Guerre di Vandea e Hrand Nazariantz: differenze tra le pagine

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{{Avvisounicode}}{{Aristocratico
[[Immagine:CuoreVandea2.svg|right|thumb|Il simbolo dell'armata vandeana|120px]]
|prefisso onorifico = Nobile, trattamento di don
|nome = Hrand Nazariantz
|titolo = [[Principe di Monte Ararat]]{{sf}}
|predecessore = Diran Nazariantz
|immagine = Ritratto di Hrand Nazariantz da giovane.jpg
|legenda = Hrand Nazariantz negli anni della sua giovinezza in Turchia
|nome completo = Hrand Nazariantz
|data di nascita = 8 gennaio [[1886]]
|luogo di nascita = [[Scutari (Turchia)|Scutari]]
|data di morte = [[25 gennaio]] [[1962]]
|luogo di morte = Policlinico di [[Bari]]
|sepoltura = Cimitero Monumentale di [[Bari]]
|dinastia = [[Nazariantzi]]
|padre = Diran Nazariantz (Տիրան Նազարյանց)
|madre = Aznive Mahramadjian o Merametdjian
|consorte = Maddalena Decosmis ([[Costantinopoli]], [[10 febbraio]] [[1913]]); Maria Lucarelli ([[Casamassima]], [[12 settembre]] [[1959]])
|figli =
|religione = [[Chiesa Apostolica Armena]]<br />[[Cattolicesimo]]
|firma = Firma del poeta Hrand Nazariantz.jpg
|firma1 =
}}
{{Bio
|Nome = Hrand
|Cognome = Nazariantz
|PreData = in [[lingua armena|armeno]] Հրանտ Նազարյանց
|Sesso = M
|LuogoNascitaLink = Scutari (Turchia)
|LuogoNascita = Scutari
|GiornoMeseNascita = 8 gennaio
|AnnoNascita = 1886
|NoteNascita = <ref name="annonascita" />
|LuogoMorte = Bari
|GiornoMeseMorte = 25 gennaio
|AnnoMorte = 1962
|Epoca = 1900
|Attività = scrittore
|Attività2 = poeta
|Attività3 = giornalista
|Nazionalità = armeno
|NazionalitàNaturalizzato = italiano
|Immagine = Nazariantz_cantatore.jpg
|Didascalia = Ritratto di Hrand Nazariantz opera di [[Domenico Cantatore]]. L'originale è andato perduto.
}}
 
==Grafia del nome==
{{quote|Cittadini repubblicani, non c'è più nessuna Vandea! È morta sotto la nostra sciabola libera, con le sue donne e i suoi bambini. L'abbiamo appena sepolta nelle paludi e nei boschi di Savenay. Secondo gli ordini che mi avete dato, ho schiacciato i bambini sotto gli zoccoli dei cavalli, e massacrato le donne che non partoriranno più briganti. Non ho un solo prigioniero da rimproverarmi. Li ho sterminati tutti... le strade sono seminate di cadaveri. Le fucilazioni continuano incessantemente a Savenay, poiché arrivano sempre dei briganti che pretendono di liberare i prigionieri.|Da una lettera del generale [[François Joseph Westermann]] inviata al [[Comitato di salute pubblica]]}}
[[File:Firma del poeta Hrand Nazariantz.jpg|miniatura|sinistra|Firma in Lingua Italiana di Hrand Nazariantz]]
[[File:Hrand Nazariantz Armenian Signature.jpg|miniatura|sinistra|Firma in Lingua Armena di Hrand Nazariantz]]
È possibile trovare diverse varianti della traslitterazione in caratteri latini del nome armeno Հրանտ Նազարյանց.
La motivazione è da attribuire alle modalità diverse di lettura dell'Armeno Orientale e di quello Occidentale, e, più esattamente alle differenti traslitterazioni dei medesimi segni grafici.<br />
Da ''Nazariantz'' si passa infatti a ''Nazaryans<nowiki>'</nowiki>'', ''Nazaryants'', ''Nazariants'' o anche a ''Nazarianc<nowiki>'</nowiki>'', e al più raro ''Nazareants''. Dovendoci però attenere alla firma dell'autore in caratteri latini, il cognome resta ''Nazariantz'', come dimostrato da numerosi reperti fotografici.
 
==Biografia==
Per '''guerre di Vandea''' si intende una serie di [[guerra civile|guerre civili]] scoppiate a seguito della [[Rivoluzione francese]] durante la prima repubblica francese, che vide come protagonisti la popolazione della [[Vandea]] e quella di alcuni dipartimenti vicini, che insorsero contro la neonata repubblica.
===Gli esordi===
 
Nasce a [[Scutari (Turchia)|Scutari]] distretto asiatico di [[Costantinopoli]] l'8 gennaio [[1886]]<ref name="annonascita">L'anno di nascita non è però certo ma presunto dai documenti italiani e dalle dichiarazioni personali del poeta. La data del [[1886]] ha suscitato numerosi dubbi. Yervant Ter Khachatrian nel suo saggio ''Hrand Nazariantz Luyisavor Panasdeghz'' sostiene che la data più probabile sia il [[1877]] mentre nella biografia contenuta nel volume ''Tre poemi'' (1924) la data di nascita indicata è 8 gennaio [[1880]].</ref>, da [[Diran Nazarian]] (Տիրան Նազարյան) <ref> Sono poche le informazioni sull'attività di Diran Nazarian. Probabilmente egli fu anche agente commerciale [[Goldsmith Brothers]] e il suo indirizzo coincide quello della stessa compagnia "16-17 Korassandjian Han, Stamboul, Constantinople" </ref>, "oratore, patriota fiero" imprenditore e deputato dell'assemblea nazionale armena per il distretto di [[Kumkapı]], e Aznive Meramedjian (Merametdjian) (Մէրամէթճեան). Tra i suoi antenati illustri vi fu il nonno paterno [[Liparid Nazarian]] e lo zio [[Stepanos Nazarian]]<ref>. Tanto [[Stepanos Nazarian]] quanto [[Liparid Nazarian]] utilizzavano il cognome quasi sempre nella forma senza il "ts" o "tz" che probabilmente fu introdotta dallo stesso Hrand.</ref> ma anche il nonno materno [[Avedis Meramedjian]].
La '''prima guerra di Vandea''' e la '''seconda guerra di Vandea''' solitamente vengono accorpate in un unico periodo che va dal [[1793]] e il [[1796]]. L'insurrezione ebbe inizio nel marzo [[1793]] quando la [[Convenzione Nazionale]] ordinò la leva obbligatoria per 300.000 uomini da inviare al fronte e proseguì per i successivi tre anni, con brevi tregue durante le feste come il [[Natale]] e la [[Pasqua]]. Una tregua vera e propria avvenne nella primavera del 1795 con la [[Pace di La Jaunaye]], alla fine di questa, il [[24 giugno]] [[1795]] inizia la seconda guerra di Vandea, che terminerà l'anno successivo quando l'esercito francese riuscì a sopprimere l'insurrezione, compiendo quello che, se venisse riconosciuto, diverrebbe il primo [[genocidio]] della storia moderna.<ref>[http://www.assemblee-nationale.fr/12/pdf/propositions/pion3754.pdf Documento PDF contenente una proposta di legge all'Assemblea Nazionale francese per riconoscere il genocidio vandeano]</ref>
Nella stessa capitale frequenta a partire dal [[1898]] il famoso [[Collegio Berberian]] (Պէրպէրեան վարժարան) fondato da [[Retheos Berberian]] ma se ne allontana dopo aver intrapreso una relazione con la figlia dello stesso Retheos, [[Mannig Berberian]] (1883–1960), e averla chiesta in sposa.
 
Nel [[1902]] si reca a [[Londra]] per completare gli studi superiori ospite "presso un'antica famiglia dell'aristocrazia inglese". Nello stesso anno completa la prima stesura della raccolta ''I Sogni crocifissi''.
La '''terza guerra di Vandea''' durò solo tre mesi, dal [[26 ottobre]] [[1799]] al [[17 dicembre]] [[1799]], terminando con l'armistizio di [[Pouancé]]: a causa dell'instabile situazione politica, la Francia non avrebbe potuto sostenere una nuova guerra civile, per questo motivo il nuovo governo francese preferì acconsentire alle richieste degli insorti in modo da evitare il ritorno delle monarchia, che in quel momento sembrava imminente.
 
Nel [[1905]], a [[Parigi]], si iscrive alla [[Sorbona]] ed entra in contatto con il [[Movimento di Liberazione Nazionale dell'Armenia]] anche grazie all'intervento dell'attivista poi diplomatico [[Mikael Varandian]].
Sorte diversa ebbe la '''quarta guerra di Vandea''', iniziò con qualche insurrezione nel marzo [[1813]] e terminò quando [[Luigi XVIII di Francia|Luigi XVIII]] salì al trono, nell'aprile [[1814]]. Ma la vera quarta guerra di Vandea scoppiò dopo i cosiddetti [[Cento giorni]] il [[15 maggio]] [[1815]] e terminò il mese successivo nella fine del giugno [[1815]], quando Luigi XVIII ritornò sul trono di Francia. A differenza dei precedenti conflitti, questa fu determinante per il ripristino della monarchia, tanto che il nuovo sovrano in segno di riconoscenza verso il generalissimo dell'armata vandeana [[Louis de La Rochejaquelein]], gli conferì il grado di generale dei granatieri reali (un corpo militare addetto alla protezione del re) e lo stesso fece con il suo successore [[Charles Sapinaud]], che divenne generale e [[duca]].
 
Nel [[1907]], le cattive condizioni di salute del padre gli impongono di rientrare in [[Turchia]], per assumere la direzione dell'industria di famiglia, affermata nella produzione di tappeti e merletti, che dava lavoro a circa duemila operaie, e si estendeva tra i quartieri di [[Scutari (Turchia)|Scutari]], [[Kumkapı]], [[Kadıköy]].<br />
==Contesto storico==
A questo impegno di lavoro in fabbrica affianca un'intensa attività pubblicistica e letteraria.
[[Immagine:Vandea Militare.jpg|thumb|right|Dipartimenti francesi coinvolti nelle Guerre di Vandea|450px]]
 
=== Attività politica e letteraria in Turchia ===
Lo studio storico della guerra di [[Vandea]] è segnato da una serie di opinioni discordanti, che portarono alla nascita di una bibliografia immensa, con due correnti principali in opposizione: gli studiosi favorevoli alla rivoluzione francese e tutto ciò che ne derivò, quindi dalla parte dei repubblicani; e quegli studiosi che ritennero che i cambiamenti portati dalla rivoluzione francese siano stati deleteri per la Francia di allora, e che si schierarono quindi dalla parte dei vandeani. Tuttavia è errato definire questa seconda categoria come i "[[Monarchia|monarchici]]", in quanto nonostante i vandeani appoggiassero il re e fossero molto legati alla monarchia, non tutti i monarchici francesi appoggiarono l'insurrezione e molti di quelli che avevano servito sotto il re erano poi passati al servizio della repubblica; inoltre i vandeani iniziarono la rivolta solo in seguito all'attuazione da parte del governo francese di misure repressive per il clero ed all'aumento delle tasse necessario alla ricostruzione della Francia e alle spese militari per l'aggressiva politica estera attuata negli anni successivi alla rivoluzione. Il ripristino della monarchia rappresentava così per i controrivoluzionari vandeani una soluzione per porre fine alla rivoluzione.
L'[[8 agosto]] [[1904]] pubblicò una poesia dal titolo «Ջութակը» (Violino) sulla rivista «Biwrakn» (in armeno «Բիւրակն»).
 
Nel [[1908]], con [[Dikran Zaven]], assume la direzione del giornale ''[[Surhantag]]'' (in armeno Սուրհանդակ) («Il Messaggero»); nel [[1909]] dà vita, in collaborazione con [[Karekin Gozikyan]], anche noto come Yassalem, fondatore a [[Costantinopoli]] del primo sindacato dei lavoratori della stampa in [[Turchia]] (Matbaa Isçileri Meslek Birligi)<ref>,''[http://en.internationalism.org/internationalreview/201302/6414/development-left-wing-armenian-and-macedonian-socialism The development of the Left Wing of Armenian and Macedonian socialism]''.</ref>, al settimanale politico-letterario ''[[Nor Hosank]]'' (in armeno «նոր հոսանք») («Nuova corrente») e fonda con il romanziere [[Rupen Zartarian]] e con il drammaturgo ''[[Levon Shant]]'' la rivista d'arte e di polemica ''[[Բագին]]'' (Bagin). Di questa rivista sarà collaboratore anche Atom Yarjanian (in arte [[Siamanto]]). Collaborò con le riviste [[Escoul]], [[Scepor]], [[Dreptatea]] di [[Bucarest]].
I primi testi pubblicati su questa guerra sono le memorie di alcuni dei protagonisti o di persone vicine ad essi, per i vandeani: la signora [[Victoire de Donnissan de La Rochejaquelein|La Rochejaquelein]], Poirier de Beauvais, [[Joseph de Puisaye]]<ref>[http://books.google.com/books?q=editions:0g5uv1MInMqTA93CzZd&id=ZEAuAAAAMAAJ&hl=it&source=gbs_other_versions_sidebar_s&cad=5 ''Mémoires du comte Joseph de Puisaye'' libro originale in lingua francese. Tomi I, II, III, IV, V, VI]</ref>, la signora Sapinaud de La Rairie<ref>[http://books.google.it/books?id=BbwNAAAAIAAJ&printsec=titlepage&dq=m%C3%A9moires+rossignol&as_brr=1&source=gbs_summary_r&cad=0 ''Mémoires sur la Vendée'' libro originale in lingua francese]</ref>; e per i repubblicani: [[Emmanuel de Grouchy|Grouchy]], [[Jean-Baptiste Kléber|Kléber]]<ref>Autore di ''Mémoires politiques et militaires, Vendée, 1793-1794''</ref>, [[René-Pierre Choudieu]]<ref>Autore di ''Mémoires et notes de Choudieu: représentant du peuple à l'assemblée''</ref>, [[Louis Marie Turreau|Turreau]]<ref>[http://books.google.it/books?id=O7cNAAAAIAAJ&printsec=frontcover&dq=M%C3%A9moire+pour+servir+%C3%A0+l%27histoire+de+la+guerre+de+Vend%C3%A9e&as_brr=1#PPA9,M1 ''Mémoire pour servir à l'histoire de la guerre de Vendée'' libro originale in lingua francese]</ref>, [[Alexandre Dumas (generale)|Dumas]]<ref>[http://books.google.it/books?id=eqADAAAAYAAJ&pg=RA1-PA17&dq=m%C3%A9moires+rossignol&as_brr=1#PPP9,M1 "''Mes mémoires''" libro originale in lingua francese]</ref> etc. Il più famoso tra questi, sono le memorie della signora La Rochejaquelein<ref>[http://books.google.it/books?id=Hz8uAAAAMAAJ&printsec=frontcover&dq=M%C3%A9moires+de+Madame+de+La+Rochejaquelein&as_brr=1#PPP15,M1 "''Mémoires de Madame la marquise de la Rochejaquelein''" libro originale in lingua francese]</ref>, vedova di [[Louis Marie de Lescure|Lescure]] e in seguito di [[Louis de La Rochejaquelein|La Rochejaquelein]], che visse in prima persona tutte le guerre di Vandea, in quanto vedova di due tra i più importanti generali dell'Esercito cattolico e reale che combatterono rispettivamente la prima e la quarta guerra di Vandea, e che descrive una rivolta spontanea dei contadini per difendere il loro re e la loro Chiesa.
 
Nel [[1910]] cerca di fondare con [[Costan Zarian]] e [[Kegham Parseghian]] un cenacolo di arte innovatrice intorno a ''Les volontés folles''. Nel medesimo ambito esce a [[Costantinopoli]], corredato da illustrazioni del caricaturista Enrico Novelli, in arte [[Yambo]], l'importante saggio su ''F. T. Marinetti e il [[futurismo]] (F. T. Marinetti ei apagajapaštoitiine)''. Nello stesso anno pubblica la prima edizione di una raccolta di poesie che lo imporrà definitivamente come figura di punta del cosiddetto [[simbolismo]] poetico in lingua armena, "I Sogni Crocifissi", i cui primi abbozzi risalivano agli anni londinesi. Si legge inoltre sul numero volume XXXI della rivista "Il Borghese" che sul finire di quest'anno Nazariantz avrebbe accompagnato [[Filippo Tommaso Marinetti]] in [[Russia]]. La circostanza è, però, dubbia, non solo perché non suffragata da altre testimonianze, ma soprattutto perché appare smentita da Lucini che in una lettera del 22 marzo 1913<ref>Domenico Cofano,''Il Crocevia dell'Occulto. Lucini, Nazariantz e la cultura del primo Novecento'', [[Fasano]], Schena, 1990, pp. 142 e segg.</ref> mette in guardia l'amico dai comportamenti di Marinetti sul piano personale, lasciando così intendere che i due non si fossero mai conosciuti prima di persona.
===Situazione prima della Guerra e motivazioni===
La [[Vandea]] è un [[dipartimento]] costiero della Francia occidentale, con una ricchezza un po' più alta rispetto alla media degli altri dipartimenti, ed era una regione fortemente [[cattolica]] soprattutto grazie alla predicazione del sacerdote [[San Luigi Maria Grignion da Montfort]] (1673-1716).
 
[[File:Nazariantz.jpg|thumb|Hrand Nazariantz e [[Karekin Gozikyan]].]]
Subito dopo la [[Rivoluzione Francese]], in Vandea, così come in altre regioni di Francia, cominciò a diffondersi un malcontento generale dovuto sia alla fine della monarchia, a cui molti nobili e molti francesi erano ancora molto legati, sia per alcuni provvedimenti presi dalla neonata repubblica. In politica interna, quello che scosse maggiormente i vandeani fu la [[Costituzione civile del clero]] del [[12 luglio]] [[1790]], che prevedeva la confisca dei beni ecclesiastici: cosa che comportò una notevole diminuzione del numero di diocesi (che passarono da 135 a 83) e di parrocchie e quindi di vescovi e di sacerdoti. In seguito alla rivoluzione, infatti, la Francia attraversò un periodo di forte crisi economica, si pensò quindi di fare diventare i beni dello Stato beni ecclesiastici, in modo da poterli rivendere per cercare di sanare il deficit statale. Inoltre il clero, diventando a tutti gli effetti un dipendente statale, oltre a ricevere uno salario, veniva anche eletto democraticamente, cosa che era estranea alla tradizione cattolica. Per questo la maggior parte dei sacerdoti e tutti i vescovi dell'[[Assemblea Nazionale Costituente|Assemblea Costituente]], eccetto sette, non prestò giuramento alla Repubblica, così come la metà dei parroci francesi che vennero definiti "refrattari", in opposizione ai "costituzionali" (o "giurati") che erano invece quei religiosi che giurarono fedeltà al nuovo regime e che presero il posto del clero refrattario nell'Assemblea Costituente. [[Papa Pio VI]] condannò questo decreto, con l'[[enciclica]] ''Quod aliquantum''<ref>[http://www.totustuus.biz/users/magistero/p6quodal.htm testo dell'enciclica "Quod aliquandum" di Pio VI]</ref> e il mese successivo con l'enciclica "Charitas Quae"<ref>[http://www.totustuus.biz/users/magistero/p6charit.htmsospese testo dell'enciclica "Charitas quae" di Pio VI]</ref> sospese "''[[Sospensione a divinis|a divinis]]''" tutti i sacerdoti e vescovi "costituzionali", e tutti quei vescovi consacrati da vescovi costituzionali. Diverso trattamento ricevette, invece, il vescovo [[Talleyrand]], che dei primi sette "vescovi giurati", era stato il principale sostenitore della Costituzione civile del clero e l'unico che aveva [[Ordine sacro|ordinato]] i primi due vescovi "costituzionali", i cosiddetti "''talleyrandistes''", per questa azione venne [[Scomunica|scomunicato]] e ridotto allo stato [[Laico|laicale]].
A partire dal [[1911]] risulta in rapporti epistolari con [[Filippo Tommaso Marinetti]], [[Gian Pietro Lucini]], [[Libero Altomare]] e si impegna, con saggi e traduzioni in [[lingua armena]], a far conoscere la loro opera poetica assieme a quella di [[Corrado Govoni]] e di [[Enrico Cardile]], nel quadro di una più ampia opera di svecchiamento della letteratura in lingua armena alla luce anche delle importanti vicende storico letterarie italiane e francesi. Nello stesso anno [[Yenovk Armen]] pubblica un saggio dal titolo ''Hrand Nazariantz e i suoi Sogni Crocifissi''. Dello stesso anno si conoscono anche due lettere di Nazariantz indirizzate al futurista [[Mario Betuda]]. Questo materiale testimonia la volontà di Nazariantz, a quella data, di dare alle stampe a Costantinopoli una antologia di poesia futurista. Le lettere sono conservate a [[Bassano del Grappa]] nel [http://www.nuovabibliotecamanoscritta.it/Generale/ricerca/AnteprimaManoscritto.html?codiceMan=69533&tipoRicerca=S&urlSearch=area1%3Dnazariantz&codice=&codiceDigital= Museo Biblioteca Archivio].
 
In tale filone è da iscriversi anche il volume in armeno dal titolo tradotto ''Tasso e i suoi traduttori Armeni''. Il saggio era preceduto da una lettera di presentazione di un linguista, filologo e traduttore di [[Dante]], padre [[Arsen Ghazikian]] della [[Congregazione Mechitarista di Venezia]]. Questa pubblicazione, avente per argomento le traduzioni in lingua armena di [[Torquato Tasso]], esce per i tipi della casa editrice Arzouman di [[Costantinopoli]] nel [[1912]]. Sempre nel 1912 viene pubblicata la riedizione dei ''Sogni Crocifissi'' che lo impone all'attenzione di pubblico e critica.
Dopo questi avvenimenti, i vandeani cominciarono a diffidare dell'Assemblea Costituente, infatti la costituzione civile del clero segnò l'inizio di una frattura tra la popolazione e il governo, il quale fu anche incurante delle proteste della popolazione, mentre la [[Guardia Nazionale francese|guardia nazionale]] non esitava a sparare sulla folla al minimo accenno di rivolta. Diversi nobili vandeani, molto legati alla monarchia, parteciparono alla difesa del [[Palazzo delle Tuileries]], appoggiando anche in quel momento re Luigi XVI, il quale cominciò ad entrare in rapporto con l'[[Austria]] nella speranza di poter tornare sul trono grazie a una guerra che mettesse a frutto il momento di debolezza della Francia. Scoperto, venne però ghigliottinato il [[21 gennaio]] [[1793]] ma la morte del re non fece altro che aumentare l'avversione dei vandeani verso la repubblica. Cominciarono così le prime rivolte.
Sempre nel [[1912]] fu direttore del settimanale ''Բագին'' (Bagin) appendice letteraria della rivista ''[[Azadamard]]'' («Ազատամարտ») ("Combattenti della Libertà").
Lavorò per molti altri giornali e riviste come ''[[Masis (periodico)|Masis]]'', ''Loys'', ''Chant'' di [[Meroujan Barsamian]], ''[[Azadamard]]'', ''Biwzandion'', ''[[Arevelk]]'', ''[[La Patrie (giornale)|La Patrie]]'' giornale in lingua francese diretto da [[Jean Minassian]], ''[[Manzume i efkar]]'' pubblicati a [[Costantinopoli]], ''[[Arevelean mamul]]'', ''[[Hay grakanutivn]]'' pubblicati a [[Smirne]], ''[[Garun]]'', rivista di [[Mosca (Russia)|Mosca]].
 
Dal [[1913]] apparvero le versioni originali dei testi; ''Aurora, anima di bellezza''; ''Gloria victis''; ''La corona di spine''; ''Il grande cantico della cosmica tragedia'' e del saggio sulla poetessa [[Heranush Arshagyan]] prematuramente scomparsa.
{{Vedi anche|Guerre rivoluzionarie francesi}}
 
Impegnato in questi anni ad ottenere il sostegno degli intellettuali europei alla causa armena, trova in Italia diversi sostenitori. Tra questi [[Giovanni Verga]], [[Luigi Pirandello]] e in seguito anche [[Umberto Zanotti Bianco]], e molti altri noti intellettuali italiani ed europei legati alle fratellanze massoniche e rosacrociane.
In politica estera, nell'aprile del [[1792]], la Francia dichiarò guerra all'[[Ungheria]] e alla [[Boemia]], che in quel periodo facevamo parte dell'[[Impero austriaco]], e prima della primavera del 1793 entrò in guerra anche con la [[Prussia]], la [[Regno di Gran Bretagna|Gran Bretagna]] e l'[[Repubblica delle Sette Province Unite|Olanda]]. L'esercito francese, ancora disorganizzato, subì diverse sconfitte e si temette per un invasione. La Convenzione Nazionale fu quindi costretta a emanare una legge che prevedeva la leva obbligatoria per 300.000 uomini per la fine del febbraio del 1793. Questo provvedimento causò l'insurrezione nella cosiddetta ''Vendée Militaire'' (Vandea Militare), quel territorio cioè di circa 10.000 km<math>^2</math>, di cui facevano parte il dipartimento della [[Vandea]] e altri dipartimenti confinanti del Nord-Ovest della Francia ([[Maine-et-Loire]], [[Deux-Sèvres]] e [[Loira atlantica]]).
 
Nel 1913 è costretto a lasciare la sua terra a causa del definitivo tracollo finanziario dell'industria paterna, probabilmente causato dalla politica anti-armena che caratterizzò gli ultimi anni dell'[[Impero Ottomano]] prima del vero e proprio [[Genocidio]]. Per questo si rifugiò nel [[Consolato (diplomazia)|Consolato]] italiano di [[Costantinopoli]] dove sposò la cantante e ballerina italiana, Maddalena De Cosmis, detta Lena, e originaria di [[Casamassima]], in provincia di Bari. Il matrimonio ebbe luogo il 10 febbraio. Nella primavera dello stesso anno si reca esule a [[Bari]]. Tale unione è stata letta da alcuni avversatori di Nazariantz come un lasciapassare per la fuga in Italia. Secondo alcuni amici del poeta il matrimonio avrebbe avuto solo l'effetto di velocizzare l'espatrio, che non sarebbe la quindi la causa principale del matrimonio. I due probabilmente convivevano, cosa insolita per l'epoca e per le abitudini della comunità armena, già da anni, o comunque fra di loro doveva esserci una relazione stabile. Infatti, già a partire dal [[1911]] il poeta [[Gian Pietro Lucini]], cita la De Cosmis in alcune lettere indirizzate all'amico di Nazariantz. Già due anni prima del matrimonio, infatti, intestava le sue lettere alla "famiglia De Cosmis-Nazariantz" presso "Ufficio Postale Italiano di [[Galata (Istanbul)|Galata]]", quartiere occidentale di Costantinopoli, dove probabilmente la coppia risiedeva. In seguito almeno in un paio di occasioni conclude le sue lettere [[22 marzo]] [[1913]] e del [[1º maggio]] [[1913]] con cordiali saluti e ossequi alla De Cosmis anche da parte propria e della propria moglie, finendo inoltre il 24 maggio dello stesso anno con porgere auguri di pronta guarigione alla stessa Lena, evidentemente affetta da qualche infermità.<ref>Domenico Cofano,''Il Crocevia dell'Occulto. Lucini, Nazariantz e la cultura del primo Novecento'', Fasano, Schena, 1990, pp. 144 e segg.</ref>
Già nell'agosto nel 1792 fu occupata [[Mauléon|Châtillon-Sur-Sèvre]] e passeranno alcuni mesi prima dell'inizio della guerra vera e propria e della creazione dell'[[Esercito cattolico e reale]], avvenuta ufficialmente nell'aprile del 1973.
 
A quegli anni risalgono molte altre amicizie con noti letterati armeni tra cui [[David Ananun]], [[Avetik Isahakyan]], [[Shushanik Kurghinyan]], [[Arsciak Ciobanian]].
Oltre alla "Vandea Militare", anche in altri dipartimenti francesi si ebbero insurrezioni, ma di fatto esse sfociarono al massimo in schermaglie non certo paragonabili all'insurrezione vandeana. Le Guerre di Vandea durarono a lungo perché a insorgere fu il popolo, che sceglieva i propri comandanti tra gli stessi contadini (come nel caso di [[Jacques Cathelineau]]) come pure tra la nobiltà esiliata, a volte costringendoli con la forza. Il resto delle insurrezioni fu invece piuttosto improvvisato e organizzato da nobili, più interessati a riconquistare le proprie terre che ripristinare la monarchia. Per questo motivo i capi spesso venivano abbandonati dai propri uomini che combattevano solo dietro compenso, tanto che l'esercito repubblicano non ebbe difficoltà a sopprimere queste rivolte.
 
===Attività letteraria in Italia===
==Prima Guerra di Vandea==
[[File:Hrand Nazariantz in Italia.jpg|thumb|Hrand Nazariantz presso i giardini di Piazza Garibaldi a [[Bari]] si diletta di botanica]] Giunto in Italia, intensificò i rapporti sia con esponenti della diaspora armena che con protagonisti della cultura italiana, francese ed inglese, recandosi anche all'estero per motivi di studio. Nello stesso periodo fu assunto come docente di lingua francese e inglese presso l'Istituto Tecnico, Nautico, e Professionale di [[Bari]].
[[Immagine:Cathelineau.jpg|thumb|right|[[Jacques Cathelineau]]]]
===Prime fasi===
Nel marzo del [[1793]], dopo che venne emanata la legge che prevedeva la leva obbligatoria per 300.000 uomini, i vandeani si trovarono di fronte alla scelta di combattere al fronte per una nazione che non li rappresentava più o di riprendere e ampliare quell'insurrezione che era cominciata qualche mese prima. Inoltre avevano dalla loro il fatto che nella nuova versione della [[Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino]] pubblicata nel 1973, l'articolo 35 prevedeva che:
{{quote|Quando il governo viola i diritti del popolo, per il popolo e per ogni parte del popolo, l’insurrezione è il più sacro di tutti i diritti e il più indispensabile di tutti i doveri.|[[wikisource:fr:Déclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen de 1793#Article 35|Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino]]}}
Nella prima settimana di marzo, iniziarono le rivolte in [[Bretagna]] e in altri comuni della "Vandea Militare", ogni città insorgeva spontaneamente senza che ci fosse alcun tipo di organizzazione.
 
Nel [[1915]] collabora alla rivista bolognese ''Il Ritmo'' e le edizioni Laterza pubblicano, come primo volume della collana ''Conoscenza ideale dell'[[Armenia]]'' da lui diretta, il suo saggio sul poeta armeno [[Bedros Turian]], con presentazione di [[Enrico Cardile]], che provvederà anche a tradurre, per le edizioni della rivista ''Humanitas'' di Bari, ''I sogni crocefissi'' ([[1916]]), ''Lo specchio'' ([[1920]]) e ''Vahakn'' (1920). Dell'anno successivo è l'inizio della collaborazione a ''[[La Tempra]]'' di [[Renato Fondi]], con la quale instaurerà un assiduo e duraturo rapporto.
L'[[11 marzo]] il sindaco di [[Machecoul]], Souchu, per fermare l'insurrezione ordina l'esecuzione sommaria di 500 insorti. Dopo questo avvenimento, i vandeani decisero di eleggere un capo e di organizzarsi. Scelsero come primo comandante [[Jacques Cathelineau]], che fu uno dei pochi capi vandeani di estrazione contadina, quindi tornati a Machecoul la occuparono, uccidendo tutti i repubblicani presenti per vendicare i vandeani uccisi per rappresaglia.
 
In seguito Nazariantz entra in contatto con alcune riviste d'avanguardia siciliane che ospitano suoi contributi: ''"La Scalata"'' ([[1917]]), ''"La Vampa Letteraria"'' (1917) e ''"La Spirale"'', dove nel [[1919]] è pubblicato un brano del poema ''"Lo Specchio"''.
Il [[12 marzo]], la [[Guardia nazionale francese|guardia nazionale]] caricò gli insorti a [[Paimbœuf]] che era minacciata da contadini venuti da 32 comuni vicini e il nobile che li comandava fu catturato e ghigliottinato a [[Nantes]]; lo stesso giorno, in compenso, fu occupata [[Savenay]]. Nel frattempo, più a nord, 600 contadini si riunirono e occuparono [[Saint-Florent-le-Vieil]], mettendo in fuga i 500 uomini della guardia nazionale che avevano sbarrato loro la strada.
A Bari diviene amico di [[Franco Casavola]] e si impegna a promuoverne la produzione musicale. I due collaborano ad organizzare, con l'aiuto di [[Giuseppe Laterza]], Giacomo Favia, Tina Suglia e altri, la serata futurista al [[Teatro Piccinni]] di Bari, del 26 settembre [[1922]].
Pochi mesi dopo, il 2 gennaio [[1923]], il programma della serata futurista al [[Teatro Margherita (Bari)|Teatro Margherita]] di Bari include l'"azione mimico-drammatica" intitolata "Lo Specchio", con musiche di [[Franco Casavola]] ispirate al poema di Nazariantz.<br />
[[Massoneria in Italia|Massone]], il 20 settembre dello stesso anno [[1923]] la neonata [[Gran Loggia d'Italia degli Alam|Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana]] riunitasi in sessione straordinaria lo elesse Primo [[Gran Sorvegliante]].<ref>Natale Mario Di Luca,''Arturo Reghini. Un intellettuale neo-platonico tra Massoneria e Fascismo'', Roma, Atanòr, 2003, p. 72.</ref>
Nel [[1924]] la casa editrice [[Alpes]] di [[Milano]] pubblica, nella traduzione di [[Cesare Giardini]] che ne risultava anche il curatore, la raccolta "Tre poemi", che comprende ''"Il Paradiso delle Ombre"'', ''"Aurora anima di bellezza"'', ''"Nazyade fiore di Saadi"''.
 
Nel [[1926]] dopo anni di strenuo lavoro e interessamento di varie esponenti della politica e della cultura riuscì ad inaugurare il villaggio [[Nor Arax]], con annessa fabbrica di tappeti orientali, alla periferia di [[Bari]]. Tale villaggio fu sovvenzionato e voluto fortemente in particolare dal senatore [[Luigi Luzzatti]] e dal conte [[Umberto Zanotti Bianco]], presidente dell'ANIMI. Di tale esperienza Zanotti Bianco riferì nei suoi carteggi<ref>ANIMI, Fondo Umberto Zanotti Bianco, 1928-1929</ref> e nel suo scritto dal titolo ''Profughi Armeni''<ref>[[Umberto Zanotti Bianco]], [[Tra la perduta gente]]; Coll. Arcobaleno n. 17, Milano: [[Arnaldo Mondadori]], 1959</ref>. poi pubblicato nella raccolta [[Tra la perduta gente]]<ref>recentemente ripubblicato [[Umberto Zanotti Bianco]],'' Tra la perduta gente''; prefazione di Aldo Maria Morace; Coll. Biblioteca delle regioni: Scrittori di Calabria n. 18, Soveria Mannelli: Rubbettino, 2006, ISBN 88-498-1555-7</ref>
[[Immagine:Bonchamps_1.jpg|thumb|left|[[Charles Melchior Artus de Bonchamps]]|150px]] Nello stesso 12 marzo insorsero anche [[Tiffauges]], [[Saint-Fulgent]], [[Beaupréau]] e [[Montaigu (Vandea)|Montaigu]].
 
Dopo il [[1939]] collaborò con [[Radio Bari]] sia alla direzione artistica, sia tenendo conversazioni radiofoniche su letterati, musicisti, dalla [[Romanticismo]] alla sua epoca. Negli stessi anni fondò le riviste di ispirazione simbolico-massonica "Graal" (1946) e "Graalismo" (1958) diretta insieme all'amico poeta e scrittore calabrese [http://www.rizziconimia.com/B2-potitogiorgio.htm Potito Giorgio]. Su entrambe le pubblicazioni periodiche comparvero scritti tra gli altri di [[Giuseppe Ungaretti]], [[Ada Negri]], [[Liliana Scalero]], [[Elpidio Jenco]], [[Giuseppe Villaroel]], [[Lionello Fiumi]], [[Charles Plisnier]] e di altri, illustrazioni di noti e meno noti pittori, tra di essi da ricordare [http://www.nicolaciletti.it/Canale1%20Uomo/fryda.htm Fryda Laureti Ciletti].
Il giorno dopo, il marchese [[Charles Melchior Artus de Bonchamps|Bonchamps]] venne scelto come generale e raggiunse Cathelineau a Saint-Florent-le-Viel, che nel frattempo stava raccogliendo gli uomini della città in una parrocchia: il parroco era refrattario e benedisse gli uomini di Cathelineau che poi fece abbattere la bandiera tricolore che sventolava sulla chiesa. Lo stesso giorno, Cathelineau occupò [[Jallais]], protetta da 150 uomini della guardia nazionale e un vecchio cannone.
 
Nel [[1946]] pubblicata la traduzione italiana de "Il Grande Canto della Cosmica Tragedia", che fino a quel momento aveva circolato sotto il titolo di "Il Grande Canto della Tragedia Cosmica" ed era apparso su a stralci su vari periodici letterari.<br />
Il [[14 marzo]], Cathelineau si unì agli uomini di [[Jean Nicolas Stofflet]], ex caporale dell'esercito del re e in quel momento guardiacaccia di un castello a Maulévrier. Con un esercito di 15.000 uomini attaccò [[Cholet]], una città di circa 7.000 abitanti, difesa da 500 guardie nazionali, 80 cavalieri ed una decina di cannoni. Circondati dagli insorti, morirono 300 repubblicani e una quarantina di vandeani.
Nel [[1951]] diede alle stampe il "Manifesto Graalico". In esso, da considerarsi epilogo delle avanguardie italiane, Nazariantz e gli altri firmatari affidavano la soluzione del rapporto intellettuale-società al primato della cosiddetta "arte assoluta".<br />
Nel [[1952]] fu pubblicata l'ultima silloge dal titolo "Il ritorno dei poeti".
 
Nel [[1953]] un cospicuo numero di intellettuali italiani e stranieri propose al comitato per l'assegnazione del [[Premio Nobel per la Letteratura]] la sua candidatura. Il premio fu assegnato quell'anno a [[Winston Churchill]]. Allo stato della documentazione ritrovata, le richieste avanzate a nome di Nazariantz mettono in luce una scarsa efficacia da parte dei richiedenti e ben se ne comprende il loro non accoglimento.
In cinque giorni, gli insorti occuparono la metà meridionale del dipartimento del [[Maine-et-Loire]], quella zona chiamata [[Mauges]]. Sull'altra riva della [[Loira (fiume)|Loira]], la guardia nazionale riusciva a prevalere sui vandeani: faranno una trentina di prigionieri, di cui venti vennero poi ghigliottinati ad [[Angers]].
 
=== Gli ultimi anni ===
Nel dipartimento della Vandea, gli insorti cacciarono la Guardia Nazionale di [[Palluau]], tra il [[12 marzo|12]] ed il [[14 marzo]], e occuparono la zona della cosiddetta "Palude bretone" (in francese "''Marais Breton''"). Nell'entroterra, nella zona chiamata [[Bocage]], occuparono la maggior parte delle piccole città. Il giorno dopo, la Guardia Nazionale del capoluogo della Vandea, [[Fontenay-le-Comte]], cadde vittima di un'imboscata ma riuscì a resistere e la città non fu occupata.
[[File:Hrant Nazariantz.jpg|thumb|Hrand Nazariantz ormai anziano nella sua abitazione di via Calefati 200 a [[Bari]].]]
Gli ultimi anni di vita furono caratterizzati dall'acuirsi delle ristrettezze economiche che lo avevano afflitto per tutta la sua vita da apolide. Alla fine degli anni cinquanta fu ricoverato in un ospizio a [[Conversano]], vivendo circondato dall'affetto e dalla stima di alcuni giovani amici conversanesi e non, che ne vollero riscoprire l'enorme valore umano e intellettuale.
 
Negli ultimi anni, verificata la nullità del primo matrimonio, e morta anche Vittoria Strazzaboschi sua fedele compagna per molti anni, convolò a nozze con signora Maria Lucarelli.
Il [[17 marzo]], fu occupata [[Noirmoutier-en-l'Île]] e il [[22 marzo]] [[Chalonnes-sur-Loire|Chalonnes]]: il sindaco e alcuni ufficiali della guardia nazionale, si arresero e gli uomini della guardia nazionale ripiegarono verso [[Angers]], gettando i propri cannoni nella Loira. I repubblicani nel frattempo tentarono di riprendere il vantaggio: sotto gli ordini del generale Marcé, incaricato dalla Convenzione di reprimere la ribellione, organizzarono una colonna di 2.200 fanti, 100 cavalieri e 8 cannoni, Marcé cercò di attraversare la zona insorta da [[La Rochelle]] fino a [[Nantes]], ma il suo cammino fu spesso interrotto da brevi schermaglie e fu costretto a fuggire velocemente verso La Rochelle, ma al suo arrivo venne fermato e arrestato. La capacità offensiva delle forze repubblicane venne così distrutta.
Morì nel [[1962]]. Da [[Conversano]], cittadina tanto amata, si era trasferito a [[Casamassima]], sempre in [[provincia di Bari]], nel 1960. Qui abitava in condizioni di quasi totale indigenza con la seconda moglie Maria Lucarelli (scomparsa nell'aprile 2011).
Per tutta la vita mantenne una estrema ammirazione per il gentil sesso, in cui ebbe a intravedere la simbologia miriamica, legata, forse, agli insegnamenti mistico-esoterici di [[Giuliano Kremmerz]].
 
Attualmente riposa nella la Necropoli di [[Bari]], in un loculo quasi anonimo, che reca solo indicazione del nome le date di nascita e di morte, e la definizione di "Poeta"<ref>[https://centrostudihrandnazariantz.blogspot.com/2018/11/hrand-nazariantz-la-sua-tomba-la-memoria.html Hrand Nazariantz, la sua tomba e la memoria]</ref>.
===La "Vandea Militare"===
====L'Esercito cattolico e reale====
[[Immagine:Carte de la Vendée militaire.svg|thumb|left|Carta della Vandea Militare|410px]]
A fine marzo agli eserciti di Cathelineau, Bonchamps e Stofflet, si aggiungerà [[François Athanase Charette de La Contrie]] che ha guidato gli insorti della [[Loira atlantica]]; [[Maurice Louis Joseph Gigot d'Elbée]], [[Louis Marie de Lescure]] e il suo giovane cugino [[Henri du Vergier de La Rochejaquelein]] che combatterono insieme nella [[Maine-et-Loire]].
 
== Citazioni ==
[[Immagine:Louis d-Elbee.jpg|thumb|right|[[Maurice Louis Joseph Gigot d'Elbée]]]]In questo momento l'esercito vandeano arriva a contare più di 35.000 uomini.
[[File:Hran Nazariantz Tomb.jpg|thumb|Tomba di Hrand Nazariantz nel Cimitero di Bari]]
Il poeta siciliano [[Enrico Cardile]], scrisse di lui:
{{Citazione|Nazariantz è un uomo di un’energia inesauribile, di una costanza eccezionale, di un entusiasmo portentoso, affascinante nella sua modestia risoluta. Il suo entusiasmo riesce comunicativo, la sua passione diventa epidemica, se lo conoscete lo amerete, se lo amate vi sentite disposto a dividerne i rischi e a dedicarvi alla sua Causa.}}
 
[[Daniel Varujan]], noto poeta armeno, scriveva:
Il [[4 aprile]] tutti i capi vandeani si riunirono a [[Chemillé]] dove decisero di organizzare i loro eserciti, formando così l'[[Esercito cattolico e reale]], aumentando notevolmente il numero di uomini al loro seguito.
{{Citazione|Nazariantz ha composto poemi che possono eguagliare nel loro splendore profondo quelli di [[Stéphane Mallarmé]], poeta francese. La sua anima ha infatti un’eccezionale affinità con l’anima del principe dei poeti. Anima sempre tesa verso un’ebbrezza sconosciuta e indefinita che si può appena percepire attraverso l’umana aspirazione. Le sue immagini sono di una profondità suggestiva. Nazariantz è un poeta luminoso.}}
I capi vandeani continuarono a comandare le truppe consultandosi tra loro quando era necessario, solo dopo il maggio 1793 preferirono eleggere un generale con un poteri su tutta l'armata: a volte i capi vandeani litigavano sulla tattica militare da seguire e questo causò loro molte perdite sia in fatto di uomini sia dal punto di vista strategico; per ovviare al problema, elessero quindi un comandante in capo, che chiamarono "generalissimo", con il compito di tenere uniti tutti gli eserciti con i loro rispettivi comandanti, anche se per progettare le future azioni dell'armata vandeana continuarono a riunirsi in consiglio.
 
==Opere poetiche ed epistolari==
Come primo generalissimo dell'Esercito cattolico e reale, fu scelto Cathelineau, che era l'unico a non provenire da una famiglia nobile ed era anche l'unico a non essere stato addestrato all'arte militare e non aveva combattuto altre guerra prima di allora, tuttavia era stato il primo a guidare l'insurrezione e per questo ebbe per primo questo grado.
* Ջութակը, (trasl. Jutaky), (trad. Il Violino), in ''Բիւրակն'' (trasl.Byurakn), [[Costantinopoli]], 8 agosto 1904 (N. 32).
* Հի՛ն, մոռցըւած եղանակի մը նման, (a [[Heranush Arshagyan]]), 1906 poi in Հերանոյշ Արշակեան: Իր կեանքը եւ բանաստեղծությունները, [[Costantinopoli]], Ter-Nersesian, 1910.
* ''Խաչուած երազներ'', (trasl.''Khachuats yerazner''), (trad.''Sogni Crocifissi''), Constantinopoli, Tēr-Nersēsean, 1912.
* ''I sogni crocefissi'', versione italiana di [[Enrico Cardile]]; con una premessa del traduttore e note bio-bibliografiche, [[Bari]], Humanitas, 1916.
* ''Farfalle'', da ''Il grande canto della tragedia cosmica', omaggio del poeta armeno a Bari ospitale'', Bari, S.T.E.B., 1916.
* ''Muoio di sete...'', da ''La tristezza delle rosee nudità'', canto e pianoforte di [[Franco Casavola]], parole di Hrand Nazariantz, Milano, Ricordi e C., 1920.
* ''Lo specchio'', versione italiana di [[Enrico Cardile]], Bari, Humanitas, 1920.
* ''Vahakn'', versione italiana di [[Enrico Cardile]], Bari, Humanitas, 1920.
* (a cura di) [[Alfons Maseras]], ''Nazariantz: Las mejores poesías (líricas) de los mejores poetas'', Barcellona. Editorial Cervantes, 1920.
* da Il Grande Canto della Tragedia Cosmica: XI motivo, in ''Fantasma'' di Roberto Marvasi, organo ufficiale degli Atti dell'Associazione nazionale per il Movimento dei Forestieri, Pro Italia, anno VI, 31 agosto - 1 settembre 1921.
* in ''Prisma. Revista Internacional De Poesía''. Vol II. N. 03, Luglio 1922.
* Bella e inquieta anima del mondo: grande Poema di libertà (Primo motivo), in ''Fantasma'' di Roberto Marvasi, organo ufficiale degli Atti dell'Associazione nazionale per il Movimento dei Forestieri, Pro Italia,, anno VIII, 28 febbraio 1923.
* ''Tre poemi'', tradusse dall'armeno [[Cesare Giardini]], Milano, Alpes, 1924.
* "Bari - Ode" in ''Terra di Puglia'', anno I n.01, 1930.
* [[Corrado Fruttero]], ''O sonno, sonno, nostra ultima festa'', dal ''Paradiso delle Ombre di Hrand Nazariantz'', traduzione dall'armeno di [[Cesare Giardini]]. Poemetto per canto e pianoforte, Bologna, Bongiovanni, 1935.
* ''Diciotto Liriche armene: Raccolte e presentate da [[Glauco Viazzi|Jusik Achrafian]]'', Roma, Edizioni "HIM", 1939.
* Ode a l'Italia in ''ABC. Rivista d'Arte'', anno VIII, n. 09, 1939
* ''Il Grande Canto della Cosmica Tragedia: Hur Hayran''. Versione italiana di [[Enrico Cardile]], con un'allocuzione estetico ermetica di [[Eli Drac]]. Xilografie di [[Piero Casotti]], Bari, Ed. Gioconda, 1946 e 1948.
* ''Il ritorno dei poeti ed altre poesie'', [[Firenze]], Kursaal, 1952.
* in [[Umberto Zanotti-Bianco]], ''Carteggio'', Bari, Laterza, 1987 e 1989 (2 vol.)
* ''Il crocevia occulto: Lucini, Nazariantz e la cultura del primo Novecento'', (Epistolario Lucini-Nazariantz), a cura di Domenico Cofano, [[Fasano]], Schena, [[1990]].
* Vartan Matiossian, Letters of Hrand Nazariantz to [[Yenovk Armen]], in ''Bazmavep: Hayagtakan banasirakan grakan handes'', N. 164, 2006, pp.&nbsp;312–413.
* Vartan Matiossian, Letters of Hrand Nazariantz to [[Yenovk Armen]], in ''Bazmavep: Hayagtakan banasirakan grakan handes'', N. 165, 2007, pp.&nbsp;323–380.
* ''Աստեղահեւ մենութիւն - ընտրանի'' (Solitudini Stellate - Selezione), a cura di Yuri Khachatryan, Yerevan, Sargis Khachhent-Printinfo, 2008.
* ''I Sogni Crocifissi'', poesie scelte a cura di Dorella Cianci, [[Foggia]], Sentieri Meridiani, 2011.
 
==Opere di critica letteraria e politica==
====L'organizzazione====
[[Immagine:Louis Marie de Lescure.jpg|thumb|left|[[Louis Marie de Lescure]]]]
Tra la fine di marzo e gli inizi di aprile vengono così delineati i confini della "Vandea Militare" ("''Vendée militare''"): il dipartimento della [[Vandea]], la metà meridionale della [[Loira atlantica]] e il dipartimento del [[Maine-et-Loire]]. Il Nord-ovest del dipartimento del [[Deux-Sèvres]] verrà occupato nel maggio del 1793.
 
[[File:F. T. Marinetti ei Apagajapaštoitiine.jpeg|thumb|F.T. Marinetti e il Futurismo, stampato a Costantinopoli da Onnik Barseghian e Figli, 1910]]
L'esercito insorto è poco centralizzato, mal equipaggiato (i tre quarti degli uomini non avevano fucili prima dell'attacco di Chalonnes e la maggior parte delle armi e munizioni venivano raccolti dai soldati repubblicani morti) e in parte non permanente, alcuni i contadini infatti tornavano nelle loro terre appena potevano dopo i combattimenti. La popolazione insorta era divisa in tre gruppi: i primi due erano costituiti dagli uomini abili al combattimento (cioè dai 13 anni in su), il terzo invece era costituito dai "non combattenti" cioè vecchi, donne e bambini (sotto i 13 anni); il primo gruppo si occupava della difesa del territorio e la protezione dei non combattenti, in caso di attacco repubblicano, infatti, faceva disperdere la popolazione nelle campagne e coprivano la loro "ritirata" preparando trappole per rallentare l'avanzata repubblicana, che poi non erano altro che carri rotti, alberi abbattuti e simili, e si muovevano sfruttando le protezioni naturale offerte dalla [[Loira (fiume)|Loira]] e dai boschi vicini; il secondo gruppo invece era l'esercito vero e proprio che si spostava negli altri comuni per conquistarli o per aiutare quelle città già insorte a sconfiggere la guardia nazionale o l'esercito repubblicano, qualora fosse intervenuto; infine il terzo gruppo, cioè i non combattenti badavano al bestiame e coltivavano la terra e in caso di necessità prendevano le armi per difendersi.
* prefazione a [[Elia Demirgibashian]], ''Եղիա Տէմիրճիպաշեանի սիրային նամակները, 1886-1889: երկու ինքնատիպ լուսանկարներով եւ իր ձեռագիր մէկ նամակով'', (trasl. ''Eghia Tēmirchipasheani sirayin namaknerě, 1886-1889: erku inkʿnatip lusankarnerov ew ir dzeṛagir mēk namakov''), (trad. Lettere d'Amore 1886-1889: con una lettera manoscritta e due foto originali), [[Costantinopoli]], Ter-Nersesean, [[1910]].
* ''Ֆ.Թ. Մառինէթթի եւ ապագայապաշտութիւնը'', (trasl.''F. T. [[Marinetti]] ei Apagajapaštoitiine''), (''trad. F.T. Marinetti e il [[Futurismo]]''), [[Costantinopoli]], Onnik Barseghian e Figli, [[1910]].
* ''[[Հերանոյշ Արշակեան]]: Իր կեանքը եւ բանաստեղծությունները'' (trasl.''[[Heranush Arshagyan]]: Ir keank'y yev banasteghtsut'yunnery''), (trad.''[[Heranush Arshagyan]]: la sua vita e poesie''), [[Costantinopoli]], Ter-Nersesian, [[1910]].
* ''Դասսօ եւ իր հայ թարգմանիչները'', (trad. ''Tasso e i suoi traduttori Armeni''), con una lettera di [[Arsen Ghazikian]], Constantinopoli, տպ. Օնիկ Արզումանի, 1912.
* prefazione a [[Shahan Natalie]], ''Սէրի եւ ատելութեան երգեր.'', (tras. Seri yev atelut'yean yerger), (trad.[[Shahan Natalie]], Canzoni d'Amore e d'Odio), [[Boston]], [[Hayrenik]], 1915.
* ''[[Bedros Tourian]], Poeta armeno: dalla sua vita e dalle sue pagine migliori, con un cenno sull'arte armena'', in collaborazione con [[Franco Nitti Valentini]], con una presentazione di [[Enrico Cardile]], [[Bari]], [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]], 1915.
* prefazione a [[Bernardino Fienga|Dino Fienga]], ''Armenia sanguinante'', [[Napoli]], ed. G. Borrelli, 1916.
* La soluzione secondo un armeno, in "La nuova rassegna", 20 maggio 1916
* ''L'[[Armenia]], il suo martirio e le sue rivendicazioni'', con introduzione di [[Giorgio D'Acandia|Umberto Zanotti Bianco]], [[Catania]], Battiato, 1916.
 
[[File:Eghia Tēmirchipasheani sirayin namaknerě, 1886-1889, Constantinopoli, Dēr-Nersēsean, 1910.jpg|miniatura]]
Non c'era un reclutamento vero e proprio, di solito quando una città insorgeva, la popolazione si riuniva in alcune parrocchie e da lì faceva iniziare la rivolta; quando la città veniva attaccata dall'esterno alla fine della battaglia, il comandante dell'esercito che l'aveva conquistata faceva il giro delle parrocchie della città per raccogliere chi voleva unirsi al suo esercito usando un particolare modulo che faceva distribuire, deciso dai capi vandeani nella riunione di Chemillé:
«''In nome del Re, noi generali in capo e ufficiali generali dell'armata, ingiungiamo agli abitanti della parrocchia di'' [nome della città] ''di portarsi a'' [luogo del raduno] ''con le loro armi e vi porteranno del pane. A'' [luogo] ''il'' [data] ''dell'anno secondo del regno di Luigi XVII''».
 
* ''I Trovieri dell'Armenia nella loro vita e nei loro canti: con cenno sui canti popolari armeni'', prefazione di [[Ferdinando Russo]], [[Bari]], Humanitas, 1916.
Gli archivi dipartimentali riportano anche un altra versione, che, probabilmente, era la "prima versione" usata prima dell'emanazione del modulo ufficiale formulato a Chemillé: «''Nel nome santo di Dio e per il re, la parrocchia è invitata a inviare il maggior numero di uomini possibile, nel tal posto, alla tale ora. Ciascuno dovrà portare dei viveri per tot giorni''».<ref>Reynald Secher, ''Il genocidio vandeano'', effedieffe, pag 125</ref>
* ''[[Arsciak Ciobanian]]: nella sua vita e nelle sue pagine migliori'', in collaborazione con [[Mario Virgilio Garea]]; con prefazione di [[Mario Pilo]], Bari, Humanitas, 1917.
* prefazione a ''La grasta di basilico: leggenda trecentesca siciliana'' in ''Teatro siciliano'' di [[Francesco De Felice]], [[Catania]], ed. Vincenzo Giannotta, 1923.
* ''L'arte di [[Armenia]]'', Bari, Laterza, 1924.
* commento a [[Ettore Palmieri]], ''La scheda dei sogni'', con una lettera di [[Guido da Verona]], xilografie di [[Piero Casotti]], [[Bari]], S.E.T., 1929.
* prefazione a [[Luciano Landi]], ''Alle 5, la sera di Natale (I poveri): dramma in 3 atti'' con lettera-prefazione di Hrand Nazariantz, [[Milano]]-[[Roma]], Gastaldi, [[1948]].
* premessa a [[Milena Cianetti Fontani]], ''Consolazione: liriche'', Milano, Gastaldi, 1950.
* prefazione a [[Cecilia Picciola Ferri]], ''Polyphylla'', Urbino, Ist. Statale D'arte, 1950.
* prefazione di Hrand Nazariantz tradotta da [[Aldo Capasso]] a [[Antonio Quaremba]], ''Il cielo e la terra'', [[Napoli]], Ed. La Fiaccola, 1954.
* prefazione a [[Enzo Contillo]], ''Per più placati lidi: LIRICHE'', [[Roma]], Conte, 1954.
* a cura di Tiziano Arrigoni,''Armenia: lo sterminio dimenticato'', [[Piombino]], La bancarella, 2008. (riedizione di ''L'Armenia, il suo martirio e le sue rivendicazioni'' del [[1916]], con un saggio del curatore e note biografiche sull'autore)
* ''L'Armenia. Il suo martirio e le sue rivendicazioni'', edizione critica del [[Centro Studi Hrand Nazariantz]] di [[Bari]], a cura di [[Cosma Cafueri]] e revisione bibliografica di [[Carlo Coppola]], con postfazione di [[Anahit Sirunyan]], [[Bari]], [[FaL Vision]], [[2016]].
 
==Note==
Tuttavia, nonostante sia un armata popolare, erano presenti anche soldati di professione: i disertori dell'esercito repubblicano che portano la loro esperienza; i soldati in congedo che combatterono per l'esercito del re prima della rivoluzione e ancora in grado di imbracciare un fucile; e gli ufficiali appartenenti alla nobiltà francese che addestrarono le truppe vandeane. Le file vandeane erano ben inquadrate e riuscirono a creare diversi corpi d'armata. Quando, infatti, ottennero un buon numero di fucili, crearono diverse unità di fucilieri a piedi e a cavallo che avanzavano in testa al gruppo, venne anche formata una piccolo corpo di cavalleria d'elité composta dai alcuni borghesi che si erano equipaggiati a loro spese, e crearono anche alcuni corpi di artiglieria dopo che catturavano i cannoni dei repubblicani lasciati sul campo di battaglia. Il generale [[Louis Marie Turreau|Turreau]] nelle sue memorie riporterà il suo stupore nel vedere tale organizzazione:
 
<references/>
«''Nessun popolo conosciuto, per quanto guerriero e stratega sia, trae un così grande profitto dalle armi da fuoco, quanto il cacciatore di Le Loroux e il bracconiere del Bocage''».<ref>[[Louis Marie Turreau]], [http://books.google.it/books?id=O7cNAAAAIAAJ&printsec=frontcover&dq=M%C3%A9moire+pour+servir+%C3%A0+l%27histoire+de+la+guerre+de+Vend%C3%A9e&as_brr=1#PPA26,M1 ''Mémoire pour servir à l'histoire de la guerre de Vendée'', Baudouin Frères Libraires-Éditeurs, 1824, pag 26]</ref>
 
==Bibliografia==
Dopo la riunione di Chemillé si erano organizzati in tre eserciti: l'esercito di [[Anjou]], a est del fiume [[Sèvre nantaise]] composto da 40.000 uomini; l'esercito del centro, nel cuore della Vandea, composto da 10.000 uomini; l'esercito della Marais Breton, situato tra il Sèvre nantaise e l'[[Oceano Atlantico]], composto da 15.000 uomini.
 
* [[Yenovk Armen]], ''Hrand Nazariantz e i suoi Sogni Crocifissi'', Costantinopoli, Der Nersessian, 1911
[[Immagine:Battaglia di Cholet.JPG|Il generale Moulin, viene ucciso davanti al mulino di Cholet che in precedenza era stato distrutto dai repubblicani|thumb|right|400px]]
* Atrushan (pseud. di [[Simon Eremian]]), Հրանտ Նազարեանց: Ուսումնասիրական ակնարկ մը, Ղալաթիա, տպ. Շանթ, 1912. (trad. ''Hrand Nazariantz: Introduzione allo studio)'', Galata, Edizione di Shant, 1912.
* [[Enrico Cardile]], ''Le Cause dello sfacelo della Turchia Contemporanea'' in "L'Asino: settimanale illustrato", 8 dicembre 1912
* [[Enrico Cardile]], ''Un Simbolista Armeno: Hrand Nazariantz in "Aprutium"'', Ottobre-Novembre 1912, Fasc X-XI.
* [[Giuseppe Cartella Gelardi]], ''Per la traduzione italiana de "I sogni crocefissi" di Hrand Nazariantz'', Bari, Soc. tip. editrice barese, 1916
* [[Giulio Gaglione]], ''La benda sugli occhi: Primo saggio di una interpretazione generale della poesia contemporanea'', Napoli, Ed. delle "Crociere Barbare", 1919.
* [[Massimo Gaglione]], ''La Poesia di Hrand Nazariantz'', [[Marcianise]], autoedizione, 1918.
* [[Massimo Gaglione]], ''Nazariantz e [[Henri Barbusse|Barbusse]]'', [[Caserta]], 1921.
* [[Cesare Giardini]], Hrand Nazariantz, in ''I libri del giorno: rassegna mensile internazionale'', vol. 5, 1922
* [[Vicente Risco]], O Poeta armenio Hrand Nazariantz, in ''[[Nós: boletín mensual da cultura galega]]'', anno 2, n. 4 (31 xan. 1921), p.&nbsp;16-17
* [[Alfonso Maseras]], El poeta nacional de Armenia, [[Alfar]], T. 2, n. 33 (oct. 1923); p.&nbsp;63-64.
* [[Raffaele Carrieri]], Con Hrand Nazariantz al villaggio armeno “Nor Arax”, in ''[[Il Mezzogiorno]]'', 15-16 novembre 1927.
* [[Guido Resta]], Un poeta in esilio: H. Nazariantz, in ''[[Augustea]]. Politica - Economia - Arte'', Anno III - N. 15, 15 agosto 1927.
* [[Domenico Tarantini]], Compie trentatré anni la repubblica del vecchio poeta, in ''[[Settimo Giorno]]'', 1958.
* [[Giuseppe Lucatuorto]], Un poeta cosmico: Hrand Nazariantz, in ''[[Il Corriere del giorno]]'', Bari 16 febbraio 1962.
* [[Pasquale Sorrenti]], ''Hrand Nazariantz. Uomo, poeta, patriota'', [[Bari]], Levante, 1978.
* Mara Filippozzi, ''Hrand Nazariantz. Poeta armeno esule in [[Puglia]]'', [[Galatina]], Congedo, 1987.
* a cura di Domenico Cofano, ''Hrand Nazariantz fra Oriente e Occidente: Atti del Convegno internazionale di studi (Conversano, 28-29 novembre 1987)'', [[Fasano]], Schena, 1987.
* Domenico Cofano, ''Il crocevia occulto. [[Lucini]], Nazariantz e la cultura del primo Novecento'', Fasano, Schena, 1990.
* [[Krikor Beledian]] (Գրիգոր Պըլտեան), ''Haigagan bakahabashdutiun yev Hrand Nazariantz'', (trad. Il futurismo armeno e Hrand Nazariantz), in ''Bazmavep, Revue d'etudes armeniennes'', Venezia, San Lazzaro, 1990, vol.3-4, (in armeno).
* Rosalia Chiarappa, ''L'emigrazione armena dopo Kemal Ataturk: il caso Nazariantz'', [[Milano]], Università degli studi di Milano, 1991/92
* [[Gabriella Uluhogian]], ''Hrand Nazariantz e [[Antonio Leopoldo Basso]]: pagine inedite di un'amicizia'', in ''Armenian History Materials in the Archives of Central Europe'', [[Erevan]], Sargis Xacenc, 2001, pp.&nbsp;116–136.
* Yervant Ter Khachatrian, [https://centrostudihrandnazariantz.blogspot.it/2013/11/3.html''Hrand Nazariantz Luyisavor Panasdeghz'', (trad. ''Hrand Nazariantz è un poeta luminoso'')], in ''Azg Daily cultural online'', 29/04/2006 poi in centrostudihrandnazariantz.blogspot.it
* Paolo Lopane, Hrand Nazariantz, troviero d'Armenia, in ''Vie della Tradizione'', Anno XXXVII, N. 147 (settembre-dicembre 2007)
* Vartan Matiossian, Letters of Hrand Nazariantz to Yenovk Armen, ''Bazmavep, Revue d'etudes armeniennes'', Venezia, 2007, vol. 165, pp.&nbsp;323–380
* [[Krikor Beledian]] (Գրիգոր Պըլտեան), ''Haykakan Futurizm - Armenian Futurism'', [[Erevan]], Printinfo, 2009
* Magda Vigilante, Carteggio Hrand Nazariantz - Liliana Scalero. Storia di un'amicizia fraterna nel comune amore per la poesia e la cultura, in ''Aktamar'' Anno 4, Numero 69, 01 marzo 2009.
* [[Carlo Coppola]], Hrand Nazariantz, la storia di un uomo unico vissuto nel Sud, in ''LSD Magazine'', Bari 10 marzo 2011.
* AA. VV, ''Hrand Nazariantz, Fedele d'Amore'', saggi di [[Cosma Cafueri]], Rosalia Chiarappa, Dorella Cianci, [[Carlo Coppola]], Paolo Lopane, introduzione di [[Lévon Boghos Zékiyan]], Bari, FaLvision, 2012, ISBN 978-88-96931-19-6.
* Francesco Medici, [http://incrocionline.wordpress.com/2012/08/23/2-speciale-hrand-nazariantz-2/#more-743 recensione a: ''Hrand Nazariantz, Fedele d'Amore''], ''incroci'', n. 25, gennaio-giugno 2012, pp.&nbsp;133–134.
* Dorella Cianci, [http://incrocionline.files.wordpress.com/2012/07/cianci-su-nazariantz.pdf ''Nazariantz, poeta d'incrocio''], in ''Incroci'', n. 25, gennaio-giugno 2012.
* [[Radio Vaticana]] (in lingua armena) , [http://www.alikonline.ir/news/culture/item/123-հայազգի-նշանաւոր-դէմքերէն-հայ-մեծ-բանաստեղծ,-գրող-ու-հասարակական-գործիչ-հրանդ-նազարեանց ''Հայազգի նշանաւոր դէմքերէն - Հայ մեծ բանաստեղծ, գրող ու հասարակական գործիչ Հրանդ Նազարեանց''], 15 agosto 2013.
* Vito Antonio Leuzzi e Carlo Coppola, ''Profughi armeni a Bari tra istituzioni filantropiche e Chiesa cattolica nella crisi degli anni Trenta'', in ''Questione armena e Cultura europea'', [[Foggia]], Claudio Grenzi editore, 2013, ISBN 978-88-8431-551-9.
* [[Domenico Vittorio Ripa Montesano]], ''[http://notiziariomassonicoitaliano.blogspot.it/2013/09/in-memoria-del-fratello-hrand-nazariantz.html In memoria del Fratello Hrand Nazariantz]'', notiziariomassonicoitaliano.blogspot.it, 21 settembre 2013,
* Domenico Cofano,''Il poeta Hrand Nazariantz'' in ''Questione armena e Cultura europea'', [[Foggia]], Claudio Grenzi editore, 2013, ISBN 978-88-8431-551-9.
* Emilia Askhen De Tommasi, ''Nor Arax: storia del villaggio Armeno di Bari'', [[Bari]], LB edizioni, 2017, ISBN 978-88-9483-106-1.
 
==Collegamenti esterni==
Si definì anche la gerarchia militare, oltre al "generalissimo" c'era: un comandante in seconda, i generali, i comandanti di divisione, i sottocapi di divisione e i maggiori generali; oltre a questi vengono assegnati altri ruoli specifici a cui non corrispondeva un grado militare: c'era un governatore dei paesi conquistati, un tesoriere, uno che si occupava delle comunicazioni con la popolazione, uno che coordinava gli attacchi, uno che si occupava degli approvvigionamenti, un comandante di cavalleria, artiglieria pesante e di artiglieria leggera (che essendo piccole unità non era necessario affidarle ad un generale), etc. <br/>
===Archivi===
Si organizzarono anche dal punto di vista sanitario, portando in battaglia dei medici per curare i feriti sul posto, mentre i più gravi venivano portati a [[Saint-Laurent-sur-Sèvre]] per essere curati in un ospedale che faceva parte di un convento dove venivano portati sia i feriti vandeani che quelli repubblicani.
* ANIMI, ''{{collegamento interrotto|1=[http://www.animi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=154:problema-armeno&catid=40:senza-sezione Galleria Fotografica A.N.I.M.I. sezione "Nor Arax"] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}''
* "Centro Studi Hrand Nazariantz", ''[http://centrostudihrandnazariantz.blogspot.it/ Centro Studi Hrand Nazariantz ]'',
* Centro Ricerche di Storia e Arte - Conversano, ''[http://centroricerche.com/archivi.php L'Archivio Nazariantz]''
 
===Saggi===
L'armata "popolare" trovava un sostegno, tanto a livello logistico che militare, famosi erano ad esempio i "mulini della Vandea" la cui posizione delle pale serviva a prevenire i movimenti delle truppe repubblicane: se le pale erano a forma di [[Decusse|croce decussata]] significava "tutto tranquillo"; se le pale erano perpendicolari all'asse del mulino, significava "prepararsi a combattere"; se una pala si trovava sul lato sinistro della porta, significava "pericolo imminente"; se era sul lato destro, significava "scampato pericolo". L'esercito repubblicano dopo diverso tempo riuscì a scoprire questo "codice" e da allora qualunque mulino a vento o ad acqua venisse avvistato, doveva essere distrutto. <br>
* Paolo Lopane, Hrand Nazariantz, troviero d'Armenia, in "Vie della Tradizione", Anno XXXVII, N. 147 (settembre-dicembre 2007)
La strategia dei combattimenti era basata prevalentemente su schermaglie che su combattimenti in campo aperto, questo tipo di tattica era molto vantaggiosa per via del cosiddetto [[Bocage]], che è una zona ricca di piccoli boschi, terreni coltivati, paludi e altre barriere naturali, era quindi un particolare terreno accidentato che facilitava le imboscate ed impediva i movimenti delle grandi unità dell'esercito repubblicano, ma non per questo mancarono gli scontri su campo aperto.
* Մելանիա Բադալեան, ''Ի [http://www.azg.am/AM/mail_edit/2012012815 ՏԱԼԱՑԻՆԵՐԻ ՀԱՐԳԱՆՔԻ ՏՈՒՐՔԸՙ ՀՐԱՆՏ ՆԱԶԱՐՅԱՆՑԻՆ]'', ''azg.am'', 28/10/2012
* Carlo Coppola, ''[http://www.lsdmagazine.com/hrand-nazariantz-la-storia-di-un-uomo-unico-vissuto-nel-sud/6899/ Hrand Nazariantz, la storia di un uomo unico vissuto nel Sud]'', lsdmagazine.it
* Huri Khachatryan, [https://centrostudihrandnazariantz.blogspot.it/2013/11/3.html''Hrand Nazariantz Luyisavor Panasdeghz'', (trad. ''Hrand Nazariantz è un poeta luminoso'')], in ''Azg Daily cultural online'', 29/04/2006 poi in centrostudihrandnazariantz.blogspot.it, azg.am
* (traduction) Georges Festa, [http://www.armenews.com/article.php3?id_article=52688 Nazariantz, un poète arménien à Bari], armenews.com
* Vito Ricci, ''[https://web.archive.org/web/20120323065731/http://www.modugno.it/archivio/2007/01/005627send.php Il legame millenario tra la Puglia e gli Armeni]'', modugno.it
* Vito Ricci, ''[https://web.archive.org/web/20071107055550/http://www.comunitaarmena.it/comunicati/nazariantz%20poeta%20armeno%20di%20bari.html Nazariantz, un poeta armeno a Bari]'', in comunitaarmena.it
* Domenico Vittorio Ripa Montesano, ''[http://notiziariomassonicoitaliano.blogspot.it/2013/09/in-memoria-del-fratello-hrand-nazariantz.html In memoria del Fratello Hrand Nazariantz]'', notiziariomassonicoitaliano.blogspot.it
* Magda Vigilante, ''[http://www.filidaquilone.it/num009vigilante.html Il poeta Hrand Nazariantz e il Villaggio Armeno di Nox Arax]'', filidaquilone.it.
* Magda Vigilante, ''[https://web.archive.org/web/20121005054644/http://www.comunitaarmena.it/akhtamarIV.html Carteggio Hrand Nazariantz - Liliana Scalero. Storia di un'amicizia fraterna nel comune amore per la poesia e la cultura]'', comunitaarmena.it
 
===Video===
===Battaglie dell'Esercito cattolico e reale===
* Valerio Droga, ''[https://www.youtube.com/watch?v=2mv3FKU6KI8&feature=player_embedded Nor Arax e Il ritorno della Memoria]'' in ''Nor Arax, enclave armena in territorio italiano'', Università degli Studi di Palermo, A.A. 2006-2007
[[Immagine:Henri-de-la-rochejacquelein-1.jpg|thumb|left|[[Henri du Vergier de La Rochejaquelein]]]]
* Delta TV, Carlo Coppola parla di Hrand Nazariantz, ''[http://www.youtube.com/watch?v=5gKb1DWkneY parte prima]'', ''[http://www.youtube.com/watch?v=40pF-UG-2W0 parte 2]'', 15/03/2011,
Il [[3 maggio]], i vandeani guidati da Bonchamps e La Rochejaquelein presero [[Bressuire]] e il giorno dopo anche [[Thouars]].<br/>
* Convegno, ''Hrand Nazariantz: Le Tracce e il Volto'', [http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=AhUsZKgpIQY intervento biografico di Carlo Coppola], Conversano (Ba), Chiesa di San Giuseppe, 05/12/2011
Nei giorni successivi l'armata vandeana cercherà di conquistare la capitale della Vandea, [[Fontenay-le-Comte]]: il [[16 maggio]] faranno un primo tentativo ma l'esercito del centro, guidato da La Rochejaquelein, Lescure, d'Elbée, Cathelineau, Stofflet e Bonchamps, venne respinto nonostante la superiorità numerica e perdendo gran parte dei cannoni; torneranno all'attacco il [[25 maggio]] e riusciranno a sconfiggere i 7.000 uomini del generale [[Alexis Chalbos]], la metà dei quali venne fatta prigioniera mentre i restanti si diedero alla fuga.
* a cura di [[Enzo del Vecchio]], [http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-10d3a86f-2233-4384-8a28-410e8fc37a48.html#p= Servizio Giornalistico "Il poeta Armeno"], 12/02/2012.
* a cura di [[Enzo del Vecchio]], [http://www.fvg.tv/WebTV/dettaglio?video.id=713&video.lingua.id=IT Servizio Giornalistico "Il poeta Armeno"], ESTOVEST - Puntata del 4 marzo 2012]
* Presentazione del volume "Un legame tra Nardò e l'Armenia" - intervento di Rosalia Chiarappa, [http://www.youtube.com/watch?v=2VGK_KdwiVs&noredirect=1 parte prima], [http://www.youtube.com/watch?v=UTXV1aRXCls&noredirect=1 parte seconda], Nardò (Le) 20/02/2012.
* Delta TV, ''[http://www.youtube.com/watch?v=Zr4GOmk7dgU Carlo Coppola parla di Hrand Nazariantz e Carmelo Bene]'', 10/03/2012,
* Presentazione del volume [http://www.youtube.com/watch?v=3H_KPqGnmGA Il Genocidio Armeno nella storia e nella memoria di Maria Immacolata Macioti], Lecce (Officine culturali ERGOT) 22/03/2012.
* Presentazione del volume [http://www.youtube.com/watch?v=68DPJ6CFzCk&feature=relmfu Hrand Nazariantz, Fedele d'Amore], Bari (Libreria Laterza) 15/04/2012.
* Presentazione del volume [http://www.youtube.com/watch?v=9aDMf454NeU&feature=relmfu Hrand Nazariantz, Fedele d'Amore], Bari (Sala Consiliare del Comune) 20/02/2012.
* Inaugurazione della mostra ''[http://www.youtube.com/watch?v=3-kIoorJITQ Hrand Nazariantz: L'Oriente, le tracce, il volto ]'' , Acquaviva delle Fonti, 03/09/2012
 
==Altri progetti==
La settimana seguente, i capi dell'esercito del centro e del [[Mauges]] decisero di attaccare [[Saumur]]; un distaccamento di 1.500 repubblicani venne sconfitto a [[Vihiers]] il [[6 giugno]]; l'[[8 giugno]], rinforzi repubblicani diretti a Thouars vennero dispersi a [[Montreuil-Bellay]]; e infine il [[10 giugno]], occuparono Saumur con circa 15.000 fanti e più di 60 cannoni.
 
{{vedi anche|Battaglia di Nantes}}
[[Immagine:Charette-1.jpg|thumb|right|[[François Athanase Charette de La Contrie]]]]
Due giorni prima, il [[10 giugno]], Charette, che finì per imporsi sulle altre bande nel "Marais Breton", dopo numerosi fallimenti in aprile, occupò Machecoul, difesa da 1.300 uomini, alla testa di circa 15.000 uomini; i repubblicani lasciarono sul campo di battaglia 200 morti e una decina di cannoni. Questo successo gli aprì la strada per Nantes.
 
Nel frattempo, l'esercito di Lescure partì da Saumur e il [[18 giugno]] prese [[Angers]], abbandonata dai 5.000 uomini della guarnigione che la presidiavano e alla fine della battaglia vi fa celebrare una [[Messa]]. Charette allora gli scrive per proporgli di unirsi a lui per attaccare Nantes, ma senza neanche aspettare la risposta, avanza verso la città con 20.000 uomini.
 
A Nantes, nonostante la divisione tra il popolo ([[montagnardi]]) e la borghesia ([[girondini]]), gli abitanti si rifiutarono di evacuare la città come gli aveva ordinato Charette prima dello scontro; ma anzi organizzarono una sorta di resistenza che raccolse tutti i cannoni e tutte le barche disponibili (Nantes è attraversata dal fiume [[Erdre]] e dal [[Sèvre Nantaise]]) per un eventuale fuga.
 
La città era difesa dagli uomini del generale [[Jean Baptiste Camille Canclaux|Canclaux]], capo dell'esercito delle coste di [[Brest]], che riunì 3.000 uomini tra fanti e cavalieri, ai quali si aggiunsero 2.000 volontari, 5.000 guardie nazionali e 2.000 operai usati per la riparazione delle armi, per un totale di 12.000 uomini contro i 15.000 di Charette che stazionava sulla riva sinistra della Loira e i 18.000 di Lescure sulla riva destra che poi non arrivarono.
 
Nonostante la netta superiorità numerica, la battaglia scoppiata il [[28 giugno|28]] e il [[29 giugno]] fu la prima importante sconfitta dell'armata vandeana: a Nantes infatti stavano arrivando i rinforzi per l'esercito repubblicano, ma prima di arrivare in città vennero tutti intercettati dalle truppe di Bonchamps, d'Elbée e Cathelineau, che a sua volta stavano andando in soccorso di Charette e nonostante tutte le colonne repubblicane vennero completamente sconfitte o mandate in rotta, i capi vandeani arrivarono in momenti diversi e a causa di questa perdita di tempo, l'esercito di Canclaux riuscì a far ritirare Charette dalla città; inoltre a decidere le sorti della battaglia influì anche la morte di Cathelineau, venne infatti raggiunto da un proiettile vagante e questo portò scompiglio tra l'esercito vandeano che abbandonò rapidamente la città. Venne eletto come nuovo generalissimo [[Maurice-Louis-Joseph Gigot d'Elbée|d'Elbée]].
 
Negli stessi giorni, [[Armand Louis de Gontaut-Biron|Biron]], generale dell'esercito delle coste de [[La Rochelle]], ordinò a [[François Joseph Westermann|Westermann]] di condurre una spedizione nel cuore della "Vandea Militare": alla testa di 2.500 uomini, riconquista [[Parthenay]] e [[Mauléon|Châtillon-sur-Sévre]] il [[2 luglio]], i 10.000 vandeani incaricati della sua difesa nel tentativo di evitare lo scontro, rilasciarono 2.000 prigionieri repubblicani, ma vennero ugualmente attaccati: la città fu quindi saccheggiata e i repubblicani poterono impossessarsi degli archivi dei vandeani. Il giorno dopo, 25.000 contadini si riunirono nei dintorni della città e sorpresero Westermann ancora all'interno di Châtillon-sur-Sévre, alla fine dello scontro il generale repubblicano riuscì a scappare con soltanto 500 uomini, lasciando sul campo 3.000 uomini tra morti e feriti, tutti i suoi cannoni e qualche centinaio di prigionieri. Tuttavia quest'attacco mal condotto impedì ai vandeani di tentare un secondo attacco contro Nantes, così decisero di ritirarsi e riattraversarono in massa la riva sinistra della Loira per proteggere i loro territori, riconquistando tutte le città occupate da Westermann.
 
{{vedi anche|Battaglia di Luçon}}
In seguito alla sconfitta di Nantes, i vandeani si ritirarono a [[Luçon]] sede della [[diocesi]] della Vandea e importante centro di approvvigionamento dei repubblicani. Il [[10 agosto]], fecero un primo tentativo con d'Elbée, ma fallirono; Charette allora arrivò in supporto ma il [[14 agosto]] vennero attaccati dal generale [[Auguste Tuncq|Tuncq]] nel luogo in cui sarebbe doveva avvenire l'incontro tra i due capi vandeani, a [[Sainte-Hermine]] poco lontano da Luçon.
 
{{vedi anche|Battaglia di Cholet}}
[[Immagine:BonchampsParDavidDAngers.jpg|thumb|right|270px|Il perdono di Bonchamps]]
La sconfitta dei vandeani tardava ad arrivare, così la [[Convenzione Nazionale|Convenzione]] reagisce inviando truppe fresche, i Mayençais (dal nome della guarnigione di [[Mayenne]], il reggimento che era stato sconfitto nell'[[Assedio di Magonza (1793)|assedio di Mayenne]]), comandato da [[Jean-Baptiste Kléber]]. Arrivati a [[Nantes]] tra il [[6 settembre|6]] e l'[[8 settembre]], passarono sotto il comando di Canclaux, capo dell'esercito dell'Ovest fino al [[1 ottobre]] [[1793]].
 
Charette venne quindi cacciato della "Marais Breton" dagli uomini di Kléber, ma in compenso, la sconfitta di altre colonne rimette in discussione i piani dei repubblicani e i vandeani costrinsero Canclaux, che si trovava a [[Cholet]], a ritirarsi a [[Clisson]]. Il [[18 settembre]], i 2.000 Mayençais di Kléber si scontrarono con 20.000 vandeani, che li costrinsero a ritirarsi verso Clisson per ricongiungersi con l'esercito di Canclaux.<br/>
 
Dinanzi al fallimento del suo piano, Canclaux forma due colonne repubblicane, una che parte da [[Nantes]] e un'altra da [[Niort]], per ricongiungersi a [[Cholet]]. Occupando la città con i suoi 10.000 uomini, Kléber fa fronte a 40.000 vandeani in occasione della [[Battaglia di Cholet]], il [[17 ottobre]]. Dopo diversi attacchi in corpo a corpo, i vandeani si ritirano. Sul campo rimarranno migliaia di morti e Bonchamps e d'Elbée sono gravemente feriti. Bonchamps morirà il giorno dopo mentre attraversava la [[Loira (fiume)|Loira]] per tornare a [[Saint-Florent-le-Vieil]], poco prima di morire darà la grazia a 5000 prigionieri repubblicani che stavano per essere giustiziati in seguito alla sconfitta di Cholet.
 
====La "''Virée de Galerne''"====
{{vedi anche|Virée de Galerne}}
[[Immagine:Virée de Galerne.png|thumb|450px|right|Percorso dei vandeani durante le Virée de Galerne]]
Dinanzi ai successi dei contro-rivoluzionari, [[Armand Louis de Gontaut-Biron|Biron]] è sollevato dal suo incarico e i generali nobili ([[Jean Baptiste Camille Canclaux|Canclaux]], [[Emmanuel de Grouchy|Grouchy]], [[Jean-Baptiste Annibal Aubert du Bayet|Aubert-Dubayet]]) furono sostituiti, su iniziativa del ministro della guerra [[Jean-Baptiste Bouchotte|Bouchotte]], da i [[sanculotti]] [[Alexandre Dumas (generale)|Alexandre Dumas]], [[Jean Antoine Rossignol|Rossignol]], [[Charles Philippe Ronsin|Ronsin]], [[Jean Léchelle|Léchelle]], tutti ex militari, ma anche da personaggi insoliti dall'attore di teatro francese Grammont o il produttore di birra Santerre. Alcuni si riveleranno mediocri generali alla testa di un esercito "composito, mal equipaggiato, che spesso si dava a saccheggi e per questo era odiato dalla popolazione".
 
Il generale [[Alexandre Dumas (generale)|Alexandre Dumas]], comandante in capo dell'esercito dell'Ovest, arrivò a Nantes in settembre, subito ispezionò le truppe ed analizzò la situazione. L'8 ottobre, dopo avere stabilito quanti fossero adatti al combattimento (47.887 uomini di cui 29.814 validi), denunciò in un rapporto al [[Comitato di salute pubblica]] le condizioni della guerra civile e chiese di essere sollevato dal suo incarico:
 
«''Il male è soprattutto nello spirito d'indisciplinatezza e di delinquenza che regna nell'esercito, spirito prodotto con la pratica e nutrito dall'impunità. Questo spirito è portato a tal punto, che oso denunciarvi l'impossibilità di reprimerlo, a meno che non invio gli uomini che sono qui ad altri eserciti e li sostituisco con truppe piegate alla subordinazione'' [...] ''vi basterà apprendere che capi sono stati minacciati di essere fucilati dai loro stessi soldati per avere ordinato, su mio ordine, di impedire i saccheggi'' [...]. ''La Vandea è stata trattata come una città presa d'attacco. Tutto là, è stato distrutto, saccheggiato e bruciato. I soldati non comprendono perché oggi non possono continuare oggi a fare ciò che facevano ieri [...] il mezzo per richiamare nelle file i soldati, l'amore della giustizia e per le buone usanze'' [...] ''e le virtù militari sono più necessarie nelle guerre civili che in altre'' [...]'' mi sarei spiegato male se da questo mio rapporto emergesse che la Vandea è ancora pericolosa per la repubblica e che minaccia la sua libertà ''[...]'' io credo anche che la guerra può essere subito terminata''».<ref>Anonimo ufficiale superiore dell'esercito repubblicano, ''Guerres des Vendéens et des Chouans contre la République française'', Baudouin Frères Libraires-Éditeurs, tomo IV, 1825, pag. 144</ref>
 
E nelle sue memorie aggiunse:
 
«''I vandeani ormai non hanno più bisogno del pretesto della religione e della sovranità per prendere le armi; erano costretti a difendere le loro case, le loro mogli che venivano violentate, e i loro bambini che venivano passati sul filo della spada'' [...] ''io ho voluto disciplinare l'esercito, e mettere all'ordine del giorno la giustizia e l'umanità. Gli scellerati, la cui potenza è finita con l'anarchia, lo denunciarono: mi diffamarono quando ho chiesto di fermare questo spargimento di sangue, e mi hanno accusato di essere privo di forza''».<ref>Jean Baptiste Pierre Courcelles, [http://books.google.it/books?id=UH5TXjv6lYcC&pg=PP11&dq=Dictionnaire+historique+et+biographique+des+g%C3%A9n%C3%A9raux+fran%C3%A7ais+tome+neuvi%C3%A8me&as_brr=1#PPA502,M1 Dictionnaire historique et biographique des généraux français, tomo IX, 1832, pag 502]</ref>
 
Le critiche del Dumas saranno accolte dal Comitato di salute pubblica, che gli inviò in rinforzo 15.000 uomini dell'esercito delle coste di [[Brest]] e 6.000 uomini dell'esercito delle coste di [[Cherbourg]], sotto il comando del generale [[Lazare Hoche|Hoche]]. Queste truppe si unirono con l'esercito della [[Mayenne]], che in futuro si farà notare per la sua disciplina e il suo coraggio. Gli inviarono anche il commissario [[Jean-Baptiste Carrier]], per completare il ristabilimento dell'ordine.
 
[[Immagine:Traversée de la Loire Vendée.jpg|thumb|left|Lescure ferito, attraversa la Loira|350px]]
 
I vandeani decisero allora di attraversare la Loira per rilanciare la sommossa in [[Bretagna]] e nel [[Maine-et-Loire]], in cui sono ancora in corso le "[[Chouannerie]]", ed aiutare i rinforzi britannici a scaricare sulle coste della Manica. In una notte, il [[18 ottobre]], [[Henri La Rochejaquelein|La Rochejaquelein]], eletto nuovo generalissimo, fa attraversare la Loira a tutte le sue truppe, 20.000-30.000 soldati accompagnati da 60.000-100.000 civili. È l'inizio della "Virée de Galerne".
 
Nella strada per [[Granville]], i vandeani si diressero verso [[Laval]], mantenendosi lontani dalle guarnigioni locali e dagli uomini della guardia nazionale frettolosamente riuniti dalle autorità.
{{vedi anche|Battaglia di Entrammes}}
Senza attendere i rinforzi, Westermann ordinò di attaccare i vandeani in fuga, scoppiò quindi la [[Battaglia di Entrammes]], a sud di Laval, il [[26 ottobre]]. Ma sarà un disastro: fece caricare la sua cavalleria contro i vandeani per due volte: al primo attacco verranno respinti, al secondo andranno in rotta, causando il panico tra i 30.000 uomini messi a riposo da Kléber a [[Château-Gontier]]; i vandeani continuarono l'attacco ai repubblicani in rotta fino al giorno successivo e prenderanno all'esercito sconfitto 19 cannoni, degli approvvigionamenti e delle munizioni.
 
====Ritorno in Vandea====
{{Vedi anche|Battaglia di Fougères}}
I repubblicani sottovalutarono il loro avversario che nonostante debole e in fuga, riesce a prendere [[Fougères]] il [[3 novembre]]; le notizie di queste vittorie spettacolari si diffusero rapidamente e si aggiunsero centinaia di volontari da [[Ille-et-Vilaine]] e da [[Morbihan]], inoltre nella città erano presenti diverse centinaia di prigionieri vandeani condannati a morte che si unirono all'esercito di La Rochejaquelein. Il giorno successivo, il [[4 novembre]], a [[La Pellerine]] a un pochi chilometri da Fougères, morì [[Louis Marie de Lescure|Lescure]] in seguito alle ferite riportate nella [[battaglia di Cholet]], è morto nella carrozza che seguiva l'esercito di La Rochejaquelein dalla [[Virée de Galerne]] per arrivare in una città che gli fornisse adeguate cure mediche. Tuttavia nella seconda metà di novembre, i repubblicani tornarono con un esercito più grande del precedente e costrinsero i vandeani ad una rapida ritirata. Nei giorni seguenti l'esercito arrivato a Fougères, perquisì tutte le case della città massacrando tutti quelli che non riuscirono a fuggire il giorno della battaglia, non venne risparmiato neanche l'ospedale della città e i malati che conteneva, molti dei quali non erano vandeani. Per il comportamento delle truppe repubblicane, Fougères non venne incendiata: un decreto della Convenzione prevedeva infatti che le città che cadevano nelle mani dei vandeani quasi senza combattere o in seguito ad una ritirata volontaria (come era accaduto il 3 novembre quando la città venne occupata dai vandeani) dovevano essere incendiate, ma i danni causati dall'esercito repubblicano erano tali che Fougères aveva già ottenuto la sua "punizione".
{{Vedi anche|Assedio di Granville}}
[[Immagine:Incendie Granville 1793.JPG|thumb|right|L'incendio di Granville|350px]]
Il [[9 novembre]] l'esercito di La Rochejaquelein, che in quei giorni aveva ricevuto 6.000 volontari si diresse verso [[Granville]], con l'intento di occuparla per poter utilizzare il suo porto e permettere lo sbarco delle navi britanniche corse in loro aiuto; ma al loro arrivo non trovarono navi inglesi, solo durante la battaglia si seppe che si trovavano ancora a [[Jersey]]. In realtà il piano originale prevedeva di attaccare [[Saint-Malo]] che però era meglio difesa di Granville per questo si preferì attaccare quest'ultima, ma senza pezzi d'assedio non riuscirono a condurre un attacco efficace, venuti a sapere dell'imminente sbarco degli inglesi si tentò di prolungare la battaglia il più possibile, ma i repubblicani incendiarono la città e costrinsero i vandeani alla ritirata.
{{vedi anche|Battaglia di Dol}}
L'esercito di La Rochejaquelein, ormai distrutto psicologicamente e con sempre meno uomini, riuscì comunque a sconfiggere i 20.000 uomini di [[Jean Antoine Rossignol|Rossignol]] ad [[Dol-de-Bretagne]] e i 4.000 uomini e 10 cannoni del generale [[Tribout]], il [[21 novembre]].
{{vedi anche|Assedio di Angers}}
Quindi si diressero verso [[Angers]], prendere questa città gli avrebbe permesso di attraversare più velocemente la Loira e di tornare il prima possibile in Vandea. Il [[3 novembre]] i vandeani si lanciarono all'attacco, assediando la città per due giorni, il giorno seguente però, vennero attaccati alle spalle da due colonne repubblicane che giunsero in aiuto della città comandate da [[Bouin de Marigny]] (cugino del capo vandeano [[Bernard de Marigny]]) e i vandeani in preda al panico fuggirono.
{{vedi anche|Battaglia di Le Mans}}
[[Immagine:BatailleduMans1793.jpg|thumb|left|Battaglia di Le Mans|350px]]
I vandeani in rotta da Angers, cercarono di prendere [[Le Mans]] per ottennere gli approvvigionamenti dei repubblicani per poi ritornare su [[Blois]]. Il [[10 dicembre]] entrarono nella città con 30.000-40.000 uomini e si barricarono al suo interno per riposarsi, ma sapevano che la pausa non sarebbe stata molto lunga. Il [[13 dicembre]], si presenterà un grande esercito repubblicano comandato da [[François Joseph Westermann]], che accerchierà la città e dopo un iniziale resistenza entrarono in città massacrando tutti i vandeani presenti, compresi i feriti, le donne e i bambini.
 
I vandeani superstiti si diressero verso [[Laval]], che attraversavano per la terza volta, e finalmente arrivarono sulla riva della Loira, ma non tutti riuscirono ad attraversarla a causa dell'assenza di imbarcazioni, inoltre i repubblicani erano molto vicini e bloccarono il passaggio a Nord, così solo in 4.000 riuscirono ad attraversare il fiume, compreso [[Henri de La Rochejaquelein|La Rochejaquelein]] e [[Jean Nicolas Stofflet|Stofflet]]; il resto dell'esercito dovette dirigersi più a sud verso [[Savenay]], per tentare di trovare un altro passaggio.
 
{{vedi anche|Battaglia di Savenay}}
 
I vandeani comandati da [[Jacques Nicolas Fleuriot de La Fleuriais|Fleuriot]], [[François de Lyrot|Lyrot]] e [[Bernard de Marigny|Marigny]], comandante di artiglieria, entrarono a [[Savenay]] il [[22 dicembre]], quasi senza combattere, quindi fecero evacuare la popolazione della città e si barricarono in attesa dello scontro con l'esercito repubblicano che li aveva quasi raggiunti. La battaglia scoppiò il giorno successivo: nonostante l'inferiorità numerica i vandeani furono i primi ad attaccare, cosa che prese di sorpresa i repubblicani e per questo subirono molte perdite, questi però ripresero rapidamente il controllo della situazione e con poca difficoltà costrinsero i vandeani alla ritirata. Inutile fu l'arrivo di [[Georges Cadoudal]], che però aiutò i comandanti vandeani ad organizzare la ritirata: sapendo che la gran parte di loro erano donne e bambini cercarono di ritirarsi lentamente per coprire la loro fuga e con i pochi cannoni rimasti rallentarono il più possibile i repubblicani che li inseguivano, durante la ritirata Lyrot verrà ucciso. Nonostante si fece il possibile per mettere in salvo quanti più civili potevano, dei circa 12.000 vandeani presenti prima della battaglia, solo 2.500 riuscirono a scappare. <br/>
Negli otto giorni successivi alla battaglia verrano perquisite tutte le case della città e vennero pattugliati i boschi e i villaggi vicini, tutti i vandeani che venivano catturati vennero portati in una chiesa, in attesa di venire fucilati: oltre ai 4.000-6.000 morti sul campo, altri 4.000 vennero giustiziati.
 
===La repressione dell'insurrezione===
In seguito alla prima sconfitta dei vandeani nella [[Battaglia di Nantes]], nell'agosto del 1793 la Convenzione decise di porre fine definitivamente all'insurrezione vandeana, nei mesi seguenti verranno emanate diverse leggi che indicavano i metodi da utilizzare per sconfiggere i vandeani: l'[[1 agosto]] [[1793]] decretò una legge che prevedeva di dare fuoco a tutti i boschi della Vandea nei quali si nascondevano i vandeani e di requisire ogni loro bene; l'[[1 ottobre]] [[1793]] ordinò lo sterminio fisico di tutti gli abitanti dei territori insorti, principalmente donne e bambini, le prime in quanto "solchi riproduttori di mostri" e i secondi in quanto "futuri briganti"<ref>[http://www.genocide-vendeen.com/file/docgeno/decret.pdf Documento PDF contenente un estratto del decreto del 1 ottobre 1793]</ref> (definizioni di Carrier usate in alcune lettere private), come unica soluzione per porre fine all'insurrezione e in un articolo de "[[Le Moniteur]]", [[Bertrand Barère de Vieuzac|Barère]], membro del [[Comitato di salute pubblica]], scrisse:<br/>
«''Distruggete la Vandea! Valenciennes e Condé non sono più in potere dell'austriaco; l'inglese non si occuperà più di Dunkerque, Il Reno sarà liberato dai prussiani; la Spagna si vedrà frazionata, conquistata dai meridionali'' [...]. ''Distruggete la Vandea e Lione non resisterà più, Tolone insorgerà contro gli spagnoli e gli inglesi, e lo spirito di Marsiglia si ergerà alle altezze della rivoluzione repubblicana'' [...]. ''La Vandea e ancora la Vandea, ecco il tizzone politico che divora il cuore della Repubblica Francese; là bisogna colpire'' [...]. ''Bisogna devastare fino a quando possono sopportare'' [...]».<ref>Da un articolo del "[[Le Moniteur]]" del 7 ottobre 1793</ref>
 
Infine il [[7 novembre]] [[1793]] decretò di cambiare nome al dipartimento della Vandea, sostituendo "Vendée" con "Vengé", in italiano "vendicare", con questo termine volevano indicare il fatto che la Vandea non essendo più repubblicana, perché conquistata dai "banditi", una volta sconfitti, i repubblicani "vendicarono" il dipartimento.
 
==== Le "Noyades" ====
[[Immagine:Jean-Baptiste Carrier.jpg|thumb|Il commissario [[Jean Baptiste Carrier]]|160px|left]]
Il [[14 agosto]] [[1793]], la Convenzione ordinò quindi a [[Jean Baptiste Carrier]], di andare a [[Nantes]] e formare un [[Tribunale rivoluzionario]] per giudicare i prigionieri vandeani e tutti quelli che si opponevano alla repubblica. Arrivato a Nantes in autunno, Carrier trovò la città particolarmente provata dalla guerra e per questo non riuscì a trovare molti uomini per creare il suo tribunale, ne reclutò solo una cinquantina circa che pagava 10 [[livre]] all'ora, formando la "Compagnia Marat" (in francese "''Compagnie Marat''"), di cui facevano parte [[sanculotti]] e altri emigrati reclutati nel porto di Nantes. Nell'ottobre del 1793 vennero portati nelle carceri di Nantes circa 10.000 vandeani e altrettanti arrivarono dopo la [[Battaglia di Savenay]] a dicembre, il numero elevato di prigionieri portò al sovraffollamento delle carceri che non potevano più contenere un numero così alto di detenuti, inoltre le scarse condizioni igieniche in cui venivano tenuti i prigionieri fecero scoppiare epidemie come il [[tifo]], che uccisero migliaia di detenuti e misero a rischio tutta la città.
[[Immagine:Noyades.jpg|thumb|right|Una [[Noyades]]|280px]]
Tra il novembre e il dicembre 1793, vennero ghigliottinate 144 persone con l'accusa di essere complici dei vandeani e vennero fucilati 2.600 vandeani (con una media di 200 fucilazioni al giorno); nonostante tutto le fucilazioni non bastavano e il pericolo di un epidemia si faceva sempre più alto, Carrier pensò, allora, di trovare un metodo più rapido per giustiziare in massa i condannati, così creo le cosiddette "''[[Noyades]]''" (in italiano "annegamenti"): i condannati venivano legati per le mani e per i piedi e fatti salire su delle barche, che si posizionavano al centro della [[Loira (fiume)|Loira]], a quel punto gli uomini della Compagnia Marat procuravano delle falle sotto la linea di galleggiamento, in questo modo la barca affondava e si portava con sè i condannati; quelli che riuscivano a galleggiare, o che riuscivano a liberarsi, venivano uccisi con delle lance. <br/>
Un testimonde del processo di Carrier, Guillaume-François Laennec (figlio di [[René Laennec]]) afferma: <br/>
«''All'inizio gli annegamenti si facevano di notte, ma il Comitato Rivoluzionario non tardò a familiarizzarsi con il crimine; diventò più crudele e da questo momento gli annegamenti si fecero in pieno giorno'' [...]. ''All'inizio gli individui venivano annegati con i loro abiti, ma in seguito il Comitato, spinto dall'avidità e dalla raffinatezza della crudeltà, spogliava dei vestiti quelli che voleva immolare alle diverse passioni che l'animavano. Bisogna anche che vi parli del "matrimonio repubblicano", che consisteva nel legare insieme, sotto le ascelle, un giovane e una giovane completamente nudi e precipitarli così nelle acque'' [...]».<ref>Reynald Secher, ''Il genocidio vandeano'', effedieffe, pag 153</ref><br/>
La prima "Noyades" avvenne il [[17 novembre]] [[1793]] durante la quale vennero annegati circa 90 sacerdoti ma continuarono fino al febbraio [[1794]], su decisione di [[Robespierre]]. Carrier non venne però arrestato in quest'occasione ma anzi venne chiamato a [[Parigi]] per essere eletto segretario della [[Convenzione Nazionale]], venne poi ghigliottinato nel luglio 1794 per aver partecipato al colpo di stato di Robespierre. Le noyades non risparmiarono neanche le donne e bambini, che venivano legati insieme alle loro madri, questi erano infatti i familiari che seguivano i soldati vandeani dalla [[Virée de Galerne]].<br/>
[[Pierre Chaux]] che faceva parte del tribunale rivoluzionario, al processo contro il comitato rivoluzionario di Nantes, accuserà Carrier e gli altri membri del tribunale di non aver risparmiato donne e bambini e nella sua difesa dirà:<br/>
«''Avevo impiegato molti miei amici ad allevare presso di loro parecchi di questi piccoli innocenti, e l'indomani, andando all'Entrepôt per prenderli, questi infelici non esistevano più. Erano stati tutti annegati e garantisco di averne visti il giorno prima in questo luogo più di 400 o 500. ''[...] ''Avendo ricevuto dalla Commissione Militare l'ordine di andare ad accertare la gravidanza di un numero di donne detenute all'Entrepôt''<ref>un carcere di Nantes dove erano tenuti le donne e i bambini</ref>, ''trovai una grande quantità di cadaveri sparsi tutt'attorno; vidi bimbi palpitanti immersi in buglioli colmi di escrementi umani. ''[...] ''Constato la gravidanza di trenta di queste donne; parecchie erano gravide da sette a otto mesi, Pochi giorni dopo ritorno per vedere tali donne, che il loro stato doveva salvare: queste sventurate erano state annegate ''[...]».<ref>[[Gracchus Babeuf]], ''la guerra della Vandea e il sistema di spopolamento'', effedieffe, pag 34</ref>
Non si conosce con esattezza il numero di persone giustiziate con le "noyades" e gli storici hanno pareri discordanti, è certo però che non sono stati meno di 2.800 secondo quanto a scritto dallo stesso Carrier in una sua lettera, e la maggior parte degli storici ritengono che la cifra si aggiri attorno alle 4.800 persone.
 
Oltre alle "noyades", si provarono altri sistemi per velocizzare le esecuzioni che però risultarono inefficaci e furono poco usati: [[François Joseph Westermann|Westermann]], ad esempio, propose di portare nelle carceri bottiglie di [[acquavite]] nelle quali veniva versato dell'[[arsenico]], ma anche alcune guardie, ignare del contenuto delle bottiglie, le bevvero e quindi l'idea fu subito abbandonata; l'arsenico venne anche utilizzato per le cosiddette "''fumigation''" (in italiano "fumigazioni") che consisteva semplicemente nel liberare il gas in una stanza per avvelenare i condannati.
 
====Le colonne infernali====
[[Immagine:Louis Marie Turreau.jpg|thumb|Il generale [[Louis Marie Turreau]] a cavallo|250px]]
Dopo la [[Battaglia di Savenay]] i capi vandeani erano quasi tutti morti, rimaneva però l'esercito di Charette che non aveva partecipato al "Virée de Galerne" e che era ancora saldo nel "Marais Breton", e poi i sopravvissuti alla battaglia, non essendo riusciti a oltrepassare la Loira, si erano rifugiati nei boschi di Savenay. Così il generale [[Louis Marie Turreau]] ideò le cosiddette "[[Colonne infernali]]", approvate dalla Convenzione in un decreto del [[17 gennaio]] [[1794]] dopo una iniziale ripensamento, che consistevano nel formare delle colonne militari con il compito di attraversare la Vandea ed eliminare ogni vandeano e di distruggere ogni villaggio:<br/>
«''Tutti i briganti che saranno trovati armi alla mano, o rei di averle prese, saranno passati a filo di baionetta. Si agirà allo stesso modo con le donne, le ragazze e i bambini'' [...]. ''Neppure le persone semplicemente sospette devono essere risparmiate. Tutti i villaggi, i borghi, le macchie e tutto quanto può essere bruciato sarà dato alle fiamme''».<ref>Reynald Secher, ''Il genocidio vandeano'', effedieffe, pag 159</ref><br/>
Il [[21 gennaio]] [[1794]] Turreau diramò quest'ordine ai suoi uomini e a tutti i generali sotto il suo comando, dando così inizio all'attuazione del suo piano.
 
Si disposero quindi due armate in diversi punti della Vandea: la prima, sotto gli ordini di Turreau, si dispose da [[Saint-Maixent]] a [[Les Ponts-de-Cé]]; la seconda, che era agli ordini di [[Nicolas Haxo]] (che morirà due mesi dopo, per mano di [[François Charette|Charette]], il [[20 marzo]]), si dispose da [[Les Sables-d'Olonne]] a [[Paimbœuf]], ogni armata era divisa in sei divisioni e ogni generale doveva creare due eserciti per formare dodici colonne che dovevano avanzare l'una verso l'altra, da est o nord-est e da ovest o sud-ovest.<br/> In realtà la seconda armata aveva solo otto colonne anche molto piccole e fece ben poco anzi addirittura subì delle sconfitte visto che venne mandata dove era ancora presente l'esercito di Charette e Stofflet.
La prima divisione era comandata da [[François Raymond Duval|Duval]] e le sue colonne erano comandate da Prévignaud e Daillac, con l'ordine di partire da [[Saint-Maixent]] e da [[Parthenay]] e arrivare a [[La Caillère-Saint-Hilaire]] e a [[Tallud-Sainte-Gemme]]. La prima divisione fu l'unica a non essere comandata dallo stesso generale di divisione, perché Duval a causa di una ferita alla gamba non poteva camminare e per questo affidò le due colonne a due suoi ufficiali<br/>
La seconda divisione era comandata da [[Louis Grignon|Grignon]] che affidò la seconda colonna a a Lachenay, con l'ordine di partire da [[Bressuire]] e arrivare a [[La Flocellière]] e a [[Pouzauges]].<br/>
La terza divisione era comandata da [[Jean-Pierre Boucret|Boucret]], che affidò la seconda colonna a [[Jean Alexandre Caffin|Caffin]], con l'ordine di partire da [[Cholet]] e arrivare a [[Les Epesses]] e a [[Saint-Laurent-sur-Sèvre]].<br/>
La quarta divisione era comandata da [[Louis Marie Turreau|Turreau]] che guidò egli stesso una colonna mentre affidò la seconda a Bonnaire, con l'ordine di partire da [[Doué-la-Fontaine]] e arrivare a [[Cholet]].<br/>
La quinta divisione era comandata da [[Jean-François Cordellier|Cordelier]], che affidò l'altra colonna a [[Joseph Crousat|Crousat]], con l'ordine di partire da [[Brissac]] e arrivare a [[Jallais]] e a [[Le May-sur-Èvre]].<br/>
Infine la sesta divisione era comandata dal solo [[Jean-Baptiste Moulin|Moulin]], con l'ordine di partire da [[Ponts-de-Cé]] e arrivare a [[Sainte-Christine (Maine-et-Loire)|Sainte-Christine]]. <br/>
Della seconda armata invece le otto colonne sono comandate da [[Georges Joseph Dufour|Dufour]] a [[Montaigu]], [[François Pierre Amey|Amey]] a [[Mortagne]], [[Jean-Baptiste Michel Antoine Huché|Huché]] a [[Luçon]], [[Louis Charles Antoine de Beaufranchet d'Ayat|Beaufranchet]], [[Marc-Antoine Commaire|Commaire]], [[Alexis Antoine Charlery|Charlery]], [[Alexis Chalbos|Chalbos]] e [[Guillaume-Antoine Nourry|Grammont]].
 
I repubblicani eseguirono gli ordini e la guerra divenne un massacrò, uccisero i vandeani senza considerare l'età o il sesso delle persone che si trovavano di fronte, a morire non furono solo i soldati dell'armata vandeana ma anche le loro donne e il loro bambini, oltre a questi tra le vittime ci furono anche alcuni che non aveva preso parte all'insurrezione ma questo sembrava non avere importanza, come testimonia l'ordine che darà [[Louis Grignon|Grignon]] alla sua colonna:<br/>
«''Compagni, entriamo nel paese insorto. Vi do l'ordine di dare alle fiamme tutto quanto sarà suscettibile di essere bruciato e di passare a filo di baionetta qualsiasi abitante incontrerete sul vostro passaggio. So che può esserci qualche patriota in questo paese; è lo stesso, dobbiamo sacrificare tutto''».<ref>[[Jacques Crétineau-Joly]], ''Histoire de la Vendée militaire'', vol II pag 135</ref>
I soldati delle colonne, prima di uccidere le proprie vittime, compirono su di loro le peggiori atrocità dallo [[stupro]] alla mutilazione, a volte per velocizzare incendiarono interi edifici nei quali riunivano i condannati, diedero fuoco anche agli ospedali per uccidere i malati al loro interno. Addirittura conciarono pelle umana presa dai cadaveri per creare abiti, come dirà un testimone Claude-Jean Humeau che denunciò al tribunale di [[Angers]] questo fatto il [[6 novembre]] [[1794]]: <br/>
«''Il nominato Pequel, chirurgo maggiore del 4° battaglione delle Ardenne, ne ha scorticati trentadue. Volle costringere Alexis Lemonier, pellaio a Les Ponts-de-Cé, a conciarli. Le pelli furono trasportate preso un certo Langlais, conciatore, dove un soldato le ha lavorate ''[...]».<ref>Reynald Secher, ''Il genocidio vandeano'', effedieffe, pag 176</ref><br/>
Testimonierà questa pratica anche Victor Gotard-Faultrier nel suo ''Les champ des Martyrs'', che il 31 maggio 1852 si diresse ad Angers per raccogliere informazioni sullo svolgimento dei fatti e tra le varie testimonianze riporta le parole di un sacerdote un certo Pierre-Marie Robin: <br/>
«[...]''erano scorticati a mezzo corpo, perché si tagliava la pelle al di sotto della cintura, poi lungo ciascuna delle cosce fino alla caviglia dei piedi, in modo che dopo la sua rimozione i pantaloni si trovavano in parte formati; non restava altro che conciare e cucire'' [...]».<ref>Victor Gotard-Faultrier, ''Les Champ des Martyrs'', pag 13-14</ref>
 
Una altra pratica sui cadaveri era quella di cremarli per ricavare del grasso, la contessa de La Bouère racconta la testimonianza di alcuni soldati che a [[Clisson]] il [[5 aprile]] [[1794]] bruciarono 150 donne per estrarne grasso:<br/>
«''Facevano dei buchi per terra per sistemarvi delle caldaie allo scopo di raccogliere quello che colava; avevamo messo al di sopra delle sbarre di ferro e su queste le donne,'' [...] ''poi, ancora al di sopra, vi era il fuoco'' [...]. ''Due miei compagni erano con me per questa faccenda. Ne mandai 10 barili a Nantes. Era come grasso di mummia: serviva per gli ospedali.''».<ref>Contessa de La Bouère, ''Mémories'', pag 307-329</ref>
 
Nell'aprile 1794 attuarono una "colonna fluviale", che pattugliava la [[Loira (fiume)|Loira]] e alcuni affluenti in particolare quelli della riva destra. Vennero creati circa una quarantina di fortini lungo le rive del fiume, in ognuno di questi stazionava un battello che percorreva la Loira e i suoi affluenti per catturare quei vandeani che cercavano di attraversarla per tornare in Vandea. Ogni battello in media aveva un equipaggio di 30 uomini, la metà dei quali erano fucilieri di marina, e 3 "[[Petriera|petriere]]" (un pezzo di artiglieria navale di piccolo calibro). Questi erano divisi in tre divisioni: la prima va dal villaggio di La Pointe (vicino a [[Les Ponts-de-Cé]], poco sotto [[Angers]]) a [[Champtoceaux]]; la seconda dall'isola Dorelle (pochi km a sud di Champtoceaux) fino a La Preé-au-Duc (a pochi km a est di Nantes), comprendendo [[Nantes]] e tutte le altre città attraversate dall'[[Erdre]]; la terza dall'isola Cheviré (a sud di Nantes) a [[Paimbœuf]].<br/>
Oltre al semplice pattugliamento, i battelli a volte facevano sbarcare i soldati per compiere azioni brevi e rapide, nei piccoli villaggi presenti sulle rive del fiume con lo scopo di uccidere i vandeani presenti e caricare sulle navi tutto quello che poteva servire: le imbarcazioni, infatti in caso di necessità venivano usate per scortare navi da trasporto o esse stesse venivano usate per trasportare armi, cibo e materiale di vario tipo, per questo motivo venivano addirittura attaccate dai vandeani (in alcune zone erano ancora ben organizzati e in condizioni di combattere) per impossessarsi dei loro carichi. Un esempio delle azioni dei battelli viene fornito da un rapporto che il comandante in capo della prima divisione Mahouhet, capitano del "''Le Républicain''", manda al [[Direttorio]] il [[21 aprile]] [[1974]], in seguito di un attacco contro 800 vandeani a [[Champtoceaux]] e 500 a [[Le Cellier]]:<br/>
«''In un primo tempo il comandante Berruyer lo invita a venirgli in aiuto per assediare Champtoceaux e La Patache. Deve sostenere due attacchi di un'ora e mezzo: il primo di fronte a Le Cellier e il secondo a La Chapelle-Bassamère. Nel corso di questi scontri, stima di aver ucciso circa 100 briganti: costoro tentavano di impossessarsi dei suoi battelli, dei quali 52 portavano ricchi carichi. Fra l'altro trasportavano le campane di Champtoceaux. A completare il convogli, si trovavano 7 o 8 prigionieri fra cui il domestico del signor Couault, possessore di un barile di polvere e di quattro sacchi di piombo. Nel corso di questa scaramuccia il battaglione ha perduto tre marinai e un fuciliere''».<ref>Reynald Secher, ''Il genocidio vandeano'', effedieffe, pag 185</ref>
 
===Fine della repressione===
[[Immagine:Mortd'Elbée.jpg|thumb|right|L'esecuzione di d'Elbée|300px]]
Le colonne infernali terminarono tra l'aprile e il maggio [[1794]], i soldati che le componevano, furono sostituiti da truppe regolari, che continuarono l'occupazione militare del territorio fino alla fine dell'anno, limitandosi, però, al mantenimento dell'ordine pubblico. Nonostante l'esecuzione di [[Maurice Louis Joseph Gigot d'Elbée|d'Elbée]], avvenuta il [[9 gennaio]] [[1794]] e l'uccisione del giovanissimo [[Henri de La Rochejaquelein]], che nel frattempo erano divenuto generalissimo, avvenuta il [[29 gennaio]] [[1794]], l'esercito vandeano elesse [[Jean Nicolas Stofflet]] generalissimo dell'armata vandeana, di fatto l'idea di reprimere l'insurrezione sterminando i vandeani fu un fallimento, che anzi al contrario aumentò il loro desiderio di respingere i repubblicani.
[[Immagine:JeanNicolasStofflet.jpg|thumb|left|[[Jean Nicolas Stofflet]]]]
Nel frattempo, infatti, l'esercito del "Marais Breton" continuò a combattere, il [[2 febbraio]], [[François Charette|Charette]] e [[Charles Sapinaud|Sapinaud]] presero [[Chauché]] e l'[[8 febbraio]] occuparono [[Legé]]. Nello stesso giorno, [[Jean Nicolas Stofflet|Stofflet]] occupò [[Cholet]], che era presidiata dalle truppe del generale [[Jean-Baptiste Moulin|Moulin]] che appena vide i suoi uomini fuggire si suicidò con la sua pistola.<br/>
Il [[20 marzo]] Charette si scontrò con una colonna di 300 uomini comandata da [[Nicolas Haxo|Haxo]], che appena avvistò il nemico si barricò dentro la città di [[Les Clouzeaux]], ma non riuscirà a resistere a lungo, infatti vista la netta inferiorità numerica i repubblicani si diedero alla fuga abbandonando il loro generale che era rimasto ferito e che poco dopo ricevette il colpo di grazia.
 
La [[Convenzione Nazionale]] prese atto degli errori commessi e decise di cambiare strategia, visto che la popolazione stessa cominciava a lamentarsi dell'operato dei generali repubblicani in Vandea, tanto che spesso aiutava a nascondere i vandeani o adottava i bambini rimasti orfani. Così il [[17 maggio]] [[1794]] mise agli arresti diversi generali tra cui [[Louis Marie Turreau|Turreau]] e [[Louis Grignon|Grignon]], e il commissario [[Jean Baptiste Carrier|Carrier]] insieme ad altri membri del tribunale rivoluzionario di Nantes e ad alcuni soldati della "Compagnia Marat". Infine il [[29 novembre|29]] e [[30 novembre]] [[1794]] vennero annullati tutti i precedenti decreti del [[Comitato di salute pubblica]] che, dopo l'esecuzione di [[Robespierre]] (avvenuta il [[28 luglio]] [[1794]]), venne privato di tutti i suoi poteri e poi ufficialmente abolito all'inizio del [[1795]].
 
[[Immagine:Louis lazare hoche.jpg|thumb|right|[[Lazare Hoche]]|200px]]
Il [[2 dicembre]] [[1794]] [[Lazare Carnot]] dirà:<br/>
«''Da due anni le vostre contrade sono in preda agli orrori della guerra. Quei climi fertili, che la natura sembrava aver destinato a essere la dimora della pace, sono diventati luoghi di proscrizione e carneficina. Il coraggio dei figli della patria si è rivolto contro di lei, la fiamma ha divorato le vostre abitazioni e la terra, coperta di rovine e di cipressi, rifiuta ai sopravvissuti i frutti di cui è prodiga''».<ref>Reynald Secher, ''Il genocidio vandeano'', effedieffe, pag 193</ref><br/>
Dopo questo discorso seguiranno tutta una serie di provvedimenti per porre fine alla rivolta con l'uso della diplomazia e non della violenza, la Convenzione incaricherà [[Lazare Hoche]] di negoziare la pace con i capi vandeani e qualche giorno dopo dirà:<br/>
«''Considerato che il sangue francese scorre ormai da troppo tempo nei dipartimenti dell'ovest; bisogna che scorra il sangue repubblicano e si annienti una popolazione di almeno seicentomila individui: che il regno di Robespierre, di Carrier e dei loro complici è finito, che la giustizia è all'ordine del giorno.'' [...] ''che gli incendi, lo stupro, il saccheggio e le altre atrocità commesse in Vandea hanno inasprito lo spirito dei suoi abitanti indotti all'errore; che si comincia a rinascervi la fiducia e che questo sentimento, che si ispira ma non si comanda, può diffondersi solo con principi di giustizia e mitezza'' [...]».<ref>René de Dreuzy, ''En 1794 la préparation des traités de pacification de la Vendée par les représentants du peuple'', in ''Revue du Souvenir vendéen'', giugno-luglio 1975, pag 7-10</ref>
 
I primi provvedimenti che vennero presi, comprendono un amnistia generale per tutti i vandeani ancora nelle carceri e il parziale ritiro delle truppe repubblicane dalla Vandea, che in precedenza erano state sostituite da truppe regolari, queste infatti a differenza dei volontari che componevano le colonne infernali si limitarono al controllo dell'ordine pubblico.
{{Vedi anche|Trattato di La Jaunaye}}
L'accordo di pace si raggiunse il [[17 febbraio]] [[1795]], con il [[Trattato di La Jaunaye]] firmato da [[François Charette|Charette]] e [[Charles Sapinaud|Sapinaud]] e successivamente da [[Jean Nicolas Stofflet|Stofflet]], con il quale si garantiva la libertà di culto (abolendo anche se non ufficialmente la [[Costituzione civile del clero]] e ponendo fine alla distinzione tra sacerdoti "costituzionali" e "refrattari"), si rimborsarono i vandeani che avevano subito espropri o danni alle proprie proprietà e si riorganizzavano le città con nuovi rappresentanti del popolo e venne data la possibilità ai vandeani di arruolarsi nell'esercito o nella [[Guardia Nazionale francese|guardia nazionale]] che tornava a dipendere dalle autorità locali.<br/>
Stofflet firmò successivamente, perché inizialmente non era d'accordo con questo trattato e al seguito di un piccolo esercito creato a [[Clisson]] riprese la guerra tra il marzo e l'aprile [[1795]] ma scontratosi con la colonna del generale [[Jean Alexandre Caffin|Caffin]], il [[1 aprile]] a Les Tailles subì una pesante sconfitta, tuttavia qualche giorno dopo riuscì a riprendersi assaltando un convoglio che trasportava armi, munizioni e viveri vicino [[Chemillé]]. Il [[2 maggio]] firmerà anche lui il trattato di La Jaunaye a [[Saint-Florent-le-Vieil]], accettando le stesse condizioni firmate da Charette, riuscendo però ad aggiungere il rilascio di tutti i vandeani detenuti nelle carceri, il congedo per quei vandeani arruolati forzatamente dai repubblicani agli inizi del [[1793]] e la consegna del giovane [[Luigi XVII di Francia]] (che allora aveva 10 anni) alla Vandea.
 
==Il "genocidio vandeano"==
{{SectWIP|Eltharion}}
===Bilancio delle vittime===
La valutazione esatta delle vittime della guerra di Vandea è sempre stata piuttosto complicata e non si è mai potuta stabilire con certezza. All'epoca, da quello che emerse dalle parole degli storiografi del tempo o dagli stessi protagonisti della guerra, spesso si tentò di fornire un bilancio ma sempre in modo piuttosto approssimativo.
 
Nel [[1796]], il generale [[Lazare Hoche]], considerando tutto il Nord-Ovest quindi non solo i vandeani ma anche i chouan, ha stimato il numero di morti a 380.000.<ref>Alian Bru, "''Histoire de la guerre à travers l’armement''", cap VII, [http://www.stratisc.org/act_bru_hisguerre_Ch7.htm#Note572 note 572]</ref> In una lettera datata [[2 febbraio]] [[1796]] inviata a [[Pierre Bénézech]], ministro dell'interno, ritiene che "''seicentomila francesi siano morti in Vandea''"<ref>Claude Desprez, [http://books.google.it/books?hl=it&id=JuIPAAAAYAAJ&dq=%22Lazare+Hoche+d'apr%C3%A8s+sa+correspondance+et+ses+notes%22&printsec=frontcover&source=web&ots=2XCgcZYpoq&sig=j2TsppF7jVAyBOMDbJRX1zuSprU#PPA260,M1 "Lazare Hoche d'après sa correspondance et ses notes", Parigi, 1858, cap VIII, pag 260]</ref> (considerando quindi anche i morti repubblicani).
 
Nel [[1797]], lo storico [[Louis Marie Prudhomme]], nel suo "''Histoire générale et impartiale des erreurs, des fautes et des crimes commis pendant la Révolution Français''"<ref>Louis Marie Prudhomme, [http://books.google.it/books?id=NCYPAAAAIAAJ&printsec=frontcover&dq=editions:0_ZqoI7t9J6qpiUEr7r&as_brr=1 , "Histoire générale et impartiale des erreurs, des fautes et des crimes commis pendant la Révolution Français" tomo I], [http://books.google.it/books?id=m0c2AAAAMAAJ&printsec=frontcover&dq=editions:0_ZqoI7t9J6qpiUEr7r&as_brr=1 II] e [http://books.google.it/books?id=cSYPAAAAIAAJ&printsec=frontcover&dq=editions:0_ZqoI7t9J6qpiUEr7r&as_brr=1#PPR5,M1 III]</ref> stima 120.000 persone morte in Vandea.
 
Secondo l'analisi statistica di [[Donald Greer]]<ref>Donald Greer, ''The Terror, a Statistical Interpretation'', Cambridge, 1935</ref> del 1935, su 35-40.000 persone giustiziate in tutta la Francia durante il periodo del terrore (di cui 16.594 condannati a morte dai tribunali rivoluzionari), il 75% è costituito da ribelli presi con le armi in mano, di questi, il 52% venivano dall'Ovest (quindi vandeani e chouan), il 19% dal Sud-Est ed il 16% da Parigi. Questa stima, considerata come riferimento, è stata ripresa da tutti gli storici successivi. Queste cifre comprendono però solo le esecuzioni e non tengono conto delle morti legate alla guerra civile, direttamente (battaglie, massacri) o indirettamente (epidemie, malnutrizione).
 
Nel 1986, [[Reynald Secher]]<ref>Reynald Secher, ''Il genocidio vandeano'', effedieffe</ref> ha analizzato gli archivi parrocchiali e quelli di stato di 700 comuni dei quattro dipartimenti della "Vandea Militare": nel periodo compreso tra il 1780 e il 1789 e quello compreso tra il 1802 e il 1811, considerando la crescita demografica, ha preso il numero di abitanti della regione prima e dopo la guerra di Vandea e sottraendo la popolazione totale degli anni del 1800 con quella degli anni del 1780 risultò la mancanza di 117.257 persone su un totale di 815.029, cioè il 14,38% della popolazione e dal punto di vista immobiliare ha stimato la distruzione di 10.309 edifici su un totale di 53.273, cioè il 20% degli immobili registrati.
 
Un altro storico nel 1987, [[Jean-Clément Martin]]<ref>Jean-Clément Martin, ''La Vendée et la France'', Éditions du Seuil, 1987</ref> ha fatto un suo bilancio: basandosi su un'analisi dei censimenti del 1790 e del 1801, stimando la crescita demografica annuale attorno all'1 %, nel 1801 mancavano da 200.000 a 250.000 persone, sia vandeani che repubblicani, particolarmente difficile è stato però calcolare il numero di quest'ultimi che essendo militari provenivano da tutte le regioni francesi.
 
Un altra stima fatta utilizzando lo stesso metodo di Martin, è stata fornita da [[Louis Marie Clénet]]<ref>Louis-Marie Clénet, ''La Contre-révolution'', Parigi, PUF, 1992</ref>, secondo il quale le guerre di Vandea hanno fatto 200.000 morti vandeani, di cui 40.000 sono morti a causa delle colonne infernali di Turreau.
 
Nel 2005, [[Anne Bernet]]<ref>Dalla rivista "''[http://www.historia.fr/ Historia]''", agosto 2005</ref>, stime 150.000 morti per i vandeani e 150.000 per l'esercito repubblicano precisando però che è impossibile fornire una stima affidabile a causa della quasi assenza di fonti affidabili, a causa del fatto che molti archivi sono stati bruciati durante la guerra. Nel 2007, Jacques Hussenet tenendo conto dei lavori precedenti, fornisce un suo bilancio di 170.000 morti.
 
===Prime tesi===
[[Immagine:François-Noël Babeuf.jpg|thumb|[[François-Noël Babeuf]]]]
La tesi del [[genocidio]], così come il termine stesso, risale al [[XX secolo]], tuttavia, nonostante questo concetto era piuttosto estraneo alla mentalità dell'epoca, nel [[1794]] uno storico dell'epoca [[Gracchus Babeuf]] pubblicò "''Du système de dépopulation ou La vie et les crimes de Carrier''" (in italiano, "Il sistema di spopolamento e i crimini di Carrier)<ref>In Italia pubblicato con il titolo di "La guerra di Vandea e il sistema di spopolamento"</ref>, nel quale riporta alcune vicende della guerra e l'intero processo di Carrier. Nel libro conia un [[neologismo]], che oggi si potrebbe considerare un sinonimo di genocidio, ovvero "populicidio", infatti la differenza con il termine "genocidio", coniato da Lemkin nel 1944, sta solamente nell'etimologia: in quando "genocidio" deriva dal [[Lingua greca|greco]] "''ghénos''" (razza, stirpe) e "''cædo''" (uccidere), mentre "populicidio" deriva del [[Lingua latina|latino]] "''populus''" (popolo).
 
Nel suo libro, Babeuf, si scagliò duramente contro la "convenzione termidoriana", che riteneva colpevole del [[Regime del Terrore|terrore]] e del "populicidio". Babeuf infatti non era un controrivoluzionario, ma anzi aderì con entusiasmo alla rivoluzione e pensava che uno stato repubblicano non avrebbe mai potuto sterminare una parte della sua popolazione, anche perché riteneva che quei cambiamenti che stavano mutando la società francese sarebbero dovuti avvenire in modo progressivo e non con l'uso della violenza. Per questo motivo, decise di testimoniare quanto avvenne in tempi molto brevi, tanto che scrisse questo libro in appena due mesi (venne pubblicato nell'inverno 1974). Scelse, quindi, di riportare il primo avvenimento che diede iniziò al populicidio, cioè il processo di [[Jean-Baptiste Carrier|Carrier]] che avvenne nel periodo della "convenzione termidoriana" e per questo gli imputati non vennero condannati.
 
===Dibattito sul "genocidio vandeano"===
Dopo il "populicidio" di [[Gracchus Babeuf|Babeuf]], il dibattito sul genocidio non venne più toccato per quasi un secolo: fu infatti Reynald Secher che nel [[1983]] termina il dottorato di terzo ciclo in scienze storiche e politiche alla [[Sorbona]] di Parigi, con una tesi dal titolo "''La Chapelle-Basse-Mer, village vendéen. Révolution et contre-révolution''"<ref>Reynald Secher, ''La Chapelle-Basse-Mer, village vendéen : révolution et contre-révolution'', Perrin, 1986</ref>, nella quale analizza la situazione prima e dopo l'insurrezione, a livello culturale, politico, sociale, economico e religioso, di questo piccolo comune vandeano, [[La Chapelle-Basse-Mer]], che durante le guerre di Vandea fu molto importante in quanto faceva da crocevia tra la "Vandea Militare" e la Bretagna.<ref name=a>Da un articolo della rivista "Cristianità", n.224, dicembre 1993</ref> I professori con i quali discusse la sua tesi in particolare Jean Meyer (relatore della tesi) e Pierre Chaunu gli consigliarono di estendere i suoi studi dal piccolo villaggio a tutta la prima e seconda guerra di Vandea. Così nel [[1985]], per il suo "dottorato di Stato" in scienze umanistiche, discute, con gli stessi professori, una tesi dal titolo "''Contribution à l'étude du génocide franco-français: la Vendée-Vengé''", che l'anno successivo verrà pubblicata con il titolo "''Le génocide franco-français: la Vendée-Vengé''.<ref name=a>Da un articolo della rivista "Cristianità", n.224, dicembre 1993</ref> Per formulare la sua tesi, Secher analizzò sia documenti privati, quindi archivi parrocchiali, le memorie e le lettere private dei protagonisti della guerra; che documenti pubblici, sia militari che civili, nel primo caso ha analizzato gli archivi della fortezza di Vincennes (vicino Parigi), nel secondo caso ha cercato nei municipi, negli archivi dipartimentali e nazionali. A queste va aggiunto il libro di Babeuf, che sta alla base della tesi del genocidio: nonostante la Convenzione ordinò di distruggere tutte le copie del libro, Secher affermò di aver trovato una delle otto copie ancora esistenti nell'ex-[[Urss]] (dove i libri di Babeuf erano abbastanza diffusi essendo stato considerato il "padre del [[comunismo]]") e dopo la pubblicazione della sua tesi, decise di ripubblicare anche il libro di Babeuf, che riteneva una delle fonti più importanti del suo lavoro.<ref name=b>Da un articolo del quotidiano [[Avvenire]], 1 luglio 1992</ref>
 
Per "genocidio vandeano" si intende quindi quel periodo che va dal novembre [[1793]] all'aprile [[1794]]: durante il quale non ci furono scontri tra i due eserciti in quanto l'armata vandeana venne sconfitta in seguito al [[Virée de Galerne]]; le persone che furono oggetto della repressione non furono solo i militari superstiti ma principalmente i civili che abitavano nella "Vandea Militare"; infine la Convenzione stabilì esplicitamente, in diversi atti e decreti, di voler sterminare gli abitanti della Vandea, indipendentemente dalla loro partecipazione all'insurrezione quindi senza distinguere tra uomini, donne e bambini, civili e militari, ma anche contro-rivoluzionari e rivoluzionari.
 
La tesi di Secher fece molto discutere sia all'interno dell'università che fuori, soprattutto perché è stata pubblicata alla vigilia del bicentenario della Rivoluzione francese. Secher disse che già prima di discutere la sua tesi ebbe alcune difficoltà, ad esempio, a volte, gli venne negato l'accesso ad alcuni documenti e archivi statali<ref name=a>Da un articolo della rivista "Cristianità", n.224, dicembre 1993</ref>; ma i problemi maggiori, li ebbe una settimana prima della discussione della tesi: uno dei professore della commissione di esame, Pierre Chaunu, aveva diffuso ai giornali la notizia che un dottorando era riuscito a dimostrare scientificamente che in Vandea si era compiuto un genocidio, in quella stessa settimana subì un furto nel suo appartamento di Rennes, dove gli vennero rubate tutte le copie della sua tesi, tranne gli originali he aveva già depositato all'università, poi un funzionario del ministero dell'educazione gli chiese di non discutere la tesi che altrimenti avrebbe infangato la storia della Francia.<ref name=b>Da un articolo del quotidiano [[Avvenire]], 1 luglio 1992</ref> La conseguenza di ciò, fu che Secher venne sollevato dall'insegnamento pubblico, sia nelle scuole superiori che nelle università e gli venne impedito di presentarsi in altri concorsi pubblici, quindi rimasto disoccupato per quasi due anni, venne poi assunto da scuole private.<ref name=a>Da un articolo della rivista "Cristianità", n.224, dicembre 1993</ref>
 
====Critiche alla tesi del genocidio====
Tra gli storici che contestarono il lavoro di Secher, sicuramente quello che gli dedicò maggiore attenzione fu [[Jean-Clément Martin]] che tra il 1986 e il 1987 pubblicò due libri sull'argomento: "''La Vendée et la France''" e "''Blancs et Bleus dans la Vendée déchirée''". Martin fece quindi alcune considerazioni sulla tesi di Secher: nel bilancio ha scelto un arco di tempo troppo ampio (1970-1789 e poi 1802-1811); non ha considerato i cambiamenti demografici negli anni della guerra; non ha fatto distinzione tra le persone morte direttamente a causa della guerra e quelle morte per cause indirette; non ha tenuto conto dei vandeani che si erano nascosti fuori dalla Vandea; non ha considerato l'opinione politica delle vittime (ovvero tra vandeani monarchici e repubblicani); e infine non ha tenuto conto delle morti non vandeane.<ref>Jean-Clément Martin, "''La Révolution a coupé la France en deux''", dalla rivista ''Historia'', n° 311, p. 37-38</ref> Tuttavia alcune di queste accuse risultano inesatte, in quanto le risposte si possono ritrovare nella stessa tesi: ad esempio nell'ultima parte della sua tesi, Secher riporta schematicamente i dati raccolti nel periodo precedente e successivo alla guerra di Vandea e non tenne conto delle morti repubblicane, perché il suo lavoro non è rivolto alle guerre di Vandea, ma al voler dimostrare che dopo la prima guerra di Vandea si compì un genocidio.
 
Ma il dibattito non si estese alle sole università francesi, un altro storico molto critico della tesi di Secher, è stato [[Peter McPhee]] dell'università di [[Melbourne]]. Lo storico australiano ritiene che il "genocidio vandeano" non rispecchia la definizione di genocidio coniata da Lemkin, cioè "''atti commessi con l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso''" e inoltre ritiene che non c'era stata l'intenzione, da parte della Convenzione, di sterminare i vandeani. <ref>Dalla rivista "''H-France Review''", n°26, marzo 2004</ref>
 
==Seconda Guerra di Vandea==
La pace durò pochi mesi, i repubblicani infatti non rispettarono i termini del trattato, cosa che ovviamente non fece altro che inasprire gli animi dei vandeani, che per la seconda volta vennero delusi da quella Francia che dopo aver ascoltato le loro richieste, sembrava volesse rappacificarsi definitivamente ponendo fine all'insurrezione.
 
Dopo il [[17 febbraio]] infatti scoppieranno tutta una serie di scaramucce molto spesso senza un valido motivo: il [[2 marzo]] una colonna repubblicana accerchiò una chiesa a [[La Gaubretière]] e dopo alcune ore di combattimento uccideranno le 52 persone che si trovavano al suo interno; il [[9 aprile]] Caffin assediò una chiesa a [[Chanzeaux]] e dopo una sparatoria diede fuoco all'edificio nel quale moriranno 10 persone e i 19 sopravvissuti verranno arrestati. In risposta i vandeani non fecero altro che aumentare il clima di tensione uccidendo rappresentanti locali e ufficiali dell'esercito, tanto che Charette in una dichiarazione del [[22 giugno]] scrive:<br/>
«''Riprendo con dolore le armi; ma i repubblicani hanno giurato la nostra rovina e noi possiamo evitarla solo combattendo. I dispacci dei principi mi annunciano che uno di loro deve mettersi alla testa di quella grande spedizione che darà tanta forza alle nostre armate. Non è sulla nostra sponda che questi fatti si compieranno, ma bisogna secodarli. È necessaria una diversione: ho contato sul vostro zelo ed esso non mi mancherà''».<ref>[[Jacques Crétineau-Joly]], ''Histoire de la Vendée militaire'', vol II pag 370</ref>
 
Il [[24 giugno]] [[1795]] la Vandea insorse per la seconda volta, nel giorno in cui vennero a sapere della morte del principe [[Luigi XVII di Francia|Luigi XVII]], avvenuta l'[[8 giugno]] e tenuta nascosta proprio per evitare lo scoppiò della guerra; inoltre erano ancora alleati con gli [[inglesi]], che grazie al precedente ritiro delle truppe repubblicane dalla Vandea non ebbero difficoltà a sbarcare in [[Bretagna]].
 
===Lo Sbarco a Quiberon===
Dopo la scomparsa del "esercito del centro" e dell'"esercito di Anjou", rimanevano il nuovo "esercito del centro" creato da [[Charles Sapinaud|Sapinaud]], l'"esercito della Marais Breton" di Charette e Stofflet e l'esercito di chouan di [[Georges Cadoudal]] e [[Joseph de Puisaye]]. Nel frattempo i futuri regnati [[Luigi XVIII di Francia|Luigi XVIII]] e [[Carlo X di Francia|Carlo X]] presero parte all'insurrezione, soprattutto perché i vandeani continuavano a considerare, quello che in quel momento era l'erede al trono di Francia, come re di Francia. Infatti alla morte del giovane [[Luigi XVII di Francia|Luigi XVII]], quello che per il resto di Francia era solo il conte di [[Provenza]], per la Vandea era il successore del re Luigi XVII e quindi era già re [[Luigi XVIII di Francia]]. <br/>
I due futuri sovrani furono determinanti per stringere l'alleanza con gli inglesi, che ottennero grazie alle amicizie che possedevano a Londra. Fu anche merito loro la creazione dell'[[Esercito degli emigrati]], un esercito composto da nobili e volontari, che, come suggerisce il nome stesso, erano emigrati fuori dalla Francia per sfuggire alla repressione giacobina e che si erano composti un esercito personale con il quale tornarono in Francia per combattere al fianco dei vandeani con l'intento di restaurare la monarchia e riconquistarsi i propri territori. Anche i due fratelli avevano una loro legione personale e dopo il fallimento della Seconda Guerra di Vandea, integrarono la loro e le altre legioni nell'esercito spagnolo impegnato nella [[Guerra d'indipendenza spagnola]].
{{vedi anche|Sbarco a Quiberon}}
[[Immagine:Mappa di Quiberon.gif|380px|thumb|right|Mappa della penisola di Quiberon]]
L'evento principale della seconda guerra di Vandea, fu lo [[Sbarco a Quiberon]] cioè una campagna militare che durò dal [[21 giugno]] al [[23 luglio]] [[1795]]. In questo arco di tempo si fecero sbarcare sulle coste della [[Bretagna]] gli emigrati e le truppe inglesi venute in Francia per aiutare i vandeani e i chouan, che per la prima volta non riuscirono a tenere testa all'esercito repubblicano.
 
Ma le continue liti tra i due comandanti, [[Joseph de Pusaiye]] e il conte inglese [[Louis Charles d'Hervilly]], scelto da [[Luigi XVIII di Francia|Luigi XVIII]] furono probabilmente la causa della disfatta di [[Quiberon]]. Nonostante riuscirono a sbarcare senza difficoltà, persero subito del tempo prezioso nel mettersi d'accordo sulla strategia da utilizzare, cosa che gli fece perdere l'effetto sorpresa, ma soprattutto attirò l'esercito repubblicano su di loro e [[Lazare Hoche|Hoche]] non perse tempo ad organizzare le sue truppe e attaccare il loro accampamento.
 
Subirono quindi un primo attacco che però riuscirono a respingere, poi il [[28 giugno]] presero [[Carnac]], [[Landévant]] e [[Locoal-Mendon]], e qualche giorno, il [[3 luglio]] occuparono il forte "Penthièvre", situato a ovest di Carnac, che rappresentava un importante punto strategico in quanto bloccava l'accesso da Nord alla penisola di Quiberon.
 
Fino a quel momento i repubblicani non risposero con decisione all'avanzata vandeana, soprattutto perché in quel momento i vandeani erano quasi 20.000 e Hoche stazionava a [[Vannes]] con circa 2.000 uomini in attesa dei rinforzi che aveva richiesto. Questi non tardarono ad arrivare, infatti il [[4 luglio]] 13.000 repubblicani giunsero a Vannes e subito presero tutti i territori conquistati dai vandeani, ad eccezione di [[Carnac]].
 
I vandeani, bloccati all'interno della penisola, non riuscendo a respingere i repubblicani che li accerchiavano, pensarono di imbarcare [[Georges Cadoudal|Cadoudal]] e i suoi chouan per farli poi sbarcare a [[Sarzeau]], in modo da prendere alle spalle i repubblicani e attaccare da entrambi i lati, ma nonostante riuscirono a sbarcare vennero avvistati e il [[17 luglio]] caddero in un imboscata nella quale morirono due generali e diversi chouan, per questo furono costretti ad imbarcarsi nuovamente e tornare nel loro accampamento a Quiberon.
[[Immagine:Combat Quiberon 1795.jpg|left|thumb|I realisti che non riuscirono a scappare|370px]]
Gli attacchi continuarono ma i repubblicani riuscivano sempre a respingerli, durante uno di questi [[Louis Charles d'Hervilly|d'Hervilly]] rimase gravemente ferito e dovette tornare a [[Londra]] dove morirà qualche mese dopo per le ferite riportate, questo naturalmente avvantaggiò de Puisaye che ora era il comandante in capo e poteva decidere come muovere le truppe senza doversi scontrare con d'Hervilly.
 
Il [[20 luglio]] Hoche lanciò il suo attacco definitivo: gli uomini che difendevano il forte "Penthièvre" erano dei disertori repubblicani che tradirono i vandeani e consegnarono il forte a [[Lazare Hoche|Hoche]], in questo modo i vandeani presi dal panico si ritirarono mentre i repubblicani continuarono ad inseguirli, vista la situazione disperata de Pusaiye decide di ritirarsi facendo imbarcare tutti i suoi uomini sulla navi inglesi che avrebbero coperto il loro imbarco con i cannoni, ma le navi non bastarono a mettere in salvo tutti: sulla costa rimasero il generale [[Charles de Sombreuil]] e circa 6.500 uomini, di questi solo 2.500 erano soldati. <br/>
Il giorno dopo Sombreuil chiese di negoziare la resa dei vandeani con [[Lazare Hoche|Hoche]], e inizialmente venne concessa ma poi il [[27 luglio]] fece fucilare Sombreuil e tutti gli altri, tra emigrati e vandeani, vennero presi prigionieri. Infine nei giorni seguenti si compì l'ennesimo massacro, la Convenzione, infatti, mandò a Quiberon il commissario [[Jean-Lambert Tallien|Tallien]] che rilasciò alcuni civili e condannò a morte tutti gli altri prigionieri.
 
===Fine della guerra===
[[Immagine:Vendee mort de charette.JPG|thumb|right|300px|L'esecuzione di Charette]]
Dal luglio al dicembre [[1795]] non ci furono altri combattimenti importanti se non qualche schermaglia ormai, nonostante i futuri sovrani contribuirono inviando truppe a [[François Charette|Charette]] e [[Jean Nicolas Stofflet|Stofflet]], la seconda guerra di Vandea volgeva al termine.
 
Il [[22 febbraio]] [[1796]], alcuni capi vandeani si riunirono a Saugrenière (vicino a [[La Poitevinière]]) per organizzare i loro eserciti, ma nella notte la riunione venne interrotta dai repubblicani che attaccarono a sorpresa la città, la mattina del giorno successivo faranno molti prigionieri tra cui lo stesso [[Jean Nicolas Stofflet|Stofflet]]. Dopo l'arresto venne condotto ad [[Angers]], dove venne giudicato con un processo veloce e condannato a morte, la sua sentenza verrà effettuata lo stesso [[23 febbraio]].
 
Un mese dopo, il [[23 marzo]], il generale [[Jean-Pierre Travot|Travot]] con al seguito circa 80 uomini, trovò [[François Charette|Charette]] con una trentina di fedelissimi nei boschi di La Chabotterie (comune di [[Saint-Sulpice-le-Verdon]]), il generale vandeano, dopo essere rimasto leggermente ferito, venne arrestato e condotto a [[Nantes]] per essere giudicato. Verrà condannato a morte e fucilato il [[29 marzo]] [[1796]].
 
Il [[15 luglio]] [[1796]] il [[Direttorio]] annunciò ufficialmente che: «''le insurrezioni dell'Ovest sono terminate''».
 
==Terza Guerra di Vandea==
A causa dei metodi usati per porre fine all'insurrezione, la "Vandea Militare" sarebbe potuta insorgere nuovamente in qualunque occasione, gli insorti non riuscivano, ancora, ad accettare la repubblica visto il trattamento che ricevettero, inoltre subivano l'influenza dei futuri sovrani che vedendo i risultati della prima guerra di Vandea, capirono che l'esercito cattolico e reale avrebbe potuto farli tornare al trono.
 
Il [[Colpo di stato del 18 fruttidoro, anno V|colpo di stato del 18 fruttidoro]] annullò i risultati delle elezioni in 49 dipartimenti (in particolare nell'Ovest), in questo modo ripresero le persecuzioni nei confronti dei contro-rivoluzionari. Con le elezioni, infatti, si sperava in una vittoria dei sostenitori del re, che una volta al potere avrebbero facilitato il ritorno alla monarchia, ma ciò non avvenne e la "Vandea Militare" insorse per la terza volta.
 
Questa volta l'insurrezione si allargò anche all'intera [[Normandia]] fino addirittura all'[[Eure-et-Loir]], questo periodo ha probabilmente risentito dell'assenza di [[Napoleone]], in quel momento impegnato nella [[Campagna d'Egitto]], e il colpo di stato non fece altro che aumentare il desiderio di tornare alla monarchia, anche in quei dipartimenti orientali che, da sempre, avevano sostenuto la rivoluzione.
 
La guerra vera e propria scoppierà nel [[1799]], quando il futuro [[Luigi XVIII di Francia|Luigi XVIII]] comincerà a mandare ai chouan armi e munizioni dalla [[Regno di Gran Bretagna|Gran Bretagna]], cominceranno quindi a combattere nel settembre del 1799 conquistando diverse città tra cui [[Nantes]], [[Le Mans]], [[Saint-Brieuc]], [[Redon]] e [[Roche-Bernard]].<br>
L'insurrezione finirà poi il [[12 dicembre]] [[1799]], con un trattato di pace stipulato a [[Pouancé]], Napoleone era infatti tornato dall'[[Egitto]] e con un colpo di stato tornò al potere, questa volta però comprese che gli insorti avrebbero continuato a combattere se non avessero ascoltato le loro richieste. Per questo motivo a Pouancé, con l'intento di allontanare il pericolo di una nuova guerra civile, fece delle promesse simili a quelle del [[Trattato di La Jaunaye]], con la differenza che questa volta fece rispettare i termini stabiliti dal trattato: consentì la libertà religiosa e promise di non perseguitare i sacerdoti refrattari, inoltre sospese il servizio militare a patto di porre fine all'insurrezione, ma di contro avrebbe giustiziato chi non l'avesse fatto.
 
La maggior parte dei capi vandeani e chouan accettarono gli accordi di Pouancé, fatta eccezione per [[Georges Cadoudal|Cadoudal]] che continuò a combattere e dopo tre battaglie contro l'esercito repubblicano (che qualche anno dopo sarebbe divenuto [[Primo Impero francese|imperiale]]), per fermarlo Napoleone gli propose di diventare generale, se si fosse arreso e se avesse congedato i suoi uomini, ma Cadoudal rifiutò e si rifugiò a [[Londra]].
 
In seguito attuerà altri provvedimenti a vantaggio degli abitanti della "Vandea Militare": il [[28 dicembre]] [[1799]] assegnerà dei consoli della repubblica ai dipartimenti dell'Ovest; nel [[1801]] verrà stipulato il [[Concordato del 1801|Concordato]] tra la Napoleone e papa [[Pio VII]] con il quale si riconosceva il cattolicesimo come maggiore religione dello stato e si ripristinavano i diritti che erano stati tolti con la [[Costituzione civile del clero]]; nello stesso [[1801]] farà anche un indennizzo per il patrimonio immobiliare della [[Vandea]] e nel [[1811]] lo estenderà anche alla [[Loira atlantica]] e al [[Deux-Sèvres]].
 
==Quarta Guerra di Vandea==
[[Immagine:LouisDeLaRochejacquelein.jpg|thumb|[[Louis de La Rochejaquelein]]]]
Nel marzo [[1813]] il fratello minore di [[Henri de La Rochejaquelein]], [[Louis de La Rochejaquelein|Louis]] tentò diverse volte di dare iniziò all'insurrezione, ma dal [[1813]] al [[1814]] (anno in cui [[Luigi XVIII di Francia|Luigi XVIII]] divenne re di Francia) non riuscì a dare iniziò all'insurrezione vera e propria che si era vista negli anni precedenti.
 
Bisognerà aspettare due anni per lo scoppio della quarta guerra di Vandea: il [[11 marzo]] [[1815]] [[Charles Marie de Beaumont d'Autichamp|d'Autichamp]] e di [[Pierre-Jean-Baptiste Constant de Suzannet|Suzannet]], a seguito ad una riunione insieme ad altri capi vandeani tenuta nei pressi di [[Nantes]] ordinarono l'insurrezione della "Vandea Militare" per il [[15 marzo]].
 
Il [[15 maggio]] Suzannet raccolse 5.000 uomini a [[Legé]] e altrettanti ne aveva d'Autichamp a [[Jallais]], [[Charles Sapinaud|Sapinaud]] ne raccolse 4.000 a [[Herbiers]], [[Auguste de La Rochejaquelein]] (fratello di Henri e Louis) ne aveva 2.000 a [[Aubiers]]. Nel frattempo Louis de La Rochejaquelein e alcuni fedelissimi scortarono [[Luigi XVIII di Francia|Luigi XVIII]] prima a [[Gand]], in [[Belgio]] e poi direttamente in [[Regno di Gran Bretagna|Gran Bretagna]]; ritornato in Francia il [[16 maggio]] sbarcherà a Saint-Gilles-sur-Vie (oggi [[Saint-Gilles-Croix-de-Vie]]) mettendo in fuga i 200 uomini che la presidiavano e portando con sé molte armi e munizioni che distribuirà agli insorti.
 
[[Napoleone]] mandò quindi il generale [[Jean-Pierre Travot|Travot]] per combattere i vandeani, il [[18 maggio]] attaccherà una colonna vandeana a [[L'Aiguillon-sur-Vie]], composta da carri di munizioni e armi, ma il combattimento si svolse in un [[Bocage]] cosa che favorì i vandeani che respinsero le truppe regolari di Travot. Il generale francese si prenderà la rivincita il [[20 maggio]], attaccando di notte [[Aizenay]] nonostante si trovasse in netta inferiorità numerica, nel combattimento riuscì ad uccidere diversi vandeani e alcuni comandanti.
 
Il [[19 maggio]] tutti i capi vandeani si riunirono a [[Palluau]] e dopo quasi vent'anni dall'ultima volta, elessero un nuovo generalissimo dell'[[Esercito cattolico e reale]], la scelta ricadde su Louis de La Rochejaquelein, in quanto iniziatore di questa nuova insurrezione.
 
Anche in questa occasione non mancarono le liti interne ai comandanti vandeani, il [[29 maggio]] tutti gli eserciti vandeani si sarebbero dovuti incontrare a [[Soullans]] per cercare una migliore organizzazione, ma si incontreranno solo Sapinaud e Auguste de La Rochejaquelein, perché Suzannet venne fermato da una colonna imperiale, mentre i generali Malartie, Flavigny e Béraudière, accetteranno l'armistizio offerto da [[Joseph Fouché]] e si fermarono a [[Falleron]]. Napoleone gli chiese poi di proporre agli altri capi vandeani la resa e questi obbedirono inviando a Louis de La Rochejaquelein una lettera il [[31 maggio]], con la quale tentarono di scoraggiare il generale vandeano scrivendogli che sarebbero arrivate altre truppe imperiali a rinforzo e che loro non avrebbero più combattuto; anche altri capi vandeani erano favorevoli ad un accordo con il governo, ma La Rochejaquelein rifiutò ogni compromesso e in risposta il [[2 giugno]] fece sbarcare a Croix-de-Vie (oggi [[Saint-Gilles-Croix-de-Vie]]) delle navi inglesi che giunsero a portare rinforzi e rifornimenti, La Rochejaquelein venne anche informato dai comandanti inglesi che si stava avvicinando una colonna del generale Travot che sfilò accanto all'esercito di Suzannet senza che questi l'attaccasse. <br/>
Arrivati a Saint-Gilles, gli imperiali fecero fucilare i vandeani che presidiavano la città, per proteggere lo sbarco e caricarono le truppe di La Rochejaquelein che nel frattempo continuò a fare scaricare le navi, la battaglia durò un paio di giorni, il [[4 giugno]] il generale Estève giunse a rinforzo e caricando i vandeani inizialmente venne respinto, ma durante lo scontro i fratelli La Rochejaquelein rimasero uccisi, questo mandò nel panico i vandeani che abbandonarono la battaglia.
 
Anche se la guerra sembrava volgere al termine, si cercò comunque di prolungarla il più possibile; infatti venne eletto come nuovo generalissimo [[Charles Sapinaud]] e gli scontri continuarono fino alla battaglia decisiva avvenuta il [[21 giugno]]: [[Pierre-Jean-Baptiste Constant de Suzannet|Suzannet]] si scontrerà con il generale [[Jean Maximilien Lamarque|Lamarque]] a [[Rocheservière]] dove morirà prima che la battaglia avesse inizio colpito da un proiettile vagante, Lamarque non ebbe poi difficoltà a disperdere gli uomini di Suzannet, prese poi [[Boulogne]] e [[Thouars]].
 
Il [[24 giugno]] [[1815]] firmarono l'armistizio a [[Tessoualle]], vicino [[Cholet]], il giorno successivo vennero poi a sapere della [[Battaglia di Waterloo|sconfitta a Waterloo]] (avvenuta il [[18 giugno]] [[1815]]), che determinò la fine del regno di Napoleone, nonostante tutto erano ugualmente riusciti ad aiutare [[Luigi XVIII di Francia|Luigi XVIII]] a salire al trono.
 
==Note==
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==Bibliografia==
* Babeuf, Gracchus. ''La guerra della Vandea e il sistema di spopolamento'', effedieffe, Milano, 1989, ISBN 88-85223-02-8
* Choudieu, René-Pierre. ''Mémoires et notes de Choudieu: représentant du peuple à l'assemblée''
* Clénet, Louis-Marie. ''La Contre-révolution'', Parigi, PUF, 1992, ISBN 2130442013
* Courcelles, Jean Baptiste Pierre. ''Dictionnaire historique et biographique des généraux français'', 1832
* Crétineau-Joly, Jacques. ''Histoire de la Vendée militaire'', 1838
* Dupuy, Roger. ''La République jacobine, Terreur, guerre et gouvernement révolutionnaire, 1792-1794''
* Greer, Donald. ''The Terror, a Statistical Interpretation'', Cambridge, 1935, ISBN 0844612111
* Kléber, Jean-Baptiste. ''Mémoires politiques et militaires, Vendée, 1793-1794''
* Martin, Jean-Clément,
**''La Vendée et la France'', Éditions du Seuil, 1987, ISBN 2020095513
**''Blancs et Bleus dans la Vendée déchirée'', Découvertes/Gallimard, 1986
* Petitfrère, Claude. ''La Vendée et les Vendéens'', Gallimard, 1982 ISBN 2070256340
* Prudhomme, Louis Marie. ''Histoire générale et impartiale des erreus, des fautes et des crimes commis pendant la Révolution Français'', Parigi, 1797
* de Pusaiye, Joseph. ''Mémoires du comte Joseph de Puisaye'', 1803-1808
* de la Rochejaquelein, Victoire de Donnissan. ''Mémoires de Madame la marquise de la Rochejaquelein'', 1815
* Secher, Reynald,
**''Il genocidio vandeano'', effedieffe, Milano, 1991, ISBN 88-85223-03-6
**''La Chapelle-Basse-Mer, village vendéen : révolution et contre-révolution'', Perrin, 1986
* Turreau, Louis Marie. ''Mémoire pour servir à l'histoire de la guerre de Vendée'', 1824
 
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==Voci correlate==
* [[Rivoluzione francese]]
* [[Primo Impero francese]]
* [[Restaurazione]]
* [[Esercito Cattolico e Reale]]
* [[Chouan]]
 
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