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==Biografia==
{{Bio
===Infanzia e giovinezza===
|Nome = Bernard
Izrail' Lazarevič Gel'fand nacque l'8 settembre (27 agosto per il [[calendario giuliano]]) 1867 nello ''[[shtetl]]'' di Berezino, sulle rive della [[Beresina]], nella [[Bielorussia|Russia Bianca]] da una famiglia di artigiani ebrei originari di [[Odessa]].
|Cognome = de Montfaucon
Quando Izrail' era piccolo la casa della sua famiglia, di legno come le altre del paese, bruciò, e la famiglia si ritrasferì a Odessa.
|Sesso = M
In questa città Izrail' frequentò il ginnasio, cui poté accedere grazie al brillante esame di ammissione che lo fece rientrare nel ''numerus clausus'' riservato agli studenti ebrei<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 19-21</ref>.
|LuogoNascita = Soulatgé
|GiornoMeseNascita = 16 gennaio
|AnnoNascita = 1655
|LuogoMorte = Abbazia di Saint-Germain-des-Prés
|GiornoMeseMorte = 21 dicembre
|AnnoMorte = 1741
|Attività = monaco benedettino
|Epoca = 1700
|Attività2 = paleografo
|Attività3 = archeologo
|AttivitàAltre =, [[]], [[]] e [[]]
|Nazionalità = francese
|PostNazionalità =
|Immagine = Bernard de Montfaucon.JPG
}}
 
Alla fine del ginnasio, nel 1884, il giovane Gel'fand lesse per curiosità ''[[Il Capitale]]'' che aveva suscitato tante polemiche, e lo trovò troppo astratto. Decise allora di imparare un lavoro e di conoscere direttamente la condizione operaia. Ma dopo un anno di lavoro da fabbro ferraio si rese conto che quell'esperienza era inutile e dettata da romanticismo. In ogni modo la scelta politica di Gel'fand era fatta e si iscrisse all'''[[Emancipazione del lavoro|Unione dei socialdemocratici russi]]''. All'interno delle discussioni di partito si schierò con il programma di [[Georgij Plechanov|Plechanov]]; l'unico aspetto che lo lasciasse perplesso di questo pensatore era che non si occupasse dei contadini, mentre la Russia era un paese contadino<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 21-22</ref>.
==Vita==
==Opera==
==Nell'arte==
==Opere==
* ''Analecta graeca, sive varia opuscula graeca inedita'' (Parigi, 1688)
* ''S. Athanasii opera omnia'' (Parigi, 1698)
* [http://www.archive.org/details/diariumitalicum00montgoog ''Diarium italicum''] (Parigi, 1702)
* ''Bibliotheca Coisliniana'' (Parigi, 1705)
* ''Collectio nova patrum graecorum'' (1706)
* [http://en.calameo.com/read/0001070443b15b4eb3655 ''Palaeographia Graeca, sive, De ortu et progressu literarum graecarum''] (Paris, 1708)
* ''Bibliotheca Coisliniana olim Segueriana'', (Parigi, 1715)
* ''L'antiquité expliquée et representée en figures'' (15 voll., Parigi, 1719-[1724)
* ''Les monuments de la monarchie française'' (5 voll., Parigi, 1729-1733)
* ''S. I. Chrisostomi opera omnia'' (Parigi, 1718—1738; nuova edizione 1735—1740)
* ''Bibliotheca bibliothecarum manuscriptorum nova'' (2 voll., Parigi, 1739)
 
Nel 1887 Gel'fand sposò Tat'jana Naumovna Berman e insieme si trasferirono in [[Svizzera]], dove innanzitutto lui perfezionò la sua conoscenza del [[lingua francese|francese]] e del [[lingua tedesca|tedesco]]. Prima si stabilirono a [[Zurigo]], dove strinsero amicizia con i fuoriusciti [[Pavel Borisovič Aksel'rod|Pavel Axel'rod]], [[Leo Deutsch]], [[Vera Zasulič]]; Gel'fand non ebbe invece buoni rapporti con Plechanov.
==Bibliografia==
Poi scelsero di vivere a [[Basilea]], dove lui si iscrisse alla [[Università di Basilea|locale università]], che frequentò fino ad ottenere il dottorato con una tesi sulla divisione del lavoro. In questo periodo Gel'fand conobbe [[Rosa Luxembourg]]<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 23-24</ref>.
 
===La carriera giornalistica===
[[File:Парвус и Роза Люксембург.jpg|250 px|thumb|Parvus e Rosa Luxemburg]]
Nel 1891 Gel'fand si trasferì a [[Stoccarda]], dove innanzitutto cambiò nome e si fece chiamare Alexander Helfand; Alexander per non suscitare sentimenti antisemiti, Helfand per germanizzare la grafia del cognome.
A Stoccarda iniziò a collaborare alla ''[[Die Neue Zeit|Neue Zeit]]'', allora la più importante rivista marxista del mondo, diretta da [[Karl Kautsky]].
In particolare pubblicò un articolo per difendere la teoria del valore di Marx contro la critica di [[Eugen von Böhm-Bawerk|Böhm-Bawerk]]: fu la prima difesa rigorosa, che precedette di dodici anni quella di [[Rudolf Hilferding|Hilferding]].
Helfand pubblicava anche sul ''[[Vorwärts]]'', il quotidiano della [[Partito Socialdemocratico di Germania|SPD]], dove la sua serie di editoriali sulla situazione in Russia ebbe risonanza.
Tutti questi articoli erano firmati sotto vari pseudonimi: "I. H.", "Unus", "Ignatieff" e perciò l'autore passava inosservato. Nel 1894 assunse lo pseudonimo definitivo di "Parvus", per ironizzare sul suo corpo alto e massiccio<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 25-27</ref>.
 
Nel 1892 Parvus fu arrestato a Berlino, dove si era recato, e rinchiuso nella prigione di [[Moabit]]. Fu poi espulso come straniero indesiderato e perciò non poteva rientrare più in [[Regno di Prussia|Prussia]]<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pag. 27</ref>.
Nel 1896 venne affidata a Parvus la direzione della ''Sächsische Arbeiterzeitung'', il giornale socialista di [[Dresda]].
In questo ruolo si manifestarono per la prima volta le doti imprenditoriali di Helfand. Infatti quando ne assunse la direzione, il giornale era in passivo. Parvus capì che per risanare il bilancio bisognava che il giornale si dotasse di una tipografia. Così trovò fondi presso privati e presso i sindacati, comprò la tipografia e portò il giornale in attivo<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pag. 31</ref>.
 
Dal suo giornale Parvus condusse alcune battaglie contro i moderati della SPD: ridicolizzò la tesi del crollo fatale del capitalismo contenuta nel [[Programma di Erfurt]]; pose il problema della conquista del potere con un articolo di cui si discusse al [[Seconda internazionale|congresso socialista di Londra]]. Ma soprattutto fu Parvus nel 1897 ad iniziare dalla ''Sächsische Arbeiterzeitung'' la critica al [[revisionismo del marxismo|revisionismo]] di [[Eduard Bernstein|Bernstein]]<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 32-33</ref>.
 
Nel 1898, però, Parvus venne espulso anche dalla [[Regno di Sassonia|Sassonia]] e la sua direzione ebbe fine. Pochi mesi dopo nacque anche il figlio Leo Lazarus, detto Ženja<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pag. 35</ref>.
Alla fine dell'anno Parvus si trasferì a Monaco dove iniziò a pubblicare un bollettino di notizie politiche e finanziarie cui gli altri giornali socialisti si abbonavano per pubblicarne i testi. Inoltre riprese a collaborare con altri giornali<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pag. 36</ref>.
Nel 1899 [[Lenin]] recensì gli articoli di Parvus apparsi sulla ''Neue Zeit'' dal titolo ''Il mercato mondiale e la crisi agraria'', raccomandandone la lettura. Ed anche gli altri marxisti russi, come Plechanov e Axel'rod, si resero conto dell'importanza di questo opinionista, e del prestigio che dava al marxismo russo<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pag. 30</ref>.
 
Nel maggio 1899 si erano diffuse voci circa una grande carestia in Russia, che aveva causato rivolte contadine. Parvus insieme a un amico medico entrò clandestinamente in Russia con un falso passaporto austriaco e la girò per qualche mese: visitò per la prima volta Mosca e San Pietroburgo, ma soprattutto percorse la valle della Volga. Conobbe [[Aleksandr Nikolaevič Potresov|Potresov]] a [[Vjatka (città)|Vjatka]] dove era stato mandato al confino, e insieme schizzarono l'idea della rivista ''[[Iskra]]''. Il racconto dell'avventuroso viaggio divenne nel 1900 il libro ''La Russia che ha fame''<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pag. 36-62</ref>.
 
Nell'autunno 1900 Parvus persuase Potresov, che già conosceva, Lenin e [[Julij Martov|Martov]] a stabilirsi a Monaco per pubblicare l'''[[Iskra]]''. Ed infatti la redazione della nota rivista marxista russa rimase per i primi otto numeri in casa di Parvus. Fu in questo periodo che, proprio in casa di Parvus, si incontrarono per la prima volta Lenin e Rosa Luxembourg<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 63-65</ref>.
 
In questo periodo Parvus collaborava assiduamente alla ''Neue Zeit'', fino a che un articolo polemico non solo contro Bernstein, ma anche nei confronti di [[Ignaz Auer]] e di [[Georg von Vollmar]], tutti accusati di opportunismo, scatenò contro di lui l'animosità di molti compagni, alcuni dei quali gli rinfacciarono di essere un ebreo russo rifugiato politico, che non avrebbe dovuto impicciarsi della politica tedesca. Così non poté più collaborare alla ''Neue Zeit''<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pag. 67-69</ref>.
 
===L'attività editoriale e la rivoluzione del 1905===
Escluso dalla ''Neue Zeit'', Parvus avrebbe voluto fondare una propria rivista, ma non aveva i fondi. Così dovette innanzitutto inventarsi un attività imprenditoriale. Considerando che l'[[Impero russo]] non aveva aderito alla [[Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche]], Parvus escogitò un sistema per offrire agli scrittori russi la protezione delle loro opere in Occidente: l'espediente era quello di pubblicare le opere in russo in un paese aderente alla Convenzione<ref>Il metodo continuò ad essere usato anche durante il periodo sovietico, ad esempio per il [[Dottor Živago]] e per le opere di [[Solženicyn]]</ref>. Per sfruttare l'idea, nel 1902 Parvus fondò una casa editrice, poi si recò clandestinamente in Crimea dove era confinato [[Maksim Gor'kij]] e stipulò con lui un [[contratto di edizione]] per il dramma ''[[I bassifondi]]''<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 70-71</ref>.
 
''I bassifondi'' furono rappresentati a Berlino per la regia di [[Max Reinhardt]] e riscossero grande successo. La casa editrice di Parvus pubblicò successivamente opere di [[Leonid Nikolaevič Andreev|Andreev]] e [[Vladimir Galaktionovič Korolenko|Korolenko]]<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pag. 71</ref>.
 
Nel 1903 Parvus fece anche un breve viaggio in Svizzera e Italia, visitando il [[Lago Maggiore]] e il [[lago di Como]]<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pag. 115</ref>.
 
Intanto, nel 1903, si consumava la scissione fra [[bolscevichi]] e [[menscevichi]]. Parvus criticò nettamente l'idea leninista di partito: accostava tale concezione di partito che governa le masse a un nuovo assolutismo. D'altra parte criticava anche la passività dei menscevichi davanti all'evoluzione della situazione in Russia<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 74-75</ref>.
 
Nel 1904 venne in esilio a Monaco il giovane [[Trockij]], che ebbe in Parvus un maestro non solo di politica ma innanzitutto di cultura, in quanto lo iniziò alla cultura mitteleuropea che aveva in Monaco uno dei suoi centri. I due condividevano anche il tentativo di riconciliare menscevichi e bolscevichi. Ma soprattutto Parvus ebbe un'indubbia influenza nell'elaborazione della teoria trozkista della "rivoluzione permanente", esposta per la prima volta nell'opuscolo ''Prima del 9 gennaio''. Questo testo era, non casualmente, preceduto da una densa prefazione di Parvus<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 81-89</ref>, che da tempo rifletteva sul problema di come potesse aver luogo una rivoluzione proletaria in un paese dove non c'era ancora stata la rivoluzione borghese.
 
Negli stessi mesi Parvus pubblicò sull'''Iskra'' una serie di articoli su "Guerra e rivoluzione", nei quali prospettava, a partire dalla [[guerra russo-giapponese]] in corso e da lui prevista già nove anni prima, l'inizio di una serie di guerre europee che avrebbero segnato, in un lontano futuro, la fine degli stati nazionali. Per il momento, giudicava prossima una rivoluzione in Russia che avrebbe avuto "una ripercussione sullo sviluppo politico di tutti i paesi capitalisti. La rivoluzione russa scuoterà la società borghese" innescando una rivoluzione mondiale.<ref>''Iskra'', n° 82, 1º gennaio 1905</ref>.
 
Scoppiata la [[rivoluzione russa del 1905]], Parvus, come Trockij, rientrò in Russia. Le istruzioni pratiche contenute nei suoi articoli, come quella di distribuire volantini ai soldati, aveva fatto nascere a Pietroburgo, senza il suo intervento, un gruppo che si definiva "parvusista", guidato da [[David Rjazanov]]. Come i dirigenti del [[POSDR]], Parvus pensava impossibile una rivoluzione socialista in Russia; ma non per questo riteneva che la rivoluzione in atto dovesse risolversi in una rivoluzione borghese (che peraltro la Russia non aveva ancora avuto), pensava che si potesse ottenere qualcosa di più: una "democrazia operaia", ovvero una democrazia sociale. Trokcij divenne il trascinatore del ''[[soviet]]'' di Pietroburgo, mentre Parvus svolse il ruolo di teorico del movimento<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 92-100</ref>.
[[File:ParvusTrotskiDeich.jpg|right|thumb|Parvus (a sinistra), Trockij (al centro) e Leo Deutsch (a destra) in prigione]]
In dicembre Parvus redasse il testo del cosiddetto "Manifesto finanziario", che invitava allo sciopero fiscale, al ritiro dei depositi dalle banche e alla pretesa di ricevere i pagamenti in oro, il tutto al fine di paralizzare l'economia nazionale. La risposta dello Stato fu l'arresto dei membri del Soviet. Parvus evitò per puro caso la retata e perciò fu lui a riorganizzare il Soviet e a divenirne presidente. Il nuovo soviet, costretto a operare in clandestinità, proclamò il 21 dicembre (3 per il calendario giuliano) uno sciopero generale che non ebbe il successo sperato e si esaurì alla fine del mese. Il 1° gennaio (19 dicembre) il Soviet approvò un proclama che dichiarava insufficiente il boicottaggio economico e invitava a preparare le armi: in dissenso Parvus diede le dimissioni da presidente. Ciò gli evitò l'arresto quando anche il comitato esecutivo del secondo soviet fu scoperto e arrestato<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 105-108</ref>.
 
Nei mesi successivi Parvus pubblicò l'opuscolo ''L'attuale situazione politica in Russia e le prospettive per l'avvenire'', che fu pubblicato anche sulla ''Neue Zeit'': il saggio esponeva la teoria del ''soviet'' come sistema politico alternativo alla democrazia borghese<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 108-109</ref>.
 
Il 16 (3) aprile 1906 Parvus fu arrestato e rinchiuso nella [[Fortezza di Pietro e Paolo]] insieme a Trockij, e lì ricevette la visita di Rosa Luxembourg. Fu poi condannato al confino in [[Siberia]], ma prima ancora di arrivare al paese di destinazione il gruppo dei condannati riuscì a far ubriacare i gendarmi e a fuggire avventurosamente. Parvus rientrò in Germania e raccontò la sua esperienza nel libro ''Nella Bastiglia russa durante la rivoluzione''<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 109-130</ref>.
 
Nel 1907 Parvus venne per la seconda volta in Italia, per un un soggiorno di due settimane sul [[lago di Garda]] in compagnia di Rosa Luxemburg.
Tornato a Berlino, fu sempre lui a introdurre Trockij presso gli ambienti intellettuali della città, e in particolare presso Kautsky e la ''Neue Zeit''<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 127-129</ref>.
 
Nello stesso anno Gor'kij, che era bolescevico, accusò Parvus di non avergli versato diritti d'autore per centomila marchi. Parvus si difese eccependo che quando la sua casa editrice era stata liquidata, mentre lui era in Russia, si era chiusa con una rinuncia alle reciproche pretese (che secondo Parvus aveva favorito Gor'kij e non lui). Gor'kij demandò la questione ad un arbitrato della SPD (si pensa che non si sia appellato al POSDR perché temeva che i menscevichi non gli fossero favorevoli). La commissione emise una decisione rimasta segreta, probabilmente un'ammonizione a Parvus<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 132-135</ref>.
 
===Costantinopoli===
Nel 1910 Parvus decise di trasferirsi a Costantinopoli, dove strinse amicizia col marxista bulgaro-rumeno [[Christo Rakovskij]]. Nella capitale ottomana Parvus fu stimato come esperto di finanza da banche e enti pubblici, così divenne un imprenditore: organizzò il rifornimento di grano dall'Anatolia e da Odessa a Costantinopoli, nonché l'importazione dalla Germania di legname e ferro. Ma soprattutto ebbe un ruolo nella costruzione da parte di ditte tedesche di infrastrutture e industrie nell'[[Impero ottomano]]. Parvus si legò ai [[Giovani Turchi]] e fu il promotore dell'avvicinamento fra il loro regime e gli [[Imperi centrali]]<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 138-142</ref>.
 
Quando scoppiò la [[prima Guerra mondiale]] Parvus intensificò la sua attività di organizzatore dei rifornimenti dell'esercito ottomano per preparare l'entrata in guerra della Turchia al fianco degli imperi centrali. Inoltre appoggiò l'"Unione per la liberazione dell'Ucraina" e aiutò la preparazione del corpo di spedizione di esuli ucraini che tuttavia non partì<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 147-151</ref>.
 
===Il treno di Lenin===
 
===La rivoluzione bolscevica===
 
===Le trattative di pace===
A coronamento della propria attività nel comune interesse della Germania guglielmina, della socialdemocrazia e della Russia bolscevica, Parvus intendeva svolgere il ruolo di mediatore nelle trattative di pace che si sarebbero svolte fra le due nazioni.
Pensava che le trattative avrebbero dovuto svolgersi a Stoccolma e a tal fine intratteneva rapporti con Riezl da una parte e con Vorozkij e radek dall'altra
 
Tuttavia, il ministero degli esteri tedesco intendeva gestire direttamente le trattative di pace
ed anche Lenin non voleva più avvalersi di Parvus
perciò i negoziati furono intavolati direttamente dalle due parti nella località di [[Brest Litovsk]] a metà dicembre 1917
 
===Gli ultimi anni===
Compreso di non avere più un ruolo nelle trattative di pace, Parvus chiese il permesso di rientrare nella Russia bolscevica, dove pensava di ricevere i dovuti riconoscimenti per il ruolo svolto nel rimpatrio di Lenin dall'esilio e nel finanziamento della rivoluzione. Pensava inoltre di avere molto da insegnare ai bolscevichi circa la gestione dell'economia
 
==Note==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* [[Pietro Antonio Zveteremich]], ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988,
 
==Collegamenti esterni==
[http://www.rm.unina.it/rmebook/dwnld/Bezzina_Artigiani.pdf corporazioni genovesi]
 
==Commerci==
L'isolamento rispetto all'Europa dovuto all'occupazione Mongola, nonché l'affermazione di nove potenze commerciali nei mari cui si afffacciava la Russia, fecero diminuire i traffici e ne modificarono le rotte.
 
Con la [[Quarta Crociata]] [[Repubblica di Venezia|Venezia]] acquistò il controllo dei commerci del Mar Nero a scapito di un decadente Impero Bizantino e degli stessi Russi<ref>''Atlante Storico'', Garzanti</ref>
 
==Note==
<references/>