Bitonto e Wikipedia:Pagine da cancellare/Conta/2019 gennaio 29: differenze tra le pagine

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{{Conteggio cancellazioni}}
{{Vaglio|/3|arg=geografia}}
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Start|13:32, 29 gen 2019 (CET)}}
{{Divisione amministrativa
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 1 |voce = Ioduri |turno = |tipo = consensuale |data = 2019 gennaio 29 |multipla = |argomenti = chimica |temperatura = 32 }}
|Nome=Bitonto
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 2 |voce = Mariolino da Caravaggio |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 gennaio 29 |multipla = |argomenti = arte |temperatura = 11 }}
|Panorama=Vista centro storico.JPG
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 3 |voce = Pometta |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 gennaio 29 |multipla = |argomenti = storia |temperatura = 10 }}
|Didascalia=
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 4 |voce = 33º Reggimento artiglieria "Acqui" |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 gennaio 29 |multipla = |argomenti = guerra |temperatura = 6 }}
|Bandiera=Bitonto-Gonfalone.png
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 5 |voce = Fondo Gallian |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 gennaio 29 |multipla = |argomenti = letteratura |temperatura = 4 }}
|Voce bandiera=
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 6 |voce = Franco Pierandrei |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 gennaio 29 |multipla = |argomenti = istruzione |temperatura = 3 }}
|Stemma=Bitonto-Stemma.png
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Stop}}
|Voce stemma=
|Stato=ITA
|Grado amministrativo=3
|Divisione amm grado 1=Puglia
|Divisione amm grado 2=Bari
|Amministratore locale= Michele Abbaticchio <small></small> <!--nome, cognome SENZA titoli-->
|Partito= [[Sinistra Ecologia Libertà|SEL]] - [[Italia dei Valori|IdV]] - Liste civiche
|Data elezione=21/05/2012<!--DATA DI ELEZIONE, usare il formato GG/MM/AAAA-->
|Data istituzione=
|Latitudine gradi=41
|Latitudine minuti=6
|Latitudine secondi=30
|Latitudine NS=N
|Longitudine gradi=16
|Longitudine minuti=41
|Longitudine secondi=30
|Longitudine EW=E
|Altitudine=118
|Superficie=172.82
|Note superficie=
|Abitanti=56518
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bil2010/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 marzo 2011.
|Aggiornamento abitanti=31-03-2011
|Sottodivisioni=[[Mariotto (Bitonto)|Mariotto]], [[Palombaio]]
|Divisioni confinanti=[[Altamura]], [[Bari]], [[Binetto]], [[Bitetto]], [[Giovinazzo]], [[Modugno]], [[Palo del Colle]], [[Ruvo di Puglia]], [[Terlizzi]], [[Toritto]]
|Codice postale=70032
|Prefisso=[[080 (prefisso)|080]]
|Fuso orario=+1
|Codice statistico=072011
|Codice catastale=A893
|Targa=BA
|Zona sismica=3
|Gradi giorno=
|Diffusività=
|Nome abitanti=bitontini
|Patrono=[[Immacolata Concezione]]<br />[[San Gaetano Thiene]] (compatrono)<br />[[Sant'Andrea Avellino]] (compatrono)
|Festivo=[[26 maggio]]
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa= Map of comune of Bitonto (province of Bari, region Apulia, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Bitonto all'interno della provincia di Bari
|Sito=http://www.comune.bitonto.ba.it
}}
 
'''Bitonto''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|[bitónːto]}}<ref>{{cita web|url=http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=79658&r=9032|titolo=Dizionario Rai|accesso=12 giugno 2012}}</ref>, ''Vetònde'' in [[dialetto bitontino]].) è un [[Comuni d'Italia|comune italiano]] di [[Comuni italiani per popolazione#Comuni italiani con più di 50.000 abitanti|56.518 abitanti]]<ref>[http://demo.istat.it/bilmens2011gen/index.html Dato Istat al 31/03/2011]</ref> della [[provincia di Bari]] in [[Puglia]].
 
Bitonto è conosciuta come ''città degli [[Olea europaea|ulivi]]''<ref>{{cita|De Napoli|titolo dell'opera.|De Napoli, 2003}}</ref> per gli estesi [[oliveti]] che la circondano e la [[produzione olearia]], rinomata già nel [[XIII secolo]] e perfezionata nel corso del [[XX secolo]], che costituisce ancora oggi la più importante risorsa economica della [[Città d'Italia#Puglia|città]]. Bitonto inoltre ha dato il nome al [[cultivar]] locale, [[cima di Bitonto]].
 
Il [[26 maggio]] [[1734]] la [[Città d'Italia#Puglia|città]] fu teatro della [[battaglia di Bitonto|storica battaglia]], combattuta tra gli [[austriaci]] e i [[Borbone di Napoli|Borbone]], che portò alla nascita del [[regno di Napoli]] come Stato indipendente.
 
Il centro storico presenta numerose chiese, tra le quali la [[Cattedrale di Bitonto|concattedrale]] in stile [[romanico pugliese]], e pregevoli esempi di [[architettura rinascimentale]], come i palazzi [[Palazzo Sylos-Vulpano|Sylos-Vulpano]] e [[Palazzo Sylos-Calò|Sylos-Calò]]. Sede della [[Galleria Nazionale della Puglia|prima galleria nazionale di Puglia]]<ref>{{cita web|autore=|url=http://www.gallerianazionalepuglia.beniculturali.it/index.php?it/1/home|titolo=Galleria nazionale di Puglia|accesso=16-05-2012}}</ref> e, a breve, del museo diocesano più grande del [[Mezzogiorno]] d'Italia, è ''città d'arte''<ref>{{cita web|url=http://www.regione.puglia.it/index.php?page=burp&opz=getfile&file=9.htm&anno=xxxvii&num=18|titolo=Bol. n. 18 del 9-02-2006|accesso=17-5-2012}}</ref>.
 
==Geografia fisica==
 
===Territorio===
{{Vedi anche|Geografia della Puglia}}
Il territorio comunale di Bitonto si estende per oltre 170&nbsp;km², dall'alta [[Murgia]] fino a 2&nbsp;km dal [[mare Adriatico]]. Fino al [[1928]] il comune aveva anche uno sbocco sul [[mare Adriatico]], in quanto amministrava la frazione di [[Santo Spirito-Catino-San Pio (Quartiere di Bari)|Santo Spirito]], oggi [[quartiere]] di Bari. È il comune della provincia con più comuni confinanti, ben dieci: da nord e in senso orario Bitonto confina con i comuni di [[Giovinazzo]], [[Bari]], [[Modugno]], [[Bitetto]], [[Palo del Colle]], [[Binetto]], [[Toritto]], [[Altamura]], [[Ruvo di Puglia]] e [[Terlizzi]].
 
Il centro abitato si trova sul primo gradino dell'[[altopiano della Murgia]] a 118&nbsp;m s.l.m.<ref name="CI">{{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/072/011/clima.html|titolo=Comuni Italiani|accesso=05-07-2011}}</ref> mentre a 102&nbsp;m s.l.m. raggiunge il suo punto più basso. Il territorio comunale ha un'altezza minima pari a 39&nbsp;m s.l.m. riscontrabili nella parte settentrionale, quella più vicina al mare, mentre nella parte meridionale è decisamente collinare e raggiunge una altezza massima di 491&nbsp;m s.l.m.<ref name="CI"/> che determina così una escursione altimetrica di 454&nbsp;m.
 
Il territorio comunale include il [[parco nazionale dell'Alta Murgia]] e la [[Parco naturale regionale Lama Balice|Lama Balice]], sito naturalistico e paesaggistico recentemente istituito come parco regionale, collocato ai margini del centro storico della città. Il terreno su cui insiste il territorio di Bitonto è caratterizzato dalla presenza del [[calcare di Bari]] e della [[dolomia]] bitontina,<ref>{{cita|Gelao|p. 197.|Gelao, 2004}}</ref> i cui estesi giacimenti ne hanno fatto il materiale utilizzato per la costruzione della stragrande maggioranza delle strutture e monumenti locali.
 
* [[Classificazione sismica]]: zona 3 (sismicità bassa). [[Ordinanza ministeriale]] n. 3274/03, aggiornata al 16/01/2006 con le comunicazioni delle regioni.
 
===Clima===
Il clima del territorio comunale è, come per il resto della regione, tipicamente [[Clima mediterraneo|mediterraneo]], con inverni freschi, spesso sferzati da freddi venti balcanici, ed estati calde, a volte anche torride per azione di caldi venti sciroccali. Le temperature medie in inverno registrano eccezionalmente valori negativi. Nel mese di dicembre del 2007 è stata registrata una temperatura minima di -2,7 °C<ref>{{cita web|url=http://www.ilmeteo.it/portale/archivio-meteo/Bitonto/2007/Dicembre/16|mod=clima|titolo=Ilmeteo.it|accesso=16-09-2008}}</ref> mentre nel mese di giugno dello stesso anno si è registrata una temperatura massima di 45,5 °C.<ref>{{cita web|url=http://www.ilmeteo.it/portale/archivio-meteo/Bitonto/2007/Giugno/25|mod=clima|titolo=Ilmeteo.it|accesso=16-09-2008}}</ref>
 
La tabella sottostante mostra i dati dei valori medi registrabili nel comune di Bitonto.<ref>Dati climatici reperibili su {{cita web|url=http://www.biopuglia.iamb.it/agroecologia/web2658.htm|mod=clima|titolo=Biopuglia|accesso=04-09-2008}}</ref>
 
{{ClimaAnnuale
| nome = Bitonto
<!-- Temperature massime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmax01 = 10.5
| tempmax02 = 11.4
| tempmax03 = 13.6
| tempmax04 = 17.4
| tempmax05 = 22.2
| tempmax06 = 26.5
| tempmax07 = 29.1
| tempmax08 = 29.3
| tempmax09 = 25.4
| tempmax10 = 20.2
| tempmax11 = 15.7
| tempmax12 = 12.1
<!-- Temperature minime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmin01 = 4.2
| tempmin02 = 4.3
| tempmin03 = 6.0
| tempmin04 = 8.5
| tempmin05 = 12.3
| tempmin06 = 16.2
| tempmin07 = 18.8
| tempmin08 = 19.0
| tempmin09 = 16.2
| tempmin10 = 12.4
| tempmin11 = 8.6
| tempmin12 = 5.8
<!-- Piovosità totali mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in mm), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| pioggia01 = 52
| pioggia02 = 58
| pioggia03 = 46
| pioggia04 = 43
| pioggia05 = 39
| pioggia06 = 30
| pioggia07 = 22
| pioggia08 = 26
| pioggia09 = 49
| pioggia10 = 61
| pioggia11 = 62
| pioggia12 = 60
<!-- Umidità percentuali medie mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in %), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| umido01 = 78.4
| umido02 = 77.1
| umido03 = 75.1
| umido04 = 72.0
| umido05 = 69.1
| umido06 = 65.2
| umido07 = 61.6
| umido08 = 63.6
| umido09 = 70.7
| umido10 = 77.3
| umido11 = 79.3
| umido12 = 79.4
 
}}
 
La maggiore [[piovosità]] si registra durante l'autunno e l'inverno, mentre i mesi estivi sono più secchi, talvolta con piogge del tutto assenti.
 
*[[Classificazione climatica]] di Bitonto:<ref>{{cita web|url=http://www.confedilizia.it/clima-PUGLIA.htm|titolo=Confedilizia - Clima Puglia|accesso=31-07-2008}}</ref>
**[[Zona climatica]] C;
**[[Gradi giorno]] 1350.
 
==Storia==
{{Nota
|titolo=Le origini del nome
|contenuto=Il nome della città è sicuramente di origine prelatina, basta confrontarlo con "Butua" presente in area [[balcani]]ca e "Bohotros" in area [[illiri]]ca.
 
La probabile ma non certa origine del toponimo ''Botuntum'', da "bonum totum", allude forse alla prosperità del luogo, in ambito agricolo.<ref>{{cita|Moretti, Robles|p. 346|Moretti, Robles, 2003}}.</ref>
Altri studi affermano che il significato di Butuntum o Botuntum, sarebbe invece: ''città sotto la quale scorre acqua''<ref name=bot>Città dove sotto scorre l'acqua; gente di Botone. Vedi {{cita web|url=http://www.ilportaledelsud.org/bitonto.htm|titolo= Il portale del sud - Bitonto|accesso=07-02-2008}}</ref> (dal greco "Bot" o "But": profondità dove scorre o stagna acqua e “ntum”, suffisso che indica città al pari di Tarentum, Metapontum e Sipontum).
 
L'ipotesi più accreditata vede invece l'origine del nome dal re [[Botone]]: la parola greca ''Bytontinon'' potrebbe infatti significare "gente di Botone".<ref name=bot/>}}
</div>
{{Vedi anche|Storia di Bitonto}}
 
===Origini===
Secondo la tradizione, Bitonto sarebbe stata fondata dal re [[illiri]]co Botone, dal quale deriverebbe il nome.<ref>{{cita|Moretti, Robles|p. 347|Moretti, Robles, 2003}}.</ref>
La presenza umana nel territorio, risale all'epoca [[Neolitico|neolitica]], testimoniata da insediamenti in grotte e da ''[[menhir]]''.<ref>{{cita|Touring club italiano|p. 14|Touring club italiano, 1978}}.</ref> Una necropoli dell'[[età del ferro]] era situata presso un'ansa del torrente Tiflis, nella [[lama (corso d'acqua)|lama]]. Ciò fa presumere che la città fosse sede di una grande comunità che attirava la popolazione sparsa nelle campagne.<ref>{{cita|Riccardi, Depalo|p. 45|Riccardi, Depalo, 2003}}.</ref>
 
La città fu un importante centro [[Peucezi|peuceta]],<ref name=Isceri>{{cita|Isceri}}</ref>, e dal VI secolo subì l'influenza delle [[magna Grecia|città magnogreche]], in particolar modo di Taranto.<ref name="Isceri"/> Dal [[III secolo a.C.]], quando la lega peuceta si sciolse, si dotò di una zecca,<ref name="Isceri"/> come dimostrano le stesse monete, rinvenute nel centro storico, che riportano l'immagine di una civetta con un ramo di olivo, altre una [[conchiglia]], altre un [[granchio]], altre ancora la testa di [[Atena]]. Il retro di queste monete riporta la legenda in [[Alfabeto greco|caratteri greci]] "<small>BYTON TINON</small>" accompagnata in alcune dall'effigie dell'eroe tarantino [[Falanto]], in altre da una spiga di grano, in altre ancora da un fulmine.<ref name="Riccardi p. 35-36">{{cita|Riccardi, Depalo|p. 35-36|Riccardi, Depalo, 2003}}.</ref> Un'altra necropoli, risalente al [[IV secolo a.C.|IV]]-III secolo a.C., è stata inoltre rinvenuta nell'attuale centro urbano.
 
===Periodo romano===
[[File:Schizzotavpeut.PNG|thumb|400px|Schizzo della Tavola Peutingeriana nei pressi di Bitonto]]
In epoca [[Roma antica|romana]] fu [[Municipio (storia romana)|municipio]],<ref name="Riccardi p. 35-36"/> mantenendo comunque il culto riservato alla dea [[Minerva]], che veniva considerata dea protettrice non solo di Bitonto, ma di molte altre città [[apuli|apule]] e italiche. A lei veniva attribuito il dono dell'ulivo alla città.
Un tempio a lei dedicato doveva collocarsi su uno sperone che domina il Tiflis, tra le attuali chiese di San Pietro in Vincoli e San Francesco la Scarpa. La presenza del tempio in quel periodo è confermata da una lastra di pietra cubica di epoca romana, riusata nelle mura della sacrestia dell'attuale chiesa.<ref>{{cita|Custode|p. 209|Custode, 1999}}.</ref>
 
La città era attraversata dalla [[via Traiana]] nel punto in cui il tracciato di quest'ultima si ramificava in due: la ''mulis vectabilis via per Peucetios'' citata da [[Strabone]], che passava per ''[[Ceglie del Campo|Celiae]]'', ''[[Rutigliano|Azetium]]'' e ''[[Conversano|Norba]]'' e la ''via Minucia Traiana'', che passava per Barium. Le due vie, poi, si ricongiungevano ad [[Egnazia]].<ref>{{cita|Riccardi, Depalo|p. 43|Riccardi, Depalo, 2003}}.</ref> Fu [[Mansio|stazione di sosta]] menzionata nell'[[Itinerarium burdigalense]],<ref>''Itinerarium a Burdigala Jerusalem usque et ab Heraclea per Aulonam et per urbem Romam Mediolanum usque'' (datato al [[333]]) pubblicato in ''[[Corpus Christianorum]]. Series latina, CLXXV, Itineraria et alia geographica'', Turholti 1965, pp. 1-26.</ref> nell'[[Itinerario antonino]],<ref>La città è citata nell'Itinerario Antonino 117,1.</ref> nella [[cosmografia ravennate]]<ref>Anonima Ravennate, Cosmographia, 4.</ref> <!-- nella [[Tavola teodosiana]] --> e nella [[Tavola Peutingeriana]].<ref>La città è presente nella ''Tabula Peutingeriana'' (segm. VI) sotto il nome di Butuntos.</ref> Fu inoltre citata da [[Marco Valerio Marziale]],<ref>"''Haec praesta mihi, Rufe, vel Butuntis''" (Marziale, II,48) e "''Haec tam rustica malo quam Butuntos''" (Marziale, IV,55).</ref> da [[Sesto Giulio Frontino]]<ref>{{cita web|url=http://www.culturaservizi.it/vrd/files/ZG1973_incontro_bitontino_Callisto%20II_Suger%20De%20Saint-Denis%20(I%20parte).pdf|accesso=04-09-2008|titolo= L'incontro bitontino tra Papa Callisto II e Suger De Saint-Denis con alcune considerazioni sul romanico pugliese}}</ref> e da [[Gaio Plinio Secondo|Plinio il Vecchio]]. Quest'ultimo fa riferimento solo al nome degli abitanti.<ref>"''Inter mediterraneos calabrorum...Butuntinenses''" ([[Naturalis historia]] III,105).</ref>
 
===Medioevo===
[[File:Grifobitonto.JPG|thumb|right|250px|Grifone a mosaico rinvenuto nella chiesa precedente all'attuale concattedrale.]]
Dopo la dissoluzione dell'Impero Romano d'Occidente, il dominio di Odoacre e il regno gotico, gran parte della [[Puglia]], inclusa Bitonto, fu riconquistata dall'impero Romano d'Oriente nell'ambito della "restitutio" giustinianea e si trovò coinvolta in una fase di lotte. La Puglia, come le altre regioni costiere italiane, infatti, era minacciata dalle scorrerie dei pirati saraceni. Al [[V secolo|V]]-[[VI secolo]] risalgono i resti di una chiesa rinvenuti negli scavi sotto l'attuale concattedrale.<ref>{{cita|Custode|p. 197|Custode, 1999}}.</ref>
 
Successivamente, Bitonto fu nodo strategico nel sistema viario pugliese, centro [[gastaldato|gastaldale]] e roccaforte del [[Thema di Longobardia]].<ref>{{cita|Castellano, Muschitiello|pp. 260-61|Castellano, Muschitiello, 1994}}.</ref>
Nel [[975]] il [[catapano]] [[Impero Bizantino|bizantino]] Zaccaria saccheggiò la città<ref>{{cita|Touring club italiano|p. 157|Touring club italiano, 1978}}.</ref> dopo aver sconfitto i [[Saraceni]] ed ucciso il loro capo, Ismaele;<ref>{{cita|De Blasiis|p. 33|De Blasiis, 1864}}.</ref> nel [[1010]] la città fu teatro della rivolta di [[Melo di Bari]] contro gli stessi bizantini.<ref>{{cita|De Blasiis|p. 55|De Blasiis, 1864}}.</ref> [[Basilio Argiro il Mesardonite|Mesardonite]] fu mandato in Puglia per arginare la rivoluzione. Morì a Bitonto nel [[1017]].<ref>{{cita|CPASP|pp. 127-30|CPASP, 1901}}.</ref>
Superate le lotte contro i saraceni, la città si dotò di mura.<ref>{{cita|Custode|Custode, 1999|p. 201 }}</ref>
 
Al Principato Longobardo subentrarono i [[normanni]] di [[Ruggero II]] e [[Guglielmo I di Sicilia|Guglielmo il Malo]] e [[Guglielmo II di Sicilia|II]], sotto il cui dominio, nell'[[XI secolo]], Bitonto visse un periodo di rinascita dal punto di vista civile e culturale.<ref>{{cita web|url=http://www.mondimedievali.net/Edifici/Puglia/Bitonto.htm|accesso=04-09-2008|titolo= Mondi Medievali}}</ref> Tale rinascita ha avuto come protagonista il bitontino Maggiore che, a seguito della distruzione di Bari da parte di Guglielmo il Malo, assunse la suprema carica di regio giustiziere. Grazie a lui e con l'aiuto dei Benedettini, che nel frattempo si erano stabilizzati in città,<ref name="emeroteca.provincia.brindisi.it">{{cita web|url=http://emeroteca.provincia.brindisi.it/Japigia/1939/Articoli/fascicolo%204/La%20Badia%20di%20S%20Leone%20di%20Bitonto.pdf|titolo= La Badia di San Leone|accesso=31-01-2008}}</ref> prese il via la costruzione della nuova cattedrale che richiama la vicina basilica di San Nicola a Bari. Al [[1089]] risale la prima notizia certa dell'esistenza del vescovado bitontino.<ref>Il vescovo Arnolfo è citato come partecipante alla cerimonia della traslazione delle reliquie di [[san Nicola di Bari]] nel [[1089]].</ref> I Benedettini si stanziarono fuori le mura della città, costruirono un'[[abbazia]] dedicata a [[Papa Leone I|San Leone]] e diedero un forte impulso all'economia cittadina, grazie anche alle nuove tecniche [[agricoltura|agricole]] e alla bonifica di nuove terre.
 
Fu proprio in epoca normanna che Bitonto si accinse alla costruzione della cattedrale. Inoltre sotto i normanni e gli angioini la città si rivestì di nuove mura.
 
La tradizionale "fiera di San Leone", che si svolge il [[6 aprile]] per commemorare il [[Papa Leone I|Santo]], si originò probabilmente proprio nell'[[XI secolo]].<ref name="emeroteca.provincia.brindisi.it"/> Già celebre nel [[XIV secolo]] come fiera di animali, venne citata nel ''[[Decamerone]]'' di [[Giovanni Boccaccio]]:<ref>{{cita web|url=http://it.wikisource.org/wiki/Decameron/9a_giornata/Novella_Decima|titolo=Decameron/9a giornata/Novella Decima - Wikisource|accesso=30-06-2008}}</ref>
{{quote|Non avendo adunque più modo a dover fare della giovane cavalla, per le parole che dette avea compar Pietro, ella dolente e malinconosa si rivestì, e compar Pietro con uno asino, come usato era, attese a fare il suo mestiere antico, e con donno Gianni insieme n'andò alla fiera di Bitonto, né mai più di tal servigio il richiese.|[[Giovanni Boccaccio]], ''[[Decamerone]]'', Novella X Giornata IX.}}
 
Un documento del [[1098]] attesta come in tale data Guglielmo d'Altavilla si proclacmò ''dominator civitatis Botonti''.<ref>{{cita web|autore=Stefania Mola|url=http://www.mondimedievali.net/Edifici/Puglia/Bitonto.htm|titolo=Bitonto: la Cattedrale|accesso=31-01-2008}}</ref> instaurando una sorta di contea feudale.
 
Con [[Federico II del Sacro Romano Impero|Federico II]] fu ''civitas specialis'' e rimase sempre nell'ambito del regio demanio, ossia alle dirette dipendenze della corona,<ref>{{cita|Moretti|pp 265, 298|Moretti, 1989}}.</ref> escludendo il periodo feudale che va dal [[1412]] al [[1551]].
Il [[29 settembre]] [[1227]] inoltre, Bitonto fu teatro della scomunica, da parte di [[papa Gregorio IX]], di Federico II accusato di essere sceso a patti con il [[sultano]] [[al-Malik al-Kamil]].
 
Sin dal [[XII secolo]] erano frequenti i rapporti commerciali con [[Venezia]], che valutava l'[[olio d'oliva]] bitontino più di ogni altro nella penisola italica: l'olio locale veniva venduto a 3 ducati per 1000 libbre a differenza di un solo ducato per tutti gli altri in Italia. Già nel [[XIII secolo|Duecento]] iniziarono le dispute di confine con [[Bari]] per il possesso del porto di [[Santo Spirito-Catino-San Pio (Quartiere di Bari)|Santo Spirito]], attraverso il quale si svolgevano i traffici marittimi. Nel [[1265]] il confine tra le due città venne fissato all'''Arenarum'', tra [[Palese-Macchie (Quartiere di Bari)|Palese]] e Santo Spirito, ma il conflitto continuò ancora nei secoli successivi.<ref>{{cita|Vantaggiato|p. 48|Vantaggiato, 2001}}</ref>.
Agli Svevi subentrarono gli Angioini: [[Carlo I d'Angiò]] contribuì a formare in città una nuova nobiltà, composta soprattutto dai Rogadeo, Bove, Planelli e Labini, dedita ai traffici ed al commercio. Tra i principali esponenti di quel tempo ci furono Sergio Bove, Regio secreto e Giacomo Rogadeo, portulano d'Adriatico, entrambi originari di [[Ravello]], sulla costa Amalfitana.
Nel [[XIV secolo]] Bitonto fu tra le città più popolose della [[Terra di Bari (geografia)|Terra di Bari]], seconda solo a [[Barletta]].
[[File:Butuntum.jpg|thumb|left|250px|Antica litografia della città di Bitonto]]
Nel 1412 fu possesso [[feudalesimo|feudale]] di Giacomo Caldora, duca di Bari. Il maggior esponente dei Caldora, Jacopo, fu gran capitano dei soldati di ventura e prese possesso della città nel [[1433]]. Nel 1441 ebbe in feudo la città Giovanni da [[Ventimiglia (famiglia)|Ventimiglia]], comandante generale delle armi regie di [[Alfonso I d'Aragona]]. Passò successivamente agli [[Orsini (famiglia)|Orsini]], il cui maggior esponente, Giovanni Antonio, concesse capitoli all'Università di Bitonto. Il feudo passò quindi agli [[Acquaviva (famiglia)|Acquaviva d'Aragona]] e, con l'ascesa al potere degli Spagnoli nel Mezzogiorno, il Re [[Carlo V di Spagna]] dona in feudo Bitonto al Gran Capitano spagnolo [[Consalvo di Cordova]], conquistatore, del Regno di Napoli.
 
===Età moderna===
 
Il [[27 maggio]] [[1551]] la città riacquistò la propria autonomia e la regia demanialità, versando al duca di Sessa e alla corona spagnola una somma di 86&nbsp;000 ducati (66&nbsp;000 per la città di Bitonto e 20&nbsp;000 per il porto di Santo Spirito). Gli statuti cittadini furono redatti nel [[1565]].<ref>{{cita|Gelao|p. 195.|Gelao, 2004}}</ref> La disputa di confine con Bari per il possesso di Santo Spirito, iniziata nel XIII secolo, riprese vigore in quegli anni: nel [[1527]] [[Bona Sforza]], duchessa di Bari, aveva dichiarato "zona promiscua" il territorio tra [[Modugno]] e il mare.<ref>{{cita web|url=http://www.palesemacchie.it/index.php?option=com_content&task=view&id=22&Itemid=38|titolo=Cinquecento - Il Ducato Sforzesco a Bari e la famiglia Capitaneo |accesso=31-01-2008}}</ref> Il conflitto riprese in seguito tra l'"università" di Bitonto e quella di [[Bari]]: il consiglio di [[Napoli]] nel [[1584]] fissò nuovamente i medesimi confini del [[1265]].<ref>{{cita web|url=http://www.palesemacchie.it/index.php?option=com_content&task=view&id=31&Itemid=50|titolo=Cinquecento - I confini tra l'Università di Bari e Bitonto: il Titolo|accesso=31-01-2008}}</ref>
[[File:Obeliscocarolino.JPG|200px|thumb|right|L'obelisco Carolino, eretto in seguito alla battaglia di Bitonto]]
Nel [[XVII secolo|Seicento]] fu la seconda città di Puglia dopo [[Lecce]]<ref>{{cita web|url=http://www.gallerianazionalepuglia.beniculturali.it/index.php?it/30/bitonto-citt-darte|titolo=Bitonto città d'arte|accesso=31-01-2008}}</ref> e visse una fioritura culturale, con la bottega di pittura di [[Carlo Rosa (pittore)|Carlo Rosa]], l'"Accademia degli Infiammati", il musicista [[Tommaso Traetta]], il matematico [[Vitale Giordano]] e [[Nicola Bonifacio Logroscino]], attore dell'[[opera buffa]].
 
Nel [[1647]] vi furono moti insurrezionali del popolo contro la nobiltà frenati solo dal conte di Conversano.<ref>{{cita|Piacente|pp. 334-36.|Piacente, 1861}}</ref> Il [[26 maggio]] [[1734]], durante la [[guerra di successione polacca]], nel campo di San Leone l'esercito [[Spagna|spagnolo]] di [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]] vi sconfisse gli [[Impero Austro-Ungarico|Austriaci]] nella [[battaglia di Bitonto]], assicurando ai [[Borboni]] il possesso del [[Regno di Napoli]]. Per celebrare l'avvenimento fu innalzato un obelisco noto come Obelisco Carolino.
 
===Età contemporanea===
Durante il [[Risorgimento]] il bitontino [[Giovanni Vincenzo Rogadeo]] fu nominato da [[Giuseppe Garibaldi]] primo governatore della Puglia e in seguito divenne [[Senato del Regno d'Italia|senatore del Regno]]. Come sindaco della città, tra il [[1870]] e il [[1875]], promosse un "consorzio per oli tipici", un "gabinetto di lettura"<ref>{{cita|Milillo|p.229|Milillo, 1997}}.</ref> e una "scuola serale di disegno",<ref>{{cita|Milillo|p.401|Milillo, 1997}}.</ref> oltre a occuparsi della viabilità e degli accessi ferroviari.
 
Nel [[1893]] avvenne l'uccisione di un delegato della finanza; nella vita politica cittadina si sviluppò il movimento [[Socialismo|socialista]]. In seguito ebbero rilevanza le figure del cattolico Giovanni Ancona Martucci e del vescovo Pasquale Berardi e ancora di [[Giovanni Modugno]], aderente alla corrente politica di [[Gaetano Salvemini]], tra il [[1911]] e il [[1919]].
 
Il [[28 ottobre]] [[1928]] con [[r.d.]] la frazione di Santo Spirito, unico accesso alla costa e oggetto di dispute di confine tra le due città sin dal XIII secolo, passò, insieme a parte del territorio circostante per un totale di circa 16&nbsp;km², al comune di Bari, per opera del podestà fascista di Bari (1926-1928), Araldo di Crollalanza (successivamente anche ministro dei lavori pubblici).
 
Il [[26 febbraio]] [[1984]] la città fu visitata da [[papa Giovanni Paolo II]].<ref>In ricordo di quest'ultimo evento sulla porta Baresana è stata apposta una targa in marmo che riporta una frase da lui pronunciata: «''Ecco la consegna che vi lascio uomini e donne di questa nobile terra che da sempre ha nell'ulivo il suo simbolo prestigioso ed il suo impegnativo programma; fatevi paladini della casa della solidarietà e della pace; offrite a tutti la testimonianza di una comunità che sa collaborare in spirito di costruttiva e lungimirante concordia; operate con fiducia per lo sviluppo pieno della vostra terra''».</ref>
 
[[File:Bitonto-Gonfalone.png|thumb|150px|Gonfalone del comune di Bitonto]]
 
===Simboli===
[[File:Stemmabitonto.jpg|thumb|left|200px|Stemma del comune di Bitonto]]
Lo stemma di Bitonto, riconosciuto con [[decreto ministeriale]] del [[25 giugno]] [[1965]]<ref>{{cita web|url=http://www.comune.bitonto.ba.it/atti/regolamenti/statuto_comunale.pdf|titolo=Statuto comunale, art.4, comma 1|accesso=23-10-2009}}</ref> e descritto nello [[statuto comunale]]<ref>{{cita web|url=http://www.comune.bitonto.ba.it/atti/regolamenti/statuto_comunale.pdf|titolo=Statuto comunale, art.4, comma 3|accesso=26-07-2008}}</ref>, raffigura in campo bianco un [[Olivo (araldica)|ulivo]] [[Terrazzato#terrazzato|terrazzato di verde]], simbolo di pace ed elemento distintivo del territorio bitontino.
 
All'ulivo sono [[affrontato|affrontati]] due [[Leone (araldica)|leoni]], che vogliono richiamare la forza del potere esecutivo della città, tenuta dai nobili e popolari. Sui rami dell'albero, cinque [[storno|storni]] appollaiati, rappresentanti i cinque casati che ebbero in feudo la città<ref>In base allo statuto comunale essi sono Caldora, Ventimiglia, Orsini, Acquaviva e Casa di Cordova.</ref>, beccano un'oliva ciascuno.
 
Lo scudo è sormontato da una corona marchesale e presenta alla base un ramo di ulivo e uno di [[leccio]], annodati con un nastro rosso. Il nastro bianco sottostante riporta, in caratteri argentei, il motto in latino: ''Ad pacem promptum designat oliva Botontum''.
 
Lo stemma ha una rilevanza storica in quanto, a seguito del riscatto dal giogo feudale, avvenuto nel 1551, assume l'aspetto definitivo. Il simbolo principale della città prima di quest'evento era costituito dal solo albero di ulivo. Esso infatti rappresenta il motivo ornamentale di molti edifici sparsi nel centro storico.
 
Proprio per ricordare questo evento, il comune di Bitonto ha istituito la "Giornata del Gonfalone" in cui si premia la personalità che mantiene più alto il nome della città. Tre i premiati dalla prima edizione del riconoscimento (2009): Pasquale Schiraldi, Vito Domenico Gala e Francesco Stellacci, giovani ed illustri ricercatori e cattedratici di origine bitontina.
 
==Monumenti e luoghi d'interesse==
{{immagine grande|Panbitonto.png|700px|<center>Panoramica di piazza Cattedrale, nel centro storico di Bitonto.</center>}}
===Architetture religiose===
====Chiese====
[[File:Bitonto Cattedrale4.jpg|200px|thumb|right|La [[cattedrale di Bitonto|concattedrale]].]]
[[File:Sflsbitonto.jpg|thumb|200px|La chiesa di San Francesco la Scarpa nel centro storico]]
[[File:Sangaetanobitonto.JPG|200px|thumb|right|La facciata della chiesa di San Gaetano]]
[[File:Chiesapurgatorio.JPG|right|thumb|200px|Le decorazioni del portale della chiesa del Purgatorio]]
[[File:Sandomenicobit.JPG|right|thumb|200px|Particolare della ''cappella dei Misteri'', nella chiesa di San Domenico]]
[[File:Pontetiflis.JPG|200px|thumb|La chiesa di Santa Teresa ripresa da porta Pendile]]
[[File:Santimedici2.JPG|thumb|200px|Facciata della basilica durante l'uscita dei Santi Medici.]]
 
;[[concattedrale di Bitonto|Duomo]]
:Dedicato a [[San Valentino]], è stato innalzato tra l'[[XI secolo|XI]] e il [[XII secolo]]<ref name="mondimedievali.net">{{cita web|url=http://www.mondimedievali.net/Artemedievale/pavimenti/bitonto.htm|titolo=Mondi medievali - Cattedrale di Bitonto|accesso=14-11-2008}}</ref> in stile [[romanico pugliese]]. La [[facciata]] è tripartita da [[Lesena|lesene]] per tutta l'altezza ed è dotata di tre [[Portale (architettura)|portali]]. La ricca decorazione scultorea del portale centrale, delle quattro [[Bifora|bifore]] del registro superiore e del [[rosone]] a sedici raggi riprende scene del [[Nuovo Testamento]] e motivi zoomorfi. Lungo il fianco destro, caratterizzato da un [[esafora]]to e profondi arconi, si apre la Porta della Scomunica, così detta perché nel [[1227]] [[papa Gregorio IX]] vi scomunicò [[Federico II del Sacro Romano Impero|Federico II]].<ref>{{cita web|url=http://www.terredelmediterraneo.org/itinerari/bitonto.htm|titolo=Bitonto e le masserie di lama Balice|accesso=31-01-2008}}</ref> L'interno, con pianta a [[croce latina]], è diviso in tre [[Navata|navate]] absidate. Notevoli il soffitto a capriate lignee con decorazione policroma e l'[[ambone]] federiciano, decorato con paste vitree secondo [[arte islamica|modelli islamici]] e recante i bassorilievi degli [[Hohenstaufen|imperatori svevi]]. La cripta conserva i resti di una chiesa precedente (databili a partire dal [[V secolo]])<ref>{{cita|Minenna|p. 197|Minenna, 2000}}.</ref>, tra i quali un brandello di [[mosaico]] raffigurante un [[Grifone (mitologia)|grifone]], risalente all'[[XI secolo]]. Nella cattedrale sono conservati i simulacri di [[Madonna Addolorata|Maria Santissima Addolorata]] e di [[Immacolata concezione|Maria Santissima Immacolata]] patrona della città.
 
;[[Chiesa di San Francesco d'Assisi (Bitonto)|Chiesa di San Francesco d'Assisi]]
:La chiesa di San Francesco d'Assisi, detta della Scarpa, fu costruita nel punto più alto di Bitonto sulle rovine del tempio romano di [[Minerva]], nel [[1283]]. Secondo la tradizione fu costruita a testimonianza della visita, nel [[1222]], di [[san Francesco d'Assisi]] con il suo confratello Luca da Bitonto.<ref>{{cita web|url=http://www.ripostiglio.net/Joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=47|titolo= Chiesa di San Francesco d'Assisi|accesso=14-11-2008}}</ref> Sino al [[XIX secolo]] l'edificio fu affidato ai frati francescani, che nei pressi vi costruirono un convento e un seminario. La chiesa venne chiusa al culto nel 1970. La facciata, in stile tardo romanico, si caratterizza per un portale con [[arco a sesto acuto]] e sormontato da un [[archivolto]] con decorazioni floreali e di buoi, in omaggio alla famiglia Bove che promosse l'edificazione della chiesa, e per un'ampia trifora sorretta da colonnine, pure racchiusa in un arco a sesto acuto. Sono affiancati alla facciata il cappellone [[XVI secolo|cinquecentesco]] munito di cupola e un campanile [[XVII secolo|seicentesco]], suddiviso in tre registri da cornici marcapiano e sormontato da una cupola a bulbo.
 
;[[Chiesa di San Gaetano (Bitonto)|Chiesa di San Gaetano]]
:Commissionata dai [[Teatini]] nel [[1609]]<ref>{{cita|Touring club italiano|p. 158|Touring club italiano, 1978}}.</ref> e realizzata secondo il progetto di Dionisio Volpone di [[Parabita]], fu eretta in piazza Cavour in stile [[barocco]] sull'antico palazzo dell'''Universitas''. La struttura venne consacrata nel [[1730]].<ref>{{cita web|url=http://www.bitontolive.it/citta/scheda.aspx?v=1|titolo= Chiesa di San Gaetano- Bitontolive|accesso=23-05-2009}}</ref> La facciata è composta da due registri. Il primo è scandito da sei lesene, il secondo da quattro. Eentrambi i registri sono delimitati dalle lesene laterali. Alternati alle lesene, per entrambi i registri, vi sono delle nicchie che al centro lasciano il posto al portale, nel primo registro, e ad un finestrone nel secondo. La facciata si chiude con un timpano recante lo stemma dei Teatini. L'interno si compone di un'unica [[navata]], terminante in tre [[absidi]] e delineata da quattro [[arcata|arcate]] per lato corrispondenti ad altrettante [[cappella|cappelle]]. Notevole l'altare in pietra del [[1696]] nella prima cappella a destra, patronato della famiglia Sylos-Sersale.<ref>{{cita web|url=http://www.culturaservizi.it/vrd/files/ZG1974_artefice_altari_leccesi.pdf|titolo=Un artefice di altari leccesi in Terra di Bari|accesso=23-05-2009}}</ref> Le pareti della navata e il soffitto ligneo si presentano affrescati per opera del pittore bitontino [[Carlo Rosa (pittore)|Carlo Rosa]]. Nella chiesa sono conservati i simulacri di [[San Giuseppe]], della Madonna della Salute, San Gaetano da Thiene e [[Sant'Andrea Avellino]], questi ultimi due compatroni della città.
 
;[[Chiesa del Santissimo Crocifisso (Bitonto)|Chiesa del Crocifisso]]
:Edificata dal [[1664]],<ref>{{cita web|url=http://www.ba.itc.cnr.it/BTN/BTN0004.htmlh|titolo=Itc - Bitonto|accesso=23-05-2009}}</ref> in luogo di una cappella rurale, su progetto di Carlo Rosa, che ne curò anche la decorazione interna, la chiesa presenta un'originale [[Pianta (architettura)|pianta]] a [[croce greca]] con [[cupola|cupole]] in asse ricoperte di chianchette. Il registro inferiore della facciata riecheggia i modelli classici, con [[lesene]] doriche e cornice a [[metopa|metope]] e [[triglifi]]; quello superiore, caratterizzato da una cornice spezzata su cui si innestano colonne ioniche che reggono un timpano curvilineo, presenta uno stile più vicino all'[[architettura barocca]]. L'interno, interamente affrescato, è opera di Carlo Rosa e degli allievi [[Nicola Gliri]], Giuseppe Luce e Vitantonio de Filippis, che dopo la sua morte ne completarono il progetto.<ref>{{cita web|url=http://www.bitontolive.it/citta/scheda.aspx?v=5|titolo= Chiesa del Crocifisso - Bitontolive|accesso=19-08-2010}}</ref>
 
;Chiesa del Purgatorio
:Nelle vicinanze del [[palazzo Sylos-Calò]]. La costruzione ebbe inizio nel [[1670]] su disegno di Michelangelo Costantino, architetto anche del mausoleo Carafa in [[Cattedrale di Bitonto|Cattedrale]], e fu consacrata nel [[1688]] dal vescovo Massarenghi.<ref>{{cita|Gesuita|Gesuita, 2000}}</ref> Il [[portale]] presenta linee architettoniche che si adattano alla facciata. Le lesene e il [[timpano (architettura)|timpano]] del portale sono ornate da figure scheletriche e anime penitenti, come voluto dalle regole della [[Controriforma]]. L'interno della chiesa è ad un'unica [[navata]] delimitata da [[arcata|arcate]]. L'edificio conserva un [[reliquiario]] risalente al [[XVII secolo]] alcune tele e una effigie della Madonna. La chiesa è sede dell'Arciconfraternita di Santa Maria del Suffragio ecustodisce i simulacri della Madonna Addolorata, del Cristo morto, esposti durante la [[Settimana Santa]], e di [[Anna (madre di Maria)|Sant'Anna]].
 
;Chiesa di San Domenico
:La chiesa di [[San Domenico]] fu costruita, insieme al convento, per volere dei domenicani nel [[1258]]. Ai frati fu concesso un piccolo chiostro e una chiesa dedicata a [[San Nicola]] su cui ve la costruirono. La chiesa venne consacrata nel [[1302]] edè formata da tre campate che sorreggono altrettante cupole emisferiche. La terza campata fu allargata nel corso del [[XVIII secolo]] trasformando la pianta della chiesa a croce latina. Così si sono realizzate due cappelle: una chiamata ''cappella dei Misteri'', dove sono collocate le statue, realizzate nel [[XVII secolo]], che sfilano durante la processione del venerdì Santo, l'altra dedicata a San Domenico. Nel [[1809]] la chiesa fu requisita e divenne sede comunale fino al [[1934]]. Il valore artistico delle due cappelle, decorate e scolpite dalle maestranze locali secondo il gusto [[barocco]], fanno della chiesa uno degli esempi più importanti del [[barocco]] pugliese, al di fuori del contesto [[Salento|salentino]]. Nella chiesa sono conservati i simulacri di San Domenico, [[Vincenzo Ferreri|San Vincenzo]], della [[Madonna del Rosario]], di [[Sant'Antonio da Padova]], di [[San Rocco]] e le statue dei Misteri, nell'omonima cappella.
 
;[[Chiesa di Santa Maria del Popolo (Bitonto)|Chiesa di Santa Maria del Popolo (Santa Teresa)]]
:La [[Chiesa di Santa Maria del Popolo (Bitonto)|chiesa di Santa Maria del Popolo]], detta pure di [[Santa Teresa]] perché nel [[1702]] fu concessa ai teresiani, venne costruita nel [[1601]]. Alla severa facciata, che riprende i modelli del romanico pugliese, fa da contraltare l'interno fastosamente decorato con [[stucco|stucchi]], [[marmi]], [[cornice|cornici]] e [[Festone (arte)|festoni]]. Dell'adiacente [[monastero]] settecentesco è notevole il ricco portale. Il monastero è sede del Liceo Classico e Linguistico "Carmine Sylos".
 
;Abbazia di San Leone
:I primi documenti che affermano l'esistenza della fondazione [[Ordine benedettino|benedettina]] risale al [[1148]].<ref>Datato al 1148 è un documento con il quale re [[Manfredi]] dona alcune terre al monastero.</ref> Mentre al [[1197]] risale il primo documento che attesta la presenza di una fiera annuale: la fiera di San Leone che, nel corso del tempo, ha acquisito una certa fama, tanto da essere citata nel [[Decameron]] di Boccaccio. Con il passare del tempo l'abbazia acquisì sempre maggiore importanza e [[Ferdinando I di Napoli|Ferdinando I]] nel [[1494]] la sopraelevò a Badia Regale, donandogli, tra l'altro il feudo di torre quadra, sulle murge bitontine. Passò successivamente ai [[Ordine cistercense|cistercensi]] e agli [[olivetani]]. Il chiostro di cui è dotato è del [[1524]] e risalta lo stile rinascimentale, con colonne di gusto Veneto-dalmata. Nel [[1809]] fu soppressa e nel [[1810]] fu danneggiata a seguito della costruzione di una arteria stradale. Restaurata nei primi anni del [[XX secolo|Novecento]], conserva anche un [[Coro (architettura)|coro]] affrescato.
 
;[[Basilica Pontificia dei Santi Medici (Bitonto)|Basilica dei Santi Medici]]
:La basilica fu edificata a partire dal [[1960]] secondo il progetto dell’architetto bitontino Antonio Scivittaro, professore di Architettura all'[[Università di Napoli]]. Fu consacrata dal [[arcidiocesi di Bari-Bitonto|vescovo di Bitonto]] Aurelio Marena nel [[1973]], e il [[4 aprile]] [[1975]] venne elevata a [[basilica minore]] da [[papa Paolo VI]].<ref>{{cita|Palese, Robles|p. 93|Palese, 1994}}</ref> Vi sono contenute le statue e le [[reliquie]] dei [[Santi Medici|santi Medici Cosma e Damiano]], attestate a Bitonto sin dal [[XVI secolo]] e in precedenza ospitate presso la chiesa di San Giorgio, divenuta insufficiente ad accogliere i numerosi pellegrini. Nella basilica sono conservati i simulacri dell'[[Angelo custode]] e di [[San Lorenzo]]. La facciata presenta tre portali di cui il centrale, più grande, in bronzo, e conserva un [[organo (musica)|organo]] monumentale con 5000 canne. Sul cortile retrostante si erge il [[campanile]], alto 50 m.
 
====Chiese rupestri====
[[File:Annunziata prospettiva.jpg|thumb|200px|right|La chiesa rupestre dell'Annunziata]]
:Numerose sono le chiese situate nell'agro bitontino. Tra queste spicca una chiesa dedicata alla [[Madonna di Costantinopoli]], e situata in direzione di [[Modugno]]. È formata da un ambiente unico [[volta a crociera|voltato a crociera]] con tre finestre, la più grande delle quali è stata aggiunta in seguito insieme ad una porta accanto al semplice [[portale]]. Di notevole interesse era la chiesa di Sant'Aneta dell'[[XI secolo]],<ref>{{cita web|url=http://www.ba.itc.cnr.it/BTN/BTN0045.html|titolo=Itc - Bitonto|accesso=23-05-2009}}</ref> situata in direzione di [[Molfetta]] ed oggi completamente rasa al suolo. Era dotata di un [[abside]] ed aveva ua [[pianta a croce greca]]. Sempre in direzione di Molfetta è la chiesa di [[Santa Croce]], databile tra [[X secolo|X]] e [[XI secolo]],<ref>{{cita web|url=http://www.ba.itc.cnr.it/BTN/BTN0007.html|titolo=Itc - Bitonto|accesso=23-05-2009}}</ref> a pianta rettangolare con [[cupola]] quadrangolare e l'interno divisa in nicchie affrescate. La [[feritoia]] dell'abside assicura l'illuminazione interna. L' esempio più importante dell'architettura rupestre a Bitonto è data dalla [[chiesa rurale dell'Annunziata|chiesa dell'Annunziata]], in direzione di [[Palese Macchie|Palese]] e oggi in territorio di [[Bari]] (ma di proprietà del comune di Bitonto). La chiesa risale forse al X secolo,<ref>Atto dell'ottobre [[1141]] (''Codice Diplomatico Barese. Le Pergamene del Duomo di Bari (952-1264)'', vol. I, doc. 46, pp. 87-88).</ref> ha una pianta quadrata e un [[altare]] settecentesco. L'ambiente interno è interamente affrescato, probabilmente a seguito di una sua ricostruzione nel [[1585]].
 
====Altre architetture religiose====
*Cappella di Santa Maria degli Angeli
*Cappella di [[Odigitria|Santa Maria di Costantinopoli]]
*Cappella di [[San Matteo evangelista]]
*Cappella di [[San Michele Arcangelo]]
*Cappella di [[San Gennaro]]
*Cappella di [[San Rocco]]
*Chiesa dei [[Martiri di Abitina|Santi Martiri di Abitene]]
*Chiesa di [[Sant'Andrea Apostolo]]
*Chiesa di [[Santa Caterina d'Alessandria]]
*Chiesa di [[San Francesco da Paola]]
*Chiesa di [[Sant'Egidio Abate]]
*Chiesa di [[Giacomo il maggiore|San Giacomo]]
*Chiesa di [[San Giorgio Martire]]
*Chiesa di [[San Giovanni Evangelista]]
*Chiesa di [[San Leucio d'Alessandria|San Leucio]]
*Chiesa di San Leucio Vecchia
*Chiesa di [[San Luca evangelista]]
*Chiesa di [[Annunciazione di Maria|Santa Maria Annunziata]]
*Chiesa di [[Beata Vergine Maria del Monte Carmelo|Santa Maria del Carmine]]
*Chiesa di Santa Maria della Chinisa (Cristo Re)
*Chiesa di [[Beata Vergine delle Grazie|Santa Maria delle Grazie]] (chiesa di campagna)
*Chiesa di Santa Maria delle Marteri (San Michele Arcangelo)
*Chiesa di [[San Paolo apostolo]]
*Chiesa di Santa Maria delle Vergini
*Chiesa di [[Lucia da Siracusa|Santa Lucia]]
*Chiesa di [[San Pietro]] in Vincoli
*Chiesa di San Pietro Nuovo
*Chiesa di Santa Maria alla Porta (Santa Rita da Cascia)
*Chiesa di [[San Silvestro Papa]]
*Chiesa dello [[Spirito Santo]]
*Chiesa di San Valentino
*Chiesa del [[Sacro Cuore di Gesù]]
*Chiesa del [[Santissimo Sacramento]]
*Chiesa dell'Addolorata (nella frazione di [[Mariotto]])
*Chiesa dell'Immacolata (nella frazione di [[Palombaio]])
*Sedile di Sant'Anna
*Convento dei Cappuccini
*Convento di Santa Maria della Chinisa
*Convento dei Paolotti
*Convento di Santa Maria del Carmelo
*Convento del Sacro Cuore di Gesù
*Convento [[Ordine dei Frati Minori|francescano]] di San Leone Magno
*Monastero [[Ordine di San Benedetto|benedettino]] di Santa Maria delle Vergini
 
===Architetture civili===
====Palazzi====
[[File:Palazzovulpano.JPG|thumb|right|200px|Cortile del Palazzo Sylos-Vulpano]]
[[File:Palazzocalò.JPG|thumb|right|200px|Loggiato del palazzo Sylos Calò.]]
[[File:Delerma.JPG|thumb|200px|Facciata del palazzo De Lerma]]
 
;[[Palazzo Sylos-Vulpano]]
:Oggi [[monumento nazionale]]<ref name="rilievo.stereofot.it">{{cita web|url=http://rilievo.stereofot.it/studenti/aa99/Pice/html/schede_restauro/Vulpano/pagina5.html|titolo=Palazzi: palazzo Vulpano|accesso=31-01-2008}}</ref>, il palazzo fu costruito nella seconda metà del [[XV secolo|Quattrocento]] per volere di Giovanni Vulpano, riutilizzando forse una torre medievale del [[XII secolo]]. Oltre il portale con elementi [[Architettura gotica|tardo-gotici]] [[aragonesi]], si apre un cortile che riprende lo [[Rinascimento|stile rinascimentale]] napoletano dove, nel fregio, diversi personaggi del casato sono raffigurati insieme a condottieri ed imperatori romani.<ref>{{cita|Custode|Custode, 1999|pp. 303-09 }}</ref> Allo stemma della famiglia Vulpano si aggiunse quello della famiglia Sylos, quando con l'estinzione della prima questa divenne proprietaria del palazzo.<ref name="rilievo.stereofot.it"/>
 
;[[Palazzo Sylos-Calò]]
:Edificata tra il [[1529]] e il [[1583]] da Giovanni Alfonso Sylos<ref>{{cita|Gelao|p. 201.|Gelao, 2004}}</ref>, in stile tardo-[[Architettura rinascimentale|rinascimentale]], la residenza nobiliare ha una facciata irregolare sulla quale si apre un portale inquadrato da lesene e con due effigi imperiali sotto il cornicione. Il loggiato, realizzato su due livelli, è stato considerato l'espressione più ricca del Rinascimento pugliese.<ref>{{cita web|url=http://www.viaggiareinpuglia.it/at/4/luogocultura/622/it|titolo=Viaggiareinpuglia.it|accesso=31-01-2008}}</ref> Il porticato si erge su otto colonne; l'androne è coperto da volte ribassate con lunette e presenta colonne lisce con capitelli corinzi, ripresi dal [[rinascimento fiorentino]]. Dal [[2009]] l'edificio ospita la [[Galleria nazionale della Puglia]], che custodisce una ricca collezione di dipinti di arte moderna donata allo Stato da Girolamo e Rosaria De Vanna.
 
;Palazzo De Ferraris-Regna
:Il nucleo originario risale al [[XIV secolo]] e fu realizzato dai De Ferraris, nobile famiglia [[Genova|genovese]] che si stanziò nel [[XIV secolo]] a Bitonto.<ref name="http">{{cita web|url=http://rilievo.stereofot.it/studenti/aa99/Pice/html/schede_restauro/De_Ferraris_Regna/pagina5.html|titolo=Palazzi: palazzo De Ferraris Regna|accesso=07-02-2008}}</ref> Anticamente il palazzo si estendeva fino all'Arco Pinto. Tra il [[1586]] e il [[1639]] fu ricostruito per volere della famiglia Regna (giunta a Bitonto nel [[XIII secolo]] con Paolo Regna, preso in ostaggio a Milano da Federico II).<ref name="http"/> Il palazzo presenta un portale con colonne di ordine dorico poggianti su un semplice basamento. I loggiati interni sono realizzati in epoche diverse: il primo piano e il cortile risalgono al [[XIV secolo]], mentre il piano superiore è più recente. Le finestre sono state trasformate in seguito in balconi. Il portale è in stile tardorinascimentale, con la data ([[1586]]) incisa sul portale stesso.<ref name="http"/>
 
;Palazzo De Lerma
:Fu fatto costruire accanto alla concattedrale, in un'area precedentemente inclusa nelle proprietà del vescovo nel [[XVI secolo]], da Girolamo De Lerma, duca di [[Castelmezzano]] e appartenente ad una famiglia giunta in Italia dalla Spagna verso il [[1500]]. Sulla sua destra preesisteva la chiesetta della Santa Maria della Misericordia,<ref name="ReferenceA">{{cita web|url=http://rilievo.stereofot.it/studenti/aa99/Mastronicola/PalazzoDeLerma/Storia/palazzo.html|titolo=Palazzi: palazzo De Lerma|accesso=07-02-2008}}</ref> della quale si conserva il portale principale (risalente al 1586<ref name="ReferenceA"/>) con, sulla parte superiore, il bassorilievo di una [[Pietà (arte)|pietà]]. Il palazzo è coronato da un ricco cornicione ed è in stile [[Architettura rinascimentale|rinascimentale]] anche se successivamente vi furono delle trasformazioni e delle aggiunte in stile [[Architettura barocca|barocco]], cui seguì l'aggiunta dei balconi nel [[XVIII secolo]]. La facciata del palazzo è prospiciente con il sagrato della concattedrale e tra di essi vi è una loggia [[XVI secolo|cinquecentesca]] chiamata ''loggia delle benedizioni''. Essa è realizzata in stile rinascimentale ed è posizionata ad angolo.
 
;Palazzo Sylos Sersale
:La costruzione del palazzo ha inizio dopo il matrimonio tra i nobili Alfonso Sylos e Isabella Sersale nel [[1574]]. Il palazzo ha un impianto sobrio ma presenta elementi decorativi di gusto [[barocco]]. In particolare il portale è fiancheggiato da [[colonne]] ornate da sagome cilindriche lungo il fusto. Le colonne, insieme con una [[trabeazione]] riccamente decorata, sorreggono un balcone dalle [[balaustre]] in pietra. La ricca cornice del finestrone è interrotta dallo stemma di famiglia che raggruppa elementi degli stemmi dei Vulpano, Sylos e Labini. Il [[vestibolo]], voltato a botte, è composto da un cortile ed una [[loggia]] a tre campate.
 
===Ville===
;Villa Sylos
:La villa Sylos, detta comunemente "La Contessa", si sviluppa ad L su più livelli. L'ingresso della [[villa]] è preceduto da un [[portale]] il cui interno è [[volta a botte|voltato a botte ribassata]]. Un [[selciato]] attraversa il portale fino all'ingresso della villa, formato da due [[stipiti]] e [[architrave]] con cornice su cui vi è lo [[stemma]] della famiglia Sylos-Labini. A destra, in serie, si aprono tre finestre. La facciata laterale sinistra è formata da una finestra e un accesso simili quelli della facciata d'ingresso. La facciata retrostante è identica a quella anteriore. La porta, sulla sinistra, è, però, dotata di un [[portico]] a cinque campate, chiuso alla parte esterna. La facciata destra è dotata di sei finestre: quattro piccole e due più grandi. Nell'area recintata della villa si trova una [[torre]], risalente al [[XV secolo]],<ref>{{cita web|url=http://www.pugliaindifesa.org/villa_sylos_-_la_contessa_bitonto.html|titolo=Torre di Cesare - Villa Sylos (detta La Contessa)|accesso=22-07-2011}}</ref> a cui è addossato un portico ad una [[campata]] con [[volta a crociera]]. Infine, un viale porta alla chiesetta di San Tommaso realizzata in pianta quadrata e coperta da volta a crociera.
 
====Altre architetture civili====
*Casa Grottola
*Masseria Boquicchio
*Palazzo Sylos-Sersale,
*Palazzo Spinelli-Regna
*Palazzo Bove
*Palazzo Termite
*Palazzo Sisto
*Palazzo Rogadeo
*Palazzo Alitti
*Palazzo Gentile
*Palazzo Luise-Pannone
*Villa Ferrara
*Villa Rogadeo
 
====[[Teatro Traetta]]====
[[File:Ttraetta.JPG|thumb|200px|La facciata del teatro.]]
Il teatro è situato ai margini del centro storico cittadino proprio a ridosso delle mura urbiche. La facciata è divisa sostanzialmente in due parti. La parte inferiore è in pietra, mentre la superiore è in intonaco. Nonostante le ridotte dimensioni ripropone la [[teatro all'italiana|forma all'italiana]] e contiene tre ordini di palchi, un loggione, la galleria, una platea e un ampio palcoscenico. Una prima proposta di costruzione di un teatro che fosse aperto al pubblico, e quindi comunale, fu lanciata nel 1820, ma fallì. Tuttavia a partire dal [[1835]], un teatro nuovo per la città fu costruito per volere di ventuno famiglie nobili di Bitonto,<ref>{{cita|Custode|Custode, 1999|p. 25}}</ref> che desideravano un «teatro comodo e ben disposto pel sollazzo del pubblico», fu inaugurato nel [[1838]] con la messa in scena dell'opera ''[[Parisina d'Este|Parisina]]'' di [[Gaetano Donizetti]]. Si trattava del primo teatro stabile della provincia di Bari.<ref>{{cita|Moretti, Robles|p. 294|Moretti, Robles, 2003}}.</ref> Acquisito al patrimonio comunale nel [[1989]] e riaperto nel [[2005]] dopo un cinquantennio di chiusura, è stato intitolato nell'occasione al musicista bitontino [[Tommaso Traetta]].
 
===Architetture militari===
====Mura e porte====
La fortificazione della città risale al periodo [[normanni|normanno]]. Tra l'[[XI secolo|XI]] e il [[XII secolo]] infatti, si ha la costruzione di gran parte del tratto murario che costeggia il centro storico, per una lunghezza di circa 2000 m, nonché delle torri a base quadrata e di cinque [[Porta (architettura)|porte]]: Pendile, Nova, Robustina, La Maja e Baresana.<ref>{{cita|Moretti, Robles|p. 265, 298|Moretti, Robles, 2003}}.</ref>
 
Durante il periodo [[angioino]] la difesa della città non fu trascurata; furono, infatti, innalzate le torri cilindriche, tra cui il torrione, la torre più imponente e più resistente, e restaurate porta Pendile e porta Robustina. Tra il [[XVI secolo|XV]] e [[XVII secolo]], furono attuati dei restauri e reintegrazioni che interessarono soprattutto il tratto tra Porta La Maja, piazza Castello e Vico Goldoni, cosa che comportò un avanzamento di tale tratto rispetto al vecchio allineamento normanno. Fu realizzato il ''Trione'', cioè un torrione, posto sull’estremo orientale della città antica, laddove probabilmente sorgeva una torre più vecchia.<ref>{{cita web|url=http://www.ba.itc.cnr.it/BTN/BTN0029.html|titolo=Itc - Bitonto|accesso=31-07-2008}}</ref> Oggi delle mura, rimangono lunghi tratti che delimitano la parte meridionale del centro storico mentre della parte settentrionale rimane ben poco. Delle cinque porte originarie rimangono solo porta La Maja, e porta Baresana, mentre molte torri, sia angioine che normanne, sono ancora esistenti.
;[[Torrione angioino]]
[[File:Bitonto6.JPG|150px|thumb|right|Torrione angioino.]]
:Il torrione angioino è una [[torre]] cilindrica del [[XIV secolo]]<ref>{{cita web|url=http://www.ba.itc.cnr.it/BTN/BTN0052.html|titolo=Itc - Bitonto|accesso=31-07-2008}}</ref>. Fu utilizzata come torre di avvistamento e di difesa, e i suoi sotterranei vennero adibiti a luogo di detenzione. Ha un'altezza che supera i 24&nbsp;m, e un diametro di circa 16,<ref name="ReferenceB">{{cita|Touring club italiano|p. 158|Touring club italiano, 1978}}.</ref> Si divide in tre livelli e faceva parte di una piazzaforte con ventotto torri e cortine.<ref>{{cita|Riccardi|p. 118|Riccardi}}.</ref> Il basamento è composto da pietra calcarea per oltre 4&nbsp;m, mentre la parte restante è realizzata in bugnato. In cima è visibile la merlatura, sempre in bugnato. È dotata di mura spesse quasi 5 m<ref name="ReferenceB"/> che rende la torre molto resistente, tanto che nel [[1503]] il [[Filippo di Savoia-Nemours|duca di Nemours]] definiva il torrione più forte della torre di [[Bruges]] e Montemar lo citò tra i luoghi più forti del [[Regno di Napoli]].<ref>Il duca di Nemours lo definì "Non men forte della torre di Bruges", {{cita web|url=http://www.bytedabit.com/Joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=43|titolo=documento sul sito bytedabit|accesso=31-07-2008}}</ref> L'interno è composto da tre ambienti poveri. Quella del piano terra è di [[pianta (architettura)|pianta]] circolare e ci si entra da una apertura di appena 80&nbsp;cm. La copertura è a volta semisferica. Il primo piano conserva una pianta ottagonale e la copertura è formata da una [[volta a crociera]]. Il secondo piano è, infine, nuovamente di pianta circolare. Recentemente è stato riportato alla luce l'originario [[fossato (architettura)|fossato]] e ne hanno permesso l'utilizzo come sede museale. Attualmente sono in corso dei lavori di restauro e riqualificazione del fossato, parte integrante di un progetto che rivaluterà piazza Cavour, su cui è affacciato il torrione.
 
;Porta Baresana
:In origine la porta era detta "della marina", perché sita in direzione di Santo Spirito. Successivamente ha mutato il nome. Fu costruita presumibilmente nel [[XVI secolo]]<ref name="itc">{{cita web|url=http://www.ba.itc.cnr.it/BTN/BTN0051.html|titolo=Itc - Bitonto|accesso=31-07-2008}}</ref>. Tuttavia un secolo più tardi fu ricostruita in seguito ad un danneggiamento.<ref name="ReferenceB"/> La facciata anteriore conserva uno stile rinascimentale con l'accesso costituito da un [[arco a tutto sesto]] e affiancato da [[paraste]] terminanti in un [[architrave]]. Su questo è stata aggiunta la copia di una [[predella]] policroma, un dipinto rappresentante i santi protettori della città. Più in alto la facciata reca uno stemma dei [[Savoia (famiglia)|Savoia]] che sostituisce lo stemma della città aggiunto nel 1551 in occasione del riscatto della città dal feudatario. La parte superiore della facciata anteriore è costituita dal vano dell'[[orologio]], aggiunto nel [[Novecento]]. Sul vano dell'orologio si erge una statua dell'Immacolata, che nasconde la campana dell'orologio. La facciata retrostante presenta un [[fornice]] a [[ghiera]] affiancato da paraste in bugnato, similmente alla facciata esterna ma con degli zoccoli di basamento più alti. Sull'architrave, che presenta lo stemma della città si erge il [[Timpano (architettura)|timpano]] in cui è situato, nel mezzo, il secondo quadrante dell'orologio.
 
;Porta La Maja o del Carmine
:La porta deve il suo nome in virtù della sua posizione prossima alla lama. È detta, però, anche "del [[Carmine]]" (la stessa porta reca l'iscrizione <small>IANUA CARMELI</small>). Fino alla prima metà del [[Seicento]], la porta la Maja, anche detta del Carmine, era costituita da un semplice un ambiente chiuso da una [[volta a botte]] acuta, esattamente come appare dalla facciata interna.<ref name="itc carmine">{{cita web|url=http://www.ba.itc.cnr.it/BTN/BTN0060.html |titolo=Itc - Bitonto|accesso=31-07-2008}}</ref> Dal [[1677]] la facciata esterna viene inglobata in un ricco [[paramento]] così come appare oggi.<ref name="itc carmine"/> Si tratta di una coppia di colonne binate a fasce orizzontali, poggianti su [[piedritti]] e terminanti con [[capitelli dorici]], che sorreggono due [[trabeazione|trabeazioni]] da cui si innalzano i rispettivi [[timpano (architettura)|timpani]]. Con il nuovo paramento, l'arco diventa semicircolare e le sue decorazioni si sovrappongono all'architrave. Nell'ambiente superiore è uno stemma dei Savoia e una statua della [[Madonna del Carmine]]. Una cornice unifica l'ambiente sovrastante al resto della struttura. Fiancheggiano la porta una torre normanna, sulla destra, di forma rettangolare, e una torre angioina, sulla sinistra, cilindrica.
====Torri di campagna====
Oltre alle torri che costellano la cinta muraria della città, sono presenti, nell'agro bitontino, diverse torri di campagna, realizzati soprattutto per scopi difensivi. Torre Santa Croce fu addossata alla chiesa omonima nel [[XV secolo]].<ref>{{cita web|url=http://www.ba.itc.cnr.it/BTN/BTN0007.html|titolo=Itc - Bitonto|accesso=23-05-2009}}</ref> Torre Spoto è situata nelle vicinanze della strada che porta a [[Ruvo di Puglia]]. È realizzata su tre livelli, i primi due coperti da [[volte a botte]], mentre il terzo livello è privo di copertura. Questa torre è stata il quartier generale di Montemar e le sue truppe durante la battaglia di Bitonto. Torre D'Agera è del [[XV secolo]],<ref>{{cita web|url=http://www.ba.itc.cnr.it/BTN/BTN0067.html|titolo=Itc - Bitonto|accesso=23-05-2009}}</ref> è situata in direzione di [[Giovinazzo]] e apparteneva alla nobile famiglia degli Agera. Fortemente degradata, si estende su due livelli e conserva una [[bifora]]. Torre Pingiello fu innalzata probabilmente agli inizi del [[XVIII secolo|1700]]. Nei pressi della torre sono stati rinvenuti frammenti ceramici databili al [[V secolo a.C.]]<ref>{{cita web|url=http://www.ba.itc.cnr.it/BTN/BTN0043.html|titolo=Itc - Bitonto|accesso=23-05-2009}}</ref> Del [[1621]], come riporta l'[[architrave]] dell'ingresso, è invece la data di costruzione della torre Carriere, appartenente ad una famiglia proveniente dal [[Veneto]]. Situata a ridosso della [[lama (geologia)|lama]] è la torre Pozzo Cupo del [[XVI secolo]]. Torre Morea si trova sulla strada che portava a Silvium ([[Gravina di Puglia]]). Fu realizzata nel XVI secolo, si eleva su due piani ed è adornata all'ingresso da una nicchia un tempo affrescata. La torre Ranocchio è datata ai primi anni del XVI secolo. Si erge su due piani ed è situata in direzione di [[Palo del Colle]].
 
===Altro===
====Obelischi====
[[File:Immabitonto.JPG|thumb|La guglia dell'Immacolata.]]
;Guglia dell'immacolata
:La guglia o gloria dell'[[Immacolata Concezione|Immacolata]] è un piccolo obelisco [[barocco]] situato su piazza Cattedrale. Fu realizzata in seguito ad una scossa di [[terremoto]] avvenuta nel [[1731]].<ref>{{cita|Milillo|Milillo, 2001}}.</ref> La scossa provocò diversi danni nei dintorni mentre Bitonto rimase illesa. Tale evente fu ritenuto miracoloso e accrebbe la devozione per l'Immacolata, in memoria della quale fu realizzato questo obelisco. La guglia fu commissionata dalla famiglia Calamita. A base quadrangolare con gli angoli smussati si eleva per quattro ordini, l'una più piccola dell'altra, in cui sono interposte tre cornici. Su di essi insistono dei [[putti]] seduti o in piedi con [[cartegloria]] e lampade. In cima svetta la statua [[bronzo|bronzea]] dell'Immacolata.
;Obelisco Carolino
:Situata su piazza [[26 maggio|XXVI maggio]] [[1734]], fu costruita su ordine di [[Carlo III di Borbone]] nel [[1741]], in ricordo della [[battaglia di Bitonto|battaglia]] che gli assicurò il [[Regno delle Due Sicilie]]. L'obelisco fu progettato da Giovanni Battista Medrano,<ref>{{cita|Moretti, Robles|p. 321|Moretti, Robles, 2003}}.</ref> autore della [[reggia di Capodimonte]] e del [[Teatro Massimo]] di [[Palermo]]. La base è costituita da un crepidine su cui è allocato il plinto, di base quadrata con angoli smussati. Per ciascun lato sono apposte targhe marmoree recanti, in latino, una sintesi della battaglia e il ruolo degli autori della battaglia: Carlo III, [[Filippo V di Spagna]], [[duca di Montemar]]. Il basamento termina con una cornice su cui si innalza una lunga piramide che fa raggiungere all'obelisco l'altezza di 18 metri. Qui sono apposti su ciascun lato un simbolo bellico: fascio, scudo, bandiera e corazza. Sulla sommità sono situati quattro stemmi dei Borbone con, in cima, una corona regia.
 
====Aree naturali====
;[[Parco nazionale dell'Alta Murgia]]
:Il comune di Bitonto fa parte del [[Parco nazionale dell'Alta Murgia]]. Le parti più interne del territorio comunale, per un totale di 1959 ettari, sono comprese entro i confini del Parco,<ref>{{cita web|url=http://www.parcoaltamurgia.it/index.php?option=com_content&task=view&id=27&Itemid=85|titolo=Parco Nazionale dell'alta murgia|accesso=31-07-2008}}</ref> che si estende per 68 077 ettari complessivi. La presenza animale in questo spazio di quasi 2000 ettari è caratterizzata da istrici, volpi e tassi. Ma ci sono anche rettili come lucertole sicule, vipere e bisce. Il parco ospita inoltre la più numerosa popolazione italiana della specie prioritaria [[falco naumanni]], comunemente noto come grillaio ed è una delle più numerose dell'Unione Europea.
 
;[[Parco naturale regionale Lama Balice|Parco regionale Lama Balice]]
:L'[[area protetta]], identificata come parco naturale attrezzato nel [[1980]] e come parco naturale regionale dal [[2007]],<ref>{{cita web|url=http://www.elaiabitonto.it/Download/LAMA/legge%20regionale%20istituzione%20Parco%20Lama%20Balice.pdf|titolo=Legge regionale del 5 giugno del 2007|accesso=31-07-2008}}</ref> si estende per 504 ettari tra i comuni di [[Bari]] e Bitonto lungo il percorso dell'omonima [[lama (corso d'acqua)|lama]], una delle più lunghe della provincia.<ref>{{cita web|url=http://www.terredelmediterraneo.org/itinerari/bitonto.htm|titolo=Bitonto e le masserie di lama Balice|accesso=31-07-2008}}</ref> Il torrente che vi scorre, chiamato un tempo ''Tiflis'', è solitamente in secca, ma in occasione di abbondanti precipitazioni si gonfia per l'apporto di acqua piovana. Da punto di vista naturalistico la lama è area di sosta per l'avifauna e mantiene in ampi tratti l'originaria [[macchia mediterranea]]. I numerosi casali, chiese e masserie, oltre che i resti di epoca protostorica restituiti dalle numerose cavità naturali, attestano la continua frequentazione umana del sito, che per secoli è stato via naturale di accesso alla città di Bari.
 
==Società==
===Evoluzione demografica===
{{Demografia/Bitonto}}
 
===Etnie e minoranze straniere===
I cittadini stranieri residenti in città sono 968<ref>[http://demo.istat.it/str2010/index.html Dato Istat al 31/12/2010]</ref>, così suddivisi per nazionalità (sono indicati solo i dati superiori alle 100 unità):
{| {{prettytable|width=20em}}
! Nazionalità
! Residenti
|-
|{{ALB}}
|239
|-
|{{ROU}}
|188
|-
|{{TUN}}
|148
|}
 
===Lingue e dialetti===
{{vedi anche|Dialetto bitontino}}
 
Il dialetto bitontino è una varietà linguistica che si colloca nell'ambito dei dialetti pugliesi centrali. È stato oggetto di numerosi studi,<ref>{{cita|Linguistica e antropologia|Bulzoni, 1983}}.</ref> e reca traccia della lunga presenza di dominazioni diverse (greci, francesi, austriaci e spagnoli).
 
Nella pronuncia dialettale tutte le vocali protoniche e postoniche, esclusa la "a" protonica, hanno ceduto il posto ad una "e" muta simile a quella francese.<ref>{{cita|Touring club italiano|p. 61|Touring club italiano, 1978}}.</ref> Le vocali accentate sono rimaste tali in sillabe aperte (ad esempio l'italiano "mosca" diventa "mòsche"), mentre si sono trasformate in dittonghi diversi in sillabe aperte:
 
La "a" muta nel dittongo "èu" (ad esempio "mano" in italiano, diventa "mèune").
La "e" si trasforma nel dittongo "ài" o "èi" (ad esempio, l'italiano "treno" diventa "tràine" o "trèine").<br />
La i, muta nel dittongo "ói" (ad esempio, l'italiano "partita" diventa "partóite"). <br />
La "o", diviene invece "àu" (ad esempio l'italiano "scopa" diventa "scàupe").<br />
La "u" si trasforma nel dittongo "ìu" o "éu" (ad esempio, l'italiano "tu" diventa ''téue'' o "tìue").
 
L'articolo singolare femminile è "la", quello singolare maschile "u", mentre il plurale di entrambi i generi è "re".
 
===Religione===
{{Vedi anche|diocesi di Bitonto}}
Bitonto, con Bari, è sede della diocesi di Bari-Bitonto. La diocesi di Bitonto ha un'origine che può essere fatta risalire al tempo della piena conversione della Puglia. La cronotassi episcopale parte infatti dal [[515]]. Sebbene vi siano notizie confuse circa la presenza di un certo Andreano, vescovo di Bitonto intorno al [[734]],<ref>{{cita|Custode|p. 211|Custode, 1999}}.</ref> il primo vescovo di Bitonto di cui si hanno notizie dettagliate fu Arnolfo nel [[1087]].
Nel [[1818]] la diocesi di Bitonto venne unita [[aeque principaliter]] a quella di Ruvo ma nel [[1978]], con le dimissioni del vescovo Marena, la diocesi fu affidata in amministrazione apostolica a vescovi delle diocesi vicine e il 30 settembre [[1982]] fu nuovamente separata.<ref>{{cita|Palese, Robles|p. 9|Palese, 1994}}.</ref>
Il 26 febbraio 1984 è da ricordare la visita di [[Papa Giovanni Paolo II]] a Bitonto nel cui discorso rende omaggio ai cittadini bitontini: "il mio viaggio a Bari sarebbe stato incompleto senza questo incontro con voi, uomini e donne di Bitonto che con la vostra quotidiana fatica rendete feconda questa terra, traendone prodotti abbondanti e universalmente apprezzati".
 
Bitonto fu dapprima unita in persona episcopi all'arcidiocesi di Bari-Canosa e poi, con la riforma del [[30 settembre]] [[1986]] che riordinò le sedi diocesane in Italia, fu inconcepibilmente aggregata a questa, assumendo il suo nome attuale.
In occasione del Congresso Eucaristico Nazionale del maggio 2005, l'[[arcidiocesi di Bari-Bitonto]] fu meta del primo viaggio apostolico di [[Benedetto XVI]] dopo l'elezione a papa.
 
Presente nella città è anche la comunità dei [[testimoni di Geova]], che hanno a disposizione la "''sala delle Assemblee''", una struttura di grandi dimensioni che è un punto di riferimento per i testimoni di Geova di tutta la regione.
 
===Tradizioni e folclore===
====Feste Patronali====
[[File:Madonna Immacolata.png|thumb|200px|La Madonna appare al Generale Montemar]]
La città di Bitonto venera come santa patrona l'[[Immacolata Concezione]], La cui devozione risale al [[1731]], quando la città rimase illesa in seguito alla scossa di [[terremoto]] che provocò invece diversi danni nei dintorni. Questo evento fu attribuito all'Immacolata e in suo onore fu quindi fatto erigere in piazza Cattedrale la guglia dell'Immacolata. È però il miracolo occorso tre anni dopo durante la [[battaglia di Bitonto]] che consolida la figura dell'Immacolata come patrona della città.
 
Bitonto era coinvolta nella guerra per il possesso del [[Regno di Napoli]], conteso tra [[Monarchia asburgica|austriaci]] e [[Impero spagnolo|spagnoli]]. Il Principe di Belmonte, comandante dell'esercito austriaco, aveva deciso di disporre le proprie difese a Bitonto, che aveva deciso di aiutarli concedendo alcuni edifici come ospedale. Gli Austriaci, però, furono ugualmente sconfitti.
 
All'alba del [[26 maggio]] [[1734]] il generale [[José Carrillo de Albornoz, duca di Montemar|Montemar]], comandante dell'esercito spagnolo, meditava di saccheggiare Bitonto per punirla della sua fedeltà al nemico. L'esercito spagnolo stava per mettere a ferro e fuoco la città quando, secondo la tradizione, al generale apparve l’[[Immacolata Concezione]] che gli intimò di non attaccare la città.<ref name=Natale>{{cita|G. Otranto, N. Lavermicocca, V. Maurogiovanni, V.A. Melchiorre, A.M. Tripputi|p. 51-52|Natale, 1987}}.</ref>
 
In seguito ad un nuovo evento miracoloso attribuito alla Vergine, l'Immacolata fu dichiarata patrona di Bitonto e su porta Baresana, luogo dell'apparizione, fu posta una statua dell'Immacolata a ricordo dell'evento.<ref name="Natale"/> Il nuovo re del Regno di Napoli, [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]] nominò Montemar ''[[duca]] di Bitonto'' e in memoria dell'evento fece erigere sul luogo del campo di battaglia, oggi appunto piazza XXVI maggio 1734, l'Obelisco Carolino.
 
Ogni anno i festeggiamenti in onore della Patrona cominciano già dal pomeriggio del [[25 maggio]] con la processione di trasferimento del simulacro dell'Immacolata dalla cattedrale alla [[basilica dei Santi Medici]]. Alle 20,00 si ha invece lo scoprimento del quadro, una tela di Tina Masciale, rappresentante l'apparizione,posizionata presso porta Baresana e coperta da un telo. Alle prime ore del mattino del 26 maggio, intorno alle 7,00, viene celebrata una messa di ringraziamento alla Patrona sul sagrato della basilica. Terminata la messa il simulacro viene riportato con un'altra processione in cattedrale. Nel pomeriggio del 26 si tiene il [[corteo storico]] che propone una rievocazione storica della battaglia.
 
L'organizzazione delle feste patronali è gestita dal ''Comitato Feste Patronali "Maria Santissima Immacolata" ''.
In occasione delle festività patronali, in corso Vittorio Emanuele, porta Baresana e l'area tra piazza Marconi e piazza Aldo Moro, sono allestite le [[luminarie]] e, in piazza Cavour, una [[cassa armonica]].
Nel tardo pomeriggio vi è la processione solenne in cui il simulacro della Patrona viene portato per tutto il centro di Bitonto in festa dove i cittadini salutano la loro Patrona che li salvò nel lontano 1734.
 
====Festa dei Santi Medici====
{{vedi anche|Culto dei Santi Medici a Bitonto}}
[[File:Santimedici.JPG|thumb|150px|I Santi Medici escono dal santuario]]
La devozione per i [[Cosma e Damiano|santi medici]] Cosma e Damiano si può far risalire al [[X secolo]], testimoniata dalla presenza di affreschi in una grotta nei pressi di lama Balice<ref name=arci>{{cita web|url=http://www.arcidiocesibaribitonto.it/luoghi-di-culto/santuario-santi-medici-cosma-e-damiano/storia|titolo=Arcidiocesi di Bari-Bitonto|accesso=31-01-2008}}</ref>. Fu però nel [[1572]] che giunsero a Bitonto le reliquie delle braccia dei taumaturghi<ref name="arci"/>. Il numero sempre più crescente di pellegrini nel tempo ha richiesto la costruzione della moderna basilica inaugurata nel [[1973]] ed elevata a basilica pontificia da Paolo VI nel 1975. I festeggiamenti, che iniziano il [[26 settembre]] con una novena di [[preghiera]],<ref name=santim>{{cita web|url=http://www.santimedici.org/index.php?mod=santuario&smod=storia&m2id=1680&navId=1680|titolo=Santimedici.org|accesso=31-01-2008}}</ref> culminano la terza [[domenica]] di [[ottobre]]<ref name="santim"/>, con una [[processione]] che dura all'incirca dodici ore e inizia con l'uscita delle statue dal santuario che avviene verso le 8,30.
Con lo sguardo rivolto alle statue, i più devoti percorrono all'indietro l'intero l'intero itinerario. Tra di loro alcuni camminano scalzi oppure portano pesanti [[cero|ceri]]<ref name="santim"/>. Costoro, posizionati davanti alle statue (dietro l'intera folla), accompagnano gruppi di partecipanti che cantano la [[devozione]] ai due santi. Tanti fedeli residenti nei centri vicini, manifestano la loro devozione raggiungendo Bitonto a piedi e baciando le statue dei santi.
 
La processione termina in serata con l'ostensione delle [[Reliquia|reliquie]], i fuochi d'artificio, e la messa solenne nel santuario, celebrata dal [[vescovo]] dell'[[Arcidiocesi di Bari-Bitonto]], ascoltata in piazza grazie ad un sistema di megafoni posti in quattro punti della piazza stessa.
Durante la festa si tiene inoltre una [[fiera]] tradizionale che si ripete il giorno dopo e la domenica successiva.
 
Nel [[1993]] è stata istituita la fondazione, dedicata ai due santi, per dare maggiore sviluppo alle attività di volontariato medico-sanitarie e di assistenza per gli indigenti, iniziate già dal [[1986]] ad opera di circa 150 volontari (mensa per i poveri, ambulatorio gratuito, casa di accoglienza per i senza tetto, centro di ascolto, ospitalità per i profughi).<ref>{{cita web|url=http://www.santimedici.org/index.php?mod=fondazione&m2id=1702&navId=1702|titolo=Fondazione Opera SS. Medici|accesso=07-02-2008}}</ref> L'ultimo obiettivo raggiunto è stata la costruzione di un [[hospice]], entrato in funzione nel [[2007]], che ospita un centro di [[cure palliative]] (globali) per malati terminali.<ref>{{cita web|url=http://www.santimedici.org/index.php?mod=fondazione&smod=servizi&m2id=1710&navId=1710|titolo=Hospice dei Santi Medici|accesso=07-02-2008}}</ref>
 
{{Immagine grande|Mediciinbitonto.png|800px|<center>Panoramica della processione dei Santi Medici vicino alle statue, in via Giacomo Matteotti</center>}}
 
====Riti della Settimana Santa====
{{vedi anche|Settimana Santa di Bitonto}}
I riti della [[settimana Santa]] assumono grande importanza a Bitonto. I riti in realtà, cominciano già il venerdì di passione: quella mattina, dalla [[cattedrale di Bitonto|concattedrale]] ha inizio una processione. A sfilare è l'[[Maria Addolorata|Addolorata]] vestita di pizzo nero, con lo sguardo frontale, il cuore trafitto da uno spadino e mantiene un fazzoletto fra le mani. Essa è adornata con rose rosse ai suoi piedi e illuminata da 111 candele (poste in duplice fila intorno alla statua). A fare da cornice alla processione è la voce dei bambini delle scuole elementari della città che, con le loro voci bianche, intonano ''La Desolata'', un inno composto nei primi anni del [[XX secolo|Novecento]].
[[File:Addoloratabitonto.JPG|thumb|200px|left|La Madonna Addolarata durante la ''processione di gala'']]
Il [[giovedì Santo]] è destinato alla visita dei sepolcri che, secondo la tradizione bitontina, devono essere in numero di sette. Verso le 17,30, in piazza Cattedrale e piazza Cavour, nel centro storico, vi è l'esecuzione delle marce tradizionali e successivamente quelle funebri.
Particolare attenzione deve rivestire la visita ai sepolcri della chiesa del Purgatorio e alle immagini, che partendo da qui saranno portate in processione il giorno seguente.
 
Verso mezzanotte arriva alla chiesa del Purgatorio il Trofeo floreale che custodisce una croce di argento del 1887<ref name="misteri"/> in cui è situato il "Legno Santo", due schegge del Sacro Legno della Croce, che furono donate dall'arcivescovo di [[Arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo|Siponto e Manfredonia]] nel [[1711]].
 
Il [[venerdì santo]] si tengono due processioni: la processione dei misteri, e quella detta "di gala".
 
La processione dei misteri parte verso le 5,00 di notte, dalla chiesa di San Domenico, dove otto statue vengono portate in processione: ''Cristo nell'orto'', ''Cristo alla colonna'', ''Ecce Homo'', ''Cristo con la croce'', ''il Calvario'', ''la Pietà'', ''Cristo Deposto'' e ''l'Addolorata''. Le prime sei furono realizzate nel 1714. Le altre due furono integrate nel 1721.<ref name="misteri">{{cita|Procacci|Procacci,2000}}</ref> Le luci cittadine interessate da tale percorso vengono appositamente spente.
 
La "processione di gala" parte invece dalla chiesa del Purgatorio. Essa ha inizio al tramonto e termina solo all'alba del [[sabato santo]] percorrendo le vie del centro storico.
Alla processione sfilano tre statue. Il ''Cristo Morto'', (in dialetto: ''la neuche'', "la culla"), realizzata a [[Napoli]] nel [[1880]],<ref name="misteri"/> è la prima partire. Segue l<nowiki>'</nowiki>''Addolorata'', dei primi del Settecento<ref name="misteri"/> e, infine, il Legno Santo, custodito in un trofeo floreale che ogni anno cambia tema, non prima di una delle tre copie della [[Sindone di Torino|Sacra Sindone]] realizzata nel [[1646]].<ref>La data è riportata sulla copia stessa, vedi {{cita|Raffard de Brienne|p. 59|Raffard, 1998}}.</ref>
 
I portatori, che solitamente sono quattro e sorreggono a spalla le statue, sono vestiti con il tipico "stiferio", un lungo frac.
 
====Festa della Madonna delle Grazie====
Molto sentita è la festività in onore della Madonna delle Grazie, qui nota anche come ''Madonna del Miglio'' che si venera nella chiesetta di campagna a un miglio dall'abitato. In onore della Madonna delle Grazie tale chiesa viene aperta dal primo sabato dopo la [[Pasqua]], per permettere ai fedeli di recitare la preghiera dei "sette sabati alla Madonna".
 
I festeggiamenti hanno inizio, per tradizione, l'ultima domenica di [[agosto]], giorno in cui avviene il trasferimento della statua della Madonna (datata orientativamente alla seconda metà dell'Ottocento) con il carro tradizionale su cui prendono posto decine di bambini che annunciano con "Evviva Maria" l'arrivo della statua in città. Durante la settimana seguente la statua sosta presso la chiesa di San Pietro Nuovo in occasione della Settimana Mariana.
 
La prima domenica di [[settembre]] è dedicata alla festa vera e propria durante la quale la statua viene portata a spalla per le vie cittadine preceduda da una processione di fedeli e di confratelli (vestiti con la tipica [[mozzetta]] di colore [[azzurro]]). Il giorno successivo si procede al trasferimento della statua sul carro tradizionale, presso la chiesa di campagna.
 
====Altri riti tradizionali====
*Festa di [[San Francesco da Paola]] (seconda domenica dopo Pasqua)
*Festa di [[Santuario della Santa Casa|Maria SS. di Loreto]] ([[1º maggio]])
*Festa di [[San Michele Arcangelo]] (domenica successiva al [[8 maggio]])
*Festa di [[San Pasquale Baylón]] (domenica successiva al [[17 maggio]])
*Festa di [[Santa Rita da Cascia]] ([[22 maggio]])
*Festa del [[Corpus Domini]]
*Festa di [[Sant'Antonio da Padova]] (domenica successiva al [[13 giugno]])
*Festa del [[Sacro Cuore di Gesù]] (prima domenica di luglio)
*Festa di [[Santa Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] (seconda domenica di luglio)
*Festa di [[Beata Vergine Maria del Monte Carmelo|Maria SS. del Carmelo]] (domenica successiva al [[16 luglio]])
*Festa di [[Anna (madre di Maria)|Sant'Anna]] (domenica successiva al [[26 luglio]])
*Festa del [[Crocifisso|Crocifisso (o "Cristo dell'acqua")]]
*Festa di [[Sant'Isidoro Agricola]] (seconda domenica di settembre)
*Festa di [[San Pio da Pietralcina]] ([[23 settembre]])
*Festa di [[Santa Filomena di Roma|Santa Filomena]]
*Festa di [[Madonna del Rosario|Maria SS. del Rosario]] (prima domenica di ottobre)
*Festa dell'Immacolata Concezione ([[8 dicembre]])
 
===Enti e Istituzioni===
==== Forze di polizia e giustizia ====
* Comando dell'Arma dei Carabinieri
* Comando di Polizia Municipale
* Commissariato della Polizia di Stato
* Tenenza della Guardia di Finanza
* Sezione Distaccata del Tribunale di Bari<ref>{{cita web|url=http://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_4.wp;jsessionid=CA32C5043C8876E8AA397EF2C1FE0751.ajpAL01?facetNode_1=2_7&selectedNode=2_7_9_0037&facetNode_2=2_7_9|titolo=Ministero della Giustizia - Uffici nel comune di Bitonto|accesso=3-09-2009}}</ref>
 
==== Strutture sanitarie ====
* Ospedale civile "Umberto I",<ref>{{cita web|url=http://www.asl.bari.it/Distretto.aspx?Organizzazione=47|titolo=Asl Bari/Distretto SS 3 - Bitonto|accesso=3-09-2009}}</ref> chiuso dal 16 marzo 2011.
* Hospice "Aurelio Marena"
 
==Cultura==
===Istruzione===
====Biblioteche====
*''Biblioteca civica Eustachio Rogadeo'': La biblioteca comunale prende il nome dal palazzo che la ospita, donato nel [[1966]] dall'omonima famiglia al Comune per essere adibito a biblioteca civica e a museo. La biblioteca contiene un'ingente patrimonio librario: circa 60&nbsp;000 volumi di cui cospicuo è il numero di [[cinquecentine]], [[incunaboli]] e [[manoscritti]].<ref>{{cita web|url=http://www.comune.bitonto.ba.it/servizi/biblioteca.htm|titolo=Comune di Bitonto - Biblioteca|accesso=15-11-2008}}</ref>
*''Biblioteca diocesana'': Nata come biblioteca del seminario, nel [[1738]] è diventata biblioteca vescovile. Possiede circa 50&nbsp;000 volumi<ref>{{cita web|url=http://www.abei.it/biblioteche/puglia.htm|titolo=Abei - Biblioteche Puglia|accesso=15-11-2008}}</ref>
 
*''Biblioteca Antonio De Capua'': Istituita circa trent'anni fa dal Centro Ricerche di Storia e Arte bitontina.<ref>{{cita web|url=http://www.centroricerchebitonto.com/index.php?option=com_content&view=article&id=96&Itemid=3|titolo=Biblioteca A. De Capua|accesso=15-11-2008}} sul sito del Centro Ricerche di Storia e Arte – Bitonto</ref>
*''Biblioteca Martucci Zecca'': La biblioteca della famiglia Martucci Zecca consiste in una raccolta di giornali locali e pugliesi degli ultimi decenni dell'[[XIX secolo|Ottocento]].
*''Biblioteca dei musicisti pugliesi'': La biblioteca fu istituita dall'Associazione musicale "Tommaso Traetta" e raccoglie pubblicazioni dei musicisti locali e pugliesi.
 
====Scuole====
* Scuole Secondarie di I grado: 5 scuole
* Scuole Secondarie di II grado: 3 licei, 2 istituti tecnici e 2 professionali
 
====Musei====
=====Galleria nazionale De Vanna=====
{{vedi anche|Galleria nazionale della Puglia}}
{{Museo
|NomeMuseo= Galleria Nazionale della Puglia
|Indirizzo= Via Gian Donato Rogadeo, 14, 70032 Bitonto, [[Italia]]
|Tipologia= [[Arte]]
|Immagine= Palazzocalò.JPG
|Didascalia= Il palazzo Sylos Calò, sede della Galleria.
|Larghezza= 200px
|Sito= [http://www.gallerianazionalepuglia.beniculturali.it/index.php?it/1/home Galleria nazionale della Puglia]}}
La [[Galleria nazionale della Puglia|Galleria nazionale di Bitonto]] è la prima galleria nazionale di [[arte moderna]] di [[Puglia]]. È intitolata ai bitontini Girolamo e Rosaria Devanna che ne hanno permesso l'apertura donando la loro collezione nel 2004. Essa raccoglie 229 [[dipinti]] e 108 [[disegni]] attribuiti ad importanti [[artisti]] italiani e stranieri, databili tra il [[XVI secolo|XVI]] ed i primi del [[XX secolo]].<ref>{{Cita news|url = http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/02/27/la-galleria-devanna-superstar-bitonto-una-piccola.html|titolo = La galleria De Vanna superstar, Bitonto una piccola Siena|pubblicazione = la Repubblica |giorno = 27|mese = Febbraio|anno = 2009|accesso = 6/10/2009}}</ref> Sono attualmente esposti 166 [[dipinti]] suddivisi in cinque sezioni, nella cornice del [[rinascimentale]] [[palazzo Sylos-Calò]].
 
=====Museo diocesano Marena=====
{{vedi anche|Museo diocesano di Bitonto{{!}}Museo diocesano "Monsignor Aurelio Marena"}}
{{Museo
|NomeMuseo= Museo diocesano "Mons. Aurelio Marena"
|Data di fondazione= 1970
|Indirizzo= Cortile Vescovado n. 2 - 70032 Bitonto
|Tipologia= Arte sacra
|Telefono= 080 3741289
}}
Creato tra il [[1969]] e il [[1970]],<ref name="Puglia p. 51">{{cita|Natali|p. 51|Natali, 2004}}.</ref> il museo è ospitato dalla curia vescovile. Si tratta del museo dell'[[arcidiocesi di Bari-Bitonto]], che raccoglie i beni artistici della concattedrale di Bitonto. Il museo è disposto sui tre piani del palazzo.
 
Il primo piano è dedicato alla pittura dell'Ottocento e del Novecento in Puglia. Il secondo piano è dedicato ai dipinti dei secoli [[XVII secolo|Seicento]] e [[XVIII secolo|Settecento]] ma vi sono anche sculture del XV e XVII secolo. Di particolare interesse un'[[icona (arte)|icona]] lignea raffigurante la Vergine di autore [[bizantino]] databile al [[XII secolo]] e un crocefisso del [[XIV secolo]] di scuola umbra.<ref name="Puglia p. 51"/>
Nel terzo piano sono sistemate opere realizzate da artisti della scuola bitontina del XVII secolo (Alfonso de Corduba, Carlo Rosa, Nicola Gliri, Francesco Altobelli).
 
La ricca collezione ospitata nel museo diocesano sarà a breve trasferita presso l'ex seminario vescovile annesso alla [[chiesa di San Francesco d'Assisi (Bitonto)|chiesa di San Francesco della Scarpa]]. La struttura, articolata su due livelli e dotata di un giardino pensile, ospiterà oltre 2500 pezzi e sarà il museo diocesano più grande del [[mezzogiorno]].<ref>{{Cita news|autore = Titti Tummino|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/02/16/da-ex-seminario-museo-high-tech.html|titolo = Da ex seminario a museo high tech.|pubblicazione = la Repubblica |giorno = 16|mese = Febbraio|anno = 2006|accesso = 6/10/2009}}</ref>
 
=====Museo archeologico De Palo-Ungaro=====
{{Museo
|NomeMuseo= Museo archeologico "De Palo-Ungaro"
|Indirizzo=
|Tipologia= [[Archeologia]]
|Immagine=Ceramichebitonto.JPG
|Didascalia=Ceramica appula a figure rosse, rinvenuta nei pressi di Bitonto e conservata nel museo
|Larghezza=200px
|Orari=
|Biglietti=
|Telefono=
|Sito=
}}
Raccoglie reperti pre-romani rinvenuti nel territorio comunale. Il museo offre un quadro molto dettagliato su quella che fu la [[Peuceti|civiltà Peuceta]] e la vita culturale della città in quel periodo storico. Ospita due mostre permanenti "Gli antichi Peucezi a Bitonto" e "Donne e Guerrieri da Ruvo a Bitonto", che raccolgono reperti datati fra il [[VI secolo a.C.|VI]] e il [[III secolo a.C.]]<ref name="Puglia p. 51">{{cita|Natali|p. 50|Natali, 2004}}.</ref> rinvenuti nella [[necropoli]] di [[via Traiana]].
 
I numerosi corredi funebri esposti sono ricchi di reperti ceramici e metallici, databili all'età arcaica e tardoellenistica<ref name="Puglia p. 51"/> e che consentono quindi di tracciare l'evoluzione economica e sociale della civiltà peuceta e di conoscerne usi e costumi.
Nella prima sala i reperti sono esposti secondo un criterio [[cronologia|cronologico]] che permette di ricostruire l'evoluzione e le influenze di civiltà limitrofe sull'[[artigianato]] locale.
Si passa così da reperti a decorazione geometrica, tipica della produzione peuceta, a [[vasellame]] a vernice nera con figure rosse tipiche della civiltà greca.
 
Nella seconda sala le teche custodiscono [[cinturone|cinturoni]], [[strigile|strigili]], [[mortaio|mortai]] a testimonianza della cultura guerriera dei peuceti.
 
Nella terza sala sono conservati i monili, le collane, i pesi da telaio e le grandi [[anfore]] decorate con corpi di donne vestite di [[chitone|chitoni]].
 
=====Museo civico Rogadeo=====
{{Museo
|NomeMuseo= Museo civico "Eustachio Rogadeo"
|Indirizzo=
|Tipologia= [[Archeologia]], [[arte]]
|Immagine=
|Didascalia=
|Orari=
|Biglietti=
|Telefono=
|Sito=
}}
Venne aperto al pubblico nel [[1962]], prendendo il nome dal palazzo che lo ospita, il [[XVII secolo|seicentesco]] palazzo Rogadeo, sede anche della biblioteca comunale. Vi sono esposti soprattutto reperti [[Archeologia|archeologici]] come ceramiche di epoca greco-romana rinvenuti nel territorio bitontino, un monetario, sculture e dipinti del [[XVII secolo|XVII]]-[[XVIII secolo]]. Al pianterreno vi è la pinacoteca che conserva opere di artisti pugliesi dell'Ottocento, della donazione ''Cuonzo''.<ref>{{cita|Natali|p. 52|Natali, 2004}}.</ref>
 
===Media===
====Radio====
Una certa importanza storica nel settore radiofonico locale ha "''Bitonto Radio International''", che è stata una delle prime [[radio libere|stazioni radiofoniche libere italiane]]. Fu fondata nel [[1976]] ma cessò di trasmettere due anni dopo. "''Radio One''" è attualmente la radio locale più conosciuta e trasmette [[musica rock]].<ref>Informazioni su {{cita web|url=http://www.radiowww.it/radio.php?nome=one1|titolo=Radio One|accesso=31-01-2008}}</ref>.
Nell'estate del [[2011]] è nata la prima Webradio Bitontina ([[Radio New Generation]]) creata da ragazzi giovanissimi attualmente online.
 
====Stampa====
*"''Primo piano''", periodico mensile; direttore Mimmo Larovere.<ref>sito internet - {{cita web|url=http://www.primopiano.info |titolo=Primo piano|accesso=31-01-2008}}</ref>
 
*"''Da Bitonto''", periodico mensile; direttore Franco Amendolagine.
*"''Bitonto''", pagina dedicata a Bitonto dalla "Gazzetta di Bari", all'interno della [[Gazzetta del Mezzogiorno]].
 
====Internet====
*"''[[BitontoTV]]''",<ref>Sito internet - {{cita web|url=http://www.bitontotv.it/cms/|titolo= Bitonto TV|accesso=31-01-2008}}</ref> portale network - webTV.
*"''Bitontolive''",<ref>Sito internet - {{cita web|url=http://www.bitontolive.it/|titolo= Bitontolive|accesso=31-01-2008}}</ref> portale network.
*"''[[Radio New Generation]]''",<ref>Sito internet - {{cita web|url=http://www.radionewgeneration.net/|titolo= Radio New Generation|accesso=31-01-2008}}</ref> Prima Web Radio Bitontina
 
====Cinema====
Tre personaggi di Bitonto sono stati più volte presenti sul "grande schermo": [[Michele Mirabella]], [[Bianca Guaccero]] e [[Pippo Mezzapesa]].
 
Il film di [[Lucio Fulci]] ''[[Non si sevizia un paperino]]'', è ispirato ad una storia vera avvenuta a Bitonto nel [[1971]] quando la città fu teatro di una serie di delitti dove le vittime erano bambini, da cui appunto il regista trasse spunto per il soggetto.<ref>{{cita libro|Paolo Albiero &|Giacomo Cacciatore|Cristo si è fermato ad Accendura, ovvero: Non si sevizia un paperino (1972), in Il terrorista dei generi. Tutto il cinema di Lucio Fulci|2004|Un mondo a parte|Roma|id=ISBN 8890062967|pagine =pagine 124-135}}</ref>
 
Il Comune di Bitonto si è trasformato in un ''"set cinematografico"'' in diverse occasioni: la prima fu nel [[2001]] con la miniserie ''"[[Ama il tuo nemico 2]]"'', fiction che aveva per protagonisti [[Andrea Di Stefano]], la allora giovanissima [[Bianca Guaccero]], l'attore barese [[Michele Venitucci]] e [[Imma Piro]].
Nell'anno [[2004]] scorci di Bitonto furono ripresi nel film ''[[L'amore ritorna]]''<ref>{{cita web|url=http://www.apuliafilmcommission.it/cinema-in-puglia/98-%E2%80%93-l%E2%80%99amore-ritorna|titolo=Apulia Film Commission – L'Amore ritorna|accesso=05-07-2011}}</ref> del regista pugliese [[Sergio Rubini]], con [[Margherita Buy]] e [[Mariangela Melato]].
 
Nel [[2008]] è interamente girato a Bitonto il cortometraggio ''Pinuccio Lovero. Sogno di una morte di mezza estate'', dal già citato [[Pippo Mezzapesa]]; Viene ripreso il centro storico di Bitonto e il cimitero della frazione di [[Mariotto (Bitonto)|Mariotto]].<ref>{{cita web|url=http://www.cinemaitaliano.info/pinuccioloverosognodiunamortedimezzaestate|titolo=Scheda film|accesso=05-07-2011}}</ref>
Tra il [[2010]] e il [[2011]] esce, in alcune sale pugliesi, il film ''"[[Piripicchio (film)|Piripicchio, l'ultima mossa]]"'', con molte scene girate in Bitonto.
Nel [[2012]], infine, sono girate alcune scene nel centro storico di Bitonto di una fiction dedicata a Domenico Modugno del regista [[Riccardo Milani]] con [[Beppe Fiorello]].
 
===Cucina===
Ricca è la cucina bitontina, che annovera diversi piatti tipici.
Tra questi è la ''cialledde'', preparato con pane bagnato, pomodorini, olio e sale. Piatti simili sono diffusi in tutta la Puglia.<ref>{{cita|Bonomo, Loaldi, Prosperi|p.230.|Bonomo}}</ref>
Diffusi sul territorio murgiano sono i [[lampascioni]], una pianta che genera dei bulbi dalla forma di piccole cipolle. Tali bulbi sono raccolti e lasciati a mollo almeno due giorni, dopo i quali sono pronti per essere serviti, solitamente conditi con [[sale]] e [[olio d'oliva]].
[[File:Orecchiette pugliesi.JPG|thumb|left|200px|Orecchiette]]
 
Rinomati i dolci legati alle tradizioni festive.
Tipica del periodo di Ognissanti è ''la colva'', preparata con grano ammorbidito nell'acqua, chicchi di melograno e di uva, scaglie di cioccolato fondente, il tutto legato insieme dal vin cotto di uva.<ref>{{cita|Buttitta|p. 95.|Buttitta}}</ref>
 
Tipiche del periodo [[natale|natalizio]] sono, invece, le cartellate, e i cuscinetti di Gesù Bambino. Le prime sono dei nastrini di una sottile sfoglia di pasta preparata con farina, olio e vino bianco, avvolti su se stessi sino a formare una sorta di "rosa" che sono poi fritte in abbondante olio e passate nel vin cotto di uva, di fichi, o di fichi d'India. Talvolta il vino bianco è sostituito con del succo di arancia.
Con lo stesso impasto si preparano i cuscinetti: si ricavano piccoli rettangoli di pasta farciti con della pasta reale, ottenuta dalla triturazione delle mandorle e l'aggiunta di zucchero. Successivamente sono chiusi per formare piccoli cuscinetti che dopo saranno cotti: cosparsi di zucchero a velo se passati al forno oppure rigirati nello zucchero semolato se fritti.
A [[Pasqua]], invece, si prepara la [[scarcella]], una ciambella o colomba di cioccolato di pane addolcito con della glassa. La ricetta tipica prevede anche un uovo sodo al centro.
[[Carnevale]], infine, è l'occasione per la preparazione delle [[chiacchiere]].
 
Tipica è anche la [[focaccia alla barese|focaccia]] di [[patate]], un piatto occasionale che per tradizione si mangia la domenica. L'impasto consiste in farina, olio d'oliva, pomodori e patate macinate. Il tutto viene poi cotto in forno per circa 15-20 minuti.
 
Il dolce simbolo della città è però il [[bocconotto]]. La ricetta era un segreto delle suore del Monastero di Santa Maria delle Vergini.
 
===Personalità legate a Bitonto===
[[File:Tommaso traetta.jpg|thumb|200px|Tommaso Traetta, illustre bitontino]]
*[[Luca da Bitonto]] ([[1175]] – [[1247]]), frate [[Ordine francescano|francescano]];
*[[Antonio da Bitonto]] ([[1380]] – [[1459]]), frate [[Ordine francescano|francescano]];
*[[Giovanni Maria da Bitonto]], padre agostiniano progettista della galleria di [[palazzo Spada]] a [[Roma]];
*[[Cornelio Musso]] ([[1511]] – [[1574]]), vescovo della diocesi di Bitonto;
*[[Alessandro Crescenzi (cardinale)|Alessandro Crescenzi]] ([[1607]] – [[1688]]), vescovo della diocesi di Bitonto;
*[[Carlo Rosa (pittore)|Carlo Rosa]] ([[1613]] – [[1678]]), pittore nato, vissuto e morto a Bitonto;
*[[Francesco Antonio Altobello]] ([[1637]] – [[1703]]?), pittore nato a Bitonto;
*[[Nicola Gliri]] ([[1631]] – [[1680]]), pittore nato e vissuto e morto a Bitonto;
*[[Vitale Giordano]] ([[1633]] – [[1711]]), matematico nato e vissuto a Bitonto;
*[[José Carrillo de Albornoz]], ([[1671]] – [[1747]]), comandante spagnolo che vinse la battaglia di Bitonto;
*[[Nicola Bonifacio Logroscino]] ([[1698]] – [[1765]]), musicista e compositore classico nato e vissuto a Bitonto;
*[[Caffarelli|Gaetano Caffarelli]] ([[1710]] – [[1783]]), compositore e cantante lirico nato e vissuto a Bitonto;
*[[Tommaso Traetta]] ([[1727]] – [[1779]]), musicista e compositore drammatico nato e vissuto a Bitonto;
*[[Antonio Planelli]] ([[1747]] – [[1803]]), musicista, nato e vissuto a Bitonto;
*[[Pierre Ravanas|Pietro Ravanas]] ([[1796]] – [[1870]]), imprenditore francese che introdusse innovazioni nell'olivicoltura bitontina;
*[[Luigi Castellucci]] ([[1797]] – [[1877]]), architetto nato, vissuto e morto a Bitonto;
*[[Giovanni Vincenzo Rogadeo]] ([[1834]] – [[1899]]), politico nato, vissuto e morto a Bitonto;
*[[Anna de Renzio]] ([[1889]] – [[1975]]), insegnante nata, vissuta e morta a Bitonto;
*[[Nicola Fornelli]] ([[1843]] – [[1915]]), pedagogista nato e vissuto a Bitonto;
*[[Pasquale Panisco]] ([[1851]] – [[1891]]), musicista e compositore nato e vissuto a Bitonto;
*[[Gennaro Rubino]] ([[1859]] – [[1918]]), anarchico nato e vissuto a Bitonto;
*[[Giovanni Modugno]] ([[1880]] – [[1957]]), pedagogista nato e vissuto a Bitonto;
*[[Pasquale La Rotella]] ([[1880]] – [[1963]]), musicista e compositore nato e vissuto a Bitonto;
*[[Gaetano Spinelli]] ([[1887]] – [[1945]]), pittore [[postmacchiaioli|postmacchiaiolo]] nato e vissuto a Bitonto;
*[[Vincenzo Bellezza]] ([[1888]] – [[1964]]), maestro direttore d'orchestra nato e vissuto a Bitonto;
*[[Francesco Speranza]] ([[1902]] – [[1984]]), pittore nato e vissuto a Bitonto;
*[[Michele Genovese]] ([[1907]] – [[1980]]), in arte [[Piripicchio]], attore comico vissuto e morto a Bitonto;
*[[Paolo Sylos Labini]] ([[1920]] – [[2005]]), economista nato da genitori bitontini;
*[[Giuseppe Degennaro]] ([[1940]] – [[2004]]), imprenditore, rettore universitario e senatore nato e vissuto a Bitonto.
*[[Michele Mirabella]] ([[1943]]), conduttore televisivo nato a Bitonto;
*[[Vito Antuofermo]] ([[1953]]), ex pugile campione mondiale di genitori entrambi bitontini;
*[[Giovanni Procacci]] ([[1955]]), senatore della [[Repubblica Italiana]] nato e vissuto a Bitonto;
*[[Mimmo Mancini]] ([[1960]]), regista e attore italiano nato e vissuto a Bitonto;
*[[Antonio Bellavista]] ([[1977]]), ex calciatore italiano di [[Serie A]] nato e vissuto a Bitonto;
*[[Pippo Mezzapesa]] ([[1980]]), regista nato e vissuto a Bitonto;
*[[Bianca Guaccero]] ([[1981]]), attrice nata e vissuta a Bitonto;
*[[Antonio Balzano]] ([[1986]]), calciatore italiano del [[Delfino Pescara 1936|Pescara]] nato e vissuto a Bitonto.
 
<!--Gli inserimenti di personaggi privi di una voce a sé saranno cancellati: anziché farlo proporre l'inserimento in discussione-->
 
===Eventi===
====Rievocazione della battaglia di Bitonto====
{{vedi anche|Battaglia di Bitonto}}
Dal [[1985]], a Bitonto si svolge il corteo<ref name="corteo">{{Cita news|autore = Bitonto TV staff|url = http://bitonto.myblog.it/archive/2008/05/18/corteo-storico-tradizione-leggenda-folklore.html|titolo = CORTEO STORICO: TRADIZIONE, LEGGENDA, FOLKLORE|pubblicazione = BitontoTV|giorno = 18|mese = 5|anno = 2008|accesso = 6/9/2012}}</ref>, in cui viene rappresentata la società di Bitonto, si possono ammirare la ricostruzione delle pettinature e dei costumi preziosi, risultato di un lungo e paziente lavoro, nel periodo della battaglia: Bitonto e il meridione erano sotto il dominio austriaco quando il re di Spagna, [[Filippo V di Spagna|Filippo V]], marito della duchessa italiana [[Elisabetta Farnese]], spinse il figlio Carlo, già duca di [[Parma]] e [[Piacenza]], a muovere alla conquista del Mezzogiorno. Il [[10 maggio]] del 1734 il conte Montemar entrò in Napoli senza trovare resistenza, proseguendo facilmente la marcia verso Sud. Inevitabile lo scontro fra austriaci e spagnoli nelle campagne di Bitonto, che videro la vittoria degli spagnoli.
 
L’obiettivo del corteo storico è però anche ricordare che questa fu una battaglia decisiva non solo per Bitonto ma per tutto il [[Meridione]]<ref name="corteo"/>, in quanto segnò un cambiamento decisivo per il [[Sud Italia|Sud]]: benché il nuovo sovrano fosse di casato spagnolo, infatti, il regno che succedette all’Austria era pur sempre autonomo. Inoltre, fu proprio con [[Carlo III di Spagna|Carlo III di Borbone]] che arrivò l’[[illuminismo]] nel Meridione.
 
I figuranti percorrono tutta la città partendo da palazzo Rogadeo, in via Mercanti, passando per Porta Robustina, da piazza Sylos Sersale, fino a Corso Vittorio Emanuele. Dopo il percorso nelle principali vie bitontine in Piazza XXVI maggio c’è un’animazione dei fucilieri di Potenza e la consegna della chiave della città presso Porta Baresana.
 
==Geografia antropica==
===Urbanistica===
[[File:Immabitonto.JPG|thumb|250px|La guglia dell'Immacolata.]]
La città di Bitonto è formata da tante vie disposte a raggiera che partono da un nucleo centrale costituito dal centro storico.
Il centro storico della città, di forma trapezoidale, è delimitato a tratti dai resti delle mura di periodo normanno. La città era collegata a [[Roma]] mediante la [[via Traiana]] che vi giungeva da [[Ruvo di Puglia]] e passava per una delle cinque porte (Porta Robustina).<ref>{{cita web|url=http://rilievo.stereofot.it/studenti/aa99/Pice/storia/capitolo1.html|titolo=Centro storico - Origini|accesso=30-07-2008}}</ref>
 
Le vie del centro storico hanno andamento tortuoso, spesso sono sostituite da gradinate. Sparsi per tutto il borgo antico sono gli archi quasi sempre arricchiti con dipinti a soggetto religioso (ad esempio "arco Pinto"). Caratteristiche sono le corti bitontine, tra cui la "corte Fenice", dove nacque [[Tommaso Traetta]].
 
Le strutture rilevanti più antiche presenti nel centro storico risalgono al [[basso Medioevo]]<ref>{{cita web|url=http://rilievo.stereofot.it/studenti/aa99/Pice/storia/bassomedioevo.html|titolo=Centro storico - Basso Medioevo|accesso=14-11-2008}}</ref> mentre le più recenti sono state innalzate verso la prima metà del [[XVIII secolo|Settecento]]. Uno dei più antichi edifici della città è senza dubbio la concattedrale sull'antistante piazza omonima e il Torrione Angioino (in piazza Cavour). Tra gli edifici più moderni nel centro storico spiccano il teatro Traetta, la chiesa di San Gaetano, il palazzo Calò e la porta Baresana.
 
Nel [[XIX secolo]], il lato est della città si trasformò in un piccolo quartiere tagliato da via Traetta. Nella zona ottocentesca notevole è la chiesa del Crocifisso. Piazza Marconi invece segna il confine tra il quartiere est e l'ingresso al centro cittadino.
 
L'attuale zona centrale è anch'essa costituita in prevalenza da palazzi ottocenteschi (tra cui il palazzo Louise-Pannone e il palazzo Gentile, l'attuale sede del Comune),<ref>{{cita web|url=http://www.bitontolive.it/citta/scheda.aspx?v=30|titolo=Palazzo Gentile|accesso=16-09-2008}}</ref> situati da piazza [[Aldo Moro]], dove si trova una statua di [[Tommaso Traetta]] sino alla villa comunale. Dalla piazza si dipartono le arterie principali della città: corso [[Vittorio Emanuele II]] e via della Repubblica Italiana. Sulla prima, che si estende tra la porta Baresana e la Villa comunale, si affaccia il palazzo comunale. La seconda, che si estende tra il [[torrione angioino]] e la [[basilica Pontificia dei Santi Medici (Bitonto)|Basilica dei Santi Medici]], è la principale strada commerciale, dotata di portici.
 
La chiesa dei Santi Medici segna il confine tra il centro e la parte settentrionale della città e rappresenta il punto di riferimento e il monumento più importante di quest'ultima zona. Qui si sviluppa la zona artigianale, separata dal resto dell'abitato mediante la stazione della Ferrotramviaria (linea Bari-Barletta).
 
Infine la parte occidentale si sviluppa tra via Ammiraglio Vacca e [[Via Traiana]]. Benché anche questa sia una zona ottocentesca non si innalzano strutture architettoniche di rilievo. Importanti qui sono invece l'ospedale civile, con annessa chiesa di Cristo Re (o Madonna della Chinisa) e, proprio su via Traiana il [[cimitero]]. Da notare tuttavia è, almeno in gran parte, la presenza di un sistema viario molto accurato.
 
Importante è la rete fognante di Bitonto, tra le più antiche d'[[Europa]], realizzata secoli prima di quelle di [[Napoli]] e [[Parigi]]. La sua costruzione risale al [[1512]] e fu completata nei primi anni del [[XVII secolo|Seicento]].<ref>{{cita web|url=http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=15939|titolo=La rete fognante del '500 nel Centro Antico|accesso=14-04-2009}}</ref>
 
===Frazioni===
 
*'''[[Mariotto (Bitonto)|Mariotto]]''' (circa 3000 abitanti) si trova a circa 15&nbsp;km da Bitonto e in posizione leggermente più elevata (130&nbsp;m s.l.m.). Il nome deriva dal feudo di Mariotto dei Verità, con numerose tenute e masserie. L'attività prevalente è l'[[agricoltura]] ([[Olivo|olivicultura]] e [[Vitis|vigneti]]) e vi si produce il vino "San Barbato".
*'''[[Palombaio]]''' (circa 3000 abitanti), si trova a circa 8&nbsp;km da Bitonto, a metà strada fra [[Ruvo di Puglia]] e [[Palo del Colle]]. Negli ultimi cinque anni è stata soggetta ad un notevole sviluppo demografico, che ne ha visto raddoppiare la popolazione e sorgere numerosi campi sportivi. Nel [[Natale|periodo natalizio]] vi si svolge un [[presepe vivente]] sulla piazza del Milite Ignoto.
 
==Economia==
{{vedi anche|Economia della Puglia}}
 
L'economia cittadina è da sempre legata all'agricoltura, principalmente all'ulivo. Ad essa si affianca un'organizzazione industriale basata sull'olio. Sul territorio infatti, insistono circa cinquecento aziende agricole associate in unica cooperativa denominata appunto ''Cima di Bitonto''. Bitonto non è lontana dalla zona industriale di Bari. Sul territorio comunale insiste però soprattutto la manifattura tessile, con una quarantina di siti produttivi e oltre trecento aziende del settore abbigliamento.
[[File:Ulivobitonto.gif|thumb|250px|left|Ulivo secolare nelle campagne bitontine]]
Più bassa rispetto alla media provinciale è la disoccupazione giovanile.<ref>cfr. articolo de "La Gazzetta del Mezzogiorno" {{cita web|url=http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/Gdm_citta_paesi_interni1.php?IDNotizia=196816&IDCategoria=2288|titolo=Bitonto. Economia e società|accesso=31-01-2008}}</ref> In crescita il [[turismo]], soprattutto culturale, ma anche naturalistico.
 
Il [[commercio]] è basato soprattutto sulle tradizionali [[Fiera|fiere]] ("fiera di San Leone" e "fiera dei Santi Medici").
 
===Agricoltura===
{{vedi anche|Cima di Bitonto|Terra di Bari (olio di oliva)#Bitonto{{!}}Olio extravergine di oliva Terra di Bari – Bitonto}}
Bitonto con un patrimonio di oltre 1 700&nbsp;000 alberi di ulivo si impone tra i maggiori produttori in Italia di olio d'oliva.
Il territorio comunale infatti, produce un [[olio extravergine d'oliva]] ricavato dalla [[cultivar|varietà]] di olive "Cima di Bitonto", coltivata anche in altri comuni della [[provincia di Bari]].
 
L'olio di Bitonto, la cui produzione si è particolarmente sviluppata nel corso del [[XX secolo]], è caratterizzato da una bassissima acidità (0,21%),<ref>{{cita web|url=http://www.oleificiocimadibitonto.it//Italiano/Analisi.php|titolo=Olio Cima di Bitonto|accesso=31-01-2008}}</ref> e viene esportato in tutta Europa e in America. Bitonto è anche membro dell'''Associazione Nazionale Città dell'Olio''.<ref>{{cita web|url=http://www.cittadellolio.it/spip.php?rubrique4|titolo=Associazione Nazionale Città dell'Olio|accesso=31-01-2008}}</ref> È commercializzato come ''Terra di Bari'' a [[denominazione di origine protetta]] con la menzione geografica ''Bitonto''.<ref>{{cita web|url=http://www.oliodopterradibari.it/home.php |titolo=Consorzio dell'Olio DOP Terra di Bari|accesso=31-01-2008}}</ref>
 
Accanto alla produzione olearia, la campagna di Bitonto è adibita ad altre colture arboree, quali il [[Prunus dulcis|mandorlo]], il [[pera|pero]], il [[fico]] e il percoco (che produce frutti simili alle [[prunus persica|pesche]]): vengono inoltre coltivati i [[cereali]] e, oltre la frazione di Mariotto, la vite, dalla quale si ricava l'uva destinata alla produzione di [[vino]] (tra cui i vini ''Zagarello'' e ''San Barbato'').
 
Il settore agroalimentare si caratterizza per alcuni tipici prodotti da forno come il pane locale, la [[focaccia alla barese|focaccia]] casereccia, e anche i taralli, conosciuti nella zona come i ''taràlle de màsse''. Minoritario è l'allevamento (bovino) dal quale deriva però una piccola produzione di [[latte]].
 
===Industria===
L'industria è sviluppata con insediamenti siderurgici, di lavorazione di pelli, per la produzione di [[ceramica]], lavorazione di conglomerati bituminosi, lavorazione di pneumatici, lavorazione di vinacce e frantoi, calce viva, scatolifici, [[gomma]] soffice, prefabbricati, [[falegnameria]] industriale.
 
L'[[artigianato|attività artigianale]] e della piccola industria mette sul mercato nazionale e internazionale soprattutto i prodotti della confezione, dell'[[abbigliamento]] e della meccanica leggera: l'indotto conta oltre 1200 aziende con circa 13&nbsp;000 addetti. È anche prevista la costruzione, sulla direttrice Bitonto-Giovinazzo, di insediamenti [[industria]]li dotati delle più moderne [[infrastrutture]] e reti, [[ecologia|ecologicamente]] attrezzate, in grado di attrarre insediamenti di [[aziende]] che producono beni e [[servizi]] ad alto contenuto [[tecnologia|tecnologico]], su un'area di circa 800 ettari.<ref>Vedi {{cita web|url=http://www.consorzioasibari.it/index.php/agglomerati/bitonto-giovinazzo|titolo=Consorzio ASI - Agglomerato Bitonto-Giovinazzo|accesso=22-07-2011}}</ref>
 
===Turismo===
Il settore turistico a Bitonto sta vivendo un periodo di forte crescita. Nel [[2007]] infatti, le presenze turistiche in città sono aumentate del 350% rispetto al [[2006]], risultando così il comune più virtuoso della provincia.<ref>{{cita web|url=http://www.turismo.regione.puglia.it/notizia/189/it|titolo=Portale Ufficiale del Turismo della Regione Puglia|accesso=01-02-2009}}</ref> La città si mostra sempre più disponibile ad iniziative per la promozione del territorio, in particolare per quanto riguarda il [[turismo|turismo culturale]].
 
Questo successo è dovuto ad una politica di valorizzazione dei beni culturali, come ad esempio il restauro del [[Palazzo Sylos-Calò]], tra i più alti esempi del rinascimento pugliese, dove è stata stabilita la sede della galleria nazionale De Vanna. Un altro esempio è la rivalorizzazione del [[torrione angioino]] che ha subito un restauro, dove sono venute alla luce le sue fondamenta, e che è stato adibito a museo di arte contemporanea. Non meno importante è il lavoro di ripulitura esterna, e di restauro delle chiese più significative della città, prime tra tutte la concattedrale (che si prepara ad un'altra serie di lavori per un potenziamento),<ref>{{Cita news|autore = Francesco Paolo Cambione|url = http://www.bitontotv.it/cms/news/234/68/La-Cattedrale-non-sara-chiusa/|titolo = La Cattedrale non sarà chiusa|pubblicazione = BitontoTV|giorno = 31|mese = 10|anno = 2008|accesso = 6/10/2009}}</ref> dove scavi archeologici l'hanno fatta diventare un vero e proprio museo. Ma anche la chiesa di San Domenico,<ref>{{Cita news|autore = Francesco Paolo Cambione|url = http://www.bitontotv.it/cms/news/1178/68/Restituita-al-suo-splendore-la-Chiesa-di-San-Domenico/|titolo = Restituita al suo splendore la chiesa di San Domenico|pubblicazione= BitontoTv |giorno = 23|mese = Febbraio|anno = 2009|accesso = 6/10/2009}}</ref> che costituisce una tra le più importanti strutture [[barocche]] della [[provincia di Bari|provincia]], e la chiesa del Purgatorio, che assume importanza durante i riti della Settimana Santa.
 
Da non trascurare anche il turismo di tipo naturalistico che si fa spazio in città soprattutto dopo la rivalorizzazione della lama Balice con la costruzione di una pista ciclabile sul sito e il potenziamento di essa con una serie di fontane. Anche il turismo religioso prende sempre più piede. Le [[Culto dei Santi Medici a Bitonto|processioni dei Santi Medici]] e [[Settimana Santa a Bitonto|della Settimana Santa]] sono tra le più prestigiose di [[Puglia]] e accolgono ogni anno sempre più partecipanti e visitatori.
 
==Infrastrutture e trasporti==
===Strade===
La città, anche per il suo contesto territoriale, è un importante nodo stradale. Essa, infatti, è raggiunta dalla [[Strada statale 98 Andriese-Coratina|SP 231]] (già SS 98 andriese-coratina) che costeggia il centro cittadino nella parte meridionale, e ne funge quasi da tangenziale oltre a collegarla con Bari e Andria.
 
Per il breve tratto che collega Bitonto a [[Ruvo di Puglia]], l'ex strada statale è accostata alla [[Via Traiana]], voluta dall'Imperatore [[Traiano]] e fatta costruire nell'anno 108. Nel territorio comunale, a nord della città, è presente un'uscita dell'[[Autostrada A14 (Italia)|autostrada A14 Bologna-Taranto]]; non lontano è anche l'[[aeroporto di Bari-Palese]].
 
Poco distante è inoltre la [[Strada statale 16 Adriatica|SS 16 Adriatica]] che collega la città con i centri costieri di tutta la provincia e inoltre con Foggia, Brindisi e Lecce.
 
Importante per la città è la "strada poligonale di Bitonto", l'anulare bitontino di tre chilometri circa di raggio, antesignano dei grandi anulari di Roma e delle città del Nord Italia. Tale strada venne ideata e realizzata tra il 1946 e il 1948, dal presidente del consorzio delle strade vicinali Giuseppe Cazzolla con lo scopo di facilitare l'arrivo in città dalla campagna, ma nel tempo è diventata un anello di congiunzione dei vari assi stradali che raggiungono la città.
 
===Ferrovie===
[[File:FNB-EL 05-Bitonto 01-IG.jpg|right|thumb|250px|<center>Treno FNB nella stazione di Bitonto]]
Bitonto non è direttamente collegata alla rete [[ferrovia]]ria nazionale; tuttavia è servita dalla tratta locale [[Bari]]-[[Barletta]] delle [[Ferrovie del Nord Barese]], gestita dalla Ferrotranviaria. Fino al [[1963]], la città era servita da una breve linea ferroviaria, la [[Ferrovia Bitonto-Santo Spirito|Bitonto-Santo Spirito]], che collegava la città alla sua frazione costiera. Oggi parte di quel tracciato fa parte delle ferrovie del Nord Barese, permettendo alla città dei collegamenti con la sua ex frazione. È, inoltre, in corso di realizzazione anche una linea ferroviaria che collegherà Bitonto direttamente all'[[aeroporto di Bari-Palese]].
 
La città dispone di due stazioni ferroviarie collocate sulla tratta Bari-Barletta: la stazione centrale, situata su Piazza Ferdinando I D'Aragona, e quella intitolata ai Santi Medici, su via La Pira, entrata in funzione nel luglio 2010<ref>{{Cita news|autore = Bitonto TV staff|url = http://www.bitontotv.it/cms/news/5249/69/Ferrovie-Inaugurata-a-Bitonto-la-nuova-stazione-Ecco-il-video-servizio/|titolo = Ferrovie: Inaugurata a Bitonto la nuova stazione. Ecco il video servizio|pubblicazione = BitontoTV|giorno = 22|mese = 7|anno = 2010|accesso = 6/7/2010}}</ref> e realizzata allo scopo di decongestionare il flusso di viaggiatori nella stazione centrale.
 
===Aeroporti===
La città è servita dal vicino aeroporto di Bari-Palese "Karol Wojtyla", distante dal centro abitato all'incirca 6&nbsp;km, di cui una parte, l'estremo sud-occidentale, rientra nel territorio comunale di Bitonto.
 
===Autolinee===
La Ferrotramviaria spa oltre a gestire i servizi ferroviari gestisce anche i servizi di [[autobus]] per [[Bari]], [[Modugno]], [[Ruvo di Puglia|Ruvo]] e [[Terlizzi]] ma anche [[Andria]] e [[Barletta]].
Le autolinee che collegano la città ad [[Adelfia]], [[Bitritto]], [[Sannicandro di Bari]], [[Bitetto]], [[Grumo Appula]], [[Binetto]], [[Palo del Colle]]. [[Giovinazzo]] e [[Molfetta]], sono invece gestite dalla [[STP Bari]] (Società Trasporti Provinciali), mentre la ''[[Cotrap]]'' collega Bitonto a [[Santo Spirito-Catino-San Pio (Quartiere di Bari)|Santo Spirito]].
Le linee che collegano la città alle frazioni di Palombaio e Mariotto sono gestite dalla ASV Spa (Azienda Servizi Vari).
Bitonto è inoltre sede dell'autolinea SCOPPIO Srl (Paolo Scoppio & figli), autolinea a livello nazionale che collega Bitonto alle principali città turistiche italiane.
 
==Amministrazione==
 
 
=== Amministrazioni precedenti ===
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec
|[[5 dicembre]] [[1994]]
|[[28 novembre]] [[1998]]
|Umberto Kühtz
|[[Indipendente Sinistra-Centro]]
|[[Sindaco]]
|
}}
 
{{ComuniAmminPrec
|[[29 novembre]] [[1998]]
|[[24 maggio]] [[2003]]
|Nicola Pice
|[[Centro-Sinistra]]
|[[Sindaco]]
|
}}
 
{{ComuniAmminPrec
|[[25 maggio]] [[2003]]
|[[28 aprile]] [[2008]]
|Nicola Pice
|[[Centro-Sinistra]]
|[[Sindaco]]
|
}}
 
{{ComuniAmminPrec
|[[29 aprile]] [[2008]]
|[[19 febbraio]] [[2012]]
|Raffaele Valla
|[[Centro-Destra]]
|[[Sindaco]]
|
}}
 
{{ComuniAmminPrec
|[[19 febbraio]] [[2012]]
|[[30 maggio]] [[2012]]
|Pasquale Minunni
|-
|[[Commissario Prefettizio]]
|
}}
 
{{ComuniAmminPrec
|[[30 maggio]] [[2012]]
|in carica
|Michele Abbaticchio
|[[sinistra (politica)|Sinistra]]
|[[Sindaco]]
|
}}
 
{{-}}{{-}}
 
== Gemellaggi ==
*{{Gemellaggio|Bosnia Erzegovina|Banja Luka}}<ref>{{cita web|url=http://www.banjaluka.rs.ba/front/category/64/|titolo= città gemellate dal sito di Banja Luka|accesso=10-11-2010}}</ref>
 
== Sport ==
 
La storica società [[Calcio (sport)|calcistica]] bitontina, [[Unione Sportiva Bitonto|U.S. Bitonto]], con colori sociali nero-verdi, ha disputato diciannove stagioni in [[Serie D]] (otto dal 1968-1969 al 1975-1976, quattro dal 1988-1989 al 1991-1992, sette dal 2003-2004 al 2009-2010), raggiungendo il suo miglior piazzamento nella [[Serie D 2007-2008|stagione 2007-2008]], quando ottenne il terzo posto e perse la Finale Play Off. In seguito alla retrocessione in Eccellenza, al termine della [[Serie D 2009-2010|stagione 2009-2010]], la società ha deciso di ripartire dalla [[Terza Categoria]] ed attualmente milita nel girone B di [[Seconda Categoria]].
 
Altra società bitontina è l' ''A.S.D. Omnia Bitonto'', di recente fondazione, che milita anch'essa nel girone B di [[Seconda Categoria]].<ref>{{cita news|autore= Pasquale Scivittaro|url=http://www.bitontolive.it/sport/news.aspx?idnews=584|titolo=A.S.D. OMNIA BITONTO, calcio e solidarietà|pubblicazione=Bitontolive|giorno = 18 |mese = 7|anno = 2008|accesso = 29-06-2008}}</ref>. Entrambe le società disputano le partite casalinghe nello stadio ''Città Degli Ulivi'', di circa 3000 posti.
 
Per la stagione 2010-2011 la A.S.D. Libertas Palese (attualmente A.S.D. Libertas), ha disputato il Campionato di [[Promozione Puglia 2010-2011|Promozione Pugliese]], nel Girone A, utilizzando i colori sociali nero-verdi e lo stemma recante la scritta "Libertas Bitonto", oltre che il logo del Comune di Bitonto, in attesa del cambio di sede, dalla vicina [[Palese-Macchie|Palese]], e di denominazione (sostituzione del nome "Palese" con quello di "Bitonto") mai avvenuti, in quanto la stagione successiva il titolo è stato spostato a [[Noicattaro]], comune da cui attualmente prende il nome.
 
La squadra femminile di pallavolo, la ''Volley Ball Bitonto'' milita in serie D.
Le squadre maschili di [[pallacanestro]], ''Sporting Club Bitonto'' e ''A.S.D.Virtus Bitonto'' (il sito ufficiale delle "V nere" è [http://www.virtusbitonto.it/home.html |-- VIRTUS BITONTO - Official web site --|] ) , militano entrambe nel campionato di Promozione.
 
Sono presenti anche squadre di tennis; quella principale, il ''Circolo Tennis Bitonto'', in anni recenti ha disputato le fasi finali del torneo [[tennis]]tico di ''Coppa Italia'' nella propria categoria. Sono attive inoltre associazioni di [[atletica leggera]], [[ciclismo]], [[pattinaggio a rotelle]], [[squash]] e [[nuoto]].
 
Diversi sono gli impianti sportivi cittadini come la piscina comunale, il Palazzetto dello Sport - Ist. ''M. Cristina di Savoia'', il già citato stadio ''Città degli Ulivi'', e il Centro Polisportivo ''Nicola Rossiello''.
 
Il 18 maggio [[2010]] Bitonto è stata sede di arrivo della [[Giro d'Italia 2010#10ª tappa|decima tappa della novantatreesima edizione]] del [[Giro d'Italia]], che è stata vinta dallo [[Stati Uniti|statunitense]] [[Tyler Farrar]].
{| {{prettytable|font-size=95%|width=700px}}
!Anno
!Tappa
!Partenza
!Arrivo
!km
!Vincitore di tappa
!Maglia rosa
|-
| align="center" | [[Giro d'Italia 2010|2010]] || align="center" |10ª || [[Avellino]] || '''Bitonto''' || align="center" | 230 || {{Bandiera|USA}} [[Tyler Farrar]] || {{Bandiera|KAZ}} [[Aleksandr Vinokurov]]
|-
|}
 
==Note==
{{references|2}}
 
==Bibliografia==
 
{{Bibliografia|Piacente, 1861|
Gio Battista Piacente (1861), '' Le rivoluzioni del regno di Napoli negli anni 1647-1648 e l'assedio di Piombino e Portolongone'', G. Guerrera, {{NoISBN}}.}}
{{Bibliografia|De Blasiis, 1864|
Giuseppe De Blasiis (1864), ''La insurrezione pugliese e la conquista normanna nel secolo XI'', Detken, Oxford University, {{NoISBN}}.}}
{{Bibliografia|De Simone, 1875|
Enrico Sappia, (1875), ''Pochi giorni a Bitonto vol. 2'', Stab. Tip. Partenopeo, Napoli, {{NoISBN}}.}}
{{Bibliografia|De Simone, 1877|
Enrico Sappia, (1877), ''Storia della città di Bitonto'', Stab. Tip. F. Androsio, Napoli, {{NoISBN}}.}}
{{Bibliografia|CPASP, 1901|
Commissione Provinciale di Archeologia e Storia Patria (1901), ''Documenti e Monografie per la Storia di Terra di Bari'', Vecchi Editore, Trani, {{NoISBN}}.}}
{{Bibliografia|Gaeta, 1952|
Attanasio Gaeta, (1952), ''Antonio da Bitonto: oratore e teologo del XV secolo'', Edipuglia, Baronissi, {{NoISBN}}.}}
{{Bibliografia|Mongiello, 1952|
[[Giovanni Mongiello]], (1952), ''La cattedrale di Bitonto'', Tip E. Ferina, Caserta, {{NoISBN}}.}}
{{Bibliografia|Casavola, 1957|
Franco Casavola, (1957), ''Tommaso Traetta di Bitonto (1727-1779)'', Società Storia Patria, Bari, {{NoISBN}}.}}
{{Bibliografia|Mongiello, 1970|
Giovanni Mongiello, (1970), ''Bitonto nella storia e nell'arte'', Arti grafiche Favia, Bari, {{NoISBN}}.}}
{{Bibliografia|Pasculli, 1978|
Giuseppe Pasculli, (1978), ''La storia di Bitonto'', Palladino, Bitonto, {{NoISBN}}.}}
{{Bibliografia|Touring club italiano, 1978|
Touring club italiano, (1978), Puglia'', Touring Editore, Bari, ISBN 88-365-0020-X.}}
{{Bibliografia|Natale, 1987|
G. Otranto, N. Lavermicocca, V. Maurogiovanni, V.A. Melchiorre, A.M. Tripputi (1987), ''Antico Natale. Il fascino discreto del presepe'', Edipuglia , 88-7228-039-7}}
{{Bibliografia|Moretti, 1989|
Felice Moretti (1989), ''Cultura e società in Puglia in età sveva e angioina'', Storia e arte bitontina, {{NoISBN}}.}}
{{Bibliografia|Palese, 1994|
Salvatore Palese, Vincenzo Robles, (1994), ''La chiesa di Ruvo e Bitonto e l'episcopato di Aurelio Marena (1950-1978)'', Edipuglia, Bari, ISBN 88-7228-130-X.}}
{{Bibliografia|Castellano, Muschitiello, 1994|
Antonio Castellano, Michele Muschitiello (1994), ''Storia di Bitonto narrata e illustrata vol.I '', {{NoISBN}}.}}
{{Bibliografia|Fiorello, 1996|
Vincenzo Fiorello, (1996), ''Rinvenimenti monetali nel territorio di Bitonto'', Storia e arte bitontina, Bitonto, {{NoISBN}}.}}
{{Bibliografia|Milillo, 1997|
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{{Bibliografia|Raffard, 1998|
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{{Bibliografia|Custode, 1999|
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Pasquale Procacci, (2000), ''L'Arciconfraternita di Santa Maria del Suffragio o del Purgatorio nella Storia religiosa e civile di Bitonto'', Tipolito Vitetum, Bitetto, {{NoISBN}}.}}
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Stefano Milillo, (2001), ''La chiesa e le chiese di Bitonto'', Storia e arte bitontina, Bitonto, {{NoISBN}}.}}
{{Bibliografia|Custode, 2002|
Silvio Fiorello Custode, (2002), ''Documenti inediti per la più antica storia di Bitonto (vol III)'', Storia e arte bitontina, Bitonto, ISBN 88-7228-361-2.}}
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{{Bibliografia|De Napoli, 2003|
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{{Bibliografia|Natali, 2004|
Valentina Natali, (2004), ''Musei di Puglia: guida ai musei e alle aree archeologiche della Puglia'', Edipuglia, Bari, ISBN 88-7228-379-5.}}
{{Bibliografia|Gelao, 2004|
Clara Gelao (2004), '' Scultura del Rinascimento in Puglia: atti del convegno internazionale'', Edipuglia, Bitonto, ISBN 88-7228-381-7.}}
{{Bibliografia|CRSAB, 2004|
Centro ricerche di storia e arte bitontina (2004), ''Il restauro del campanile della chiesa di S. Francesco d'Assisi in Bitonto in Studi bitontini'', Edipuglia, ISBN 88-7228-426-0.}}
{{Bibliografia|Buttitta|
Ignazio Buttitta (2006), ''I morti e il grano. Tempi del lavoro e ritmi della festa'', Meltemi, ISBN 88-83534-59-X}}
{{Bibliografia|Riccardi|
Riccardo Riccardi (2007), ''L'impresa di Felice Garibaldi, fratello dell'eroe dei due mondi'', Congedo, {{NoISBN}}.}}
{{Bibliografia|Bonomo|
G. Bonomo, P. Loaldi, L. Prosperi (2008), ''La cucina regionale italiana – Puglia'', Mondadori {{NoISBN}}.}}
{{Bibliografia|Isceri|
Oronzo Isceri (2011), ''La zecca di Butuntum'', {{NoISBN}}.}}
 
== Altri progetti ==
 
{{interprogetto|commons=Category:Bitonto}}
 
== Collegamenti esterni ==
 
*{{Dmoz|World/Italiano/Regionale/Europa/Italia/Puglia/Provincia_di_Bari/Localit%c3%a0/Bitonto/|Bitonto}}
* {{cita web|url=http://www.odegitria.bari.it/|titolo=Arcidiocesi di Bari-Bitonto|accesso=31-01-2008}}
* {{cita web|url=http://bitonto.virtualtouring.it/|titolo=Tour virtuale su Bitonto|accesso=21-02-2008}}
 
{{Bitonto}}
{{Comuni del Parco Nazionale dell'Alta Murgia}}
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