Pinturicchio e Tollos: differenze tra le pagine

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{{F|centri abitati della Spagna|luglio 2017}}
{{Bio
{{Divisione amministrativa
|Nome =Bernardino di Betto
|CognomeNome = BettiTollos
|Nome ufficiale =
|PostCognomeVirgola = più noto come '''Pinturicchio''' o '''Pintoricchio'''
|Panorama = Carrer de sant Antoni de Tollos.JPG
|Sesso = M
|Didascalia = Carrer de Sant Antoni
|LuogoNascita = Perugia
|Stemma = Escut de Tollos.svg
|GiornoMeseNascita =
|Bandiera =
|AnnoNascita = [[1452]] circa
|LuogoMorteStato = SienaESP
|Grado amministrativo = 3
|GiornoMeseMorte = 11 dicembre
|Divisione amm grado 1 = Valencia
|AnnoMorte = 1513
|Divisione amm grado 2 = Alicante
|Attività = pittore
|EpocaPartito = 1400
|Data elezione =
|Epoca2= 1500
|Amministratore locale = Felix Frau Seguí (2015)
|Nazionalità = italiano
|Data istituzione =
|ForzaOrdinamento = Pinturicchio
|Latitudine decimale = 38.7569
|Longitudine decimale = -0.2750
|Altitudine = 773
|Superficie = 14.60
|Note superficie =
|Abitanti = 56
|Note abitanti =
|Aggiornamento abitanti = 2018
|Sottodivisioni =
|Divisioni confinanti = [[Benimassot]], [[Castell de Castells]], [[Facheca]], [[Famorca]], [[La Vall d'Alcalà]], [[Vall de Ebo]]
|Lingue =
|Prefisso = (+34)...
|Codice statistico =
|Codice catastale =
|Nome abitanti = tollero/a
|Patrono = [[Antonio di Padova|Sant'Antonio di Padova]]
|Festivo =
|Raggruppamento =
|Mappa =
|Didascalia mappa =
|Sito =
}}
[[File:Pinturicchio self.jpg|thumb|200px|''Autoritratto'', dalla [[Cappella Baglioni]] a [[Spello]]]]
'''Tollos''' è un [[Comuni della Spagna|comune spagnolo]] situato nella [[Comunità autonome della Spagna|comunità autonoma]] [[Comunità Valenciana|Valenciana]]. Si trova nella [[comarca]] di [[Comtat]] e nella zona prevalentemente [[Valencia|valenciana]].
Il soprannome di ''Pinturicchio'' ("piccolo ''pintor''", cioè "pittore") derivava dalla sua statura minuta: egli stesso fece proprio quel soprannome usandolo per firmare alcune opere<ref name="A167">Acidini, cit., pag. 167.</ref>.
 
==[[Toponomastica]]==
Fu un artista completo, capace di padroneggiare sia l'arte della [[pittura su tavola]], che l'[[affresco]] e la [[miniatura]], lavorando per alcune delle più importanti personalità del suo tempo<ref name="A167"/>. Fu uno dei grandi maestri della [[scuola umbra]] del secondo Quattrocento, con [[Pietro Perugino]] e il giovane [[Raffaello]].
Il nome della località si riferisce a depressioni o cavità del suolo (Tollos) ed è di origine [[Lingua mozarabica|mozarabica]], poiché durante la [[Reconquista|conquista cristiana]] menziona un Hisn Tulu ("Castello di Tollos") che faceva parte dei domini di Al-Azraq ([[1245]]). Anni dopo appare come Toyllo e, già nel [[XV secolo]], come Tollo.
== Geografia ==
 
=== Confini ===
[[Giorgio Vasari]] descrisse la sua biografia in [[Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori|''Le Vite'']] del [[1568]] (''[[s:Le_vite_de%27_pi%C3%B9_eccellenti_pittori,_scultori_e_architettori_(1568)/Bernardino_Pinturicchio|Bernardino Pinturicchio]]'') citando nella parte finale anche [[Nicolò Alunno]] di [[Foligno]].
Tollos si trova a 25&nbsp;km a nord-est di [[Alcoy (Spagna)|Alcoy]]. Confina con i comuni di [[Benimassot]], [[Castell de Castells]], [[Facheca]], [[Famorca]], [[La Vall d'Alcalà]] e [[Vall de Ebo]].
 
''Località Limitrofe''
== Biografia ==
{| border="2" cellpadding="4" cellspacing="0" style="margin: 0.5em 0.5em 0.5em 1em; padding: 0.5em; background: #f9f9f9; border: 1px #aaa solid; border-collapse: collapse;" width="55%" align="center"
[[File:Pinturicchio, san bernardino richiama alla vita un uomo morto trovato sotto un albero.jpg|thumb|220px|''San Bernardino richiama alla vita un uomo morto trovato sotto un albero'', 1473]]
|-
| width="35%" align="center"|&nbsp;
| width="30%" align="center"|'''Nord:''' [[La Vall d'Alcalà]]
| width="35%" align="center"|&nbsp;
|-
| width="35%" align="center"|'''Ovest:''' [[Benimassot]]
| width="30%" align="center"|'''[[File:Rosa de los vientos.svg|75px]]'''
| width="35%" align="center"|'''Est:''' [[Castell de Castells]]
|-
| width="35%" align="center"|&nbsp;
| width="30%" align="center"|'''Sud:''' [[Facheca]], [[Famorca]]
| width="35%" align="center"|&nbsp;
|}
[[File:Localització de Tollos respecte el País Valencià.png|miniatura|nella comunità Valenciana.]]
[[File:Localització de Tollos respecte el Comtat.png|miniatura|nella [[comarca]] del [[Comitato]].]]
===Orografia===
Il comune di Tollos si trova nella valle del fiume Seta, sul versante meridionale della [[Sierra Alfaro]]. Il rilievo è formato da una valle che sorge a SO-NE, aperta tra le ultime pendici della catena montuosa dell'Almudaina a nord (945 [[Metro|metri]] sopra il livello di Solana) e la catena montuosa dell'Alfaro a sud (1166 [[Livello del mare|m s.l.m.]] nella sua vetta più alta).
 
La parte occidentale della valle è più ampia, mentre la parte orientale si restringe fino a creare una gola che forma il [[Burrone di Malafí]], la cui direzione nord-est fa fluire nel [[fiume Gorgos]] dopo aver dato origine ai canyon l'Infern, e in [[Vall de Ebo]].
===Origini e formazione===
Nacque verso il [[1452]] a [[Perugia]] da Benedetto detto Betto, figlio a sua volta di Biagio detto Betti. Nella sua città si iscrisse, quasi trentenne, all'Arte dei Pittori nel [[1481]]. Generalmente rifiutata dalla critica è la menzione vasariana di un alunnato presso [[Perugino]], anche per la poca differenza dei due in termini di età, solo quattro anni. Può darsi invece che i due lavorassero in un rapporto di associazione con anche altri collaboratori, tra cui il pittore più anziano, Perugino, assumeva anche il ruolo di capofila. [[Vasari]] riporta un accordo economico tra i due, che risulta infatti appropriato tra soci d'impresa o di bottega<ref name="A170">Acidini, cit., pag. 170.</ref>.
 
=== Tempo ===
Il maestro di Pinturicchio va quindi ricercato tra i pittori umbri della generazione precedente, come [[Fiorenzo di Lorenzo]] o [[Bartolomeo Caporali]], con influenze esterne di pittori attivi in Umbria quali [[Beato Angelico]], [[Benozzo Gozzoli]], [[Filippo Lippi]], [[fra' Diamante]]. Inoltre da Perugino di ritorno da Firenze poté aggiornarsi sulle novità della bottega del [[Verrocchio]], mentre dalle miniature poté conoscere l'attività dei fiorentini [[Attavante]], [[Gherardo di Giovanni|Gherardo]] e [[Monte di Giovanni]]<ref>Garzelli, 1985.</ref>. Importante fu infine l'influenza della pittura adriatica, in particolare di [[Piero della Francesca]] attivo a [[Urbino]], con la sua spazialità monumentale, dominata dalla [[prospettiva]] e da un solenne impianto compositivo<ref name="A170"/>.
Tollos ha un clima montano, anche se mite, che consente lo sviluppo di [[Olea europaea|ulivi]] e altri alberi mediterranei. Le temperature medie oscillano tra 7&nbsp;°C in gennaio e 23&nbsp;°C in luglio, con gelate in inverno e in primavera che causano danni periodici all'[[agricoltura]]. Le precipitazioni oscillano intorno ai 550 millimetri all'anno, in inverno può anche essere sotto forma di neve.
== Politica ==
Tollos è governata da una corporazione locale formata da consiglieri eletti ogni quattro anni dal [[Suffragio universale|suffragio universale]] che a sua volta elegge un [[sindaco]]. Il censimento elettorale è composto da tutti i residenti registrati a Tollos che hanno 18 anni di età e i cittadini della Spagna e di altri paesi membri dell'[[Unione europea]]. Secondo le disposizioni della legge sul sistema elettorale generale<ref>{{Cita web|url=http://www.boe.es/g/es/bases_datos/doc.php?coleccion=iberlex&id=1985/11672|titolo=Jefatura del Estado (BOE n. 147 de 20/6/1985, ed. (1985).|lingua=Es}}</ref>, che stabilisce il numero di consiglieri ammissibili a seconda della popolazione del comune, la Società municipale di Tollos è composta da 3 consiglieri. La città di Tollos è attualmente presieduta dalla [[Partito Popolare (Spagna)|PP]] e si compone di 3 consiglieri di questo partito.<ref>{{Cita web|url=http://resultados.elpais.com/elecciones/2015/municipales/17/03/130.html|titolo=Resultados Electorales en Tollos: Elecciones Municipales 2015 en EL PAÍS|autore=Ediciones EL PAÍS|sito=EL PAÍS|lingua=es|accesso=}}</ref>
{{Alcaldes_España
| Alcalde_1 = José María Fortuny Más
| Partido_1 = [[Archivo:Union de Centro Democratico (logo).svg|20px]] [[Unión de Centro Democrático|UCD]]
| Alcalde_2 = José María Fortuny Más
| Partido_2 = [[Archivo:Alianza Popular (logo, 1983-89).svg|20px]] [[Alianza Popular|AP]]
| Alcalde_3 = Francisco Catalá Nadal
| Partido_3 = [[Archivo:PSPV-PSOE.svg|20px]] [[Partido Socialista del País Valenciano|PSPV-PSOE]]
| Alcalde_4 = José Joaquín Nadal Seguí
| Partido_4 = [[Archivo:PP.svg|20px]] [[Partido Popular de la Comunidad Valenciana|PP]]
| Alcalde_5 = José Joaquín Nadal Seguí
| Partido_5 = [[Archivo:PP.svg|20px]] PP
| Alcalde_6 = José Joaquín Nadal Seguí
| Partido_6 = [[Archivo:PP.svg|20px]] PP
| Alcalde_7 = José Joaquín Nadal Seguí
| Partido_7 = [[Archivo:PP.svg|20px]] PP
| Alcalde_8 = José Joaquín Nadal Seguí
| Partido_8 = [[Archivo:PP.svg|20px]] PP
| Alcalde_9 = Félix Frau Seguí
| Partido_9 = [[Archivo:PP.svg|20px]] PP
| Alcalde_10= Félix Frau Seguí
| Partido_10= [[Archivo:PP.svg|20px]] PP
}}
 
<center>
===Le ''Storie di san Bernardino''===
{| class="wikitable"
Gli esordi di Pinturicchio vengono in genere rintracciati nell'importante cantiere dell'[[oratorio di San Bernardino (Perugia)|oratorio di San Bernardino]], dove probabilmente era presente una nicchia che venne decorata da otto tavolette con ''[[Storie di san Bernardino]]'' ([[1473]]) eseguite da un team di giovani artisti influenzati, nelle architetture dello sfondo, da Piero e la [[rinascimento urbinate|cultura urbinate]]. A Pinturicchio vengono generalmente attribuite le figure di tre episodi: la ''Guarigione del cieco'', ''San Bernardino richiama alla vita un uomo trovato morto sotto un albero'' e la ''Liberazione del prigioniero''. La mano di Pinturicchio venne riconosciuta nei costumi e negli elementi paesaggistici pittoreschi tipici della sua produzione successiva. Le figure si atteggiano elegantemente e hanno panneggi complicati e spigolosi, rifacendosi a quell'accostamento di modi umbri e [[verrocchio|verrocchieschi]] tipico del giovane Perugino<ref name="A171">Acidini, cit., pag. 171.</ref>.
|-----bgcolor="#A9A9A9"
 
| colspan="6" | <p align="center">[[Archivo:Escut de Tollos.svg|70px]]
I successivi anni, quasi dieci, fino ai lavori alla [[Cappella Sistina]] a fianco di Perugino, sono avvolti dal mistero. Alcuni sono arrivati a ipotizzare che il pittore si trovasse già a Roma sul finire degli anni settanta, al servizio del cardinale [[Domenico della Rovere]] in [[Basilica di Santa Maria del Popolo|Santa Maria del Popolo]]<ref>Strinati, 1995.</ref>. L'ipotesi colmerebbe un vuoto in cui le opere attribuite sono troppo poche per un artista tra i venti e trent'anni che di lì a poco si sarebbe rivelato capace di organizzare e dirigere imprese di grande complessità, con numerosi aiutanti<ref name="A171"/>.
|-----bgcolor="#A9A9A9"
 
| colspan="6" |<p align="center">'''Elezioni comunali del 24 maggio'''
Tra le opere attribuite a questa fase ci sono il ''[[Crocifisso tra i santi Girolamo e Cristoforo]]'' (1475 circa) e il ''[[San Girolamo nel deserto (Pinturicchio)|San Girolamo nel deserto]]'' (1475-1480), in cui sono fuse un'attenzione al dettaglio di matrice fiamminga e una ricchezza pittorica fatta di colori smaltati e lumeggiature dorate. Alcuni dettagli rimandano a questa fase anche la ''[[Madonna col Bambino scrivente e san Girolamo]]'' del [[1481]] e la ''[[Madonna col Bambino benedicente (Pinturicchio)|Madonna col Bambino benedicente]]'' del [[1480]] circa<ref name="A173">Acidini, cit., pag. 173.</ref>.
|----- bgcolor="#D8D8D8"
 
| '''Partito'''
===Alla Cappella Sistina===
| '''Candidato'''
[[File:Perugino, Viaggio di Mosè in Egitto 04.jpg|thumb|250px|[[Perugino]] e aiuti, ''[[Viaggio di Mosé]]'', gruppo di astanti già attribuito a Pinturicchio]]
| colspan="2" | <center>'''Voti'''</center>
La presenza di Pinturicchio a Roma al cantiere della [[Cappella Sistina]] è testimoniata da un veloce accenno nella sua biografia scritta da [[Giorgio Vasari]], in cui si ricorda la collaborazione al seguito di [[Pietro Perugino]]. Non è dato sapere se Perugino si trovasse già a Roma e se avesse partecipato anche ai perduti affreschi della Cappella della Concezione nell'[[antica basilica di San Pietro in Vaticano]] ([[1479]])<ref name="A173"/>.
| colspan="2" | '''Consiglieri'''
 
|-----
La critica tradizionale riconosce la mano di Pinturicchio negli astanti delle scene del ''[[Viaggio di Mosè in Egitto]]'' e del ''[[Battesimo di Cristo (Perugino)|Battesimo di Cristo]]'', mentre la critica più recente <ref>come Todini, 1989.</ref> ha ridimensionato drasticamente il suo intervento. La solidità dell'impianto volumetrico di tali figure è scarsamente compatibile con la serie di Madonne giovanili, ma anche con gli affreschi successivi e sarebbe piuttosto da riferire ad [[Andrea d'Assisi]] soprannominato [[l'Ingegno]], a [[Rocco Zoppo]] e più dubitativamente al[[lo Spagna]] e a [[Bartolomeo della Gatta]], altri collaboratori di Perugino menzionati da Vasari. Da togliere a Pinturicchio sono anche una serie di ritratti e Madonne attribuibili per analogia ai maestri della Sistina, come quelli di [[Dresda]], di [[Washington]] e di [[Denver]]<ref name="A174">Acidini, cit., pag. 174.</ref>.
|bgcolor=#D8D8D8|'''Festa popolare'''
 
| Félix Frau Seguí
Non è detto però che Pinturicchio non avesse dato un contributo maggiore nelle tre storie perdute del ciclo affrescate da Perugino, la ''Nascita di Mosè'', l'''Assunta'' e la ''Natività di Cristo'', distrutte per lasciar spazio al ''[[Giudizio Universale (Michelangelo)|Giudizio Universale]]'' di [[Michelangelo]]<ref name="A174"/>.
| 22
 
| 68,75 %
In ogni caso alcuni schemi della Sistina vennero ripresi e sviluppati da Pinturicchio in opere successive, certificando la sua conoscenza diretta del ciclo. Fu proprio tra i collaboratori umbri, toscani, emiliani e laziali conosciuti alla Sistina che Pinturicchio scelse l'eterogeneo gruppo della sua nuova bottega romana, agevolato dalla partenza degli altri maestri quali [[Botticelli]], [[Cosimo Rosselli]], [[Perugino]] e [[Luca Signorelli]], che avevano lasciato a opera conclusa un vuoto di presenze carismatiche nell'ambiente romano<ref name="A174"/>.
| 3
 
| [[Archivo:Yellow Arrow Right.svg|10px]] <small>0</small>
===La cappella Bufalini===
|-----
[[File:Pinturicchio. Death of St. Bernardine.jpg|thumb|300px|''Funerali di san Bernardino'', [[Cappella Bufalini]] (1484-1486)]]
|-bgcolor="DCDCDC"
Gli [[affreschi]] con ''Storie di san Bernardino'' nella [[Cappella Bufalini]] della chiesa romana dell'[[Basilica di Santa Maria in Ara Coeli|Aracoeli]] sono la prima grande prova dell'arte di Pinturicchio. Vengono in genere datati al [[1484]]-[[1486]] e appartengono a quel periodo in cui la carenza di grandi maestri sulla piazza romana favorì l'ascesa di nuovi talenti. Inoltre la comune provenienza umbra sia del committente, Niccolò di Manno (Riccomanno) Bufalini da [[Città di Castello]] che a Roma ricopriva la carica di [[avvocato concistoriale]], che dell'artefice fu probabilmente alla base di un già esistente rapporto di fiducia, come dimostra anche una ''Madonna'' dipinta per i Bufalini nella [[Pinacoteca comunale di Città di Castello]] (1480 circa)<ref name="A175">Acidini, cit., pag. 175.</ref>. Gli affreschi si dispiegano sulle tre pareti e sulla volta e sono dedicati alla vita e ai miracoli di [[san Bernardino da Siena]], un santo che in quel periodo era oggetto di una vasta opera di promozione devozionale intrapresa dall'[[ordine Francescano]].
| colspan="6" |<center> Fonte: Ministero dell'Interno (Spagna).<ref>{{Cita web|url=http://resultadoslocales2015.interior.es/99MU/DMU1703913099_L1.htm?d=3000&e=0|titolo=«Resultados Elecciones Municipales 2015»|lingua=Es}}</ref></center>
 
|}
Gli schemi usati riecheggiano quelli degli affreschi di Perugino nella Sistina, ma se ne distaccano per una maggiore vivacità e ''varietas'' rispetto alla simmetria e alla composta solennità dello stile peruginesco<ref name="A176">Acidini, ''cit.'', pag. 176.</ref>. Ad esempio nei ''Funerali di san Bernardino'' l'edificio che domina lo sfondo al termine della fuga prospettica della pavimentazione a scacchiera cita la ''[[Consegna delle chiavi (Perugino)|Consegna delle chiavi]]'', ma i due edifici asimmetrici ad altezze differenti sui lati arricchiscono e variano lo scenario. In primo piano si svolgono i funerali del santo, disteso su un catafalco che, essendo disposto in tralice, aumenta il senso di profondità spaziale e fa meglio interagire i personaggi con lo spazio circostante. In quest'opera sono chiare le molteplici influenze della pittura di Perugino in questa fase: la razionalità prospettica di marca urbinate-perugina, la varietà di tipi e pose nelle folle, ispirata ai fiorentini come [[Benozzo Gozzoli]] o [[Ghirlandaio]], la caratterizzazione pungente dei poveri pellegrini e mendicanti, derivata dall'esempio dei [[scuola fiamminga|fiamminghi]]<ref name="A177">Acidini, ''cit.'', pag. 177.</ref>.
 
===Al servizio di Innocenzo VIII===
[[File:Pinturicchio, veduta di città, museo pio-clementino (1488-1490 circa).jpg|thumb|250px|''Veduta di città'' (1488-1490 circa), [[Museo Pio-Clementino]]]]
Dopo l'elezione al soglio pontificio di [[Innocenzo VIII]] ([[1484]]), Pinturicchio entrò al suo servizio in Vaticano, venendo incaricato di dipingere una serie di ''Vedute di città italiane'' per una loggia del [[Palazzo Apostolico]] dove il pontefice soleva recarsi nelle sue frequenti convalescenze. La loggia, dopo gli interventi di [[Bramante]] per [[Giulio II]], divenne parte del [[Cortile del Belvedere|complesso del Belvedere]]. Il ciclo, che nel [[1750]] venne visto dal Taja "in lagrimoso stato", venne coperto quando la loggia fu trasformata in galleria per la statuaria classica e riscoperto solo a partire dagli anni trenta del XX secolo, quando furono recuperate ampie porzioni delle vedute, ma purtroppo in cattivo stato di conservazione. In ogni caso è stato possibile ricostruire lo schema della decorazione, che era organizzata in [[lunette]] tra pilastri decorati a [[grisaille]] e putti reggistemma (molto rimaneggiati successivamente). Il complesso decorativo costituiva una sorta di apertura illusionistica del lato chiuso della loggia verso panorami di città italiane viste "a volo d'uccello" secondo la tradizione fiamminga. Vi erano rappresentate [[Roma]], [[Milano]], [[Genova]], [[Firenze]], [[Venezia]] e [[Napoli]], ciascuna nel suo ambiente circostante<ref name="A178">Acidini, cit., pag. 178.</ref>.
 
Il ciclo è particolarmente significativo perché rappresenta il primo esempio di ripresa del genere antico della pittura paesistica del [[secondo stile pompeiano]], citato dalle fonti antiche e moderne quali [[Vitruvio]], [[Plinio il Vecchio]] e [[Leon Battista Alberti]]. Pinturicchio quindi, abbandonando temporaneamente il genere sacro, si metteva in diretta competizione con il pittore classico [[Ludio]], magnificato da Plinio, e diventava protagonista di quel ''revival'' antichizzante che proprio in quegli anni prendeva campo influenzando sempre di più la produzione artistica nell'orbita della città papalina<ref name="A178"/>. Pinturicchio dovette essere dopotutto uno dei primi a visitare personalmente le "grotte" riscoperte della ''[[Domus Aurea]]'' e sulla Volta Gialla della reggia neroniana esiste un graffito maldicente che lo riguarda, accusandolo di [[sodomia]]<ref name="A178"/>.
 
Successivamente il pittore lavorò assieme al [[Mantegna]] ai perduti affreschi della cappella e della sua sagrestia del Belvedere (1488-1490), distrutti nel XVII secolo<ref name="A178"/>. Sono pure perdute le decorazioni di alcune stanze sopra il cortile di San Pietro e una tavola con la ''Madonna, santi e il papa'' per la cappella Lancia nell'[[antica basilica di San Pietro in Vaticano]], distrutta nel [[1609]]<ref name="A178"/>.
 
===Rientro a Perugia===
[[File:Pinturicchio, madonna col bambino e angeli, perugia, palazzo dei priori, sala dei catasti (1486).jpg|thumb|250px|''Madonna col Bambino e angeli'' (1486), palazzo dei Priori, Perugia]]
Subito dopo la sua iscrizione all'Arte dei Pittori a Perugia (1481) Pinturicchio era partito per Roma, sospendendo i suoi rapporti con la città natale, in cui fece ritorno solo verso il 1485, facendo per un certo periodo la spola tra Roma e l'Umbria. Nel [[1485]] dipinse un perduto "''Padiglione del Sacramento"'' per le monache di [[Monteluce]] e nel [[1486]] risulta un pagamento per una lunetta nel [[palazzo dei Priori (Perugia)|palazzo dei Priori]] a [[Perugia]], che è in genere identificata con la ''Madonna col Bambino e due angeli'' nella sala dei Catasti, dove è presente anche la mano di un collaboratore, forse [[Bartolomeo Caporali]]. I due pittori erano sicuramente legati da rapporti fiduciari, come testimonia una delega di Pinturicchio al secondo per rappresentarlo presso la Compagnia di San Giuseppe a Perugia nel [[1489]]<ref name="A179">Acidini, ''cit.'', pag. 179.</ref>.
 
A questa fase spettano anche le cinque miniature con ''Porte di Perugia e santi protettori'', del [[1486]]<ref name="A179"/>.
 
===Lavori per i Della Rovere===
[[File:Pinturicchio, soffitto dei semidei, 1490, roma, palazzo dei penitenzieri 02 fortuna.jpg|thumb|200px|''Allegoria della Fortuna'', dal ''[[Soffitto dei Semidei]]'' (1490), palazzo dei Penitenzieri, Roma]]
Nel corso degli anni ottanta lavorò nei palazzi dei [[Della Rovere]]. Per il cardinale [[Domenico Della Rovere|Domenico]] dipinse vari ambienti del palazzo nel [[Borgo (Roma)|Borgo]], detto poi [[palazzo dei Penitenzieri|dei Penitenzieri]], oggi affacciato su [[via della Conciliazione]], tra cui spicca l'ambiente col cosiddetto ''[[Soffitto dei Semidei]]''. In quest'opera, datata [[1490]], compose un soffitto di [[cassettoni]] lignei dorati ottagonali con 63 fogli di carta dipinti con soggetti mitologici e allegorici, trattati a finto mosaico dorato<ref name="A179">Acidini, ''cit.'', pag. 179.</ref>. La ricchezza di spunti iconografici, la ricerca antiquaria e l'attenzione al dettaglio sono qui fuse con un'abilità tipica del miniatore quale il Pinturicchio era, oltre che pittore, spiegando così il ricorso a immagini di tradizione medievale che nel Rinascimento erano ancora vive proprio nella produzione miniata<ref name="A180">Acidini, ''cit.'', pag. 180.</ref>.
 
Verso il [[1485]]-[[1490]] venne incaricato di affrescare con motivi decorativi una sala al pianterreno di [[palazzo Colonna]] in [[piazza Santi Apostoli]], all'epoca residenza del cardinale [[Giuliano Della Rovere]], futuro [[Giulio II]]. Si tratta di una serie di [[vela (architettura)|vele]] e [[pennacchio (architettura)|pennacchi]] con candelabri, cornici geometriche e scene bibliche e della storia antica sullo sfondo di finti mosaici dorati, completate poi nel Seicento da scene di battaglia nelle lunette. L'effetto antichizzante dell'insieme si inserisce nel clima di erudizione antiquaria delle cerchie dei Della Rovere e dei [[Colonna (famiglia)|Colonna]], con citazioni precise nelle figure a singole statue o rilievi antichi visibili in Roma<ref name="A180"/>.
 
===Le cappelle di Santa Maria del Popolo===
[[File:Pinturicchio, madonna in trono e santi della cappella basso della rovere.jpg|thumb|220px|left|''Madonna in trono col Bambino e santi'', [[Cappella Basso Della Rovere]] (1484-1492)]]
Con la ricostruzione della [[basilica di Santa Maria del Popolo]] voluta da [[Sisto IV]], Pinturicchio fu chiamato ad affrescare diverse cappelle, forse quattro, sicuramente due. Si tratta della [[Cappella del Presepio]], del cardinale [[Domenico Della Rovere]], e della [[Cappella Basso Della Rovere]]. Se l'attribuzione di questi due cicli di affreschi è indiscussa, più problematica è la datazione<ref name="A182">Acidini, ''cit.'', pag. 182.</ref>.
 
Per la prima si tende a indicare il [[1488]]-[[1490]], in concomitanza ai citati lavori al palazzo del cardinale, ma c'è anche chi la indica<ref>Strinati, 1995.</ref> anteriore alla [[Cappella Bufalini]], riferibile quindi agli anni settanta o comunque anteriore al [[1482]], poiché l'epigrafe dedicatoria al cardinale non reca il titolo di [[arcivescovo di Torino]], ricevuto in quell'anno<ref name="A184">Acidini, ''cit.'', pag. 184.</ref>. Per la seconda la date oscillano entro il [[1484]] e il [[1482]]<ref name="A184">Acidini, ''cit.'', pag. 184.</ref>..
 
La [[Cappella del Presepio]] ha un impianto più semplice, con una serie di lunette con ''Storie di san Girolamo'' (in cattivo stato di conservazione) e un pala d'altare affrescata con l<nowiki>'</nowiki>''Adorazione del Bambino'', con brani di alta pittura, soprattutto nella testa della Vergine e nel Bambino<ref name="A183">Acidini, ''cit.'', pag. 183.</ref>. Notevoli sono le [[grottesche]] policrome su sfondo giallo-oro nei pilastrini e negli [[sguancio|sguanci]] delle finestre, ricchi di invenzioni iconografiche e caratterizzate da una sveltezza pittorica che rimanda a uno studio del ''ductus'' della pittura compendiaria dell'età imperiale; interamente ascritte alla mano del maestro, che vi mise in pratica un'ardita sperimentazione, sono tra le più riuscite del genere in assoluto<ref>Acidini Luchinat, 1982.</ref>.
 
[[File:Pinturicchio, volta della cappella ponziani in santa cecilia in trastevere, 1485-1490 ca., 01.jpg|thumb|250px|Volta della Cappella Ponziani, prima campata (1485-1490)]]
La [[Cappella Basso Della Rovere]] presenta un maggiore impegno decorativo, con un vero e proprio finto loggiato, impostato con colonne in [[porfido]] dai [[capitelli corinzi]] dorati, poggianti su un basamento decorato da scranni e bassorilievi illusionistici a monocromo. Due libri dipinti, in perfetta prospettiva, poggiano su uno dei sedili dipinti, illudendo lo spettatore<ref name="A186">Acidini, ''cit.'', pag. 186.</ref>. Nelle cinque lunette dipinte si trovano altrettante ''Storie della Vergine'', oggi molto deteriorate e soggette a ridipinture<ref name="A186"/>. Sulla parete dell'altare si trova il grande affresco con la ''Madonna in trono col Bambino tra i santi Agostino, Francesco, Antonio da Padova e un santo monaco'', con lunetta che mostra l<nowiki>'</nowiki>''Eterno benedicente'' e su altre due pareti si vedono l'affresco dell<nowiki>'</nowiki>''Assunzione della Vergine'' e la tomba col monumento funebre di Giovanni Basso della Robbia, sormontato da una lunetta affrescata con il ''Cristo morto sorretto da due angeli''<ref name="A188">Acidini, cit., pag. 188.</ref>. In questo lavoro è più evidente il ricorso a diverse maestranze, tra cui si è fatto il nome anche del bolognese [[Amico Aspertini]]<ref name="A188"/>.
 
Nello stesso periodo Pinturicchio lavorò anche alla volta della Cappella Ponziani in [[Santa Cecilia in Trastevere]], divisa in due campate con il ''Padre Eterno'', gli ''Evangelisti'' e girali a monocromo con lo stemma Ponziani in stucco. Le [[candelabre]] che corrono sui costoloni hanno forti legami stilistici con gli ornati di [[palazzo Colonna]]<ref name="A188"/>.
 
===Madonna della Pace e altre Madonne===
[[File:Pinturicchio, madonna della pace, 1490 circa. 143x70 cm, sanseverino marche, pinacoteca civica, dettaglio.jpg|thumb|200px|''[[Madonna della Pace (Pinturicchio)|Madonna della Pace]]'' di [[San Severino Marche]] (dettaglio, 1490 circa)]]
Verso il [[1490]] Pinturicchio dipinse la tavola della ''[[Madonna della Pace (Pinturicchio)|Madonna della Pace]]'' per [[San Severino Marche]], opera interamente autografa dipinta a Roma per [[Liberato Bartelli]] che la inviò a [[San Severino Marche]], la quale testimonia le potenzialità espressive e la perizia tecnica raggiunta dall'artista. La composizione è complessa ma serena, le figure in primo piano monumentali e plastiche, i volti di una bellezza ideale, rarefatta, con una studiata inclinazione delle teste e dei gesti<ref>Acidini, cit., pag. 189.</ref>. I panneggi sono meticolosamente delicati e ricchi di decorazioni eseguite in punta di pennello, come la veste del Bambino che presenta un [[ricamo]] perfettamente riprodotto sul petto e bagliori dei riflessi delle [[Perla|perle]] incastonate sulla manica. Abbagliante è la profusione dell'oro, spesso steso a puntini che creano un pulviscolo luminoso di grande suggestione<ref>Acidini, cit., pag. 191.</ref>.
 
Dal prototipo della Madonna di San Severino, di qualità eccelsa, derivano altre Madonne considerate sempre autografe ma più semplici, come la ''[[Madonna col Bambino leggente]]'' ([[North Carolina Museum of Art]] di [[Raleigh]]), la ''[[Madonna col Bambino scrivente]]'' ([[Philadelphia Museum of Art]]), databili tra il [[1494]] e il [[1498]]. Altre Madonne, come quella nella collezione Kress della [[National Gallery di Washington]], sono invece ritenute derivazioni di bottega.
 
Nel [[1492]] l'artista appose la data per la prima volta, su un'opera che ci sia pervenuta, nella ''[[Madonna del Latte (Pinturicchio)|Madonna del Latte]]'' oggi a [[Houston]], opera di grande raffinatezza, quasi miniaturistica.
 
===Al servizio di papa Borgia===
[[File:Borgia Apartment 001.jpeg|thumb|200px|left|[[Appartamento Borgia]], ''Resurrezione di Cristo con papa Alessandro VI inginocchiato'' (1492-1494)]]
Nel corpo quattrocentesco dei Palazzi Vaticani edificato sotto [[Niccolò V]], papa [[Alessandro VI]], [[al secolo]] [[Rodrigo Borgia]], fece rinnovare e abbellire sei grandi stanze, dette [[Appartamento Borgia]], aggiungendo anche una torre, che in seguito fu ribassata e trasformata. I lavori di decorazione interna vennero affidati al Pinturicchio, che procedette con una notevole solerzia, grazie a un articolato gruppo di collaboratori, iniziando nell'autunno [[1492]] e terminando, forse già in sua assenza, nel [[1494]]. Si trattò dell'impresa più impegnativa della carriera del pittore, un progetto artistico così vasto ed ambiziosamente unitario che non aveva precedenti nell'Italia rinascimentale, fatta eccezione per il ciclo della [[Cappella Sistina]]<ref name="A192">Acidini, cit., pag. 192.</ref>.
 
Il risultato fu uno scrigno di decorazioni preziose e raffinate, con un gusto sovraccarico di dorature e [[grottesche]] in cui baluginano continuamente i riflessi dell'oro su pareti e soffitti, legandosi al retaggio del [[gotico internazionale]] fuso con il gusto per l'ornato di matrice ispano-moresca, legato alle origini [[valencia]]ne del committente<ref name="A192"/>. Il programma iconografico fondeva la dottrina cristiana con continui richiami al gusto archeologico allora in voga a Roma, e fu quasi sicuramente dettato dai letterati della corte papale<ref name="A193">Acidini, cit., pag. 193.</ref>. I temi sono più e meno tradizionali: oltre a ''Profeti, Sibille, Apostoli, Arti Liberali'' e ''Scene della vita di Cristo'', ''di Maria e dei Santi'', vennero inseriti motivi paganeggianti, tratti dalla [[mitologia]], volti a celebrare in modo allegorico il committente. Emblematico è il ripescaggio della leggenda greco-egiziana di [[Io (mitologia)|Io]]/[[Iside]] e [[bue Api|Api]]/[[Osiride]], in cui la doppia trasformazione dei protagonisti in bovini rimanda all'arme araldica dei Borgia e ad altri significati legati alla celebrazione di papa Alessandro come sovrano pacificatore<ref>Acidini, cit., pag. 201.</ref>.
 
[[File:Borgia Apartment 004.jpg|thumb|200px|[[Appartamento Borgia]], ''Susanna e i vecchioni'' (1492-1494)]]
Tra i numerosi maestri che lavorarono all'impresa sono stati citati [[Piermatteo d'Amelia]] o un suo seguace, [[il Pastura]], [[Raffaellino del Garbo]], [[Tiberio d'Assisi]], [[Niccolò di Bartolomeo della Bruggia]], ecc. Le parti autografe del Pinturicchio si concentrano nelle ultime sale, dette "camere segrete" poiché riservate solo al papa e ai suoi intimi, la Sala dei Santi e quella dei Misteri<ref>Acidini, cit., pag. 195.</ref>.
 
Subito dopo la conclusione dei lavori, o anche poco prima, Pinturicchio tornò in Umbria per attendere a varie commissioni. Non venne però dimenticato dal papa che, dopo le turbolente vicende del [[1495]] con la calata dell'esercito di [[Carlo VIII di Francia]] in Italia, richiamò il pittore a Roma per una nuova, grande impresa decorativa: la decorazione degli ambienti del torrione davanti a [[Castel Sant'Angelo]], terminate nel [[1497]] e completamente perdute per la distruzione dell'edificio. Il ciclo mostrava in sei scene la "cronaca dipinta" degli avvenimenti del 1495, rivisti e corretti alla luce di un'interpretazione favorevole alla politica papale. Le scene, di inusuale argomento storico contemporaneo, comprendevano numerosi ritratti di contemporanei illustri, che nel XVI secolo vennero copiati per il museo di [[Paolo Giovio]] a [[Como]], a loro volta riprodotti nella [[Serie gioviana]] degli [[Uffizi]]<ref name="A204">Acidini, cit., pag. 204.</ref>.
 
Inoltre Pinturicchio e la sua bottega avevano decorato, a detta del Vasari, con "infinite grottesche" gli ambienti di [[Castel Sant'Angelo]] dove il papa aveva fatto collocare anche mattonelle invetriate di [[Manises]], ma andarono perdute con le modifiche seicentesche alla struttura<ref name="A204"/>.
 
Al periodo borgiano risale anche la ''[[Virgen del las Fiebres]]'', ovvero la ''[[Madonna col Bambino scrivente e vescovo inginocchiato]]'' oggi nel [[Museo de Bellas Artes (Valencia)|Museo de Bellas Artes]] di [[Valencia]], inviata dal cardinale [[Francesco Borgia (cardinale)|Francesco Borgia]] nella cappella sepolcrale nella [[Colegiata basilica de Santa Maria|collegiata]] di [[Játiva]], sua città natale<ref name="A204"/>.
 
===Lavori in Umbria===
[[File:Pinturicchio, pala di santa maria dei fossi, 01.jpg|thumb|200px|''[[Pala di Santa Maria dei Fossi]]'' (1496-1498), dettaglio]]
Durante il soggiorno a Roma Pinturicchio mantenne sempre rapporti privilegiati con l'Umbria. Nel [[1492]] si assunse l'impegno per dipingere il coro del [[Duomo di Orvieto]], ma alla fine dovette abbandonare l'impresa lasciando che un suo assistente, un tale "Ciancio del Pentoricchio", dipingesse un ''San Marco'' e un ''Sant'Ambrogio'' su suo disegno<ref name="A204"/>.
 
Verso il [[1494]], quando i lavori all'Appartamento Borgia erano finiti o in via di conclusione, Pinturicchio ritornò a Perugia. Qui il [[14 febbraio]] [[1496]] stipulò il contratto per dipingere, entro due anni, una monumentale [[Pala di Santa Maria dei Fossi|pala d'altare]] a più scomparti per l'altare maggiore della [[chiesa di Santa Maria dei Fossi]]. L'opera, oggi nella [[Galleria Nazionale dell'Umbria]], venne minuziosamente descritta nel contratto di allocazione e una volta realizzata fu ampiamente lodata, anche nei secoli successivi. Nonostante ciò andò smembrata con le soppressioni napoleoniche e venne ricomposta solo nel [[1863]], separando la predella e senza i pilastrini, andati ormai perduti. L'opera fece da prototipo per varie Madonne di quegli anni<ref>Acidini, cit., pp. 205-207.</ref>.
 
Nel [[1497]] datò gli affreschi della [[cappella del vescovo Eroli]] nel [[Duomo di Spoleto]], commissionati dal vescovo [[Costantino Eroli]] (''Madonna con Bambino con santi'' e nella lunetta sormontata dallo stemma degli Eroli ''Dio benedicente tra angeli''), oggi molto danneggiati ma interessanti per il vivace gusto antiquario, nuovo per l'area umbra<ref>Acidini, cit., pp. 211-212.</ref>.
 
Nel [[1500]] dipinse l'ornato ''[[Sant'Agostino tra flagellanti]]'', per l'omonima confraternita perugina<ref>Acidini, cit., pp. 212.</ref>.
 
===La Cappella Baglioni===
[[File:Pinturicchio Spello Among doctors.jpg|thumb|200px|left|[[Cappella Baglioni]], ''Disputa di Gesù coi dottori'' (1500 circa-1501)]]
L'ultimo lavoro prima di partire dall'Umbria fu l'importante ciclo di affreschi con ''Storie di Maria e dell'infanzia di Gesù'' della [[Cappella Baglioni]] nella [[chiesa di Santa Maria Maggiore (Spello)|chiesa di Santa Maria Maggiore]] a [[Spello]], conclusi nel [[1501]]. Spiccano l<nowiki>'</nowiki>''Annunciazione'', curata illusionisticamente, in cui si trova anche l'[[autoritratto]] del pittore, e la ''Disputa coi dottori'', dove riusò il tema dello spazio urbano dominato da un maestoso edificio a pianta centrale, come nella [[cappella Bufalini]], ispirato alla ''[[Consegna delle chiavi (Perugino)|Consegna delle chiavi]]'' del [[Perugino]]<ref>Acidini, cit., pp. 211-216.</ref>.
 
Mentre lavorava a Perugia a una pala con l<nowiki>'</nowiki>''Incoronazione della Vergine'' per la [[chiesa di Santa Maria della Pietà (Castel della Fratta)|chiesa di Santa Maria della Pietà]] di [[Castel della Fratta]] (oggi alla [[Pinacoteca Vaticana]]) dovette ricevere altre commissioni, infatti lasciò l'opera a [[Giovan Battista Caporali]] (1505)<ref name="A216">Acidini, cit., pag. 216.</ref>.
 
===Passaggio per Roma===
Nel [[1502]] Pinturicchio si apprestava a lasciare l'Umbria e dettò testamento, menzionando la moglie Grania e una figlia, Clelia<ref>Bombe, 1933.</ref>. Prima di recarsi a Siena, dove lo attendeva l'importante commissione per i [[Piccolomini]], tornò a Roma, dove lavorò di nuovo in [[Santa Maria del Popolo]], affrescando per il cardinale [[Raffaele Riario]] dodici lunette nel distrutto chiostro. Esse rappresentavano le ''Storie di Gesù, della Vergine'', una ''Sacra conversazione'' e una ''Madonna della Misericordia'', che vennero tutte perdute nel [[1811]]. Ne restano una riproduzione di F. Giangiacomo e due frammenti di un'''Adorazione dei Magi'', già in collezione [[Chigi]], che testimoniano la bella fattura pittorica con intervento diretto del maestro<ref name="A216"/>.
 
Forse è databile a questo breve soggiorno romano la pagina miniata del ''Crocifisso coi dolenti'' nella [[Biblioteca Vaticana]] (Barb. Lat., 614. c. 219)<ref name="A216"/>.
 
===La Libreria Piccolomini===
[[File:Biblioteca Duomo Siena Apr 2008 (12).JPG|thumb|280px|Interno della [[Libreria Piccolomini]] (1502-1507/08)]]
Il cardinal [[Francesco Piccolomini Todeschini]] (poi [[papa Pio III]]), [[vescovo di Siena]], affidò a Pinturicchio la decorazione di un ambiente del [[Duomo di Siena]], detto [[Libreria Piccolomini]], destinato ad accogliere la mai arrivata collezione libraria dello zio [[Enea Silvio Piccolomini]] ([[papa Pio II]]) e a perpetuare la memoria della sua vita<ref name="A217">Acidini, cit., pag. 217.</ref>.
 
Il contratto venne stipulato il [[29 giugno]] [[1502]] ed entro il [[1503]] doveva essere stata completata la prima fase, con la volta e la griglia architettonica alle pareti: in quella data il committente venne eletto papa come [[Pio III]] e in quelle decorazioni il suo stemma compare ancora col cappello cardinalizio. Entro tale data dovevano essere pronte anche le due grandi vetrate. Il papa morì appena dieci giorni dopo, il [[10 ottobre]], facendo interrompere i lavori. Il pittore si dedicò così ad altri incarichi, restando però a Siena<ref name="A217"/>.
 
Le storie di Pio II vennero riprese solo intorno al [[1505]], probabilmente con un nuovo contratto sottoscritto dagli eredi, del quali però non esiste traccia. Nel [[1507]] l'impresa dovette essere terminata, se in quella data il pittore iniziò ad accettare altre commissioni dall'[[Umbria]], pur restando nella città toscana. Tra i numerosi garzoni impiegati nell'impresa dovettero esserci anche il poi noto pittore bolognese [[Amico Aspertini]] e il giovane [[Raffaello]], che testimoniano la rilevanza dell'impresa, vero e proprio crocevia artistico dell'Italia centrale di quegli anni<ref name="A217"/>.
 
[[File:Pintoricchio 005.jpg|thumb|200px|left|''Enea Silvio Piccolomini parte per il concilio di Basilea'']]
È infatti ormai accertato che nella fase del disegno Pinturicchio si avvalse della collaborazione di un giovane "della scola di Pietro ([[Perugino]])", che era il giovane [[Raffaello Sanzio]]. Vasari scrisse nella vita di Pinturicchio che l'allievo aveva dipinto "alcuni" dei disegni e cartoni, mentre nella biografia di Raffaello si contraddisse assegnandogli schizzi e cartoni di "tutte le storie". Uno di questi cartoni era conservato a Siena ancora all'epoca dello scrittore aretino, mentre altri schizzi restavano nel libro di disegni personale di Raffaello. Oggi la critica tende a riconoscere, superate le iniziali resistenze, due piccoli cartoni (uno dalla famiglia senese dei Baldeschi che lo ricevette nel [[1586]] dai Piccolomini, l'altro nel [[Gabinetto dei Disegni e delle Stampe]] degli [[Uffizi]]) e alcuni disegni ([[Ashmolean Museum]], Uffizi e [[Louvre]]<ref>Si veda [[Mina Gregori|Gregori]], 1984.</ref>) alla mano di Raffaello relativamente a questa impresa<ref name="A220">Acidini, cit., pag. 220.</ref>.
 
La volta, ispirata alla ''Volta Dorata'' e alla ''Volta degli Stucchi'' della [[Domus Aurea]], segnò una delle più complesse testimonianze della reinvenzione di temi antichi in quegli anni, all'insegna di una rinascenza reale in contrasto con l'erudizione capziosa e la rievocazione fantastica del primo Quattrocento<ref name="A230">Acidini, cit., pag. 230.</ref>. Le pareti, suddivise in dieci arcate con una comune intelaiatura architettonica dipinta, hanno come tema una "cronaca dipinta" della vita di Pio II, tratta dalla biografia di [[Giovanni Antonio Campano]] e dai ''Commentari'' scritti da Enea Silvio stesso<ref name="A219">Acidini, cit., pag. 219.</ref>. I disegni delle scene curano l'organizzazione della folla dei personaggi, studiata in modo da esaltare di volta in volta le azioni del protagonista, e sono ambientati sia in interni che in esterni, in cui i gradevoli paesaggi sono alternati a quinte urbane monumentali<ref name="A219"/>.
 
L'esecuzione ad affresco è comunque sicuramente di Pinturicchio e dei suoi assistenti (tra cui forse i senesi [[Girolamo del Pacchia]] e [[Giacomo Pacchiarotto]]), poiché dal [[1504]] Raffaello si trovava già a [[Firenze]], dopo il breve soggiorno a Siena databile quindi al [[1502]]-[[1503]], dopo un probabile viaggio a Roma<ref name="A220"/>. Lo stile si avvicina a quello delle [[miniature]]: nitido, ricco di colori brillanti intonati con maestria, ricolmo di decorazioni e di applicazioni tridimensionali in pastiglia dorata, su armi, gioielli, finiture, ecc<ref name="A220"/>.
 
===Altre opere per il Duomo di Siena===
[[File:Pinturicchio, storia della fortuna, 1505, duomo di siena.jpg|thumb|250px|''[[Storia della Fortuna]]'', 1505]]
L'interruzione dei lavori causati dalla morte del papa nell'ottobre [[1503]], fece accettare a Pinturicchio altri incarichi, innanzitutto dai Piccolomini stessi. Andrea di Nanni Piccolomini gli affidò infatti, sempre nel Duomo, un affresco con l<nowiki>'</nowiki>''[[Incoronazione di Pio III]]'', suo fratello, opera che si protrasse fino al [[1508]]. Nel [[1504]] dipinse per [[Giacomo Piccolomini]] una perduta pala per la [[chiesa di San Francesco (Siena)|chiesa di San Francesco]], che bruciò in un incendio assieme anche a un'altra sua pala nella stessa chiesa, databile al [[1513]] e dipinta per la famiglia Sergardi<ref>Acidini, cit., pag. 234.</ref>.
 
Sempre nel 1504, su richiesta dell'Operaio del Duomo [[Alberto Arighieri]], Pinturicchio dipinse otto riquadri con ''Storie di san Giovanni Battista'' per la [[cappella di San Giovanni Battista|cappella di San Giovanni]], dove era conservata la reliquia del braccio destro del santo, ottenuta da Pio II dalla [[Morea]]<ref>Acidini, cit., pag. 235.</ref>.
 
Infine partecipò alla lunga e straordinaria impresa dei mosaici pavimentali del Duomo, fornendo il cartone delle ''[[Storie della Fortuna]]'', pagato il [[13 marzo]] [[1505]]. Tra i filosofi antichi [[Socrate]] e [[Cratete di Tebe|Cratete]], che getta in mare oro e gioielli, si trova in alto la figura allegorica della ''Quiete'', in basso è la stretta via della Virtù, percorsa da vari personaggi, sulla destra è la ''Fortuna'', in equilibrio instabile, con un piede su una sfera e uno su una barca, caratterizzata da una [[cornucopia]], simbolo dell'abbondanza e da una vela, appartenente all'albero spezzato della nave, su cui poggia un piede, e simbolo di successo infelice<ref>Acidini, cit., pag. 236.</ref>.
 
A Siena Pinturicchio raggiunse una notevole agiatezza economica (ci restano vari atti di compravendite di case e terreni) e allargò la famiglia: alla primogenita Clelia, in tarda età, aggiunse i figli Adriana, Faustina Girolama, Egidia (o Gilia), Giulio Cesare e Camillo Giuliano<ref>Milanesi, edizione delle ''Vite'' di Vasari del 1878, albero genealogico a pag. 513.</ref>. Gli altisonanti nomi classici testimoniano le ambizioni letterarie e umanistiche coltivate dal pittore. Curioso è un documento di carattere tributario, datato [[7 marzo]] [[1507]], in cui il pittore richiedeva agli Ufficiali di Balia l'esenzione trentennale dal pagamento di dazi e gabelle, invocando l'esempio della storia romana, quando i pittori vennero protetti "doppo le orientali victorie et doppo le expugnatione delle Grece città"<ref>cit. in Carli, 1960.</ref>.
 
===Commissioni dall'Umbria===
Nel periodo di interruzione dei lavori alla [[Libreria Piccolomini]] Pinturicchio ricevette commissioni anche dall'Umbria, in particolare per una serie di pale d'altare per le quali la sua opera si limitò spesso al disegno, completato poi dai suoi collaboratori. Ne è esempio l'''Incoronazione della Vergine'' per la [[chiesa di Santa Maria della Pietà (Umbertide)|chiesa di Santa Maria della Pietà]] della Fratta presso [[Umbertide]] (oggi alla [[Pinacoteca Vaticana]]), composta secondo schemi tipicamente umbri, con la scena sacra in una [[mandorla (arte)|mandorla]] nella parte superiore e un gruppo di apostoli e santi in quella inferiore, dominata dal paesaggio, dove si riconoscono alcuni cerchi concentrici attorno alla figura centrale di [[san Francesco d'Assisi]], santo dei [[Minori francescani]] che avevano commissionato la pala. La stesura pittorica fu forse di [[Giovan Battista Caporali]] e forse contribuì ai disegni [[Raffaello]] di passaggio a Siena nel [[1503]], con i santi Bonaventura e Ludovico riconoscibili in alcuni suoi disegni al [[Louvre]]<ref name="A240">Acidini, cit., pag. 240.</ref>.
 
Anche la ''[[Madonna in trono e santi (Pinturicchio)|Madonna in trono e santi]]'' della [[chiesa di Sant'Andrea (Spello)|chiesa di Sant'Andrea]] a [[Spello]] fu opera di collaborazione, condotta tra il [[1506]] e il [[1508]] affidandosi a [[Eusebio da San Giorgio]] e [[Giovan Francesco Ciambella]] detto [[il Fantasia]], anche se pare che il san Giovannino leggente e la natura morta al centro sia opera diretta del maestro, che vi inserì compiaciutamente una lettera indirizzata a lui stesso in cui il vescovo di Siena richiedeva il suo ritorno in città per lavorare per [[Pandolfo Petrucci]]<ref name="A240"/>.
 
===Al servizio di Pandolfo Petrucci===
[[File:Pinturicchio, Return of Odysseus.jpg|thumb|250px|''[[Ritorno di Ulisse]]'', 1509]]
L'occasione per sfoggiare tutte le sue conoscenza del mondo classico gli venne offerta dal signore di fatto della città, il ricchissimo [[Pandolfo Petrucci]], che organizzò una straordinaria impresa decorativa nel suo [[Palazzo del Magnifico|palazzo di via de' Pellegrini]], tra le più importanti del genere non solo a Siena ma in tutta la Toscana<ref name="A237">Acidini, cit., pag. 237.</ref>. Si trattava della decorazione del salone principale, in cui vennero reclutati i migliori presenti in città, che completarono l'impresa nel [[1509]]. La sala, pressoché quadrata (674x629 cm), era decorata da otto scene sulle pareti e da un soffitto a scomparti, dove i soggetti mitologici si ispiravano allo schema della ''Volta dorata'' della [[Domus Aurea]]. Le pitture erano completate da una struttura lignea tutt'intorno alle pareti intagliata dalla celebre bottega dei Barili e da piastrelle maiolicate sul pavimento<ref name="A237"/>.
 
Gli eventi successivi, a partire dalla cacciata da Siena del figlio di Pandolfo, [[Borghese Petrucci]], poco dopo la morte del padre nel [[1512]], comportarono la progressiva dispersione della decorazione. Oggi il soffitto si trova ricostruito nel [[Metropolitan Museum]] e gli affreschi staccati, a cui parteciparono anche [[Luca Signorelli]] e [[Girolamo Genga]], sono sparsi in vari musei, di cui un paio del Pinturicchio, tra cui il ''[[Ritorno di Ulisse]]'' alla [[National Gallery di Londra]]<ref name="A238">Acidini, cit., pag. 238.</ref>. Questa scena racchiude significati legati alle vicende politiche dell'epoca e alla storia personale del committente, con le insidie che simboleggiano i pericoli passati da Siena per mano di [[Cesare Borgia]], in procinto di conquistarla, e Ulisse/Pandolfo Petrucci stesso, reduce dall'esilio, anticipato dal figlio [[Borghese Petrucci|Borghese]]/[[Telemaco]], come di fatto avvenne nel [[1503]]. L'inquadratura prospettica è ben proporzionata, col telaio in ripido scorcio e le figure grandi che denotano la monumentalità raggiunta da Pinturicchio nella sua ultima fase artistica. Nonostante i danni alla superficie pittorica, restano ancora oggi molti dettagli estremamente curati, come l'arco e la faretra di Ulisse appesi al telaio, i gioielli e le vesti preziose, oppure di vivo naturalismo, come l'ancella e il gatto che gioca con la palla in primo piano<ref name="A239">Acidini, cit., pag. 299</ref>.
 
Alla committenza dei Petrucci sono da ricondurre forse anche i disegni per la decorazione del cassone con gli stemmi [[Petrucci]] e [[Piccolomini]] nel [[Museo Civico (Torino)|Museo Civico]] di [[Torino]]: nei tondi con ''Virtù'', incorniciati da intagli dorati, si coglie un adattamento delle figure delle ''Muse'' nel soffitto di [[palazzo del Magnifico|palazzo Petrucci]]. Tra le opere senesi su tavola spiccano poi il tondo con la ''Sacra Famiglia con san Giovannino'', dalla composizione ritmica, e la ''Madonna della Melagrana'', ispirata all'[[pala di Santa Maria dei Fossi|ancona dei Fossi]], entrambe alla [[Pinacoteca Nazionale (Siena)|Pinacoteca Nazionale]] di [[Siena]]<ref name="A239"/>.
 
===Ultimi lavori===
[[File:Pinturicchio, volta del coro di santa maria del popolo, incoronazione della vergine, evangelisti, sibille e dettori della chiesa, 1509-1510.jpg|thumb|250px|Volta del [[coro di Santa Maria del Popolo]]]]
[[File:Pinturicchio, andata al calvario, 1513, 51x42,5 cm, isola bella, collezione borromeo.jpg|thumb|200px|''Andata al Calvario'', 1513]]
L'ultimo importante incarico di Pinturicchio è ancora a Roma e ancora a [[Santa Maria del Popolo (Roma)|Santa Maria del Popolo]]. Fu infatti chiamato ad affrescare la volta del [[coro di Santa Maria del Popolo|coro]] da [[Giulio II]]. L'impresa venne terminata nel [[1510]], ma non è escluso che il pittore si trovasse a Roma già dal [[1508]], quando [[Giovan Battista Caporali]], nel suo commento a [[Vitruvio]], ricordò una cena che riunì lui, Pinturicchio, [[Perugino]] e [[Signorelli]] in casa del [[Bramante]]<ref>Acidini, cit., pag. 241.</ref>. Lo schema della volta del coro, col doppio quadrato, si ispirava a una volta della [[Villa Adriana]], perpetuata da un disegno di [[Giuliano da Sangallo]] e la combinazione di una zona centrale bidimensionale, quasi arcaica, zone laterali con troni in forte sporgenza illusionistica si ritrova anche nei primi disegni di [[Michelangelo]] per la [[volta della Cappella Sistina]] ([[1508]], conservati a [[Londra]] e [[Detroit]]), testimoniando il continuo aggiornamento di Pinturicchio all'ultima attualità<ref name="A242">Acidini, cit., pag. 242.</ref>. Tra i collaboratori in quest'ultima impresa romana dovettero esserci il [[Pastura]], il [[Giovan Battista Caporali|Caporali]] e forse l'umbro [[Giannicola di Paolo Manni]], assistente anche di Perugino<ref name="A242"/>.
 
L'ultima opera monumentale documentata di Pinturicchio è la ''Madonna in gloria tra i santi Gregorio Magno e Benedetto'', databile al 1510-1512, per gli [[Olivetani]] della [[chiesa di Santa Maria di Barbiano]] presso [[San Gimignano]], oggi nel [[Museo civico (San Gimignano)|Museo civico]] locale. La tavola presenta la [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] racchiusa entro una [[mandorla (arte)|mandorla]] composta da testine di angeli; in primo piano, inginocchiati, con lo sguardo rivolto alla Vergine, si vedono [[san Benedetto]] e [[san Gregorio]]. Si tratta di un'opera in larga parte autografa dove è riconoscibile la raffinatezza della tecnica pinturicchiesca, decorata da una cornice lignea del famoso intagliatore olivetano Fra' [[Giovanni da Verona]]<ref name="A242"/>.
 
Il successo dell'opera dovette procurargli un'altra commissione da parte degli Olivetani, con la pala dell<nowiki>'</nowiki>''Assunzione della Vergine'' oggi al [[Museo di Capodimonte]], per la [[chiesa di Sant'Anna dei Lombardi]] a [[Napoli]]: si tratta di un'opera dagli schemi ben collaudati, che venne in parte stesa con l'aiuto di [[Eusebio da San Giorgio]]<ref name="A242"/>.
 
Tra le ultime opere prodotte dal pittore c'è la tavoletta con l<nowiki>'</nowiki>''Andata al Calvario'', del [[1513]], oggi nelle collezioni Borromeo a [[Isola Bella]]. L'opera di sapore miniaturistico, bordata da una cornice a meandri, presenta un finto cartiglio con l'iscrizione "Questa opera è di mano del Pintoricchio da Perugia M.CCCCC.XIII", anche se lo stile generale rimanda piuttosto alle pitture degli anni novanta, come le gracili figure della ''Volta di Iside e Osiride'' nell'[[Appartamento Borgia]], l'andamento un po' forzato, l'esuberanza decorativa, tanto che alcuni hanno ipotizzato che si possa trattare di un campionario di tutti i motivi cari all'artista che seguì il pittore nei suoi trasferimenti fino alla sua morte quando riscrisse la data<ref>Scarpelli, 1996, e Acidini, cit., pagg. 242-243.</ref>.
 
===Morte===
[[Vasari]], poco clemente nella sua biografia di Pinturicchio, si congedò riportando un'ultima diceria sul suo carattere avido e bizzarro, secondo la quale, alloggiato presso i frati di [[chiesa di San Francesco (Siena)|San Francesco]] a [[Siena]], chiese con insistenza di togliere dalla sua cella un cassone vecchio e ingombrante, che si ruppe nel trasloco rivelando un tesoro di cinquecento ducati d'oro, che spettò dunque ai frati riempiendo il pittore di un tale stizzoso rammarico da condurlo alla morte<ref>Giorgio Vasari, ''Vite'', edizione commentata del [[1878]], vol. III, pag. 503-505.</ref>. L'aneddoto non è fondato, ma è una testimonianza dell'amarezza degli ultimi anni della sua vita: ricco ma in solitudine, abbandonato dalla moglie fedifraga, che lo tradiva notoriamente con Girolamo di Polo detto Paffa, e dimenticato dai cinque figli<ref name="A243">Acidini, cit., pag. 243.</ref>.
 
Il [[7 maggio]] [[1513]], debilitato dalla malattia, dettò testamento, modificandolo nell'ottobre in favore della moglie. Ella, che aveva dato in sposa la figlia Clelia al suo amante, permetteva solo ad alcune vicine di avvicinarsi al marito sofferente, come ricorda il suo biografo [[Sigismondo Tizio]], rettore della parrocchia dei [[oratorio dei Santi Vincenzo e Atanasio|Santi Vincenzo e Anastasio]] in cui Pinturicchio abitava. In quella chiesa fu sepolto senza onori e memorie, mentre un'iscrizione che lo ricorda risale solo al [[1830]]<ref name="A243"/>.
 
==Fortuna critica==
[[File:Pinturicchio, libreria piccolomini, dettaglio 02.jpg|thumb|200px|Presunti ritratti di Raffaello e Pinturicchio, [[Libreria Piccolomini]], Siena]]
Le sorti critiche di Pinturicchio furono alterne, talvolta molto amato, altre molto criticato. Forse a Roma, tramontato il favore dei [[Borgia]], poté sentirsi spaesato nelle tumultuose innovazioni artistiche dell'aprirsi del Cinquecento, ma a Siena venne circondato dall'approvazione generale: lo testimonia la risposta degli Ufficiali di Balia alla sua richiesta di esenzione trentennale per meriti artistici dal pagamento di dazi e tasse, accordata definendolo "egregio maestro", dai grandi meriti di pubblica utilità<ref name="A243"/>. Nonostante fosse amato tra i potenti del suo tempo, la letteratura artistica lo lasciò a lungo in ombra, a cominciare da [[Vasari]], che nelle ''[[Vite (Vasari)|Vite]]'' lo descrisse in chiave quasi esclusivamente negativa: nell'edizione del [[1550]] accennò a una sua "dappocaggine", mentre in quella del [[1568]] ne attribuì la notorietà più ai capricci della fortuna che al merito<ref name="A167"/>. La grande stime che accompagnò Pinturicchio nella sua vita fu dettata però non tanto dalla sua rapidità, come insinuò Vasari, ma piuttosto dalla sua capacità di interpretare le esigenze dei suoi eccellenti committenti<ref name="A243"/>.
 
Solo gli studiosi del XIX e dell'inizio del XX secolo ne rivalutarono la figura, proprio quando i suoi dipinti entravano nel circolo del collezionismo internazionale, finendo nei grandi musei e nelle collezioni d'Europa e America. Fondamentale fu la monografia di Carli (1960), anche se dopo di essa è calato sulla figura del pittore un nuovo disinteresse, limitandosi a metterne in evidenza su pubblicazioni specializzate solo questa o quella caratteristica, come l'ispirazione antiquaria e il gusto per le iconografie insolite e rare<ref name="A167"/>. Con gli studi per il V centenario della nascita di Raffaello del [[1984]], la figura di Pinturicchio fu indagata solo marginalmente<ref name="A167"/>.
 
==Opere principali==
[[File:Pintoricchio,_Madonna_con_Bambino_benedicente,.jpg|thumb|200px|''Madonna con Bambino benedicente'', 1486-90 ca. Fondazione Sorgente Group]]
[[File:Pinturicchio, madonna del latte, 1492, 29,2x21,6 cm, houston, sarah campbell blaffer foundation.jpg|thumb|200px|''[[Madonna del Latte (Pinturicchio)|Madonna del Latte]]'', 1492, Houston]]
[[File:Pinturicchio, madonna col bambino scrivente, 1494-98, 61x41,6 cm, philadelphia, museum of art.jpg|thumb|200px|''[[Madonna col Bambino scrivente]]'', 1494-1498 circa, Filadelfia]]
[[File:Pinturicchio, madonna in trono e santi, 1507-1508, 318x257 cm, spello, chiesa di sant'andrea.jpg|thumb|200px|''[[Madonna in trono e santi (Pinturicchio)|Madonna in trono e santi]]'', 1506-1508, Spello]]
[[Image:078 le vite, bernardino pinturicchio.jpg|200px|thumb|Ritratto nell'edizione delle [[Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori|''Vite'']] del 1568]]
*''[[Storie di san Bernardino]]'', 1473, tempera su tavola, [[Perugia]], [[Galleria Nazionale dell'Umbria]]
**''San Bernardino richiama alla vita un uomo trovato morto sotto un albero'', 76,5x56,8 cm
**''Guarigione del cieco'', 75,8x57 cm
**''Liberazione del prigioniero'', 76x56,7 cm
*''[[Crocifisso tra i santi Girolamo e Cristoforo]]'', 1475 circa, olio su tavola, 59x40 cm, [[Roma]], [[Galleria Borghese]]
*''[[San Girolamo nel deserto (Pinturicchio)|San Girolamo nel deserto]]'', 1475-1480 circa, olio su tavola, 149,8x106 cm, [[Baltimora]], [[Walters Art Museum]]
*''[[Madonna col Bambino benedicente (Pinturicchio)|Madonna col Bambino benedicente]]'', 1480 circa, olio su tavola, 53,5x35,5 cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]
*''Madonna col Bambino benedicente'', 1480 circa, olio su tavola, [[Città di Castello]], [[Museo civico (Città di Castello)|Museo civico]]
*''[[Madonna col Bambino scrivente e san Girolamo]]'', 1481, olio su tavola, 49,5x38 cm, [[Berlino]], [[Gemäldegalerie (Berlino)|Gemäldegalerie]]
*[[Cappella Bufalini]], 1484-1486 circa, ciclo di affreschi con ''Storie di san Bernardino'', [[Roma]], [[basilica di Santa Maria in Aracoeli]]
*[[Cappella Basso Della Rovere]], 1484-1492, ciclo di affreschi, [[Roma]], [[basilica di Santa Maria del Popolo]]
*''Scene bibliche e di storia antica'', 1485-1490 circa, affreschi, [[Roma]], [[Palazzo Colonna]]
*Volta della Cappella Ponziani, 1485-1490 circa, affreschi, [[Roma]], [[chiesa di Santa Cecilia in Trastevere]]
*''Madonna col Bambino e due angeli'', 1486, affresco, [[Perugia]], [[Palazzo dei Priori (Perugia)|Palazzo dei Priori]], sala dei Catasti
*''Madonna con Bambino benedicente'', 1486-1490 circa, tempera su tavola, 53x43 cm, [[Roma]], Fondazione Sorgente Group
*''Porte di Perugia e santi protettori'', 1486, miniature
*''Vedute di città italiane'', 1488-1490 circa, ciclo di affreschi, [[Roma]], [[Museo Pio-Clementino]]
*[[Cappella del Presepio]], 1488-1490 circa, ciclo di affreschi, [[Roma]], [[basilica di Santa Maria del Popolo]]
*''[[Soffitto dei Semidei]]'', 1490, olio su carta su legno, [[Roma]], [[Palazzo dei Penitenzieri]]
*''[[Madonna della Pace (Pinturicchio)|Madonna della Pace]]'', 1490 circa, olio su tavola, 143x70 cm, [[San Severino Marche]], [[Pinacoteca civica (San Severino Marche)|Pinacoteca civica]]
*''[[Gesù Bambino dalle Mani]]'', 1492 circa, frammento di affresco staccato, [[Perugia]], Fondazione Guglielmo Giordano
*''[[Madonna del Latte (Pinturicchio)|Madonna del Latte]]'', 1492, olio su tela, 29,2x21,6 cm, [[Houston]], [[Sarah Campbell Blaffer Foundation]]
*[[Appartamento Borgia]], 1492-1494, ciclo di affreschi e stucchi, [[Città del Vaticano]], [[Musei Vaticani]]
*''[[Madonna col Bambino leggente]]'', 1494-1498 circa, olio su tavola, 33,7x25,5 cm, [[Raleigh]], [[North Carolina Museum of Art]]
*''[[Madonna col Bambino scrivente]]'', 1494-1498 circa, olio su tavola, 61x41,6 cm, [[Filadelfia (Pennsylvania)|Filadelfia]], [[Philadelphia Museum of Art]]
*''[[Madonna col Bambino scrivente e un vescovo inginocchiato]] ''(''Virgen de las Fiebres''), 1495 circa, olio su tavola, 157x78 cm, [[Valencia]], [[Museo de Bellas Artes (Valencia)|Museo del Bellas Artes]]
*''Sacra Famiglia'', 1495 circa, olio su tavola, 53x38,7 cm, [[Cambridge (Massachusetts)]], [[Fogg Art Museum]]
*''[[Pala di Santa Maria dei Fossi]]'', 1496-1498, olio su tavola e su tela, 512x314 cm, [[Perugia]], [[Galleria Nazionale dell'Umbria]]
*[[Cappella del vescovo Eroli]], 1497, affreschi, [[Duomo di Spoleto]]
*''Madonna col Bambino'', 1498 circa, olio su tavola, 48,2x38,1 cm, [[San Marino (California)]], [[Huntington Library]]
*''Madonna del Davanzale'', 1498 circa, olio su tavola, 105x87 cm, [[Città del Vaticano]], [[Pinacoteca Vaticana]]
*''[[Sant'Agostino tra i flagellanti]]'', 1500, olio su tela, 115x83 cm, [[Perugia]], [[Galleria Nazionale dell'Umbria]]
*[[Cappella Baglioni]], 1500 circa-1501, ciclo di affreschi, [[Spello]], [[chiesa di Santa Maria Maggiore (Spello)|chiesa di Santa Maria Maggiore]]
*Frammenti da un<nowiki>'</nowiki>''Adorazione dei Magi'', 1502, affresco staccato, già a [[Roma]], collezione [[Chigi]]
*''Crocifissione con dolenti'' (Barb. Lat. 614, c. 219), 1502 circa, foglio miniato, [[Città del Vaticano]], [[Biblioteca Vaticana]]
*[[Libreria Piccolomini]], 1502-1507/1508, ciclo di affreschi, [[Siena]], [[Duomo di Siena|Duomo]]
*''Incoronazione della Vergine'', 1503-1505, olio su tavola, 330x200 cm, [[Città del Vaticano]], [[Pinacoteca Vaticana]]
*''[[Incoronazione di Pio III]]'', 1503-1508, affresco, [[Siena]], [[Duomo di Siena|Duomo]]
*[[Cappella di San Giovanni Battista]], otto ''Storie di San Giovanni'' di cui tre ormai ridipinte, [[1504]], affreschi, [[Siena]], [[Duomo di Siena|Duomo]]
*Cartone per la ''[[Storia della Fortuna]]'', 1505, mosaico pavimentale a commesso marmoreo, [[Siena]], [[Duomo di Siena|Duomo]]
*''[[Madonna in trono e santi (Pinturicchio)|Madonna in trono e santi]]'', 1506-1508, olio su tavola, 318x257 cm, [[Spello]], [[chiesa di Sant'Andrea (Spello)|chiesa di Sant'Andrea]]
*''Soffitto del [[Palazzo del Magnifico|palazzo di Pandolfo Petrucci]]'', 1508-1509, affreschi staccati e stucchi, 483,2x495,9 cm, [[New York]], [[Metropolitan Museum]]
*''[[Ritorno di Ulisse]]'', 1508-1509, affresco staccato, 125x152 cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]
*''Riconciliazione di Coriolano'' (forse con [[Luca Signorelli]]), 1508-1509, affresco staccato, 125,7x125,7 cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]
*''Madonna della Melagrana'', 1508-1509 circa, olio su tavola, 54,5x41 cm, [[Siena]], [[Pinacoteca Nazionale (Siena)|Pinacoteca Nazionale]]
*''Sacra Famiglia con san Giovannino'', 1508-1509 circa, olio su tavola, diametro 85 cm, [[Siena]], [[Pinacoteca Nazionale (Siena)|Pinacoteca Nazionale]]
*''Virtù'' dal cassone Petrucci-Piccolomini (solo disegni, attr.), 1509 circa, olio su tavola, [[Torino]], [[Museo Civico (Torino)|Museo Civico]]
*''Madonna col Bambino'', 1509 circa, olio su tavola, già in [[Gloucestershire]], collezione Farrington
*''Santa Caterina d'Alessandria e committente inginocchiato'', 1509 circa, olio su tavola, 56,5x38,1 cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]<ref>[http://www.nationalgallery.org.uk/paintings/pintoricchio-saint-catherine-of-alexandria-with-a-donor/*/key-facts Scheda nel sito del museo]</ref>
*[[Coro di Santa Maria del Popolo|Volta con ''Incoronazione della Vergine, Evangelisti, Sibille e Dottori della Chiesa'']], 1509-1510 circa, affreschi, [[Roma]], volta del [[Coro di Santa Maria del Popolo|coro]] di [[Santa Maria del Popolo (Roma)|Santa Maria del Popolo]]
*''Madonna in gloria tra i santi Gregorio Magno e Benedetto'', 1510-1512 circa, olio su tavola, 282x198 cm, [[San Gimignano]], [[Museo civico (San Gimignano)|Museo civico]]
*''Assunzione della Vergine'', 1512 circa, olio su tavola, [[Napoli]], [[Museo di Capodimonte]]
*''Andata al Calvario'', 1513, olio su tavola, 51x42,5 cm, [[Isola Bella]], collezione Borromeo.
 
== Curiosità ==
*Il calciatore italiano [[Alessandro Del Piero]] era stato soprannominato Pinturicchio da [[Gianni Agnelli]].
 
==Note==
{{references|3}}
 
==Bibliografia==
*''Pintoricchio a Spello. La cappella Baglioni in Santa Maria Maggiore'', Silvana Editoriale, 2001
*Pietro Scarpellini e Maria Rita Silvestrelli, ''Pintoricchio'', Federico Motta Editore, 2004
*[[Cristina Acidini]], ''Pintoricchio'', in ''Pittori del Rinascimento'', Scala, Firenze 2004. ISBN 88-8117-099-X
*[[Domenico Ciampoli]], ''Il Pinturicchio'', Carabba, 2006
*''Pintoricchio'', a cura di Vittoria Garibaldi e Francesco Federico Mancini, Silvana Editoriale, 2007. ISBN 978-88-366-1034-1
*''Pintoricchio. Itinerario romano'', Silvana Editoriale, 2008
*''Pintoricchio. Itinerari in Umbria'', Silvana Editoriale, 2008
*''Pintoricchio. Catalogo della mostra (Spello, 2 febbraio-29 giugno 2008)'', Silvana Editoriale, 2008
*Fabiana Giulietti ed Emanuela Pantalla, ''Pintoricchio. Un mondo in miniatura'', Edizioni Corsare, 2008
*Claudia La Malfa, ''Pintoricchio'', Giunti Editore, 2008
 
==Voci correlate==
*[[Rinascimento romano]]
*[[Rinascimento umbro]]
*[[Perugino]]
*[[Nicolò Alunno]]
*[[Raffaello Sanzio]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* [http://www.pinturicchio.org/it/index.php Fondazione su Pinturicchio]
* [http://www.mostrapintoricchio.it/ Mostra monografica alla Galleria Nazionale dell'Umbria (2008)]
 
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