un kensho spontaneo all'età di 13 anni.<ref group=web>[http://www.payer.de/neobuddhismus/neobud040421.htm Japanischer Buddhismus in Amerika. Chronik Ab 1970]</ref>
[[Dennis Genpo Merzel]] riporta invece di una sua esperienza di risveglio nel 1971:<ref group=web name=Genpo>[http://www.kripalu.org/article/313/ Big Mind: An Interview with Genpo Roshi]</ref>
 
Il contatto con la pelle è pericoloso e, per evitare danni da inalazione, la fusione del tallio deve essere condotta in ambienti sufficientemente ventilati. La concentrazione massima permessa di esposizione a lungo termine ([[Threshold Limit Value|TLV-TWA]]) ai sali di tallio non deve superare gli 0,1&nbsp;mg/m³.
{{quote|Fu nel Febbraio di quell'anno, avevo 26 anni. La mia seconda relazione seria era finita, e mi sentivo davvero depresso e in conflitto.
Avevo bisogno di trovare spazio, così andai via verso il deserto di Mojave per un fine settimana in campeggio di tre giorni con due amici.
Il Venerdì, scalai da solo una montagna. Non sapevo nulla di meditazione o pratiche spirituali. Ero solo seduto lì, pensando alla mia vita e quello che stava succedendo. Mi sentivo piuttosto male per la mia giovane età.
Potevo vedere il mio camper Volkswagen, la mia casa per il weekend, parcheggiata qualche miglio più in là. Ma al tempo stesso, ero consapevole che la mia casa era laggiù a Long Beach, in California. E un koan mi venne in mente naturalmente: Dov'è la casa?
Improvvisamente, ebbi una sorta di intuizione. Mi sentivo cadere, e diventai uno con il cosmo, con l'universo, con tutte le cose. Capii in quel momento che la mia casa era ovunque, e chi fossi io oltre ogni descrizione. Possiamo pure dire che ottenni la grande mente.
Da quel momento in poi la mia vita cambiò completamente}}
 
== Inquinamento dovuto al tallio ==
La letteratura Zen fornisce altre numerose descrizioni di "kensho spontanei: Lo studioso Sekida indica l'esempio di una donna, di cui la "forte pressione interiore" (''gidan'') non ha mai cessato di bussare alla porta della sua mente, domandando di essere reializzata:
Secondo l'[[Agenzia per la protezione dell'ambiente|Agenzia per la Protezione dell'Ambiente]] del governo statunitense (''Environment Protection Agency''), tra le fonti [[Antropico|antropiche]] di inquinamento da tallio vi sono le emissioni gassose dei [[cemento|cementifici]], delle centrali a carbone e delle fogne per metalli (condotti sotterranei per drenare acqua o materiale di scarto). La principale causa delle concentrazioni elevate di tallio nell'acqua è la [[lisciviazione]] del tallio a seguito di operazioni di trattamento del minerale.
"Un giorno, quando stava per farsi un bagno, subi un particolare cambiamento. Nonostante questo sarebbe stato più tardi confermato come un kensho da un maestro, lei non aveva idea di che cosa questo significasse".<ref>Sekida, 1985, pp. 138-139</ref>
Philip Kapleau riportò invece il caso di un uomo che ebbe un kensho, descritto da uno psicanalista come "esperienza di conversione"<ref>Kapleau, 1980, p.52</ref>
 
== Note ==
==Addestramento per il kenshō==
 
Secondo il buddhologo Ian Harris, lavorare verso il kensho rappresenta di solito un lungo processo che si protende per anni o persino decenni
<ref>Harris,2004</ref>
Contrariamente, il Prof. Victor Hori nota che con uno studio intenso dei koan è possibile ottenere una prima intuizione entro sei mesi di pratica.<ref>Hori,1994,p.29</ref> Quest'affermazione sembra trovare una conferma nell'esperienza della monaca Houn Jiyu-Kennett, che ottenne appunto in kensho dopo sei mesi di pratica in un monastero Soto<ref>Bluck,2006,p.65 </ref>
 
E'bene ora distinguere un'esperienza di kensho dalle varie allucinazioni e lievi disturbi che possono sorgere in una pratica intensa. Essi sono definiti [[makyo]]. Distinguerli dal vero kensho è il primo compito del maestro, qualora il discepolo dovesse erroneamente convincersi di avere raggiunto un'illuminazione incontrandone uno.
 
È noto che l'approccio alla pratica per il kensho è differente a seconda delle tradizioni: mentre la pratica tradizionale Soto si distingue per un approccio graduale, basato su sessioni di meditazione seduta e di studi su koan poco frequenti, lasciando che l'intuizione arrivi da sé, la pratica tradizionale Rinzai è conosciuta per un uso intenso dei koan al fine di ottenere il kensho il prima possibile, per intensificare ulteriormente la pratica con uno stimolo in più.
 
==Casistica di addestramenti==
 
===Nella Rinzai-shu===
 
Nella scuola Rinzai, come già visto, il kensho è visto come indispensabile al fine di una pratica avanzata:
 
{{quote|Ad un certo punto passiamo dall'imprigionamento nell'ignoranza e nelle illusioni ad una vera visione della realizzazione dello Zen:"La nostra illuminazione è senza tempo, tuttavia la nostra realizzazione accade nel tempo". In accordo con questa credenza, fare esperienza di un momento di risveglio in questa vita è di fondamentale importanza.<ref>Lachs,2012,p.4</ref>}}
 
Nella pratica Rinzai, il praticante viene stimolato a porre se stesso totalmente nello studio del koan attraverso ogni attività quotidiana per diventare uno con esso<ref>Hori,2000,p.290</ref>
La parola Kensho in questo caso viene usata per descrivere la prima breccia nello studio dei Koan<ref>Baroni,2002,p.188</ref>
 
===Sōtō-shu===
 
Nella scuola Soto sono riconosciuti due tipi di risveglio.<ref>Warner,2009,p.28</ref> Uno è relativo alla pratica di [[shikantaza]],
l'"azione illuminata del Buddha nel presente".<ref>WArner,2009,p.28</ref> L'altro è relativo alla realizzazione di piccole tracce di comprensione, che man mano prepara la strada per una conoscenza intuitiva più profonda<ref>Warner, 2009, p.28-29 </ref>
 
Viene enfatizzato in questa circostanza il ''[[Genjo Koan]]'' o "koan di ogni giorno" che appare naturalmente nella vita quotidiana.
I praticanti non sono incoraggiati a puntare attivamente all'esperienza del kensho. Nella pratica Soto i kensho "sono lasciati accadere naturalmente, come un prodotto della pratica"<ref>Harvey,1990,pp.275-276 </ref>
 
===Sanbō Kyōdan===
 
Il kensho gioca un ruolo centrale anche nella pratica della [[Sanbō Kyōdan]], organizzazione laica negli Stati Uniti che ebbe un ruolo decisivo nella trasmissione dello Zen negli Stati Uniti d'America.{<ref>Sharf,1995</ref>
Yasutani roshi, maestro fondatore della Sanbo Kyodan ed allievo del maestro Soto eclettico [[Harada Daiun Sogaku]], ed era deluso per la perdita di interesse nella pratica per il kensho nella sua tradizione, e trasmise quindi l'enfasi per un addestramento sui koan simile a quello della scuola Rinzai, sull'esempio del suo maestro in Giappone<ref>Sharf,1995</ref>
 
{{quote|Egli era esplicito a voce specialmente a riguardo l'obiettivo del kensho, vedere la vera natura dell'Uno. Egli parlò più apertamente a proposito che chiunque dei suoi tempi, andando così a fondo nel suo lavoro da avere un riconoscimento pubblico di coloro che ebbero esperienza del kensho in una cerimonia post-sesshin in cui si inchinarono grati ai tre tesori<ref>Jaffe,1979</ref>}}
 
Anche sul celebre I tre pilastri dello Zen di Philip Kapleau, discepolo occidentale di Yasutani roshi, è raccolta una grande quantità di relazioni di kensho<ref>Kapleau,1989 </ref>
 
==Pratica dopo il kenshō==
 
La pratica Zen chiaramente non finisce con il kensho, ma comincia nuovamente in maniera più matura, continuando ad approfondire le intuizioni che la pratica fornisce e a trovarle ed esprimerle nella vita quotidiana.<ref>Sekida,1996 </ref><ref>Kapleau,1989</ref><ref>Kraft,1997,p.91</ref><ref>Maezumi,2007, pp. 54, 140</ref>
 
Secondo il maestro Chan contemporaneo [[Sheng Zen]]:
 
{{quote|Le espressioni del Chan si riferiscono all'illumizazione come "vedere la natura di se stessi". Ma persino questo non è abbastanza. Dopo aver visto la propria natura del Sè, si ha bisogno di approfondire l'esperienza ancora di più e portarla a definitiva maturazione. Si dovrebbe ottenere realizzazioni ancora e ancora e supportarle con una pratica continua. Anche se il Chan afferma che nel momento del kensho, la tua vista è la stessa del Buddha, tu non sei ancora pienamente un Buddha<ref> Yen, 1996, p.54 </ref>}}
 
Secondo la maestra contemporanea inglese Hoen Jiyu-Kennett:
 
{{quote| Si può avere facilmente l'impressione che realizzazione, kensho, un'esperienza di illuminazione, o in qualunque modo voi vogliate chiamarla, sia la fine della pratica Zen. Non lo è. E', invece, un nuovo inizio, un'entrata in una fase più matura. Prenderla come una conclusione, e soddisfarsi con quest'esperienza senza iniziare una pratica che la possa approfondire ed estenderla, è una delle più grandi calamità che io possa conoscere. Dev'esserci uno sviluppo continuo, altrimenti rimarrete come una statua di legno su un piedistallo ad impolverarvi, e la vita del Buddha non sarà incrementata.<ref>Jiyu-Kennett,2005,p.225</ref>}}
 
Per approfondire l'iniziale intuizione derivata dal kensho, sono necessari shikantaza e studio dei koan.
La traiettoria che deriva dall'approfondimento iniziale seguito da un approfondimento e da una maturazione graduali, è espressa dal grande patriarca [[Linji Yixuan]] (giapp. Rinzai Gigen) nel suo ''Tre porte misteriose'', nelle ''Quattro Vie della Conoscenza'' di [[Hakuin]] Ekaku<ref>Low,2006 </ref> e nelle Dieci Immagini del Bue di Mumon, che mostrano i passi successivi della Via buddhista per la Liberazione.
 
===Seitai choyo===
 
Un ulteriore nome per la pratica successiva ad un risveglio totale, invece, è ''seitai choyo'', la "lunga nutrizione del sacro feto"<ref>Hori,2006,p.145</ref>
Secondo lo studioso Kraft, una delle prime espressioni di questo termine è da trovare in una traduzione cinese del V secolo D.C. del ''Prajnaparamitra Sutra sui sovrani benevolenti che proteggono il paese''.
<ref>Kraft,1997,p.41</ref>
Nei testi Chan, invece, il termine è usato per la prima volta da [[Mazu Daoyi|Mazu]] (giapp. Baso Doitsu, 709-788), e fu introdotto in Giappone da Dogen, che lo apprese a sua volta dal suo maestro T'ien t'ung Ju-ching (1163-1228).<ref>Kraft,1997,p.41</ref>
 
Secondo Spiegelberg:
 
{{quote|Il termine indica un ritorno alla semplice vita mondana, un'immersione completa nel lavoro e nel cambiare gli eventi del mondo.
Così, per decenni, molti zenisti, dopo il loro risveglio, andarono tra la gente, vivendo tra i mendicanti e conducendo un'esistenza di duro lavoro fisico. In questo modo venne provato se la verità ricevuta fosse o meno un valore permanente, o se sarebbe svanita tra gli affari del mondo.<ref> Spiegelberg, 1957 </ref>}}
 
Durante l'era Tang, il termine venne associato con l'ideale del monaco di clausura che lascia il mondo<ref>Kraft, 1997, pp.41-42</ref>.
Venne preso come modello un periodo di "vent'anni", riecheggiando una storia dal [[Sutra del Loto]] riguardo a un figlio prodigo che aveva vagato in povertà per vent'anni prima di ritornare a casa.<ref>Kraft,1997,p.42</ref>
Questo tipo di periodo viene trovato citato varie volte nella tradizione Chan, per esempio Linji, conosciuto per aver praticato sotto Huang-Po per venti anni<ref>Kraft,1997,p.42</ref> e Daito Kokushi, fondatore del Daitoku-ji, famoso per aver speso vent'anni vivendo sotto un ponte con dei vagabondi.<ref> Kraft,1997,p.42 </ref>
 
===Coltivare la bodhicitta===
 
Secondo Hakuin, l'obiettivo principale della pratica successiva al [[satori]] (''gogo no shugyo''<ref>Hori,2006,p.145</ref> o ''kojo'', "andare oltre"<ref>Hori,2006,p.144 </ref> è quello di sviluppare la [[Bodhicitta]] o "Mente dell'Illminazione"<ref> Hakuin,2004, p.33 </ref><ref> Yoshizawa, 2009, p.41 </ref> "beneficiare gli altri donando loro gli insegnamenti del Dharma"<ref>Hakuin,2004,p.34</ref>
Secondo il maestro Yamada Koun, erede di Yasutani Roshi, "se non riesci a soffrire con una persona che sta piangendo, non è kensho"<ref>MacInnes,2007,p.75</ref> e secondo lo studioso Barry: "la pratica successiva al satori per Hakuin consiste nel cessare finalmente di essere preoccupati della propria condizione personale e del proprio ottenimento e di dedicare sè stessi e la propria pratica ad aiutare ed insegnare agli altri. Finalmente, si realizza che la vera illuminazione consiste in una pratica senza fine e nell'agire compassionevolmente, non qualcosa che arriva una volta per tutte in un grande momento seduti su un cuscino<ref>[http://buddhism.about.com/od/enlightenmentandnirvana/a/What-Is-Enlightenment.htm Barbara O'Brien, ''What Is Enlightenment? And How Do You Know When You've "Got" It?'']</ref>{{refn|group=note|See also Katsuhiro Yoshizawa, ''The Religious Art of Zen Master Hakuin'', pp.41-45, "Constant practice of the Four Universal Vows".{{sfn|Yoshizawa|2009|p=41-45}}}}
 
==Intuizione improvvisa, o subitismo==
 
Il kensho viene descritto come un'intuizione improvvisa, sull'interazione con qualcuno, grazie all'ascolto o alla lettura di una qualche frase significativa, o alla percezione di un suono o di una situazione inaspettata<ref> Dumoulin, 2005 </ref>
L'idea di "intuizione improvvisa" è stata dibattuta accesamente fin dall'inizio della storia dello Zen. Divenne persino parte della narrativa Zen nel VII Secolo D.C.<ref>McRae,2003</ref>
 
Jinul Chinul, un maestro Seon coreano del XII secolo, metteva in evidenza la natura improvvisa dell'intuizione della vera natura, che dev'essere seguita da una pratica per approfondire la vistione e ottenere la piena realizzazione. Il maestro coreano contemporaeo Seongcherol oppose a questo il detto "improvvisa illuminazione, improvvisa coltivazione".
Ma Hoan Jiyu-Kennett, una maestra Zen contemporanea, avverte che ottenere il kensho non significa essere liberi dal seguire una moralità, le leggi del karma, o dal vigilare sulle conseguenze di un'azione.<ref>Jiyu-Kennet,1979,p.51</ref>. Questo avvertimento è riflesso nel Koan della Volpe Selvaggia..
 
==Mushi-dokugo e mushi-dokkaku==
 
Il kensho si definisce Mushi-dokugo se ottenuto con l'aiuto di un maestro<ref>Sekida,1985,pp. 138-139</ref><ref> Faure,2000,p.48</ref> o Mushi-dokkaku, se ottenuto con il frutto di un lavoro individuale, simile - ma non identica - alla figura del [[pratyeka-buddha]].<ref>[http://www.sanbo-zen.org/kyosho_350_e.pdf Kyosho. The Awakening Gong. No.350, september/october 2011. Pages 14-15]</ref>
 
Nonostante il significato letterale di entrambi sia "illuminato da se stesso", l'enfasi nello Zen, usando questi termini, rimane nella fiducia ultima nella propria visione, invece che all'autorità di un maestro.
Il Maestro Shin'Ichi Hisamatsu afferma :
 
{{quote|Si tratta del risveglio come il vero maestro di chi l'ha raggiunto. Per Shakyamuni, il risveglio era il proprio mestro. In altre parole, il sè risvegliato è il maestro del praticante. Al di là dell'ottenere il risveglio da questo maestro, non esiste nessun risveglio. Qui praticante e maestro sono un corpo solo, non due. Invece di avere un'altra verifica o un'altra conferma del proprio risveglio, il preticante può farlo da sè. Naturalmente in questo caso il sè verificato e il maestro che verifica sono indivisi. Nel loro essere completamente identici vi è l'autonoma, indipendente, o autentica natura dell'autenticità.<ref >[http://www.fas.x0.com/writings/hisamatsu/onmutuallygoingintothematterofself.htm Shin'ichi Hisamatsu, ''On Mutually Going Into The Matter Of Self'']</ref>}}
 
==Affinità con altre tradizioni==
 
Anche se il termine giapponese "kensho" è generalmente usato da praticanti del buddhismo Zen, l'esperienza a cui esso si riferisce non è limitata a questa tradizione giapponese, o al buddhismo in generale.<ref>Lathouwers,2000</ref><ref>Grimstone,1985,p.13</ref>
 
===Buddhismo Theravada===
 
Il Buddhismo Theravada, conosciuto maggiormente in Occidente grazie al lavoro dei grandi maestri del Sangha della Foresta e del Vipassana movement, distingue quattro fasi di illuminazione, in cui il Nirvana è raggiunto attraverso quattro gradi di intuizioni uno di seguito all'altro.
 
===Dzogchen===
 
La scuola mistica Dzogchen del buddhismo Vajrazana afferma che la natura definitiva di tutti gli esseri senzienti è ''pura, omnicomprensiva, naturale consapevolezza'', o ''attenzione eterna agli accadimenti naturali''.
Quest'attenzione intrinseca non ha forma da sé stessa, e tuttavia è in grado di percepire, esperire, riflettere o esprimere tutte le forme.
Essa agisce senza essere affetta dalle forme relative in ogni via definitiva e permanente.
L'analogia fornita da maestri Dzogchen riflette che la natura dell'uno è come uno specchio che riflette l'apertura completa ai fenomeni, pur non essendo attaccata a ciò che riflette. Nel buddhismo tibetano viene definita [[Rigpa]] la conoscenza che segue il riconoscimento di questo tipo di chiarezza,<ref>Namdak,2006,p.97</ref> che non può essere trovata da una ricerca intellettuale né identificata.
Il praticante, in questo modo, può conoscere che esiste una libertà primordiale dall'attaccamento della propria mente<ref>Namdak,2006,pp.144-145</ref>
 
===Advaita Vedanta===
 
Nell'Advaita Vedanta, antica tradizione interna alla religione indiana, [[moksha]] è ottenuta dalla conoscenza intuitiva, [[jnana]].
Tra i testi del filosofo [[Shankara]] l'intuizione sintetica, [[samadhi]] è usata come aiuto per questo obiettivo.
[[Swami Vivekananda]] insiste sull'esperienza del ''nirvikalpa samadhi'' come un modo per dimostrare la validità della conoscenza trascendentale della religione<ref>Comans,1993</ref>
 
==Voci correlate==
* [[Satori]]
* [[Epifania]]
 
==Note==
<references/>
 
=== RiferimentiBibliografia ===
* {{cita libro | nome= Francesco | cognome= Borgese | titolo= Gli elementi della tavola periodica. Rinvenimento, proprietà, usi. Prontuario chimico, fisico, geologico | editore= CISU | città= Roma | anno= 1993 | isbn= 88-7975-077-1 | url= http://books.google.it/books?id=9uNyAAAACAAJ}}
<references group="note"/>
* {{cita libro | autore= R. Barbucci | autore2= A. Sabatini | autore3= P. Dapporto | titolo= Tavola periodica e proprietà degli elementi | editore= Edizioni V. Morelli | città= Firenze | anno= 1998 | cid= Tavola periodica e proprietà degli elementi | url= http://www.idelsongnocchi.it/online/vmchk/chimica/tavola-periodica-degli-elementi-iupac.html | urlmorto= sì | urlarchivio= https://web.archive.org/web/20101022060832/http://www.idelsongnocchi.it/online/vmchk/chimica/tavola-periodica-degli-elementi-iupac.html | dataarchivio= 22 ottobre 2010 }}
 
* {{Cita libro|autore=R. Bertani|autore2=D.A. Clemente|autore3=G. Depaoli|autore4=P. Di Bernardo|autore5=M. Gleria|autore6=B. Longato|autore7=U. Mazzi|autore8=G.A. Rizzi|autore9=G. Sotgiu|autore10=M. Vidali|titolo=Chimica generale ed inorganica|edizione=3|editore=CEA Edizioni|anno=2010|ISBN=978-88-08-18462-7}}
==Fonti==
 
===Bibliografia===
 
*{{Cita libro|cognome=Baroni |nome=Helen J.|anno=2002 |titolo=The Illustrated Encyclopedia of Zen Buddhism|editore=The Rosen Publishing Group, Inc.| isbn = 0-8239-2240-5}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Bluck |nome=Robert |anno=2006 |titolo=British Buddhism: Teachings, Practice And Development |editore=Taylor & Francis}}
* {{Cita libro|cognome=Bodiford |nome=William M. |wkautore=William Bodiford |anno=1993 |titolo=Sōtō Zen in Medieval Japan |editore=University of Hawaii Press | isbn=0-8248-1482-7}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Borup |nome=Jorn |anno=year unknown |titolo=Zen and the Art of inverting Orientalism: religious studies and genealogical networks |url=http://terebess.hu/english/borup.html}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Carrithers |nome=Michael |anno=1983 |titolo=The Forest Monks of Sri Lanka}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Chappell |nome=David W. |anno=1993 |titolo=Hermeneutical Phases in Chinese Buddhism. In: Donald S. Lopez, Jr. (ed.)(1993), ''Buddhist Hermeneutics'' |città=Delhi |editore=Motilal Banarsidass}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Comans |nome=Michael |anno=1993 |titolo=The Question of the Importance of Samadhi in Modern and Classical Advaita Vedanta. In: Philosophy East and West Vol. 43, No. 1 (Jan. 1993), pp. 19-38. |url=http://www.realization.org/page/doc2/doc200.html}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Cook |nome=Francis Dojun (vertaler) |anno=2003 |titolo=The Record of Transmitting the Light. Zen Master Keizan's Denkoroku |città=Boston |editore=Wisdom Publications}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Dogen |anno=year unknown |titolo=Rules for Meditation (Fukanzazengi) |url=http://www.shastaabbey.org/pdf/rules4md.pdf}}
*{{Cita libro|cognome=Dogen|nome=Eihei|wkautore=Dogen|anno=1983 |altri=Rev. Hubert Nearman (Dr. Mark J. Nearman) (trans.)|titolo=Shobogenzo |editore=Shasta Abbey Press |url=http://www.shastaabbey.org/shobogenzo1.htm| isbn = 978-0-930066-27-7}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Dumoulin |nome=Heinrich |anno=2005-B |titolo=Zen Buddhism: A History. Volume 2: Japan |editore=World Wisdom Books | ISBN =978-0-941532-90-7}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Faure |nome=Bernard |anno=2000 |titolo=Visions of Power. Imaging Medieval Japanese Buddhism |città=Princeton, New Jersey |editore=Princeton University Press}}
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Fischer-Schreiber |nome1=Ingrid |cognome2=Ehrhard |nome2=Franz-Karl |cognome3=diener |nome3=Michael S. |altri=Translated by M. H. Kohn |anno=1991 |titolo=The Shambhala dictionary of Buddhism and Zen |città=Boston |editore=Shambhala}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Fowler |nome=Merv |anno=2005 |titolo=Zen Buddhism: Beliefs and Practices |editore=Sussex Academic Press}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Grimstone|nome=A.V. |anno=1985 |titolo=Edotor's Introduction to Skida's "Zen Training. Methods and Philosophy" |città=New York, Tokyo |editore=Weatherhill}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Hakuin |nome=Ekaku |altri=Translated by Norman Waddell |anno=2010 |titolo=Wild Ivy: The Spiritual Autobiography of Zen Master Hakuin |editore=Shambhala Publications}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Harris |nome=Ishwar C. |anno=2004 |titolo=The Laughing Buddha of Tofukuji: The Life of Zen Master Keidō Fukushima |città=Bloomington, Indiana |editore=World Wisdom | isbn =978-0-941532-62-4}}
*{{Cita libro|cognome=Harvey|nome=Peter|anno=1990 |titolo=An Introduction to Buddhism: Teachings, History and Practices|editore=Cambridge University Press | isbn = 0-521-31333-3}}
*{{Cita libro|cognome=Heine|nome=Steven|anno=2000|wkautore=Steven Heine|autore2=Dale S. Wright |titolo=The Koan: Texts and Contexts in Zen Buddhism |editore=Oxford University Press | isbn = 0-19-511748-4}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Hisamatsu |nome=Shinʼichi |anno=2002 |titolo=Critical Sermons of the Zen Tradition: Hisamatsu's Talks on Linji |editore=University of Hawaii Press}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Hori |nome=Victor Sogen |anno=1994 |titolo=Teaching and Learning in the Zen Rinzai Monastery. In: Journal of Japanese Studies, Vol.20, No. 1, (Winter, 1994), 5-35 |url=http://www.essenes.net/pdf/Teaching%20and%20Learning%20in%20the%20Rinzai%20Zen%20Monastery%20.pdf}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Hori |nome=Victor Sogen |anno=1999 |titolo=Translating the Zen Phrase Book. In: Nanzan Bulletin 23 (1999) |url=http://www.thezensite.com/ZenEssays/HistoricalZen/translating_zen_phrasebook.pdf}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Hori |nome=Victor Sogen |anno=2000 |titolo=Koan and Kensho in the Rinzai Zen Curriculum. In: Steven Heine and Dale S. Wright (eds)(2000): "The Koan. Texts and Contexts in Zen Buddhism |città=Oxford |editore= Oxford University Press}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Hori |nome=Victor Sogen |anno=2006 |titolo=The Steps of Koan Practice. In: John Daido Loori,Thomas Yuho Kirchner (eds), Sitting With Koans: Essential Writings on Zen Koan Introspection |editore=Wisdom Publications}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Jaffe |nome=Paul David |anno=1979 |titolo=Yasutani Hakuun Roshi — a biographical note |url=http://www.thezensite.com/ZenEssays/HistoricalZen/Yasutani_Roshi.html}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Jiyu-Kennett |anno=1979 |titolo=The book of life |editore=Shasty Abbey Press}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Jiyu-Kennett|anno=2001|titolo=Introduction to the Denkōroku. In: The Denkōroku, The Record of the Transmission of the Light |editore=Shasta Abbey Press}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Jiyu-Kennett |nome=Houn |anno=2005-A |titolo=Roar of the Tigress VOLUME I. An Introduction to Zen: Religious Practice for Everyday Life |città=MOUNT SHASTA, CALIFORNIA |editore=SHASTA ABBEY PRESS |url=http://www.shastaabbey.org/pdf/bookRoar1.pdf}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Jiyu-Kennett |nome=Houn |anno=2005-B |titolo=Roar of the Tigress VOLUME II. Zen for Spiritual Adults. Lectures Inspired by the Sh‡obo‡genz‡o of Eihei D‡ogen |città=MOUNT SHASTA, CALIFORNIA |editore=SHASTA ABBEY PRESS |url=http://www.shastaabbey.org/pdf/bookRoar2.pdf}}
*{{Cita pubblicazione|cognome=Jōkin|nome=Zen Master Keizan|wkautore=Keizan Jōkin |anno=2001 |titolo=The Denkōroku, The Record of the Transmission of the Light |editore=Shasta Abbey Press|url=http://www.amazon.com/The-Denkoroku-Record-Transmission-Light/dp/0930066227 | isbn = 0-930066-22-7}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Kapleau |nome=Philip |anno=1980 |titolo=Zen. Dawn in the West |editore=Anchor Books}}
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* {{Cita pubblicazione|cognome=Kasulis |nome=Thomas P. |anno=2003 |titolo=Ch'an Spirituality. In: Buddhist Spirituality. Later China, Korea, Japan and the Modern World; edited by Takeuchi Yoshinori |città=Delhi |editore=Motilal Banarsidass}}
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* {{Cita pubblicazione|cognome=Kim |nome=Hee-Jin |anno=2007 |titolo=Dōgen on Meditation and Thinking: A Reflection on His View of Zen |editore=SUNY Press}}
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* {{Cita pubblicazione|cognome=Lathouwers |nome=Ton |anno=2000 |titolo=Meer dan een mens kan doen. Zentoespraken |città=Rotterdam |editore=Asoka}}
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* {{Cita pubblicazione|cognome1=Maezumi |nome1=Hakuyu Taizan |cognome2=Glassman |nome2=Bernie |anno=2007 |titolo=The Hazy Moon of Enlightenment: Part of the On Zen Practice Series |editore=Wisdom Publications}}
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* {{Cita pubblicazione|cognome=McRae |nome=John |anno=2008 |titolo=THE PLATFORM SUTRA OF THE SIXTH PATRIARCH. Translated from the Chinese of Zongbao (Taishō Volume 48, Number 2008) by John R. McRae |url=http://www.thezensite.com/ZenTeachings/Translations/PlatformSutra_McRaeTranslation.pdf}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Mohr |nome=Michel |anno=2000 |titolo=Emerging from Nonduality. Koan Practice in the Rinzai Tradition since Hakuin. In: steven Heine & Dale S. Wright (eds.)(2000), "The Koan. texts and Contexts in Zen Buddhism" |città=Oxford |editore=Oxford University Press}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Muller |nome=A. Charles, ed. |anno=year unknown |titolo= Digital Dictionary of Buddhism |url= http://www.buddhism-dict.net/cgi-bin/xpr-ddb.pl?q=%E8%A6%8B%E6%80%A7 見性}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Mumon |nome=Yamada |wkautore=Mumon Yamada |anno=2004 |titolo=Lectures On The Ten Oxherding Pictures |editore=University of Hawaii Press}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Namdak |nome=Tenzin |anno=2006 |titolo=Bonpo Dzogchen Teachings |editore=Vajra Publications}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=O'Halloran |nome=Maura |anno=2007 |titolo=Pure Heart, Enlightened Mind: The Life and Letters of an Irish Zen Saint |editore=Wisdom Publications}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Samy |nome=AMA |anno=1998 |titolo=Waarom kwam Bodhidharma naar het Westen? De ontmoeting van Zen met het Westen |città=Asoka |editore=Asoka}}
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Satomi|nome1=Myodo|cognome2=King |nome2=Sallie B. |anno=1993 |titolo=Journey in Search of the Way: The Spiritual Autobiography of Satomi Myodo|editore=State University of New York Press| isbn = 0-7914-1971-1}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Sekida|nome=Katsuki |anno=1985 |titolo=Zen Training. Methods and Philosophy |città=New York, Tokyo |editore=Weatherhill}}
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*{{Cita libro|cognome=Senzaki|nome=Nyogen|wkautore=Nyogen Senzaki|autore2=Shimano, Eido |wkautore2=Eido Shimano |anno=2005 |titolo=Like a Dream, Like a Fantasy: The Zen Teachings and Translations of Nyogen Senzaki|editore=Wisdom Publications|url=http://www.worldcat.org/search?qt=worldcat_org_all&q=0861712803 | isbn = 0-86171-280-3}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Sharf |nome=Robert H. |anno=1993 |titolo=The Zen of Japanese Nationalism |rivista=History of Religions, Vol. 33, No. 1. (Aug., 1993), pp. 1-43. |url=http://www.thezensite.com/ZenEssays/HistoricalZen/Zen_of_Japanese_Nationalism.html}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Sharf |nome=Robert H. |anno=1995-A |titolo=Whose Zen? Zen Nationalism Revisited |url=http://www.thezensite.com/ZenEssays/CriticalZen/whose%20zen_sharf.pdf}}
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* {{Cita pubblicazione|cognome=Sharf |nome=Robert H. |anno=1995-C |titolo=Sanbokyodan. Zen and the Way of the New Religions |rivista=Japanese Journal of Religious Studies 1995 22/3-4 |url=http://www.thezensite.com/ZenEssays/CriticalZen/sanbokyodan%20zen.pdf}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Sharf |nome=Robert H. |anno=2000 |titolo=The Rhetoric of Experience and the Study of Religion. In: Journal of Consciousness Studies, 7, No. 11-12, 2000, pp. 267-87 |url=http://buddhiststudies.berkeley.edu/people/faculty/sharf/documents/Sharf1998,%20Religious%20Experience.pdf}}
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Soothill |nome1=William Edward |cognome2=Hodous |nome2=Lewis |anno=1934 |titolo=A Dictionary of Chinese Buddhist Terms |editore=Motilal Banarsidass}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Spiegelberg |nome=Frederic |anno=1957 |titolo=Living Religions of the World |editore=Thames and Hudson |url=https://archive.org/details/livingreligionso029373mbp}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Suzuki |nome=D.T. |anno=1994 |titolo=An Introduction to Zen Buddhism |editore=Grove Press}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Suzuki |nome=D.T. |anno=1994 |titolo=Essays in Zen Buddhism |editore=Grove Press}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Takahashi |nome=Shinkichi |anno=2000 |titolo=Triumph of the Sparrow: Zen Poems of Shinkichi Takahashi |editore=Grove Press}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Third Dzogchen Rinpoche |anno=2008 |titolo=Great Perfection. Volume II |editore=Snow Lion Publications}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Victoria |nome=Brian Daizen |anno=2006 |titolo=Zen at war |città=Lanham e.a. |editore=Rowman & Littlefield Publishers, Inc. |edizione=Second Edition}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Waddell |nome=Norman |anno=2010 |titolo=Introduction to Wild Ivy: The Spiritual Autobiography of Zen Master Hakuin |editore=Shambhala Publications}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Warner |nome=Brad |anno=2009 |titolo=Zen Wrapped in Karma Dipped in Chocolate: A Trip Through Death, Sex, Divorce, and Spiritual Celebrity in Search of the True Dharma |editore=New World Library}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Yen |nome= Chan Master Sheng |anno=1996 |titolo=Dharma Drum: The Life and Heart of Ch'an Practice |città=Boston & London |editore=Shambhala}}
 
===Fonti intormatiche===
<references group="web"/>
 
== Altri progetti ==
==Letture ulteriori==
{{Interprogetto|commons=Thallium|wikt=tallio|wikt_etichetta=tallio}}
'''Rinzai'''
* {{Cita pubblicazione|cognome=Low |nome=Albert |anno=2006 |titolo=Hakuin on Kensho. The Four Ways of Knowing |città=Boston & London |editore=Shambhala}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Hori |nome=Victor Sogen |anno=2006 |titolo=The Steps of Koan Practice. In: John Daido Loori,Thomas Yuho Kirchner (eds), Sitting With Koans: Essential Writings on Zen Koan Introspection |editore=Wisdom Publications}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Mumon |nome=Yamada |wkautore=Mumon Yamada |anno=2004 |titolo=Lectures On The Ten Oxherding Pictures |editore=University of Hawaii Press}}
'''Soto'''
* {{Cita pubblicazione|cognome=Dogen |anno=year unknown |titolo=Rules for Meditation (Fukanzazengi) |url=http://www.shastaabbey.org/pdf/rules4md.pdf}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Dogen |anno=2000 |titolo=Enlightenment Unfolds. The Essential Teachings of Zen Master Dogen |editore=Shambhala Publications Inc}}
'''Sanbo Kyodan'''
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Maezumi |nome1=Hakuyu Taizan |cognome2=Glassman |nome2=Bernie |anno=2007 |titolo=The Hazy Moon of Enlightenment: Part of the On Zen Practice Series |editore=Wisdom Publications}}
'''Critical'''
* {{Cita pubblicazione|cognome=Sharf |nome=Robert H. |anno=1995-B |titolo=Buddhist Modernism and the Rhetoric of Meditative Experience |rivista=NUMEN, vol. 42 (1995) |url=http://buddhiststudies.berkeley.edu/people/faculty/sharf/documents/Sharf1995,%20Buddhist%20Modernism.pdf}}
* [http://www.thezensite.com/ZenEssays/CriticalZen/ComingDownfromtheZenClouds.htm Stuart Lachs, ''Coming Down from the Zen Clouds: A Critique of the Current State of American Zen''] An attempt at demythologizing Zen-practice, emphasizing the integration into daily life
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.thezensite.com/ZenTeachings/Ama_Samy_Koan_Huatou_Kensho.pdf Ama Samy, ''Koan, Hua-t’ou, and Kensho'']
* {{Cita web|http://periodic.lanl.gov/elements/81.html|Thallium|lingua=en|editore=[[Los Alamos National Laboratory]]}}
* [http://www.shastaabbey.org/pdf/bookRoar1.pdf Rev.Master Jiyu-Kennett (2000), ''The Roar of the Tigress Volume I, An Introduction to Zen: Religious Practice for Everyday Life] biography of Jiyu-Kennett, with a description of het kensho-experiences, and teishos by Jiyu-Kennett
* {{Cita web|http://www.parascope.com/mx/articles/castroreport.htm|CIA Inspector General's Report on Plots to Assassinate Castro|lingua=en}}
* [http://afternonduality.com/category/the-awakened-life After Non Duality, ablog centering on the question "What happens ''after'' awakening?"]
* {{Cita web|http://www.webelements.com/webelements/elements/text/Tl/index.html|Thallium|lingua=en|sito=WebElements.com}}
* {{Cita web|http://environmentalchemistry.com/yogi/periodic/Tl.html|Thallium|lingua=en|sito=EnvironmentalChemistry.com}}
 
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