Carlo IV di Lussemburgo e Trento spumante riserva: differenze tra le pagine

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{{Monarca
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|nome = Carlo IV
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|religione = [[Chiesa cattolica|Cristianesimo Cattolico]]
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{{Bio
|Nome = Carlo IV
|Cognome = di Lussemburgo
|ForzaOrdinamento = Carlo 04 del Sacro Romano Impero
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|FineIncipit = fu [[Re dei Romani]] (con il nome di Carlo (''Karl'') IV dal [[1346]] al [[1378]]), [[Imperatori del Sacro Romano Impero|Imperatore del Sacro Romano Impero]] (dal [[1355]] al [[1378]]), [[Re di Boemia]] (con il nome di Carlo (''Karel'') I dal [[1346]] al [[1378]]), Conte di Lussemburgo (dal [[1346]] al [[1353]]) e [[Margravio]] del [[Marca di Brandeburgo|Brandenburgo]] (dal [[1373]] al [[1378]])
}}
 
Il '''Trento spumante riserva''' è un vino [[Denominazione di Origine Controllata|DOC]] la cui produzione è consentita nella [[provincia di Trento]].
== Biografia ==
=== La giovinezza e l'elezione a Re ===
Carlo IV, battezzato Venceslao, era figlio di [[Giovanni I di Boemia|Giovanni di Lussemburgo]] (detto ''il cieco''), [[re di Boemia]] dal [[1311]] al [[1346]] e di sua moglie, [[Elisabetta di Boemia (1292-1330)|Elisabetta Přemyslovna]], (''Eliška'') figlia secondogenita di [[Venceslao II di Boemia|Venceslao Přemysl II di Boemia]], della dinastia dei [[Premyslidi]].
 
== Caratteristiche organolettiche ==
I Lussemburgo, da molto tempo, intrattenevano buoni contatti con la corte francese, per cui il [[Re di Francia]], [[Carlo IV di Francia]], tenne a battesimo il piccolo. dal [[1323]] al [[1331]] Carlo crebbe a Parigi, dove ricevette una solida istruzione, fatto insolito per l'epoca. Nel 1331 seguì in [[Italia]] suo padre Giovanni, impegnato in progetti di grande respiro, anche se il suo tentativo di stabilire un centro di potere della dinastia dei Lussemburgo nell'Italia settentrionale doveva fallire, soprattutto a cagione dell'opposizioni di alcuni importanti comuni italiani e del [[Regno di Sicilia]]. Il rapporto tra Carlo e suo padre fu caratterizzato da ambivalenza e tensioni, che in parte derivavano dagli attriti tra i genitori di Carlo, e in parte dalla differenza di temperamento. Giovanni era considerato un carattere cavalleresco ed avventato, mentre Carlo aveva fama di uomo riflessivo, e odiava i tornei, anche nella sua gioventù.
*'''colore''': giallo paglierino carico dorato-spuma fine e persistente.
*'''odore''': caratteristico.
*'''sapore''': tipico, armonico, pieno.
 
== Cenni storici ==
Carlo compose anche un'autobiografia, che però non comprende tutta la sua vita, ma solo gli anni della sua infanzia e della sua giovinezza. Da quest'opera apprendiamo che Carlo parlava cinque lingue (latino, tedesco, ceco, francese ed italiano). Nel [[1333]] fece ritorno in Boemia, e nel [[1334]] divenne [[margravio]] di [[Moravia]]. Riuscì a far valere le proprie ragioni nel conflitto che oppose la nobiltà morava al padre. Nel [[1335]] ebbe un ruolo nel trattato tra il regno di Boemia e quelli di [[Polonia]] e [[Ungheria]] (aveva partecipato ai negoziati per sostenere le pretese delle corona boema al trono in ambedue i regni), e fu al fianco del padre anche durante la crociata lituana. L'8 giugno 1341, Giovanni, divenuto cieco, trasmise a Carlo l'amministrazione del regno, e poco dopo si ritirò completamente dagli affari di Stato.
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== Abbinamenti consigliati ==
Nello stesso periodo si acuiva il conflitto tra [[Luigi IV del Sacro Romano Impero|Ludovico il Bavaro]] e i suoi nemici nell'impero. [[Papa Clemente VI]], amico d'infanzia di Carlo, appoggiava l'opposizione all'imperatore. Così Carlo, con il sostegno di [[Baldovino di Lussemburgo]], uno dei personaggi più influenti dell'impero, venne eletto [[antire]], e venne incoronato a [[Bonn]] il 3 novembre [[1346]]. Dopo aver ottenuto l'approvazione papale alla sua elezione (approvazione peraltro da lui non richiesta), fece confermare la sua elezione una seconda volta, il 17 giugno [[1349]], a [[Francoforte sul Meno|Francoforte]].
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== Produzione==
Nell'agosto dello stesso anno suo padre era morto nella [[battaglia di Crécy]], cui aveva partecipato anche Carlo, ritirandosi però prima delle fasi decisive per motivi non chiariti. Il 2 settembre [[1347]] venne incoronato re di Boemia. Ludovico il Bavaro morì poco dopo, dimodoché non si venne ad un conflitto aperto. Ma nel 1349 venne eletto [[Re dei Romani]] [[Günter di Schwarzburg]].
''Provincia, stagione, volume in [[ettolitro|ettolitri]]''
 
* nessun dato disponibile
=== I primi anni di regno: rafforzamento del potere, peste e [[pogrom]] ===
{{Portale|alcolici}}
[[File:Karl-IV-beim-kroenungsmahl 2-800x430.jpg|thumb|upright=1.4|Carlo IV durante il banchetto dell'incoronazione]]
 
Carlo non ebbe problemi ad affermarsi contro Günter von Schwarzburg. Già nel maggio [[1349]] il debole contendente rinunciò, con un trattato, al proprio titolo, e poco dopo morì. Quindi giunse ad un accordo con i propri avversari, nel [[1348]] con gli [[Asburgo]] e nel [[1350]] con i [[Wittelsbach]], non prima di essersi rafforzato, con un accordo matrimoniale con il [[Elettorato Palatino|Conte del Palatinato]] e con il ''falso Woldemar'', un sedicente discendente della famiglia, una volta potente, degli Ascani, che, in [[Brandeburgo]], creava non pochi problemi ai Wittelsbach. Ora Carlo poteva dedicarsi senza problemi al consolidamento del proprio potere.
 
Proprio in quel periodo la [[Peste nera|peste]] raggiungeva il suo apice. L'[[epidemia]] spopolò intere contrade, uccidendo un terzo degli abitanti d'Europa, e il popolo era alla disperata ricerca di una spiegazione. L'idea, completamente assurda, che gli [[ebrei]] fossero i propagatori del contagio, venne spesso creduta e strumentalizzata. Carlo fu quantomeno complice dei [[Peste nera#La persecuzione degli ebrei|pogrom]] avvenuti in Germania nel [[1349]], anche se, nei propri territori dinastici, gli ebrei vennero protetti. Nell'impero, però, gli ebrei erano sotto la diretta tutela del sovrano, e, a questo scopo, pagavano anche una tassa. Per questo la tolleranza di Carlo rispetto ai pogrom era contraria persino alle concezioni giuridiche dell'epoca. In questo tragico episodio si mostra che Carlo agì per convenienza, preferendo assicurarsi la lealtà delle città nelle quali i pogrom avevano luogo piuttosto che adempiere ai propri doveri di re.
 
=== La politica verso l'Italia e la Francia ===
Nel 1354-1355 Carlo, accompagnato da un piccolo esercito discese in Italia. Mentre era in viaggio, investì gli eredi di [[Spinetta Malaspina|Spinetta Malaspina il Grande]] ([[Gabriele Malaspina|Gabriele]], Guglielmo e [[Galeotto I Malaspina|Galeotto]]) del titolo di [[Marchesi di Fosdinovo]].<ref>{{Cita libro|autore = Massimo Dadà|titolo = Guida di Fosdinovo|anno = 2010|editore = Giacché|città = La Spezia|p = |pp = 37-38|ISBN = }}</ref> Ciò sancì il trasferimento della sede dell'ufficio del vicario imperiale da [[San Miniato al Tedesco]] (conquistata nel corso del XIV secolo da [[Firenze]]) a [[Fosdinovo]], con i Malaspina che ne assunsero la carica ereditaria fino alla fine dell'[[Ancien Régime]].<ref>{{Cita libro|autore = Cinzia Cremonini-Riccardo Musso|titolo = I feudi imperiali in Italia tra XV e XVIII secolo|anno = 2010|editore = Bulzoni|città = Roma|p = 39|pp = |ISBN = }}</ref> Si fece quindi incoronare [[Re d'Italia]], e, il 5 aprile [[1355]], a Roma, un [[cardinale]], incaricato da [[papa Innocenzo VI]], lo incoronò Imperatore. Poco dopo lasciò la penisola, senza essere riuscito a mettere ordine nella situazione, anche se i lauti versamenti ottenuti da numerosi [[Comune|comuni]] gli consentirono di trarre un guadagno almeno finanziario dalla spedizione, e, contemporaneamente, era riuscito ad ottenere l'incoronazione ad Imperatore senza spargimento di sangue. Ciononostante l'atteggiamento di Carlo rispetto alla Chiesa fu tale che [[Guglielmo di Ockham]] lo definì ''rex clericorum'', accusa senz'altro ingiusta, ma che mette a fuoco la politica ecclesiastica di Carlo, decisamente volta alla ricerca di un accordo con il papa.
 
La prima spedizione italiana non ebbe conseguenze di rilievo, al pari della seconda, nel 1368-68, con la quale si proponeva di ottenere il ritorno di [[papa Urbano V]] dalla [[cattività avignonese]]. La sua politica italiana fu in gran parte inefficace. L'incoronazione a Imperatore era stata un risultato per lui sufficiente. Incassò ingenti somme dai comuni, concedendo in cambio [[privilegio (diritto comune)|privilegi]], e per il resto non si immischiò nelle faccende italiane. Per questo il suo comportamento venne definito dai contemporanei (come per esempio [[Matteo Villani]] e [[Francesco Petrarca]] da lui comunque nominato nel 1356 conte palatino) quello di un mercante. Carlo rinunciò così alla politica universalistica del nonno, [[Enrico VII di Lussemburgo|Enrico VII]], per perseguire una politica imperiale basata sul rafforzamento dinastico. In ogni caso riuscì ad ottenere che la sua posizione di Imperatore fosse riconosciuta dalle città di [[Milano]] e di [[Firenze]], e in Italia non rinunciò ad alcuna prerogativa imperiale.
 
Ad occidente Carlo non fece praticamente nulla per ostacolare la politica espansionistica del [[Regno di Francia]], con la cui corte intratteneva cordiali rapporti. Al contrario, egli rinunciò alla signoria imperiale su [[Avignone]], e nel [[1378]] rinunciò al [[vicariato imperiale]] sul [[Regno di Borgogna]], in modo da poter proseguire la propria politica nell'Impero senza influenze esterne. Ciò non servì a frenare l'espansionismo francese, anche se nel [[1361]] [[Ginevra]] e la [[Savoia (regione storica)|Savoia]] vennero scorporate dal Regno di Borgogna e incorporate direttamente nell'Impero.
 
=== La [[Bolla d'oro]] e la politica in [[Germania]] ===
[[File:Goldene-bulle 1c-480x475.jpg|thumb|left|La Bolla d'oro]]
Nel 1354 era morto [[Baldovino di Lussemburgo]], zio e più importante alleato dell'imperatore nella parte occidentale dell'impero. Il passo più gravido di conseguenze nella sua azione governativa, l'emanazione della [[Bolla d'oro]] ([[1356]]), fu possibile solamente dopo defatiganti trattative. La bolla regolava, tra l'altro, la procedura per l'elezione dell'imperatore, e fissava numero e nome di quattro laici (il duca di Sassonia, il conte palatino del Reno, il marchese di Brandeburgo e il re di Boemia) e di tre ecclesiastici (gli arcivescovi di Magonza, Treviri e Colonia). Divenne per questo un fondamento costituzionale dell'Impero, sino al suo scioglimento, nel [[1806]]. Per alcuni rappresenta un successo per Carlo, per altri la riuscita del tentativo dei principi elettori di mettere chiari limiti all'egemonia del sovrano. Gli eventi successivi hanno dimostrato che la bolla venne impiegata per avvantaggiare, di volta in volta, i principi elettori, o, a seconda delle circostanze, l'imperatore. Degno di nota è che nella Bolla d'oro non vi è accenno alla necessità dell'approvazione papale all'elezione del Re. Inoltre abolisce il diritto papale al [[vicariato imperiale]].
 
Il figlio maggiore di Carlo [[Venceslao di Lussemburgo|Venceslao]], dal [[1363]] Re di Boemia, venne eletto [[Re dei Romani]] il 10 giugno [[1376]], quando Carlo era ancora in vita. La Bolla d'oro non prevedeva un'eventualità del genere, che, d'altronde, non era nemmeno esplicitamente vietata. Carlò riuscì in questo modo, attraverso una politica veramente astuta, ad imporre l'elezione del figlio, anche se fu costretto ad acquistare con somme enormi il voto degli altri principi elettori (ma l'impiego del denaro era un metodo da lui comunemente usato per riuscire a raggiungere i propri obbiettivi). Sino allo scioglimento dell'Impero la successione dinastica dei Lussemburgo prima e degli [[Asburgo]] dopo (imparentati con i Lussemburgo), venne interrotta soltanto dall'elezione dei [[Wittelsbach]] [[Ruprecht del Sacro Romano Impero|Ruperto]] e di [[Carlo VII di Baviera|Carlo VII]] ([[1742]] - [[1745]]).
 
Al nord Carlo ebbe una particolare attenzione per la Lega anseatica, e fu il primo imperatore a visitare [[Lubecca]] dopo [[Federico Barbarossa]] ([[1375]]). Anche la città di [[Norimberga]] ebbe un ruolo importante nella politica di Carlo, volta in questo caso a istituire un ''paese imperiale'' in questa regione. Ad oriente ([[Polonia]] e [[Ungheria]]) Carlo perseguì principalmente obbiettivi volti a rafforzare la propria dinastia.
 
Carlo morì nello stesso anno in cui ebbe luogo lo [[scisma d'occidente]] ([[1378]]). L'imperatore, personalmente molto devoto, aveva cercato sempre di evitare conflitti con il papato, e, di fronte a questi avvenimenti, non ebbe modo d'intervenire, e si decise infine per la fedeltà al papa di Roma.
 
=== Carlo re di Boemia ===
[[File:100 Kč fronte.jpg|thumb|Banconota della [[Repubblica Ceca]] da 100 corone (fronte) raffigurante il volto di Carlo IV]]
Quando, nel 1344, la diocesi di Praga venne elevata a sede [[arcivescovo|arcivescovile]], Carlo diede inizio alla costruzione della [[Cattedrale di San Vito]] per mano di [[Peter Parler]], nel [[1348]]. Nel [[1348]], l'imperatore fondò l'Università che prese appunto il suo nome (''Karlova Univerzita''), ed abbellì la città: costruzione del [[Ponte Carlo]], estensione delle fortificazioni per inglobare la Città Nuova, gli affreschi gotici realizzati da [[Teodorico (pittore)|Teodorico]] al [[Castello di Karlstejn]]. Il [[XIV secolo]] fu la prima età dell'oro artistica per la [[Boemia]] (âge d'or de la [[Bohême]]).
 
Durante il suo regno, Carlo IV, re mecenate, riunì a [[Praga]] artisti da tutta Europa che realizzarono [[Miniatura (arte)|miniature]] o dipinti su legno ([[Nicolas Wurmser]]). Fu in rapporto anche con [[Francesco Petrarca]], che si recò a [[Praga]] nell'estate del [[1356]]. Petrarca scrisse riferendosi a Praga: ''"Ego vero nichil barbarum minus, nichil humanum magis profiteor me vidisse quam Cesarem et aliquot circa eum summos viros, [...] mites et affabiles, etiam si Athenis athicis nati essent"'' (''Familares'' XXI, 1), cioè: "Confesso di non aver mai veduto niente di meno barbaro, niente di più civile di Cesare e di alcuni di quei sommi uomini intorno a lui, [...] cortesi e affabili come se fossero nati in Atene attica".
 
[[File:100 Kč retro.jpg|thumb|Banconota della [[Repubblica Ceca]] da 100 corone (retro) raffigurante il sigillo dell'[[Università di Praga]]]]
Durante il suo regno [[Praga]] venne elevata ad uno dei più importanti centri culturali e spirituali dell'epoca, oltre che a [[Capitale (città)|capitale]] de facto dell'Impero (una targa all'interno del vecchio municipio recita ''Praga caput regnii''). Altre città che conobbero una fioritura sotto il regno di Carlo furono [[Francofore sul Meno|Francoforte]] e [[Norimberga]]. La sua cancelleria ebbe un ruolo importante nell'evoluzione della lingua tedesca, oltre a rappresentare un passo importante nel miglioramento della rudimentale amministrazione imperiale.
 
Durante il suo regno avvenne la definitiva annessione della [[Slesia]] alla Boemia ([[Trattato di Namslau]], [[1348]]). Ma il regno di Carlo non registra unicamente successi: il suo [[Landfrieden]] (''Maiestas Carolina'') fallì di fronte all'opposizione della nobiltà locale.
 
Carlo è tuttora considerato, grazie alle sue politiche, il sovrano più popolare e amato nell'odierna Repubblica Ceca.
 
=== Politica dinastica ===
Carlo ebbe senz'altro un grande successo nella sua politica volta a rafforzare la propria dinastia. Si assicurò il controllo definitivo della Slesia ([[1368]]). Nel [[1373]] riuscì a ottenere il potere nel [[Brandeburgo]], ed in questo modo la sua casata ottenne un secondo voto nel collegio dei principi elettori. Il matrimonio di suo figlio [[Sigismondo di Lussemburgo|Sigismondo]] con l'erede di [[Luigi I d'Ungheria|Ludovico I d'Ungheria]] assicurò ai Lussemburgo anche questo regno. Non riuscì però ad impadronirsi della [[Polonia]]. Per rafforzare il potere della propria casata Carlo non esitava a cedere o a dare in pegno beni imperiali (come nel caso della Borgogna).
 
Questa tattica era in parte dovuta alla cronica mancanza di fondi di Carlo (per assicurarsi l'elezione era stato costretto a pagare somme ingentissime ai principi elettori), in parte anche alla sua politica dinastica. Dopo Carlo ogni imperatore dovette fare affidamento in primo luogo alla potenza della propria casata. Quella dei Lussemburgo era divenuta quasi inattaccabile. Ma ciononostante la politica paterna rappresentò una grave ipoteca per suo figlio Sigismondo, che, al di fuori della sfera d'influenza dei Lussemburgo, non disponeva di un potere sufficiente o di beni imperiali rilevanti.
 
=== La morte di Carlo IV ===
Il corpo di Carlo IV, dopo la sua morte, venne esposto per 11 giorni nel Castello di Praga. Le cerimonie per il funerale durarono quattro giorni, durante i quali i corpo venne trasportato attraverso la città di Praga, in un corteo di 7000 persone. Per due giorni ancora le spoglie mortali dell'imperatore furono accessibili alla cittadinanza, nel convento di S. Giacomo e nella Chiesa della Vergine Maria. I funerali vennero celebrati, alla presenza dell'intera corte, dall'arcivescovo di Praga assistito dal altri sette vescovi.
 
== Matrimoni e discendenza ==
Carlo si sposò quattro volte:
La sua prima moglie fu [[Bianca di Valois]], sorellastra di [[Filippo IV di Francia]] dalla quale ebbe tre figli:
* un figlio maschio nato nel 1334
* [[Margherita di Boemia (1335 - 1349)|Margherita]], moglie di [[Luigi I di Ungheria]] e
* [[Caterina di Boemia|Caterina]], che sposò prima [[Rodolfo IV d'Asburgo]], poi [[Ottone V di Baviera]];
In seconde nozze sposò Anna di Baviera, figlia del conte palatino [[Rodolfo II di Baviera]], dalla quale ebbe:
* Venceslao (1350-51)
Nel [[1353]] sposò poi [[Anna di Schweidnitz]], figlia del duca di Schweidnitz-Jauer [[Enrico II di Schweidnitz|Enrico II]], che gli diede tre figli:
* [[Venceslao di Lussemburgo|Venceslao]] successore di Carlo come imperatore e re di Boemia
* [[Elisabetta di Boemia (1358-1373)|Elisabetta]], che sposò [[Alberto III d'Asburgo]]
* un maschio (nato e morto l'11 luglio 1362)
Nel [[1363]], sposò [[Elisabetta di Pomerania]], figlia di [[Boghislao V di Pomerania]] e di [[Elisabetta di Polonia|Elisabetta]], figlia a sua volta di [[Casimiro III di Polonia]], dalla quale ebbe:
* [[Anna di Boemia (1366-1394)|Anna]], andata sposa a [[Riccardo II d'Inghilterra]],
* [[Sigismondo di Lussemburgo|Sigismondo]], imperatore, re di Boemia e Ungheria e margravio di Brandeburgo,
* [[Giovanni di Görlitz|Giovanni]], successivamente margravio di Moravia e duca di Görlitz, che sposò [[Riccarda Caterina di Meclemburgo|Riccarda Caterina di Svezia]]. La sua unica figlia ed erede fu Duchessa di Lussemburgo;
* [[Margherita di Boemia (1373-1410)|Margherita]], che andò sposa a [[Giovanni III di Norimberga|Giovanni III]], [[Burgraviato di Norimberga|burgravio di Norimberga]].
* Enrico (1377–78)
 
== Ascendenza ==
{| class="wikitable"
|-
|-
| rowspan="16" align="center"| ''Carlo IV di Lussemburgo''
| rowspan="8" align="center"| '''Padre:'''<br />[[Giovanni I di Boemia]]
| rowspan="4" align="center"| '''Nonno paterno:'''<br />[[Enrico VII di Lussemburgo]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno paterno:'''<br />[[Enrico VI di Lussemburgo]]
| align="center"| '''Trisnonno paterno:'''<br />[[Enrico V di Lussemburgo]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna paterna:'''<br />Marguerite di Bar
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonna paterna:'''<br />Beatrice d'Avesnes
| align="center"| '''Trisnonno paterno:'''<br />Baudoin d'Avesnes
|-
| align="center"| '''Trisnonna paterna:'''<br />Félicité de Coucy
|-
| rowspan="4" align="center"| '''Nonna paterna:'''<br />[[Margherita di Lussemburgo]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno paterno:'''<br />[[Giovanni I di Brabante]]
| align="center"| '''Trisnonno paterno:'''<br />[[Enrico III di Brabante]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna paterna:'''<br />Aleyde de Brabant
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonna paterna:'''<br />Marguerite di Dampierre
| align="center"| '''Trisnonno paterno:'''<br />[[Guido di Dampierre]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna paterna:'''<br />Matilda di Béthune
|-
| rowspan="8" align="center"| '''Madre:'''<br />[[Elisabetta di Boemia (1292-1330)|Eliška di Boemia]]
| rowspan="4" align="center"| '''Nonno materno:'''<br />[[Venceslao II di Boemia]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno materno:'''<br />[[Ottocaro II di Boemia]]
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br />[[Venceslao I di Boemia]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br />[[Cunegonda di Svevia]]
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonna materna:'''<br />[[Cunegonda di Slavonia]]
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br />[[Rostislav Mikhailovich]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br />[[Anna d'Ungheria]]
|-
| rowspan="4" align="center"| '''Nonna materna:'''<br />[[Guta d'Asburgo]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno materno:'''<br />[[Rodolfo I d'Asburgo]]
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br />[[Alberto IV il Saggio]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br />Heilwig di Kiburg
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonna materna:'''<br />Gertrude di Hohenburg
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br />Burchard III di Hohenberg
|-
| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br />Mechtild of Tübingen
|}
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
 
* Jiri Fajt (Hrsg.): ''Karl IV. Kaiser von Gottes Gnaden. Kunst und Repräsentation des Hauses Luxemburg. 1310–1437''. Monaco di Baviera - Berlino 2006, ISBN 978-3-422-06598-7.
* Eugen Hillenbrand: ''Karl IV.''. In: ''[[Verfasserlexikon]]''. 2. ed., vol. 4, pag. 995 ss.
* Jörg K. Hoensch: ''Die Luxemburger. Eine spätmittelalterliche Dynastie von gesamteuropäischer Bedeutung 1308-1437'', Stoccarda 2000, pagg. 105–192.
* Martin Kintzinger: ''Karl IV''. In: Bernd Schneidmüller/Stefan Weinfurter (Hrsg.): ''Die deutschen Herrscher des Mittelalters, Historische Porträts von Heinrich I. bis Maximilian I.'', Monaco 2003, pagg. 408–32 pag. 593 s.
* Hans Patze (Hrsg.): ''Kaiser Karl IV. 1316&nbsp;– 1378. Forschungen über Kaiser und Reich''. Gottinga 1978.
* Ferdinand Seibt: ''Karl IV. Ein Kaiser in Europa''. Francoforte 2003
* Ferdinand Seibt (ed.): ''Kaiser Karl IV. Staatsmann und Mäzen''. catalogo dell'omonima esposizione a Norimberga e Colonia 1978/79, München 1978.
* Heinz Stoob: ''Karl IV. und seine Zeit''. Graz 1990.
* Heinz Thomas: ''Deutsche Geschichte des Spätmittelalters''. Stoccarda 1983, in particolare pagg. 212 ss.
* Dietmar Lutz (ed.): ''Die Goldene Bulle von 1356''. Lubecca 2006.
* Massimo Dadà, ''Guida di Fosdinovo'', La Spezia, Giacché, 2010
* Cinzia Cremonini-Riccardo Musso (a cura di), ''I feudi imperiali in Italia tra XV e XVIII secolo'', Roma, Bulzoni, 2010
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Charles IV, Holy Roman Emperor}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{de}} [http://ri-regesten.adwmainz.de Onlineversion] dei [[Regesta Imperii]]
 
{{Box successione
|carica=[[Re di Boemia]]
|immagine = Bohemia Arms.svg
|periodo = [[1346]] – [[1378]]
|precedente = [[Giovanni I di Boemia|Giovanni]]
|successivo = [[Venceslao di Lussemburgo|Venceslao]]
}}
 
{{Box successione
|carica=[[Imperatori del Sacro Romano Impero|Imperatore del Sacro Romano Impero]]
|immagine = Armoiries Saint-Empire monocéphale.png
|periodo = [[1347]] – [[1378]]<br /><small>[[Re dei Romani]] fino all'incoronazione nel [[1355]]</small>
|precedente = [[Luigi IV del Sacro Romano Impero|Luigi IV (detto Lodovico il Bavaro)]]
|successivo = [[Venceslao di Lussemburgo|Venceslao]]<br /><small>Soltanto Re dei Romani</small>
}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie}}
 
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