Sonny Liston e Hokkaido Prefectural Sports Center: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Boffi (discussione | contributi)
 
IrishBot (discussione | contributi)
m Bot: orfanizzo redirect Hokkaido
 
Riga 1:
{{S|stadi del Giappone}}
{{Bio
{{Impianto sportivo
|Nome = Charles L
|nomestadio = Hokkaido Prefectural Sports Center
|Cognome = Liston
|soprannome =
|PostCognome = detto '''Sonny'''
|immagine = Kita-eru-Espolada.jpg
|Sesso = M
|ubicazione =
|LuogoNascita = Sand Slough, St. Francis County, (Arkansas)
|nazione = JPN
|GiornoMeseNascita = 8 maggio
|uso = pallavolo
|AnnoNascita = 1932 (?)
|uso2 = pallacanestro
|LuogoMorte = Las Vegas
|superficie edificio =
|GiornoMeseMorte = 30 dicembre
|superficie totale =
|AnnoMorte = 1970
|struttura = Palazzo dello sport
|Attività = pugile
|copertura =
|Nazionalità = statunitense
|annofondazione =
|Immagine = Sonny Liston}}
|annoapertura = 1999
|proprietario = [[Prefettura di Hokkaido]]
|usufruttuario = Levanga Hokkaido
|usufruttuario2 = [[Espolada Hokkaido]]
|materiale superficie = Parquet
|dimensioni terreno =
|pista atletica =
|costo =
|progetto =
|ristrutturazione =
|costi di ricostruzione =
}}
'''Hokkaido Prefectural Sports Center''' è un [[arena coperta|palazzetto dello sport]] situato a [[Sapporo]], [[Hokkaidō]] in [[Giappone]].
 
==Eventi==
Protagonista dell’età d’oro della boxe, campione del mondo dei pesi massimi dal 1962 al 1964, primo grande avversario di [[Cassius Clay]], Sonny Liston è tuttora reputato tra i colossi della storia del [[pugilato]] ed ultimo rappresentante di una boxe violenta e condizionata dalla mafia.
Il palazzetto ospita eventi sportivi e concerti.
 
===Sport===
== Dal carcere al ring ==
*Fase a gironi del [[Campionato mondiale di pallavolo femminile 2006]].
*Alcune partite del [[Campionato mondiale maschile di pallacanestro 2006]].
*Fase a gironi del [[Campionato mondiale di pallavolo femminile 2018]].
 
== Altri progetti ==
Nato in una piantagione dell’[[Arkansas]] tra i 25 figli di un mezzadro abusivo, [[Tobe Liston]], tredicesimo figlio della madre [[Helen Baskin]], Charles L. Liston, detto Sonny, ebbe un’infanzia miserabile: da adulto portava ancora sulla schiena i segni delle frustate che aveva subito da bambino. "The only thing my old man ever gave me," disse una volta, "was a whipping." (L'unica cosa che mi ha insegnato il mio vecchio sono state le botte). Non risulta sia mai andato a scuola.
{{interprogetto}}
Discussa la data di nascita di Liston: il suo nome non risulta dai dati censuari del [[1930]], ma secondo alcuni potrebbe essere nato e non registrato tra il [[1925]] ed il [[1929]]. Secondo l’[[FBI]], Liston avrebbe avuto da una donna due figlie nate rispettivamente nel [[1946]] e nel [[1950]]. Dopo il suo primo arresto, nel 1949, Liston dichiarò alla polizia di avere 21 anni; in tal caso sarebbe nato nel 1928 ed all’epoca dei due match con [[Cassius Clay]] poteva avere 36-37 anni, cioè 15 più dello sfidante.
 
{{Portale|architettura|pallacanestro|pallavolo}}
Dopo la separazione dei genitori nel [[1946]] seguì la madre a [[St. Louis]]. Qui entrò a far parte un gruppetto di piccoli delinquenti dediti a furti e rapine. Identificato dalla polizia, nel [[1949]] fu arrestato per una rapina di pochi dollari compiuta ad una stazione di benzina (con l'aggravante del possesso di un'arma). Nel [[1950]] il tribunale lo condannò a 29 mesi di carcere.
 
Liston scontò la sua pena a [[Jefferson City]], nel [[Missouri State Penitentiary]], dove due preti cattolici cappellani del carcere, padre [[Edward Schlattmann]] e padre [[Alois Stevens]], intuirono le sue grandi potenzialità nel pugilato, insegnandogli i primi rudimenti.
 
Il ragazzo, che tutti chiamavano Sonny, appariva straordinariamente dotato per la boxe: pesante a soli vent’anni 92 chili per 1 metro e 85, aveva un collo taurino (52 cm di giro) e mani dalle proporzioni gigantesche (il diametro del pugno misurava 39 cm.), tali da richiedere speciali guantoni confezionati appositamente per lui.
 
Un giorno fu organizzata nella prigione una sessione di allenamento con un buon peso massimo professionista, [[Thurman Wilson]]. Dopo quattro round contro il giovane Liston, Wilson abbandonò malconcio il match.
 
Segnalato da [[Monroe Harrison]], detto “Muncey”, già sparring partner di [[Joe Louis]] e allenatore del pugile [[Archie Moore]] e con l’appoggio di alcuni giornali locali, Liston ottene nel 1952 la scarcerazione sulla parola. Iniziò a lavorare come manovale in un’azienda metalmeccanica grazie a [[Frank Mitchell]], direttore di un giornale locale e titolare di una piccola scuderia di pugili, collegato alla mafia.
 
== Inizi della carriera ==
 
La carriera dilettantistica di Sonny Liston fu breve e sorprendente. Nel febbraio [[1953]] vinse con facilità il torneo [[Midwest Golden Gloves]], la principale competizione per giovani pugili americani, battendo con un KO alla prima ripresa [[Ed Sanders]], fresco vincitore della medaglia d’oro alle [[Olimpiadi]] del [[1952]]. Il povero Sanders morirà l’anno seguente per emorragia celebrale dopo l’incontro con [[Willie James]] per il titolo del New England ma i suoi familiari ritennero che i danni celebrali risalissero al durissimo match contro Liston.
 
A questa vittoria seguì in marzo quella del [[National Golden Gloves]] contro [[Julius Griffin]] (Ko al primo round). Liston il 22 giugno [[1953]] conquistò a [[Chicago]], davanti a 7.460 spettatori l'[[International Golden Gloves]], cioè il campionato del mondo dei [[Golden Gloves]], mettendo Ko alla prima ripresa, dopo 2 minuti e 16 secondi, il campione europeo in carica, il tedesco [[Hermann Schreibauer]].
 
Il giovane campione mostrava velocità, sapienza tecnica e potenza del tutto inusitate per un dilettante, tanto che la stampa lo definì ben presto il nuovo [[Joe Louis]].
 
Una curiosità riguarda l’unica sconfitta da dilettante di Liston, avvenuta contro il giovane [[“Big” George Brock]] di [[Saint Louis]], divenuto in seguito un celebre cantante blues. "I'm the man who beat Sonny Liston" è un brano dell’ultimo suo disco (2006) “Round Two”.
 
Liston era intanto entrato grazie a Mitchell nell'orbita di un organizzatore legato alla mafia, [[John Vitale]], che ne affrettò l’esordio professionistico, che avvenne il 2 settembre [[1953]], quando Liston sconfisse con un KO alla prima ripresa (dopo soli 33 secondi) il pugile di [[Louisville]] [[Don Smith]].
 
Nei tre anni successivi, il boxeur conseguì vittorie contro una ventina di pugili, tra cui il quotato [[Johnny Summerlin]], sconfitto per due volte ai punti a [[Detroit]] nel [[1954]]. Entrambi gli incontri furono trasmessi sulla rete televisiva nazionale.
 
In quegli anni Sonny Liston incappò anche in una sconfitta, ai punti, contro [[Marthy Marshall]], un pugile molto agile che praticava una boxe "da clown": alla seconda ripresa, dopo essere andato al tappeto, Marshall si rialzò improvvisamente lanciando un urlo; Liston si mise a ridere ma fu colpito con un diretto che gli lussò la mascella. Proseguì allora il match con la bocca aperta, ma un altro colpo di Marshall gli fratturò definitivamente la mascella. Nonostante la menomazione, Liston riuscì a terminare il match, che perse ai punti.
 
L'incontro registrò la prima manipolazione da parte della mafia: Liston riferì che all'inizio dell'incontro “qualcuno” del giro di Vitale gli avrebbe “consigliato”, al fine di divertire maggiormente il pubblico, di far durare il match per almeno quattro riprese. L’inaspettata sconfitta di Liston – più quotato di Marshall – arricchì qualche scommettitore. Nella doppia rivincita, Liston sconfiggerà Marshall a [[St. Louis]] nel ’55 e con un feroce KO a [[Pittsburgh]] nel [[1956]].
 
== Il mito dell’invincibile ==
 
Ancora analfabeta, dopo essere uscito dal carcere il giovane Liston aveva seri problemi con l’alcool e venne più volte fermato dalla polizia per vagabondaggio. Alternava in quel periodo l’attività di pugile con quella di guardaspalle di gangster mafiosi e di sfasciateste per conto del sindacato edile.
 
Una sera il pugile conobbe casualmente ad una fermata d’autobus un’operaia di nome [[Geraldine Clark]]. Era il 1956 e pioveva a dirotto. Liston scese dalla sua auto e prese in braccio la Clark per metterla in salvo nella vettura: "una signora come lei - disse - non dovrebbe star lì a bagnarsi sotto la pioggia". Il 3 settembre 1957 si sposarono a [[St. Louis]].
 
Nuovi guai con la giustizia lo bloccarono per il biennio 1956-57.
 
Nell’aprile del 1956 fu arrestato in circostanze poco chiare: Liston avrebbe aggredito e disarmato un un poliziotto che gli aveva chiesto di spostare l’auto. In attesa del processo il pugile fu fermato altre tre volte per vagabondaggio e resistenza a pubblici ufficiali. Ne seguì un’altra condanna alla reclusione per otto mesi.
 
Osteggiato dalle principali federazioni pugilistiche, il pugile era sul punto di rinunciare alla boxe. Fu ancora una volta un sacerdote cattolico, padre [[Edward Murphy]] (lo stesso che pronuncerà la sua orazione funebre nel [[1971]]), a convincerlo a proseguire.
 
Lasciata St. Louis e trasferitosi con la famiglia a [[Philadelphia (Pennsylvania)|Filadelfia]], Liston era ormai nella piena maturità agonistica e negli anni seguenti sconfisse tutti i principali pretendenti al titolo mondiale dei pesi massimi.
 
Nel [[1958]], sesto nella graduatoria mondiale, vinse otto incontri. Il 28 gennaio a [[Chicago]] batté per KO [[Bill Hunter]], poi sconfisse [[Benjamin Wise]], [[Julio Mederos]], [[Wayne Bethea]], [[Ernie Cab]], [[Frankie Daniels]] e in due incontri [[Bert Whitehurst]] ai punti.
 
Nel [[1959]] Liston arrivò al primo posto nelle classifiche mondiali vincendo quattro match per KO e sconfiggendo [[Mike DeJohn]] in sei riprese, [[Willie Besmanoff]], il primo sfidante al titolo [[Cleveland Williams]], battuto per KO alla terza ripresa, e il forte cubano [[Nino Valdes]], crollato al tappeto nella terza ripresa.
 
Nel [[1960]] Liston, ancora in attesa di concorrere al titolo, disputò altri cinque match: la rivincita con Williams, sconfitto per Ko al primo round, [[Howard King]], [[Zora Folley]] e [[Eddie Machen]]. Furono in particolare le due vittorie sul temibile [[Cleveland “Big Cat” Williams]] a dare a Liston la convinzione di poter scalare il titolo.
 
Nell’aprile del [[1960]] suscitò grande impressione la vittoria di Liston sul quotato [[Roy Harris]], un bianco che nel [[1958]] aveva sfidato Patterson per il titolo perdendo alla 13 ripresa. Harris vantava 30 vittorie (9 per KO) e la sola sconfitta con il campione del mondo. L’incontro fu una dimostrazione di predominio schiacciante: in soli tre minuti del primo round Liston atterrò ben tre volte Harris prima del KO definitivo.
 
Nel [[1961]] Liston sconfisse nuovamente [[Howard King]] ed il biondo di [[Amburgo]] [[Albert Westphal]], buon pugile europeo che vantava di non essere stato mai sconfitto per Ko, atterrato al primo round con un sinistro devastante.
 
L’ascesa del picchiatore dell’Arkansas fu una delle più clamorose della storia della boxe e rivoluzionò in un paio d’anni i rankings della categoria. In pochi mesi Liston aveva sconfitto i tredici principali sfidanti al titolo mondiale. Nella loro carriera quei pugili contarono complessivamente 419 vittorie e 99 sconfitte. Sedici di quelle sconfitte, le più pesanti, avvennero nei tre anni tra il 1958 ed il 1960 negli incontri con Liston.
 
Nonostante la pessima fama che lo circondava, Liston poteva ormai sfidare il campione mondiale in carica [[Floyd Patterson]], un ex peso medio in carica dal [[1956]] salvo una breve interruzione nel 1959-60.
 
== Grande orso cattivo ==
 
La facilità delle sue vittorie spinse gli esperti a definire Sonny Liston come il più forte picchiatore mai visto sul ring dopo il ritiro di [[Joe Louis]], detto il “”bombardiere nero””, mitico campione mondiale degli anni Trenta e Quaranta.
 
La sua boxe era semplice ma molto efficace. Forte con entrambe le mani, massiccio, Liston non era velocissimo ma aveva un buon gioco di gambe, in grado di consentirgli di preparare la combinazione del destro con il lunghissimo e potente gancio sinistro che il più grande critico della boxe, [[Nat Fleischer]], definì “il piccolo treno”.
 
Nella gestione del ring Liston non prendeva rischi inutili. Accompagnando ogni azione con un movimento laterale, indietreggiava quando non aveva raggiunto il suo scopo. Pugni sempre alti, usava il jab per tenere costantemente lontano l’avversario, e costringerlo a scoprirsi.
 
Della mitica potenza di Liston – forse superiore a quella di ogni altro pugile che abbia mai calcato il ring - si raccontano episodi ai limiti della leggenda: testimoni hanno riferito che una volta in palestra il campione avrebbe provocato con un solo pugno il cedimento del gancio di sospensione del sacco di allenamento. In combattimento mostrava un furore distruttivo senza eguali e nessuno dei suoi avversari ha mai dimenticato la durezza dei colpi di Liston, portati con spietata e micidiale precisione.
 
A [[Chicago]] il 6 agosto 1958 Liston colpisce così selvaggiamente il suo avversario [[Wayne Bethea]], da fargli perdere sette denti, che a fine match (sospeso per Ko tecnico) sono raccolti nel paradenti e sparsi sul tappeto del ring. In alcuni match, i malcapitati avversari finiscono KO scaraventati fuori dalle corde del ring o sono colpiti brutalmente da Liston persino quando sono sulle ginocchia.
 
[[Eddie Machen]] si vantava di essere riuscito a terminare in piedi il suo confronto con Liston. Il pugile in realtà per l'intero match aveva corso come un forsennato per evitare le bordate di Liston, che osservò: "Per ballare il tango bisogna essere in due, e stasera in pista ero da solo".
 
Era persino difficile trovare ''sparring partners'' per i suoi allenamenti. Per 50 dollari non se la sentivano di essere malmenati dal campione.
 
Liston, dopo [[Louis]] e prima di [[Clay]], usa inoltre l'arma psicologica per sconfiggere i suoi avversari prima ancora dell'inizio del match. [[Patterson]] ne fu vittima più di ogni altro. Gli abbigliamenti (la "tunica del boia"), i rituali precedenti il match come la rilevazione del peso, e il truce cipiglio sembravano studiati apposta per annientare psicologicamente l'avversario. Il suo sparring partner [[Jack McKinney]] testimoniò che prima di un allenamento era impossibile guardarlo negli occhi senza avere la precisa sensazione di stare per morire.
 
E' [[Norman Mailer]] a descrivere efficacemente lo sguardo di Liston: "From the advance publicity one had expected to look into two cracks of dead glass, halfway between reptile and sleepy lizard, but they were actually dark, brimming, eloquent… You did not feel you were looking at someone attractive, you felt you were looking at a creation".
 
Il terrore dei suoi avversari iniziava prima ancora di salire sul ring. Lo stesso [[Cassius Clay]], ventiduenne, ne è vittima: nelle visite mediche precedenti il match del [[1964]], all’arrivo del campione del mondo in carica - che lui chiamava l'orribile orso - fu sopraffatto dallo spavento, tanto che i medici registrarono un abnorme sbalzo della sua pressione sanguigna. Fu necessaria un'altra misurazione per tranquillizzare i sanitari.
 
Nel [[1991]] Clay confessò al giornalista [[Thomas Hauser]]: “I was scared. Sonny Liston was one of the greatest fighters of all time. He hit hard and he was fixing to kill me. But I was there, I didn’t have no choice but to go out and fight.” (Ero spaventato. Sonny Liston era uno dei più grandi pugili di ogni tempo. Colpiva duro ed era deciso ad uccidermi. Ma ero là, non avevo scelta: vado e combatto).
 
A tale immagine di Liston si contrappone fuori dal ring quella di un uomo generoso e gentile, capace di grandi ironie ed amico dei bambini. Numerose le sue donazioni a poveri, detenuti, attività sociali. Il suo allenatore [[Will Reddish]] disse un volta: “non ho mai visto Sonny fare una cattiva azione.”
 
== “Il pugile della mafia” ==
 
I procuratori del campione in carica [[Floyd Patterson]] riuscirono per anni ad evitare la sfida con Liston a causa dei suoi legami con la mafia.
Il pugilato in cui gareggia il boxeur dell’[[Arkansas]] è uno sport ancora dominato dall’affare, dalle informazioni, dal gioco esasperato delle scommesse. Lo spettacolo del ring non conosce la Tv satellitare ma ambienti fumosi e popolati da loschi figuri. La stampa non ama il pugile, ritenuto un gangster legato alla malavita.
 
Il '''comitato parlamentare sulla criminalità organizzata''', presieduto dal senatore democratico [[Estes Kefauver]] del [[Tennessee]], appurò che la [[Mafia]] fin dagli inizi aveva il pieno controllo sul boxeur.
 
Negli anni 50 Liston era utilizzato dalla mafia di [[St. Louis]] per riscuotere le "quote" dei taglieggiati terrorizzandoli. Si diceva: "you paid Sonny or you woke up in the middle of next week" (Paga Sonny, o la prossima settimana sarai svegliato nel cuore della notte).
 
La [[mafia]] aveva già realizzato enormi affari con Liston: ne aveva pilotato negli anni la carriera e gli aveva requisito gran parte dei guadagni. Per ogni incontro di Liston il 52 per cento finiva a [[Frankie Carbo]], la principale potenza della boxe americana; il 12 per cento ciascuno a [[John Vitale]] ed a [[Frank Palermo]] detto Blinky, ed il 24 per cento a [[Joseph ‘Pep’ Barone]].
 
L’incredibile serie di vittorie consecutive di Liston (26 di cui 21 per KO) aveva peraltro stimolato il giro delle scommesse, su cui la mafia prosperava. Mai risultarono incontri truccati a favore del pugile.
 
Attorno a Liston gravitava anche un ex pugile chiamato [[Robert B. “Barney” Baker]], un affarista collegato a [[Sam Giancana]], boss di [[Chicago]], e personaggio importante dell’organizzazione del criminale mafioso [[James “Jimmy” Hoffa]]. Baker risultò implicato nell’organizzazione dell’attentato di [[Dallas]] nel [[1963]] nel quale fu ucciso il Presidente americano [[John F. Kennedy]]. Risultò indirizzata a Baker l'ultima chiamata telefonica che fece il pregiudicato [[Jack Ruby]] prima di assassinare l'attentatore di Kennedy [[Lee J. Oswald]].
 
I manager di Liston erano tutti legati alla mafia: dopo [[Frank Mitchell]] si alternano [[Jack Nilon]], [[Joe "Pep" Barone]], [[Eddie Polino]], [[Dick Sadler]].
 
Per le sue amicizie compromettenti, alcune commissioni pugilistiche tra cui quelle di [[Philadelfia]] e di [[New York]], inibirono l’attività a Liston e nel [[1961]] la [[National Boxing Association]] lo sospese dall’attività.
 
Al fine di superare le riserve legali, Liston nominò come manager [[George Katz]], non sospetto di legami con la mafia. In un periodo successivo tuttavia se ne liberò, tornando alle vecchie amicizie.
 
== Patterson accetta la sfida ==
 
Liston avrebbe voluto combattere contro Patterson nel [[Madison Square Garden]] di [[New York]], il tempio storico del pugilato. Ma questo non era possibile. Le autorità di New York ritenevano che Liston non avesse mai tagliato i legami con la Mafia.
 
Vista l'importanza che allora rivestiva negli USA il campionato mondiale dei massimi, molti ritenevano la figura del pugile dell’Arkansas socialmente improponibile.
 
[[Charles Larson]], presidente del [[United States National Boxing Association]], riteneva Patterson il miglior campione del mondo possibile: "In my opinion – dichiarò - Patterson is a fine representative of his race, and I believe the heavyweight champion of the world should be the kind of man our children could look up to as they have always done, as hero-worshipers. If Liston should become champion before he had rehabilitated himself, it might well be a catastrophe." ("A mio avviso Patterson è rappresentante dignitoso della sua razza, e credo che il campione del del mondo dovrebbe essere il tipo d’uomo che i nostri bambini potrebbero ammirare come un eroe. Se Liston conquistasse il titolo prima di riabilitarsi, sarebbe rovinoso").
 
Replicò sir [[David Harrington Angus Douglas]], ventesimo [[marchese di Queensberry]], discendente diretto dell’inventore della boxe moderna. "It wasn't all that relevant - disse in pubblico - whether or not Liston was a good character. If he's not in prison at the moment, he must currently be legally straight. If he's a good boxer, he must be entitled to a fight with Patterson." (“E' del tutto irrilevante se Liston abbia o meno un buon carattere. Se non è in prigione, ha legalmente diritto a disputare un incontro. Se è un buon boxer, deve poter combattere con Patterson").
 
Intanto la stampa premeva per l'incontro del secolo. Nell’ottobre [[1960]] l’autorevole rivista [[Ring]] scriveva: “Nessun peso massimo ha mai fatto di più di Sonny per guadagnare una sfida per il titolo mondiale dei pesi massimi”. (No heavyweight has done more to earn a heavyweight championship fight than Sonny).
 
Vista la resistenza delle principali organizzazioni americane su Liston, alcuni promotori ebbero l’idea di organizzare un incontro tra Liston e l’ex campione del mondo [[Ingemar Johansson]], da disputarsi nel dicembre [[1961]] a [[Toronto]] o [[Montreal]] in [[Canada]].
 
La questione assunse importanza nazionale, tanto che lo stesso Presidente [[John Fitzgerald Kennedy]] chiese pubblicamente a [[Patterson]], durante un party alla Casa Bianca, di mettere fine alla paradossale situazione e porre in palio il suo titolo contro il picchiatore dell’Arkansas. “Perché non affrontate Liston?“ chiese Kennedy, ed aggiunse: “È indubbiamente uno sfidante degno di voi“. Patterson fu costretto a rispondere di sì: “I'm gonna fight Liston."
 
Liston commentò la vicenda così: "Frankly, I don't think Patterson would have fought me if he hadn't promised the president. I believe Floyd found himself in a position where he couldn't go back on his word. After all, you don't tell the President of the United States that you are going to do something and then fail to do it." (Francamente, non penso che Patterson avrebbe combattuto con me se non l’avesse promesso al presidente. Floyd non poteva rimangiarsi la promessa. Dopo tutto, non puoi promettere al Presidente degli Stati Uniti di fare una cosa, e poi tirarti indietro).
 
La sfida tra il buono e il cattivo, il campione nero istruito ed integrato (Patterson) e l’ex galeotto appariva emblematica. Liston è il cattivo per definizione, ma il pugile non se ne cruccia: "I'm the bad guy – disse una volta – okay, people want to think that, let them" (Sono un tipaccio, va bene, la gente vuol pensare questo. Che facciano pure).
 
Pur di combattere con il campione in carica, lo sfidante limitò la sua borsa a 250.000 dollari, un quinto di quanto spettò a Patterson.
 
L’incontro, disputatosi in Comiskey Park di Chicago il 25 settembre del 1962 alla presenza di [[Frank Sinatra]], durò solo 2 minuti e 10 secondi. Sonny Liston tramortì con un clamoroso [[KO]] Patterson, che alle corde fu colpito da una terribile combinazione di destri e sinistri.
 
Ogni colpo dello sfidante sembrava affondare nella guardia del campione come la lama nel burro: la schiacciante superiorità di Liston fece osservare ai cronisti che sembrava un match tra pugili di due categorie differenti. Finalmente il pugile dell’Arkansas era diventato campione dei pesi massimi, una categoria che di fatto dominava dal 1958.
 
È la [[BBC]] a mandare in onda la celebre radiocronaca: “At 2:06 of round number one, boxing's worst nightmare became a reality. In the same stadium where [[Joe Louis]] forty years before washed clean the sins of [[Jack Johnson]], Sonny Liston rekindled the flame of hatred that had burned so brightly in opposition to [[Jack Johnson]] that a quarter century passed before a black was allowed to fight for sports most cherished crown. Now the specter of another bad black man was specter no more. He was real, and his name was Charles Sonny Liston.”
 
Umiliato sul ring, il povero Patterson fu costretto a lasciare lo stadio da un’uscita secondaria, camuffato con baffi e barba posticci.
 
== The champ nobody wanted ==
 
L'America non fu contenta del nuovo campione del mondo dei massimi. L'ascesa a dir poco esagerata dell'ex galeotto sembra la rivincita dei bassifondi sul sogno americano, il trionfo del malaffare sulla virtù, il rovesciamento della logica della civiltà. Tanto da imbarazzare anche il [[movimento per i diritti civili]], ormai in crescita in tutto il Paese. I suoi leader se la cavano affermando senza troppa convinzione che la storia di Liston è una favola di riscatto.
 
“Sonny Liston – ha scritto [[LeRoi Jones]] – was the big black Negro in every white man's hallway; (….) was "the huge Negro," the "bad nigger," a heavy-faced replica of every whipped-up woogie in the world. He was the underdeveloped have-not (politically naive) backward country, the subject people, finally here to collect his pound of flesh”. (Sonny Liston era il negro grande e scuro da sempre negli incubi di ogni uomo bianco; era "il negro enorme," "il cattivo negro”; era il paese povero e sottosviluppato (politicamente ingenuo), il popolo sottomesso, che finalmente usciva allo scoperto a raccogliere la sua libbra di carne).
 
Non stupisce che il neo campione del mondo sia snobbato da [[Philadelphia (Pennsylvania)|Philadelphia]], la sua città: nessuno andò ad accoglierlo all'areoporto. La delusione di Liston fu enorme. "I didn't expect – disse amareggiato al giornalista [[Jack McKinney]] - the president to invite me into the White House and let me sit next to Jackie and wrestle with those nice Kennedy kids. But I sure didn't expect to be treated like no sewer rat." (“Non mi aspettavo che il presidente mi invitasse alla Casa Bianca per farmi sedere accanto a Jackie e farmi giocare alla lotta con i piccoli, ma non mi aspettavo nemmeno di essere trattato come un topo di fogna”).
 
La rivista ''Esquire'' nel numero natalizio ritrae Liston nei panni di [[Santa Claus]] (la geniale foto era di [[Carl Fisher]]), e qualcuno commenta: "is the last man on earth America wanted to see coming down its chimney." (è l'ultimo uomo sulla terra che l'America avrebbe desiderato veder scendere dal camino).
 
Una certa simpatia accolse Liston tra il pubblico televisivo, per via della sua semplicità e della sofferta storia personale, fatta di violenza, analfabetismo e povertà. "Ever since I was born – raccontò ad un giornalista – I've been fighting for my life.". (Da quando sono nato, ho combattuto per la mia vita). Il campione era di poche e sofferte parole. Trovava modo di comunicare agevolmente solo con i bambini e con i vecchi. La moglie Geraldine lo chiamava Charles e lo definiva uomo premuroso e piacevole (a nice thoughtful man).
 
Liston era comunque un “personaggio”: partecipò a vari programmi televisivi (tra i quali i popolari [[The Jack Benny Show]], [[The Ed Sullivan show]] e [[The Billy Graham Show]]) e come ''testimonial'' della compagnia aerea [[TWA]]. Fu chiamato ad arbitrare alcuni incontri, ed anche il match valido per il titolo mondiale dei medioleggeri tra [[Denny Moyer]] e [[Joey Giambra]] il 20 ottobre 1962 a [[Portland]] nell'[[Oregon]].
 
Sia pure surclassato, [[Floyd Patterson]] aveva intanto diritto ad una rivincita. A Las Vegas il 22 luglio [[1963]], con una borsa in palio di 1 milione di dollari, Liston batté nuovamente Patterson per KO al primo round, dopo avergli inflitto ben tre atterramenti in soli 2 minuti e 20 secondi di combattimento. Dopo la vittoria, Liston ebbe finalmente un trionfo nella sua nuova città di residenza, [[Denver]] in [[Colorado]].
 
In quei giorni Liston si confrontò a suo modo anche con la politica. Fu ricevuto con tutti gli onori alla Casa Bianca dal vicepresidente [[Lyndon Johnson]]. Partecipò a Denver a una marcia per i diritti civili dei neri americani. Non ripeté però l’esperienza a Birmingham, perché – disse – “non sono un cane ammaestrato”.
 
Il successo tuttavia non cambiò il pugile: secondo testimoni attendibili, dal [[1963]] aveva ripreso a bere. Risalgono a questo periodo due nuovi arresti per ubriachezza e resistenza alla forza pubblica, e due probabili casi di tentata violenza sessuale. Nella sua sregolata vita il campione finì in carcere per ben 19 volte e subì 240 denunce.
 
== La tentazione europea ==
 
L’esito dei due confronti con Patterson aprì un problema circa i possibili sfidanti del nuovo campione, che nei quattro anni precedenti aveva battuto tutti i protagonisti della categoria. Anche un match con l’unico che era scampato al massacro (lo svedese [[Johansson]]) sarebbe stato troppo sbilanciato. Questa situazione fini per danneggiare lo stesso Liston, che in tre anni (tra la metà del 1961 e il febbraio del 1964) disputò solo tre incontri ufficiali (quello con Westphal e i due con Patterson) per un totale (dedotti i tempi dei 6 KO) di appena quattro minuti effettivi di combattimento.
 
Arrivato al titolo atleticamente maturo, Liston era impegnato in continui impegni mondani e d’affari, dedicandosi sempre meno alla palestra. La sua sicurezza era avvalorata dall’assenza di campioni al suo livello, ma ne evidenziava il rischio latente di declino, possibile in un atleta ormai avanti negli anni dal fisico massiccio e poderoso.
 
La mafia esercitava ancora un forte controllo sul campione. In carcere Frank Carbo, il campione del mondo avviò una lunga tournee pubblicitaria nel 1963 in Svezia, Danimarca, Finlandia, Scozia ed Inghilterra. Probabilmente Liston aveva in animo di trasferirsi per qualche tempo in Europa ed avrebbe voluto combattere con il pugile inglese [[Henri Cooper]]: interpellato a Londra su una possibile sfida con [[Cassius Clay]] affermò: “Clay chi? Ma lo sa Clay quanti anni io ho dovuto attendere prima di poter avere una chance per il titolo?”
 
Ma Cooper non alcuna intenzione di sfidare il neo campione. Celebre la battuta del suo manager: “If we saw Sonny Liston coming, we’d quickly cross the street.” (“Se vedessimo Liston venirci incontro per strada, passeremmo in fretta dall’altra parte").
 
A Londra Liston incontrò ripetutamente due boss mafiosi (i gemelli [[Ronald e Reginald Kray]], ex pugili), referenti inglesi della mafia italo americana, che verosimilmente potrebbero avergli offerto di rimettere in palio il titolo in [[Gran Bretagna]]. L’accordo non fu raggiunto, Liston venne alle mani con uno dei gemelli ed interruppe bruscamente la tournée tornando precipitosamente in patria anche a causa di polemiche derivanti da alcune sue amare dichiarazioni dopo la strage realizzata da membri del KKK nella chiesa Battista di Birmingham, Alabama, il 15 settembre 1963, nella quale morirono 4 ragazzine afroamericane. A Liston era sfuggito un … “Mi vergogno di essere americano”, che suscitò icastici commenti nella stampa sportiva, visto che a pronunciarla era un pregiudicato.
 
Ma l'organizzazione aveva già prescelto come sfidante il ventiduenne [[Cassius Marcellus Clay]], vincitore delle [[Olimpiadi di Roma]] nel [[1960]], reduce da 19 combattimenti vittoriosi da professionista. A Liston spiegarono che l’avversario era facile ed il match sarebbe stato una semplice formalità.
 
L’incontro fu fissato per il 25 febbraio [[1964]] a [[Miami]] in [[Florida]]; la sua organizzazione fu affidata ad un amico del boss Frankie Carbo, [[Chris Dundee]], fratello del trainer di Clay, un certo [[Angelo Mirenda]], più noto come [[Angelo Dundee]].
 
In realtà, la scelta di affrontare l’emergente Clay – pur rischiosa – costituiva anche per Liston, avviato verso i quaranta, un affare. Una accorta gestione del titolo negli anni, con sfidanti di scarso rilievo come aveva fatto Patterson, non avrebbe avuto prospettive economiche.
 
== Il primo match con Cassius Clay ==
 
Liston si mostrò molto amichevole nei confronti del giovane avversario, scherzando alla firma del contratto del match e partecipando alla sua festa di compleanno. Per tutta risposta, l’ambizioso sfidante avviò una campagna a beneficio della stampa per organizzare '''la caccia al grande orso brutto'''; si fece ritrarre sul ring contro un avversario camuffato da grizzly; girava con un pullman con enormi scritte contro l’avversario, facendo schiamazzi sul prato della villa di Liston, in uno dei quartieri popolati da bianchi. E mentre il giovane avversario si faceva ritrarre con i [[Beatles]] in tournee negli USA, il tesissimo campione (che rifiutò di incontrare la ''band'' inglese) tentava con furiosi allenamenti di recuperare il tempo perso.
 
Lo sfidante si avvicina intanto alla fede mussulmana. [[Malcom X]], suo ispiratore, dichiara alla stampa che il match è una moderna crociata: la croce e la mezzaluna che per la prima volta combattono sul ring per la vittoria. L’improvvisa conversione religiosa di Clay potrebbe essere stata determinata dalla volontà del giovane pugile di sfuggire al controllo criminale del ring, creando un forte diversivo di carattere politico.
 
La probabile conversione di Clay lasciò Liston indifferente: “Per me non fa differenza. Io non mi impiccio nelle sue faccende personali, e lui non deve impicciarsi nelle mie”.
 
Secondo la maggioranza degli esperti, l’acerbo sfidante non poteva impensierire il campione. L’ex campione [[Rocky Marciano]], come molti altri, riteneva che Clay non avrebbe superato il primo round contro Liston. Questi per la prima volta raccoglie le simpatie generali, vista la prosopopea del suo giovane avversario.
 
L’ex galeotto comincia a vedere nel giovane e veloce Clay un potenziale pericolo. E ricorre a modi delinquenziali: in un casuale incontro in un Casino di [[Las Vegas]], Liston finge di sparare all’avversario con una pistola e poi lo colpisce con un vero ceffone. Clay abbandona la sala terrorizzato.
 
Il divario tra i due pugili appariva enorme: nell’imminenza del match ben 43 giornalisti su 45 indicarono Liston come il favorito. Anche gli allibratori non davano molte chances allo sfidante. Resta inspiegabile perché nell’immediata vigilia del match le quotazioni di Clay passarono dall’iniziale 1 a 7 alla sorprendente quota di 1 a 2.
 
Il match, disputatosi a [[Miami]] in [[Florida]], ebbe una evoluzione assolutamente imprevista. Fin dal primo round il campione, invece di presidiare il centro del ring, andò all’attacco. Lo sfidante danzava agilmente, puntualmente schivando pugni terrificanti che andavano a vuoto. Clay riuscì così ad evitare per le prime riprese contatti ravvicinati; di più, egli riuscì a colpire ripetutamente il campione, aprendo con un colpo un profondo taglio sotto l’occhio sinistro di Liston.
 
L’incontro continuò così anche nelle riprese successive, tanto che l’ex campione [[Joe Louis]], che commentava il match a bordo ring, osservò che Liston stava sbagliando tutto. Nel terzo round vi sono numerosi scambi ravvicinati, che vedono la prevalenza di Clay, ancora freschissimo nonostante il grande movimento di gambe. Liston entra in una occasione nella guardia di Clay con il sinistro, ma per due volte non affonda il colpo.
 
Nel quarto round Clay protestò vivamente per bruciore agli occhi, probabilmente causato da una pomata cicatrizzante finita sui guantoni dell’avversario oppure da un preparato per accecare l’avversario (il cosiddetto muscatele), trucco astutamente ideato dai secondi del campione. Intanto Liston si aggiudicò quarto e quinto round mettendo in difficoltà Clay,colpito con combinazioni di destro e sinistro. Lo sfidante tuttavia tiene a distanza il campione e risale in cattedra nel sesto round, dove mette a segno alcuni colpi. All’inizio del settimo round, Sonny Liston non si rialzò dall’angolo denunciando un dolore alla spalla sinistra.
 
La stampa dell’epoca descrisse il campione nel suo angolo come un uomo demoralizzato ed invecchiato di dieci anni, che abdica soverchiato dal giovane sfidante. Tuttavia al momento della sospensione le valutazioni dei giudici di gara indicavano perfetta parità: il giudice [[Felix]] valutava 57-57, [[Bernie Lovett]] 58-56 a favore di Liston, [[Gus Jacobson]] 58-56 a favore di Clay. L’incontro fu dichiarato il miglior match del decennio, anche se Liston – dimostratosi stranamente lento ed inconcludente – aveva chiaramente deluso le aspettative.
 
== L’ombra di una combine ==
 
L’infortunio alla spalla fu effettivamente diagnosticato il giorno successivo in ospedale, ma ci furono molti dubbi: si pensò che il campione, fermo ormai da molti mesi, non si fosse adeguatamente allenato; sospetta apparve soprattutto la ridotta aggressività di Liston, le cui goffe movenze sul ring sembravano studiate per esaltare l’agilità dell’avversario. Il campione era apparso l’ombra del micidiale picchiatore che da sei anni dominava la scena mondiale, di fronte al quale il giovane Clay non avrebbe probabilmente avuto scampo.
 
Anche l’abbandono apparve poco credibile: Liston era molto resistente al dolore: dieci anni prima aveva combattuto il match contro Marty Marshall con una mascella fratturata per 10 riprese. Il pubblico e la critica non ritenevano possibile che il “re delle bestie” Liston abdicasse dal titolo in modo così remissivo, dopo un incontro nel quale aveva privilegiato il fioretto rispetto alla sciabola.
 
Secondo la moglie Geraldine il campione si era slogato la spalla qualche tempo prima del match, ma non vi aveva dato peso. I secondi di Liston ritenevano che il campione si fosse infortunato al primo round.
 
Possibile che l’infortunio ed il conseguente forfait sia stata una finzione? "lo ho fatto cosa mi avevano detto di fare" avrebbe ambiguamente detto Liston al telefono a un suo zio dopo la gara.
 
I sospetti per una eventuale combine furono rafforzati da voci relative ad ingenti scommesse contro il superfavorito dell’incontro. Le scommesse e le borse dell’incontro furono provvisoriamente bloccate e furono avviate indagini. La volatilità delle quotazioni delle scommesse nell’imminenza dell’incontro di Miami, secondo l’avvocato generale della [[Florida]], era la prova di una combine di cui molti erano a conoscenza. Tali indizi furono tuttavia giudicati insufficienti e l’inchiesta fu archiviata.
 
Determinante apparve il ruolo della mafia. Una inchiesta federale svoltasi nel [[1965]] appurò che la società [[Intercontinental Promotions]] con sede legale in Pennsylvania controllata dal mafioso [[Frankie Carbo]] e dai fratelli [[Nilon]] assicurava al Liston (che ne era presidente) già dal 1964 una percentuale del 46% sui futuri introiti organizzativi degli incontri del giovane Clay. La Intercontinental Promotions, inoltre, avrebbe indirettamente finanziato il [[Louisville Syndicate]] (l’associazione che sosteneva Clay) per promuovere la carriera del giovane pugile.
 
Irregolare soprattutto apparve la circostanza che nel contratto dell’incontro con Clay fosse stata già stabilita una rivincita a favore di Liston e che nell’ottobre 1963 la società mafiosa avrebbe acquistato dal Louisville Syndicate i diritti per l’organizzazione della gara successiva.
 
Giudicato colpevole di violazione delle regole sportive, nel 1965 Liston subì una squalifica di un anno, più tardi ridotta a sei mesi. Liston dovette anche versare le tasse relative ai guadagni conseguenti al match di [[Miami]], pari a 2,7 milioni di dollari.
 
Secondo molti osservatori l’ascesa al titolo di Clay era vista con favore dalla mafia, che aveva compreso le potenzialità anche pubblicitarie del nuovo campione. Il mob voleva inoltre liberarsi di un personaggio potenzialmente scomodo come Liston, ormai avviato alla fase conclusiva della carriera e sul punto di essere squalificato se fosse esploso lo scandalo: un mese prima Liston avrebbe infatti tentato di violentare una cameriera in un hotel, e questa l’aveva denunciato. Analogo episodio era avvenuto qualche tempo prima con la moglie di uno dei suoi guardaspalle. Storie simili a quelle che travolsero, molti anni dopo, il campione del Mondo [[Mike Tyson]].
 
== Il pugno “fantasma” ==
 
Il match di rivincita – dapprima fissato per il [[novembre]] [[1964]] – subì un rinvio di sei mesi a causa di una operazione di ernia intestinale cui fu sottoposto Clay. Liston all’appuntamento del novembre era arrivato in gran forma dopo durissimi allenamenti; smise di allenarsi ed affrontò l’incontro nel maggio successivo mal preparato. Immagini dell’epoca mostrano Liston come un uomo invecchiato e talvolta impaurito. In quei giorni vagheggiava di fondare una associazione no profit per favorire la pratica sportiva dei giovani di [[Denver]].
 
Il detentore del titolo si era intanto convertito ufficialmente alla [[Islam|fede musulmana]] ed aveva mutato il suo nome in [[Muhammad Ali]]; gli era stato revocato [[titolo WBA]] ([[World Boxing Association]]), che assieme alla [[WBC]] ([[World Boxing Council]]) formava il titolo assoluto. La rivincita che Clay concesse a Liston era perciò limitata al solo titolo [[WBC]] (il titolo [[WBA]], nel frattempo, era stato assegnato ad [[Ernie Terrell]], un ex sparring partner di Liston).
 
Rifiutato dalle principali sedi pugilistiche americane e da Las Vegas, Il match si disputò nel [[1965]] a [[Lewinston]] nel [[Maine]], una sede secondaria, di fronte ad una platea semivuota. I biglietti venduti furono 8.297 sui 15.744 posti dell’arena. Gli organizzatori ebbero un passivo di oltre 300.000 dollari.
 
Il clima della serata era surreale. Prima dell’incontro, [[Cassius Clay]] aveva ricevuto minacce di morte dai seguaci di [[Malcom X]], che ritenevano la setta dei [[Black Muslims]] (di cui [[Clay]] faceva parte), colpevole dell’agguato che aveva causato la morte del leader. Si temeva un attentato durante il match: i giornalisti a bordo ring erano protetti da scudi anti proiettile. Anche l’ex-campione sarebbe stato avvicinato nel suo campo di allenamento nei pressi di [[Chicago]] da alcuni esponenti dei Black Muslims, che avevano profferito minacce nei confronti della sua famiglia ed in particolare della figlia minore Eleanor, nata da una relazione prima del suo matrimonio.
 
Il medico che visitò Liston prima del match disse che l'ex campione “gli sembrava l’uomo più in forma che avesse mai visitato in vita sua”.
 
Il match sembrò la replica di quello dell’anno precedente, con Liston all’attacco e Clay abile nello schivare i colpi dell’avversario. Dopo appena un minuto il campione del mondo colpì l’avversario con un colpo d’incontro apparentemente innocuo, passato alla storia come il [[pugno fantasma]] ('''phantom punch'''). Dopo una goffa e poco credibile caduta, Liston rimase al tappeto apparentemente tramortito. Clay sembrò subito consapevole di non aver colpito così duramente lo sfidante, e lo invitò con veemenza ad alzarsi per continuare il combattimento.
 
Secondo gli esperti che hanno visionato al rallentatore la ripresa, il colpo di Clay, assestato da brevissima distanza e quasi invisibile, sembra aver colpito la tempia dell’avversario, che in quel momento stava portando un attacco con il suo caratteristico stile ed era fortemente sbilanciato in avanti. Resta però il dubbio relativo alla forza non devastante del colpo, che avrebbe provocato l’atterramento di Liston, notoriamente un buon incassatore.
 
Nel [[2004]] Clay è tornato sull'argomento nella sua ultima intervista ufficiale, cui ha risposto con l'aiuto dei familiari. “I love Sonny,” ha detto “He was a good man. And the punch did connect. I don’t know how good the punch was, although I felt the connection. If he took a dive, he wouldn’t have done it in the first round.” (Sonny era un buon uomo. Ma il pugno l'ha colpito. Non so bene quanto buono fosse il colpo, anche se c'era un trucco ed avesse voluto fingere un Ko, Liston non l'avrebbe mai fatto nel primo ruond").
 
L’immagine di Clay che sovrasta l’avversario al tappeto è divenuta una delle [[icone pop]] della nostra epoca. Il campione, pienamente cosciente del finto atterramento, sembrava voler enfatizzare la propria estraneità alla commedia.
 
Impegnato a frenare le proteste di Clay, che insultava l’avversario al tappeto non convinto della sua lealtà, l’inesperto arbitro [[Jersey Joe Walcott]] (un ex campione del mondo della categoria) non effettuò un regolare conteggio. Fece poi riprendere il match ben 17 secondi dopo l’atterramento; ma accortosi in un secondo momento dell’errore su segnalazione di uno dei giornalisti a bordo ring, [[Nat Fleischer]], editore della rivista [[Ring Magazine]], e dei cronometristi, lo sospese dichiarando Alì vincitore per KO. Il pubblico, certo di una combine, iniziò a gridare: “Fix, fix, fix!” (Truffa, truffa, truffa!).
 
Il comportamento di Clay dopo l’atterramento era stato evidentemente irregolare, come quello dell’arbitro nel conteggio: al momento della sospensione definitiva del match lo sfidante era infatti in piedi ed aveva ripreso a combattere. Nonostante tali circostanze, stranamente Liston non protestò, né il suo clan formalizzò alcun reclamo.
 
Critica e stampa ritennero il match un falso. Anche alcuni grandi campioni del pugilato, come [[George Chuvalo]], [[Jack Dempsey]], [[Joe Louis]] e [[Gene Tunney]] giudicarono l’esito del match poco credibile. Dissero che tutto sembrava una commedia, e le immagini del trionfo di Clay mostrano alla fine il campione stranito, che guarda al Liston con un misto di incredulità ed imbarazzo.
 
Organizzazioni criminali avrebbero guadagnato puntando sull'esito sul match oltre due milioni di dollari, parte dei quali potrebbe essere finita a Liston. Quest'ultimo dichiarò alcuni anni dopo al giornalista della rivista specializzata [[Sports Illustrated]] [[Mark Kram]], che il colpo di Clay era debole e che lui aveva finto l'atterramento.
 
Secondo altre fonti, Liston avrebbe detto di aver ricevuto molto denaro, ma non ha mai rivelato da chi. Il pugile [[Foneda Cox]], un mediomassimo suo amico e ''sparring partner'' per molti anni, ha alluso al ripiano di ingenti debiti e all’acquisto di una casa.
 
Secondo le dichiarazioni rese nel 1968 alla [[Federal Bureau of Investigation]] da un pentito della mafia, [[Bernard Glickman]], l’organizzazione criminale avrebbe ordinato a Liston (le cui quotazioni erano superiori a quelle di Clay) di perdere l’incontro all’ottava ripresa. Il pugile, simulando il KO alla prima ripresa, avrebbe soltanto anticipato l’esito scontato del match. Tuttavia la [[FBI]] non riteneva attendibile tale testimone.
 
Il KO di Lewinston è generalmente reputato '''l’episodio più sospetto nella storia della boxe'''. Tali circostanze, avvalorate dal biografo di Clay [[David Remnick]] (“Il re del mondo” 1997) appannarono per i contemporanei l’immagine sportiva di Liston e lo relegarono al riduttivo ruolo di “pugile della mafia”, che ne determinò anche il tragico destino.
 
== L’esilio in Svezia ed il ritorno negli USA ==
 
Squalificato dalla Federazione pugilistica e persa assieme al titolo ogni credibilità, Liston dopo alcune esibizioni in [[California]] ed [[Alaska]], decise di mettere in vendita la sua casa di [[Denver]] ed emigrare per qualche tempo in [[Svezia]], come aveva fatto Patterson tre anni prima. Il 1° luglio [[1966]] tornò sul ring di [[Johanneshov]], a [[Stoccolma]], sconfiggendo il tedesco [[Gerhard Zech]].
 
Nei due anni successivi, l’ex campione del mondo, che in [[Svezia]] godeva di grande popolarità (oltre 20.000 spettatori paganti seguirono una volta un suo allenamento), sconfisse [[Amos Johnson]], [[Dave Bailey]] ed [[Elmer Rush]]. Nel paese scandinavo adottò anche un bambino.
 
Tornato in patria nel [[1967]] e acquistata una villa a [[Las Vegas]], Charles Liston vinse nel biennio seguente 10 incontri (9 per KO). L’obbiettivo del pugile era ottenere una nuova chance per il titolo con un terzo incontro con Clay.
 
L’ex-campione mondiale riuscì a recuperare in quegli anni la sua immagine pubblica, fortemente deteriorata dopo il match del 1965. Numerose in questo periodo le apparizioni di Liston in popolari trasmissioni televisive (come [[The Ed Sullivan Show]] e nel bizzarro episodio "[[Love and the Champ]]" della ''sitcom'' "[[Love, american style]]"), spot pubblicitari ed in due film: "[[Head]]" (1968) e "[[Moonfire]]" (1970), che facevano seguito ad un’apparizione in "[[Harlow]]" (1965). Apparve assieme al celebre [[Andy Warhol]] in uno spot commerciale (vero cult) per la compagnia aerea [[Braniff Airline]].
 
Intanto proseguiva la risalita delle sue quotazioni: nel 1968 Liston era quinto nella classifica dei pesi massimi, la cui corona era vacante dopo la condanna di Clay per renitenza alla leva. Decisiva, in tal senso, la vittoria conseguita il 6 luglio a San Francisco sul quotato [[Henry Clark]] (terzo sfidante al titolo), un talentuoso giovane pugile dallo stile alla Clay. L’esperto Liston dominò facilmente l’incontro mandando Clark KO al settimo round. Nei mesi successivi Liston ottenne altre sette vittorie (contro [[Sonny Moore]], [[Earls]], [[Rischer]], l’ex-''sparring partner'' [[Lincoln]], [[Billy Joiner]] in due incontri consecutivi, [[Johnsson]], nuovamente Moore). Si trattava di pugili di secondo piano: nessuno dei più importanti antagonisti se la sentiva di affrontare il temibile picchiatore dell’Arkansas, anziano ma sempre dotato di quel colpo da KO che avrebbe potuto infliggere una severa punizione a chiunque.
 
Non pochi esperti ritenevano in quel periodo l'anziano Liston superiore agli altri aspiranti al titolo, tra i quali il campione olimpico [[Joe Frazier]]. Secondo altri, Liston era invece ormai avviato al declino. Durante un allenamento, l’ex campione subì un inaspettato quanto pesante Ko da [[Mac Foster]], un giovane ex marine già avviato ad una brillante carriera tra i massimi.
 
== Gli ultimi match ==
 
Per l’ex campione arrivò anche il momento di combattere nuovamente per un titolo: quello vacante di campione nordamericano [[NABF]].
 
Il match si disputò a [[Las Vegas]] il 6 dicembre 1969 contro [[Leotis Martin]], un pugile dallo stile simile a quello di Patterson, che in vista del primo match per il titolo era stato nel 1960-61 lo ''sparring partner'' di Liston. Questi con un montante sinistro atterrò l’avversario alla quarta ripresa ed il match sembrava deciso. Contato per 8 secondi dall'arbitro, Martin riuscì a riprendere l’incontro e nei round successivi riuscì a riequilibrare le sorti dell’incontro tenendo validamente testa a Liston. Arrivati all’ottavo round Martin intensificò il suo martellamento, che nei round precedenti aveva aperto una ferita appena sopra l'occhio sinistro di Liston, che replicò con due combinazioni di destro e sinistro. Anche nella nona ripresa, l’ex-campione del mondo continuò ad attaccare senza risultati. Al termine di uno scambio di colpi, Martin entrò nella guardia di Liston con un forte e preciso destro d’incontro che costrinse l'avversario ad abbassare la guardia; Martin lo colpì nuovamente con un destro molto potente e Liston crollò al tappeto rimanendo per tre minuti privo di conoscenza.
 
Dopo la sconfitta, Liston annunciò il suo ritiro dall’attività agonistica. Tornò tuttavia a combattere per una borsa di soli 13.000 dollari (poi ridotti a 7.000) il 29 giugno [[1970]] a [[Yersey City]], in uno dei più feroci incontri della storia del pugilato moderno.
 
Il pugile dell’Arkansas sconfisse infatti per KO tecnico al decimo round il pretendente al titolo mondiale [[Chuck Wepner]], detto il “sanguinante di Bayonne” per la fragilità dei suoi archi sopracilliari. Il match fu particolarmente cruento e Wepner fu costretto al ritiro al decimo round per Ko tecnico. Durante l'incontro fece la sua comparsa tra gli spettatori l’ex campione [[Cassius Clay]], che iniziò uno show a beneficio del pubblico, distogliendo l'attenzione dai due pugili che stavano gareggiando sul ring.
 
Buon pugile, [[Chuck Wepner]] nel 1975 arrivò a sfidare Clay per il titolo mondiale infliggendogli anche un atterramento: a questo match si ispirò [[Sylvester Stallone]] nel celebre film [[Rocky]]. Wepner testimonierà che l’anziano Liston fu senz'altro il pugile più potente che incontrò nella sua carriera. In una recente intervista, alla domanda “(Alì) è stato il suo avversario più duro?” Wepner ha ribadito: “No. Sonny Liston picchiava molto più forte” (Il Giornale, 13 gennaio 2007). Analoghi i giudizi di [[Cleveland Williams]], detto “Big Cat”, eccellente boxeur che combatté con entrambi, e del campione del mondo [[George Foreman]], che oltre a combattere con Clay, fu per un paio d’anni ''sparring partner'' di Liston.
 
Secondo lo storico della boxe [[Tracy Callis]] "Sonny Liston fu uno dei più spaventosi, massicci, e potenti pesi massimi di tutti i tempi. Al culmine della sua carriera fu il pugile che più assomigliò a [[Jim Jeffries]] durante gli ultimi 100 anni in termini di resistenza, potenza del colpo e capacità di incassare (con l'eccezione di [[George Foreman]]). Se [[Joe Frazier]] è stato chiamato "il Marciano nero", Sonny Liston potrebbe essere denominato "il Jeffries nero."
 
L’autorevole [[Harry Carpenter]] ha scritto che il ''jab'' sinistro di Liston era superiore a quello di Joe Louis e comparabile al colpo del miglior Marciano.
 
Il critico [[Herb Goldman]] colloca Liston al secondo posto tra i pesi massimi di tutti i tempi.
 
Alcuni esperti giudicano Sonny Liston il boxeur dotato di maggiore potenza e forza fisica di tutti i tempi, degnamente considerato accanto ai tre più grandi pesi massimi che abbiano mai gareggiato: il mitico [[Gene Tunney]], il classico [[Joe Louis]] e [[Cassius Clay]], il campione più versatile della boxe moderna.
 
== Il mistero della morte ==
 
La morte improvvisa del pugile resta ancora oggi un mistero. Il [[5 gennaio]] [[1971]], il campione – ancora al settimo posto della graduatoria mondiale dei pesi massimi – fu trovato cadavere nel suo appartamento di [[Las Vegas]] dalla moglie che si era recata durante le festività a St. Louis dai parenti. Ripetutamente aveva provato a mettersi in contatto con il marito, ma il telefono squillava a vuoto.
 
Secondo gli esami medici, il decesso era avvenuto una settimana prima, all’incirca il 30 dicembre, come conseguenza di un arresto cardiaco. La motivazione ufficiale fu “cause naturali”. Poiché Liston era un atleta ancora in attività, sottoposto a periodici controlli medici e non risultava alcuna cardiopatia, si ipotizzò una overdose di droga. Tale circostanza ha suscitato dubbi poiché il campione avrebbe avuto una fobia per gli aghi.
 
Alcune piccole dosi di eroina furono ritrovate dalla polizia nell’appartamento; peraltro, il biografo [[Nick Tosches]] ipotizza che Liston potrebbe essere stato iniziato alla droga dal suo idolo, l’ex-campione [[Joe Louis]], che negli ultimi anni della vita era diventato eroinomane.
 
La maggior parte dei suoi amici e la vedova negarono decisamente che l’ex campione fosse vittima della droga. È provato che Liston beveva occasionalmente, ed in quel caso perdeva facilmente il controllo, ma non ebbe mai crisi da droghe. I pugili che lo affrontarono negli ultimi anni – tra cui Wepner – hanno escluso che potesse essere un drogato o un alcoolizzato. Il suo comportamento negli ultimi mesi era però diventato sfuggente e misterioso. Altri hanno sostenuto che Liston nell’ultima fase della vita era diventato un pusher.
 
Circa due settimane prima del decesso, recandosi a [[Los Angeles]] il campione aveva avuto un misterioso incidente con la sua auto, ed aveva riportato una ferita alla testa, tanto che nella sua ultima apparizione televisiva nella [[sit-com]] ''Love, American Style'' (Love and the Champ/Love and the Pen Pals) apparve con un vistoso cerotto sulla fronte.
 
Non è stata mai chiarita la dinamica di quell'incidente stradale, né chi il pugile dovesse incontrare a Los Angeles. In ospedale, nonostante le sue proteste gli fu praticata una iniezione, i cui segni furono erroneamente segnalati nell’autopsia come possibile prova di assunzione di eroina.
 
La stampa riferì che un agente della antinarcotici avrebbe fatto visita a casa dell'ex-campione dei massimi il 30 dicembre, il giorno della morte, trovando il pugile in buone condizioni di salute. Sarebbe stata l’ultima persona a vederlo in vita. Non risultò alcun riscontro ufficiale sull’identità di tale personaggio.
 
== Ipotesi di omicidio ==
 
L’ipotesi che Sonny Liston sia stato assassinato è ancora oggi ritenuta credibile, benché la sua realizzazione avrebbe richiesto la perizia di un killer professionale.
 
Secondo [[Jack McKinney]], giornalista del ''Philadelphia Daily News'', Liston potrebbe essere stato vittima di un “hot shot”, cioè costretto a drogarsi sotto la minaccia di un revolver.
 
Ma chi potrebbe aver ucciso Liston? E con quale movente? Nella seconda metà del 1970 l’ex-campione si allenava sporadicamente ed era a corto di denaro: oltre alla pubblicità ed a qualche partecipazione televisiva, per guadagnare qualcosa incise anche un pezzo musicale (“I’m a lover”).
 
Le indagini si indirizzarono senza alcun esito sulla pista di un detective, ex-agente di polizia, sospettato di aver ucciso il campione su mandato di scommettitori appartenenti alla malavita.
 
Singolare la circostanza che nessuno abbia indagato su chi ogni mattina consegnava il giornale al domicilio di Liston, un uomo che non sapeva leggere: l'ultima copia era stata consegnata il 29 dicembre 1970. Le altre furono rinvenute per terra sotto la veranda, davanti alla porta d'ingresso.
 
Si ipotizzò una possibile vendetta della malavita organizzata relativa agli ultimi incontri disputati dal campione. Nel [[1969]], nonostante il favore dei pronostici Liston perse per Ko il match contro [[Leotis Martin]]: tale esito potrebbe essere stato preordinato, ma la durezza dei colpi di Liston determinò danni irreversibili a Martin, cui fu diagnosticato il distacco della retina e quello fu l’ultimo match della sua carriera. Con un grave danno anche per la sua organizzazione.
 
Nell’ultimo match disputato a [[Jersey City]] con [[Wepner]], pugile inglese con buone prospettive mondiali, Liston colpì molto pesantemente l’avversario, che terminò il match con il naso ed un timpano rotti, oltre ad uno zigomo fratturato: per ricucirgli il viso occorsero 72 punti. Anche in questo caso Liston potrebbe aver derogato ad accordi extra ring: prima del match circolava la voce di una combine a favore di Wepner. Testimoni hanno riferito che dopo quel match, Liston era stato circondato negli spogliatoi da alcuni figuri che gli negarono parte del compenso pattuito. In ogni caso la [[mafia]] aveva smesso di “proteggere” Liston.
 
Altre due ipotesi riguardano la [[mafia]] della boxe. Secondo una versione ampiamente accreditata dalla stampa, Liston sarebbe stato assassinato per impedirgli di esercitare una opzione sui profitti della carriera di Clay, che dopo la lunga squalifica sarebbe tornato a combattere da lì a pochi mesi, per una borsa di 5 milioni di dollari. Percentuali ancorché ridotte su cifre di tali proporzioni avrebbero potuto costituire un adeguato movente. Ma della misteriosa clausola contrattuale non esistono prove, e sono mancate indagini sulla distribuzione dei profitti derivanti dall’attività di Clay nei primi anni settanta.
 
Alcuni hanno ipotizzato che la [[Mafia]] potrebbe avere eliminato Liston per impedirgli di rivelare (si parlò di un progetto di memorie) i molti e sorprendenti retroscena di cui era a conoscenza. Uno dei capi del mob di [[Las Vegas]] era peraltro [[Johnny Roselli]], ben noto a Liston come amico del suo procuratore [[“Barnie” Baker]], ed in seguito indicato come presunto autore – oltre a [[Lee Oswald]] – dell’assassinio del Presidente [[J.F. Kennedy]].
 
== A man ==
 
Nella sua carriera professionistica '''Sonny Liston''' ha combattuto 54 match ufficiali, conseguendo 50 vittorie e 4 sconfitte. 39 furono le vittorie per KO, di cui 8 al primo round.
 
Lasciò la moglie Geraldine ed i figli Arletha, Eleanor e il giovanissimo Paul (adottivo).
 
Alle esequie di Liston, svoltesi a Las Vegas, parteciparono 400 persone e volti noti dello spettacolo, suoi amici, come [[Ella Fitzgerald]], [[Doris Day]], [[Nipsy Russell]], [[Jerry Vale]], [[Ed Sullivan]], [[Jack E. Leonard]]. Gli [[Ink Spot]] cantarono la celebre canzone “Sunny”. I funerali, rispettando una volontà del defunto, attraversarono di mattina il [[Boulevard di Las Vegas]] (detto [[Strip]]), il viale dei Casinò. Solo uno dei 25 fratelli e fratellastri di Sonny era presente alle esequie. Il grande [[Joe Louis]] fu tra coloro che portarono il feretro.
 
Sonny Liston è sepolto nel [[Paradise Memorial Gardens]] di Las Vegas, [[Nevada]]. La sua tomba reca la semplice scritta “a man”(un uomo).
 
Nel 1991 Sonny Liston è stato '''incluso nell'[[International Boxing Hall of Fame]]''', cioè l'Olimpo dei '''maggiori boxeur di tutti i tempi.'''
 
== Cinema, libri, musica ==
 
I [[Beatles]], supporter di Liston, inserirono la sua immagine nella copertina del celebre LP [["Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band"]] (in realtà si trattava di una statua in cera rappresentante il pugile, magistralmente realizzata dall'artista [[Peter Blake]]).
 
Un trio musicale svedese porta il nome del pugile: [[Sonny Liston Band]] composto da [[Ola Swenson]], [[Per Fjällström]] e [[Jalle Laine]]).
 
Sonny Liston apparve in alcuni film:
 
'''[[Harlow]] (1965)'''
 
'''[[Head]] (1968)'''
 
'''[[Moonfire]] (1972)'''
 
'''[["Soul Deep: The Story of Black Popular Music"]] (2005)'''
 
'''[["The Real Las Vegas"]] (1996)'''
 
'''[[When We Were Kings]](1996)'''
 
'''[["The American Experience"]] (TV 1994)'''
 
'''[[Malcolm X]] (1972)'''
 
'''[[A.k.a. Cassius Clay]] (1970)'''
 
 
Rivalutato da un decennio dalla critica sportiva e soggetto di alcuni film, a Sonny Liston sono dedicati numerosi libri e brani musicali, come:
 
'''Sonny Boy : the life and strife of Sonny Liston'''([[Robert Steen]])
 
'''The Devil and Sonny Liston '''([[Nick Tosches]])
 
'''Sonny Liston : Versuche aus der Unterklasse auszusteigen''' ([[Yaak Karsunke]])
 
'''King of the world''' ([[David Remnick]])
 
'''The Cold Six Thousand'''. ([[James Ellroy]])
 
'''We didn't Start the Fire''' ([[Billy Joel]])
 
'''Every Time I Talk To Liston''' ([[Brian Devido]])
 
'''An Elegy for Sonny Liston '''([[Wayne Presley]])
 
'''Sonny Liston takes the fall''' ([[Elizabeth Bear]])
 
'''Swingin''' ([[Tom Petty]])
 
'''Sunny''' ([[Morissey]])
 
'''Blues for Sonny Liston''' ([[Christoph Bull]])
 
'''World heavyweight championship Muhammad Ali vs. Sonny Liston 2/25/64''' ([[Howard Cosell]])
 
'''Fear and Loathing in Las Vegas''' ([[Hunter S. Thompson]])
 
'''Sonny Liston the mysterious life and death of a champion''' ([[Ross Greenburg]] [[Kirby Bradley]] [[Jeff Lieberman]])
 
'''Eulogy Of Sonny Liston'''([[New Black]])
 
'''How to box''' ([[Nat Fleischer]])
 
'''The man who beat the man''' ([[F.B. André]])
 
'''The Ballad of Sonny Liston''' ([[Phil Ochs]])
 
'''1964 Liston vs. Clay, 1965 Ali vs. Liston''' ([[LeRoy Neiman]])
 
'''The Pope, Sonny Liston And Me''' ([[Robert Neilson]])
 
'''Requeim for a Heavy '''([[B. J. Friedman]])
 
'''Triumph''' ([[Wu Tang Clan]])
 
'''Sonny Liston''' ([[L. V. Davis]])
 
'''Sonny Liston eyes'''([[Keith Laufenberg]])
 
'''Sorrows of Sonny Liston '''([[Arthur Blythe]])
 
'''Warrior Angel''' (la saga di Sonny Bear, di [[Robert Lipsyte]])
 
'''The champ and the chump '''([[Arthur F Thompdon]])
 
'''Sonny Liston Was A Friend Of Mine '''([[Thom Jones]])
 
'''Dancin' With Sonny Liston'''([[Tom Callahan]])
 
'''Song for Sonny Liston''' album '''[[Shangri-La]]''' ([[Mark Knopfler]])
 
'''Brutto Orso''' ([[Diaframma]])
 
'''Round Two''' ([[Big George Brock]])
 
'''Glenn Tipton''' ([[Sun Kil Moon]])
 
'''Little Drummer Boy''' ([[Mark Kozelek]])
 
'''Badman''' ([[Roll Deep]])
 
Da citare inoltre '''Night train''' (The Sonny Liston Film script) di [[Shane Salerno]] (2000) sceneggiatura di un omonimo film da tempo in fase di progetto.
 
== Sonny Liston said ==
 
Alcune celebri battute di Charles Sonny Liston
 
'''Giornalisti''' “Il giornalisti fanno domande idiote. Guardano il sole e ti chiedono se brilla”
 
'''Floyd Patterson I''' “Nei film western il buono vince sempre sul cattivo; io cambio le regole: sono il cattivo e vinco”
 
'''Floyd Patterson II''' "Who can tell a bird he can't fly?" (Chi può dire ad un uccello che non può volare?)
 
'''Pubblico pagante''' "A boxing match is like a cowboy movie. There's got to be good guys and there's got to be bad guys. That's what people pay for-to see the bad guys get beat." (Un incontro di boxe è come un duello tra buoni e cattivi. C'è della gente che paga per vedere i cattivi perdere).
 
'''Cassius Clay''' “E’ solo un clown del ring”; "If he would stop hollering, he wouldn't have a hernia..." (Se avesse smesso di urlare, non gli sarebbe venuta un'ernia...)
 
'''Neri I''' “Dite a Clay che ho fatto mettere nel contratto che l'incontro non venga trasmesso nei cinema dove non lasciano entrare i negri”
 
'''Neri II''' "Mi vergogno di essere americano" (dopo la strage realizzata dal KKK nella chiesa Battista di Birmingham, Alabama, il 15 settembre 1963, nella quale morirono 4 ragazzine afroamericane)
 
'''Bianchi''' "Ogni volta che stringo la mano ad uno di voi (bianchi), perdo dei soldi"
 
'''Politici''' “Andiamocene via da questo mangiapane a ufo” (rivolto ai suoi accompagnatori alla Casa Bianca durante l’incontro con il vicepresidente [[Lyndon Johnson]])
 
'''Gli altri''' "I couldn’t pass judgement on anyone. I haven’t been perfect myself" (Non potrei giudicare nessuno. Io stesso non sono stato perfetto)
 
'''Date di nascita''' “Mia madre dice che sono nato nel 1932, e chiunque dice il contrario, afferma che è una bugiarda. Ve la sentite di dare della bugiarda a mia madre?” (rivolto ad un gruppo di reporter)
 
'''Vivere''' "Life a funny thing" (La vita è una cosa divertente)
 
'''Pugili''' "Someday they're gonna write a blues song just for fighters. It'll be for slow guitar, soft trumpet, and a bell." (Un giorno scriveranno un blues dedicato ai pugili. Ci sarà una chitarra languida, una tromba in sordina, ed il suono della campana sul ring).
 
'''Boxe''' "Ever since I was born, I've been fighting for my life" (Da quando sono nato, ho combattuto solo per la mia vita).
 
[[da:Sonny Liston]]
[[de:Sonny Liston]]
[[en:Sonny Liston]]
[[es:Sonny Liston]]
[[fi:Sonny Liston]]
[[fr:Sonny Liston]]
[[ja:ソニー・リストン]]
[[nl:Sonny Liston]]
[[no:Sonny Liston]]
[[sv:Sonny Liston]]