Storia della Cina e Discussioni utente:217.141.188.76: differenze tra le pagine

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|colspan="7" bgcolor="#EFEEEE"| [[Image:History of China.gif|center|120px|Storia della Cina]] '''[[Storia della Cina]]'''
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<div align="center">'''[[Repubblica popolare cinese]]'''<br>[[Storia della repubblica popolare cinese (1949-1976)|1949-1976]]<br>[[Storia della repubblica popolare cinese (1976-1989)|1976-1989]]<br>[[Storia della repubblica popolare cinese (1989-2002)|1989-2002]]<br>[[History of the People's Republic of China (2002-present)|2002-present]]</div>
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<td colspan="3" bgcolor="#E1FFE1" align="center">'''[[Storia della Repubblica di Cina|Repubblica di Cina]]''' ([[Storia di Taiwan|Taiwan]])</td>
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|colspan="7" bgcolor="#FFFFFF" align="left"|<small><li>[[Linea del tempo della storia cinese]]</li><small><li>[[Dinastie della storia cinese]]</li><small><li>[[Storia militare cinese]]</li><small><li>[[Storia navale cinese]]</li></small>
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| colspan=7 bgcolor="#FFFFFF" align=center | {{Tnavbar|Storia cinese}}
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<noinclude>
Questo articolo tratta la '''storia della Cina''' dal Neolitico ai giorni nostri.
==Neolitico==
Più di un milione di anni fa, probabilmente la Cina era abitata dall' ''[[Homo erectus]]'', gli scavi a [[Yuanmou]] (元謀) e più tardi a [[Lantian]] (藍田) lo dimostrano. Forse però la specie più famosa di ''Homo erectus'' ritrovata in Cina è quella del cosiddetto [[Uomo di Pechino]] (北京人) ritrovato nel [[1923]]. L' ''[[Homo sapiens]]'' potrebbe aver raggiunto la Cina circa 65.000 anni fa dall'[[Africa]]. Testimonianze di un'antica agricoltura cinese basata sulle risaie sono state datate al [[6000 a.C.]], e associate alla [[cultura di Peiligang]] (裴李崗文化) della contea di [[Xinzheng]] (新鄭縣), [[Henan]] (河南省). Con l'agricoltura aumentò la popolazione, l'abilità nell'immagazzinare le risorse e comparvero le prime figure di amministratori ed artigiani. Nel tardo [[Neolitico]], la valle di [[Huang He]] (黃河) divenne un centro culturale, dove furono fondati i primi villaggi; di cui il più significativo archeologicamente fu quello ritrovato a [[Banpo]] (半坡), [[Xi'an]] (西安).
 
{{Vandalismo|Alban Lafont}} --[[Utente:Melquíades|Melquíades]] ([[Discussioni utente:Melquíades|msg]]) 12:55, 8 feb 2019 (CET)
===Tesi dell'area nucleare===
La tesi dell'area nucleare, proposta dall'archeologo [[Kwang-chih Chang]] negli anni Sessanta (e poi ritrattata), sosteneva che la civiltà cinese si fosse sviluppata da una cultura dell'era neolitica, quella di [[Yangshao]]. Tale cultura si sarebbe diffusa attorno al [[5000 a.C.]] e avrebbe formato la base per la civiltà cinese. Le prove sarebbero basate su ritrovamenti di ceramiche attribuiti alla cultura Yangshao, dai caratteristici colori rossi o marroni.
 
===Tesi delle sfere interattive===
Un'altra tesi proposta da [[Kwang-chih Chang]] è quella delle sfere interattive. È una revisione della precedente tesi dell'area nucleare, e sostiene che la cultura cinese non derivi solo dalla cultura [[Yangshao]], ma da una combinazione di culture presenti in quel periodo. Inizialmente queste culture erano separate, ma si integrarono con il commercio e la diffusione delle prime tecnologie attorno al [[3000 a.C.]].
 
Ci sono molte argomentazioni contro queste tesi: che il 3000 a.C. è troppo presto; che anche se si possono riscontrare coerenze tra le culture, non avrebbero potuto addirittura integrarsi in un'unica civiltà per molto tempo oltre il Neolitico, e che la stessa idea di una civiltà cinese è relativamente recente, basta tenere conto della cultura e del linguaggio.
 
==Preistoria==
La storia primitiva della Cina è complicata da studiare per via della mancanza di una lingua scritta e per l'inaffidabilità dei primi documenti nel descrivere fatti accaduti in tempi molto più antichi. In un certo senso un problema può essere rappresentato dalla confusione che in antichità si era creata nel popolo tra fatti e leggende riguardo alle proprie origini. Siti archeologici come quelli di [[Sanxingdui]] (三星堆) ed [[Erlitou]] (二里頭) mostrano prove di una civiltà dell'[[età del bronzo]] in Cina. Comunque, la prima esauriente trattazione sulla storia della Cina, le [[Shi Ji|Memorie di uno storico]] (史記) di [[Sima Qian]] (司馬遷), un rinomato storiografo del [[II secolo a.C.]], comincia circa 1300 anni prima, con un racconto dei [[Cinque imperatori]] (三皇五帝). Questi governanti erano re semi-mitici ed esempi morali, e uno di loro, l'[[Imperatore Giallo]] (黃帝), è definito come l'antenato di tutti i cinesi.
 
Sima Qian riferisce che il successivo sistema di governo per ereditarietà venne stabilito solo nel periodo successivo, quello della [[Dinastia Xia]] (夏朝), e questo modello venne portato avanti nelle successive dinastie [[Shang]] e [[Zhou]] (周朝). E' da questo periodo delle ''tre dinastie'' ([[lingua cinese|cinese]]: 三代; [[pinyin]]: ''sāndài'') che si riesce a delineare con chiarezza la storia della Cina.
 
===Dinastia Xia===
{{Vedi anche|dinastia Xia}}
La dinastia Xia (cinese: 夏; scrittura Pinyin: xià). 2100-1800 a.C..
È la prima dinastia ereditaria cinese, sviluppatasi quando sul territtorio appaiono le prime forme statali all’interno di una società fortemente stratificata e in cui l’agricoltura, la tecnica, l'artigianato, l’arte vedono un forte impulso. Regnò su una vasta area tagliata dal Fiume Giallo comprendente le attuali regioni dell’[[Henan]] e [[Shandong]] a est,[[Shanxi]] a ovest, l’[[Hubei]] a nord, l’[[Hebei]] a sud.
A lungo oggetto della tradizione orale, la reale esistenza e storicità di questa dinastia fu a lungo messa in dubbio, e fu ipotizzato fosse solo stata creata dal mito. A fine degli anni cinquanta gli importanti ritrovamenti archeologoci nel sito di [[Erlitou]] (città di [[Yanshi]], nello [[Henan]]) chiarificarono di molto le cose. Durante la dinastia vide la luce una propria cultura collocabile tra la [[cultura Longshan]] e quella [[Dinastia Shand|Shang]] antica. Il primo sovrano fu [[Yu]], ricordato soprattutto per le grandi opere di regolazione delle acque e i sovrani furono in tutto 17.<br>
L’esistenza di una organizzazione statale sembra dimostrata delle fondamenta di enormi palazzi a Erlitou. Tali opere non sarebbero state possibili senza mezzi coercitivi e l’utilizzo di abbondante manodopera. La società era fortemente gerarchizzata e questo è riscontrabile nella differenza delle tombe e delle abitazioni. Economicamente la cultura Xia era basata sull’agricoltura. Erano prodotti attrezzi agricoli, vasellame in terracotta e in bronzo; venivano praticati i sacrifici umani.
Non sono note le cause della fine della dinastia e della cultura Xia.
 
==Storia antica==
===Dinastia Shang===
{{Vedi anche|dinastia Shang}}
 
===Dinastia Zhou===
{{Vedi anche|dinastia Zhou}}
 
===Periodo delle Primavere e degli Autunni===
{{Vedi anche|periodo delle primavere e degli autunni}}
 
===Periodo dei Regni Combattenti===
{{Vedi anche|periodo dei regni combattenti}}
 
==Il primo Imperatore cinese e la dinastia Qin==
{{Vedi anche|dinastia Qin}}
Nel [[246 a.C.]] [[Ying Zheng]] divenne re dello stato di Qin e ben presto, grazie alle sue grandi doti strategiche, a un forte [[esercito]] e spesso ricorrendo all'inganno e all'assassinio degli avversari, sconfisse gli altri 6 regni che occupavano il territorio cinese: [[Zhao]], [[Han]], [[Wei]], [[Yan]], [[Ki|Qi]] e [[Chu]]. Con la sconfitta di Qi, nel [[221 a.C.]] Ying Zheng realizzò infine l'unificazione della [[Cina]] e assunse il titolo di ''Qin Shi HuangDi'' (Primo Imperatore della Dinastia Qin). Questo atto fu una sfida alla tradizione perché fino ad allora i termini Huang e Di erano stati utilizzati esclusivamente per indicare i grandi imperatori della più remota antichità, che avevano dato origine alla civiltà. Ying Zheng si poneva così sul loro stesso piano, sottolineando il fatto che non aveva bisogno della [[tradizione]] per legittimare il proprio potere. Si accinse quindi a realizzare una serie di riforme, sotto il consiglio del primo ministro legista [[Li Si]], che avrebbero lasciato un'impronta indelebile nella storia cinese. L'antica [[aristocrazia]] venne esautorata, le famiglie nobili furono costrette a trasferirsi nella [[capitale (città)|capitale]] [[Xianyang]], l'intero territorio venne diviso in distretti raccolti in governatorati, tutte le unità di misura vennero unificate così come la [[moneta]] e la [[scrittura]]. Per favorire la comunicazione tra le diverse regioni venne imposto un unico scartamento assiale per i carri e fu costruita un'ampia rete stradale per un totale di circa 6.000 km. Shi Huang Di produsse un rinforzamento delle difese settentrionali del paese innalzate per proteggere il paese dalla incursioni dei cosiddetti barbari Hsiungnu. L'opera, secondo lo storico cinese Sima Qian, venne affidata al generale Meng Tian e al suo esercito di 300.000 uomini. L'obiettivo imperiale doveva essere quello di collegare i vari pezzi di muraglia già esistenti ottenendo, come risultato, la [[Grande muraglia cinese|Grande muraglia]].
Affinché nessuno potesse dubitare della sua autorità invocando la tradizione, accolse la proposta di Li Si e nel [[213 a.C.]] decretò che tutti i testi antichi fossero bruciati per cancellare il ricordo del passato, fatta eccezione per quelli di argomento scientifico e tecnico.
 
I fattori che determinarono la caduta della dinastia furono numerosi, innanzitutto la frenesia con cui Shi Huang Di aveva attuato la sua politica e la spietatezza dei metodi punitivi da lui adottati, come il principio della responsabilità collettiva (se una persona commette un [[reato]], tutto il suo [[clan]] d'appartenenza ne sarà colpevole). Migliaia di contadini erano stati costretti ad abbandonare i campi per andare a combattere o per partecipare ai lavori di costruzione della Muraglia, delle strade, dei canali e dei palazzi imperiali. Le realtà locali furono sconvolte anche a causa dell'unificazione della moneta e del sistema di scrittura.
 
La dinastia non sopravvisse alla morte del suo primo imperatore nel [[210 a.C.]], il governo non fu in grado di gestire la situazione e l'azione della corte fu pressoché paralizzata da intrighi a corte e lotte per il potere. A seguito di un complotto attuato dal primo ministro Li Si e dall'eunuco [[Zhao Gao]], l'erede al trono fu costretto a [[suicidio|suicidarsi]]. Zhao Gao si sbarazzò anche di Li Si, che fu imprigionato e messo a morte. Al trono fu posto Er HuangDi (Secondo Imperatore), secondogenito di Shi HuangDi, che venne anch'egli presto ucciso. Il potere passò a [[Zi Ying]], nipote del primo Imperatore, il quale non osò assumere il titolo di Terzo Imperatore.
Mentre il governo era dilaniato da lotte intestine, nel [[209 a.C.]] scoppiò una grande rivolta popolare che si espanse per tutto l'Impero. Le forze principali dei ribelli erano comandate da [[Xiang Yu]], che nel [[206AC|206]] ottenne la resa di Qin, mise a sacco la capitale e fece uccidere l'Imperatore Zi Ying, e da [[Liu Bang]], che trasferì la capitale a [[Chang'An]] e, nel [[206 a.C.]], si proclamò Imperatore della nuova [[dinastia Han]], assumendo in seguito il nome di GaoZu.
 
==Dinastia Han==
{{Vedi anche|dinastia Han}}
 
==Tre Regni==
{{Vedi anche|periodo dei tre regni}}
 
==Dinastia Jin e Periodo dei Sedici Regni==
{{Vedi anche|dinastia Jin|periodo dei sedici regni}}
 
==Periodo delle Dinastie del Nord e del Sud==
{{Vedi anche|dinastie del nord e del sud}}
 
==Dinastia Sui==
{{Vedi anche|dinastia Sui}}
 
==Dinastia Tang==
{{Vedi anche|dinastia Tang}}
 
==Periodo delle Cinque dinastie e dieci regni==
{{Vedi anche|cinque dinastie e dieci regni}}
 
==Dinastia Song==
{{Vedi anche|dinastia Song}}
 
==Dinastia Yuan==
{{Vedi anche|dinastia Yuan}}
 
==Dinastia Ming==
{{Vedi anche|dinastia Ming}}
 
==Dinastia Qing==
{{Vedi anche|dinastia Qing}}
 
==Repubblica cinese==
La rivoluzione che portò alla fondazione della [[Repubblica cinese]] ebbe inizio con rivolta di Wuchang ([[1911]]), durante la quale la maggioranza delle province meridionali della [[Cina]] aderirono alla nuova entità statale. La proclamazione della repubblica avvene il [[1 gennaio|primo gennaio]] [[1912]], e [[Sun Yat-sen]] fu nominato presidente provvisorio dal Consiglio delle province. Pochi mesi dopo, Sun Yat-Sen, per evitare ulteriori conflitti, rinunciò alla presidenza a favore di [[Yuan Shikai]], generale dell’esercito del nord, che aveva nel frattempo fatto dichiarare la caduta dell’ultimo imperatore della Cina, [[Pu Yi|Aisin-Gioro Pu Yi]].
 
Alla caduta della monarchia le province periferiche del [[Tibet]] e dello [[Xinjiang]] si resero autonome. La [[Mongolia]] divenne indipendente perché era un territorio della Corona e, alla dissoluzione della dinastia, non sussistevano ormai più legami con la Cina .
 
Il [[12 agosto]] [[1912]] fu fondato il [[Kuomintang|Guomindang]] (partito nazionalista), di cui lo stesso [[Sun Yat-sen]] fu acclamato presidente. Nel novembre [[1913]] [[Yuan Shikai]] sciolse il parlamento ed iniziò un processo di accentramento su di sé del potere che lo avrebbe quasi portato, nel [[1916]], ad essere insediato come imperatore. Il [[6 giugno]] di quello stesso anno però, pur essendo già iniziati i riti di intronizzazione, [[Yuan Shikai]] morì lasciando la Cina alla mercé dell’anarchia del governo dei signori locali (i “signori della guerra”).
 
Nel frattempo, nel [[1915]], il [[Giappone]] aveva presentato al debole governo cinese le ''[[ventuno richieste]]'', nelle quali si imponeva il riconoscimento degli interessi giapponesi sul territorio cinese, nonché la partecipazione di consiglieri giapponesi alla pubblica amministrazione. Questo episodio fu di ispirazione per il movimento del [[4 maggio]] [[1919]] che ebbe come uno dei maggiori ispiratori [[Chen Duxiu]] ([[1879]]-[[1942]]). Il movimento si proponeva una rinascita culturale in virtù della [[scienza]] e della [[democrazia]], nel rifiuto della cultura tradizionale.
 
Nel [[1921]] venne fondato a [[Shanghai]] il [[Partito comunista cinese]], che ebbe come primo segretario Chen Duxiu. Nello stesso periodo il [[Kuomintang|Guomindang]] venne riorganizzato come moderno partito di massa da consiglieri sovietici.
 
Seguirono alcuni anni con un’alternanza al potere repubblicano di alcune “cricche” militari.
 
Il [[12 marzo]] [[1925]] morì [[Sun Yat-sen]]. Seguì l’ascesa del generale [[Chiang Kai-shek]], che eliminò in un primo tempo la componente comunista dall’[[Esercito Rivoluzionario Nazionale (Cina)|esercito]] ([[1926]]), ed in un secondo tempo costrinse le forze comuniste alla clandestinità ([[1927]]) dando inizio ad una [[guerra civile cinese|guerra civile]] che sarebbe terminata solo nel 1950. Da questo momento iniziò il cosiddetto ''[[decennio di Nanchino]]'' ([[1927]]-[[1937]]).
 
La crescente aggressività giapponese portò all’invasione della [[Manciuria]] ([[1931]]) e di [[Shanghai]] ([[1932]]). Il governo di [[Chiang Kai-shek]] preferì però continuare la guerra civile, lasciando campo libero ai giapponesi. I comunisti di [[Mao Zedong]], che nel frattempo avevano istituito una “repubblica sovietica cinese” nel sud del paese, furono costretti ad intraprendere una ''[[lunga marcia]]'' ([[1934]]-[[1935]]) per sfuggire all’accerchiamento delle truppe di Chiang. Nel [[1936]] i generali di quest’ultimo, lo arrestarono a [[Xian|Xi’an]] costringendolo a parlamentare con i comunisti e a formare un fronte unico antigiapponese.
 
Con la sconfitta dei paesi dell’[[Potenze dell'Asse|Asse]] nella [[seconda guerra mondiale]], la Cina si ritrovò fra le potenze vincitrici, ottenendo un seggio permanente nel Consiglio di sicureza dell’[[ONU]].
 
Nel [[1946]] riprese la guerra civile. Le forze comuniste si assestarono nel nord del paese, e quelle nazionaliste a sud. La debolezza dell’esercito nazionalista si dimostrò nell’avanzata quasi incontrastata degli avversari che costrinse infine [[Chiang Kai-shek]] a rifugiarsi con le sue ultime truppe sull’isola di [[Taiwan]] (luglio [[1949]]).
 
==Repubblica popolare cinese==
La [[Repubblica popolare cinese]] fu fondata da [[Mao Zedong]] il [[1 ottobre|primo ottobre]] [[1949]]. La prima esigenza fu di riportare sotto la sovranità cinese i territori periferici quali il [[Tibet]] e lo [[Xinjiang]] ([[1951]]).
 
Nel [[1950]] furono introdotte una serie di riforme, fra cui quella agraria (ripartizione delle terre) e quella sul matrimonio (divorzio e libertà della donna).
 
Nelle campagne dei ''[[Tre contro]]'' (Sanfan) e ''[[Cinque contro]]'' (Wufan) l’obiettivo fu costituito dalla “corruzione” degli industriali e dei capitalisti cinesi, cosa che costituì un pretesto per la nazionalizzazione di numerose imprese.
 
Il primo [[piano quinquennale]] ([[1953]]-[[1957]], attuato a partire dal [[1955]]) denotò una forte impronta sovietica nel privilegiare l’[[industria pesante]] a scapito della tradizionale risorsa economica cinese, l’[[agricoltura]].
 
Nel [[1956]] col discorso ''[[Sui dieci grandi rapporti]]'', [[Mao Zedong]] volle esporre la nuova visione socialista dei rapporti sociali, lanciando contemporaneamente la campagna dei ''[[Cento fiori]]''. Quest’ultimo movimento era aperto agli intellettuali, che furono incoraggiati a partecipare al dibattito sull’evoluzione dello stato socialista; ben presto però questi iniziarono a criticare aspramente il governo, per cui si rese necessaria una campagna correttiva denominata ''[[Campagna contro la destra]]''.
 
Pur essendo stato predisposto un secondo piano quinquennale, esso perse importanza di fronte al ''[[Grande balzo in avanti]]'' ([[1958]]-[[1960]]), nel quale si avvertì un significativo distacco dalla linea dell’[[Unione Sovietica]]: venne avviata la [[collettivizzazione]] delle terre ed incoraggiato ogni sforzo per la produzione di materiali industriali come l’[[acciaio]]. Il Grande balzo in avanti ebbe esiti fallimentari, causando una carestia nella quale si stima siano periti alcuni milioni di persone.
 
Nel [[1959]], in seguito alla repressione della rivolta di [[Lhasa]], il [[Dalai Lama]] fuggì in esilio in [[India]], ove costituì il [[Governo tibetano in esilio]]. Quello stesso anno il maresciallo [[Peng Dehuai]] criticò Mao Zedong definendo il Grande Balzo “espressione di un fanatismo piccolo borghese”, e venne destituito immediatamente dopo. Come reazione la destra del Partito, nella persona del sindaco di Pechino [[Peng Zhen]] e del suo vice, lo scrittore [[Wu Han]], iniziarono a diffondere ed a rappresentare il dramma teatrale ''La destituzione di Hai Rui''. Questo si rifaceva all’episodio storico dell’ingiusta destituzione dell’integerrimo funzionario imperiale Hai Rui, celandosi dietro la figura di costui quella dello stesso [[Peng Dehuai]].
 
Nel [[1962]] vi fu la breve guerra di frontiera Cino-indiana, che si concluse a favore della Cina.
 
Negli anni successivi si assistette ad una radicalizzazione della lotta tra la destra e la sinistra del partito, quest’ultima sotto la guida di [[Mao Zedong]] e [[Lin Biao]], che si proponevano una maggiore politicizzazione della società. Fu creato a questo scopo il ''[[movimento di educazione socialista]]'', che trovò però scarso consenso; la destra cercò infatti di delimitare questo movimento in ambito puramente intellettuale e culturale (''[[tesi di febbraio]]''), ed ebbe così inizio la ''[[rivoluzione culturale]]'' ([[1965]]-[[1969]]). La sinistra istituì un “gruppo per la rivoluzione culturale”, presieduto da [[Chen Boda]] e guidato dalla cosiddetta “[[banda dei quattro]]”, e volle coinvolgere gli studenti delle scuole secondarie, i quali furono invitati a lasciare gli studi per organizzare ovunque delle sedute di indottrinamento politico e di distruzione della “vecchia cultura”, culminando in episodi di fanatismo quali la ''[[Comune di Shanghai]]''. Il movimento, oltrepassando le intenzioni degli ideatori ebbe l’effetto di minare seriamente le basi dell’organizzazione statale, e per estinguerlo si dovette ricorrere alla forza militare.
 
Nel [[1971]] morì [[Lin Biao]] in un incidente aereo. Nello stesso anno il segretario di stato americano [[Henry Kissinger]] visitò segretamente la Cina, che pochi mesi dopo venne ammessa all’[[ONU]] occupando il posto di [[Taiwan]]. Nel [[1972]] seguì la visita del presidente americano [[Richard Nixon|Nixon]].
 
Nel [[1973]] iniziò un nuovo contrasto tra la sinistra e la destra del partito, prima sotto l’insegna della ''[[campagna contro Confucio]]'' (ove per [[Confucio]] si intendeva attaccare [[Zhou Enlai]]), che suscitò come risposta da parte di quest’ultimo la ''critica a Lin Biao, critica a Confucio''. Nello stesso periodo [[Deng Xiaoping]] ricomparve sulla scena pubblica.
 
Nel [[1975]] [[Zhou Enlai]] avanzò il piano delle ''[[quattro modernizzazioni]]'' (industria, agricoltura, difesa, scienza).
 
L’[[8 gennaio]] [[1976]] moriva [[Zhou Enlai]], e il [[9 settembre]] scomparve anche [[Mao Zedong]]. Ad ottobre venne arrestata la “[[banda dei quattro]]” mediante un’azione di polizia. Nell’aprile era stato designato [[Hua Guofeng]] come primo ministro, un funzionario che si schierò con l’ala radicale estromettendo il “moderato” [[Deng Xiaoping]], la cui linea trionfò a partire da un paio d’anni dopo.
 
Nei primi [[anni 1980|anni ’80]] iniziarono le riforme economiche che portarono al ritorno di una limitata proprietà agricola, alla liberalizzazione di alcuni settori del mercato ed all’istituzione delle “zone economiche speciali”, sottratte alla legislazione economica nazionale ed aperte agli investimenti stranieri. Nel [[1984]] furono abolite le [[comune popolare|comuni popolari]].
 
Nel [[1986]] la corrente riformista guidata da [[Hu Yaobang]] lanciò il movimento del ''[[doppio cento]]'' richiamandosi a quello dei ''[[cento fiori]]'' ([[1956]]), secondo cui si proponeva una maggiore separazione tra le funzioni del Partito e quelle dello Stato. Seguirono manifestazioni studentesche di sostegno a [[Hu Yaobang]]. Quest’ultimo morì il [[15 aprile]] [[1989]], e nelle commemorazioni gli studenti invocarono la democrazia. Gli organi di stampa replicarono che si trattava solo di pochi gruppi di “controrivoluzionari”, allora gli studenti iniziarono le manifestazioni che continuarono con gli scioperi della fame e gli applausi a [[Mikhail Gorbachëv|Gorbachëv]], in quel momento in visita ufficiale in Cina e considerato il campione delle riforme in [[Unione Sovietica]]. Le proteste culminarono nelle giornate del 16 e17 maggio [[1989]] presso [[piazza Tian’anmen]] a [[Pechino]], quando l’esercito disperse i manifestanti sparando sulla folla. Probabilmente l’ordine di aprire il fuoco arrivò dalla stessa dirigenza, preoccupata che il movimento democratico potesse pregiudicare le riforme economiche.
 
Negli [[anni 1990|anni ’90]] l’economia cinese, con la nuova formula ''[[economia socialista di mercato]]'' ([[1992]]) ha registrato una crescita significativa ed a tratti eccessiva, tanto da rendersi necessarie talvolta manovre di freno alla stessa.
 
[[Deng Xiaoping]] si ritirò dalla vita politica attiva nel [[1992]] e morì il [[19 febbraio]] [[1997]].
Nel luglio [[1997]] [[Hong Kong]] ritornò alla Cina, e la seguì [[Macao]] nel [[1999]].
 
Nel novembre [[2002]] [[Hu Jintao]] successe a [[Jiang Zemin]] alla segreteria generale del [[Partito Comunista Cinese]].
 
Nel [[2003]] [[Hu Jintao]] fu designato presidente della [[Repubblica popolare cinese]].
 
[[Categoria:Storia della Cina| ]]
 
[[be:Гісторыя Кітая]]
[[ca:Història de la Xina]]
[[de:Geschichte Chinas]]
[[et:Hiina ajalugu]]
[[en:History of China]]
[[es:Historia de China]]
[[eo:Historio de Ĉinio]]
[[fr:Histoire de la Chine]]
[[ko:중국의 역사]]
[[io:Historio di Chinia]]
[[he:ההיסטוריה הסינית]]
[[ka:ჩინეთის ისტორია]]
[[lt:Kinijos istorija]]
[[nl:Geschiedenis van China]]
[[ja:中国の歴史]]
[[pl:Historia Chin]]
[[pt:História da China]]
[[ru:История Китая]]
[[fi:Kiinan kansantasavallan historia]]
[[sv:Kinas historia]]
[[th:ประวัติศาสตร์จีน]]
[[vi:Lịch sử Trung Quốc]]
[[zh:中国历史]]