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==Biografia==
===Infanzia e giovinezza===
Izrail' Lazarevič Gel'fand nacque l'8 settembre (27 agosto per il [[calendario giuliano]]) 1867 nello ''[[shtetl]]'' di Berezino, sulle rive della [[Beresina]], nella [[Bielorussia|Russia Bianca]] da una famiglia di artigiani ebrei originari di [[Odessa]].
Quando Izrail' era piccolo la casa della sua famiglia, di legno come le altre del paese, bruciò, e la famiglia si ritrasferì a Odessa.
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Poi scelsero di vivere a [[Basilea]], dove lui si iscrisse alla [[Università di Basilea|locale università]], che frequentò fino ad ottenere il dottorato con una tesi sulla divisione del lavoro. In questo periodo Gel'fand conobbe [[Rosa Luxembourg]]<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 23-24</ref>.
 
===La carriera giornalistica===
[[File:Парвус и Роза Люксембург.jpg|250 px|thumb|Parvus e Rosa Luxemburg]]
Nel 1891 Gel'fand si trasferì a [[Stoccarda]], dove innanzitutto cambiò nome e si fece chiamare Alexander Helfand; Alexander per non suscitare sentimenti antisemiti, Helfand per germanizzare la grafia del cognome.
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In questo ruolo si manifestarono per la prima volta le doti imprenditoriali di Helfand. Infatti quando ne assunse la direzione, il giornale era in passivo. Parvus capì che per risanare il bilancio bisognava che il giornale si dotasse di una tipografia. Così trovò fondi presso privati e presso i sindacati, comprò la tipografia e portò il giornale in attivo<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pag. 31</ref>.
 
Dal suo giornale Parvus condusse alcune battaglie contro i moderati della SPD: ridicolizzò la tesi del crollo fatale del capitalismo contenuta nel [[Programma di Erfurt]]; pose il problema della conquista del potere con un articolo di cui si discusse al [[Seconda internazionale|congresso socialista di Londra]]. NelMa 1897soprattutto fu Parvus nel 1897 ad iniziare dalla ''Sächsische Arbeiterzeitung'' la critica al [[revisionismo del marxismo|revisionismo]] di [[Eduard Bernstein|Bernstein]]<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 32-33</ref>.
 
Nel 1898, però, Parvus venne espulso anche dalla [[Regno di Sassonia|Sassonia]] e la sua direzione ebbe fine. Pochi mesi dopo nacque anche il figlio Leo Lazarus, detto Ženja<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pag. 35</ref>.
Alla fine dell'anno Parvus si trasferì a Monaco dove iniziò a pubblicare un bollettino di notizie politiche e finanziarie cui gli altri giornali socialisti si abbonavano per pubblicarne i testi. Inoltre riprese a collaborare con altri giornali<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pag. 36</ref>.
Nel 1899 [[Lenin]] recensì gli articoli di Parvus apparsi sulla ''Neue Zeit'' dal titolo ''Il mercato mondiale e la crisi agraria'', raomandandoneraccomandandone la lettura. Ed anche gli altri marxisti russi, come Plechanov e Axel'rod, si resero conto dell'importanza di questo opinionista, e del prestigio che dava al marxismo russo<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pag. 30</ref>.
 
Nel maggio 1899 si erano diffuse voci circa una grande carestia in Russia, che aveva causato rivolte contadine. Parvus insieme a un amico medico entrò clandestinamente in Russia con un falso passaporto austriaco e la girò per qualche mese: visitò per la prima volta Mosca e San Pietroburgo, ma soprattutto percorse la valle della Volga. Conobbe [[Aleksandr Nikolaevič Potresov|Potresov]] a [[Vjatka (città)|Vjatka]] dove era stato mandato al confino, e insieme schizzarono l'idea della rivista ''[[Iskra]]''. Il racconto dell'avventuroso viaggio divenne nel 1900 il libro ''La Russia che ha fame''<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pag. 36-62</ref>.
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In questo periodo Parvus collaborava assiduamente alla ''Neue Zeit'', fino a che un articolo polemico non solo contro Bernstein, ma anche nei confronti di [[Ignaz Auer]] e di [[Georg von Vollmar]], tutti accusati di opportunismo, scatenò contro di lui l'animosità di molti compagni, alcuni dei quali gli rinfacciarono di essere un ebreo russo rifugiato politico, che non avrebbe dovuto impicciarsi della politica tedesca. Così non poté più collaborare alla ''Neue Zeit''<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pag. 67-69</ref>.
 
===L'attività editoriale e la rivoluzione del 1905===
Escluso dalla ''Neue Zeit'', Parvus avrebbe voluto fondare una propria rivista, ma non aveva i fondi. Così dovette innanzitutto inventarsi un attività imprenditoriale. Considerando che l'[[Impero russo]] non aveva aderito alla [[Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche]], Parvus escogitò un sistema per offrire agli scrittori russi la protezione delle loro opere in Occidente: l'espediente era quello di pubblicare le opere in russo in un paese aderente alla Convenzione<ref>Il metodo continuò ad essere usato anche durante il periodo sovietico, ad esempio per il [[Dottor Živago]] e per le opere di [[Solženicyn]]</ref>. Per sfruttare l'idea Parvus, nel 1902 Parvus fondò una casa editrice, poi si recò clandestinamente in Crimea dove era confinato [[Maksim Gor'kij]] e stipulò con lui un [[contratto di edizione]] per il dramma ''[[I bassifondi]]''<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 70-71</ref>.
 
''I bassifondi'' furono rappresentati a Berlino per la regia di [[Max Reinhardt]] e riscossero grande successo. La casa editrice di Parvus pubblicò successivamente opere di [[Leonid Nikolaevič Andreev|Andreev]] e [[Vladimir Galaktionovič Korolenko|Korolenko]]<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pag. 71</ref>.
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Nel 1904 venne in esilio a Monaco il giovane [[Trockij]], che ebbe in Parvus un maestro non solo di politica ma innanzitutto di cultura, in quanto lo iniziò alla cultura mitteleuropea che aveva in Monaco uno dei suoi centri. I due condividevano anche il tentativo di riconciliare menscevichi e bolscevichi. Ma soprattutto Parvus ebbe un'indubbia influenza nell'elaborazione della teoria trozkista della "rivoluzione permanente", esposta per la prima volta nell'opuscolo ''Prima del 9 gennaio''. Questo testo era, non casualmente, preceduto da una densa prefazione di Parvus<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 81-89</ref>, che da tempo rifletteva sul problema di come potesse aver luogo una rivoluzione proletaria in un paese dove non c'era ancora stata la rivoluzione borghese.
 
Negli stessi mesi Parvus pubblicò sull'« ''Iskra »'' una serie di articoli su ''"Guerra e rivoluzione''", nei quali prospettava, a partire dalla [[guerra russo-giapponese]] in corso e da lui prevista già nove anni prima, l'inizio di una serie di guerre europee che avrebbero segnato, in un lontano futuro, la fine degli stati nazionali. Per il momento, giudicava prossima una rivoluzione in Russia che avrebbe avuto « "una ripercussione sullo sviluppo politico di tutti i paesi capitalisti. La rivoluzione russa scuoterà la società borghese »" innescando una rivoluzione mondiale.<ref>« ''Iskra »'', n.° 82, 1º gennaio 1905.</ref>.
 
Scoppiata la [[rivoluzione russa del 1905]], Parvus, come Trockij, rientrò in Russia. Le istruzioni pratiche contenute nei suoi articoli, come quella di distribuire volantini ai soldati, aveva fatto nascere a Pietroburgo, senza il suo intervento, un gruppo che si definiva "parvusista", guidato da [[David Rjazanov]]. Come i dirigenti del [[POSDR]], Parvus pensava impossibile una rivoluzione socialista in Russia; ma non per questo riteneva che la rivoluzione in atto dovesse risolversi in una rivoluzione borghese (che peraltro la Russia non aveva ancora avuto), pensava che si potesse ottenere qualcosa di più: una "democrazia operaia", ovvero una democrazia sociale. Trokcij divenne il trascinatore del ''[[soviet]]'' di Pietroburgo, mentre Parvus svolse il ruolo di teorico del movimento<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 92-100</ref>.
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Il 16 (3) aprile 1906 Parvus fu arrestato e rinchiuso nella [[Fortezza di Pietro e Paolo]] insieme a Trockij, e lì ricevette la visita di Rosa Luxembourg. Fu poi condannato al confino in [[Siberia]], ma prima ancora di arrivare al paese di destinazione il gruppo dei condannati riuscì a far ubriacare i gendarmi e a fuggire avventurosamente. Parvus rientrò in Germania e raccontò la sua esperienza nel libro ''Nella Bastiglia russa durante la rivoluzione''<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 109-130</ref>.
 
Nel 1907 Parvus venne per la seconda volta in Italia, per un un soggiorno di due settimane sul [[lago di Garda]] in compagnia di Rosa LuxembourgLuxemburg.
Tornato a Berlino, fu sempre lui a introdurre Trockij presso gli ambienti intellettuali della città, e in particolare presso Kautsky e la ''Neue Zeit''<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 127-129</ref>.
 
Nello stesso anno Gor'kij, che era bolescevico, accusò Parvus di non avergli versato diritti d'autore per 100.00centomila marchi. Parvus si difese eccependo che quando la sua casa editrice era stata liquidata, mentre lui era in Russia, si era chiusa con una rinuncia alle reciproche pretese (che secondo Parvus aveva favorito Gor'kij e non lui). Gor'kij demandò la questione ad un arbitrato della SPD (si pensa che non si sia appellato al POSDR perché temeva che i menscevichi non gli fossero favorevoli). La commissione emise una decisione rimasta segreta, probabilmente consistette in un'ammonizione a Parvus<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 132-135</ref>.
 
===Costantinopoli===
Nel 1910 Parvus decise di trasferirsi a Costantinopoli, dove strinse amicizia col marxista bulgaro-rumeno [[Christo Rakovskij]]. Nella capitale ottomana Parvus fu stimato come esperto di finanza da banche e enti pubblici, così divenne un imprenditore: organizzò il rifornimento di grano dall'Anatolia e da Odessa a Costantinopoli, nonché l'importazione dalla Germania di legname e ferro. Ma soprattutto ebbe un ruolo nella costruzione da parte di ditte tedesche di infrastrutture e industrie nell'[[Impero ottomano]]. Parvus si legò ai [[Giovani Turchi]] e fu il promotore dell'avvicinamento fra il loro regime e gli [[Imperi centrali]]<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 138-142</ref>.
 
Quando scoppiò la [[prima Guerra mondiale]] Parvus intensificò la sua attività di organizzatore dei rifornimenti dell'esercito ottomano per preparare l'entrata in guerra della Turchia al fianco degli imperi centrali. Inoltre appoggiò l'"Unione per la liberazione dell'Ucraina" e aiutò la preparazione del corpo di spedizione di esuli ucraini che tuttavia non partì<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 147-151</ref>.
 
===Il treno di Lenin===
 
===La rivoluzione bolscevica===
 
===Le trattative di pace===
A coronamento della propria attività nel comune interesse della Germania guglielmina, della socialdemocrazia e della Russia bolscevica, Parvus intendeva svolgere il ruolo di mediatore nelle trattative di pace che si sarebbero svolte fra le due nazioni.
Pensava che le trattative avrebbero dovuto svolgersi a Stoccolma e a tal fine intratteneva rapporti con Riezl da una parte e con Vorozkij e radek dall'altra
 
Tuttavia, il ministero degli esteri tedesco intendeva gestire direttamente le trattative di pace
ed anche Lenin non voleva più avvalersi di Parvus
perciò i negoziati furono intavolati direttamente dalle due parti nella località di [[Brest Litovsk]] a metà dicembre 1917
 
===Gli ultimi anni===
Compreso di non avere più un ruolo nelle trattative di pace, Parvus chiese il permesso di rientrare nella Russia bolscevica, dove pensava di ricevere i dovuti riconoscimenti per il ruolo svolto nel rimpatrio di Lenin dall'esilio e nel finanziamento della rivoluzione. Pensava inoltre di avere molto da insegnare ai bolscevichi circa la gestione dell'economia
 
==Note==
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== Bibliografia ==
* [[Pietro Antonio Zveteremich]], ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988,
*''Répertoire de jurisprudence des Guyot; Recueil des Statuts du royaume de la basoche'', Parigi, 1654
 
== Collegamenti esterni ==
*[http://www.cosmovisions.com/ClercsBasoche.htm ''Les Clercs de la basoche'' su Imago Mundi]
*[https://crm.revues.org/3283 Bernard Ribémont, sunto sulla rivista ''Cahiers de Recherches Médiévales et Humanistes'' del libro di Marie Bouhaïk-Gironès, ''Les clercs de la Basoche et le théâtre politique'', Parigi, Champion, 2007]
 
==Collegamenti esterni==
[http://www.dirittoassicurativo.it/ab-la-storia.asp sito Diritto assicurativo]
 
[http://www.rm.unina.it/rmebook/dwnld/Bezzina_Artigiani.pdf corporazioni genovesi]
 
==Collegamenti esterni==
[http://www.edizionicarrara.it/it/autori/menegazzoliluigi-2547 sito Edizioni Carrara]
[http://www.internetculturale.it/opencms/ricercaExpansion.jsp?q=&searchType=avanzato&channel__creator=Menegazzoli%2C+Luigi&channel__contributor=Menegazzoli%2C+Luigi&opCha__contributor=OR&opCha__creator=OR edizione La Giavanese]
[http://bibdig.biblioteca.unesp.br/handle/10/87/browse?value=Menegazzoli%2C+Luigi&type=author edizioni]
 
==Commerci==