Storia di Reggio Emilia e Cesare Leonardi: differenze tra le pagine

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{{Bio
{{torna a|Reggio Emilia}}
|Nome = Cesare
I primi insediamenti nell'area che diverrà la città di [[Reggio Emilia]] sono testimoniati dai cimeli raccolti nel Civico Museo di paletnologia. Essi attestano che il territorio reggiano era abitato sin dall'età preistorica, ma le origini della città sono avvolte nella leggenda. Ai [[Liguri]], agli [[Etruschi]], ai [[Galli Boi]], se ne attribuisce variamente la fondazione; altri, sull'autorità di [[Gaio Plinio Secondo|Plinio]], affermano che soggiogati questi ultimi dai Romani (560 di Roma) fosse dedotta da Roma a Reggio una colonia.
|Cognome = Leonardi
|Sesso = M
|LuogoNascita = Modena
|GiornoMeseNascita = 3 giugno
|AnnoNascita = 1935
|Epoca = 1900
|Attività = architetto
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =
|DimImmagine = 250
}}
 
== Biografia ==
Si iscrive alla Facoltà di architettura dell'[[Università degli Studi di Firenze|Università di Firenze]] nel [[1956]], dove segue le lezioni di [[Adalberto Libera]], [[Ludovico Quaroni]], [[Leonardo Savioli]], con cui si laurea nel [[1970]]<ref>http://www.archivioleonardi.it/it/cesare-leonardi/</ref>. Durante le estati del 1959 e del 1960 trascorre un periodo di apprendistato presso lo studio di [[Marcello_D'Olivo|Marcello D’Olivo]] a [[Udine]], dove sviluppa l’interesse per l’architettura degli alberi. Nel [[1963]] apre uno studio a Modena con [[Franca Stagi]]. Insieme si occupano di [[Disegno industriale|design]], [[architettura]] e [[progettazione]] del verde fino al [[1983]]. Tra i loro oggetti più noti, le Poltrone Nastro, Dondolo, Eco sono entrate a far parte della collezione permanente di musei quali il [[Museum of Modern Art|MoMA]] di [[New York]]<ref>https://www.moma.org/collection/works/3877 Il Dondolo nella collezione del MoMA</ref>, il [[Victoria and Albert Museum]] di [[Londra]], il [[Vitra Design Museum]] di [[Weil am Rhein]].
L’attività di fotografo accompagna tutta la sua produzione quale strumento per documentare, indagare, progettare, assumendo anche il carattere di ricerca artistica autonoma, soprattutto negli anni settanta. Alla fine degli anni sessanta inizia l’attività di scultore, che abbandona temporaneamente alla metà degli anni ottanta. Dal 1983 Leonardi avvia un’attività professionale autonoma incentrata sulla sperimentazione nel campo del design e dell’urbanistica. Nel [[1990]] si trasferisce nella casa-studio in viale Emilio Po a Modena, da lui stesso progettata e ora anche sede dell'archivio<ref>http://www.domusweb.it/it/notizie/2011/06/09/archivio-cesare-leonardi.html Archivio Cesare Leonardi - Domus.</ref>. Dal [[2000]], terminata l’attività professionale, si dedica principalmente alla fotografia, alla scultura e alla pittura. Nel [[2011]] la Soprintendenza per i Beni Archivistici della [[Regione Emilia-Romagna]], dichiara il suo archivio professionale “bene culturale particolarmente importante”<ref>http://www.sa-ero.archivi.beniculturali.it/dichiarati/index.php?page=Visualizza&carteggio=310 Dichiarazione di interesse storico della Soprintendenza archivistica per l'Emilia Romagna.</ref>.
 
== EtimologiaLa carriera ==
Le prime sperimentazioni nel campo del design avvengono durante gli studi universitari, tra il 1956 e il 1962. Nel [[1961]] realizza con Franca Stagi il prototipo della poltrona Nastro e nel 1963 fonda con lei lo studio Leonardi-Stagi. Nel [[1966]] lo studio progetta un centro sportivo a [[Vignola]], un parco a scala territoriale in cui le attività sportive convivono con l’ambiente fluviale.
La prima testimonianza del nome di Reggio è un'incisione apportata su un calice d'argento appartenuto ad un nobile [[Lusitania|lusitano]] vissuto attorno al 70 d.C. Quest'uomo era affetto da alcuni dolori che lo costrinsero ad effettuare un interminabile viaggio da [[Cadice]] alle rive del [[Lago di Bracciano]]. Volle che su questo calice venissero apportate tutte le tappe terrestri del viaggio, in totale 103! Ebbene tra ''Parma'' e ''Mutina'' vi è ''Regio''. Ma sull'origine del nome si è a lungo dibattuto e in molti concordano su un'origine gallica. Nella lingua celtica ''Rigion'' o ''Region'' era quel luogo neutrale dove i capitribù s'incontravano per discutere e prendere decisioni. Il nome poi sarebbe stato romanizzato in ''Regium'' e in seguito mutato in ''Regium Lepidi''.
Nel campo del design, alla poltrona Nastro si aggiungono la poltrona Eco e il Dondolo, alimentando una produzione centrata sull’uso della [[vetroresina]] e sulla “resistenza per forma”. Nel [[1968]] i tre pezzi sono messi in produzione dall’azienda Bernini di [[Figline Valdarno]] ed esposti all’8° [[Salone Internazionale del Mobile]] di [[Milano]]. Negli anni seguenti Leonardi e Stagi sviluppano molti altri progetti in vetroresina e dal [[1969]] una serie di lampade per la ditta Lumenform di [[Marghera]]. Il Dondolo viene esposto nel 1970 alla [[Whitechapel Art Gallery]] di [[Londra]] in occasione della mostra ''Modern Chairs 1918-1970'', e nel [[1972]] al [[Museum of Modern Art|MoMA]] di [[New York]] in occasione della mostra ''Italy: The New Domestic Landscape'' a cura di [[Emilio Ambasz]]<ref>http://www.arte.rai.it/articoli/1972-italy-the-new-domestic-landscape-al-moma-di-new-york/14621/default.aspx|1972: Italy, the new domestic landscape, al MOMA di New York</ref>.
Nel biennio 1967-1968 Leonardi partecipa a [[Fiumalbo#Parole_sui_muri|Parole sui Muri]], festival estemporaneo dedicato alla produzione artistica d’avanguardia e alla poesia visuale che si svolge nelle strade e nelle piazze di [[Fiumalbo]], località sull’Appennino modenese.
Nel 1970 lo studio Leonardi-Stagi vince il concorso per Parco della Resistenza a Modena, con il progetto oggetto della tesi di laurea di Leonardi. Ad esso seguiranno i progetti per Parco Amendola a Modena, Piazza Michelangelo a [[Imola]], dei Centri Nuoto di [[Vignola]] e di [[Mirandola]], che coniugano il tema del parco con quello delle attrezzature per lo sport e il tempo libero, per il complesso seicentesco del Collegio San Carlo a Modena, unica importante realizzazione dello studio nell’ambito del restauro.
Nel frattempo Leonardi sviluppa una ricerca artistica autonoma, soprattutto nel campo della fotografia. Nel [[1978]] espone le proprie fotografie prima in una mostra presso la Galérie Olivetti di [[Parigi]] con [[Franco_Fontana_(fotografo)|Franco Fontana]] e [[Luigi Ghirri]], poi in una mostra personale alla [[Galleria_civica_di_Modena|Galleria Civica]] di Modena<ref>Cesare Leonardi, La città di Modena, a cura di O. Goldoni, Galleria Civica di Modena, 25 febbraio-18 marzo 1978</ref>. Nello stesso anno viene incaricato da [[Lanfranco Colombo]] di allestire la sezione italiana di fotografia del festival [[Rencontres d'Arles|Rencontres internationales de la photographie]] di [[Arles]].
Nel [[1982]] a compimento di una ricerca ventennale esce il volume ''L’Architettura degli Alberi''. Nel 1983 avvia la ricerca progettuale sulla Struttura Reticolare Acentrata (SRA), applicata alla progettazione dei parchi e del territorio, giungendo nel 1988 a descriverne le basi teoriche, il metodo e le sperimentazioni svolte fino a quel momento. L'unica opera realizzata con tale sistema è il parco di [[Bosco Albergati]], concluso nel [[1990]].
Nello stesso anno riprende l’esperienza del design, sviluppando la produzione artigianale Solidi, soluzioni d’arredo realizzate con il legno giallo utilizzato per le casseforme del cemento armato.
 
== Età RomanaArchitettura ==
Progetti Studio Leonardi-Stagi
Le prime fonti storiche scritte che parlano del territorio di Reggio Emilia sono di [[Tito Livio]] quando nel 187 a.C. ci narra della guerra condotta dai Romani contro i Liguri Friniates che abitavano l'[[Appennino tosco-emiliano]].
* 1963 concorso per [[Museo-monumento al deportato politico e razziale|Museo al deportato per motivi politici e razziali]] di Carpi, 2º premio
In questo racconto Tito Livio ci narra che il console [[Marco Emilio Lepido (console 187 a.C.)|Marco Emilio Lepido]] al comando delle legioni Romane inseguì, depredò, bruciò per valli e monti i [[Liguri]] fino ai monti ''Ballistam'' (Monte Valestra) e ''Suismontium'' ([[Pietra di Bismantova]]) e dopo un difficile assedio li sconfisse in battaglia in campo aperto e per questo eresse un tempio a Diana. Poi proseguì la lotta attraversando gli Appennini verso i territori romani (cis) e sconfisse gli altri Liguri Friniates che abitavano la [[Garfagnana]], probabilmente passando per i passi di Pradarena o delle Forbici/Radici, visto che i passi del Cerreto/Ospedalaccio o Lagastrello danno accesso alla [[Lunigiana]], che lo stesso [[Tito Livio]] ci dice abitata dai Liguri [[Apuani]]. Una volta sconfitti i Liguri Friniates della Garfagnana il console Marco Emilio Lepido tornò in Emilia e diede inizio alla costrizione della via che poi prenderà il nome di [[Via Emilia]] e che collegava [[Rimini]] con [[Piacenza]] su cui sorgeranno le città di [[Parma]], Reggio Emilia e [[Modena]]. E verosimilmente il termine ''Lepidum Regium'' potrebbe stare ad indicare il territorio oggetto della vittoriosa campagna militare condotta dal console Marco Emilio Lepido. A riconferma degli interessi romani, per il controllo dell’alta valle del [[Secchia]] e dei percorsi appenninici reggiani, sono il ritrovamento in località S.Bartolomeo/Gatta di una necropoli Romana, avvenuta negli anni'70 durante l’esecuzione di lavori stradali.
* 1965-1966 Centro sportivo intercomunale Vignola, progetto urbanistico e paesaggistico
* 1965-1968 Casa Montanari e laboratorio, Modena
* 1970 concorso per Parco della Resistenza, Modena, vincitore
* 1971 concorso per l'ampliamento del [[Cimitero di San Cataldo]], Modena, menzione speciale
* 1972-1974 Parco di piazza Michelangelo, Imola
* 1972-1981 Parco Amendola, Modena
* 1973-1980 [[Centro nuoto di Mirandola|Centro Nuoto]], Mirandola
* 1973-1982 Centro Nuoto intercomunale, Vignola
* 1977-1982 Chiesa di San Carlo, Modena, restauro
 
Progetti di Cesare Leonardi
[[Immagine:Marcus_Aemilius_Lepidus_I.jpg|thumb|100px|Marco Emilio Lepido]]
* 1987-1989 [[autostrada Cispadana|Strada Cispadana]] e SS 12 Abetone-Brennero, progetto paesaggistico
Reggio nasce quindi come presidio e difesa della via Emilia. È da considerare che in quell'epoca tutta la Pianura Padana era ricoperta da boschi selvaggi alternati da paludi malsane e corsi d'acqua minacciosi. Capitava frequentemente che i pochi avventurosi che si addentravano in questo ambiente inospitale e disabitato (per lo più mercanti), venissero assaliti all'improvviso dai Liguri che abitavano le montagne o dai Celti. Per evitare continue imboscate quindi si decise di creare un presidio stabile e sicuro, ove potessero pernottare militari e civili: così dunque nacque Reggio. Questa tesi è inoltre supportata dagli scavi fatti in città che hanno datato il primo livello della città in epoca repubblicana. Prima di questo strato non vi era nulla. Non è possiblie tuttavia dare una datazione precisa riguardo alla sua fondazione, tuttavia è assai probabile che essa sia avvenuta appena dopo quella delle colonie di [[Parma]] e [[Modena|Mutina]] (183 a.C.).
* 1987-1990 Casa-studio Leonardi, Modena
* 1988-1996 Parco di Bosco Albergati, Castelfranco Emilia
* 1994-1998 Ampliamento di Casa Montanari, Modena
 
== Design Industriale ==
Scarse nella storia di [[Roma]] le notizie di Reggio Emilia. Tra gli scrittori che la citano, [[Sesto Pompeo Festo|Festo]] e [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] la ricordano come una delle stazioni militari lungo la via Emilia. Si possono tuttavia individuare i confini della ''Regium'': il [[decumano]] era la [[via Emilia]], che ancora oggi attraversa obliquamente l'abitato in direzione ovest-est, il [[cardine (storia romana)|cardo]] invece dalle vie Roma, Calderini e San Carlo. La città romana divenne fiorente e fu elevata al grado di municipio con propri statuti, magistrati e collegi d'arte.
* 1961 Poltrona Nastro per Bernini
 
* 1966 Poltrona Eco (Guscio) per Bernini
== Cristianesimo e alto medioevo ==
* 1966 Poltrona Dondolo per Bernini
Il [[Cristianesimo]] vi è predicato da S. Apollinare (a. 60 d.C.), ma solo dopo l'[[editto di Milano]] del 313 si hanno notizie certe di una cattedra vescovile (''vedi articolo [[diocesi di Reggio Emilia]]''). Si ha notizia che nel 440 la [[diocesi]] reggiana fu resa suffraganea di Ravenna per opera dell'imperatore [[Valentiniano III]].
* 1967 Sedia Zeta per Bernini
 
* 1967 Tavolo Quadrante per Bernini
Verso la fine del IV secolo Reggio Emilia era così decaduta che [[Sant'Ambrogio]] la annovera fra le città semidirute. Le invasioni barbariche ne accrebbero i danni. Alla caduta dell' Impero d'Occidente (476 d.C.) soggiacque ad [[Odoacre]], re degli [[Eruli]], nel 489 passò ai [[Goti]], nel 539 agli [[Esarcato di Ravenna|Esarchi di Ravenna]] e poi (569) ad [[Alboino]], re dei [[Longobardi]], che la eresse a sede di un [[Ducato longobardo di Reggio|ducato]].
* 1968 Tavolino ¾ e ¾ Tris per Fiarm/Elco
 
* 1969-1971 lampade per Lumenform (Bowling, Elica, Jeep, Metro, Molla, Pupa, Ritto)
Assoggettata dai [[Franchi]] nel 773, [[Carlo Magno]] conferì al vescovo l'autorità regale sulla città e stabilì i confini della [[Diocesi di Reggio Emilia|diocesi]] (781).
* 1970 Portafrutta XYZ per Fiarm/Elco
Nel 888 passò ai re d'Italia. Gravi danni ebbe a soffrire dall' invasione degli [[Ungari]] (899), che uccidono il vescovo Azzo II. Il clima di instabilità rese necessaria l'edificazione delle mura. L'imperatore [[Ludovico III il Cieco|Ludovico III]] concederà al vescovo Pietro, il 31 ottobre del 900, il permesso di erigere mura (castrum) nella parte centrale della città.
* 1970 Portaombrelli Cuneo e Lenticchia per Fiarm/Elco
 
Intanto parallelamente all’autorità vescovile sorge quella dei conti. Azzo Adalberto, figlio di Sigifredo di Lucca, di stirpe longobarda, fonda intorno all'anno 940 il [[castello di Canossa]], che ospita poco dopo (950) [[Adelaide del Sacro Romano Impero|Adelaide]] vedova di [[Lotario I]], re d'Italia, fuggita dalla prigione del Garda.
 
== Dopo il Mille ==
Nel [[1002]] il contado di Reggio insieme con quello di [[Parma]], [[Brescia]], [[Modena]], [[Mantova]] e [[Ferrara]] forma la [[Marca (circoscrizione)|marca]] del Marchese Tedaldo di Canossa e che poi divenne (1076) il patrimonio della Contessa [[Matilde di Canossa|Matilde]]. Durante il governo di questa celebre donna il [[castello di Canossa]] fu testimone della storica umiliazione di [[Enrico IV del Sacro Romano Impero|Enrico IV]] imperatore di Germania al cospetto di [[papa Gregorio VII]] durante il conflitto fra la Chiesa e l'[[Sacro Romano Impero|Impero]] per la questione delle investiture (vedi [[Canossa]]).
 
== Libero Comune ==
L'umiliazione di Enrico IV fu il culmine di un processo di crisi dell'autorità imperiale in Italia a vantaggio delle libertà comunali. Il primo atto ufficiale del comune a noi giunto risale al [[1136]]. Nel [[1168]] si registrano i primi contatti tra la città e la [[Lega Lombarda]]. Il giuramento contro [[Federico I del Sacro Romano Impero|Federico Barbarossa]] innanzi alle altre città lombarde si effettuerà attorno al [[1170]]<ref>Gino Badini, Luciano Serra, ''Storia di Reggio''.</ref>. L'esercito reggiano partecipa, nel [[1174]], alla [[Assedio di Alessandria|difesa di Alessandria]]. I reggiani non partecipano alla [[battaglia di Legnano]] poiché impegnati, assieme ai bolognesi e agli eserciti di altre sette città, nella difesa del castello di San Cassiano, presso [[Imola]], assediato dalle truppe filo-imperiali di [[Cristiano di Magonza]]<ref>[[Andrea Balletti]], ''La storia di Reggio nell'Emilia narrata ai giovani''.</ref>. Nel [[1183]] la città sottoscrive il [[trattato di Costanza]] con cui il console reggiano Rolando della Carità riceve l'investitura imperiale. Il periodo di pace ebbe effetti positivi per la sviluppo civile: nel 1199 il governo di Reggio adotta dei nuovi statuti, si coniano monete, vengono aperte scuole chiamandovi celebri maestri, i commerci si intensificano e il nuovo clima di prosperità favorisce anche le arti.[[File:Reggio medioevale.jpg|thumb|left|150px|Via Vezzani, una delle strade di Reggio che ha meglio conservato il suo aspetto medioevale.]]
 
== L'epoca delle discordie civili ==
I secoli XII e XIII furono tormentati da gravi conflitti interni e con i comuni vicini. La guerra con [[Parma]] ([[1152]]), le lotte tra le fazioni dei Scopazziati e dei Mazzaperlini, la guerra con [[Modena]], la guerra con [[Mantova]], le discordie tra i Ruggeri e i Malaguzzi (1232), poi quelle tra i Sessi e i Fogliani che assunsero il carattere di lotte fra [[guelfi]] e [[ghibellini]], rendono instabile il quadro politico dell'epoca.[[File:Piazza Casoli.jpg|thumb|150px|Il Palazzo comunale e la Torre del Bordello, il cuore della Reggio duecentesca.]]
 
Nel [[1260]] Reggio fu testimone di un episodio di grande fervore religioso: un eremita perugino predicò in città seguito da una folla di 25.000 penitenti. Per qualche tempo si ebbe una diminuzione degli odi civili e si verificarono scene pubbliche di abbracci, conversioni e presenza di [[flagellanti]]. Dopo non molto però i dissidi e gli scontri ripresero come prima.
 
Nel [[1265]] si videro i guelfi prevalere sui ghibellini con l'uccisione del capo di questi ultimi, Caco da Reggio. Cio' non porto alla pace interna e proseguirono i dissidi fra vescovo e comune e la divisione civile, con la formazione del partito degli Inferiori e dei Superiori, questi ultimi infine vittoriosi.
 
Il XIII secolo vide anche la fondazione della [[Zecca di Reggio Emilia|Zecca di Reggio]], con concessione imperiale del 1219.
 
== L'espansione territoriale del Comune ==
Il Comune di Reggio, al pari degli altri del [[nord Italia]], dopo aver ottenuto una generale autonomia amministrativa, si preoccupò di espandere il proprio dominio nel territorio circostante la città. La conquista del [[contado]] si presentava come quasi obbligatoria, innanzi tutto in chiave difensiva, poi strategica ed infine economica. L'espansione, nella pianura, fu rallentata dai lunghi conflitti con i comuni vicini, in primis [[Modena]], seguita a ruota da [[Mantova]], [[Parma]] e [[Cremona]]. Nell'[[Appennino reggiano]], la penetrazione reggiana fu ostacolata invece dall'asperità del territorio e dalla resistenza delle potenti famiglie nobiliari.
=== La guerra con Modena ===
La guerra tra il comune di Reggio ed il comune di [[Modena]] scoppiò nel [[1201]]. Vigeva da molto tempo tra le due città un accordo per l'uso delle acque del fiume [[Secchia]]; all'epoca era vitale l'utilizzo dei corsi d'acqua, che permettevano il funzionamento di numerose attività economiche. Nel [[1201]] i modenesi occuparono alcune terre sulla sponda reggiana del fiume ([[Casalgrande]]), per ottenerne il completo controllo.<br>
I reggiani non si fecero sorprendere e, guidati dal podestà Doinabello, contrattaccarono sconfiggendo e inseguendo i modenesi fino a [[Formigine]] presso il ponte di Sanguineto; molti di questi furono catturati, tra cui il podestà Alberto da [[Lendinara]]. I prigionieri furono impiegati nella costruzione delle mura attorno al castello di [[Rubiera]], in opposizione alla rocca innalzata dai nemici a [[Marzaglia]], ad appena 3 km di distanza, sulla sponda opposta del [[Secchia|fiume]], per poi essere ricondotti a [[Modena]] con in bocca una cannuccia.<br>
Nel [[1202]] i modenesi assieme agli alleati [[Ferrara|ferraresi]] e [[Verona|veronesi]] assediarono [[Rubiera]], ma non riuscendo ad espugnarla chiesero la mediazione dei podestà di [[Parma]] e [[Cremona]], che però assegnarono la vittoria a Reggio.
 
=== La guerra con Mantova ===
La guerra tra Reggio e [[Mantova]] scoppiò nel [[1205]] a causa della conquista da parte dei reggiani del castello di [[Suzzara]]. Un contrattacco dei mantovani, aiutati da [[Ferrara|ferraresi]] e [[Cremona|cremonesi]], quest'ultimi controllavano [[Guastalla]] e [[Luzzara]] ed avevano recentemente stipulato un patto d'alleanza con Reggio, sbaragliò gli occupanti. Quest'alleanza era effettivamente poco logica, poiché i reggiani miravano ad uno sbocco sul [[Po]], e i due paesi in mano cremonese erano le prede più ambite, pertanto il voltafaccia di quest'ultimi non deve far tanto scalpore.
Questa prima fase della guerra terminò con una vittoria di Reggio, alla quale si erano associate [[Bologna]], [[Imola]] e [[Faenza]]. Tuttavia nel [[1215]] le ostilità ripresero, con l'assedio dei reggiani e dei (questa volta alleati) cremonesi a [[Gonzaga]], assedio però non risolutivo.<br> Nel [[1220]] Reggio e [[Cremona]], aiutate dai contadini di [[Fabbrico]] e [[Campagnola]] assediarono nuovamente Gonzaga, che finalmente cadde; è di quel periodo lo scavo del Cavo Tagliata tra [[Guastalla]] e [[Luzzara]], da parte dei reggiani e cremonesi. Quattro anni più tardi in uno scontro contro i mantovani morì Jacopo della Palude, capitano dei reggiani. Nel [[1225]] per opera di Ravanino Bellotti, cremonese, podestà di Reggio si conclude il conflitto con un accordo: [[Gonzaga]] ai mantovani, [[Bondeno d'Arduino]] ai reggiani e comune giurisdizione su [[Pegognaga]].
 
Il libero comune di Reggio arriva così a possedere un notevole territorio, se il confine con [[Parma]] è fissato lungo il ramo più orientale dell'[[Enza]], presso [[Bibbiano]] e [[Cavriago]], era la [[Secchia]] a separare il contado reggiano da quello modenese. I Reggiani però a nord si erano spinti lontano, controllavano infatti oltre a [[Reggiolo]] anche [[Novi di Modena|Novi]], [[Concordia sulla Secchia|Concordia]], [[Mirandola]], [[San Possidonio (Italia)|San Possidonio]], Quarantole e San Martino Spino.
 
L'espansione del Comune nell'Appennino reggiano iniziò nella seconda metà del 1100 e terminò circa un secolo dopo. Tra i primi villaggi a sottomettersi al Comune vi furono [[Baiso]] e [[Castellarano]], nel [[1169]]. Più tardi, in un periodo compreso tra il [[1188]] ed il [[1237]] giurarono anche, tra le altre, [[Castelnovo ne'Monti]], [[Felina]], [[Carpineti]], [[Cerreto Alpi]], [[Cervarezza Terme|Cervarezza]] e i borghi della [[Val d'Asta]]. Non furono queste vere e proprie conquiste militari, ma sottomissioni volontarie poichè era interesse dei reggiani evitare di impegnarsi in lunghi assedi contro castelli ben muniti assicurarono e interesse dei nobili montanari avere dalla loro parte un potente alleato contro i feudatari vicini.
 
== L'entrata in scena degli Este ==
Per metter pace alla città, sottoposta agli arbitri delle potenti famiglie dei Sessi, dei Fogliani, dei Canossa, il Senato deliberò di affidare per un triennio il governo al Marchese [[Obizzo II d'Este]], signore di Ferrara. Questa scelta segna l'inizio del dominio, più volte interrotto, degli [[Este]] su Reggio e getta le basi per la futura trasformazione del libero comune in signoria. Obizzo accettò l'incarico per un anno, ma in realtà continuò a governare anche alla scadenza del mandato. La carica venne trasmessa al figlio [[Azzo VIII d'Este|Azzo]], finché i reggiani, aiutati da Gilberto da Correggio, signore di Parma, cacciarono l'Estense ripristinando le libertà cittadine (1306). In una prima fase la città fu retta da aristocratici, in seguito divenne una repubblica governata da 800 popolani
 
Nel 1310 sceso in Italia [[Enrico VII del Sacro Romano Impero|Enrico VII]] fu imposto il Marchese [[Spinetto Malaspina]] come vicario imperiale, ma venne dopo poco cacciato dalla città.
 
La repubblica non ebbe però vita lunga. Nel 1326 il card. [[Bertrando del Poggetto]] occupava la città in nome del [[papa Giovanni XXII]];
 
La città fu in seguito tenuta dal re [[Giovanni I di Boemia]], Nicolo Fogliani e da Martino della Scala che, nel 1336 ne investì [[Luigi Gonzaga]]. Questi, proclamato principe di Reggio per meglio assicurarsene il possesso, costruì una cittadella nel quartiere di San Nazario facendo abbattere 144 case tra cui palazzi ed edifici di pregio.
Nel 1356 i [[Visconti]] di Milano, intenzionati ad espandersi in Emilia, con l'aiuto di 2000 fuorusciti occuparono la città. Respinti dai [[Gonzaga]] si rinchiusero nel monastero di S. Prospero, fuori S. Stefano, uno dei più importanti dell'[[ordine benedettino]]. Il monastero fu riconquistato da Feltrino Gonzaga che ne ordinò la demolizione totale, sebbene i cittadini facessero richiesta di risparmiarlo.
Infine gli stessi Gonzaga vendettero la città ai [[Visconti]] per 5000 ducati d'oro. Alla morte di [[Gian Galeazzo Visconti]] [[Ottobono Terzi]], tiranno di Parma, si impossessò di Reggio (1405); fu ucciso a [[Rubiera]] da [[Michele Attendolo|Michele Attendolo Sforza]], capitano di ventura al soldo di [[Nicolò III d'Este]], che diviene signore della città (1409).
 
Nei patti con i quali Reggio consegnava la propria sovranità agli Este, la città avrebbe conservato una larga autonomia: mantiene il diritto di far leggi, battere moneta e amministrare la giustizia.
A Nicolò seguì nel [[1442]] il figlio naturale [[Lionello d'Este|Lionello]], che governò fino al [[1450]]. A lui successe il figlio [[Borso d'Este]].
 
== Ducato di Reggio ==
Finalmente nel 1452 Borso d'Este ottenne dall'imperatore Ferdinando III il titolo di [[Duchi di Modena e Reggio|duca di Modena e di Reggio]].
Il suo successore il duca [[Ercole I d'Este]] è ricordato per i pesanti tributi cui sottopose la città, e per avere dato al poeta [[Matteo Maria Boiardo]] la carica di governatore della città con il compito di liberare le campagne dall'imperversare di banditi
 
Ad Ercole successe nel 1595 Alfonso I che otto anni dopo consegnava la città al duca d'Urbino e al [[papa Giulio II]]. Entrata nell'orbita pontificia, la sovranità passò prima a [[papa Leone X|Leone X]] e poi ad [[papa Adriano VI|Adriano VI]].
 
Durante il dominio pontificio una particolare contesa delle monache di S. Raffaele aveva inimicato le famiglie dei Bebbi e degli Scaiola e dato origine alle fazioni della Tovaglia e della Cucina. A comporre il dissidio e ridare quiete alla città, si era adoperato il governatore Giovanni Gozzadini, bolognese. Ma i Bebbi, da lui esiliati, ordirono una congiura e lo pugnalarono nella [[Duomo (Reggio Emilia)|cattedrale]], mentre ascoltava la messa (28 giugno 1517). Lo Storico e giureconsulto fiorentino [[Francesco Guicciardini]] che gli successe, tentò di pacificare gli animi e di liberare le [[Appennino reggiano|montagne]] dai banditi che le infestavano capitanati da [[Domenico Amorotto]] da [[Carpineti]].
 
Morto Adriano VI la città ritornò agli Este con [[Alfonso I d'Este|Alfonso I]], che fu accolto da festeggiamenti il 29 settembre 1523. Il duca Alfonso dovette comunque pagare una grossa somma al papa per avere dall'imperatore [[Carlo V del Sacro Romano Impero|Carlo V]] la conferma della sua investitura, che ebbe luogo nel 1531.
 
Ad Alfonso (m 1534) seguì [[Ercole II d'Este|Ercole II]], figlio di [[Lucrezia Borgia]] che fortificò le mura della città distruggendo i sobborghi per un miglio all'intorno nel 1551 (la cosiddetta Tagliata).
 
Ad Ercole II succedette [[Alfonso II d'Este|Alfonso II]], al quale morendo senza successori, succedette il cugino [[Cesare d'Este|Cesare]] che, per la sua condizione di figlio naturale, perdette il ducato di Ferrara, che divenne parte dei [[Stato pontificio|domini pontifici]] (1598). La capitale fu pertanto spostata da Ferrara a Modena. In questi anni Reggio ebbe un'importante fioritura artistica legata al cantiere della [[Tempio della Beata Vergine della Ghiara (Reggio Emilia)|basilica della Ghiara]].
 
Il duca Cesare regnò per trent'anni. Morì nel 1628 e il diretto successore [[Alfonso III d'Este|Alfonso III]] rinunciò al trono perché divenne frate francescano. Il ducato passò quindi a [[Francesco I d'Este|Francesco I]], che dovette fronteggiare passaggi di truppe e tentativi di annessioni da parte di eserciti stranieri e anche l'epidemia di peste, che a Reggio fece circa 6000 vittime.
 
Il successore [[Alfonso IV d'Este|Alfonso IV]] morì a ventotto anni nel 1662. Fece in tempo però a ricevere dalla Spagna, nel 1659, il [[principato di Correggio]], che era stato oggetto di contese negli anni precedenti.
 
La signoria Estense continuò senza interruzioni fino all' anno 1702, quando la città e il territorio furono occupati dai Francesi e Spagnoli e più tardi (1733-34) anche dagli imperiali per la guerra di successione.
 
Il [[trattato di Aquisgrana (1748)]] restituì il ducato a [[Francesco III d'Este|Francesco III]] al quale seguì (1780) [[Ercole III d'Este|Ercole III]], ultimo del ramo diretto degli Estensi.
Il duca Ercole seguì la politica dell'assolutismo illuminato, promuovendo opere pubbliche e limitando l'influenza del clero.
Con lo scoppio della [[Rivoluzione francese]] e le conseguenti invasioni degli eserciti napoleonici fuggì dal ducato lasciando una reggenza (8 maggio 1796) e negoziando con [[Napoleone Bonaparte]] un pesante armistizio.
 
== Età napoleonica ==
[[Immagine:Guardia civica reggio emilia 2004.jpg|thumb|Sfilata della Guardia Civica in costume napoleonico]]
L'arrivo a Reggio dei francesi, accolto con visibile entusiasmo, aprì gli animi a molte speranze. Nella notte dal 20 al 21 agosto 1796 è cacciato il presidio ducale di 600 uomini; il 26 i francesi piantano l'[[albero della libertà]] e nello stesso giorno il Senato avoca a sé il governo della città e del [[ducato di Reggio]], proclamando la [[Repubblica Reggiana]]. Il 26 settembre giunge notizia che una colonna d' austriaci, varcato il Po, avanza su Reggio. Il Governo Provvisorio convoca la [[guardia civica]] e con volontari ne forma un corpo al comando del capitano Carlo Ferrarini. Gli austriaci, rinchiusisi nel [[castello di Montechiarugolo]], sono obbligati dopo combattimento alla resa, lasciando 144 prigionieri, tre carriaggi e tutte le armi. Alla battaglia, passata alla storia come [[Battaglia di Montechiarugolo]], di per se di scarsa importanza, venne dato un particolare significato risorgimentale perché fu considerato il primo sangue versato per l'indipendenza italiana. [[Ugo Foscolo]] chiamò Reggio "città animatrice d' Italia"
 
Lo stesso Bonaparte si felicitò coi reggiani e li premiò con 500 fucili, 4 cannoni ma sui primi di ottobre, rotto l'armistizio, occupava il ducato incitando i popoli dell'Emilia ad unirsi in una sola repubblica. Nel congresso tenuto a Reggio (27 dicembre 1796-9 gennaio 1797), di cui Napoleone era l'organizzatore non ufficiale, i delegati delle città di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio proclamarono (30-dicembre) la [[repubblica cispadana]] "una e indivisibile" e decretavano (7 gennaio 1797) l'aspetto dello stendardo o bandiera cispadana, il primo [[tricolore]] verde, bianco, rosso (con i colori disposti a bande orizzontali). Contemporaneamente in Lombardia si formò la [[Repubblica Cisalpina]], fuse poi entrambe nella effimera [[repubblica italiana]]. Il territorio reggiano venne a costituire il [[Dipartimento del Crostolo]].
 
Napoleone ebbe modo di vanificare le speranze repubblicane quando, cinta la corona imperiale di Francia (1804), si proclamò a Milano re d'Italia. Si ricorda che nel governo del primo regno italico ebbero importanza i reggiani Paradisi, Lamberti, Veneri, Venturi.
 
== La restaurazione ==
Il trattato di Vienna del 1815 restituì il [[ducato di Reggio]] a [[Francesco IV d'Este|Francesco IV]] il quale rimise in vigore l'antico codice estense e gli ordinamenti anteriori al 1797.
Soppresse ancora la libertà di stampa, richiamò i gesuiti cui riaffidò l'insegnamento, e istituì a [[Rubiera]] il tribunale statario per giudicarvi i colpevoli del reato di [[carboneria]]. Di essi ne imprigionò gran numero e nove furono condannati a morte. Sette erano fuggiti in tempo e dei due detenuti solo [[Giuseppe Andreoli]], sacerdote ventottenne, salì il patibolo (17 ottobre 1822). Al governo estense si deve la costituzione e organizzazione del manicomio di San Lazzaro, che ebbe un importante ruolo nella storia della psichiatria.
 
Pare che il duca per un certo periodo accarezzasse l'idea di divenire re d'Italia per cui prese contatti col patriota [[Ciro Menotti]]. Scoppiata però a Modena l'insurrezione (3 febbraio 1831), lo fece arrestare e, costretto a fuggire, lo portò con se in ostaggio a Mantova. A fronteggiare gli eventi i reggiani organizzarono un corpo di truppe al comando del generale [[Carlo Zucchi]], ma il 9 marzo il duca rientrava scortato da soldati austriaci, e poco dopo, sugli spalti della cittadella di Modena, Ciro Menotti e [[Vincenzo Borelli]] di Reggio salivano il patibolo (23 maggio 1831).
 
[[Francesco V d'Este|Francesco V]], succeduto al padre nel 1846, fu l'ultimo duca di Reggio. Sotto il suo governo venne costruito il maggior monumento reggiano del XIX secolo, il [[Teatro Municipale (Reggio Emilia)|Teatro Municipale]]. Spaventato dai [[moti di Milano]] e dalla rivoluzione di [[Vienna]], abbandonava due anni dopo lo stato riparando in [[Austria]]. Reggio istituì allora un governo provvisorio unitosi poi con quello di Modena, e proclamò l' annessione al Piemonte. La sconfitta di Novara riportò la città sotto l'Estense, ma quando nel 1859 questo fu a sua volta sconfitto, Reggio si aggregò all'Italia ed ebbe come [[dittatore]] [[Luigi Carlo Farini]] Il [[plebiscito]] del 10 marzo 1860, con 50.012 voti contro 77 (lo 0,15% di voti contrari) sanzionò l'annessione al [[Regno d'Italia]].
 
== Reggio nel regno d'Italia ==
Nel 1901 nasceva la Camera del Lavoro che aggregava 202 organizzazioni economiche con quasi 30.000 iscritti.
La conquista del Comune di Reggio nelle elezioni del [[1899]] e la nomina a sindaco di Alberto Borciani furono il segno di un cambiamento epocale che mutò profondamente il volto della città.
In quegli anni la crescita economica e demografica (la popolazione del Comune passa da 50.000 abitanti nel 1851 ai 70.000 del 1911) portò, come in altre città italiane, all’abbattimento delle storiche mura (avviato già nel 1873) e l’inizio dell’espansione urbanistica verso il forese.
L’amministrazione socialista avviò una serie di municipalizzazioni di servizi (farmacie, acqua, elettricità), mentre la Cooperative di Lavoro si organizzavano in Consorzio nel 1904.
Dopo la parentesi della sconfitta elettorale del 1904-1907, il Comune socialista proseguì nella sua politica di innovazione sia nel settore scolastico che edilizio (la costruzione delle Case Operaie) mentre l’industria iniziava a consolidare la propria presenza nell’economia locale.
La nascita delle OMI ([[Officine Meccaniche Reggiane]]) ad opera di [[Giuseppe Menada]] nel [[1901]] era un segnale importante anche per il coinvolgimento nell’operazione di capitale non reggiani.
 
== La prima guerra mondiale e il fascismo ==
[[Immagine:Monumento caduti reggio emilia.jpg|thumb|Monumento ai caduti della I guerra mondiale]]
Lo scoppio della [[prima guerra mondiale]] accelerò il processo di sviluppo del settore industriale sia per l’attività bellica che nella preparazione di manodopera specializzata che avrebbe contribuito in maniera decisiva allo sviluppo del settore meccanico agricolo.
La fine del conflitto e l’acuirsi della scontro sociale furono vissuti drammaticamente nel reggiano dove la predominanza socialista fu confermata nelle elezioni del 1919. Ma questo predominio non fu sufficiente ad opporsi all’azione dei ceti agrari e industriali che trovarono alleati la piccola borghesia commerciale danneggiata dall’affermarsi della cooperazione di consumo per favorire l'insorgere del [[fascismo]].
Nel ventennio fascista si contano nella sola provincia di Reggio 48 assassini politici di stampo squadrista.
 
==La seconda guerra mondiale e la resistenza==
La [[seconda guerra mondiale]] accelerò il razionamento dei beni di prima necessità (nel 1942 si arrivò a razioni quotidiane di 150 g. di pane al giorno/persona), l’inadeguatezza della macchina bellica fascista, il crollo dei fronti di guerra si ripercossero sulla tenuta del regime. Il grande corteo del 26 luglio 1943 che a Reggio salutò la caduta del fascismo e le feste in tutta la provincia ne furono la conferma.
 
Il territorio reggiano diviene luogo di formazione di bande partigiane. La prima, quella dei Fratelli Cervi (figli di [[Alcide Cervi]]), pagò con l’uccisione dei sette fratelli l’aver anticipato la lotta armata che comunque dilagò, nonostante l’esecuzione di [[don Pasquino Borghi]] [http://www.anpi.it/uomini/borghi.htm] e di altri otto patrioti. Complessivamente si contano più di 600 partigiani morti durante la resistenza. Ebbero luogo anche diverse rappresaglie di tedeschi o fascisti nei confronti della popolazione civile. Di seguito si indicano le stragi con più di 20 vittime:
*La Bettola ([[Vezzano sul Crostolo]]) 32 uccisi (vedi [[Eccidio della Bettola]])
*Cervarolo ([[Villa Minozzo]]) 24
*Legoreccio ([[Vetto]]) 23
*[[Villa Minozzo]] 22
*Villa Cadè 21
*Ponte Cantone (Calerno) 20
 
Fra le vittime civili vi furono 74 reggiani che furono deportati e uccisi nei campi di concentramento, fra cui 10 ebrei. A questo proposito è da ricordare il parroco di Quara don Enzo Boni Baldoni, insignito del titolo di [[Giusto tra le Nazioni]] per avere salvato diversi [[Storia degli ebrei di Reggio Emilia|ebrei reggiani]].
 
Il [[25 aprile]] [[1945]] segna una svolta storica: si ricostituiscono le amministrazioni democratiche prima sotto la guida del CLN ([[Comitato di Liberazione Nazionale]]) che aveva condotto la lotta armata, poi con le prime elezioni del 1946 con amministrazioni democraticamente elette. Reggio vede subito il predominio del PCI ([[Partito Comunista Italiano]]). Il clima del dopoguerra fu però funestato da numerosi omicidi politici da parte di comunisti nei confronti di avversari politici o di ecclesiastici.
 
==Reggio nel dopoguerra==
Dopo una fase di conflittualità caratterizzata tra il '50 e il '51, dal licenziamento di 2100 dei 4904 operai delle reggiane, e un'occupazione della fabbrica durata 493 giorni, Reggio procede a piè sospinto verso la modernizzazione, pur attraverso momenti di tensione sociale e politica.
 
Il [[7 luglio]] [[1960]], nel corso di una manifestazione sindacale, cinque operai reggiani, Lauro Farioli, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Marino Serri, Afro Tondelli, tutti iscritti al [[Partito Comunista Italiano|PCI]], furono uccisi dalle forze dell'ordine in quella che passo alla storia come la [[Strage di Reggio Emilia]] e che fu immortalata dalla celebre canzone di [[Fausto Amodei]], "[[Per i morti di Reggio Emilia]]".
 
[[File:Via Borgogna.jpg|thumb|right|150px|via Borgogna]]
 
Sul finire degli anni ‘60 Reggio è ormai una città a forte caratterizzazione industriale che tende a svilupparsi secondo una pianificazione urbana dagli esiti controversi. Viene attuato un radicale risanamento del centro storico che comporta la demolizione totale di alcune zone particolarmente povere o insane. È il caso del ''Borgo Emilio'', delle case di ''via Francotetto'' (ove ora sorge l'Istituto Levi-Scaruffi) e di ''vicolo del Mondo'', strade note allora ai reggiani per essere le più malfamate.
Vengono distrutti i ''Portici della Trinità'' in Piazza della Vittoria e al loro posto viene innalzato l' ''Isolato San Rocco'' e infine vengono completamente riedificate le case di ''via Cavagni'', altra zona calda della città. Fino agli anni'50 via ''Borgogna'' era nota ai reggiani per le [[casa di tolleranza|case chiuse]], col ''boom economico'' questa strada e le vicine vie ''Cavagni'' e ''San Martino'' subirono un radicale risanamento. Gli sfollati del centro vengono così sistemati nei nuovi quartieri costruiti alle porte della città come la [[Rosta Nuova]], la Canalina, il Villaggio Stranieri, il Villaggio Foscato e il Villaggio Catellani.
 
Negli anni Settanta Reggio vede sorgere il [[terrorismo]] legato alle [[Brigate Rosse]].
Lo sviluppo economico porta ad una intensa emigrazione dal Sud Italia, in particolare dalla Calabria e dal paese di [[Cutro]], con occupati prevalentemente nel settore edilizio.
 
Dagli anni 80 il benessere raggiunto con lo sviluppo dei principali settori produttivi porta Reggio ai primi posti nelle classifiche nazionali per livelli economici e di alcuni servizi (fra i quali spiccano gli asili comunali).
 
==Bibliografia==
*''"Guida di Reggio Emilia"'' del [[1921]] (usato come base per l'articolo)
*Paolo Camellini – Maria Pia Barbolini “''Guida di Reggio Emilia – Conosci la tua provincia''” Edizioni GES – Bologna, 1982
*Istoreco: "''20 mesi per la libertà - la guerra di liberazione dal Cusna al Po''" Edizioni Bertani&C, 2005 Montecchio Emilia
*Giambattista Bebbi - a cura di Calo Baja Guarienti "''Reggio nel Cinquecento''" Edizioni Antiche Porte - Reggio Emilia, 2007
 
== Note ==
<references/>
 
== Voci correlateBibliografia ==
* [[Victoria and Albert Museum]], Circulation Department (a cura di), ''Modern Chairs 1918-1970'', catalogo della mostra, The Whitechapel Art Gallery, Londra 1970
*[[Ducato di Reggio]]
* [[Bruno Zevi]], ''Cronache di Architettura, vol. VI'', [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]], Bari 1970
*[[Ducato di Modena e Reggio]]
* [[Emilio Ambasz]], ''Italy: The New Domestic Landscape. Achievements and Problems of Italian Design'', catalogo della mostra, MoMA New York, Centro Di, Firenze 1972
*[[Este]] (Gli Estensi)
* [[Leonardo Savioli]] et al., ''Ipotesi di spazio'', G.&G. Editrice, Firenze 1973
*[[Duchi di Modena e Reggio]]
* [[Italo Zannier]], ''70 anni di fotografia in Italia'', Punto e virgola, Modena 1978
*[[Storia di Castelnovo ne' Monti]]
* Cesare Leonardi, Franca Stagi, L’Architettura degli Alberi, Mazzotta, Milano 1982
*[[Comunità ebraica di Reggio Emilia]]
* Marina Armandi Barbolini (a cura di), ''Il Duomo di Modena. Atlante fotografico. Rilevamento fotografico di Cesare Leonardi'', Franco Cosimo Panini, Modena 1985
*[[Diocesi di Reggio Emilia]]
* Giancarlo Martinelli (a cura di), "Cesare Leonardi. La Struttura Reticolare Acentrata (SRA) ovvero la frantumazione del centro", in «L’arredo della città», 5, 1988
*[[Dinastia dei Canossa]]
* Franco Zagari, ''L’Architettura del giardino contemporaneo'', catalogo della mostra, [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]] e De Luca, Milano-Roma 1988
*[[Provincia Estense di Reggio]]
* Alexander von Vegesack (a cura di), ''Möbel aus Kunststoff'', catalogo della mostra, [[Vitra Design Museum]], [[Weil am Rhein]] 1990
* Giancarlo Martinelli (a cura di), Cesare Leonardi. Solidi 1983-1993, Logos, Modena 1995
* AA. VV. (a cura di), ''Design Classics'', [[Phaidon Press]], London 2006
* ''1968-2008. Quarant’anni di design tra continuità e discontinuità. 78 oggetti a confronto'', in «[[Area (periodico)|Area]]», 97+, 2008
* Giovanna Borasi, Mirko Zardini, ''Imperfect Health. The medicalization of architecture'', Canadian Center for Architecture', catalogo della mostra, Lars Müller Publishers, Zurich 2012
* Andrea Cavani, Giulio Orsini, ''Cesare Leonardi. La Città degli Alberi'', in «Domus Green», supplemento a «[[Domus (periodico)|Domus]]», 972, 2013
* Elena Vai, ''Cesare Leonardi architetto e artigiano di mestieri'', in «Ottagono», 260, 2013
*Andrea Cavani, Giulio Orsini (a cura di), ''Cesare Leonardi. L'Architettura della Vita / The Architecture of Life'', catalogo della mostra, Lazy Dog Press, Milano 2017
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.archivioleonardi.it/|Archivio Architetto Cesare Leonardi}}
* [http://www.istoreco.re.it Istoreco: Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Reggio Emilia ]
*Sito della mostra [https://www.mostracesareleonardi.it Cesare Leonardi. L'Architettura della Vita]
*[http://www.reti-invisibili.net/reggioemilia/ Reti invisibili]
 
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