#REDIRECT [[Vjačaslaŭ Kebič]]
{{Bio
|Nome = Flavio Magno Aurelio Cassiodoro Senatore<ref>''Senator'' è parte integrante del nome e non già designazione della carica pubblica.</ref><ref name=Mom494>{{Cita|Momigliano, 1978|pp. 494-504}}</ref><ref name=Mom487>{{Cita|Momigliano, 1980|p. 487}}</ref>
|Cognome =
|Sesso = M
|LuogoNascita = Scolacium
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[485]] circa
|LuogoMorte = Scolacium
|LuogoMorteLink = Scolacium
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = [[580]] circa
|Attività = politico
|Attività2 = letterato
|Attività3 = storico
|Epoca = 500
|Nazionalità = romano
|Immagine = Gesta Theodorici - Flavius Magnus Aurelius Cassiodorus (c 485 - c 580).jpg
|Didascalia = Cassiodoro, da un [[manoscritto]] su [[vellum]] del [[XII secolo]].
|PostNazionalità = , che visse sotto il [[Re barbari di Roma|regno romano-barbarico]] degli [[Ostrogoti]] e successivamente sotto l'[[Impero Romano d'Oriente]]
}}
Visse un'importante carriera politica sotto il governo di [[Teodorico]], ricoprendo ruoli tanto vicini al sovrano da far discutere molti storici sul suo contributo diretto al progetto del [[Sovrani ostrogoti|re ostrogoto]].<ref>Le ipotesi che vogliono Cassiodoro organizzatore e stratega nascosto dietro Teodorico sono ad oggi considerate infondate e superate.</ref><ref name=Card109>{{Cita|Cardini, 2009|p. 109}}</ref> Al termine della [[Guerra gotica (535-553)|guerra gotica]] si stabilì a in via definitiva a [[Squillace]], dove fondò il [[monastero di Vivario]] con la sua celebre biblioteca.<ref name=Card11>{{Cita|Cardini, 2009|p. 11}}</ref><ref>{{cita libro|cognome= Abbate|nome=Francesco|titolo=Storia dell'arte nell'Italia meridionale|editore=Donzelli Editore|anno=1997|pagine=Vol. 1, p. 92}}</ref>
== Biografia ==
La fonte principale che ci permette di conoscere la famiglia di Cassiodoro è data dalla sua più vasta e importante opera, le ''Variae''.<ref name=Card71>{{Cita|Cardini, 2009|p. 71}}</ref>
Nacque in una delle più stimate famiglie del [[Bruzio]], originaria dall'[[Oriente]] (probabilmente dalla [[Siria]])<ref name=Mom487/><ref name=Card71/><ref>In Siria si trovano attestati i nomi {{polytonic|Κασιόδωρος}} e {{polytonic|Κασσιόδωρος}}.</ref> e facente parte del [[Patrizio (storia romana)|patriziato]].<ref name=VariaeI3/> L'origine del nome Cassiodoro è da ricercarsi in un luogo di culto dedicato a [[Zeus]], situato nei pressi di [[Antiochia]].<ref name=Card71/><ref>Noto come Mons Cassius, da questo deriva ''Kassiodoros'', ovvero "Dono del Monte Cassio".</ref> Da una lettera scritta da Cassiodoro per [[Teodorico il Grande|Teodorico]] abbiamo notizie sui suoi genitori,<ref name=Card71/> così come su un parente di nome Heliodorus, prefetto a [[Costantinopoli]] per diciotto anni nella seconda metà del [[V secolo]].<ref name=Card72>{{Cita|Cardini, 2009|p. 72}}</ref><ref name=VariaeI4>{{Cita|Cassiodoro, Variae|I, 4}}</ref> Dall'antica origine della famiglia si può comprendere la scelta del [[Bruzio]] come nuova patria, essendo questa una zona della [[Magna Grecia]] culturalmente più vicina all'[[Grecia antica|Oriente greco]].<ref name=Card72/> Si hanno notizie inoltre del bisnonno di Cassiodoro, definito ''illustris''<ref name=Card72/><ref>Onore guadagnato forse per la difesa della [[Calabria]] dai [[Vandali]] di [[Genserico]] nel [[404]].</ref> e del nonno; egli fu [[tribuno]] sotto [[Valentiniano III]], e in qualità di ambasciatore conobbe il [[re degli Unni]] [[Attila]].<ref name=Card74>{{Cita|Cardini, 2009|p. 74}}</ref>
[[File:Nuremberg chronicles f 141r 2.jpg|thumb|right|160px|[[Odoacre]] e [[Teodorico]] ritratti nelle ''[[Cronache di Norimberga]]''.]]
Al padre di Cassiodoro furono indirizzate alcune lettere delle ''Variae'', il che ci offre più dati su di lui;<ref name=Card74/> ricoprì il ruolo di ''[[comes rerum privatarum]]'' e successivamente di ''[[comes sacrarum largitionum]]'' nel governo di [[Odoacre]], mantenne la propria posizione di funzionario d'amministrazione anche sotto [[Teodorico il Grande|Teodorico]], tanto da diventare governatore provinciale.<ref>Tuttavia non si conosce né la data in cui ricoprì la carica né il nome della provincia.</ref><ref name=Card75>{{Cita|Cardini, 2009|p. 75}}</ref> Attorno al [[490]] lo si ritrova governatore della [[Sicilia]], e dopo essere entrato nelle grazie di Teodorico,<ref name=VariaeI3>{{Cita|Cassiodoro, Variae|I, 3}}</ref> governatore della [[Calabria]] fino al [[507]], quando si ritirerà a vita privata.<ref name=Card75/>
Così come per i suoi familiari, ricaviamo notizie sulla vita di Cassiodoro solo dalle sue opere.<ref name=Card75/><ref>Il nome stesso di Cassiodoro viene riportato solo nelle lettere dei papi [[Papa Gelasio I|Gelasio]], [[Papa Giovanni II|Giovanni II]] e [[Papa Vigilio|Vigilio]].</ref> Le date di nascita e morte sono solo ipotizzate, principalmente grazie a quelle note dei suoi incarichi amministrativi; nonostante ciò molte cronache tendono a confondere alcuni dati della vita di Cassiodoro con eventi vissuti dal padre, attribuendo una grande longevità al letterato di [[Squillace]].<ref name=Card7576>{{Cita|Cardini, 2009|pp. 75-76}}</ref><ref>A novant'anni scriverà ad esempio nel [[Vivarium]] un trattato di [[ortografia]]. {{Cita|Franceschini, 2008|p. 30}}</ref> Proprio per quanto riguarda Squillace, non è certo che Cassiodoro vi nacque; molto più probabilmente vi passò l'infanzia, ricevendo dalla propria famiglia una prima educazione e seguendo degli studi.<ref name=Card76>{{Cita|Cardini, 2009|p. 76}}</ref> Ancora giovane fu avviato dal padre alla carriera pubblica, per la quale ricoprì anzitutto il ruolo di ''consiliarius'',<ref>{{Cita|Cassiodoro, Ordo generis|pp. 27-32}}</ref> per poi diventare [[Quaestor sacri palatii|questore]]<ref name=VariaeIX24>{{Cita|Cassiodoro, Variae|IX, 24}}</ref> nel [[507]], forse perché Teodorico apprezzò particolarmente un panegirico che egli aveva composto.<ref name=Card76/>
Poco tempo dopo ricevette il governatorato di [[Regio III Lucania et Bruttii|Lucania e Bruzio]], notizia che si può apprendere da una lettera inviata al ''cancellarius'' Vitaliano;<ref name=VariaeIX39>{{Cita|Cassiodoro, Variae|IX, 39}}</ref><ref name=Card77>{{Cita|Cardini, 2009|p. 77}}</ref> seguendo differenti interpretazioni storiche, questa congettura è stata però di recente messa in dubbio.<ref name="VariaeIX39"/><ref>La congettura si basa su un passo delle ''Variae'', in cui però Cassiodoro non afferma esplicitamente di essere stato governatore del [[Bruzio]]. Questa ipotesi è stata rimessa in discussione da [[Andrea Giardina]] e [[Franco Cardini]].</ref><ref name=Giard23>{{Cita|Giardina, 2006|pp. 23-24}}</ref><ref name=Card76-77>{{Cita|Cardini, 2009|pp. 76-77}}</ref> Al [[514]] risale la designazione a [[console (storia romana)|console]], per la quale la data è certa;<ref name=Card77/> nonostante si trattasse ormai di una carica onorifica manteneva una certa importanza, tanto da permettere a Cassiodoro di ricoprire il ruolo di [[eponimo]].<ref name=Card77/><ref>Aveva cioè la possibilità di dare il proprio nome all'anno, unitamente a quello del collega.</ref> Dei dieci anni successivi non si conosce nulla, salvo la pubblicazione della ''Chronica'' del [[519]].<ref name=Card78>{{Cita|Cardini, 2009|p. 78}}</ref> Successivamente, nel [[523]],<ref name=VariaeIX2425>{{Cita|Cassiodoro, Variae|IX, 24-25}}</ref> fu nominato ''[[magister officiorum]]'' del re, succedendo nella carica a [[Boezio]];<ref>{{cita libro|cognome=Ghisalberti|nome=Alessandro|titolo=La filosofia medievale|editore=Giunti|città=Firenze|anno=2002|pagine=p. 38}}</ref> il ruolo era di grande prestigio, e Cassiodoro rappresentò con esso il capo dell'amministrazione pubblica, degli ''officia''<ref>Ovvero le segreterie imperiali (''officia memoriae, epistularum, libellorum e admissionum'').</ref> e delle ''scholae palatinae''.<ref>Si tratta del corpo militare speciale incaricato di sorvegliare la corte imperiale.</ref>
Alla morte del sovrano, avvenuta nel [[526]], si aprì una complessa fase di successione;<ref name=VariaeIX2425/> divenne [[ministro]] di [[Amalasunta]], la figlia di [[Teoderico]], succedutagli sul trono come [[reggente]] per il figlio [[Atalarico]].<ref name=Card78/> Presumibilmente Cassiodoro perdette parte della sua influenza nei primi anni di tali mutamenti politici, ma seppe poi riproporsi e, con un lettera di Atalarico del [[533]], guadagnò il titolo di [[Prefettura del pretorio d'Italia|Prefetto del pretorio per l'Italia]].<ref name=VariaeIX2425/><ref>Non si è certi se fosse stato nominato prefetto del pretorio per la prima o seconda volta.</ref> Non ricoprì questo ruolo politico per molto tempo; Atalarico morì nel [[534]] e ai consueti problemi di successione si aggiunse la malvolenza di [[Giustiniano]] verso gli [[Ostrogoti]], la quale culminò poi con la [[Guerra gotica (535-553)|guerra gotica]].<ref name=Card79>{{Cita|Cardini, 2009|pp. 79}}</ref> Cassiodoro resse nuovamente la prefettura tra il [[535]] e il [[537]], sotto i re [[Teodato]] e [[Vitige]], per poi abbandonare definitivamente la carriera pubblica nel [[538]];<ref name=Card79/> nelle ''Variae'' si possono trovare le ultime lettere scritte per conto di Vitige, anche se non ci viene detto nulla sul concludersi della sua funzione politica né si sa alcunché dei suoi successori.<ref name=VariaeX3334>{{Cita|Cassiodoro, Variae|X, 33-34}}</ref><ref name=VariaeXII1624>{{Cita|Cassiodoro, Variae|XII, 16-24}}</ref>
[[File:Nuremberg chronicles f 143v 3.jpg|thumb|left|150px|Immagine di Cassiodoro tratta dalle ''[[Cronache di Norimberga]]''.]]
Di fronte all'avanzata bizantina Cassiodoro rimase dapprima in ritiro a [[Ravenna]], luogo che offriva ancora una certa sicurezza; nel [[540]] la città venne conquistata dalle truppe imperiali, e da quel momento per dieci anni si perdono le sue tracce.<ref name=Card79/> Le alternative vagliate sono una permanenza a [[Squillace]], dove però avrebbe avuto scarse possibiltà di movimento, o un soggiorno più lungo a [[Ravenna]]. Nel [[550]] lo si ritrova a [[Costantinopoli]] al seguito di papa [[Papa Vigilio|Vigilio]], città nella quale potrebbe anche essersi spostato, secondo una terza ipotesi, in un periodo precedente alla data conosciuta.<ref name=Mom495>{{Cita|Momigliano, 1978|p. 495}}</ref><ref name=Card79-80>{{Cita|Cardini, 2009|pp. 79-80}}</ref>
Rientrò nel Bruzio solo dopo la fine della guerra, attorno al [[554]]; ritiratosi definitivamente dalla scena politica, fondò il [[monastero di Vivario]] presso [[Squillace]], in un periodo non meglio precisato.<ref name=Card81>{{Cita|Cardini, 2009|pp. 81}}</ref> Si hanno anche per questa parte della sua vita pochissimi dati, non si conoscono quindi le motivazioni pregresse che lo portarono alla creazione di questa comunità monastica né particolari sulla contemporanea situazione politica della penisola italica; per quanto riguarda la sua situazione personale, si può ipotizzare che non ebbe moglie né eredi diretti.<ref name=Card81/> Al [[Vivarium]] trascorse il resto dei suoi anni, dedicandosi allo studio e alla scrittura di opere didattiche per il clero. Qui istituì uno ''[[scriptorium]]'' per la raccolta e la riproduzione di manoscritti, che fu il modello a cui successivamente si ispirarono i monasteri medievali, come quelli [[Benedettini]].<ref name=Card139-141>{{Cita|Cardini, 2009|pp. 139-141}}</ref>
Attorno ai novant'anni Cassiodoro scriverà la sua ultima opera, il ''De ortographia''; la sua data di morte non è conosciuta, anche se viene generalmente datata attorno al [[580]].<ref name=Card84>{{Cita|Cardini, 2009|pp. 84}}</ref>
==Vivarium==
{{vedi anche|Vivarium}}
[[File:Pietro Perugino cat48l.jpg|thumb|right|165px|[[San Benedetto da Norcia]].]]
Il periodo di fondazione di Vivarium non è certo, benché si tenda a considerare il [[544]] come una probabile datazione, coincidente con il ritorno di Cassiodoro da [[Costantinopoli]].<ref name=Card139>{{Cita|Cardini, 2009|p. 139}}</ref> Inoltre esiste la possibilità che un primo abbozzo di ciò che sarebbe diventato il monastero esistesse già da tempo, presente nei territori di [[Squillace]] da una data sconosciuta e utilizzato come residenza da Cassiodoro solo al ritorno in patria dopo la [[Guerra gotica (535-553)|guerra gotica]].<ref name=Card139/> Ad ogni modo non aiuta nelle varie ipotesi il silenzio delle fonti, poiché le ''Variae'' erano state già pubblicate e nessuna delle opere dell'ormai ex politico trattò di questa fondazione; nulla si conosce sul parto di questo progetto, né quando quest'idea fosse stata concepita.<ref name=Card139/> Nonostante si intuisca dalle ultime opere di Cassiodoro un avvicinamento potente alla fede cristiana, (si pensi al ''De anima'' e all'''Expositio Psalmorum''<ref>{{Cita|Cassiodoro, Expositio Psalmorum|praef 1-5}}</ref>) il monastero di Vivario nacque con uno scopo differente dal celebre ''[[Ora et labora]]'': l'obiettivo principale del nucleo monastico fu infatti la copiatura, la conservazione, scrittura e studio dei volumi contenenti testi dei [[Lista di classici latini conservati|classici]] e della [[Patristica|patristica occidentale]].<ref name=Card140>{{Cita|Cardini, 2009|p. 140}}</ref>
La caratteristica di Vivarium era quindi la sua forma di ''scriptorium'', con le annesse problematiche di rifornimento materiali, studio delle tecniche di scrittura e fatiche economiche; i codici e manoscritti prodotti nel monastero raggiunsero una certa popolarità e furono molto richiesti.<ref name=Card140/> Le forme entro cui si espresse invece l'organizzazione monastica dal punto di vista religioso sono ben poco chiare, né aiuta l'assenza di riferimenti alla vicina esperienza di [[Benedetto da Norcia]]; forse Cassiodoro non ne conobbe neppure l'esistenza, o potrebbe averne parlato in opere non giunteci.<ref name=Card141>{{Cita|Cardini, 2009|p. 141}}</ref> Alcuni storici avanzano l'ipotesi che la ''Regula magistri'', su cui si basa la ''[[Regola benedettina]]'', sia addirittura opera dello stesso Cassiodoro;<ref>{{cita libro|titolo=Lezioni di letteratura calabrese|editore=Pellegrini Editore|anno=2005|pagine=p. 23}}</ref> questo presunto rapporto tra i due è però generalmente rigettato dagli studiosi, anche alla luce di alcune citazioni provenienti dalle ''Institutiones'' che chiariscono le norme monastiche adottate da Vivarium:<ref name=Card141-2>{{Cita|Cardini, 2009|p. 141-142}}</ref>
{{quote|Voi tutti che vivete rinchiusi entro le mura del monastero osservate, pertanto, sia le regole dei Padri sia gli ordini del vostro superiore e portate a compimento volentieri i comandi che vi vengono dati per la vostra salvezza... Prima di tutto accogliete i pellegrini, fate l'elemosina, vestite gli ignudi, spezzate il pane agli affamati, poiché si può dire veramente consolato colui che consola i miseri.
|Cassiodoro, ''Institutiones''.<ref name=Inst32>{{Cita|Cassiodoro, Istituzioni|I, XXXII, 1}}</ref>}}
[[File:CodxAmiatinusFolio5rEzra.jpg|thumb|left|158px|Ritratto del profeta [[Esdra (Bibbia)|Esdra]] nel quale per molto tempo si riconobbe la figura di Cassiodoro, contenuto nel [[Codex Amiatinus]].<ref name=Card2>{{Cita|Cardini, 2009|p. 2}}</ref>]]
Questa citazione mostra come Vivarium seguisse quindi le più comuni regole monastiche contemporanee, mentre altri passaggi delle ''Institutiones'' ci suggeriscono un ruolo laico per Cassiodoro, forse esterno alla vita monastica e puramente patronale.<ref name=InstI>{{Cita|Cassiodoro, Istituzioni|I, XXIX}}</ref> Il vero centro vitale di Vivarium era, particolare che segna la differenza con ogni altro centro monastico, la biblioteca;<ref name=Card142>{{Cita|Cardini, 2009|p. 142}}</ref> Cassiodoro distingue inoltre i libri del monastero<ref name=Inst144>{{Cita|Cassiodoro, Istituzioni|I, IV, 4}}</ref><ref name=Inst1814>{{Cita|Cassiodoro, Istituzioni|I, VIII, 14}}</ref> da quelli personali,<ref name=Inst1312>{{Cita|Cassiodoro, Istituzioni|I, XXXII, 2}}</ref><ref name=Inst2210>{{Cita|Cassiodoro, Istituzioni|II, II, 10}}</ref> differenza poi scomparsa in un periodo successivo.<ref>Questo porta gli studiosi a ipotizzare una maggior partecipazione di Cassiodoro al progetto.</ref>
{{quote|Era la biblioteca, infatti, come centro di cultura di tutto il monastero, la novità del suo programma, una biblioteca nata ed accresciuta secondo le intenzioni del fondatore che dei suoi libri conosceva non solo la sistemazione, perché l'aveva curata personalmente, ma anche i testi, perché li aveva studiati, annotati, arricchiti di segni critici, riuniti insieme secondo la materia in essi trattata e persino abbelliti esteriormente.|Mauro Donnini nella prefazione alle ''Institutiones''.<ref name=Inst34>{{Cita|Cassiodoro, Istituzioni|p. 34}}</ref>}}
Il monastero prendeva nome da una serie di vivai di pesci fatti preparare dallo stesso Cassiodoro; la loro presenza rappresentava un forte valore simbolico, legato al concetto di [[Cristo]] come ''[[Ichthys]]''.<ref name=Card143>{{Cita|Cardini, 2009|p. 143}}</ref> Non lontano dal centro si trovava una zona per [[Anacoreta|anacoreti]], riservata a monaci con pregresse esperienze di vita [[Cenobita|cenobitica]]. Vivarium sorgeva, secondo gli studi ad oggi compiuti, nella contrada San Martino di Copanello, nei pressi del fiume Alessi; in quella zona fu ritrovato un [[sarcofago]] datato [[VI secolo]], associato a graffiti devozionali e subito considerato la sepoltura originale di Cassiodoro, ipotesi che non convince fino in fondo gli studiosi.<ref name=Card144>{{Cita|Cardini, 2009|p. 144}}</ref> Per ciò che riguarda la ripartizione del lavoro, i monaci inadatti a seguire la biblioteca con annessi oneri intellettuali erano destinati alla coltivazioni di orti e campi, mentre i letterati si occupavano dello studio delle [[Testi sacri|Sacre Scritture]] e delle [[Arti liberali|sette arti liberali]];<ref name=Card145>{{Cita|Cardini, 2009|p. 145}}</ref> quest'ultimi erano divisi in notarii,<ref>Coloro che preparavano i testi per la trascrizione.</ref> rilegatori e traduttori.<ref name=Inst1303>{{Cita|Cassiodoro, Istituzioni|I, XXX, 3}}</ref><ref name=Inst183>{{Cita|Cassiodoro, Istituzioni|I, VIII, 3}}</ref> Le opere di carità erano espressamente raccomandate dal fondatore,<ref name=Inst32/> e legati a queste fiorivano gli studi di medicina.<ref name=Card146>{{Cita|Cardini, 2009|p. 146}}</ref> Importanti furono gli studi sulle opere sacre: Cassiodoro fece preparare tre edizioni differenti della [[Bibbia]] e si occupò di copiature e riscritture di molti altri testi della cristianità, considerando tutto ciò una vera e propria opera di predicazione.<ref name=Card148>{{Cita|Cardini, 2009|p. 148}}</ref> Non mancano però nella biblioteca di Vivarium i testi profani: tra gli altri furono salvati grazie all'opera di Cassiodoro le ''[[Antichità giudaiche|Antiquitates]]'' di [[Flavio Giuseppe]] e l'''Historia tripartita''.<ref name=Card148/>
== Opere ==
Le opere di Cassiodoro del periodo di [[Teodorico]], quelle da noi conosciute, sono tre: le ''Laudes'', la ''Chronica'' e l'''Historia Gothorum''. Della prima si sono conservati solo due frammenti, mentre della ''Gothorum Historia'' rimane solo un'[[epitome]] a opera dello storico [[Giordane]].<ref name=Card86>{{Cita|Cardini, 2009|p. 86}}</ref> La ''Chronica'' racconta la "saga" dei [[Potere temporale|poteri temporali]] di tutta la storia, dai sovrani [[Assiria|assiri]] sino ai consoli del [[Tarda antichità|tardo Impero]], passando ovviamente per tutta la [[storia romana]].<ref name=Card86/> Possediamo un frammento di un'ulteriore opera, l<nowiki>'</nowiki>''Ordo generis Cassiodororum'', la cui datazione varia tra il [[522]] e il [[538]] e che ci offre notizie sulla famiglia dell'autore.<ref name=Card8990>{{Cita|Cardini, 2009|pp. 89-90}}</ref> Tra la produzione di Cassiodoro occupano un posto speciale le ''Variae'', raccolta di documenti ufficiali scritti tra il [[537]] ed il [[540]], i quali ci offrono quindi informazioni su differenti periodi della vita dell'autore e sulla storia dei [[Goti]];<ref name=Card90>{{Cita|Cardini, 2009|p. 90}}</ref> a queste si può aggiungere il ''De Anima'', opera per la prima volta lontana da interessi politici e invece basata su temi della spiritualità.<ref name=Card92>{{Cita|Cardini, 2009|p. 92}}</ref>
Il terreno religioso è battuto anche dalla successiva ''Expositio Psalmorum'', commento ai [[salmi]] di particolare importanza poiché unico esempio pervenutoci dal [[Tarda antichità|mondo tardo antico]].<ref name=Card93>{{Cita|Cardini, 2009|p. 93}}</ref> Al periodo di Vivarium appartengono due sole opere tra quelle a noi giunte, le ''Institutiones'' e il ''De ortographia''. La prima, senza dubbio l'opera più importante di Cassiodoro,<ref>{{cita libro|cognome=Altaner|nome=Berthold|titolo=Patrologia|editore=Marietti|anno=1944|pagine=p. 341}}</ref><ref>{{cita libro|cognome=Remo Ceserani e Lidia De Federicis|titolo=Il materiale e l'immaginario:
laboratorio di analisi dei testi e di lavoro critico|editore=Loesche|anno=1979|pagine=p. 76}}</ref> è datata [[560]]-[[562]], un periodo in cui il centro monastico era sicuramente avviato; rappresenta sostanzialmente una "guida" per gli studi nel monastero, è ricca di informazioni sulla vita dei monaci e sulle opere intellettuali da loro compiute.<ref name=Card9596>{{Cita|Cardini, 2009|pp. 95-96}}</ref> Il ''De ortographia'' sarà la sua ultima opera, scritta attorno ai novant'anni.
=== ''Chronica'' ===
Uno scritto di chiari intenti politici è la ''Chronica'', una sorta di storia universale scritta nel [[519]] su richiesta per celebrare il consolato di [[Eutarico|Eutarico Cillica]] (diviso con l'[[Giustino I di Bisanzio|Imperatore Giustino]]), genero di Teodorico e designato al trono.<ref name=Card85>{{Cita|Cardini, 2009|p. 85}}</ref> Il sovrano d'Italia non aveva eredi maschi mentre Eutarico, sposandone la figlia [[Amalasunta]], era riuscito a donargli un nipote, [[Atalarico]].<ref name=Card85/> Alla luce di questa nuova dinastia, la scelta di offrire il ruolo di console a Eutarico rappresentava quindi un importante evento politico: si trattava della celebrata unione tra i Romani ed i Goti, progetto che poi fallirà tragicamente.<ref name=Card85/><ref>Eutarico morirà infatti nel [[522]].</ref>
L'opera, che come comprensibile dal titolo ha chiari fini storici,<ref>La [[cronaca (genere letterario)|cronaca]] è un genere letterario caratterizzato dall'esposizione di fatti storici in ordine cronologico.</ref> propone una successione dei grandi poteri politici succedutisi nella storia, passando da [[Adamo]] sino ad approdare al [[519]] con Eutarico.<ref name=Card86/> È basata su numerose fonti che Cassiodoro spesso cita quali [[Eusebio]], [[Sofronio Eusebio Girolamo|Gerolamo]], [[Tito Livio|Livio]], [[Aufidio Basso]], [[Vittorio Aquitano]] e [[Prospero d'Aquitania]];<ref name=Card86/> per la trattazione successiva al [[496]] invece l'autore è autonomo.<ref name=Sim101>{{Cita|Simonetti, 2006|p. 101}}</ref> L'elemento dell'opera che maggiormente colpisce è il suo carattere spiccatamente filo-gotico: Cassiodoro arriva a manipolare alcuni eventi storici o a farne addirittura scomparire altri, al fine di non far apparire i Goti sotto un'oscura luce.<ref name=Card86/><ref>{{cita libro|cognome=Moorhead|nome=John|titolo=Cassiodorus on the Goths in Ostrogothic Italy|editore=Romanobarbarica|anno=1999|pagine=pp. 241-259}}</ref>
===''Historia Gothorum''===
[[File:DurhamCassiodorusDavidVictor.JPG|thumb|right|160px|Re Davide vincitore in una miniatura dall'''Expositio Psalmorum'', presente nell'edizione del Cassiodoro di [[Durham]].]]
Una delle sue opere più importanti fu il ''De origine actibusque Getarum'' (più noto come ''Historia Gothorum'') in 12 libri, nel quale la sua ideologia filogotica era tracciata e sviluppata in maniera più organica.<ref name=Card86/> Si considera l'opera contemporanea o poco successiva alla ''Chronica'', anche se più studiosi tendono a ritenerla più recente, forse composta tra il [[526]] e il [[533]]. Certamente la stesura fu caldeggiata da [[Teodorico|Teoderico]], per essere infine pubblicata sotto [[Atalarico]];<ref name=VariaeIX25>{{Cita|Cassiodoro, Variae|IX, 25}}</ref> nonostante ciò essa ci è pervenuta solo nella [[epitome|versione ridotta]] dello storico [[Giordane]], i ''[[Getica]]''.<ref name=Card86/><ref>''De origine actibusque Getarum'', in sessanta capitoli.</ref>
Prima storia nazionale di un popolo barbarico,<ref>«La ''Historia Gothorum'' occupa un posto di rilievo nella storia della cultura occidentale perché fu la prima storia nazionale di un popolo barbarico: in tal senso essa introduce veramente il medioevo». {{Cita|Simonetti, 2006|p. 102}}</ref> la ''Historia Gothorum'' era tesa a glorificare la dinastia degli [[Amali]], la stirpe regnante, attraverso una ricostruzione della storia dei Goti dalle origini ai tempi presenti. Il tentativo più ardito dell'opera fu - come emerge dal titolo stesso - l'identificazione dei Goti con i [[Geti]], popolazione già nota a [[Erodoto]] e maggiormente conosciuta dal mondo romano.<ref>{{Cita|Simonetti, 2006|pp. 101-102}}</ref> Il racconto narra eventi storici sino all'anno [[551]] e come scopo ha inoltre quello di celebrare l'unione tra Goti e Romani, qui comprovata dal matrimonio tra il romano [[Germano Giustino]] e l'amala [[Matasunta]].<ref>[[Germano Giustino]] faceva parte della ''[[Gens Anicia]]'', mentre [[Matasunta]] era nipote di [[Teodorico]].</ref><ref name=Card87>{{Cita|Cardini, 2009|p. 87}}</ref> Il fine ultimo dell'opera lo svela - per bocca di [[Atalarico]] - Cassiodoro stesso:
{{quote|Questi [''Cassiodoro''] ha sottratto i re dei Goti al lungo oblio in cui li aveva nascosti l'antichità. Questi ha ridato agli Amali la gloria della loro stirpe, dimostrando chiaramente che noi siamo stirpe regale da diciassette generazioni. L'origine dei Goti egli ha reso storia romana,<ref>...originem Gothicam historiam fecit esse Romanam...</ref> quasi raccogliendo in una corona fiori prima sparsi qua e là nel campo dei libri.
|Cassiodoro, ''Variae''.<ref name=VariaeIX255>{{Cita|Cassiodoro, Variae|IX, 25, 5}}</ref>}}
===''Ordo generis Cassiodororum''===
Di quest'opera rimane un solo frammento in più copie, scoperto nel [[1860]] da [[Alfred von Hölder]] a [[Reichenau (Germania)|Reichenau]].<ref name=Card88>{{Cita|Cardini, 2009|p. 88}}</ref><ref>Il frammento prende infatti il nome di ''Anecdoton Holderi''.</ref> Il testo, dalla difficile interpretazione, fu composto negli anni della carriera pubblica di Cassiodoro e le datazioni oscillano tra il [[522]] e il [[538]]; è dedicato a [[Rufio Petronio Nicomaco Cetego]], politico contemporaneo dell'autore.<ref name=Card88/> L'opera offre rare notizie sulla famiglia di Cassiodoro, in particolare sul padre; nelle poche righe centrali vengono nominati anche [[Anicio Manlio Torquato Severino Boezio|Boezio]] e [[Quinto Aurelio Memmio Simmaco|Simmaco]], il che farebbe pensare ad un qualche grado di parentela tra l'autore e queste due figure, impossibile attualmente da stabilire.<ref name=Card89>{{Cita|Cardini, 2009|p. 89}}</ref>
=== ''Variae'' ===
La sua attività di funzionario al servizio del regno goto è testimoniata dalle ''Variae'' (datate tra il [[537]] e il [[540]]),<ref name="Card90"/> una raccolta di lettere e documenti (468 in totale per 12 volumi)<ref name=Variae27>{{Cita|Cassiodoro, Variae|p. 27}}</ref> redatti in nome dei sovrani o trasmessi a firma dell'autore stesso.<ref name=Card90/> Il titolo - come l'autore spiega nella prefazione all'opera - è dovuto alla verietà degli stili letterari impiegati nei documenti del ''corpus'', il quale divenne successivamente un riferimento per lo stile cancelleresco e curiale.<ref name=Card90/> Cassiodoro espone nella praefatio dell'opera il fine di questa raccolta di testi, ovvero la necessità di fornire nozioni utili a chiunque si dovesse in futuro accostare alla carriera pubblica;<ref name=Card90/> ulteriore obiettivo dichiarato è quello di far conoscere i propri trascorsi come membro del ceto dirigente.<ref name=Card90/> Le ''Variae'' sono assai utili per conoscere le istituzioni, le condizioni politiche, morali e sociali sia dei Goti sia dei Romani dell'Italia del tempo.<ref name=Card90/>
====''De anima''====
Cominciato poco prima della conclusione delle ''Variae'',<ref name="Card92"/> il ''De anima'' è considerato da Cassiodoro come una sorta di tredicesimo volume per quest'opera, quasi ne rappresentasse l'appendice.<ref name=VariaeXI7>{{Cita|Cassiodoro, Variae|XI, 7}}</ref> Per la prima volta Cassiodoro affronta temi esterni al mondo della politica, avvicinandosi agli stessi interessi spirituali che poi toccherà con la ''Expositio Psalmorum'';<ref name=Card91>{{Cita|Cardini, 2009|p. 91}}</ref> l'opera si dipana su dodici questioni, tra le quali l'incorporeità e il destino dell'anima, legata alla tradizione di [[Tertulliano]], [[Agostino]] e [[Claudiano Mamerto]].<ref name=Card92/>
===''Expositio Psalmorum''===
Anche per quest'opera non è possibile dare una datazione certa, anche perché la sua composizione sembra essere stata portata avanti per un periodo abbastanza prolungato.<ref name=Card93/> Si tratta di un commento completo ai [[salmi]], unico esemplare rimastoci da tutta la [[tarda antichità]];<ref name=Card93/> per mole è certamente l'opera maggiore di Cassiodoro, anche se non viene considerata la più matura tra le sue produzioni.<ref name=Mom4945>{{Cita|Momigliano, 1980|pp. 494-495}}</ref>
=== ''Institutiones divinarum et saecularium litterarum'' ===
{{vedi anche|Institutiones divinarum et saecularium litterarum}}
Una più ampia influenza nel [[Medioevo]] ebbero le sue ''Institutiones divinarum et saecularium litterarum'',<ref>''Istituzioni delle lettere sacre e profane''.</ref> [[erudizione|erudita]] introduzione allo studio delle [[Sacre Scritture]] e delle [[arti liberali]], datate attorno al [[560]].<ref name=Card94>{{Cita|Cardini, 2009|p. 94}}</ref> Progettata dopo che la richiesta di Cassiodoro per la fondazione di un' università di studi cristiani ricevette una risposta negativa da [[Papa Agapito I]],<ref name=Card95>{{Cita|Cardini, 2009|p. 95}}</ref> l'opera visse un lungo periodo di incubazione: basti pensare che al suo interno cita il ''De ortographia'', ultima opera attestata di Cassiodoro.<ref name=Card95/>
Il lavoro su questa enciclopedia si suddivide in varie sezioni: la prima presenta i vari libri della [[Bibbia]], la storia della [[Chiesa]] e degli studi [[teologia|teologici]]; la seconda si occupa di quelle [[arte|arti]] incluse successivamente nel [[trivio]] e [[quadrivio]], con un occhio rivolto alla cultura [[pagano|pagana]] e alle norme atte per trascrivere correttamente gli antichi.<ref>{{cita libro|titolo=Le Muse|editore=De Agostini|città=Novara|anno=1965|pagine=Vol. III, p. 137}}</ref>
=== Altre opere<ref>Le opere sono citate direttamente da Cassiodoro nel ''De ortographia''.</ref><ref name=Inst15>{{Cita|Cassiodoro, Istituzioni|p. 15}}</ref>===
*''Complexiones in Epistolas et Acta apostolorum et Apocalypsin'';<ref>Si tratta di un commento ad alcuni passi degli [[Atti degli Apostoli]] e dell'[[Apocalisse di Giovanni]].</ref>
*''Expositio epistolae ad Romanos'';<ref>Ovvero ''Commento alla lettera dei Romani''.</ref>
*''Liber memorialis'';<ref>Breve riassunto del contenuto della [[Libri deuterocanonici|Sacra Scrittura]].</ref>
*''Historia ecclesiastica tripartita'';<ref>Autore della sola prefazione.</ref>
*''De ortographia''.<ref>Trattato destinato a fissare norme e regole per la trascrizione di scritti antichi e moderni.</ref>
==Note==
{{references|2}}
==Bibliografia==
===Opere di Cassiodoro===
*{{Bibliografia|Cassiodoro, Expositio Psalmorum|Cassiodoro. ''Expositio Psalmorum''. M.A. Adriaen, [[1958]].}}
*Cassiodoro, ''Le Cronache'', a cura di Mirko Rizzotto, [[Gerenzano]], Runde Taarn, [[2007]].
*Cassiodoro, ''Le Istituzioni'', a cura di Antonio Caruso, [[Roma]], Vivere in, [[2003]].
*{{Bibliografia|Cassiodoro, Istituzioni|Cassiodoro, ''Le Istituzioni'', a cura di Mauro Donnini, Città Nuova, [[2001]].}}
*{{Bibliografia|Cassiodoro, Ordo generis|Cassiodoro, ''Ordo generis Cassiodororum'', Arte Tipografica, [[1992]].}}
*{{Bibliografia|Cassiodoro, Variae|Cassiodoro, ''Variae'' (traduzione parziale), a cura di Lorenzo Viscido, [[Squillace]], Pellegrini Editore, [[2005]].}}
===Autori moderni===
*Maïeul Cappuyns, ''Cassiodore'', in ''Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastique'', Vol. XI, [[Parigi]], [[1949]].
*{{Bibliografia|Cardini, 2009|[[Franco Cardini]], ''Cassiodoro il Grande. Roma, i barbari e il monachesimo'', [[Milano]], Jaca Book, [[2009]].}}
*Antonio Caruso, ''Cassiodoro. Nella vertigine dei tempi di ieri e oggi'', Soveria Mannelli, [[1998]].
*{{Bibliografia|Franceschini, 2008|[[Ezio Franceschini]]. ''Lineamenti di una storia letteraria del Medioevo latino''. [[Milano]], I.S.U. Università Cattolica, [[2008]].}}
*{{Bibliografia|Giardina, 2006|[[Andrea Giardina]], ''Cassiodoro politico'', [[Roma]], L'Erma di Bretschneider, [[2006]].}}
*{{Bibliografia|Momigliano, 1978|[[Arnaldo Momigliano]], ''Cassiodoro'', in ''[[Dizionario biografico degli Italiani]]'', Vol. XXI, [[Roma]], [[1978]].}}
*{{Bibliografia|Momigliano, 1980|[[Arnaldo Momigliano]], ''Cassiodoro'', in ''Sesto contributo alla storia degli studi classici e del mondo antico'', Vol. II, [[Roma]], Edizioni di Storia e Letteratura, [[1980]].}}
*[[Arnaldo Momigliano]], ''Cassiodorus and Italian Culture of His Time'', [[Oxford]], [[1958]].
*James J. O'Donnell, ''Cassiodorus'', [[Berkley]] - [[Los Angeles]] - [[Londra]], [[1979]].
*[[Ettore Paratore]], ''Storia della Letteratura Latina dell'Età Imperiale'', [[Milano]], BUR, [[1992]], pp. 330–331, ISBN 88-17-11253-4.
*{{Bibliografia|Simonetti, 2006|Manlio Simonetti, ''Romani e Barbari. Le lettere latine alle origini dell'Europa (secoli V-VIII)'', [[Roma]], Carocci, [[2006]].}}
*Vitantonio Sirago, ''I Cassiodoro. Una famiglia calabrese alla direzione d'Italia nel V e VI secolo'', Soveria Mannelli, [[1986]].
== Altri progetti ==
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==Collegamenti esterni==
*[http://www.premiocassiodoro.eu Sito ufficiale del Premio Cassiodoro]
*[http://www.documentacatholicaomnia.eu/a_1010_Conspectus_Omnium_Rerum_Alphabeticus_Littera_C.html#Cassiodorus Opere di Cassiodoro] nella ''[[Patrologia Latina]]'' del [[Jacques Paul Migne|Migne]]
*[http://www.hs-augsburg.de/~Harsch/Chronologia/Lspost06/Cassiodorus/cas_intr.html Opere di Cassiodoro nella Bibliotheca Augustana]
{{Box successione|carica=[[Consoli imperiali romani (193-541)|Console romano]]
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|periodo = [[514]]
|precedente = [[Agapito (console 517)|Flavio Agapito]]
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{{Box successione|carica=[[Prefettura del pretorio d'Italia#Lista dei prefetti del pretorio d'Italia|Prefetto del pretorio in Italia]]
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{{Portale|Antica Roma|biografie|Bisanzio|letteratura|Lingua latina}}
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