Fumane e Giacomo Puccini: differenze tra le pagine

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{{F|Veneto|agosto 2012}}
[[File:GiacomoPuccini.jpg|thumb|[[File:Giacomo Puccini signature.svg|200px|right]]]]
{{Divisione amministrativa
{{Bio
|Nome=Fumane
|Nome = Giacomo Antonio Domenico Michele Secondo Maria
|Panorama=VistaFumane.jpg
|Cognome = Puccini
|Didascalia=
|PostCognome = noto semplicemente come '''Giacomo Puccini'''
|Bandiera=
|Sesso = M
|Voce bandiera=
|LuogoNascita = Lucca
|Stemma=Fumane-Stemma.png
|GiornoMeseNascita = 22 dicembre
|Voce stemma=
|AnnoNascita = 1858
|Stato=ITA
|LuogoMorte = Bruxelles
|Grado amministrativo=3
|LuogoMorteLink = Bruxelles (comune)
|Divisione amm grado 1=Veneto
|GiornoMeseMorte = 29 novembre
|Divisione amm grado 2=Verona
|AnnoMorte = 1924
|Amministratore locale=Domenico Bianchi
|Epoca = 1800
|Partito=[[Il Popolo della Libertà|PdL]] - [[Lega Nord|LN]]
|Epoca2 = 1900
|Data elezione=08/06/2009
|Attività = compositore
|Data istituzione=
|Nazionalità = italiano
|Latitudine gradi=45
|PostNazionalità = , considerato uno dei maggiori e più significativi [[opera|operisti]] della storia musicale
|Latitudine minuti=33
|Immagine =
|Latitudine secondi=0
|Didascalia =
|Latitudine NS=N
|Longitudine gradi=10
|Longitudine minuti=53
|Longitudine secondi=0
|Longitudine EW=E
|Altitudine=198
|Superficie=34.28
|Note superficie=
|Abitanti=4192
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bil2010/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 settembre 2011.
|Aggiornamento abitanti=01-10-2011
|Sottodivisioni=Breonio, Cavalo, Mazzurega, [[Molina (Fumane)|Molina]]<ref>[http://incomune.interno.it/statuti/statuti/fumane.pdf Comune di Fumane - Statuto].</ref>
|Divisioni confinanti=[[Dolcè]], [[Marano di Valpolicella]], [[San Pietro in Cariano]], [[Sant'Ambrogio di Valpolicella]], [[Sant'Anna d'Alfaedo]]
|Codice postale=37022, 37020
|Prefisso=[[045 (prefisso)|045]]
|Fuso orario=+1
|Codice statistico=023035
|Codice catastale=D818
|Targa=VR
|Zona sismica=3
|Gradi giorno=
|Diffusività=
|Nome abitanti=fumanesi
|Patrono=[[San Zeno vescovo|san Zeno]]
|Festivo=[[21 maggio]]
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Fumane (province of Verona, region Veneto, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Fumane all'interno della provincia di Verona
|Sito=http://www.comunedifumane.it
}}
'''Fumane''' (''Fumàne'' in [[lingua veneta|veneto]]<ref>{{cita web|titolo=Provincia In - Storia e curiosità dei 97 Comuni de la Provincia Veronese|url=http://www.larenadomila.it/immagini/paese.htm|accesso=26 novembre 2011|editore=La Rena Domila, l'informassion veronese}}</ref>) è un [[comune italiano]] di 4.192 abitanti della [[provincia di Verona]]. Si trova in [[Valpolicella]].
 
Le sue prime composizioni erano radicate nella tradizione dell'opera italiana del tardo XIX secolo. Tuttavia, successivamente, Puccini sviluppò con successo il suo lavoro nello stile del [[Opera verista|verismo]], di cui è diventato uno dei principali esponenti. Ricevette la formazione musicale presso il [[Conservatorio Giuseppe Verdi (Milano)|conservatorio di Milano]], sotto la guida di maestri come [[Antonio Bazzini]] e [[Amilcare Ponchielli]], dove fece amicizia con [[Pietro Mascagni]] con cui condivideva l'apprezzamento per la musica di [[Richard Wagner]].
== Geografia ==
Fumane dista 18 chilometri da [[Verona]] ed è in posizione [[nord]] [[ovest]] rispetto al capoluogo.
 
Le opere più famose di Puccini, considerate di repertorio per i maggiori teatri del mondo, sono ''[[La bohème]]'' (1896), ''[[Tosca (opera)|Tosca]]'' (1900), ''[[Madama Butterfly]]'' (1904) e ''[[Turandot]]'' (1926). Di quest'ultima, il compositore non riuscì a completare la partitura, poiché si spense stroncato da un [[tumore]] alla gola poco prima di terminare le ultime pagine (Il Maestro era un forte fumatore). L'opera fu poi completata da [[Franco Alfano]].
Il comune di Fumane ha una altitudine che va da un minimo di 156 [[metro|metri]] slm. ad un massimo di 1.128 m s.l.m., è vasto e popoloso. Il territorio occupa la vallata dominata dal [[Corno d'Aquilio]] e dal [[Monte Pastello]].
 
=== FrazioniBiografia ===
=== La prima formazione ===
[[File:PucciniBirthplace.jpg|thumb|upright|[[Museo-casa natale di Giacomo Puccini|Casa natale di Puccini]] a [[Lucca]].]]
 
Nacque a [[Lucca]] il 22 dicembre del [[1858]], sestogenito dei nove figli<ref>Otilia (Lucca, 24 gennaio 1851 - ivi, 9 marzo 1923), Tomaide (Lucca, 14 aprile 1852 - ivi, 24 agosto 1917), Temi (Lucca, 5 ottobre 1853 - ivi, 1854), Nitteti (Lucca, 27 ottobre 1854 - Pordenone, 3 giugno 1928), Iginia (Lucca, 19 novembre 1856 - Vicopelago, 2 ottobre 1922), Ramelde (Lucca, 19 dicembre 1859 - Bologna, 8 aprile 1912), Macrina (Lucca, 13 settembre 1862 - ivi, 4 gennaio 1870),Michele(Lucca, 19 aprile 1864 - Rio de Janeiro, 12 marzo 1891).</ref> di Michele Puccini ([[Lucca]], 27 novembre [[1813]] - ivi, 23 gennaio [[1864]]) e di Albina Magi ([[Lucca]], 2 novembre 1830 - ivi, 17 luglio 1884). Da quattro generazioni i Puccini erano [[Maestro di cappella|maestri di cappella]] del [[Duomo di Lucca]]<ref>Giacomo (Celle di val di Roggio, Lucca, battezzato il 26 gennaio 1712 - Lucca, 16 maggio 1781); Antonio (Lucca, 30 luglio 1747 - Lucca, 10 febbraio 1832); Domenico (San Pier Maggiore, Lucca, 15 aprile 1772 - Lucca, 25 maggio 1815); Michele (Lucca, 27 novembre 1813 - Lucca, 23 gennaio 1864).</ref> e fino al 1799 i loro antenati avevano lavorato per la prestigiosa Cappella Palatina della [[Repubblica di Lucca]]. Il padre di Giacomo era, già dai tempi del Duca di Lucca [[Carlo Lodovico di Borbone]], uno stimato professore di composizione presso l'Istituto Musicale Pacini.<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 15-16}}.</ref> La morte del padre, avvenuta quando Giacomo aveva cinque anni, mise in condizioni di ristrettezze la famiglia. Il giovane musicista fu mandato a studiare presso lo zio materno, Fortunato Magi, che lo considerava un allievo non particolarmente dotato e soprattutto poco disciplinato (un «falento», come giunse a definirlo, ossia un fannullone senza talento). In ogni caso, Magi introdusse Giacomo allo studio della [[Tastiera (musica)|tastiera]] e al [[canto corale]].<ref name="Budden19">{{cita|Budden, 2005|p. 19}}.</ref>
Con il capoluogo, distinto nelle località Banchette, Fumane, Bertarole, Cà Melchiori, Casetta, Casterna, Isola, Osan, Piani, Vaio e Volta, Marega compongono il comune anche Mazzurega con Cavarena e la Cà; Cavalo, con Straval, Cesa Vecia, Casa Maur e Piazzi; Verago di Sotto e Verago di Sopra; [[Molina (Fumane)|Molina]], con Manune; e Breonio, con Gorgusello di sopra, Gorgusello di Mezzo e Gorgusello di sotto, Sottosengia, Paroletto, Camporiondo,Forte Masua e Ruinal.
Molina con Manune, Pizzolana, Togni, Moccoli, Sengiarossa e Bottesela
 
Giacomo inizialmente frequentò il seminario di San Michele e successivamente quello della Cattedrale dove iniziò lo studio dell'[[Organo (strumento musicale)|organo]]. I risultati scolastici non furono certo eccellenti, in particolare dimostra una profonda insofferenza per lo studio della matematica. Del Puccini studente si è detto: "entra in classe solo per consumare i pantaloni sulla sedia; non presta la minima attenzione a nessun argomento, e continua a tamburellare sul suo banco come fosse un pianoforte; non legge mai".<ref name="Budden20">{{cita|Budden, 2005|p. 20}}.</ref><ref>{{cita libro|autore=Dante Del Fiorentino|titolo=Immortal Bohemian; an intimate memoir of Giacomo Puccini|anno=1952|isbn=no|editore=Prentice Hall|pagine=9-10|città=New York|lingua=en}}</ref> Terminati dopo cinque anni, uno in più di quelli necessari, gli studi di base, si iscrisse all'Istituto Musicale di Lucca dove il padre era stato, come detto, insegnante.<ref name="Budden19"/> Ottenne ottimi risultati con il professor [[Carlo Angeloni]], già allievo di Michele Puccini, mostrando un talento destinato a pochi. A quattordici anni Giacomo poté già cominciare a contribuire all'economia familiare suonando l'[[Organo (strumento musicale)|organo]] in varie chiese di Lucca e in particolare alla patriarcale di Mutigliano. Inoltre intrattiene suonando il pianoforte gli avventori del "Caffè Caselli" situato sul corso principale cittadino.<ref name="Budden20"/>
=== Breonio e Molina ===
 
Nel 1874 si prende in carico un allievo, Carlo della Nina, tuttavia non si dimostrerà mai un buon insegnante. Dello stesso periodo si ha la prima composizione conosciuta attribuibile a Puccini, una lirica per [[mezzosoprano]] e pianoforte denominata "''A te''". Nel 1876 assiste al [[Teatro Verdi (Pisa)|teatro Nuovo di Pisa]] l'allestimento di ''[[Aida]]'' di [[Giuseppe Verdi]], un avvenimento che si dimostrò decisivo per la sua futura carriera facendo convogliare i sui interessi verso l'opera.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 22}}.</ref>
Breonio e Molina appartengono al comune di Fumane soltanto dal primo giugno 1929, il periodo della grande ristrutturazione degli enti locali, quando furono annesse a Fumane, dal [[comuni soppressi d'Italia|comune soppresso]] di Breonio. Allora il comune della Lessinia Occidentale si chiamava Breonio ed aveva la sede in Sant'Anna d'Alfaedo dopo essere stato come sede anche a Fosse, tantoché lo stemma del vecchio comune, con i tre monti defilati, è passato a quello di Sant'Anna.
 
A questo periodo risalgono le prime composizioni note e datate, tra cui spiccano una [[cantata]] (''[[I figli d'Italia bella]]'', 1877) e un [[mottetto]] (''[[Mottetto per San Paolino]]'', 1877). Nel 1879 scrisse un ''[[valzer]]'', oggi perso, per la banda cittadina. L'anno successivo, all'ottenimento del diploma presso l'Istituto Pacini, compose, come saggio finale, la ''Messa di gloria'' a quattro voci con orchestra, che, eseguita al Teatro Goldoni di Lucca, suscitò l'entusiasmo della critica lucchese.<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 23-24}}.</ref>
La grande valle di Fumane è la più profonda delle tre che compongono la [[Valpolicella]] e assume il nome di "Valle dei Progni" nella parte superiore, è infatti profondamente scavata nei calcari giurassici del Vaio di Gravasso sin sopra a Breonio. La più occidentale delle valli lessiniche, è separata dalla Val d'Adige, dalla dorsale del Monte Crocetta, del Pastelletto e del Pastello, erosa, sul versante occidentale, da Pastomie.
 
=== Il conservatorio e gli esordi operistici ===
== Storia ==
Il territorio del comune è abitato fin dalla [[preistoria]], sono presenti alcuni [[castelliere|castellieri]], di cui uno importante è stato distrutto nel [[1973]], da una azione vandalica con ruspe in contrada ''Sottosengia''. Nella frazione [[Molina (Fumane)|Molina]] è presente un riparo abitato in epoca preistorica considerato tra i siti più importanti d'[[Europa]] per il lungo periodo di utilizzo. Il [[Riparo Solinas]], attualmente ridenominato '''Grotta di Fumane''', è stato abitato dall'uomo da circa 60.000 anni fa a circa 25.000 anni fa. È possibile visitarlo su prenotazione telefonando al numero 045.6832811.
 
[[File:Antonio Bazzini.jpg|thumb|upright|[[Antonio Bazzini]], fu l'insegnante di Puccini nei primi due anni al [[Conservatorio di Milano]].]]
In epoca romana il ''pagus Arusnatium'', vale a dire di una circoscrizione amministrativa autonoma abitata da una popolazione autoctona, aveva il centro amministrativo in zona di Fumane, mentre ''San Giorgio'' rimaneva il riferimento religioso. Le iscrizioni del periodo degli [[Arusnati]] si trovano in gran numero al [[Museo Lapidario Maffeiano]] di Verona. Allo sbocco della piana di Fumane, verso [[San Pietro in Cariano]], è nota la presenza di una casa romana con annessi rustici: il grande complesso è legato al toponimo "ruine" tuttora in uso ma già testimoniato in documenti del secolo decimoprimo. Altri toponimi di probabile origine romana rimangono nel capoluogo: Degnano (da Dignus), Osan (da Voxius), Marzane (da Martius), Carcirago (da Carcirius). A Cavalo si segnala invece la dedica a [[Lualda]], divinità arusnate, venuta di recente alla luce nel pavimento della "chiesa vecchia".
 
[[Milano]], all'epoca, era la destinazione privilegiata per i musicisti alla ricerca di fortuna e proprio in quegli anni stava attraversando un'epoca di forte crescita, dopo essersi lasciata alle spalle la recessione che l'aveva colpita così duramente.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 33}}.</ref> Vista la predisposizione musicale del figlio, Albina Puccini tentò con ogni forza di far ottenere a Giacomo una borsa di studio per frequentare il [[Conservatorio Giuseppe Verdi (Milano)|conservatorio meneghino]]. Dapprima tentò ripetutamente con le autorità cittadine, ottenendo tuttavia un diniego probabilmente a causa delle magre casse pubbliche, anche se {{chiarire|taluni sostengono|chi?}} che fu a causa della sua già cattiva reputazione di ragazzo irriverente. Non sconfitta, la preoccupata madre si rivolse alla duchessa Carafa che le consigliò di rivolgersi alla [[regina Margherita]] per ottenere il finanziamento che talvolta i regnanti concedevano alle famiglie bisognose. Anche grazie all'intercessione della dama di compagnia della regina, marchesa Pallavicina, la richiesta venne accolta seppur parzialmente. Ci volle, infine, l'intervento del dottor Cerù, un amico di famiglia, che integrò il sussidio reale affinché Giacomo potesse finalmente garantirsi il perfezionamento musicale.<ref name="b433"/>
Nell'[[Alto Medioevo]] Fumane fu sotto dominio longobardo, il toponimo della valle era diverso e di origine longobarda, ''Val de sala''. Breonio risulta come ''curtis'' dal [[920]]. Dal [[1150]] è conosciuta l'esistenza di un castello sul colle ''Fumana'' che ha dato il nome all'abitato.
 
[[File:Mascagni-Franchetti-Puccini.jpg|thumb|left|Puccini con [[Alberto Franchetti]], al pianoforte, e [[Pietro Mascagni]] in piedi.]]
Nel [[XII secolo]] la parte sud del comune era nel feudo monastico dell'[[Abbazia di San Zeno di Verona|Abazia di San Zeno]], il riferimento religioso era la chiesetta di ''Santa Maria del Degnano'', in località ''Vaio'' di cui ci sono testimonianze nel [[1163]]. Chiesetta che sorge su un luogo sacro pagano, visto il ritrovamento di un'ara dedicata alla divinità arusnate [[Lualda]].
 
Così, nel 1880, Puccini si trasferì a Milano e iniziò a frequentare il Conservatorio. Nei primi due anni il giovane compositore fu affidato agli insegnamenti di [[Antonio Bazzini]].<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 38}}.</ref> e, nonostante la sua applicazione, la sua produzione musicale fu assai scarsa se si fa eccezione di un ''quartetto di archi in re'', l'unica composizione che si possa assegnare a questo periodo con certezza. Nel novembre del 1881 Bazzini prese il posto del defunto direttore del conservatorio dovendo, quindi, abbandonare l'insegnamento. Puccini diventò quindi alunno di [[Amilcare Ponchielli]].<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 41}}.</ref> il cui influsso si ritroverà costantemente nei futuri lavori del compositore. Grazie, seppur indirettamente, al nuovo maestro, Giacomo fece conoscenza con [[Pietro Mascagni]] con cui porterà avanti una sincera e duratura amicizia, nonostante i due caratteri opposti (riservato il primo, collerico e irrefrenabile il secondo<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 44}}.</ref>) ma accomunati dai gusti musicali ed in particolare per il comune apprezzamento dei lavori di [[Richard Wagner]].<ref name="cita|Budden, 2005|p. 55">{{cita|Budden, 2005|p. 55}}.</ref>
Se pochi sono i resti dell'Alto Medioevo, più numerose si fanno le presenze monumentali nel Basso Medioevo. Forse già [[Federico della Scala]] aveva un palazzo anche in Fumane, dominante località Vicarie. Quando i veneziani misero in vendita i beni della Fattoria Scaligera, i Maffei acquistarono qui case e campi che passarono poi, a metà del [[secolo XVI]], ai Della Torre, i quali vi costruirono l'attuale monumentale villa. I documenti del secolo XV parlano già di un "palazzo" e di una "chiesa di S. Maria della Corte" che qui preesistevano alla villa; recenti restauri hanno messo in luce preesistenze trecentesche. Lo stesso toponimo "Vicarie" è assai indicativo avendo appunto Federico della Scala il titolo di [[Vicario]], oltre che di [[Conte della Valpolicella]].
Anche la chiesa di San Zeno a Fumane risale ai primi decenni del Trecento assieme all'annesso cimitero: nel secolo successivo essa divverrà chiesa parrocchiale con fonte battesimale riportante incisa la data del 1º giugno [[1442]].
 
Di questo ultimo biennio passato al conservatorio il principali lavori che possono essere citati furono un ''Preludio sinfonico'', eseguito il 15 luglio 1882 in occasione del concerto organizzato dal conservatorio per presentare i lavori degli studenti ed un ''Adagetto'' per orchestra datato l'8 giugno dell'anno successivo che sarà il primo lavoro pucciniano ad essere pubblicato.<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 44-47}}.</ref> Il 13 luglio 1883 avviene la prima assoluta del ''Capriccio sinfonico'', diretta da [[Franco Faccio]], composta da Puccini come suo compito d'esame finale.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 49}}.</ref> E così terminò la formazione al conservatorio del giovane musicista, che si diplomò quello stesso anno con un punteggio di 163 su 200, sufficiente a ricevere anche la medaglia di bronzo.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 48}}.</ref> Ponchielli ricorderà il suo celebre studente come uno dei suoi migliori studenti, anche se ebbe spesso a lamentarsi di una non proprio ferrea assiduità allo studio e alla composizione.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 46}}.</ref>
Fenomeno tipico negli anni fra Quattro e Cinquecento è la nascita, anche nella vallata fumanese, di numerose ville: Villa Della Torre in località Banchette; villa Salle-Jenna in località la Volta; Villa Marchiori-Cerù-Cicogna nella piazza del Capoluogo.
AI Settecento risale invece la dimora dell'abate [[Bartolomeo Lorenzi]] in località Cavarena di Mazzurega e all'Ottocento, anche se di impianto settecentesco, villa dei Ravignani, oggi Antonietti, in località Ca' Melchiorri, sita ai piedi del colle dell'Incisa, sotto il Santuario della Madonna de [[la Salette]].
 
Nell'aprile 1883 partecipò al concorso per opere di soggetto a scelta del concorrente in un atto indetto dall'editore musicale [[Sonzogno (editore musicale)|Sonzogno]] e pubblicizzato sulla rivista ''Il Teatro Illustrato''.<ref name="cita|Budden, 2005|p. 55"/> Ponchielli presentò a Puccini il poeta [[scapigliatura|scapigliato]] [[Ferdinando Fontana]] e tra i due vi fu subito intesa tanto che quest'ultimo si occuperà di scrivere il [[libretto]] di ''[[Le Villi]]''.<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 56-57}}.</ref> L'esito del concorso fu fortemente negativo, tanto che non venne nemmeno citato dalla commissione.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 59}}.</ref> Nonostante ciò Fontana non si arrese e riuscì ad organizzare una rappresentazione privata in cui Puccini poté suonare le musiche dell'opera davanti, tra gli altri, a [[Arrigo Boito]], [[Alfredo Catalani]] e [[Giovannina Lucca]] riscuotendo questa volta un vivo apprezzamento. Così il 31 maggio 1884 fu rappresentata al [[Teatro dal Verme]] di Milano sotto il patrocinio dell'editore [[Giulio Ricordi]], concorrente di Sonzogno, dove ricevette un'accoglienza entusiastica sia dal pubblico che dalla critica.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 60}}.</ref>
Durante il Settecento si registra un rinnovo dell'edilizia religiosa. A Fumane e a Mazzurega si rifanno le due chiese parrocchiali (vecchie di qualche secolo) mentre a Cavalo e a Breonio se ne costruiscono due di completamente nuove, in posizione diversa dalle due antiche.
Particolare è la vicissitudine della Chiesa parrocchiale di [[Breonio]]: abbandonata la vecchia chiesa di San Marziale perché evidentemente troppo piccola, un nuovo grandissimo tempio fu costruito fuori del paese sopra Gorgusello e [[Molina (Fumane)|Molina]] in modo da servire meglio anche quelle due località. L'atto di donazione del terreno da parte del parroco è del [[1758]]. I lavori durarono fino al [[1835]], ma l'officiatura del tempio fu resa una prima volta già impossibile dopo il terremoto del [[1882]] per l'aggravarsi di lesioni allargatasi dopo il sisma, per eccessivo peso della costruzione gravante su terreno di natura franosa.Successivamente,dopo tre anni di restauri,la chiesa nel 1893 fu riaperta al culto,ma nel 1949 il riapparire di fessurazioni condusse alla dolorosa decisione di chiudere definitivamente al culto la chiesa nel 1952,che venne minata nel 1958 per recuperare materiale necessario alla costruzione della nuova parrocchiale di San Marziale in Santa Maria Regina,che accoglie quasi tutto il patrimonio artistico della"cesa vecia".
A [[Cavalo]] invece la nuova parrocchiale, spostata in centro paese, fu eretta a partire dal [[1784]] e consacrata nel [[1789]]; essa risulta adorna di affreschi di [[Marco Marcola]].
 
Il successo consentì a Puccini di stipulare un contratto con l'editore [[Casa Ricordi]] dando luogo ad una collaborazione che sarebbe continuata per tutta la vita del compositore.<ref name="B61"/> La felicità per il decollo della sua carriera durò, tuttavia, ben poco tempo, infatti il 17 luglio dello stesso anno Puccini dovette piangere la morte della madre Albina: un duro colpo per l'artista.<ref name="B61">{{cita|Budden, 2005|p. 61}}.</ref>
Per tutto l'Ottocento e fino alla prima metà del Novecento, il Paese di Fumane rimane in gran parte immutato, eccezion fatta per il naturale sviluppo di case. Negli anni immediatamente successivi alla [[seconda guerra mondiale]] si assiste invece al declino del settore agricolo e del conseguente reddito prodotto. È dunque solo di questo dopoguerra la nascita, nel territorio fumanese, della piccola e media industria con il fiorire altresì di tutte quelle attività del settore terziario ad essa connesse, tra cui lo sviluppo demografico del Paese con interventi a carattere residenziale che si susseguono ad ondate nei vari decenni, con un picco negli anni ottanta, quando il paese raggiunge l'attuale sviluppo demografico e planimetrico.
Mentre in pianura si assiste allo sviluppo del settore industriale e terziario, nella zona di montagna, pur non abbandonando i pascoli, ci si industriò attivando cave e laboratori di marmi ed altri materiali lapidei, mentre nel capoluogo si insediarono piccole e medie ed anche qualche consistente industria che frenarono l'esodo di parte della popolazione locale. Ma mentre il capoluogo, ed in parte [[Cavalo]] e [[Mazzurega]], conservarono un loro equilibrio demografico, le frazioni montane di [[Breonio]] e Molina si depauperarono progressivamente con perdite anche consistenti, cioè rispetto alla popolazione dei tempi andati, anche dell'ordine di oltre il 50%, dando così un nuovo assetto alla demografia di tutta la valle.
 
[[File:Puccini's Edgar.jpg|thumb|upright|Frontespizio del libretto di ''[[Edgar]]''.]]
==Evoluzione demografica==
{{Demografia/Fumane}}
 
Rincuorato dal vivo successo de "''Le Villi''"', Ricordi commissionò, fortemente convito dell'impellenza, una nuova opera al duo Puccini-Fontana: "se io insisto, è perché bisogna battere il ferro mentre è caldo... ''et frappér l'imagination du public''", scrisse l'editore.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 75}}.</ref> Ci vollero ben quattro anni perché si completasse il l<nowiki>'</nowiki>''[[Edgar]]'', il cui libretto è basato sull'opera ''La coupe et les lèvres'' di [[Alfred de Musset]]. Finalmente il lavoro andò in scena, sotto la direzione di Franco Faccio, il 21 aprile 1889 al [[Teatro alla Scala]] di Milano raccogliendo, suo malgrado, solo un successo di stima mentre la risposta del pubblico si dimostrò particolarmente fredda. Nei decenni successivi l'opera andò incontro a radicali rimaneggiamenti senza tuttavia mai entrare in [[repertorio]].<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 82-83}}.</ref>
== Luoghi d'interesse ==
===Chiese===
 
Nel frattempo, nel 1884, Puccini aveva cominciato una convivenza (destinata a durare, tra varie vicissitudini, tutta la vita) con Elvira Bonturi, moglie del droghiere lucchese Narciso Gemignani. Elvira portò con sé la figlia Fosca, e tra il 1886 e il 1887 la famiglia visse a [[Monza]], in corso Milano 18, dove nacque l'unico figlio del compositore, Antonio detto Tonio, e dove Puccini lavorò alla composizione dell<nowiki>'</nowiki>''Edgar''. Una lapide, posta sull'abitazione (ancora oggi esistente), ricorda l'illustre inquilino.<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 78-79}}.</ref>
[[File:FumaneChiesa.jpg|thumb|250px|right|Chiesa parrocchiale di Fumane]]
[[File:Antonio Badile Mazzurega.jpg|thumb|170px|right|Dipinto di [[Antonio Badile]] nella chiesa parrocchiale di Mazzurega]]
 
=== Chiatri e Torre del Lago ===
* Parrocchiale di Fumane - [[XVIII secolo]]
[[File:A.Villa (Ravello, 12 febbraio 1865 – Milano, 31 dicembre 1906), Giacomo Puccini a Cavallo al lago di Massaciuccoli.jpg|thumb|[[Aleardo Villa]]: Giacomo Puccini a cavallo presso il [[Lago di Massaciuccoli]], olio su tela, 70 x 100 cm, collezione privata.]]
 
Puccini però non amava la vita in città, appassionato com'era di caccia e avendo indole essenzialmente solitaria. Quando, con ''[[Manon Lescaut]]'' ebbe il primo grande successo e vide aumentare le sue disponibilità economiche, pensò quindi di tornare verso la terra natale e, acquistato un immobile sulle colline tra la città di Lucca e la [[Versilia]], ne fece un elegante villino che considerò per qualche tempo luogo ideale per vivere e lavorare. Purtroppo la compagna Elvira mal sopportava il fatto che per raggiungere la città si doveva andare a piedi o a dorso d'asino, fu quindi giocoforza per Puccini spostarsi da [[Chiatri]] verso il sottostante [[Lago di Massaciuccoli]].<ref name="cita|Budden, 2005|p. 245">{{cita|Budden, 2005|p. 245}}.</ref>
Del [[XVIII secolo]] la riedificazione su progetto di ''B. Dal Pozzo'' di un preesistente edificio duecentesco. Dedicata a [[San Zeno vescovo|San Zeno]]. All'interno una pala di [[Antonio Balestra]] datata intorno al [[1535]] ed alcuni [[affresco|affreschi]] di [[Francesco Morone]] (dipinti tra il 1510 e il 1513) e alcuni della seconda metà del Cinquecento posti sulla volta e i lunettoni. Divenne autonoma da [[San Floriano]] nel [[1436]]. La piante della chiesa è a croce latina ad un'unica [[navata]] con due [[cappella|cappelle]] laterali ad [[abside|absidi]] quadrati. L'ingresso, in direzione [[ovest]], di forma rettangolare.
 
Nel 1891 Puccini si trasferì dunque a [[Torre del Lago Puccini|Torre del Lago]] (ora Torre del Lago Puccini, frazione di [[Viareggio]]): Ne amava il mondo rustico, la solitudine e lo considerava il posto ideale per coltivare la sua passione per la caccia e per gli incontri, anche goliardici, tra artisti. Di Torre del Lago il maestro fece il suo rifugio, prima in una vecchia casa affittata, poi facendosi costruire la villa che andò ad abitare nel [[1900]]. Puccini la descrive così:<ref>Lettera ad Alfredo Caselli del luglio 1900, in ''Carteggi Pucciniani'', a cura di Eugenio Gara cit., lett. 233.</ref>
* Chiesa parrocchiale di Cavalo - [[XVIII secolo]]
{{clear}}
 
{{Citazione|Gaudio supremo, paradiso, eden, empireo, «turris eburnea», «vas spirituale», reggia... abitanti 120, 12 case. Paese tranquillo, con macchie splendide fino al mare, popolate di daini, cignali, lepri, conigli, fagiani, beccacce, merli, fringuelli e passere. Padule immenso. Tramonti lussuriosi e straordinari. Aria maccherona d'estate, splendida di primavera e di autunno. Vento dominante, di estate il maestrale, d'inverno il grecale o il libeccio. Oltre i 120 abitanti sopradetti, i canali navigabili e le troglodite capanne di falasco, ci sono diverse folaghe, fischioni, tuffetti e mestoloni, certo più intelligenti degli abitanti, perché difficili ad accostarsi. Dicono che nella Pineta "bagoli" anche un animale raro, chiamato «Antilisca»<ref>L'antilisca naturalmente non esiste: Puccini aveva fatto una burla a un amico cacciatore, lasciandolo in mezzo al bosco per ore ad aspettare il fantomatico uccello.</ref>, per informazioni rivolgersi a...}}
L'attuale chiesa parrocchiale è del [[1785]]. All'interno ha degli affreschi di [[Marco Marcola]] del [[1791]] con soggetto gli Apostoli. Di [[Pio Patti]], dello stesso anno una tela ''Madonna in gloria, [[San Zeno vescovo|San Zeno]], Sant'Eurosia e San Luigi'' posizionata sopra la porta principale. I decori sono di [[Giuseppe Trecca (architetto)|Giuseppe Trecca]]. Il campanile è del [[XIII secolo]].
 
Il maestro la amava a tal punto, tanto da non riuscire a distaccarvisi per troppo tempo, e affermare di essere «affetto da torrelaghìte acuta». Un amore che i suoi familiari rispetteranno anche dopo la sua morte, seppellendolo nella [[cappella]] della villa. Qui furono composte, almeno in parte, tutte le sue opere di maggior successo, tranne ''Turandot''.
* Chiesa Vecchia di Cavalo - [[XIV secolo]]
 
=== Il successo: le collaborazioni con Illica e Giacosa ===
Divenne parrocchia nel [[XIV secolo]] servendo anche Mazzurega e Monte, era [[Rettore (ecclesiastico)|Rettoria]] con [[Priorato]]. È sulla strada da Cavalo a Monte. La chiesa è del [[XV secolo]] rifatta su una precedente di cui rimangono tracce del periodo [[romanico]] (la base del campanile, un mezzo capitello e la muratura del fianco settentrionale). Dal rifacimento dipende la struttura attuale, la facciata semplice, a capanna, frutto di una unica navata, la porta è rettangolare e piccola e la lunetta ha resti di un affresco.
[[File:Giacosa Puccini Illica.jpg|thumb|upright|[[Giuseppe Giacosa]], Puccini e [[Luigi Illica]].]]
 
Dopo il mezzo passo falso di ''Edgar'', Puccini rischiò l'interruzione della collaborazione con la Ricordi se non fosse stato per la strenua difesa dello stesso Giulio Ricordi.<ref name="B105">{{cita|Budden, 2005|p. 105}}.</ref> Su consiglio di Fontana il compositore lucchese scelse il romanzo ''[[Histoire du chevalier Des Grieux et de Manon Lescaut]]'' di [[Antoine François Prévost]] per la sua terza opera.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 107}}.</ref> Presentata, dopo un lunga e travagliata composizione, il primo febbraio 1893 alla scala ''[[Manon Lescaut]]'' si dimostrò un successo straordinario (la compagnia venne chiamata più di trenta volte alla ribalta), forse il più autentico della carriera di Puccini.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 122}}.</ref> L'opera segnò inoltre l'inizio di una fruttuosa collaborazione con i [[libretto|librettisti]] [[Luigi Illica]] e [[Giuseppe Giacosa]], il primo subentrato a [[Domenico Oliva]] nella fase finale della genesi, il secondo in un ruolo più defilato.<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 119-120}}.</ref>
Il campanile, su una base preesistente romanica è basso e a pianta larga e dovrebbe essere di poco precedente al rifacimento della chiesa. Ha un fonte battesimale esagonale di marmo liscio senza iscrizioni del [[XV secolo]]. Nel [[1610]], la chiesa fu interamente affrescata da [[Paolo Ligozzi]]. Nel [[1705]] dipinta [[Antonio Simbenati]] dipinse la pala dell'altare maggiore con soggetto l'[[Assunzione della Vergine Maria|Assunta]]. Nel presbiterio, all'ingresso vi sono gli affreschi raffiguranti [[San Benedetto da Norcia|San Benedetto]] con la [[Regola benedettina|Regola]] e [[San Zeno vescovo|San Zeno]] e [[San Rocco]] e [[San Sebastiano (Santo)|San Sebastiano]] all'interno della facciata. Nel [[1980]] durante il rifacimento del pavimento si scoprì un'ara sacrificale dedicato alla divinità degli [[Arusnati]] [[Lualda]]. Il campanile romanico è del [[XIV secolo]].
 
La collaborazione con Illica e Giacosa fu certamente la più produttiva della carriera artistica di Puccini. A Luigi Illica, drammaturgo e giornalista, spettava prevalentemente il compito di abbozzare una «tela» (sorta di [[sceneggiatura]]) e definirla poco per volta, discutendola con Puccini, fino ad approdare alla stesura di un testo completo. A Giuseppe Giacosa, autore di commedie di successo e professore di letteratura, era riservato il delicatissimo lavoro di mettere in versi il testo, salvaguardando sia le ragioni letterarie sia quelle musicali, compito che svolgeva con grande pazienza e notevole sensibilità poetica. L'ultima parola spettava comunque a Puccini, al quale [[Giulio Ricordi]] aveva affibbiato il soprannome di «[[Doge]]», a indicare il predominio che esercitava all'interno di questo gruppo di lavoro. Lo stesso editore contribuiva personalmente alla creazione dei libretti, suggerendo soluzioni, talvolta persino scrivendo versi e soprattutto mediando tra i letterati e il musicista in occasione delle frequenti controversie dovute all'abitudine pucciniana di rivoluzionare a più riprese il piano drammaturgico durante la genesi delle opere.
* Chiesa Parrocchiale di Mazzurega - [[XVI secolo]]
 
[[File:Boheme-poster1.jpg|thumb|upright|Poster del 1896 per una produzione di ''[[La bohème (Puccini)|La bohème]]''.]]
La chiesa è del [[XVI secolo]], Racchiude un dipinto di [[Antonio Badile]] del [[1556]], mentre gli altari laterali provengono da ''San Gregorio di Verona'' e sono del [[XVIII secolo]].
{{Multimedia
|allineamento = destra
|file = Enrico Caruso - Nellie Melba - La Boheme - O soave fanciulla.ogg
|titolo = O soave fanciulla
|descrizione = Duetto "O soave fanciulla" dalla ''Bohème''
}}
 
Illica e Giacosa avrebbero scritto poi i libretti delle successive tre opere, le più famose e rappresentate di tutto il teatro pucciniano. Non sappiamo con precisione quando iniziò la seconda collaborazione dei tre, ma di certo nell'aprile del 1893 il compositore era al lavoro. Il nuovo libretto nasce, dunque, dal soggetto di ''[[Scènes de la vie de Bohème]]'', un romanzo a puntate di [[Henri Murger]].<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 151-153}}.</ref> La realizzazione dell'opera richiese più tempo di quello preventivato da Ricordi dovendo, Puccini, intervallare la scrittura ai suoi numerosi viaggi per le varie messe in scena di ''[[Manon Lescaut]]'', che lo portarono tra l'altro a Trento, Bologna, Napoli, Budapest, Londra... e le battute di caccia a Torre del Lago.<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 157-159}}.</ref> Durante questo tempo, l'opera subì sostanziali rimaneggiamenti, come testimoniano le numerose lettere intercorse tra Ricordi e gli autori in questi tormentati mesi di scrittura. Il primo quadro venne terminato l'8 giugno mentre il compositore si trovava a Milano, mentre il 19 del mese successivo portò a termine l'orchestrazione del "''Quartiere Latino''", il secondo quadro. Scrisse il 2 ed il 3 atto della Bohème nell'estate del 1895, durante il suo soggiorno presso la villa del Castellaccio, sita in comune di Uzzano (PT). L'opera venne conclusa alla fine di novembre mentre Puccini soggiornava a casa del conte Grottanelli a Torre del Lago, tuttavia i ritocchi conclusivi si protrarrono fino al 10 dicembre.<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 168-169}}.</ref> Tra i capolavori del panorama operistico tardoromantico, ''[[La bohème (Puccini)|La bohème]]'' è un esempio di sintesi drammaturgica, strutturata in 4 quadri (è indicativo l'uso di questo termine in luogo del tradizionale "atti") di fulminea rapidità. La prima, tenutasi il 1º febbraio 1896, ricevette il favore di un pubblico entusiasta, un giudizio che però non venne pienamente condiviso dai critici che, seppur dimostrando di apprezzare l'opera, non si dimostrarono mai troppo soddisfatti.<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 171-172}}.</ref>
* Santuario Nostra Signora di La Salette - [[XIX secolo]]
 
[[File:Tosca (1899).jpg|thumb|upright|spartito per pianoforte di ''[[Tosca (opera)|Tosca]]''.]]
Il santuario della Madonna di [[La Salette]] fu edificato in posizione dominante sopra Fumane, a circa 240 m. di quota, nel [[1864]] in seguito al [[Voto (religione)|voto]] fatto alla [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] dagli abitanti per far terminare l'epidemia di [[peronospora]] che aveva colpito i [[vigneto|vigneti]].
{{Multimedia
|allineamento = destra
|file =Enrico Caruso, Recondita armonia (Tosca).ogg
|titolo = Recondita armonia
|descrizione = "Recondita armonia" dalla ''Tosca''
}}
Ormai celebre e benestante, Puccini tornò a coltivare l'idea di musicare ''[[La Tosca]]'' un [[dramma storico]] a tinte forti di [[Victorien Sardou]].<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 199}}.</ref> Tale pensata venne al compositore già prima di ''Manon Lescaut'' grazie al suggerimento di Fontana che aveva avuto la possibilità di assistere alle rappresentazioni di ''La Tosca'' a Milano e a Torino. Puccini fu fin da subito entusiasta dell'idea di musicare il dramma tanto che scrisse a Ricordi che "in questa Tosca vedo l'opera che ci vuole per me, non di proporzioni eccessive né come spettacolo decorativo né tale da dar luogo alla solita sovrabbondanza musicale". Nonostante ciò, allora, il drammaturgo francese si dimostrò riluttante nel consegnare il suo lavoro ad un compositore senza una solida reputazione.<ref name="B105"/> Ma ora, dopo ''La Bohéme'' le cose erano decisamente cambiate e i lavori per quella che sarà ''[[Tosca (opera)|Tosca]]'' poterono iniziare. Giacosa e Illica si misero subito al lavoro nonostante accusassero difficoltà nel rendere un tale testo idoneo ad un'opera lirica.<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 201-202}}.</ref> Puccini, invece, iniziò ad entrare nel vivo del lavoro solo agli inizi del 1898. Il primo atto di ''Tosca'' fu composto, nel 1898, nella seicentesca Villa Mansi di Monsagrati, ove Puccini, ospite dell'antica famiglia patrizia, lavorava essenzialmente durante le fresche notti estive che caratterizzano quella località della Val Freddana posta a una decina di chilometri da Lucca. Poco dopo, trovandosi a Parigi, su richiesta di Ricordi, si recò da Sardou per suonargli un'anteprima della musica fino ad allora composta dell'opera.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 206}}.</ref> Il lavorò continuò senza sosta, se si fa eccezione per un viaggio a Roma per assistere alla prima di ''[[Iris (opera)|Iris]]'' dell'amico Mascagni<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 209}}.</ref> e per la scrittura di ''Scossa elettrica'', una marcetta per pianoforte e la ninna-nanna ''E l'uccellino vola'', su testo di [[Renato Fucini]].<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 213}}.</ref> Il riscontro alla prima, messa in scena il 14 gennaio 1900, fu paragonabile a quello di ''Boheme'', ottimo (anche se inferiore alle aspettative) accoglimento da parte del pubblico ma alcune riserve sollevate dalla critica.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 215}}.</ref> Il [[musicologo]] [[Julian Budden]] scrisse: "Tosca è un'opera d'azione e in questo stanno sia la sua forza che i sui limiti. Nessuno la proclamerebbe il capolavoro del compositore, le emozioni che provoca sono per lo più ovvie, ma come trionfo di puro teatro rimarrà ineguagliato fino alla Fanciulla del West..."<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 240}}.</ref>
 
{{Multimedia
* Chiesa di San Marziale di Breonio - [[XV secolo]]
|allineamento = destra
|file =Frances Alda, Ancora un passo (Madama Butterfly) unrestored.ogg
|titolo = Ancora un passo
|descrizione = "Ancora un passo" dalla ''Madama Butterfly''
}}
 
Dopo il debutto di ''Tosca,'' Puccini trascorse un periodo di scarsa attività musicale in cui si dedicò al completamento della sua residenza a Torre del Lago e ad assistere alle riprese della sua ultima opera. In occasione della prima al ''[[Covent Garden]]'' di Londra, il maestro si intrattenne nella capitale britannica ben sei settimane.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 243}}.</ref> Alla fine di marzo del 1902 iniziarono i lavori per ''[[Madama Butterfly]]'' (basata su un dramma di [[David Belasco]]) che sarà la prima opera [[esotismo|esotica]] di Puccini.<ref name="cita|Budden, 2005|p. 245"/> Il maestro passò tutto il resto dell'anno a scriverne la musica ed in particolare a ricercare delle melodie originali [[giappone]]si al fine di ricreare le atmosfere in cui l'opera è ambientata.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 250}}.</ref> Frattanto, il 25 febbraio 1903, Puccini ebbe un incidente stradale; soccorsi gli occupanti del mezzo da un medico che abitava poco vicino, il compositore riportò una [[frattura (medicina)|fattura]] alla [[tibia (anatomia)|tibia]] e diverse contusioni che lo costrinsero a sopportare una lunga e penosa convalescenza di oltre quattro mesi.<ref name="B253">{{cita|Budden, 2005|p. 253}}.</ref> Rimessosi in sesto, a settembre partì con Elvira per Parigi per assister alle prove di ''Tosca''.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 255}}.</ref> Tornato in Italia, proseguì con la musica di ''Madama Butterfly'' che concluse il 27 dicembre. Il 3 gennaio 1904 sposò Elvira, dopo che ella era rimasta vedova nel marzo dell'anno precedente.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 256}}.</ref> Poco più di un mese dopo, il 17 febbraio, finalmente ''Butterlfy'' poté esordire alla Scala dimostrandosi, tuttavia, un solenne fiasco, tanto che il compositore descrisse la reazione del pubblico come "Un vero linciaggio!".<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 257}}.</ref> Dopo [[Madama Butterfly#Versioni successive|alcuni rimaneggiamenti]], in particolare l'introduzione del celeberrimo coro a bocca chiusa, l'opera fu presentata il 28 maggio al [[Teatro Grande (Brescia)|Teatro Grande]] di [[Brescia]], dove raccolse un successo pieno, destinato a durare fino a oggi.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 259}}.</ref>
Conserva al suo interno delle opere attribuite a due dei più noti artisti veronesi del tempo: [[Francesco Morone]] e [[Domenico Brusasorzi]]. Queste opere sono state rivelate durante il parziale restauro, compiuto nel [[1963]] a cura della
Sovrintendenza ai monumenti di Verona<ref>{{cita web|url=http://www.verona.com/it/guida-verona/breonio-chiesa-di-san-marziale/|titolo=La chiesa di Breonio su Verona.com|accesso=28-07-2010}}</ref><ref>{{cita libro|cognome=Silvestri|nome=Giuseppe |titolo= La Valpolicella |pagine=p. 122}}</ref>.
 
=== Gli anni più difficili ===
* Ruderi della chiesa settecentesca di San Marziale di Breonio -[[ XVII secolo ]] :sorgono appena fuori dal paese in direzione di Gorgusello e Molina.Dopo la demolizione,in parte con le mine,e in parte manuale,della chiesa rimane il presbiterio di cui pregevole è la volta decorata,il campanile,lacerti del muro perimetrale destro, e la ex canonica adiacente,che sono di proprietà privata.Sul retro resta anche il vecchio cimitero,ora in disuso
[[File:Puccini7.jpg|thumb|upright|Puccini nel 1908]]
 
Nel 1906 la morte di Giacosa, affetto da una grave forma di [[asma]] mise fine alla collaborazione a tre che aveva dato vita ai precedenti capolavori.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 302}}.</ref> I tentativi di collaborazione con il solo Illica furono tutti destinati a naufragare. Delle varie proposte del librettista un ''[[Notre-Dame de Paris (romanzo)|Notre Dame]]'' di [[Victor Hugo]] destò nel compositore un iniziale interesse di però breve durata,<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 293-294}}.</ref> mentre una ''Maria Antonietta'', già sottoposta all'attenzione di Puccini nel 1901, fu giudicata troppo complessa nonostante i successivi tentativi di riduzione.<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 297, 307}}.</ref>
* Nuova chiesa parrocchiale di San Marziale in Santa Maria Regina di Breonio,eretta nel 1958-59
 
Puccini, per assistere ad una rassegna delle sue opere al [[Metropolitan Opera House]] di [[New York]], il 9 gennaio 1907 partì insieme ad Elvira per gli [[Stati Uniti]] dove soggiornò per due mesi. Qui, dopo aver assistito ad una rappresentazione a [[Broadway]] ebbe l'ispirazione per un nuovo lavoro che doveva basarsi sul ''[[The Girl of the Golden West (dramma)|The Girl of the Golden West]]'', un [[western]] ''ante-litteram'', di [[David Belasco]]. complice della scelta, la passione di Puccini per l'[[esotismo]] (da cui era nata ''Butterfly'') che lo spingeva sempre più a confrontarsi con il linguaggio e gli stili musicali legati ad altre tradizioni musicali.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 304}}.</ref>
===Ville===
[[Immagine:VillaDellaTorreFumane.jpg|thumb|right|250px|Villa Della Torre]]
* [[Villa Della Torre]] - [[XVI secolo]]
 
Nel 1909 avvennero una tragedia e uno scandalo che colpirono profondamente il musicista: la domestica ventunenne Doria Manfredi, si [[suicidio|suicidò]] avvelenandosi. Doria, di povera famiglia, quando morì il padre aveva 14 anni e Puccini, per aiutare la famiglia prese la ragazza in casa come cameriera. Crescendo, Doria si fece assai bella e crebbe l’antipatia di Elvira, nei suoi confronti. Le liti tra i due coniugi erano continue, con Elvira che rimproverava il marito di prestare troppa attenzione alla ragazza. A causa delle maldicenze, la mattina del 23 gennaio 1909 la ragazza assunse delle pastiglie di sublimato corrosivo. Nonostante le cure morì il 28 di gennaio. Il dramma aggravò ulteriormente i rapporti con la moglie ed ebbe pesanti strascichi giudiziari. Puccini fu veramente provato dalla vicenda, tanto che in una lettere all'amica Sybil Beddington scriverà: "Non posso lavorare più! Sono così scoraggiato! Le mie notti sono orribili [...] ho sempre davanti agli occhi la visione di quella povera vittima, non posso levarmela dalla mente - è un tormento continuo."<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 313}}.</ref> Ma la crisi si manifestò nell'enorme quantità di progetti abortiti, talvolta abbandonati a uno stadio di lavoro avanzato. Sin dagli ultimi anni dell'Ottocento Puccini tentò anche, a più riprese, di collaborare con [[Gabriele d'Annunzio]], ma la distanza spirituale tra i due artisti si rivelò incolmabile.
Viene considerata una delle ville più interessanti del [[XVI secolo]] veronese. Non è certa l'attribuzione del progetto, potrebbe essere di [[Michele Sammicheli]] (concordemente se ne attribuisce il progetto relativo al tempietto a pianta centrale), di [[Giulio Romano]] o di [[Bartolomeo Ridolfi]]. I camini con mostruose bocche sono stati rivendicati dal Magagnato agli stuccatori Ridolfi. Probabilmente la costruzione è avvenuta in un lungo periodo e ci sono quindi più mani nel disegnarla. In ogni caso la Villa fu edificata verso il [[1560]] per conto dei Della Torre sul luogo di un preesistente edificio già dei Maffei ed in data ancora precedente dei [[Della Scala]]: un disegno del [[1562]] la ritrae già con l'aspetto attuale.
La pianta è anomala rispetto alle ville dello stesso periodo. Ha uno schema chiuso che ricorda le ''[[domus]]'' romane. La parte interna è costituita da tre cortili a piani crescenti, dove il più alto entra nell'ampio [[brolo]] e quello basso entra nel giardino. Una scalea curva porta dal primo cortile al [[peristilio]]. La villa si fonde con la natura circostante ed interna. Nel cortile superiore è situato un tempietto ottagonale del Sammicheli. È stata acquistata nell'anno 2008 dalla Famiglia Allegrini.
 
[[File:La Fanciulla del West Autograph Score.jpg|thumb|left|upright|Spartito autografo de '[[La fanciulla del West]]''.]]
°Villa Ravignani Guarienti
 
Dopo quasi un anno, in cambio di 12.000 lire, i legali del compositore convinsero i Manfredi a ritirare la causa contro Elvira, dopo che la sentenza di primo grado l'aveva condannata ad una pena detentiva. Messa così la parola fine alla tragedia, i Puccini tornarono a vivere insieme<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 315}}.</ref> e Giacomo riprese l'orchestrazione della ''[[La fanciulla del West]]'' il cui libretto, nel frattempo, era stato affidato a [[Carlo Zangarini]] affiancato da [[Guelfo Civinini]].<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 307, 311}}.</ref> La prima della nuova opera si ebbe il 10 dicembre 1910 a New York con [[Emmy Destinn]] ed [[Enrico Caruso]] nel cast, riscuotendo un chiaro trionfo testimoniato dalle quarantasette chiamate alla ribalta.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 318}}.</ref> Tuttavia, i critici non assecondarono il pubblico e, seppur non stroncandola, non la giudicarono comunque all'altezza di Puccini. Questa volta la critica ebbe ragione e infatti l'opera, pur ricevendo ottime accoglienze nelle successive rappresentazioni, ben presto la sua diffusione andò declinando, tanto che nemmeno in Italia farà mai parte del repertorio principale.<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 318-319}}.</ref>
Custodita da un muro che ne circonda i tre giardini e il grande parco, oggi trasformato in vigneto, questo complesso è formato da due corpi architettonici principali, da una casa per i dipendenti e da cantina che risale ai primi dell'Ottocento ed è considerata tra le più belle della Valpolicella. Si ammira, di questa cantina, la scala che porta nella zona invecchiamento del vino: alcuni storici ne vedono una copia, in formato rustico, della "scala della ragione" dei palazzi scaligeri.
Il manufatto più recente, quello ottocentesco, è una severa dimora di campagna di oltre mille metri quadrati.
Interessante la villa vera e propria, costruita, come affermano due iscrizioni, tra il Quattrocento e il Seicento. Studi recenti, ancora non confermati, suggeriscono che la villa sia sorta sui ruderi di un convento.
Tutto il complesso, ad eccezione di una parte del corpo ottocentesco, appartenne per sei secoli ai conti Ravignani (famiglia citata da Dante nella Divina Commedia) ed è pervenuta per eredità diretta ai conti Guarienti nel secolo scorso.
 
[[File:La rondine.jpg|thumb|upright|Locandina di una rappresentazione del ''[[La rondine]]''.]]
*Villa Ravignani-Antonietti
*Villa Selle-Jenna
*Villa Marchiori-Cerù-Cicogna
*Villa Cavarena
*Corte Lorenzi
 
Nell'ottobre del 1913 mentre Puccini era in viaggio tra [[Germania]] e [[Austria]] per promuovere ''La fanciulla'', quando fece conoscenza con gli impresari del [[Carltheater]] di [[Vienna]] che gli proposero di musicare un testo di [[Alfred Willne]].<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 360}}.</ref> Tuttavia, rientrato in Italia e ricevute le prime bozze ne risultò insoddisfatto dell'impianto drammatico tanto che nell'aprile dell'anno seguente lo stesso Willne gli sottopose un lavoro diverso, realizzato con l'aiuto di [[Heinz Reichert]], più congeniale con i gusti del musicista toscano. Convintosi questa volta della nuova stesura decise di trasformare ''Die Schwalbe'' (in italiana sarà ''[[La rondine]]'') in una vera e propria opera affidandosi al commediografo [[Giuseppe Adami]].<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 360-361}}.</ref> Nel frattempo era scoppiata la [[prima guerra mondiale]] e l'Italia si era schierata nella [[triplice intesa]] contro l'Austria, un fatto che si ripercosse negativamente sul contratto tra Puccini e gli austriaci.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 361}}.</ref> Nonostante tutto, l'opera riuscì ad essere messa al [[Grand Théâtre de Monte Carlo]] il 27 marzo 1917 sotto la direzione di [[Gino Marinuzzi (1882-1945)|Gino Marinuzzi]]. L'accoglienza risultò nel complesso festosa. Tuttavia già dall'anno successivo Puccini iniziò ad apportargli importanti modifiche.<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 366}}.</ref>
==Cultura==
 
===Coro AmiciIl della''Trittico'' Musica===
L'eclettismo pucciniano, e insieme la sua incessante ricerca di soluzioni originali, trovarono piena attuazione nel cosiddetto ''[[Trittico (Puccini)|Trittico]]'', ossia in tre opere di un atto da rappresentarsi nella stessa serata. Inizialmente, il compositore, aveva immaginato una rappresentazione con sole due opere fortemente contrastati per la trama: una comica e una tragica, e solo successivamente gli venne l'idea della triade.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 389}}.</ref>
 
[[File:SuorAngelica-poster.gif|thumb|left|upright|Locandina di ''[[Suor Angelica]]''.]]
{{Multimedia
|allineamento = sinistra
|file = Frances Alda, O mio babbino caro (Gianni Schicchi).ogg
|titolo = O mio babbino caro
|descrizione ="O mio babbino caro" da ''Gianni Schicchi''
}}
 
Dopo aver contattato, ancora una volta inutilmente, [[Gabriele D'Annunzio]] dovette cercare altrove gli autori dei libretti. Per la prima opera gli venne incontro Giuseppe Adami che gli propose ''[[Il tabarro]]'', tratto da ''La houppelande'' di [[Didier Gold]].<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 389-390}}.</ref> Messosi alla ricerca di un autore per gli altri due pezzi, Puccini lo trovò in [[Giovacchino Forzano]] che mise a disposizione due opere di propria composizione. La prima fu una tragedia, ''[[Suor Angelica]]'', che fin da subito piacque molto al compositore tanto che per trovare l'ispirazione per la musica, il compositore di recò più volte presso il convento di Vicopelago dove sua sorella Iginia era madre superiora.<ref name="cita|Budden, 2005|p. 391">{{cita|Budden, 2005|p. 391}}.</ref> La triade si completava quindi del ''[[Gianni Schicchi]]'' per cui Forzano attinse da pochi versi del [[Inferno - Canto trentesimo|canto XXX]] dell<nowiki>'</nowiki>''[[Inferno (Divina Commedia)|Inferno]]'' di [[Dante Alighieri]] su cui poi costruì un intreccio con protagonista il falsario [[Gianni Schicchi de' Cavalcanti]]. Inizialmente Puccini accolse freddamente questo soggetto, dichiarando in una lettera: "Ho tema che il fiorentinismo antico non mi vada e che non seduca tanto il pubblico del mondo", tuttavia appena il testo venne elaborato meglio mutò d'avviso. In ogni caso, il 14 settembre ''Suor Angelica'' era terminata così anche, il 20 aprile dell'anno successivo, ''Gianni Schicchi''.<ref name="cita|Budden, 2005|p. 391"/>
A Fumane è attivo, dal 1970 il '''Coro da Camera Amici della Musica'''.<ref>Sito web del [http://www.amicidellamusicafumane.it/ Coro Amici della Musica]</ref> Vincitore nel 1975 del primo premio assoluto al Concorso Nazionale di Vittorio Veneto, si è imposto ben presto all'attenzione nazionale ed internazionale per la raffinata qualità delle sue esecuzioni; si ricorda a tale proposito la collaborazione con l'Orchestra da Camera Giuseppe Torelli per alcune produzioni sacre vocali di autori del Settecento. Il Coro Amici della Musica si è anche proposto in rappresentanza musicale per il comune di Fumane in occasione della visita dei siti gemellati (Atapuerca, Tratalias) e ha riscosso lusinghieri consensi in occasione delle trasferte ad Aix en Provence (Francia 2004), Ile Rousse (Corsica 2005), Appenheim e Monaco di Baviera (Germania 2006), Croazia (2010) e ad Innsbruck (Austria 2012). Nel 2007 ha inciso il cd "Oh! Quant'è bello" contenente un'antologia di brani del proprio repertorio. Tra i direttori succedutisi alla guida del coro si ricordano Rinaldo Tedeschi, Giorgio Croci, Franco Guglielmi, Sebastian Korn, Fabio Vicentini e Daniela Candiotto. Il Coro Amici della Musica è attualmente diretto dal maestro '''Gian Paolo Dal Dosso'''.
 
Completato il ''[[Trittico (Puccini)|Trittico]]'' vi fu la ricerca del teatro ove ospitare la prima, con non poche difficoltà visto che erano giorni difficili per il morale degli italiani che avevano appena subito la [[battaglia di Caporetto|sconfitta di Caporetto]] ed erano afflitti dall'[[epidemia spagnola]] che uccisi, tra gli altri, Tomaide sorella di Puccini. Sorprendentemente si ebbe risposta positiva dal ''Metropolitan'' di New York<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 392}}.</ref> e così l'evento ebbe luogo il 14 dicembre 1918 a cui, tuttavia, il compositore non poté essere presente per i timori nell'affrontare una traversata atlantica in un periodo in cui vi potevano ancora essere mine inesplose nonostante il termine delle ostilità. Fu invece presente alla prima italiana dell'11 gennaio 1919 al [[Teatro dell'Opera di Roma]] sotto la direzione di [[Gino Marinuzzi (1882-1945)|Gino Marinuzzi]].<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 393}}.</ref>
===Musei===
 
Delle tre opere che compongono il ''Trittico'', ''Gianni Schicchi'' divenne subito popolare, mentre ''Il tabarro'', inizialmente giudicata inferiore, guadagnò col tempo il pieno favore della critica. ''Suor Angelica'' fu invece la preferita dell'autore. Concepite per essere rappresentate in un'unica serata, oggi le singole opere che compongono il ''Trittico'' sono per lo più messe in scena appaiate a opere di altri compositori.<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 394-395}}.</ref>
* [[Riparo Solinas]] recentemente ha assunto il nome di ''Grotta di Fumane''.
* [[Parco delle cascate di Molina|Parco delle Cascate]] a [[Molina (Fumane)|Molina]]
* Museo Botanico di Molina
 
=== Gli''Turandot'', appuntamentil'incompiuta ===
{{Citazione|La morte di Puccini mi ha recato grande dolore. Non avrei mai creduto di non dover più rivedere questo così grande uomo. E sono rimasto orgoglioso di aver suscitato il suo interesse, e Le sono riconoscente che Ella lo abbia fatto sapere ai miei nemici in un recente suo articolo.|[[Arnold Schönberg]], lettera ad [[Alfredo Casella]], gennaio 1925.<ref>Alfredo Casella, ''I segreti della giara'', Firenze, Sansoni, 1941, p. 220.</ref>}}
 
Dal 1919 al 1922, lasciata Torre del Lago, perché era disturbato dall'apertura di un impianto per l'estrazione della [[torba]], Puccini visse nel comune di [[Orbetello]], nella Bassa Maremma, dove acquistò sulla spiaggia della Tagliata una vecchia [[Torre della Tagliata|torre di avvistamento]] del tempo della dominazione spagnola, oggi detta Torre Puccini, in cui abitò stabilmente. Nel febbraio 1919 venne insignito con il titolo di grande ufficiale dell'[[Ordine della Corona d'Italia]].<ref name="b433">{{cita|Budden, 2005|p. 31}}.</ref>
* '''Fiera di marzo'''
 
Nello stesso anno ricevette dal [[sindaci di Roma|sindaco di Roma]] [[Prospero Colonna (di Paliano)|Prospero Colonna]] la commissione per musicare un inno alla città di Roma su versi del poeta [[Fausto Salvatori]]. Nonostante Puccini non fosse assolutamente entusiasta di questo lavoro, in proposito scriverà ad Elvira: "Ho finito 'l'''Inno a Roma'' (una bella porcheria)", la prima esecuzione venne programmata per il 21 aprile 1919, in occasione dell'anniversario della leggendaria [[fondazione di Roma|fondazione della città]].<ref name="b433"/> Tale evento doveva inizialmente tenersi presso [[Villa Borghese]] ma, prima a causa del maltempo poi per via di uno sciopero, il debutto dovette essere posticipato al primo giugno allo [[Stadio Nazionale]] per le gare ginniche nazionali dove ricevette un'accoglienza entusiastica da parte del pubblico.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 433-444}}.</ref>
Fiera dedicata allo scambio di prodotti agricoli, artigianali e attrezzature agricole. È un appuntamento storico.
 
A Milano, durante un incontro con Giuseppe Adami, ricevette da [[Renato Simoni]] una copia della fiaba teatrale ''[[Turandot (Carlo Gozzi)|Turandot]]'' scritta dal drammaturgo settecentesco [[Carlo Gozzi (drammaturgo)|Carlo Gozzi]]. Il testo colpì subito il compositore che lo portò con sé nel viaggio seguente a Roma per una ripresa del ''Trittico''.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 439}}.</ref> Nonostante avesse fin da subito trovato difficoltà nel musicarlo Puccini si dedicò con fervore in questa nuova opera su cui, peraltro, si erano già cimentati due musicisti italiani: Antonio Bazzini, con la sua ''Turanda'' di però gran scarso successo, e [[Ferruccio Busoni]] che la mise in scena a [[Zurigo]] nel 1917.<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 440-441}}.</ref>
*'''Antica Fiera del Rosario'''<ref>[http://www.beepworld.it/members101/prolocobreonio/infofiera.htm Info Fiera<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
[[File:Spartito dell'opera turandot di giacomo puccini.jpg|thumb|upright|Copertina dello spartito di ''Turandot'']]
A Breonio. La terza domenica di ottobre. Ha l'obiettivo di valorizzare prodizioni biologiche locali in particolare mele, pere, castagne, nespole.
 
Tuttavia, la ''[[Turandot]]'' di Puccini niente ebbe a che spartire con quelle degli altri due suoi contemporanei. Essa è l'unica opera pucciniana di ambientazione fantastica, la cui azione – come si legge in partitura – si svolge «al tempo delle favole». In quest'opera l'esotismo perde ogni carattere ornamentale o realistico per diventare forma stessa del dramma: la [[Cina]] diviene così una sorta di regno del [[sogno]] e dell'''[[eros]]'' e l'opera abbonda di rimandi alla dimensione del [[sonno]], nonché di apparizioni, [[fantasma|fantasmi]], voci e suoni provenienti dalla dimensione "altra" del fuori scena. Nell'intento di ricreare originali ambientazioni, gli venne in aiuto il barone Fassini Camossi, ex diplomatico in Cina e possessore di un [[Carillon (idiofono a pizzico)|carillon]] che suonava melodie cinesi di cui Puccini si servì intensamente, in particolare nel musicare l'inno imperiale.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 442}}.</ref>
*'''Triathlon Sprint di Fumane'''
 
Puccini si entusiasmò subito al nuovo soggetto e al personaggio della principessa Turandot, algida e sanguinaria, ma fu assalito dai dubbi al momento di mettere in musica il finale, coronato da un insolito [[lieto fine]], sul quale lavorò un anno intero senza venirne a capo. Nel 1921 la composizione appare proseguire tra difficoltà, il 21 aprile scrive a Sybil "mi pare di non avere più fiducia in me, non trovo nulla di buono" e momenti di ottimismo, ad Adami scrive il 30 aprile "Turandot va bene avanti; mi par d'essere sulla via maestra." Di certo la stesura della partitura non seguì la cronologia della trama ma saltò da una scena all'altra.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 444}}.</ref>
A fine aprile, gara sul calendario internazionale di [[Triathlon]]
 
Le difficoltà si fecero sempre più evidenti quando, in autunno, Puccini propose diverse modifiche ai librettisti, come quella di ridurre l'opera a soli due atti,<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 447}}.</ref> ma già nei primi mesi del 1922 si tornò ai tre atti e venne deciso che il secondo sarebbe stato aperto dalle "tre maschere".<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 448}}.</ref> Alla fine di giugno si riuscì a completare il libretto definitivo e il 20 agosto Puccini decise di partire per un viaggio in automobile attraverso Austria, Germania, Olanda, [[Foresta Nera]] e [[Svizzera]].<ref name="cita|Budden, 2005|p. 449">{{cita|Budden, 2005|p. 449}}.</ref>
*'''Fumane in festa'''
 
[[File:Giacomo Puccini pianoforte.jpg|thumb|left|Giacomo Puccini al pianoforte]]
Terza domenica di giugno (festa parrocchiale). Musica, stand gastronomici e vini della Valpolicella ([[Recioto della Valpolicella|Recioto]], [[Amarone della Valpolicella|Amarone]]).
 
Superate parzialmente le difficoltà, la composizione di ''Turandot'' proseguiva, seppur lentamente. Il 1923 fu l'anno di svolta, trasferitosi a [[Viareggio]], Puccini lavorò intensamente all'opera tanto che dopo poco si iniziò già a pensare a dove ospitare il debutto.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 454}}.</ref>
*'''Sabato a Teatro'''
 
Nel frattempo la salute del compositore andò rapidamente peggiorando lamentando un forte dolore alla gola. Il successivo consulto con uno specialista fiorentino lasciò poche speranze, la [[diagnosi]] fu un [[tumore]] giudicato inoperabile. Da un'ulteriore visita presso un altro specialista, Puccini ricevette il consiglio di recarsi a [[Bruxelles]] dal professor Louis Ledoux dell'Institut du Radium di Bruxelles il quale avrebbe potuto tentare una cura con [[radio (elemento chimico)|radio]]. Il 24 novembre il musicista si sottopose, quindi, ad un [[intervento chirurgico]] di ben tre ore, in [[anestesia locale]], che consistette nell'applicazione, tramite [[tracheotomia]], di sette aghi di platino irradiato, inseriti direttamente nel tumore e trattenuti da un collare. Nonostante l'intervento fosse stato giudicato pienamente riuscito e che i bollettini medici si esprimessero in toni positivi, Puccini morì alla 11.30 del 29 novembre.<ref name="cita|Budden, 2005|p. 457">{{cita|Budden, 2005|p. 457}}.</ref><ref>[http://www.sioechcf.it/allegati/storia/GPuccini_cap_16.pdf http://www.sioechcf.it/allegati/storia/GPuccini_cap_16.pdf]</ref>
Rassegna teatrale, ha luogo da ottobre a marzo.
 
[[File:Tomba Puccini, Torre del Lago.jpg|thumb|La tomba di Puccini nella cappella della [[Villa Puccini|villa]], a [[Torre del Lago Puccini|Torre del Lago]]]]
*'''Festa del Reguso de Garbusel'''
 
La messa funebre si tenne nella chiesa di Sainte-Marie a Bruxelles e subito dopo la salma fu portata in treno a Milano per la cerimonia ufficiale che si tenne nel [[Duomo di Milano]] il 3 dicembre. In tale occasione, Toscanini condusse l'[[Orchestra del Teatro alla Scala]] nell'esecuzione del ''requiem'' tratto da ''Edgar''.<ref name="cita|Budden, 2005|p. 457"/> Inizialmente il corpo di Puccini venne deposto nella cappella privata della famiglia Toscanini, ma due anni più tardi venne traslata, su suggerimento di Elvira, nella cappella della [[Villa Puccini|villa di Torre del Lago]], dove venne sepolta anch'essa.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 458}}.</ref>
La prima domenica di agosto a Gorgusello. Festa in onore del secondo taglio del fieno, in italiano i due tagli del fieno vengono chiamati maggengo ed agostano dai mesi in cui si procede al taglio. Nella montagna veronese i nomi sono ''fien'' o ''fen'' per il primo taglio e il secondo, che di solito è magro viene chiamato ''reguso''. Gli incassi vengono devoluti interamente in beneficenza.
 
Le ultime due scene di ''Turandot'', di cui non rimaneva che un abbozzo musicale discontinuo, furono completate da [[Franco Alfano]] sotto la supervisione di [[Arturo Toscanini]]; ma la sera della prima rappresentazione lo stesso Toscanini interruppe l'esecuzione sull'ultima nota della partitura pucciniana, ossia dopo il corteo funebre che segue la morte di Liù<ref>[http://www.ilgiornale.it/news/flauto-magico-e-turandot-laddio-massonico-dei-fratelli.html Enrico Silvestri, "Flauto magico" e "Turandot", l'addio massonico dei "fratelli" Mozart e Puccini"], su Il Giornale.it del 4.4.2011</ref>.
*'''Sagra di Verago'''
 
== Personalità artistica ==
Prima domenica di agosto, dedicata a San Gaetano.
Figura di punta del mondo operistico italiano a cavallo tra [[XIX secolo|Ottocento]] e [[XX secolo|Novecento]], Giacomo Puccini si accostò proprio alle due tendenze dominanti: quella [[opera verista|verista]] prima (nel 1895 aveva cominciato a lavorare a una riduzione operistica de ''[[La lupa]]'' di [[Giovanni Verga|Verga]], abbandonandola dopo pochi mesi), quella dannunziana poi:
{{Citazione|O meraviglia delle meraviglie! D'Annunzio mio librettista! Ma neanche per tutto l'oro del mondo. Troppa distillazione briaca e io voglio restare in gamba.<ref>Lettera a Luigi Illica del 15 maggio 1900, ''Carteggi pucciniani'', lett. 226. In realtà tentativi di collaborazione con D'Annunzio ce n'erano già stati e ce ne saranno ancora (vedi elenco dei progetti operistici) ma il compositore scartò uno dopo l'altro tutti i soggetti suggeriti dal ''vate''.</ref>}}
 
Altrettanto arduo è collocare la sua personalità artistica nel panorama internazionale, in quanto la sua musica, pur nell'incessante evoluzione stilistica, non presenta l'esplicita tensione innovativa di molti dei maggiori compositori europei del tempo.
*'''Festa del Ciclamino a Breonio'''
 
Puccini d'altronde si dedicò in modo pressoché esclusivo alla musica teatrale e, al contrario dei maestri dell'[[avanguardia]] novecentesca, scrisse sempre pensando al pubblico, curando personalmente gli allestimenti e seguendo le sue opere in giro per il mondo. Se diede alla luce soltanto dodici opere (comprese le tre in un atto che compongono il ''Trittico'') fu per mettere a punto organismi teatrali assolutamente impeccabili, tali da consentire ai suoi lavori di affermarsi stabilmente nei repertori dei teatri lirici di tutto il mondo. Interesse, varietà, rapidità, sintesi e profondità psicologica, abbondanza di trovate sceniche sono i fondamentali ingredienti del suo teatro. Il pubblico, benché talvolta disorientato dalle novità contenute in ciascuna opera, alla fine si schierò sempre dalla sua parte; al contrario, la [[critica musicale]], in particolare quella italiana, guardò molto a lungo a Puccini con sospetto o addirittura con ostilità.
Inizia sempre il secondo weekend di agosto e termina a Ferragosto. Ha l'obiettivo di finanziare le attivita' di promozione turistica, sociale e culturale della località da parte della [http://www.breonio.it/ Pro Loco di Breonio].
 
Specie a partire dal secondo decennio del Novecento, la sua figura fu il bersaglio favorito degli attacchi dei giovani compositori della [[Generazione dell'Ottanta]], capitanati da uno studioso di musica antica, [[Fausto Torrefranca]], che nel [[1912]] pubblicò un [[libello]] polemico di straordinaria violenza, intitolato ''Giacomo Puccini e l'opera internazionale''. In questo libriccino l'opera di Puccini è descritta come l'estrema, spregevole, cinica e «commerciale» espressione di quello stato di corruzione nel quale la cultura musicale italiana, abbandonata la strada maestra della [[musica strumentale]] a favore del [[melodramma]], verserebbe ormai da secoli. Il presupposto [[ideologia|ideologico]] che alimenta la tesi è d'impronta [[nazionalismo|nazionalistica]]:
*'''Festa dell'Assunta'''
 
{{Citazione|Nel Puccini la ricerca veramente personale del nuovo è assente: egli applica, non ritrova, lavora cautamente sul già fatto, assimila da francesi e da russi, da tedeschi e da italiani suoi contemporanei. E applicando, non riesce mai ad ampliare ciò che ha imparato dagli altri, ma se ne serve come di un "luogo comune" della musica moderna, consacrato dal successo e avvalorato dalla moda. [...] Il Puccini è dunque il manipolatore per eccellenza del "melodramma internazionale". La condizione ideale del melodramma internazionale è certo quella di avere una musica che si adatti a qualunque traduzione, in qualunque lingua del mondo; una musica che non sia né italiana, né russa, né tedesca, né francese.<ref>Fausto Torrefranca, ''Giacomo Puccini e l'opera internazionale'', Bocca, Torino 1912, p. 124</ref>}}
A [[Ferragosto]] presso la chiesetta di Santa Maria del Degnano
 
È curioso rileggere le parole di Torrefranca alla luce della rivalutazione critica cui la figura di Puccini è andata incontro negli ultimi decenni del Novecento, nonché dell'ammirazione disinteressata che manifestarono per essa i maggiori compositori europei del suo tempo: da [[Igor Stravinskij|Stravinskij]] a [[Arnold Schoenberg|Schoenberg]], da [[Maurice Ravel|Ravel]] a [[Anton Webern|Webern]], da [[Claude Debussy|Debussy]] a [[Mahler]]. Nel suo attacco astioso, gravato da pregiudiziali ideologiche, Torrefranca riuscì tuttavia a cogliere alcuni aspetti-chiave della personalità artistica di Puccini; a partire dalla tesi centrale della dimensione «internazionale» del suo teatro musicale. La rivalutazione critica di Puccini, a sua volta internazionale in quanto avviata da studiosi quali il francese [[René Leibowitz]] e l'austriaco [[Mosco Carner]], ha fondato i suoi argomenti più persuasivi proprio sull'ampiezza dell'orizzonte culturale ed estetico del compositore lucchese, indagato in seguito con particolare sottigliezza, in Italia, da [[Fedele D'Amico]] nella sua attività di musicologo-giornalista e, più di recente, da Michele Girardi, che non a caso ha voluto sottotitolare il suo ultimo volume dedicato a Puccini ''L'arte internazionale di un musicista italiano''.
*'''Festa del Ritorno'''
 
Il grande merito di Puccini fu infatti proprio quello di non essersi lasciato sedurre dai rigurgiti di nazionalismo, assimilando e sintetizzando con abilità e rapidità linguaggi e culture musicali diverse. Un'inclinazione eclettica che egli stesso riconobbe in tono scherzoso (com'era nel suo carattere) già sui banchi di [[Conservatorio]], tracciando sul quaderno di appunti la seguente autobiografia:
Terza domenica di agosto. Si svolge a Manune, paese ora disabitato, dove nei mesi estivi ritornano per le ferie persone nate e cresciute, emigrate per lavoro, sia in Italia che all'estero.
{{Citazione|Giacomo Puccini <nowiki>=</nowiki> Questo grande musicista nacque a Lucca l'anno......... e puossi ben dire il vero successore del celebre [[Luigi Boccherini|Boccherini]]. – Di bella persona e di intelletto vastissimo portò nel campo dell'arte italiana il soffio di una potenza quasi eco dell'oltralpica wagneriana...<ref>I quaderni di appunti del Puccini studente di conservatorio sono conservati presso l'Istituto Musicale Boccherini di Lucca.</ref>}}
 
Giacché alcuni lavori giovanili presentano effettivamente un'inusitata combinazione tra [[stile galante]] alla Boccherini (destinato a ripresentarsi, anni dopo, nella cornice settecentesca di ''[[Manon Lescaut]]'') e soluzioni timbrico-armoniche di matrice wagneriana, questa [[goliardia|goliardica]] [[autobiografia]] (realmente bohèmienne!) contiene almeno una punta di verità. Per accostarsi alla personalità artistica di Puccini è dunque necessario indagare i rapporti che egli istituì con le diverse culture musicali e teatrali del suo tempo.
*'''Mazzurega in Blues'''
 
=== L'influsso di Richard Wagner ===
Terza settimana di luglio... Festival Blues Organizzato dalla Associazione Mazzurega in Blues in collaborazione con Roberto Morbioli della
[[File:RichardWagner.jpg|thumb|upright|[[Richard Wagner]].]]
funky-blues band "[[Morblus]]", vanta partecipazioni di artisti nazionali e internazionali
Sin dal suo arrivo a Milano, Puccini si schierò apertamente tra gli ammiratori di [[Richard Wagner|Wagner]]: le due composizioni sinfoniche presentate come saggi di Conservatorio – il ''Preludio Sinfonico'' in La maggiore (1882) e il ''Capriccio Sinfonico'' (1883) – contengono espliciti rimandi tematici e stilistici a ''[[Lohengrin (opera)|Lohengrin]]'' e ''[[Tannhäuser (opera)|Tannhäuser]]'', opere della prima maturità wagneriana. All'inizio del 1883 inoltre egli acquistò insieme con [[Pietro Mascagni]], suo compagno di stanza, lo spartito di ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'', il cui ''Abendmahl-Motiv'' è citato alla lettera nel [[preludio]] delle ''[[Le Villi|Villi]]''.<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 44 - 65, 66}}.</ref>
 
Puccini è stato forse il primo musicista italiano a comprendere che la lezione di Wagner andava ben al di là delle sue teorie sul «dramma musicale» e sull'«opera d'arte totale»—che in Italia furono al centro del dibattito—, e riguardava specificamente il linguaggio musicale e le strutture narrative.
=== I Gemellaggi ===
 
Se nei suoi lavori degli [[anni 1880|anni ottanta]] l'influsso wagneriano si manifesta soprattutto in alcune scelte [[armonia|armoniche]] e [[orchestrazione|orchestrali]] che talvolta rasentano il calco, a partire da ''[[Manon Lescaut]]'' Puccini comincia a scandagliarne la tecnica compositiva, giungendo non solo a utilizzare in modo sistematico i ''[[Leitmotiv]]'' ma anche a legarli tra loro attraverso relazioni motiviche trasversali, secondo il sistema che Wagner impiegò in particolar modo in ''[[Tristano e Isotta (Wagner)|Tristano e Isotta]]''.<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 127-128, 136}}.</ref>
Fumane è gemellato con tre cittadine:{{citazione necessaria}}
 
Tutte le opere di Puccini, da ''Manon Lescaut'' in avanti, si prestano a essere lette e ascoltate anche come partiture sinfoniche. Réné Leibowitz arrivò addirittura a individuare nel primo atto di ''Manon Lescaut'' un'articolazione in quattro [[tempo (musica)|tempi]] di [[sinfonia]], dove il tempo lento coincide con l'incontro tra Manon e Des Grieux e lo [[scherzo (musica)|scherzo]] (il termine figura nell'[[autografo]]) con la scena della partita a [[Gioco di carte|carte]].<ref>Réné Leibowitz, ''Histoire de l'Opéra'', Corréa, Parigi 1957, trad. it. ''Storia dell'opera'', Garzanti, Milano 1966, pp. 382-5.</ref>
* {{Bandiera|Italia}} [[Tratalias]], [[Sardegna]]
* {{Bandiera|Argentina}} [[Urdinarrain]], [[Argentina]]: Urdinarrain è una città nel centro-sud della provincia di Entre Rios, in Argentina, 240&nbsp;km a sud-est dalla capitale provinciale Paranà e 40&nbsp;km a ovest da Gualeguaychú, sulla Strada Provinciale 20. Ha 7.992 abitanti secondo il censimento del 2001.
 
Soprattutto a partire da ''[[Tosca (opera)|Tosca]]'', Puccini ricorre inoltre a una tecnica tipicamente wagneriana, il cui modello canonico può essere identificato nel celebre inno alla notte del secondo atto di ''Tristano e Isotta''. Si tratta di quello che potremmo definire una sorta di crescendo [[tema (musica)|tematico]], ovvero di una forma di proliferazione di un nucleo motivico (soggetto eventualmente a generare idee secondarie), la cui progressione si sviluppa e compie in un ''[[Climax (retorica)|climax]]'' sonoro, collocato poco prima della conclusione dell'episodio (tecnica che Puccini impiega in modo particolarmente sistematico ed efficace nel ''[[Il tabarro|Tabarro]]'').<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 402, 404}}.</ref>
* {{Bandiera|Spagna}} [[Atapuerca]], [[Spagna]]: In occasione del ventesimo anniversario dell'avvio degli scavi alla Grotta di Fumane è stato ospite del nostro Comune il Sindaco di Atapuerca (Spagna) signor Fernando Gòmez. Atapuerca è sito archeologico più importante d'Europa sia per vastità di scavo che per le eccezionali scoperte dei resti dei primi ominidi che lì hanno abitato (l'ultimo ritrovamento è datasto 1.200.000 anni da oggi).
 
=== Rapporti con la Francia ===
== Economia ==
Dall'[[opera francese]], e in particolare da [[Georges Bizet|Bizet]] e [[Jules Massenet|Massenet]], Puccini ricavò l'estrema attenzione per il colore locale e storico, elemento sostanzialmente estraneo alla tradizione operistica italiana. La ricostruzione musicale dell'ambiente costituisce un aspetto di assoluto rilievo in tutte le [[partitura|partiture]] pucciniane: si tratti della [[Cina]] di ''[[Turandot]]'', del [[Giappone]] di ''[[Madama Butterfly]]'', del [[Far West]] de ''[[La fanciulla del West]]'', della [[Parigi]] di ''[[Manon Lescaut]]'', ''[[La bohème (Puccini)|Bohème]]'', ''[[La rondine|Rondine]]'' e ''[[Il tabarro|Tabarro]]'', della [[Roma]] [[papato|papalina]] di ''[[Tosca (opera)|Tosca]]'', della [[Firenze]] [[XIII secolo|duecentesca]] di ''[[Gianni Schicchi]]'' o del convento [[XVII secolo|secentesco]] di ''[[Suor Angelica]]''.
Da un territorio esclusivamente agricolo Fumane si è trasformato in un centro che ha l'economia concentrata nell'industria e nel terziario. Resta un'[[agricoltura]] specializzata in prodotti di qualità. È zona di produzione del [[vino]] [[Valpolicella (vino)|Valpolicella classico DOC]], dell'[[Amarone della Valpolicella|Amarone classico DOC]] e del [[Recioto della Valpolicella|Recioto classico DOC]].
 
Anche l'armonia pucciniana, così duttile e incline ai procedimenti [[Musica modale|modali]], sembra echeggiare stilemi propri della musica francese del tempo, soprattutto quella non operistica. È tuttavia difficile dimostrare la presenza di un influsso concreto e diretto, giacché passaggi di questo genere si incontrano già nel primo Puccini, a partire dalle ''[[Le Villi|Villi]]'', quando la musica di [[Gabriel Fauré|Fauré]] e [[Claude Debussy|Debussy]] era ancora sconosciuta in Italia. Sembra più verosimile immaginare che a indirizzare Puccini verso un gusto armonico che, a posteriori, si può definire francese sia stata invece l'ultima partitura wagneriana, ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'', certamente la più francesizzante, nella quale si trova un largo impiego di combinazioni modali.
== Sport ==
Importanti anche le realtà sportive con l'Unione Sportiva Fumanese Calcio che milita nel campionato dilettantistico di Prima Categoria, Girone A, della [[Regione Veneto]] dopo aver disputato qualche anno fa pure il campionato di Promozione e che opera ininterrotamente fin dal lontano [[1952]], anno di fondazione della stessa Società Sportiva; l'At Fumane [[tamburello (sport)|tamburello]] in serie A, le piscine e la società di [[pallacanestro]] [http://basketfusa.blogspot.com/ Fumane Basket 2002], che conta oltre 250 tesserati, con una squadra in Promozione maschile e una in Promozione femminile. A livello giovanile la società del presidente Flavio Mascanzoni e del dirigente responsabile Michele Benedetti Vallenari (società che opera in cooperazione con il Sant'Ambrogio Basket) ha nel maschile l'Under 17, l'Under 15, l'Under 14 e nel femminile l'Under 17 e l'Under 14. Senza contare tre settori minibasket (uno a Fumane, uno a Sant'Ambrogio di Valpolicella e uno a Sant'Anna d'Alfaedo).
 
All'inizio del Novecento Puccini sembra passare, come altri musicisti italiani della sua generazione, una fase di fascinazione per la musica di Debussy: la [[scala esatonale|scala per toni interi]] è impiegata in modo massiccio soprattutto nella ''Fanciulla del West''. Sennonché il compositore toscano rifiuta la prospettiva [[estetismo|estetizzante]] del collega francese e usa tale risorsa armonica in modo funzionale a quel senso di attesa di una rinascita – artistica ed esistenziale – che costituisce il nòcciolo poetico di quest'opera ambientata nel ''Nuovo mondo''.
==Personalità legate alla città==
*[[Flaminio Pellegrini]], filologo e accademico
*[[Luigi Arcozzi Masino]], agronomo e patriota
*[[Bartolomeo Lorenzi]], abate e poeta
*Ravignani Rosa Almerina, scrittrice e traduttrice
*[[Adamo Fumano]], canonico, scrittore e poeta
*Teodoro Guarienti, primo sindaco di Fumane repubblicana
 
=== L'eredità italiana ===
== Amministrazione ==
La fama di compositore ''internazionale'' ha spesso messo in ombra il legame di Puccini con la tradizione italiana e, in particolare, col teatro di [[Giuseppe Verdi|Verdi]]. I due operisti italiani più popolari sono accomunati dalla ricerca della massima sintesi drammatica e dell'esatto dosaggio dei tempi teatrali sul metro del percorso emotivo dello [[spettatore]]. Di là dalla venatura scherzosa – volta d'altronde più ad alleggerire che a negare gli argomenti – le parole con cui Puccini dichiarò in un'occasione la propria totale dedizione al teatro sarebbero potute uscire anche dalla penna di Verdi:
 
{{Citazione|La musica? cosa inutile. Non avendo libretto come faccio della musica? Ho quel gran difetto di scriverla solamente quando i miei carnefici burattini si muovono sulla scena. Potessi essere un sinfonico puro (?). Ingannerei il mio tempo e il mio pubblico. Ma io? Nacqui tanti anni fa, tanti, troppi, quasi un secolo… e il Dio santo mi toccò col dito mignolo e mi disse: "Scrivi per il teatro: bada bene – solo per il teatro" e ho seguito il supremo consiglio.<ref>''Giacomo Puccini. Epistolario'', a cura di Giuseppe Adami, Mondadori, Milano 1928 (rist. 1982), lett. 179 del marzo 1920.</ref>}}
[[File:Toscanini Puccini.jpg|thumb|left|Puccini insieme ad [[Arturo Toscanini]] nel [[1900]]]]
 
Italiana è anche la presenza di quella dialettica tra [[tempo (musica)|tempo]] reale e tempo psicologico che anticamente si manifestava nella contrapposizione tra [[recitativo]] (momento in cui si sviluppa l'azione) e [[aria (musica)|aria]] (espressione di uno stato d'animo dilatata nel tempo) e che assume ora forme più varie e sfumate. Le opere di Puccini contengono numerosi episodi chiusi nei quali il tempo dell'azione appare rallentato se non addirittura sospeso: come nella scena dell'ingresso di Butterfly, con il canto irreale da fuori scena della [[geisha]] intenta a salire la collina di [[Nagasaki]] per raggiungere il nido nuziale. Più in generale la funzione-tempo è trattata da Puccini con un'elasticità degna di un grande romanziere.
Fa parte della [[Comunità montana della Lessinia]], e dell'area del [[Parco della Lessinia]].
 
Criticamente più controverso è il ruolo assegnato alla [[melodia]], da sempre asse portante dell'opera italiana. A lungo Puccini è stato considerato un melodista generoso e persino facile. Oggi molti studiosi tendono piuttosto a porre l'accento sugli aspetti armonici e [[timbro (musica)|timbrici]] della sua musica. Occorre d'altronde – specie a partire da ''[[Tosca (opera)|Tosca]]'' – intendere la melodia pucciniana in funzione della struttura leitmotivica, che riduce inevitabilmente lo spazio della cantabilità (il motivo conduttore dev'essere innanzitutto duttile, e dunque la sua gittata dev'essere breve). Non è dunque un caso se le melodie di più ampio respiro si concentrano nelle prime tre opere.
==Note==
 
Su questo argomento può essere utile rileggere ciò che scrisse nel [[1925]] uno dei massimi compositori del Novecento – [[Edgard Varèse]] – contestualizzando storicamente il problema della melodia:
 
{{Citazione|Sono passati più o meno dieci mesi da quando Giacomo Puccini ci ha lasciato, combattendo contro il destino per portare a compimento la sua ''[[Turandot]]''. Così come allora non appariva all'orizzonte nessuna figura che desse segni di essere altrettanto dotata come melodista, non è una sorpresa che oggi nessun altro sia emerso in grado di prendere il pubblico mondiale per le orecchie.<ref>Edgard Varèse, ''In Quest of a Melodist'', in "Musical America", New York, 10 ottobre 1925, p. 18, trad. it. in Edgard Varèse, ''Il suono organizzato. Scritti sulla musica'', a cura di Louise Hirbour, Ricordi/Unicopli, Milano 1985, p. 53. ISBN 978-88-7592-002-9.</ref>}}
 
Ed è ancora lo stesso Puccini – con il suo consueto linguaggio [[aforisma|aforistico]] – ad annotare su un abbozzo di ''Tosca'':
 
{{Citazione|Contro tutto e contro tutti fare opera di melodia.}}
 
== L'uomo Puccini ==
=== Di Puccini in Puccini ===
I primi quattro nomi con cui fu registrato nell'atto di nascita (Giacomo, Antonio, Domenico, Michele) sono i nomi dei suoi antenati, in ordine cronologico dal trisnonno al padre.
 
=== Puccini e i motori ===
[[File:PucciniDeDion-Bouton1902.JPG|thumb|Puccini al volante della ''De Dion Bouton 5 CV'' nel 1902]]
 
Appassionato di motori, il maestro cominciò la sua carriera automobilistica acquistando, nel 1900, una [[De Dion-Bouton|De Dion-Bouton 5 CV]], vista all'Esposizione di Milano di quell'anno e presto sostituita (1903) con una [[Clément-Bayard]]. Con quelle vetture, percorrendo l'[[Via Aurelia|Aurelia]], dal suo "rifugio" di [[Torre del Lago]] raggiungeva velocemente [[Viareggio]] o [[Forte dei Marmi]] e [[Lucca]]. Forse troppo velocemente secondo la pretura di [[Livorno]], che multò Puccini per eccesso di velocità, nel dicembre del [[1902]]. Una sera di due mesi più tardi, nei pressi di Vignola, alla periferia di Lucca, sulla Statale Sarzanese-Valdera, la ''Clement'' usciva di strada, rovesciandosi nel canale "la Contésora", con a bordo anche la futura moglie, il figlio e il meccanico; il meccanico che si ferì ad una gamba e il musicista che si fratturò una tibia.<ref name="B253"/>
 
Nel 1905, acquistò una [[Sizaire-Berwick|Sizaire-Naudin]], cui seguì una [[Isotta Fraschini]] del tipo "AN 20/30 HP" e alcune [[FIAT]], tra cui una "40/60 HP" nel 1909 e una "[[Fiat 501|501]]" nel 1919. Nel 1914 Puccini acquistò una [[motocicletta]] [[Indian|Indian 1000 Big Twin]] con [[sidecar]], che utilizzava spesso durante la villeggiatura estiva a Viareggio, condotta dallo ''[[chauffeur]]''.<ref>[[Motociclismo d'Epoca|Motociclismo Speciale Moto d'Epoca]], 1990, pag.71</ref> Erano tutti veicoli che ben si prestavano alle gite e alla locomozione veloce, ma inadatte da utilizzare nelle sue amate battute di caccia.
 
Per questo motivo, Puccini chiese a [[Vincenzo Lancia]] la realizzazione di vettura capace di muoversi anche su terreni difficili. Dopo pochi mesi, gli venne consegnata quella che possiamo considerare la prima "fuoristrada" costruita in [[Italia]], con tanto di telaio rinforzato e ruote artigliate. Il prezzo della vettura era, per il tempo, astronomico: 35&nbsp;000 lire. Ma Puccini ne fu talmente soddisfatto da acquistare, successivamente, anche una "[[Lancia Trikappa|Trikappa]]" e una "[[Lancia Lambda|Lambda]]".
 
Con la prima, nell'agosto del [[1922]], il maestro organizzò un lunghissimo viaggio in automobile attraverso l'[[Europa]]. La "comitiva" di amici prese posto su due vetture, la Lancia Trikappa di Puccini e la FIAT 501 di un suo amico, tale Angelo Magrini. Questo l'itinerario: [[Cutigliano]], [[Verona]], [[Trento]], [[Bolzano]], [[Innsbruck]], [[Monaco di Baviera]], [[Ingolstadt]], [[Norimberga]], [[Francoforte sul Meno|Francoforte]], [[Bonn]], [[Colonia (Germania)|Colonia]], [[Amsterdam]], [[L'Aia]], [[Costanza (Germania)|Costanza]] (e poi il ritorno in Italia).<ref name="cita|Budden, 2005|p. 449"/>
 
La "Lambda", consegnatagli nella primavera del 1924, fu l'ultima vettura posseduta da Puccini; quella con la quale compì il suo ultimo viaggio, il 4 novembre 1924, fino alla stazione di [[Pisa]] e, da lì, in treno per Bruxelles, dove subì la fatale operazione alla gola.
 
=== Puccini e le donne ===
 
[[File:Giacomo Puccini Elvira-Bonturi.jpg|thumb|Puccini con la moglie Elvira Bonturi.]]
 
Si è discusso molto sul rapporto tra Puccini e l'universo femminile, sia con riferimento ai personaggi delle sue opere, sia in rapporto alle donne incontrate nella sua vita. Frequente e ormai leggendaria è l'immagine di Puccini come impenitente donnaiolo, alimentata da diverse vicende biografiche e dalle stesse sue parole con cui amò definirsi "un potente cacciatore di uccelli selvatici, libretti d'opera e belle donne". In realtà Puccini non fu il classico dongiovanni: il suo temperamento era cordiale ma timido, solitario e la sua natura ipersensibile lo portava a non vivere con troppa leggerezza i rapporti con le donne. Era stato d'altronde circondato da figure femminili sin da bambino, cresciuto dalla madre e con cinque sorelle (senza contare Macrina, morta piccolissima) e un solo fratello più piccolo.
 
Il suo primo grande amore fu Elvira Bonturi (Lucca, 13 giugno 1860 - Milano, 9 luglio 1930), moglie del commerciante lucchese Narciso Gemignani, dal quale aveva avuto due figli, Fosca e Renato. La fuga d'amore di Giacomo ed Elvira, nel 1886, fece scandalo a Lucca. I due si trasferirono al Nord insieme con Fosca ed ebbero un figlio, Antonio (Monza, 23 dicembre 1886 - Viareggio, 21 febbraio 1946). Si sposarono solo il 3 febbraio 1904, dopo la morte di Gemignani.<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 78-79, 254, 256}}.</ref>
 
Secondo Giampaolo Rugarli (autore del volume ''La divina Elvira'', edito da [[Marsilio Editori|Marsilio]]) tutte le protagoniste delle opere pucciniane si riassumono e si rispecchiano sempre e solo nella moglie, Elvira Bonturi, che sarebbe stata l'unica figura femminile capace di dargli ispirazione, nonostante il suo difficile carattere e l'incomprensione che portava verso l'estro del compositore ("Tu metti dello scherno quando si pronuncia la parola ''arte''. È questo che mi ha sempre offeso e che mi offende", da una lettera scritta alla moglie nel 1915). Comunque sia, Puccini ebbe verso Elvira un rapporto ambivalente: da una parte la tradì ben presto, cercando relazioni con donne di diverso temperamento, dall'altro rimase legato a lei, nonostante le crisi violente e il suo carattere drammatico e possessivo, fino alla fine.
 
Una delle sue prime amanti fu una giovane torinese nota come Corinna, conosciuta nel [[1900]], pare sul treno Milano-Torino, che Puccini aveva preso per assistere alla prima rappresentazione di ''Tosca'' al Regio di Torino, dopo l'esordio romano. Per un caso Elvira venne a sapere degli incontri di Giacomo con questa donna.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 242}}.</ref> Dello scandalo che nacque si lamentò anche il suo editore-padre, Giulio Ricordi, che scrisse a Puccini una lettera di fuoco invitandolo a concentrarsi sull'attività artistica. La relazione con «Cori» - come la chiamava il musicista - durò fino all'incidente automobilistico che coinvolse il maestro il 25 febbraio 1903, la cui lunga convalescenza gli impedì di incontrare l'amante. L'identità di questa ragazza è stata svelata nel 2007 dallo scrittore tedesco [[Helmut Krausser]]: si trattava della sarta torinese Maria Anna Coriasco (1882-1961) e "Corinna" era l'[[anagramma]] di parte del suo nome: Maria A'''nna Cori'''asco. In precedenza [[Massimo Mila]] l'aveva identificata con una compagna di scuola di sua madre, una studentessa di magistero a Torino.<ref>"Frankfurter Allgemeine dell'8 aprile 2007 e ''Die Jagd nach Corinna. Dokumentation einer Recherche zum Puccini-Roman.'' Monaco, Belleville 2007.</ref>
 
[[File:Sybil Beddington.jpg|thumb|upright|left|Ritratto di Sybil Beddington, grande amica di Puccini.]]
 
All'ottobre 1904 risale l'incontro con Sybil Beddington, sposata Seligman (23 febbraio [[1868]] - 9 gennaio [[1936]]), una signora londinese, ebrea, allieva di musica e canto di [[Francesco Paolo Tosti]], con la quale sembra che ebbe inizialmente una storia d'amore che si convertì poi in una solida e profonda amicizia, cementata dal britannico equilibrio della signora. Tant'è che nell'estate 1906 e 1907 i coniugi Seligman furono ospitati a Boscolungo [[Abetone]] da Giacomo ed Elvira. Comunque, l'esatta natura della relazione tra i due, almeno nei primi tempi, è stato oggetto di dibattito.<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 392-393}}.</ref>
 
Nell'estate del 1911, a [[Viareggio]], Puccini conobbe la baronessa Josephine von Stengel (nome riportato spesso, erroneamente, con la grafia Stängel), di [[Monaco di Baviera]], allora trentaduenne e madre di due bambine. L'amore per la baronessa - che nelle lettere Giacomo chiamava «Josy» o «Busci», e dalla quale era chiamato «Giacomucci» - accompagnò in particolare la composizione della ''Rondine'', nella quale Giorgio Magri vede il riflesso di questa relazione mitteleuropea e aristocratica. La loro storia durò fino al 1915.<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 354-355, 363-364,}}.</ref>
 
L'ultimo amore di Puccini fu Rose Ader, soprano di [[Odenberg]]. Un collezionista austriaco possiede 163 lettere inedite che testimoniano questa relazione, della quale sappiamo ben poco. La storia ebbe inizio nella primavera del 1921, quando la Ader cantò ''Suor Angelica'' all'Opera di [[Amburgo]], e terminò nell'autunno del 1923. Pensando alla sua voce, Puccini scrisse la parte di Liù, in ''Turandot''.<ref>{{cita|Budden, 2005|p. 529}}.</ref>
 
=== I discendenti ===
[[File:Giacomo Puccini.jpg|thumb|upright|Giacomo Puccini]]
 
Antonio (1886-[[1946]]) nato a Monza in corso Milano n. 18<ref>Fonteː targa commemorativa del Comune di Monza del 1987 apposta a fianco dell'ingresso del numero civico 18 di corso Milano.</ref>, l'unico figlio di Giacomo ed [[Elvira Bonturi]]; non ebbe figli dalla moglie [[Rita Dell'Anna]] ([[1904]]-[[1979]]), sposata nel 1933. Ebbe però una figlia naturale, [[Simonetta Giurumello]], nata nel 1929, riconosciuta dal Tribunale e autorizzata quindi a chiamarsi Simonetta Puccini: l'unica erede del Maestro prima che sorgesse la ''querelle'' dei discendenti di Giulia Manfredi.
 
[[Fosca Gemignani]], sposata Leonardi ([[1880]]-[[1969]]), amatissima figliastra del Maestro, fu la madre della famosa stilista [[Biki]] (Elvira Leonardi sposata Bouyeure: [[1909]]-[[1999]]). Biki prese questo nome d'arte proprio in memoria di Puccini, che da bambina la chiamava Bicchi (birichina). In seguito Fosca, rimasta vedova, sposò [[Mario Crespi (giornalista)|Mario Crespi]] ([[1879]]-[[1962]]), uno degli allora comproprietari del ''[[Corriere della Sera]]''.
 
== Puccini nel cinema e in televisione ==
Alla vita del compositore lucchese sono stati dedicati un [[film]], uno [[sceneggiato televisivo]] e due [[miniserie televisive]]:
 
* ''[[Puccini (film 1953)|Puccini]]'' ([[1953]]), diretto da [[Carmine Gallone]], con [[Gabriele Ferzetti]] nel ruolo di Puccini. Si tratta di una versione romanzata della biografia pucciniana.
* ''[[Puccini (miniserie televisiva 1973)|Puccini]]'' ([[1973]]), diretto da [[Sandro Bolchi]], con [[Alberto Lionello]] nel ruolo di Puccini. Trasmesso dalla [[RAI]], questo sceneggiato nacque invece con l'intento di ricostruire fedelmente la vita del compositore. Un fatto curioso legato a questo lavoro furono le polemiche suscitate a Lucca e a Viareggio dalla pronuncia spiccatamente toscano centrale (ovvero fiorentina), che Lionello utilizzò per dar voce al musicista. Il povero attore si guadagnò in tal modo alcune centinaia di lettere di protesta.
* ''[[La famiglia Ricordi]]'' ([[1994]]), diretto da [[Mauro Bolognini]], con [[Massimo Ghini]] nel ruolo di Puccini. Trasmesso dalla [[RAI]], ripercorre oltre cent'anni di storia della famiglia di editori musicali Ricordi. Alla figura di Puccini è dedicata l'ultima delle quattro puntate della miniserie.
* ''[[Puccini e la fanciulla]]'' ([[2008]]), regia di [[Paolo Benvenuti]], con [[Riccardo Moretti]] nel ruolo di Puccini; narra la vicenda legata al suicidio della giovane cameriera Doria Manfredi e alla relazione di Puccini con Giulia, cugina di Doria.
* ''[[Puccini (miniserie televisiva 2009)|Puccini]]'' ([[2009]]), diretto da [[Giorgio Capitani]], con [[Alessio Boni]] nel ruolo di Puccini; anche questa miniserie è stata trasmessa dalla [[RAI]] i giorni 1 e 2 marzo [[2009]]. La sceneggiatura, di fantasia, tiene ben poco conto delle conoscenze storiche e biografiche.
 
==Altro==
A Puccini è intitolato il [[cratere Puccini]] su [[mercurio (pianeta)|Mercurio]]<ref>{{Cita web
|url = http://planetarynames.wr.usgs.gov/Feature/4863
|titolo = Puccini
|sito = Gazetteer of Planetary Nomenclature
|lingua = en
|accesso = 23 dicembre 2015
}}</ref>.
 
Nel 1896, per celebrare il successo della prima di [[La bohème|Bohème]], la [[casa Ricordi]] commissionò alla [[Richard-Ginori]] una serie speciale di piatti murali dedicata ai vari personaggi dell'opera. Un esemplare della serie è esposta, tra altri ricordi, nella [[villa Puccini]] di [[Torre del lago]].
 
==Carte personali==
Lettere e oggetti personali dell'artista sono depositati presso il [[Celle dei Puccini#Museo Casa dei Puccini|Museo Casa di Puccini]] a [[Celle dei Puccini]] ([[Provincia di Lucca|LU]]). Altre lettere sono depositate presso la Biblioteca Forteguerriana di Pistoia<ref>{{cita web|url=http://www.forteguerriana.comune.pistoia.it/del-carlo-puccini/|nome=Biblioteca Forteguerriana.Fondi manoscritti: Del Carlo-Puccini|sito=Biblioteca Forteguerriana|accesso=11 gennaio 2016}}</ref>. Fogli di musica autografi sono depositati presso la Associazione lucchesi del mondo di Lucca<ref>{{cita web|url=http://www.lucchesinelmondo.it/museocelle.html/|titolo=Associazione lucchesi nel mondo. Casa museo Puccini|accesso=11 gennaio 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160318001341/http://www.lucchesinelmondo.it/museocelle.html|dataarchivio=18 marzo 2016}}</ref>. Descrizione completa della localizzazione delle carte di Puccini è disponibile in SIUSA<ref>[http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=61516&RicFrmRicSemplice=giacomo%20puccini&RicProgetto=personalita&RicSez=produttori&RicVM=ricercasemplice siusa.archivi.beniculturali.it]</ref>
 
== Composizioni ==
{{vedi anche|Composizioni di Giacomo Puccini}}
=== Opere liriche ===
* ''[[Le Villi]]'', libretto di [[Ferdinando Fontana]] (in 1 atto – prima rappresentazione al [[Teatro dal Verme]] di [[Milano]], 31 maggio [[1884]])
* ''[[Edgar]]'', libretto di Ferdinando Fontana (in 4 atti – prima rappresentazione al [[Teatro alla Scala]] di Milano, 21 aprile [[1889]])
* ''[[Manon Lescaut]]'', libretto di [[Luigi Illica]], [[Marco Praga]], [[Domenico Oliva]] (in 4 atti – prima rappresentazione al [[Teatro Regio (Torino)|Teatro Regio]] di [[Torino]], 1º febbraio [[1893]])
* ''[[La bohème (Puccini)|La bohème]]'', libretto di Luigi Illica e [[Giuseppe Giacosa]] (in 4 atti – prima rappresentazione al Teatro Regio di Torino, 1º febbraio [[1896]])
* ''[[Tosca (opera)|Tosca]]'', libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa (in 3 atti – prima rappresentazione al [[Teatro Costanzi]] di [[Roma]], 14 gennaio [[1900]])
* ''[[Madama Butterfly]]'', libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa (in 2 atti – prima rappresentazione al Teatro alla Scala di Milano, 17 febbraio [[1904]])
* ''[[La fanciulla del West]]'', libretto di [[Guelfo Civinini]] e [[Carlo Zangarini]] (in 3 atti – prima rappresentazione al [[Metropolitan Opera]] di [[New York]], 10 dicembre [[1910]])
* ''[[La rondine]]'', libretto di [[Giuseppe Adami]] (in 3 atti – prima rappresentazione all'[[Opéra di Monte Carlo]], 27 marzo [[1917]])
* ''[[Il trittico]]'': ''[[Il tabarro]]'', libretto di Giuseppe Adami, ''[[Suor Angelica]]'', ''[[Gianni Schicchi]]'', libretto di [[Giovacchino Forzano]] (prima rappresentazione al Metropolitan Opera di New York, 14 dicembre [[1918]])
* ''[[Turandot]]'', libretto di [[Renato Simoni]] e Giuseppe Adami (in 3 atti – incompiuta alla morte di Puccini, completata da [[Franco Alfano]]: prima rappresentazione al Teatro alla Scala di Milano il 25 aprile [[1926]] e diretta da [[Arturo Toscanini]])
 
== Note ==
<references/>
 
==Voci correlateBibliografia ==
=== Studi generali ===
 
* {{cita libro|autore=Mosco Carner|titolo=Puccini. Biografia critica|editore=Il Saggiatore|città=Milano|anno=1961|isbn=no}}
* {{cita libro|autore=Antonino Titone|titolo=Vissi d'arte. Puccini e il disfacimento del melodramma|editore=Feltrinelli|città=Milano|anno=1972|isbn=no}}
* {{cita libro|autore=[[Enzo Siciliano]]|titolo=Puccini|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=1976|isbn=no}}
* {{cita libro|autore=[[Claudio Casini]]|titolo=Puccini|editore=Utet|città=Torino|anno=1978|isbn=no}}
* {{cita libro|autore=Giorgio Magri|titolo=[[L'uomo Puccini]]|editore=Mursia|città=Milano|anno=1992|isbn=88-425-1263-X}}
* {{cita libro|autore=[[Michele Girardi]]|titolo=Giacomo Puccini. L'arte internazionale di un musicista italiano|editore=Marsilio|città=Venezia|anno=1995|isbn=88-317-5818-7}}
* {{cita libro|autore=Luigi Ricci|titolo=Puccini interprete di se stesso|editore=Ricordi|città=Milano| |annooriginale =1954|anno=2003|isbn=88-7592-725-1}}
* {{cita libro|autore=[[Julian Budden]]|titolo=Puccini|traduttore=Gabriella Biagi Ravenni|editore=Carocci Editore|città=Roma|anno=2005|isbn=88-430-3522-3|cid=Budden, 2005}}
* {{cita libro|autore=[[Eduardo Rescigno]]|titolo=Dizionario Pucciniano|editore=Ricordi/BMG Publications|città=San Giuliano Milanese|anno=2004|isbn=88-7592-767-7}}
* {{cita libro|autore=[[Renzo Cresti]]|titolo=Giacomo Puccini e il Postmoderno|editore=Edizioni dell'Erba|città=Fucecchio|anno=2007|isbn=978-88-86888-82-0}}
* {{cita libro|autore=Mario Fedrigo|titolo=Puccini per amico|editore=Costa editore|città=Bologna|anno=2007|isbn=978-88-6799-327-7}}
* {{cita libro|titolo=L'universo di Puccini da Le Villi a Turandot|nome=Alberto |cognome=Cantù|altri= con un contributo di Alfredo Mandelli, introduzione di Simonetta Puccini |città=Varese |editore= [[Zecchini Editore]] |anno= 2008| ISBN=978-88-87203-59-2}}
* {{cita libro|autore=Dieter Schickling|titolo=Giacomo Puccini. La vita e l'arte|editore=Felici Editore|città=Pisa|anno=2008|isbn=978-88-6019-219-6}}
* {{cita libro|autore=Emiliano Sarti|titolo=Giacomo Puccini. Vita e opere|editore=Maria Pacini Fazzi|città=Lucca|anno=2008|isbn=978-88-7246-854-8}}
* {{cita libro|autore=Michele Bianchi|titolo=La poetica di Giacomo Puccini. Sull'arte e nell'arte di un drammaturgo|editore=[[Edizioni ETS]]|anno=2001|isbn=88-467-0379-0}}
* {{cita libro|autore=Oriano De Ranieri|titolo=La religiosità in Puccini. La fede nelle opere del Maestro|editore=Zecchini Editore|città=Varese|anno=2013|isbn=978-88-6540-026-5}}
* {{cita libro|autore=Vincenzo Ramón Bisogni|titolo=Giacomo Puccini. Bello e... possibile. Tradizione, modernità e futuro della Musica|editore=Zecchini Editore|città=Varese|anno=2014|isbn=978-88-6540-109-5}}
* {{cita libro|[[Alberto Cantù]]|titolo=L'universo di Puccini da Le Villi a Turandot|editore=Zecchini Editore|città=Varese|anno=2016|isbn=978-88-6540-157-6}}
* {{cita libro|autore=Pietro Acquafredda|titolo=Giacomo Puccini. Sonatore del Regno|città=Clichy|anno=2016|isbn=978-88-6799-327-7}}
 
=== Cataloghi critici ===
* {{cita libro|autore=Dieter Schickling|titolo=Giacomo Puccini – Catalogue of the Works|editore=Bärenreiter|anno=2003|isbn=3-7618-1582-4|lingua=en}}
 
=== Atti di convegno e miscellanee di studi ===
* ''Giacomo Puccini. L'uomo, il musicista, il panorama europeo'', Atti del Convegno internazionale di studi su Giacomo Puccini nel 70º anniversario della morte (Lucca, 25-29 novembre 1994), a cura di Gabriella Biagi Ravenni e Carolyn Gianturco, LIM, Lucca 1997. ISBN 88-7096-166-4
* AA. VV., ''Puccini'', a cura di Virgilio Bernardoni, Il Mulino, Bologna 1996. ISBN 88-15-05632-7
 
=== Carteggi ===
* ''Giacomo Puccini. Epistolario'', a cura di Giuseppe Adami, Mondadori, Milano 1928 (rist. 1982)
* ''Carteggi Pucciniani'', a cura di Eugenio Gara, Ricordi, Milano 1958. ISBN 88-7592-134-2
* {{cita libro|titolo=Puccini com'era|curatore=Arnaldo Marchetti|editore= Edizioni Curci |città=Milano|anno=1973}}
* ''Giacomo Puccini. Lettere a Riccardo Schnabl'', a cura di Simonetta Puccini, Emme Edizioni, Milano 1981.
* ''Lettere di Ferdinando Fontana a Giacomo Puccini'', a cura di Simonetta Puccini e Michael Elphinstone, in "Quaderni Pucciniani", n. 4 (1992).
 
== Voci correlate ==
*[[Comunità montana della Lessinia]]
* [[Jacopo Puccini]]
* [[Giuseppe Verdi]]
* [[Romanticismo]]
* [[Gioacchino Rossini]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Fumane}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*[http://www.valpolicellaweb.it/ Sito del Consorzio Pro Loco e dell'Ufficio IAT della Valpolicella]
* [http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=61516&RicFrmRicSemplice=giacomo%20puccini&RicProgetto=personalita&RicSez=produttori&RicVM=ricercasemplice SIUSA. Archivi di personalità]
* [http://www.cascatemolina.it/ Sito del Parco delle Cascate di Molina]
* {{IMSLP|id=Puccini, Giacomo}}
* [http://www.amicidellamusicafumane.it/ Coro Amici della Musica di Fumane]
* [{{cita web|http://www.valpolicella2000puccini.it|Centro Associazionestudi ValpolicellaGiacomo 2000]Puccini}}
* [http://www.internetculturale.it/opencms/opencms/it/collezioni/collezione_0040.html Archivio Storico Ricordi - Collezione Giacomo Puccini] su [http://www.internetculturale.it/ Internet Culturale]
* [http://fumanefutura.blogspot.com/ Comitato Fumane Futura]
* [http://www.magazzini-sonori.it/esplora_contenuti/autori_esecutori/puccini_giacomo.aspx Puccini: ascolta i suoi brani musicali] su [http://www.magazzini-sonori.it/ Magazzini-Sonori]
*[http://www.comunedifumane.it/ Sito ufficiale dell'amministrazione comunale]
* {{cita web|http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/giacomo-puccini/1052/default.aspx|La puntata de La Storia siamo noi dedicata a Giacomo Puccini}}
*[http://www.breonio.it/ Sito ufficiale della frazione di Breonio]
* {{cita web|http://www.fondazionesimonettapuccini.it/|Fondazione Simonetta Puccini}}
* {{cita web|http://www.progettopuccini.it/default.php|Progetto Puccini}}
* {{cita web|http://www.puccinielasualucca.it/|Puccini e la sua Lucca}}
* {{cita web|http://www.puccinifestival.it/|Il Puccini Festival di Torre del Lago}}
* {{cita web|http://www.rodoni.ch/malipiero/adrianolualdi/lualdipuccini.html|Rodoni.ch "Puccini e i suoi detrattori"}}
* {{cita web|http://www.dlib.indiana.edu/variations/scores/scores.html|William and Gayle Cook Music Library, Indiana University (contiene digitalizzazioni di alcuni spartiti per canto e pianoforte di opere pucciniane)|lingua=en}}
 
{{OperePuccini}}
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{{ProvinciaOttocento di Veronamusicale}}
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