Porte Contarine e Franco CFA: differenze tra le pagine

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|città = Padova
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|attraversa = Il Naviglio Interno e il Piovego
* {{bandiera|Camerun|nome}}
|tipologia = Monumento idraulico
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[[Franco CFA (UEMOA)]]
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|simbolo= CFA / XAF e XOF
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|emittente= [[Banque des États de l'Afrique centrale|BEAC]]/[[Comunità economica e monetaria dell'Africa centrale|CEMAC]] (XAF) <br /> [[Banque centrale des États de l'Afrique de l'Ouest|BCEAO]]/[[Unione economica e monetaria ovest-africana|UEMOA]] (XOF)
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[[File:CFA Franc map.svg|thumb|upright=1.4|Zone Franco in Africa: <br />{{Color box|#008800}} [[Franco CFA (UEMOA)]] XOF <br />{{Color box|#ff0000}} [[Franco CFA (CEMAC)]] XAF]]
Le '''Porte Contarine''' di [[Padova]] furono per molti secoli un nodo chiave della [[navigazione]] interna della terra ferma [[Veneto|veneta]]. Esse sono esempio di "[[archeologia urbana]]". Le Porte Contarine sono uno dei più importanti complessi [[Idraulica|idraulici]] di [[Padova]] e del [[Veneto]], di cui la [[Chiusa (ingegneria)|Conca]] rappresenta l'elemento principale e più noto.
 
La fruizione di questo importante insieme monumentale risultava impossibile alla fine degli anni Cinquanta, perché il tombinamento del [[Naviglio Grande|Naviglio]] Interno sottrasse l'elemento che permetteva di accedere naturalmente alla Conca e agli altri manufatti: la via d'acqua. Nel nuovo millennio i lavori del [[Genio civile|Genio Civile]] di Padova stanno riconsegnando l'acqua alle Porte Contarine: si tratta del ripristino del naturale collegamento della Conca con il fiume, cioè dello stombinamento della parte del Naviglio Interno che va dalla Conca stessa al [[Piovego]]. <br />
== Sito ==
Il [[Mulino]] di Porte Contarine e lo stabile che lo custodiva non esistono più da un paio di decenni. Risulta quindi necessario precisare l'esatta ubicazione del manufatto e di quegli elementi urbani ad esso adiacenti e tutt'ora esistenti, sfuggiti allo scempio dei [[beni culturali]] monumentali e ambientali compiuto sulla scena urbana padovana negli anni '50-'60.
 
L'area da prendere in esame, nota come "Porta Contarine", si trova entro la [[Mura (fortificazione)|cerchia muraria]] cinquecentesca, sul lato settentrionale, poco a monte dal punto in cui il soppresso Naviglio Interno confluiva nel [[Piovego]].
 
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File:Pianta di Padova nel 1784.jpg|Pianta di Padova nel 1784 di Giovanni Valle
File:Mappa del Comune di Padova.jpg|Mappa del Comune di Padova attualmente
</gallery><br />
== Naviglio Interno ==
 
Il [[Naviglio Interno]] era l'elemento urbano principale. Esso fu tombinato quasi internamente alla fine degli anni '50, nel tratto che va dal Ponte delle Torreselle, presso il Mullino Grendine ( al posto del quale ora sorgono gli uffici locali del [[Ministero del tesoro|Ministero del Tesoro]]), alle Porte Contarine<ref name=":0" />. Oltrepassato il Ponte delle Torreselle il Naviglio percorreva le attuali riviere Tito Livio e Ponti Romani. Giunto l'incrocio con Corso del Popolo aveva alla sua destra Riviere Beldomandi e alla sua sinistra Riviera dei Mugliai combrese nel tratto denominato Largo Europa. In Naviglio voltava poi a Nord per Via Porte Contarine, successivamente chiamata Via Matteotti, sino alla Conca e al Mulino.
 
Alle Porte Contarine, prima di immettersi nel [[Piovego]], il [[Naviglio]] superava un dislivello di 2,5 metri: un " salto d'acqua " ottimo e indispensabile per il funzionamento di un Mulino, quanto disagevole per la navigazione fluviale. Nel 1526 proprio per questo motivo la [[Repubblica veneta|Repubblica Veneta]] decise di costruire la Conca delle Contarine, per facilitare la navigazione ( pare su di un precedente sostegno risalente al 1282), le cui due porte vicine, pur non essendo evidentemente quelle originali, si possono ancora osservare.
 
Tali porte consentivano il passaggio delle grosse barche da carico, soprattutto " peate", e servirono, sino a quanto il Naviglio venne soppresso, al passaggio delle grosse "barche alla padovana", volgarmente dette " burci", adibite al trasporto di carbone, sabbia, cereali, ecc. <br />
== Mulino ==
 
 
Il mulino delle Porte Contarine non esiste più da quasi quarant’anni, venne eliminato a seguito del tombinamento del Naviglio Interno, per costruire l’attuale via Matteotti.
In origine il mulino era costituito da un edificio di tre piani, situato alla destra della Conca fra la Chiesetta di Santa Maria e [[Palazzo Cavalli]] (ora sede del Dipartimento di Geologia, Paleontologia e Geofisica dell'[[Università degli Studi di Padova|Università di Padova]]).
 
=== Storia del mulino ===
 
Non vi è alcuna notizia certa circa l’origine del Mulino, il quale non può comunque essere anteriore alla Conca, che si può far risalire agli inizi del [[XVI secolo]].
Il primo riferimento affidabile dell’esistenza del Mulino è “l’istromento d’acquisto dell’anno 1617: 20 marzo”. Tale atto è citato nell'atto di riconferma dell'investitura, rilasciato il 19 luglio del 1972; da quest'ultimo si evince che le ruote del mulino furono sempre quattro, alle quali facevano capo cinque macine. Le macine erano delle pietre cilindriche che ruotavano attorno a delle pietre fisse e per sfregamento di queste due si otteneva la frantumazione dei semi.
Fino all'acquisto del mulino da parte di Ilario Ercego che avvenne nel 1893, il mulino era in comproprietà. Le ruote del mulino erano virtualmente frazionate in diverse parti di cui ciascuna, o più di una, era di un diverso proprietario. La proprietà quindi essendo commisurata alla ruota, era direttamente riferita al mezzo di produzione e non al prodotto o alla cubatura dello stabile. Le quote di proprietà avevano come misura il "caratto" o "carato" (la parola deriva dall'arabo "quiràt che significa 24esima parte), ciascun proprietario quindi poteva possedere una ruota o una ventiquattresima parte o più di questa definita quindi caratto.
 
Nel 1726 i [[Giustiniani (famiglia veneziana)|Giustiniani]], famiglia nobile veneziana, acquistano tutte e quattro le ruote del mulino e lo ipotecano per 30 anni. La rendita del mulino da parte della nobile famiglia era fondata sull'affitto del medesimo. Vari fattori, inclusa l'ipoteca sull'immobile e la scarsa rendita da questo, portano i Giustiniani a vendere il mulino nel 1893. Al momento della vendita al nuovo proprietario il mulino è ancora obsoleto dal punto di vista tecnologico.
 
Con la compravendita del mulino da parte di Ilario Ercego, negoziante padovano, il Mulino subisce dei cambiamenti radicali, fu infatti abbattuto e ricostruito sulle stesse fondamenta dall'ing L. Avogadri. Oltre che all'edificio cambiarono anche i macchinari e il tipo di produzione, l'avanzare della rivoluzione industriale e delle innovazione che questa portò con se, indusse il proprietario a rimanere al passo con i tempi, assumendo più la figura di imprenditore che di padrone. Il Mulino rimarrà sotto la gestione di Ercego e del suo consulente e cognato l'ing. Giuseppe Carazzolo, per quattordici anni dal 1893 al 1907.
 
==== Elementi storici della macinazione ====
 
Al fine di comprendere meglio gli interventi di rimodernamento e riconversioni del Mulino di Porte Contarine apportati dall'Ercego, è utile approfondire le tappe storiche delle innovazioni tecnologiche relative alla tecnica della [[macinazione]].
Le parti del mulino sulle quali le innovazioni tecnologiche maggiormente incisero, al fine di migliorare la produzione, furono due: ''l'apparato motore'' (la [[ruota]], poi [[turbina]]) e ''l'apparato utilizzatore'' (la macina o palamento, poi laminatoio a cilindri).
Originarimenete ''"l'apparato motore"'' era costituito dalla famosa "ruota" la quale, mossa dalla corrente del fiume data dal salto d'acqua, veniva tenuta in movimento. Si osservò che il rendimento della ruota poteva essere potenziato qualora le sue pale fossero state concave grazie anche a un flusso d'acqua ben direzionato attraverso una "condotta forzata". La ruota in legno fu sostituita da una in acciaio e la "turbina ad azione" Pelton fu sostituita con una Francis.
Anche "l'apparato utilizzatore" fu rinnovato a partire dai materiali di costruzione e dalla tecnica di [[macinazione]] non più a sfregamento bensì a [[Compressione (meccanica)|compressione]].
Il funzionamento delle macine antiche si basava sullo sfregamento delle facce di due mole poste parallelamente in senso orizzontale: una fissa detta anche "dormiente" e l'altra girante. Si passò invece alla costruzione di due cilindri in ferro, paralleli e orizzontali che giravano l'uno contro l'altro ottenendo quindi una macinazione per compressione esercitata sui semi dal moto dei due cilindri. Successivamente con le innovazioni apportate in [[Europa]], venne introdotto anche nel mulino di Porte Contarine la ''rigatura dei cilindri''. Quest'ultima assieme alla tecniche dell'alta macinazione avevano lo scopo di separare la crusca dal resto del seme senza frantumarla, al fine di avere farine più chiare ed un maggior numero di prodotti.
 
=== Fasi rinnovamento Mulino ===
 
Ilario Ercego entra formalmente in possesso del mulino il 28 agosto del 1893, acquistandolo attraverso un mutuo, e insieme a questo percepisce il "diritto d'acqua". L'uso delle acque pubbliche a quei tempi era strettamente regolamentato da leggi poiché la navigazione rappresentava la principale via per il trasporto delle merci. Da questo assunto nasce la storica rivalità tra [[Mugnaio|mugnai]] e barcari relativa alla quantità d'acqua che i primi potevano prelevare dai corsi d'acqua per far funzionare i mulini. Un'eccessivo emungimento di acqua per la macinazione portava, infatti, ad un abbassamento del livello del corso d'acqua che tendeva ad ostacolare la navigazione. Dall'altro verso uno scarso emungimento imposto ai mugnai da leggi portava a una minor quantità di macinato che, in conseguenza di tali limitazioni, essi non potevano produrre.
Ercego, come nuovo proprietario, decide in particolare di riconvertire il Mulino, rinnovandolo con due nuove turbine che vanno a supplire le vecchie ruote idrauliche<ref name=":0" />.
 
I lavori della prima [[turbina]] vengono avviati nell'anno 1893. Quando Ercego chiede alle autorità competenti di poter iniziare le procedure per l'installazione di ''" di una turbina dalla forza di 50 [[Cavallo vapore|cavalli a vapore]], riservandosi per l'altra (turbina) una forza di 100 cavalli"''<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Pietro Casetta|titolo=Le Porte Contarine a Padova: Il Mulino,Le Gore, La Conca|data=31 Ottobre 1999|editore=La Galangola|città=Padova}}</ref>
I lavori della seconda [[turbina]] partono nel 1895 dureranno fino al 1900, e al contrario della precedente turnina, Ercego andrà incontro a delle critiche riguardanti i troppi cavalli della turbina che aumenterebbero enormemente la portata dell'acqua.
 
===== Il "Buttà" =====
Il "Buttà" era la navigazione, in giorni prestabiliti, nei canali di Padova per recuperare le acque da alcuni opifici per poi farle fuoriuscire nel Piovego e farlo diventare navigabile<ref name=":0" />. Di usanza, nella città del Santo, avevano luogo il giovedì e la domenica. Tale ricorrenza però, richiedeva obbligatamente durante la sua concomitanza, la sospensione per legge di due giorni dell'attività di tutti i mulini, tra cui quello delle Porte Concarine. Proprio per tale ragione, Luigi Ercego tenterà più volte di far sospendere i "giorni di buttà", motivando al Genio civile la sua richiesta affermando che ciò sarebbe stato anche ''"nell'interesse della [[Navigazione|navigazione fluviale]]"''<ref name=":0" />.
 
===== Riconversione del Mulino =====
Questa fase va dal [[1902]] al [[1907]] e comprende gli anni di maggior fasto per il Mulino padovano. Luigi Ercego, visti i numerosi ostracismi subiti, deciderà di vendere nel 1902 la sua opera idrica alla Società Elettrica del Veneto Centrale. In questo modo si procederà alla riconversione industriale delle funzionalità del Mulino di Porta Contarine con lo scopo di produrre energia elettrica. Tale decisione porterà come diretta conseguenza all'ottenimento, nei primi anni del '900, della prima energia elettrica nella città. In questa fase avverrà il massimo splendore dell'opera urbana, perchè, proprio grazie all'attività del Mulino verranno illuminati, per la prima volta elettricamente, numerosi punti centrali della città padovana. Ercego portò alla fuoriuscita dalle sue due turbine una potenza di 100 [[Cavallo vapore|cavalli vapore]] (circa 74 chilowatt), che fecero risplendere il naviglio dalle Porte Contarine al Ponte delle Torricelle.
 
===== Decadenza =====
Questa fase inizia nei primi anni del '900. Influiranno al suo deterioramento oltre ai frequenti contrasti con i buttà, anche i numerosi costi della riconversione in centrale di produzione dell'energia elettrica e come se non bastasse anche la trascuratezza e lo stato d'abbandono dei corsi d'acqua padovani, tipico di quel periodo, farà la sua parte nel decretarne la fine.
Nel 1947 terminerà la produzione da parte del Mulino di energia elettrica, nel 1957 l'Ufficio civico dei lavori pubblici rende noto il progetto di abbattimento<ref name=":1">{{Cita pubblicazione|autore=Elio Franzin|data=Giugno 1999|titolo=La conca idraulica delle Porte Contarine e la navigazione fluviale|rivista=Padova e il suo territorio|volume=|numero=79}}</ref>, nel 1959 due ingegneri progettano sia la sua sostituzione che quella della Conca con rispettivamente un parcheggio e un sottopassaggio per le auto<ref name=":1" /> e nel 1962 verrà definitivamente demolito. Esso venne smantellato come ripercussione del tombinamento del Naviglio Interno, avviato per permettere la realizzazione di Via Matteotti.
 
== Gore ==
 
 
Le Gore sono i canali di alimentazione dei Mulini o di altre macchine idrauliche. Alle Porte Contarine vi erano un mulino, un idrovora e una conca. Vi erano quindi e vi sono quindi tre gore. Nessuna delle tre Gore corre a cielo aperto, ma grazie ai lavori di stombinamento che sono stati eseguiti è possibile ispezionarne due ( quelle della Conca e del Mulino) e determinare la resistenza della rimanete. Si può osservare infatti lo sbocco delle due gore sul Piovego.
 
=== Gora della Conca ===
La Gora della Conca corre parallelamente alla Conca, di fianco a questa al lato della Chiesetta. Tra le tre Gore risulta essere la più importante, in quanto serviva a mantenere in equilibrio tutto il sistema idraulico formato della altre due gore, della Conca stessa e del Naviglio. L'imbocco si trova sotto la pavimentazione, alla destra ( guardando verso il Ponte di Via Giotto) del concio triangolare posto all' inizio della Conca.
 
Il concio triangolare è un ''partitore'' : serviva a suddividere idrodinamicamente la corrente fra la Gora e la Conca. Dopo l'imbocco la Gora è intercettata dalle ''Tre Chiaviche'' che ancora si possono notare di fronte alla Chiesetta. Si unifica con la Gora del Mulino e prosegue sotto la Chiesetta. Sfocia sul [[Piovego]] attraverso lo sbocco situato sul Ponte, di fianco all'arcata che ospita la porta di valle della Conca, conferendo al Ponte stesso l'aspetto di ponte a due arcate.
 
A seguito del tombinamento del Naviglio la Gora della Conca divenne un collettore fognario e sta per essere restituita alla sua identità grazie ai lavori di stombinamento.
==== Le Tre Chiaviche ====
Le Tre Chiaviche sono il baricentro idraulico di tutto il sistema Gore-Naviglio-Conca: esse regolavano infatti il rapporto fra la portata d'acqua del Naviglio e quella delle altre due Gore. Il Naviglio defluiva infatti solo attraverso questa Gora, lasciando alla Conca l'unico compito di consentire il passaggio delle barche.
 
Grazie alle Tre Chiaviche era quindi possibile mantenere costante il livello del Naviglio, chiudendole nei periodi di magra e aprendole nei periodi di piena, permettendo così al Mulino e all'Idrovora di godere perennemente dello stesso salto d'acqua.
 
Un costante livello del Naviglio giovava inoltre anche al transito delle [[Imbarcazione|imbarcazioni]].
 
=== Gora del Mulino ===
L'imbocco della Gora del Mulino si trova a fianco al imbocco della Gora della Conca. Di conseguenza le due gore corrono parallelamente, quasi completamente sotto Via Matteotti. Si unificano circa al di sotto della Chiesetta e continuano sotto il ponte di Via Giotto. <br />
 
=== Gora dell'Idrovora ===
Un'Idrovora è una macchina per il sollevamento delle acqua. Una parte dell'acqua muove la turbina, la quale aziona la pompa che solleva un'altra parte d'acqua per destinarla ai vari usi.
 
L'idrovora delle Porte Contarine serviva per alimentare d'acqua il Macello Pubblico ( ora Istituto d'Arte Pietro Selvatico). I resti dell'Idrovora li possiamo oggi trovare all'interno di un abitacolo posto nel ponte di Via Giotto.
 
L'idrovora è stata ritrovata attraverso i lavori e liberata dalla molta terra che la ricopriva. Può trattarsi di uno dei primi esempi di idrovora, precisamente la " leva idraulica" di Jean Charles Alexander Francois de Mannoury d'Ectot, introdotta nel 1807. [[File:Pianta e sezione della Conca e del Mulino di Porte Contarine.jpg|miniatura|Pianta e sezione della Conca e del Mulino di Porte Contarine ( scala variata)|alt=|320x320px]]Non è stato possibile ricostruire il percorso della gora che alimentava e scaricava questa macchina idraulica, sebbene sia stato messo in evidenza l'ingresso di uno stretto cunicolo situato all'interno dell'abitacolo che custodisce l'idrovora.
== Conca ==
 
La [[Chiusa (ingegneria)|Conca]] di Porte Contarine è forse la più insigne opera idraulica di Padova.
 
Fu costruita da Giacomo Dondi dell'Orologio nell'anno 1526, per migliorare la navigabilità del canale Naviglio Interno, sostituendosi a due sostegni che si trovavano l'uno al ponte delle Torricelle, l'altro presso il ponte di S. Tomìno.
 
Successivamente la Conca fu restaurata più volte: negli anni 1718, 1811, 1838 e nel 1896 furono sostituite le porte in legno con porte in ferro.
 
La Conca è un dispositivo adottato in modo che i [[Imbarcazione|battelli]] possano salire o scendere, tra due tratti di un'idrovia aventi quote diverse. Entrato il battello nella Conca e chiuse le porte, il bacino è messo in comunicazione con il canale a monte o a valle; il livello dell'acqua così, in cui il battello galleggia, viene alzato o abbassato. Dopo di che il battello può procedere il suo viaggio.
 
E' noto che l'invenzione della [[Chiusa (ingegneria)|Conca]] per navigazione è merito degli italiani, il che rese possibile il vasto sviluppo in tutto il mondo della navigazione interna. Nel Veneto le prime conche per navigazione furono quelle di Stra, costruita nel 1481 da F.lli Dionisio e Pietro da Viterbo, e Porte Contarine a Padova.
 
La Conca di Porte Contarine ha una lunghezza di 46 metri e una larghezza di 6,20 metri in modo da far superare alle barche un dislivello di 2,7-3 metri.
 
La testata a valle si trova al di sotto della volta del Ponte di Via Giotto, e il complesso nei pressi dell'oratorio di S.ta Maria (costruito nel 1723) e il campanile, donano un notevole pregio anche dal punto di vista pittorico.
 
Verso il 1950 fu necessario, a causa del traffico stradale, coprire un tratto del Naviglio Interno. Questa necessità era stata preveduta già nel 1920 all'interno del progetto dell'Ing. L. Gasparini per la sistemazione delle vie d'acqua della città, secondo il quale infatti la navigazione doveva essere estromessa seguendo invece il nuovo Bacchiglione e il nuovo canale navigabile Volta Barozzo - S. Gregorio.
[[File:La Conca delle Porte Contarine.jpg|miniatura|La Conca delle Porte Contarine prima del 1960|alt=|320x320px]]
In questo modo il tratto del Naviglio Interno (dal Ponte delle Torricelle fino alla Conca di Porte Contarine, 1178 metri) venne coperto.
 
Il '''Franco CFA''' (che significava all'origine nel 1945, ''Franco delle Colonie Francesi d'Africa'', abbreviato FCFA, e oggi diventato acronimo di ''Comunità Finanziaria Africana'') è il nome di due [[valuta|valute]] comuni a diversi paesi [[africa]]ni, constituente in parte la ''[[zona franco]]''.
Successivamente le adiacenze della Conca furono sistemate in modo da poter soddisfare il transito stradale diretto verso Largo Europa.
 
== Paesi ==
In questo modo si può osservare meglio questo importante manufatto idraulico che costituisce una notevole curiosità di Padova: fu infatti demolito un fabbricato che si trovava presso la fiancata destra della Conca. Sul muro del fabbricato erano presenti due lapidi in marmo con iscrizioni attinenti alla Conca: una riguardo alle origini e l'altra indicava la tariffa ordinata del Magistrato della [[Repubblica veneta|Repubblica Veneta]] per il passaggio dei vari battelli attraverso la Conca.
Il '''franco CFA''' è la valuta utilizzata da 14 paesi [[africa]]ni:
 
; [[Franco CFA (CEMAC)]] ([[ISO 4217]]<nowiki>:</nowiki> XAF e 950)
Queste lapidi furono salvate dalla distruzione e potrebbero essere ricollocate nel sito visibile e più adatto. Anche altre iscrizioni riguardanti la Conca, sulle spalle del Ponte di Via Giotto, sono state salvate grazie all'Amministrazione Comunale di Padova.
* {{bandiera|Camerun|nome}}
* {{bandiera|Ciad|nome}}
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; [[Franco CFA (UEMOA)]] ([[ISO 4217]]<nowiki>:</nowiki> XOF e 952)
La Conca di Porte Contarine è apprezzata anche dalla soprintendenza ai Monumenti e dal Ministero della Pubblica Istruzione e dagli innumerevoli turisti che visitano questa splendida città storica.
* {{bandiera|Benin|nome}}
* {{bandiera|Burkina Faso|nome}}
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* {{bandiera|Guinea-Bissau|nome}} (dal {{data|02|05|1997}})
* {{bandiera|Mali|nome}} (fino al 1962 e poi dal 1984)
* {{bandiera|Niger|nome}}
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* {{bandiera|Togo|nome}}
 
== Storia ==
L'[[Amministrazione comunale|Amministrazione Comunale]] ha inoltre provveduto a risolvere alcuni problemi collaterali come quello di un impianto di un'apposita elettropompa in modo da assicurare il funzionamento di un condotto che scorre sotto alla nuova strada e di fianco alla Conca per confluire nel Piovego.
La maggior parte dei paesi aderenti ha fatto parte dell'[[impero coloniale francese]] (con le eccezioni rappresentate dalla [[Guinea Equatoriale]], [[Impero coloniale spagnolo|ex-colonia spagnola]], e la [[Guinea-Bissau]], [[Impero coloniale portoghese|ex-colonia portoghese]]).
 
Una parte di questi stati ([[Benin]], [[Burkina Faso]], [[Costa d'Avorio]], [[Guinea-Bissau]], [[Mali]], [[Niger]], [[Senegal]] e [[Togo]]) sono riuniti nell'[[Unione economica e monetaria ovest-africana]] (UEMOA), mentre i restanti ([[Camerun]], [[Repubblica Centrafricana]], [[Repubblica del Congo]], [[Gabon]], [[Guinea Equatoriale]] e [[Ciad]]) sono riuniti nella [[Comunità economica e monetaria dell'Africa centrale]] (CEMAC).
== Altri manufatti del complesso idraulico ==
 
Sono associate al franco CFA anche le [[Isole Comore]], nell'[[Oceano Indiano]], dentro la cosiddetta "[[zona franco]]" ([[Franco delle Comore|franco comorano]]).
=== Chiesetta di Santa Maria "ad Portas Contarenas" ===
Come attesta l'iscrizione sulla facciata, questa Chiesetta venne costruita nel 1723.
 
La valuta fu creata (insieme al [[Franco CFP]], ''Franc des Colonies françaises du Pacifique'', poi divenuto ''Change franc Pacifique'') il 26 dicembre [[1945]] , al momento della ratifica, da parte della Francia, degli [[accordi di Bretton Woods]]. A quei tempi la sigla indicava il franco delle colonie francesi in Africa (''Colonies françaises d'Afrique'').
La costruzione si deve alla famiglia Comini, che la volle edificare per uso pubblico. Nel 1839, assieme a Palazzo Cavalli, la Chiesetta divenne sede della Dogana austriaca, e dopo l'Unità divenne magazzino idraulico.
 
Il nome, che cambiò in "franco della Comunità Francese dell'Africa" nel [[1958]] (senza necessità di modificare la sigla), oggi indica :
Rischiò la demolizione nel 1893 quando fu acquistato e rimordenato il Mulino, e venne infine restaurata nel 1968, come ricorda la lapide affissa sulla facciata:
* il '''franco della Comunità Finanziaria dell'Africa''' (XOF) nel caso dell'UEMOA,
* il '''franco della Cooperazione Finanziaria dell'Africa Centrale''' (XAF) per il CEMAC.
L'esistenza di nomi distinti evidenzia la divisione della zona in due: la prima ha come istituto di emissione la BCEAO (Banque centrale des États de l'Afrique de l'Ouest), la seconda la BEAC (Banque des États de l'Afrique centrale); le rispettive valute non sono intercambiabili.
 
=== Evoluzione dell'area del Franco CFA===
''" ERETTO IN ONORE DI MARIA VERGINE L'ANNO 1723''
 
La composizione dell'area del Franco FCA è cambiata nel tempo: essendo l'adesione volontaria e non vincolante, alcuni stati hanno optato per l'uscita dall'area a fine di dotarsi di una propria moneta. Altri stati, invece, hanno deciso di aderirvi pur non essendo [[decolonizzazione|ex colonie]] francesi. Si dà anche il caso del [[Mali]] che, dopo aver optato per l'uscita dall'area nel [[1962]], ha poi deciso di rientrarvi nel [[1984]]. Altri membri hanno scelto, negli [[anni 1970|anni Settanta]], di passare all'uso del [[franco francese]] e, di conseguenza, hanno poi adottato l'[[Euro]]. La Francia nel corso degli anni ha fatto notevoli pressioni per l'adozione ed il mantenimento del Franco FCA, talvolta attraverso vere e proprie ingerenze nella politica interna delle sue ex colonie.
''RESTAURATO A CURA DEL LIONS CLUB DI PADOVA NELL'ANNO 1968''
 
==== Uscite e ingressi nell'area Franco CFA ====
''CONSULENTE LA SOPRINTENDENZA AI MONUMENTI "''
 
Quello che segue è l'elenco cronologico delle modifiche intervenute dalla creazione iniziale:
=== Ponte di Via Giotto o dei Contarini ===
* 1960: la [[Guinea]] esce e inizia a emettere [[franco guineano]]
Fonti non contemporanee dichiarano che il "pons contarinorum" era menzionato già nel 1256. Venne certamente ricostruito dopo il 1509, con la costruzione delle mura padovane di cui è parte integrante.
* 1962: il [[Mali]] esce e inizia a emettere il [[franco maliano]]
* 1973: il [[Madagascar]] esce e inizia a emettere il [[franco malgascio]], in seguito sostituito dall'[[ariary malgascio]] (1 ariary = 5 franchi malgasci)
* 1973: la [[Mauritania]] esce e inizia a emettere l'[[ouguiya mauritana]] (1 ouguiya = 5 Franchi CFA)
* 1974: [[Saint Pierre e Miquelon]] ([[Francia]]) esce e usa il [[franco francese]], poi sostituito dall'[[euro]]
* 1975: [[Riunione (isola)|Riunione]] ([[Francia]]) esce e usa il [[franco francese]], poi sostituito dall'[[euro]]
* 1976: [[Mayotte]] ([[Francia]]) esce e usa il [[franco francese]], poi sostituito dall'[[euro]]
* 1984: il [[Mali]] riprende il Franco CFA (1 Franco CFA = 2 [[franco maliani|franchi maliani]])
* 1985: la [[Guinea Equatoriale]] adotta il Franco CFA (1 franco = 4 [[ekwele della Guinea Equatoriale|bipkwele]])
* 1997: la [[Guinea-Bissau]] adotta il Franco CFA (1 franco = 65 [[peso della Guinea-Bissau|pesos]])
 
== Accordi di cambio==
Un concio [[parallelepipedo]] posato sul piano di calpestìo, al centro dell'arco della Conca, addossato alla spalletta di monte, riporta la data "1839", da cui si desume che il Ponte venne restaurato contemporaneamente alla Conca.
Gli accordi che vincolano i due istituti centrali con le autorità francesi sono identici e prevedono le seguenti clausole:
* un tipo di cambio fissato alla divisa europea;
* piena convertibilità delle valute con l'euro garantita dal Tesoro francese;
* fondo comune di riserva di moneta estera a cui partecipano tutti i paesi del CFA (almeno il 65% delle posizioni in riserva depositate presso il Tesoro francese, a garanzia del cambio monetario);
* in contropartita alla convertibilità era prevista la partecipazione delle autorità francesi nella definizione della politica monetaria della zona CFA.
 
Il franco CFA ha sempre mantenuto la parità rispetto al franco francese, salvo in casi particolari.
Sull'altro lato della stessa spalletta di monte, al centro, visibile per chi entrava nella Conca, si nota l'elegante stemma patavino in ferro di stile austriaco.
 
Dopo l'introduzione dell'[[euro]], il valore del franco CFA è stato agganciato alla nuova valuta; è comunque la [[Banca di Francia]] e non la [[Banca centrale europea]] che continua a garantire la convertibilità del franco CFA.
=== Mandracchio ===
Il [[Mandracchio]] è uno specchio d'acqua ben riparato, usato nei porti quale attracco per piccoli scafi. Lo si può quindi considerare un bacino di sosta.
 
== Cambi ==
Nel caso delle Porte Contarine, il Mandracchio di valle è formato da rivestimenti di sponda in trachite alla base dei quali vi sono dei camminamenti sorretti da palificazioni in legno.
{| class="wikitable"
|-
! Data !! Valuta !! Valore
|-
| {{data|26|12|1945}} || [[Franco francese]] || 1 FCFA = 1,70 FF
|-
| {{data|17|10|1948}} || [[Franco francese]] || 1 FCFA = 2,00 FF
|-
| {{data|27|12|1958}} || Nuovo [[Franco francese]] || 1 FCFA = 0,02 FRF
|-
| {{data|11|01|1994}} || Nuovo [[Franco francese]] || 1 FCFA = 0,01 FRF
|-
| {{data|01|01|1999}} || [[Euro]] <br /> <small>(1 FRF = 0,152449 EUR / 1 EUR = 6,55957 FRF)</small> || 1 FCFA = 0,00152449 EUR <br /> 1 EUR = 655,957 FCFA
|-
| {{data|20|03|2018}} || [[Dollaro statunitense]] || 1 FCFA XAF = 0,00187061 USD <br /> 1 USD = 534,585 FCFA XAF
|-
| {{data|20|03|2018}} || [[Dollaro statunitense]] || 1 FCFA XOF = 0,00187017 USD <br /> 1 USD = 534,711 FCFA XOF
|-
|}
 
== Voci correlate ==
A denotare la caratteristica di luogo di sosta vi è la scaletta ricavata sulla sponda sinistra.
* [[Comunità economica e monetaria dell'Africa centrale]]
* [[Françafrique]]
* [[Franco (moneta)]]
* [[Franco CFP]]
* [[Unione economica e monetaria ovest-africana]]
* [[Zona franco]]
 
== Altri progetti ==
Il Mandracchio compare in un disegno del 1903, rinvenuto presso l'Archivio del [[Genio civile|Genio Civile]] di Padova.
{{interprogetto|commons=category:CFA franc}}
 
== BibliografiaCollegamenti esterni ==
* {{cita web |url=http://www.bceao.int |titolo=Banque centrale des États de l'Afrique de l'Ouest (BCEAO) }}
* {{cita web |url=http://www.beac.int |titolo=Banque des États de l'Afrique centrale (BEAC) }}
* {{cita web |url=http://www.banque-france.fr |titolo=Banque de France }}
* {{cita web |url=http://www.cemac.int |titolo=Communauté Économique et Monétaire de l'Afrique Centrale (CEMAC) |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100310151637/http://www.cemac.int/ |dataarchivio=10 marzo 2010 }}
* {{cita web |url=http://www.uemoa.int |titolo=Union Economique et Monétaire Ouest Africaine (UEMOA) }}
* {{cita web |url=http://www.banque-comores.km |titolo=Banque Centrale des Comores }}
* {{cita web |url=http://www.franc-cfa.com |titolo=Africa Change }}
 
{{franco}}
*<sub><big>Pietro Casetta, Le Porte Contarine a Padova: Il Mulino,Le Gore, La Conca, Padova, La Galangola, 1999.</big></sub>
{{ValuteAfrica}}
*<sub><big>Francesco Marzolo, La Conca delle Porte Contarine, Padova,Estr. da: Città di Padova, 1966, n. 2, 1966.</big></sub>
{{controllo di autorità}}
*<sub><big>Pietro Casetta e Sandro Zanotto, Il Mulino di Porte Contarine in Padova: amissi del Piovego, Padova, Amissi del Piovego, 1989.</big></sub>
{{portale|Africa Centrale|Africa Occidentale|numismatica}}
*<sub><big>Franco Benucci, Padova e le sue acque: due casi di studio: Le Porte Contarine e il Portello: forma e identità urbana al crocevia della storia e delle arti, Padova, Unipress, 2001.</big></sub>
*<sub><big>Elio Franzin, Padova e il suo territorio, rivista di storia arte e cultura n°79, Giugno 1999</big></sub>
 
[[Categoria:Franco|CFA]]
== Note ==
[[Categoria:Valute africane]]
<references />